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FIGLIO DI MARIA
p. Emilio Neubert (santo)
Marianista
Presentazione
L'IDEALE
I.
«VI HO DATO L'ESEMPIO»
Gesù: Fratello mio, tu ami mia Madre e nell'amarla ti senti felice. Ma sei
ancora ben lontano dall'amarla come vorrei. Tu l'ami perché si ama tutto ciò
che è puro e bello, ed ella è purezza e bellezza ideale. Tu l'ami perché si
amano coloro che sono buoni e premurosi, e nessuno è buono e premuroso
come lei. Tu l'ami perché la consideri come tua madre, e ogni figlio ama la
propria madre. Tu l'ami perché hai sperimentato il suo amore e hai capito
che con lei ti riesce più facile rimanere puro e fervente. Tu l'ami perché hai
imparato dai libri e dai predicatori che la devozione verso di lei è il mezzo
più facile per assicurarti la salvezza eterna e raggiungere la perfezione; ora
tu vuoi salvarti e santificarti.
2. Tutti questi motivi sono buoni e possono ispirarti un tenero affetto
verso mia Madre; non possono però costituire il fondamento di quella
devozione che io desidero vederti praticare. La devozione verso mia Madre
è qualche cosa di così grande, di così benefico, di così gradito a lei e a me,
da rendere inadeguato ogni tuo tentativo di praticarla in maniera ordinaria,
o alta, o anche altissima: devi cercare la devozione più perfetta possibile.
3. Ebbene, sai qual è la devozione più perfetta verso Maria? Cerca nei
libri, consulta i teologi, interroga i santi, domanda il loro segreto ai più
insigni servi di Maria che la terra abbia mai conosciuto; non troverai una
devozione più perfetta di quella che ti voglio insegnare io: la par-
tecipazione, cioè, alla mia stessa pietà filiale verso mia Madre. La
perfezione, per i miei discepoli, non consiste forse nell'essere simili al loro
Maestro? Non ho dato loro l'esempio affinché facessero ciò che ho fatto io
per primo? Il mio apostolo Paolo non ha ripetuto che per un cristiano tutto
sta nell'imitare Cristo, nel rivestirsi di Cristo, nell'assumere i sentimenti di
Cristo, nel vivere non più della propria vita, ma della vita stessa di Cristo?
Ora dimmi, puoi tu concepire disposizioni più perfette verso mia Madre di
quelle che ho avute io stesso?
III.
CONTEMPLA E STUPISCI
Gesù: Contempla adesso ciò che il mio amore di Figlio mi ha ispirato per
mia Madre. Fin dall'eternità, io penso a lei e l'amo, poiché fin dall'eternità
vedo in lei la mia futura Madre. Penso a lei nel creare il cielo coi suoi
angeli, penso a lei nel plasmare la terra e gli uomini. Penso a lei nel
pronunziare la mia sentenza contro i tuoi progenitori, penso a lei nel rivelar-
mi ai patriarchi e ai profeti.
2. Per amore di lei, la colmo di privilegi, ognuno dei quali oltrepassa ciò
che ho fatto di più grande per tutte le altre creature, e in suo favore
sospendo le leggi che colpiscono tutti gli altri uomini. Lei, e lei sola, creo
immacolata nella concezione, libera da ogni concupiscenza, esente da ogni
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imperfezione, piena di grazia più di tutti gli angeli e i santi. Madre di Dio e
sempre Vergine, è glorificata anche nel corpo, come me e insieme a me,
prima della risurrezione universale.
3. Venuto in terra per riscattare il genere umano, consacro trent'anni della
mia vita esclusivamente a lei, e tre anni soltanto al resto dell'umanità.
4. E non contento di renderla partecipe dei miei privilegi e della mia
intimità, ho voluto che partecipasse alla stessa missione che il Padre aveva
affidato a me. Redentore, ho deciso che fosse Corredentrice insieme con me
e che tutto ciò che io meritavo con pieno diritto per la salvezza del mondo
ella lo meritasse per una ragione di somma convenienza.
5. Ed anche in cielo ho voluto che mi fosse associata e che, essendo io
l'avvocato degli uomini presso il Padre, ella fosse la loro avvocata presso di
me, per elargire tutte le grazie che con me ha contribuito a meritare in loro
favore. E questo perché in cielo come in terra sono suo Figlio e mi
compiaccio infinitamente di ricompensarla, con la mia liberalità, di tutto ciò
che ha fatto e sofferto per amor mio.
