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IL VIAGGIO ALLA

SCOPERTA DI LILITH
Approccio alla psicologia analitica:
“L’archetipo femminile: un viaggio tra fiaba e mito”

A cura di GIULIA GENTILE

a.a. 2011/12
IL VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI LILITH

-Ma quella là chi è?


-Quella è Lilith.
-Chi?
-La prima moglie di Adamo.
Sta’ in guardia dai suoi bei capelli,
da quello splendore che solo la veste.
Fai che abbia avvinto un giovane con quelli
E ce ne vuole prima che lo lasci.
Goethe- Faust

“La storia della luna è stata raccontata tante volte, da sempre. È la storia di un oggetto
lanciato nella notte e rimasto lassù o di una fanciulla bianca che si solleva tra le stelle,
insieme al fratello Sole. Quella fanciulla si chiama Luna, ma non è già luna quando
nasce. Luna diventa perdendo la natura umana e restando come un volto senza vita e
senza parola perduto nelle altitudini sovra terrene”.1
Il rapporto dell'uomo con la Luna è molto antico, praticamente esiste da sempre,
infatti l'uomo da quando ha fatto il suo ingresso sulla Terra non ha potuto non
osservarla, infatti nessuna stella, nessun astro ha tanto attirato lo sguardo umano
sull’immensa scena del cielo notturno, quanto la Luna, capace di far nascere
nell’uomo profonde suggestioni emotive e psichiche.
Il crescere e decrescere della sua luminosità, la sua periodica scomparsa e la
riapparizione nel cielo; la sua corsa rapida fra le stelle che le fanno da sfondo, la
limpida freschezza che emana la sua indefinibile lucentezza notturna e la sua occulta
influenza sul moto delle acque, sulla vegetazione e la vita animale, sono tutti motivi
che da sempre hanno stimolato l’immaginazione dell’uomo, creando miti, simboli e
innumerevoli leggende e suggestioni.
Da sempre la Luna esprime il principio femminile materno e costituisce l’archetipo
della Grande Madre e come tale viene adorata in molte civiltà.
L’uomo primitivo venerò nella donna proprio il mistero della fecondità, quale attività
magica del femminile, tentando di influenzarne le forze numinose, attraverso riti
magici. 2

1 G. Sermonti, Fiabe di luna, Rusconi, Milano 1986


2 Cfr.M. E. Harding, I misteri della donna, Astrolabio, Roma 1973

2
La coscienza matriarcale non appartiene solo alla donna, quindi, ma esiste anche
nell’uomo, essenzialmente in forma di archetipo-Anima.3
Per gli gnostici greci ed egiziani, Sophia (saggezza) era la forma femminile dello
Spirito Santo: questa divinità, come modo di sentire la vita, è legata alla Terra, alla
Natura, alla fertilità e i suoi nomi più diffusi sono la babilonese Ishtar, Astarte adorata
da Ebrei e Fenici, Iside in Egitto, Demetra in Grecia
In seguito allo sviluppo patriarcale, nell’Occidente giudaico-cristiano, la dea fu
detronizzata e repressa, sopravvivendo a stento solo a livello segreto: la grande Dea
divenne la compagna sottomessa compiacente al Dio maschile.
Nel mito, nelle leggende, la Luna rappresenta la divinità della donna, il principio
femminile, così come il Sole simboleggia, invece, il principio maschile.
Con la teologia e la mitologia egiziana, la Luna acquista una importanza eccezionale,
infatti nel “ Libro dei Morti ” degli antichi Egizi si ricorda che spiritualmente la Luna è
uguale al Sole: i due principi si oppongono come due poli e forze del tutto uguali ed
equivalenti.
E’ il drammatico evento della scissione dell’individuo unitario: dal primo Adamo fu
tolta e distinta Eva, come dal maschile fu tolta una parte che era poi il suo femminile.
Per questi motivi d’indubbia origine biblica, c’è stato un periodo in cui la Luna ebbe
un ruolo maschile e il Sole un ruolo femminile. nell’area culturale egiziana la dea
lunare esprimeva il rapporto dell’uomo con la natura, del conscio con l’inconscio e
anche qui era riconfermato l’archetipo della Grande Madre dell’area mediterranea.
Nel suo libro Sermonti fa riferimento al pensiero della Kabbalah4 e alla sua
interessante simbologia riferita alla luna nei suoi diversi stadi. La luna nascente è
anche la culla del neonato, o la cesta in cui l'eroe infante (Romolo, Edipo, Mosè) è
abbandonato nel fiume. È la navicella che affronta la vita. «La vita in questo mondo è:
come un mare tempestoso, attraverso il quale dobbiamo condurre in porto la nostra
nave» (S.Agostino).
È anche il calice che simboleggia, nell'iconografia paleocristiana, il destino umano, e il
calice della passione di Cristo, come contrappeso ai peccati umani. Quel calice è vaso,
è fiore, è cuore, è il Santo Graal della leggenda celtico-cristiana.
La luna crescente è un osso da cui rinasce la vita. È la costola di Adamo addormentato,
o quella del dio dei Bantù Mosebode, che rinasce dalla propria costola. È anche la