6. Ascolta ancora: io vivo nella Chiesa, mio corpo mistico animato dal
mio Spirito. Ciò che fa la Chiesa, lo faccio io; ciò che la Chiesa fa per mia
Madre, lo faccio io stesso per lei. Ora considera quanta venerazione ed
amore la Chiesa le ha dimostrato: difendendo e proclamando i suoi
privilegi; istituendo feste in suo onore; approvando le associazioni e le
famiglie religiose che si propongono di servirla. Contempla la pietà dei suoi
figli, dei suoi santi, così devoti tutti della Madre mia, delle anime ferventi
sempre pronte a tributarle un culto specialissimo; degli stessi semplici
fedeli, così gelosi dell'onore di Maria, così perspicaci - talora più degli
stessi sapienti - nel riconoscere i suoi privilegi, così pieni di entusiasmo
quando si tratta di darle qualche testimonianza di particolare affetto. Che
cos'è tutto ciò se non una manifestazione grandiosa, sia pure ancora assai
imperfetta, della mia singolare pietà filiale verso mia Madre? E a quanto ha
fatto e farà per Maria sino alla fine dei secoli la Chiesa militante, aggiungi
quello che fa per lei durante tutta l'eternità la Chiesa trionfante, poiché io
vivo nei santi del cielo molto più che nei fedeli della terra. Cerca di
comprendere i sentimenti di riconoscenza, di rispetto e di amore che i beati
esprimono senza sosta alla loro Regina e Madre, cui si riconoscono debitori
della beatitudine eterna! In essi e per mezzo di essi sono sempre io che
onoro e amo mia Madre.
7. Passa in rassegna tutte queste prove della mia pietà filiale, scandaglia
ed approfondisci questo abisso di amore; cerca di comprendere quanto più
puoi, ma sii persuaso che ciò che sfugge alla tua intelligenza è di gran lunga
superiore a quanto con essa riuscirai a comprendere. E poi rifletti: è proprio
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di questa mia infinita pietà filiale che io voglio renderti partecipe.
IV.
MIA MADRE, MADRE TUA
Gesù: Fratello mio, non puoi veramente imitare la mia pietà filiale verso
Maria se non sei, come me, suo figlio. Ma sai veramente fino a qual punto
sei figlio di Maria? Molti cristiani credono di saperlo, e infatti chiamano
Maria loro madre. Eppure la maggior parte di essi hanno della sua maternità
un'idea assai imperfetta: amano Maria «come se» ella fosse loro madre.
Ora, che cosa ti risponderebbe colei che ti ha partorito, se le dicessi: «Ti
amo come se fossi mia madre»? Non sono pochi coloro che ritengono
Maria loro madre unicamente per effetto di quella parola che pronunziai
prima di spirare, quando, vedendo mia Madre ai piedi della croce, e accanto
a lei il discepolo prediletto, le dissi: «Donna ecco tuo figlio», e a Giovanni:
«Ecco tua madre». Senza dubbio la mia parola avrebbe potuto affidare a
Maria una missione materna e creare in lei disposizioni simili a quelle di
una madre; ma se la sua maternità fosse il frutto di quella parola soltanto, si
tratterebbe di una maternità puramente adottiva. Ora invece devi
comprendere che Maria è tua «vera» Madre nell'ordine soprannaturale
come ti è madre nell'ordine della natura colei che ti ha messo al mondo.
2. Madre è la donna che dà la vita. Ora Maria ti ha dato la vita per
eccellenza. Te l'ha data a Nazareth, sul Calvario e al tuo Battesimo. A
«Nazareth» ti ha concepito concependo me. Maria infatti sapeva che
rispondendo a Gabriele con un «sì» o con un «no» ti avrebbe dato la vita o
ti avrebbe lasciato nella morte; rispose con un «sì» perché tu vivessi.
Consentendo a dare la vita a me, consentiva a darla anche a te. Diventando
mia Madre, diventava Madre tua. Da quel momento nei suoi disegni, come
già nei piani di Dio (che ella peraltro conosceva e ai quali aderiva con tutte
le forze), tu facevi parte del mio corpo mistico. Il capo ne ero io, ma tu ne
eri membro. Così, sebbene in modo diverso, Maria ci portava entrambi nel
suo seno materno, poiché i membri e il capo formano una realtà
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inscindibile.
3. Sul «Calvario» ella ti ha partorito, offrendomi in sacrificio per te. La
tua liberazione dal peccato e dalla morte fu consumata soltanto sul Golgota,
dove, «distruggendo colui che reggeva l'impero della morte», ti meritai con
la mia morte la grazia di vivere della mia stessa vita. Ora io feci tutto
questo in unione con Maria. Ella che mi aveva concepito quale vittima e mi
aveva nutrito ed allevato in previsione del sacrificio, nel momento supremo
mi offrì al Padre per la tua salvezza, rinunziando in tuo favore ai suoi diritti
materni su di me. E colei che, sempre vergine, non ebbe altro che gioia
dalla nascita del suo primogenito, vi partorì, te e i tuoi fratelli, nel più crudo
dolore.
4. In quell'ora ebbe effettivamente compimento la sua maternità a tuo
riguardo; ed è appunto ciò che volli proclamare e rendere noto, affidando
Maria a Giovanni e Giovanni a Maria. La mia parola, in altri termini, non
creava tale maternità, ma la promulgava, la confermava e la completava
nell'ora più solenne della mia vita, nell'ora in cui mia Madre, divenuta
pienamente Madre tua, era meglio in grado di comprendere la sua missione
materna.
5. Al «Battesimo» Maria ti ha dato la vita non più solo di diritto, come sul
Calvario, ma di fatto. Tua madre terrena aveva dato alla luce, per così dire,
un bambino nato morto. Perché tu giungessi alla vita, si richiedeva che la
grazia santificante ti fosse infusa al fonte battesimale. Ora, questa grazia
santificante te l'ha ottenuta Maria, la dispensatrice di tutte le grazie. Quando
da figlio dell'ira sei diventato figlio di Dio, è stata Maria a partorirti alla vita
divina.
6. Comprendi ora che col farti partecipe della vita di Dio Maria ti è
«veramente» Madre nell'ordine soprannaturale, come colei che ti ha dato la
vita terrena è veramente tua madre secondo la natura? Anzi, Maria ti è
molto più Madre ancora! Anzitutto per il modo in cui ti dà la vita. Per
partorirti ella ha dato incomparabilmente più di quanto non abbia dato la
madre tua terrena: le sei costato dolori indicibili, nonché la vita di colui che
le era infinitamente più caro della propria vita. Inoltre ella continua, per
tutto il corso della tua esistenza, ad occuparsi di te, mentre le madri terrene
si curano dei loro figli solo finché non giungono all'età adulta. Tu sarai
sempre il suo «bimbetto che partorirà continuamente finché Cristo non sia
formato in te». E se per disgrazia ti accadesse di perdere la vita sopranna-
turale, a differenza delle madri terrene alle quali altro non resta che
piangere impotenti sul corpicino esangue di un figlio, Maria potrebbe ridar-
tela. E poi, per quanto tu sia imperfetto ed ingrato, ella ti ama di un amore
che vince per intensità e purezza l'amore di tutte le madri per i loro figli.
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7. Infine Maria ti è Madre più di ogni altra soprattutto per la natura stessa
della vita che ti ha dato. Non si tratta infatti di una vita effimera come la
vita terrena, ma di una vita senza fine; non di una vita mista di imperfezioni
e di dolori come la presente, ma di una vita incomparabilmente beata; non
di una vita creata, umana o angelica, ma - intendilo bene - di una
partecipazione alla vita increata, alla vita stessa di Dio, alla vita della
Santissima Trinità. Si tratta dunque di una vita che non avrà mai fine e che
sarà essenzialmente beata, perché parteciperà dell'eternità e della
beatitudine stessa di Dio. Quale maternità umana potrebbe reggere il
confronto con una simile maternità? Ora Maria è tua vera Madre, e Madre
tanto perfetta, perché è Madre mia. E tu sei mio fratello, mio fratello
infinitamente caro, perché mio Padre è Padre tuo, e mia Madre, Madre tua.
V.
TU AMI MARIA. MA CHI L'AMA NON SEI TU: SONO IO CHE
L'AMO IN TE
Gesù: Fratello mio, poiché la mia vita è vita tua e la Madre mia Madre tua,
ti è facile imitare la mia pietà filiale verso di lei. Non devi imitarmi
solamente come un discepolo imita il maestro, o come un cristiano in terra
imita il suo celeste patrono. Io sono per te più che un modello posto davanti
agli occhi; sono un principio interno di vita.