3 E. Neumann, La psicologia del femminile, Astrolabio, Roma 1975


4 Kabbalah è una raccolta delle dottrine ed insegnamenti mistici dell'ebraismo

3
verga luminosa o bacchetta magica che compie il miracolo della rinascita (verga che
germoglia), ma anche verga generatrice in senso sessuale5.
La luna nascente è il simbolo del ritorno alla vita dopo la morte e altresì il ritorno alla
bianca purezza dopo la confessione dell'oscurità del peccato. La falce di luna annuncia
nel cielo la buona novella.6
La ricerca che ho affrontato scorre lungo una dimensione squisitamente immaginale e
contraria alla dimensione positivista-relazionale.
Il periodo da cui sono partita non ha spazio né tempo, le coordinate si trovano nel
profondo mistero dell’inconscio collettivo. Dobbiamo infatti tornare nel regno
dell’inconscio collettivo alla ricerca del “primo archetipo”, siamo quindi nel mondo
del non-ancora in cui tutte le cose giacciono in una condizione di potenza e di
possibilità indifferenziate.
Siamo nel periodo della Grande Madre, potente, da cui nascono le cose, diventano
possibilità in via di differenziazione.
A partire proprio dal regno notturno della Grande Madre, o se vogliamo dal
Matriarcato, in cui il femminile e il maschile giacevano in una condizione
indifferenziata e anonima, si arriva, con le prime luci dell’alba all’Epifania ( mi rendo
manifesto) della prima donna del mondo: Lilith.
Con lei troviamo il suo compagno molto più noto, il suo opposto: Adamo.
Le interpretazioni bibliche sono contrastanti, ma appare abbastanza credibile che
Lilith precedesse Eva: fu la femmina di Adamo formata da Dio con materia vile e
sudicia anziché terra pura. Attribuzioni giudaiche vogliono che Lilith sia stata una
prostituta Cananea adoratrice di Anath.7 Fonti varie riportano una interpretazione
suggestiva cioè che Lilith si rifiutò ad Adamo ribellandosi anche a Dio.
Intraprendiamo ora l’analisi di questo mito di Lilith che racconta, del viaggio
dell’uomo a partire dalla sua nascita e da quella della sua prima compagna, cioè la
donna prima di Eva, siamo di fronte al primo momento in cui l’uomo-Adamo deve
affrontare il confronto con il suo inconscio è quello che in modo generico viene
definito il viaggio dell’eroe.

5 G. Sermonti, Fiabe di luna, op. cit.


6 G. Sermonti, Fiabe di luna, op. cit.
7 Anath era una dea guerriera d'origine semitica raffigurata come donna seduta su un trono, che

teneva nella sinistra una lancia ed uno scudo e nella destra, alzata, una mazza a lama. Fu
particolarmente venerata da Tuthmosis III, Ramses II e Ramses III.
Qualche fonte parla del culto che Anath ebbe alla frontiera. Forse questo fece nascere il mito di un
suo legame con Seth, che era considerato appunto il dio delle terre di frontiera. Secondo la
leggenda, dopo che Seth aveva perso non solo il suo regno, ma anche la compagna Neftis, il
consiglio divino gli offrì Anath come consolazione.

4
Dobbiamo riconoscere che sono stati i passaggi della Genesi8 a mettere l’accento
sull'esistenza di una donna che ha preceduto Eva; Lilith è un demone, come quegli
spiriti dannosi creati durante i primi sei giorni della Creazione, divenuti demoni
perché ribellatisi al Signore che non donò loro un corpo come avvenne invece per
Adamo ed Eva, che si racconta fossero uniti in una sola anima prima di essere divisi e
poi formati come primo uomo e prima donna dell'umanità.
E Dio disse:
“Facciamo l'uomo che sia la nostra immagine, secondo la nostra somiglianza".
Così, Egli stese la sua mano sulla superficie della Terra, ..,presa della polvere fine,
l’aveva mescolata ad altra terra delle quattro parti del mondo e irrorata con acqua di
ogni fiume e ogni mare esistente.
Un impasto di epher, dam, marah, (polvere, sangue e fiele) dette vita ad Adamo e Dio
lo pose nell’Eden perché gli facesse onore.
La mitologia biblica fa pensare ad Adamo come ad un vero e proprio androgynos, cioè
maschio e femmina, infatti nella Genesi 1 versetto 27 è scritto:
"Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò".
Questo passo è forse il più misterioso per quanto riguarda il concetto dell'androginia
dell'individuo, proprio per il principio dell'armonia totale dell'Uno che è fatto di Due,
ma questo concetto è anche quello che consente di perpetuare sulla terra, attraverso
la moltiplicazione della specie, dell'unione maschio-femmina, l'immagine di Dio,
proprio in quanto l'uomo gli è somigliante.
Adamo-Dio quindi recava in sé fusi il principio maschile e quello femminile, solo in
seguito furono separati, quindi Adamo ebbe due nature femminili, due compagne.
Iniziamo la nostra ricerca sulla figura di Lilith dal libro della Genesi 1 dove al vers.
26.27 è scritto :
" li creò", due in uno, l'uomo e la donna.

8 Secondo la tradizione ebraica e cristiana, il libro della Genesi sarebbe stato scritto da Mosè in persona
nel deserto e fu completato nel 1513 a.C. Questa opinione è mantenuta tuttora da alcune confessioni
religiose cristiane più legate all'interpretazione letterale del testo biblico. La maggioranza degli esegeti
moderni ritiene che la Genesi sia in realtà una raccolta di vari scritti di epoche diverse. Secondo questa
teoria, nota come ipotesi documentale, la composizione letteraria del libro sarebbe avvenuta nel corso
dei secoli fino alla redazione del documento sacerdotale, che avrebbe inglobato versioni precedenti
elaborate dalla tradizione Jahwista ed Elohista.

5
Rabbi Simeone nello Zohar9 scrive:
"li benedisse e diede loro il nome di Adamo",
quindi Dio benedice maschio e femmina perché uniti.
In questa parte possiamo intravvedere l'immagine delle nozze mistiche, la concidentia
oppositorum dei principi antagonisti, di sole e di luna, che Jung ha analizzato nel
Rosarium Philosophorum10.
L'androginia di Adamo è il simbolo di Dio in cui sussiste una sessualità ancora del
tutto indifferenziata (visione del Dio maschio e femmina, sessualità primitiva,
rapporto con gli animali).
Ora ci sembra utile vedere per un attimo questo Adamo come ci appare dalla Genesi
del Beresit Rabba:
“Maschio e femmina li creò: gli diede quattro qualità dei celesti e quattro degli inferiori;
mangia e beve come la bestia, espelle escrementi come la bestia e muore come la bestia,
dei celesti ha una posizione eretta come gli angeli del servizio divino, parla come gli
angeli del servizio divino e vede come gli angeli”.
Adamo quindi esprime una sessualità allo stato primario, accoppiandosi con gli
animali che incontrava, chiede quindi una compagna a Dio proprio perché
insoddisfatto.
La Genesi infatti afferma nel II vol. vers. 18:
"Non è bene che l'uomo sia solo"
"E li creò maschio e femmina"
Nel momento in cui proclama la sua solitudine Adamo è ancora androgino, ignora
l'alterità sessuale e non sa di sé e dell'altro ed è proprio da questo momento che