2. Tu vivi di me. Le mie disposizioni devono diventare le tue. Io sono il
ceppo della vite, di cui tu sei un tralcio; la medesima linfa circola nel ceppo
e nei tralci. Io sono il capo e tu un membro del mio corpo mistico; nel capo
come nelle membra scorre il medesimo sangue. Quando sei puro, io sono
puro in te; quando sei paziente, io sono paziente in te; quando pratichi la
carità, sono io che la pratico in te; tu vivi, ma in realtà sono io che vivo in
te; tu ami mia Madre, ma sono io ad amarla in te. Comprendi ora perché
godi tanto nell'amare Maria? Sono io che in te gioisco nell'amarla.
3. Tu partecipi alla mia vita; manca però ancora molto perché la mia vita
in te sia perfetta. Se lo fosse, penseresti, sentiresti, vorresti e agiresti in ogni
cosa come me. Sono ancora troppi gli ostacoli che tu frapponi al libero
esercizio della mia attività in te. Troppo spesso tu mi condizioni come la
cella condiziona un carcerato. Ti è necessario rimuovere questi ostacoli. Bi-
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sogna che con sforzi generosi arrivi a pensare i miei pensieri, a volere i miei
voleri; bisogna che completi ciò che manca alla mia vita in te. Tu partecipi
alla mia pietà filiale verso mia Madre; ma questa mia pietà filiale verso di
lei è ben lontana dall'essere perfetta in te. Ti è necessario rimuovere gli
ostacoli, per giungere, non senza sforzi generosi, ad assumere verso la
Madre mia i miei stessi pensieri, i miei sentimenti, i miei voleri, la mia
attività. Bisogna che tu completi quello che in te manca alla mia pietà filiale
verso mia Madre.
4. Cominci ad intuire, almeno in parte, ciò che cerco di rivelarti riguardo
alla tua devozione verso Maria? Si tratta per te di amare mia Madre perché
io stesso la amo; si tratta di amarla come io stesso la amo; si tratta di amarla
con lo stesso amore con il quale io la amo.
LIBRO Il
LE ESIGENZE DELL'IDEALE
I.
COME ME: DONATI A MIA MADRE: SENZA RISERVE
Invito al colloquio: Sono tutto tuo, o Madre mia, e tutto ciò che ho ti
appartiene.
II.
COME ME, AMA MIA MADRE
a) PERCHE’
Gesù: Fratello mio, mi sono fatto figlio di Maria per amore. Tutto, nelle
mie relazioni con mia Madre, si spiega con l'amore. Vuoi comprendere la
mia pietà filiale verso di lei? Comprendi anzitutto il mio amore per lei.
Quanto desidero infondere nel tuo cuore un po' di quell'amore per mia
Madre che arde nel mio! Sforzati di diventare semplice, umile, generoso,
perché io possa versare in te l'abbondanza del mio amore filiale.
2. Ricorda, nel raccoglimento e nella preghiera, ciò che ti ho accennato
del mio amore per Maria: come l'ho scelta da tutta l'eternità e come l'ho
colmata di privilegi; come sono vissuto nella sua intimità e l'ho associata
alla mia missione; come l'amo e l'amerò in eterno per mezzo dei santi e per
mezzo della Chiesa terrena e celeste.
3. Poi, penetrando più intimamente nel mio cuore medita i motivi che mi
hanno indotto ad amarla tanto. L'ho amata e l'amo perché è mia Madre; una
Madre di meravigliosa bellezza e perfezione; una Madre che mi dà più
gioia con una sua sola parola e con un solo suo sguardo, di quanta non
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hanno potuto darmi i santi con i loro atti più eroici; una Madre che mi ama
di un amore superiore a quello di cui mi amano gli angeli e i santi; una
Madre che visse per me solo ed accettò volentieri, per causa mia, il martirio
più atroce che creatura abbia mai patito.
4. L'ho amata, perché mi ha aiutato a compiere la missione affidatami dal
Padre. Mi ha dato infatti la natura umana affinché potessi predicare la
buona novella agli uomini e morire per essi. Si è unita a me con la sua
volontà, con le sue ardenti preghiere, con le sue immolazioni, con la sua
presenza ai piedi della croce. Sino alla fine dei tempi si adopererà a conver-
tire i peccatori, a santificare i giusti, a conquistare innumerevoli anime. Ella
stessa inoltre rappresenta il maggior successo della mia missione redentrice,
in quanto, riscattandola in modo tanto perfetto, ho fatto più che riscattando
tutto il resto del mondo.
5. L'ho amata e l'amo perché grazie a lei ho potuto offrire al Padre
un'adorazione e una gloria di valore infinito, che non avrei potuto rendergli
senza l'umanità di cui ella mi aveva rivestito; perché si è unita a me
nell'adorare e nel pregare il Padre, superando in ciò tutti i santi e gli angeli
insieme; e perché per mezzo suo si comprenderà meglio mio Padre e si
nutriranno sentimenti più filiali verso di lui.
6. Non cessare di meditare l'immensità del mio amore verso Maria; non
ne raggiungerai mai i confini, nemmeno nell'eternità. Meditando questo
amore, mettiti al mio posto, diventa Gesù, il figlio primogenito di Maria,
Gesù la cui vita è vita tua, e cerca di sentire in te tutto ciò che ho sentito io
stesso.
7. Poi considera l'amore speciale che Maria ti porta. Ella ti ama perché io
stesso ti ho amato fino a morire per te, e gli affetti miei sono i suoi affetti.
Ti ama perché l'ho fatta tua Madre ed ogni madre è amore. Ti ama perché
ogni madre ama di preferenza quel figlio che più le è costato, e tu le sei
costato indicibili patimenti. Ti ama perché per partorire te alla vita, ha
dovuto offrire me alla morte. Ti ama perché sei una cosa sola con me, ed
amandoti ella ama me stesso.
Invito al colloquio: O Gesù, amavo già Maria quando intuivo solo con-
fusamente ciò che ella è per me. Ora che capisco quanto veramente mi sia
madre, quanto tu l'ami e quanto ella mi ami, come potrei non amarla anch'io
con tutte le mie forze?
III.
COME ME, AMA MIA MADRE
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b) IN QUALE MODO ?
Gesù: Fratello mio, ami veramente colei che ti ama tanto e che io stesso
amo a dismisura? Tu credi di amarla perché ti piace conversare con lei, e
canti con esultanza le sue lodi. Ma sulla terra, amare non è tanto godere ed
esultare quanto lavorare e soffrire.
2. Se ami Maria, vorrai lavorare per lei. Sarai felice di consacrarle la tua
attività, il tuo tempo, le tue fatiche. Nessun lavoro ti riuscirà troppo penoso
se sarà in gioco la sua gloria; nessuna impresa ti sembrerà impossibile se
sarà finalizzata a promuovere i suoi interessi. Quando dovessi trovare
superiore alle tue forze un qualche cosa che tornerebbe a gloria di Maria,
confessa pure che hai cessato di amare. Ora mia Madre ti riserva una
impresa nobilissima e talvolta assai difficile.
3. Se ami Maria vorrai soffrire per lei. Chi non ama più Maria quando gli
si chiede di soffrire per lei, vuol dire che non l'ha mai amata: ha amato solo
se stesso nelle consolazioni che ha ricevuto da lei. Non rifiutarti mai di
soffrire se non vuoi rifiutarti di amare. Non ti accontentare di accettare i
patimenti; amali. Non sei desideroso di poter dimostrare il tuo amore? Di
poter amare sempre di più?
4. Per imparare ad amare sempre di più prendi i quattro mezzi che ora ti
indicherò:
a) Cerca di compiere con più amore possibile quell'infinità di piccoli
sforzi e sacrifici che incontri nella vita quotidiana. Se arriverai a non dir
mai di «no» a tua Madre nelle piccole cose, non le dirai di «no» neppure
nelle grandi.
b) Non cessare mai di studiare tua Madre. Impara dai libri tutto ciò che
puoi sulle sue grandezze, sulla sua missione, sulla sua vita e sulla vita di
coloro che l'hanno amata e servita, e poi rifletti su ciò che avrai imparato.