9 Lo Zohar è una raccolta di commenti sulla Torah, il cui scopo è di guidare chi ha già conseguito elevati
gradi spirituali verso la radice della propria anima e contiene tutti gli stati spirituali che le persone
sperimentano nel corso dell’evoluzione dell’anima. Al termine del processo, le anime conseguono ciò
che i Kabbalisti definiscono come “la fine della correzione”, il più alto livello di completezza spirituale.
Lo Zohar è stato scritto da Rabbi Shimon Bar Yochai (Rashbi), che visse tra il II e III secolo e v. Ci sono
scuole di pensiero per le quali Lo Zohar sarebbe stato scritto nell’XI secolo dal Kabbalista Rabbi Moshe
de Leon. Tale posizione venne smentita dallo stesso Rabbì Moshe de Leon, il quale diceva che il libro
era stato scritto da Rashbi.
10 Il Rosarium philosophorum, (detto anche "Rosario dei filosofi"), è un testo alchemico del XIII secolo,

attribuito ad Arnaldo da Villanova (1235-1315), famoso medico e alchimista dei suoi tempi. Il titolo
Rosarium non deve far pensare a un'orazione, ma alla simbologia della rosa, che dall'antichità e per
tutto il Medioevo rimase, fra l'altro, associata all'idea della perfezione e dell'infinito. L'opera contiene
fra l'altro 20 illustrazioni che rappresentano i momenti fondamentali dell'opus, il procedimento
alchemico che porta alla creazione della Pietra Filosofale. Carl Gustav Jung, in particolare, vedeva nella
pietra filosofale la metafora dello sviluppo psichico di ogni essere umano, la forza che lo spinge verso la
propria identità attraverso una sempre maggiore differenziazione.

6
l'uomo comincia l'incessante ricerca dell'oggetto d'amore all'esterno e non dentro di
sé.
Il Rabbi Ahà nel Beresit Rabba:
”…vide che Adamo si sarebbe lamentato di lei, perciò non la creò finché lui non la ebbe
richiesta; dal momento che la ebbe richiesta la creò subito
Fece cadere il Signore Dio un sonno profondo su Adamo…”.
Così nacque la donna per desiderio di Adamo, che aveva scoperto la propria
solitudine, ma anche la propria anima, è questo il primo approccio con l’Eros.
Il mito di Lilith parla quindi “della storia del rapporto tra Anima e Animus e ci aiuta a
cogliere le origini endoscopiche della scissione fra “istintuale” e “pensiero” per
chiarire, finalmente, il grande equivoco del primato maschile sulla donna sentita
come inferiore”.11
Come dice Hillmann la storia del rapporto uomo-donna è come una serie di note a piè
di pagina alla storia di Adamo ed Eva.
Il Rabbi Simon ben Laqisch scrisse:
" Dall'inizio della sua creazione non è stato che un sogno".
La psicologia analitica afferma che il sogno per l'uomo è la possente voce del suo
spirito e del suo profondo interiore, infatti nel sogno non c'è spazio per verità o non
verità, per logica o fantasia; nel sogno c'è l'uomo tutto intero, con tutto quello che egli
sa consciamente e con tutto quello che egli non sa e forse non saprà mai.
A questo punto potremmo dire che Lilith potrebbe nascere dal sogno o dal racconto
del rabbi o dal bisogno o dalla fantasia collettiva, quindi un mito con tutta la sua
simbologia.

La creazione di Eva appare nella Genesi 2:

"nel giorno in cui Dio creò Adamo, lo fece a somiglianza di Dio, maschio e femmina li
creò e li chiamò uomini, nel giorno in cui li creò"
E ciò viene chiarito nella Genesi 2 al vers. 22.25 :
"Jahvè Dio costruì la costola che aveva tolto all'uomo formandone una donna e la
condusse all'uomo”.
Allora l'uomo disse:
“Questa volta è ossa delle mie ossa e carne della mia carne".

11 R. Sicuteri, Lilith la Luna nera, Astrolabio, Roma, 1980

7
Perché Adamo dice “questa volta”? Dobbiamo pensare al riferimento ad una donna
precedente, o questa volta sta ad indicare la femmina umana e non l'animale
femminile che Adamo aveva già ripudiato?
Nel Beresit Rabba troviamo un passo che ci aiuta a capire:
"Da principio la creò, ma quando l'uomo la vide piena di saliva e sangue, se ne
allontanò, tornò a crearla come sta scritto”.
Chi era questa creatura piena di saliva e sangue che provocò disgusto e angoscia in
Adamo?
Sangue e saliva appartengono a questo femminile primordiale e sicuramente sono
simboli di una sessualità senza limiti; Adamo si trova ad affrontare un'esperienza
sessuale libera da tabù e proibizioni.
Per alcuni Lilith è la donna sognata da Adamo eroticamente, mentre poi Eva è la
materializzazione del sogno. Nella costruzione di Lilith è implicita la perdita dell’unità
mitico -religiosa dei due sessi nella sola persona dell’uomo.12
Lilith ha il potere di turbare Adamo con saliva e sangue, di Eva invece vengono
descritte le bellezze e non è un caso che troviamo scritto:
"questa volta è ossa delle mie ossa".
Scrive Sicuteri: "Varie fonti psicanalitiche come Freud e Rank vedono nel mito di Adamo
ed Eva il trauma di un incesto possibile tra la madre dei viventi ed Adamo in un
ribaltamento dei ruoli maschile e femminile oppure come Levy, nella caduta, la
rappresentazione simbolica di un rapporto sessuale proibito. Potrebbe trattarsi della
prima esperienza dell'orgasmo sessuale a livello naturale, che ha scatenato
un’insuperabile angoscia nell'uomo, proprio perché questa lo faceva allontanare dalla
divinità".13
Lilith è coperta di sangue e saliva, è simbolo del desiderio, dell'energia pulsionale, ella
ha turbato tutta la notte il sonno di Adamo "egli ne è tutto turbato" …..e il sogno
erotico emerge dall'inconscio e presenta ad Adamo tutta la potenza dell'energia
vitale, dunque è proprio Lilith che gli produce il sogno: il sogno erotico, il desiderio di
Lilith che si unisce ad Adamo e l'uomo conosce e fa conoscere per la prima volta il
rapporto sessuale sentito come tale.
E' stato questo un amore totale ed intenso, Lilith è stata senz'altro seduttrice, colei
che più tardi, nelle epoche a venire, come Eva viene vista madre dei viventi e donna,
lei sarà considerata instrumentum diaboli, colei che sussurra e geme.

12 R. Sicuteri, Lilith la luna nera, op. cit.


13 ibidem

8
L'amore di Adamo per Lilith è presto turbato, non c'era pace tra i due, quando essi si
congiungevano nella carne, nella più "naturale posizione, la donna sotto e l'uomo
sopra, Lilith mostrava insofferenza; non capiva perché doveva stendersi sotto di lui,
perché doveva aprirsi sotto il suo corpo, voleva invertire le posizioni sessuali, per
stabilire una parità, un'armonia che indicava l'uguaglianza tra i due corpi e le due
anime.
Adamo risponde con un rifiuto: lei è a lui assoggettata e deve stare simbolicamente
sotto di lui, subire il suo corpo; Lilith si ribella ed è la rottura dell'equilibrio.
Nello Zohar sta scritto:
'L'uomo è obbligato alla riproduzione, non la donna...", …l'uomo obbliga la donna a non
uscire, perché ogni donna che esce alla fine cade ".
Da questi versetti osserviamo come la donna è stata vista, come qualcosa di
inanimato, irresponsabile, infedele per principio: quasi un oggetto e possiamo capire,
in quale conto fosse tenuta la donna nella cultura rabbinica e patriarcale.
Al rifiuto di Adamo di concedere l'inversione delle posizioni nell’atto sessuale, quindi
il rifiuto di concedere la parità significativa alla compagna, Lilith pronuncia irritata il
nome di Dio e accusando Adamo si allontana. Adamo è colto da una sensazione di
angoscioso abbandono, è l'ora del tramonto del sole e stanno scendendo le prime
tenebre della sera del sabato. Lilith si è allontanata, la luna è nera, è buio, lo stesso
buio in cui Jahvè Dio crea il domani, è il momento del sonno profondo:
"Nessuno vide, nessuno seppe,nessuno si risvegliò".
Adamo ha paura, si sveglia nell’oscurità e non trova Lilith nel suo giaciglio e pensa che
ha trasgredito ancora una volta il suo comandamento, si rivolge a Jahvè Dio, come il
figlio che si affida all'esperienza e all'autorità paterna.
Adamo appare disperato, il Padre vuol sapere la causa del litigio e Dio allora
comprende che la donna ha sfidato l'uomo e quindi il divino, la legge, l'ordine dato.
Lilith ora è volata via, verso la sponda del Mar Rosso, dopo aver profanato il nome di
Dio Padre.
Ora lei viene vista come una demone e dalle Scritture sappiamo che anche il serpente
è un demone che spinge la donna a fare qualche cosa che l'uomo non concede, che
l'ordine, la legge del Padre non concede; in Lilith c'è la richiesta dell'inversione della
posizione sessuale equivalente dei ruoli, in Eva c'è l'atto di trasgressione dell'albero
in obbedienza al serpente.
Se Lilith disobbedisce ad Adamo, Eva disobbedisce a Dio, entrambe però, attraverso
l’azione e l’iniziativa, cercano di allargare la conoscenza.
Il serpente nel mito di Lilith lo possiamo vedere come la manifestazione dell'istinto
codificato dalla domanda:

9
"Perché mai devo stendermi sotto di te?
Anch'io sono stata fatta di polvere e quindi sono tua uguale".
Nel momento in cui Adamo le negò il desiderio, lei fuggì verso il Mar Rosso.
Dio allora le ordinò:
"Torna al tuo desiderio, torna a desiderare tuo marito.
Il desiderio della donna è verso il marito. Torna a lui"
Ma la natura di Lilith è mutata, trasformata, bestemmia Dio, non c'è più obbedienza,
ecco l’allontanamento, Lilith intraprende un viaggio senza più ritorno, perché Adamo
non accetta di conoscere la sua Ombra, la sua Anima.
Dio allora manda verso il Mar Rosso un gruppo di Angeli ed essi la trovano nelle
deserte spiagge del mare arabico, dove la popolare tradizione ebraica, dice che le
acque richiamavano attirandoli come calamite tutti i demoni e gli spiriti malvagi.
Lilith è quindi trasformata: non è più la compagna di Adamo, ma un demone, così
simbolicamente viene vista la trasgressione.
Nella Genesi III vers. 18 troviamo:
"sta in un luogo maledetto, dove si producono spine e triboli".
Gli angeli con la spada folgorante e la fiamma, gridano a Lilith di tornare da Adamo,
altrimenti sarà annegata, ma lei risponde:
"Come posso tornare presso il mio uomo e vivere come una moglie, dopo questo gesto e
questo vivere qui!".14
Ma gli angeli continuavano:
"Se disobbedisci e non ritorni, sarebbe la morte per te".
"E come potrei morire, se Dio stesso mi ha incaricato di occuparmi di tutti i bambini nati
maschi sino all'ottavo giorno di vita, la data della loro circoncisione, e delle femmine
fino ai loro 20 anni?".15
Dio le ha dato un destino ingrato, quello di Lilith, e qui possiamo intravedere la
concezione del Dio che porta tutto allo spirito; la carne, il corpo devono essere
abbandonati .... via dunque Lilith…via il corpo…via il femminile.
Lilith rifiuta quindi di seguire gli angeli e dice loro:
"Se vedrò i vostri nomi o le sembianze sopra un neonato, come un talismano, prometto
di risparmiarlo".
Nell'AlphaBeta di Shira leggiamo che Lilith accoppiandosi con i diavoli generava 100
demoni al giorno ed erano chiamati Lillim che deriva dal sumerico "lil" e significa folle
o stolto: questi piccoli demoni vengono uccisi dalla mano implacabile di Dio.

14 Graves, R. – Patai, R. I miti ebraici, tratto da Sicuteri, R. Lilith la luna nera


15 ibidem

10
Ma a questo sterminio si oppone la vendetta di Lilith: essa stessa infierisce sui propri
figli, oppure aiutata da un altro demone femminile, va in giro di notte a strangolare i
bambini o a sorprendere nel sonno (o nel sogno?) gli uomini inducendoli a mortali
amplessi.
La storia di Lilith, come si può comprendere, non ha una conclusione: Lilith rimane
nella propria libertà, indemoniata, forse regina del palazzo del diavolo, del demonio,
come suo spirito femminile.
Quindi ecco il viaggio di Lilith, cha va via da quello che era il suo ruolo, siamo di fronte
all’Eros che distrugge il suo stesso figlio-corpo e che travolge nel sonno il suo Animus.
Lilith fugge, fugge sul Mar Rosso, qui è evidente la simbologia dell’acqua,
dell’inconscio, perché ha paura di confrontarsi con l’altra parte di sé, quel maschile
vissuto come autoritario, come ordine cioè come Logos e quindi non creativo. Il suo
viaggio ha lo scopo di non farsi penetrare dalla vita e dalla luce e quindi questo mito
sta ad indicare la scissione del maschile e del femminile, dell’Eros e del Logos, del
conscio e dell’inconscio, dell’essere e della coscienza di essere, della potenzialità e
dell’atto, la divisione dunque dell’Uno.16
Lilith-Luna Nera è la Madre Negativa che seduce e divora, ma anche la sua grave e
violenta sessualità, la sua ribellione sono l’espressione di una energia istintuale
primaria assoluta, esistente da sempre nella realtà psichica dell’uomo.
Lilith è la sessualità priva di freni e remore, l’altra faccia del femminile dolce e
protettivo, così come essa è l’altra faccia di Dio, come vuole il mito biblico:
drammaticamente Lilith è una creatura che si ribella al Dio patriarcale e lo combatte
sul piano di un confronto paritario siamo alla dicotomia fra l’anima e il corpo, fra lo
spirito e i sensi.
Il mito di Lilith si ritiene che risalga ai tempi in cui la terra vide il passaggio, avvenuto
6000-8000 anni fa, da una società di tipo matrilocale ad una società di tipo
patriarcale, ossia quando la donna perse il suo ruolo e il suo valore.
In questo ordinamento non c’era più posto neanche per le divinità femminili e tanto
meno per la dea vera e propria che venne rinnegata e demonizzata.
Lilith quindi è la parte rimossa, buia e nascosta di ogni donna, ma anche la parte
intuitiva, istintiva e selvaggia, seducente e colma di energia, imprevedibile e
ingovernabile di ogni uomo.
“Il matriarcato e il patriarcato sono quindi stadi psichici caratterizzati da uno
sviluppo differente della coscienza e dell’inconscio, e in particolare da diversi
atteggiamenti dell’uno verso l’altro. Matriarcato …non significa soltanto il dominio

16 C.f.r., M.T. Colonna, Lilith la luna nera e l’Eros rifiutato,Del Riccio, Firenze 1980

11
dell’Archetipo della grande madre, ma …una situazione psichica totale nella quale
l’inconscio (e la femminilità) dominano, mentre la coscienza (e la maschilità) non
sono ancora pervenute all’autonomia e all’indipendenza”. 17
Lilith è il simbolo dell’ombra dell’essere umano, è ciò che rende possibile l’esperienza
e la crescita, potremmo paragonarla alla pietra nera degli alchimisti che deve essere
trasformata in oro puro.
Lilith scappa, non vuol tornare, ha paura di Dio, ha paura del confronto, evita cioè di
divenire come il Padre ovvero donna adulta, capace di autogovernarsi e di rapportarsi
direttamente con il mondo esclude quindi il rapporto dialogico, l'uomo e il Padre Dio
come rappresentante del maschile, evita l'incontro con lui da donna a uomo.:
scissione quindi tra Eros e Logos, tra razionalità e irrazionalità.
Jung così si esprime in un suo testo: “Partendo da considerazioni meramente
psicologiche, ho tentato in altra sede di caratterizzare la coscienza maschile con il
concetto di Logos, e quella femminile con quello di Eros. Ho inteso con Logos la
facoltà di discriminare, giudicare e riconoscere, e con Eros la capacità di “porre in
relazione”.18
In realtà anche Logos è in grado di porre in relazione: anzi, come indica il suo stesso
etimo, leghein, la sua capacità principale è proprio quella di istituire nessi. Ma i nessi
che Logos istituisce sono univoci, rigidi ed esclusivi, volti a determinare strutture, a
tenere all’essenziale eliminando l’accidentale: la sua è la ricerca di un’unità formale.
Eros produce invece l’unità materiale e sostanziale: crea connessioni simboliche, apre
ciò che è chiuso e astratto. E’ anche la logica della complicazione e della complessità,
che fa proliferare all’infinito i nessi, secondo la logica del “tutto è in tutto” (En to
pan).19
Restando all'interno di questo mito all'uomo è negata la disponibilità all'Eros; l'Eros
anziché essere sperimentato come motivazione al pensare è temuto e negato come la
sua negazione. Lilith quindi rappresenta proprio l'Eros, la potenzialità del femminile
che veniva messa da parte dal maschile autoritario.
Lilith è un’immagine interna che non fa parte della sfera conscia e per trovarla
dobbiamo intraprendere il viaggio verso il Mar Rosso interiore a ciascuno di noi, per
cercare in quali antri segreti della nostra psiche Lilith sia nascosta.

17 E. Neumann, La psicologia del femminile, Astrolabio, Roma 1975


18 C.G. Jung, Psicologia e religione, Torino, Boringhieri 1979
19 ibidem

12
Sicuramente “il luogo elettivo per una analisi interpretativa della figura di Lilith,
quale espressione del lato oscuro del femminile è il sogno e l’incubo”.20
Jung ritiene che i sogni compensano ciò che il conscio sente mancante e sono
“frammenti di attività psichica involontaria e partecipano a comporre quel grande
mosaico che è il processo evolutivo”21.
Spesso colui che sogna rivive il terrore arcaico della sparizione della luna, quindi
dell’assenza del simbolo materno, del femminile, è un panico che sorge perché è il
distacco, l’abbandono dalla madre.
Se diamo uno sguardo al mondo delle fiabe vediamo che lì Lilith è sempre presente
come dicotomia tra bene e male, inferno e paradiso, streghe e fate, colombe e lupi
feroci e come abbiamo visto le fiabe hanno un ricco patrimonio di archetipi che ci
propongono una spiegazione generale della vita22, ma come dice la Von Franz “le fiabe
ci parlano di archetipi; e un archetipo, in quanto tale non va ucciso”.23
Nel suo libro Le fiabe interpretate la Von Franz puntualizza che “ Le fiabe sono
l’espressione più pura e semplice dei processi psichici dell’inconscio collettivo” e
prosegue “ Il linguaggio della fiaba sembra essere il linguaggio internazionale di tutta
l’umanità, di tutte le età, di tutte le razze e le civiltà”.24
È evidente che dobbiamo considerare il mito e la fiaba come linguaggio metaforico
dell’anima, solo così è possibile rintracciarvi anche l’immagine originaria che
struttura l’immagine di Lilith.
Nelle fiabe il male rimane male e il bene rimane bene: la logica è tutta nel lato bianco,
mentre il fare prelogico è tutto nella magia del lato nero, importante però sarebbe
intraprendere una ricerca semantica per poter riflettere sul significato dei simboli
ricorrenti in modo fisso nei testi e trarne nuove interessanti indicazioni.

20 R. Sicuteri, Lilith la luna nera, op.cit.


21 ibidem
22 ibidem

23 M.L. Von Franz, L’Animus e l’Anima nelle Fiabe, Magi, Roma 2009

24P. Santagostino, Guarire con una fiaba, Urra, Milano 2004

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