Non avrai mai finito di studiarla perché non si finisce mai di comprendere
ciò che io ho fatto per lei, e ciò che ella ha fatto per me e per te.
c) Vivi in una costante unione con lei. Non potrai vivere nella sua intimità
senza trovarla ogni giorno più amabile e senza amarla ogni giorno di più. Ti
spiegherò più tardi come potrai, a mio esempio, rimanere sempre unito a
lei.
d) Finalmente, chiedimi la grazia di amarla e di crescere sempre nel suo
amore. L'amore per mia Madre è una grazia speciale. Ora la grazia si
ottiene con la preghiera: chiedi e riceverai. Chiedi senza esitare, poiché si
tratta di una grazia che è conforme ai miei disegni. Esitare significherebbe
fare ingiuria a me e a mia Madre, in quanto potrebbe lasciare adito al
sospetto che io possa non volere che ella sia amata. Il tuo stesso desiderio di
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amarla non ti è stato forse ispirato da me? E te l'avrei ispirato se non volessi
esaudirlo? Chiedi questa grazia ogni giorno. Chiedila soprattutto quando
vengo a te nella comunione eucaristica. Vengo allora a te come figlio di
Maria, con l'umanità che ho ricevuto da lei, e per mezzo della quale ti rendo
partecipe della mia divinità. «Colui che mi mangia vivrà di me». Amare
mia Madre di quell'amore con il quale io la amo non è appunto vivere di
me? Nella comunione soprattutto faccio passare dal mio cuore nel tuo
l'amore per mia Madre; allora soprattutto chi vive non sei tu ma vivo io in
te; chi ama Maria non sei tu, ma l'amo io in te. Fino ad oggi non mi hai
chiesto con la dovuta insistenza questa grazia. Chiedi e riceverai, e la tua
gioia sarà perfetta.
Invito al colloquio: O Gesù, per l'amore col quale ami tua Madre, con-
cedimi, ti prego, di amarla veramente come tu stesso la ami e vuoi che ella
sia amata.
IV.
COME ME, UBBIDISCI A MIA MADRE
Gesù: Fratello mio, vuoi come me dimostrare il tuo amore a mia Madre?
Siile obbediente come lo ero io. Bambino, mi lasciai trattare da lei come le
pareva: mi lasciai adagiare nel presepe, portare tra le sue braccia, allattare,
avvolgere in fasce, portare a Gerusalemme, in Egitto, a Nazareth. Poi,
appena ne ebbi la forza, mi affrettai ad eseguire i suoi desideri, anzi, ad
indovinarli e a prevenirli. Dopo aver fatto stupire i maestri della legge nel
tempio, tornai con lei a Nazareth e le fui sottomesso. Rimasi con lei fino
all'età di trent'anni accondiscendendo sempre ai suoi minimi desideri.
2. Provavo una gioia indicibile nell'obbedirle; e con l'obbedienza
contraccambiavo appunto ciò che ella faceva per me, e soprattutto ciò che
un giorno avrebbe dovuto soffrire.
3. Le obbedivo con perfetta semplicità; quantunque fossi suo Dio,
ricordavo di essere anche suo figlio; ella era pur sempre mia Madre e rap-
presentante del Padre celeste. Ed ella da parte sua, con la stessa perfetta
semplicità, mi comandava e dirigeva, ineffabilmente beata nel vedermi
attento ai suoi minimi cenni. Vuoi rinnovare a tua volta questa sua gioia?
Obbediscile come ho fatto io.
4. Mia Madre ha degli ordini da darti: ella ti comanda anzitutto per mezzo
del dovere. Alcuni fanno consistere la devozione a Maria in immagini e
statue, in ceri e fiori; altri in formule di preghiera e in canti; altri in
sentimenti di tenerezza e di entusiasmo; altri ancora in pratiche e sacrifici
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supplementari. C'è chi crede di amarla molto perché parla volentieri di lei o
perché si vede, con la fantasia, intento a fare grandi cose per lei, o perché si
sforza di pensare sempre a lei. Tutte queste cose sono buone ma non sono
l'essenziale. «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei
cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». Così, non
quelli che le dicono «Madre Madre» sono i veri figli di Maria, ma coloro
che fanno sempre la sua volontà. Ora Maria non ha altra volontà che la mia,
e la mia volontà a tuo riguardo è che tu compia bene il tuo dovere.
5. Sforzati dunque, anzitutto, di fare il tuo dovere e di farlo per amore di
lei: il tuo dovere grande o piccolo, facile o penoso, piacevole o monotono,
appariscente o nascosto. Se vuoi piacere a tua Madre sii più puntuale nella
tua obbedienza, più coscienzioso nel tuo lavoro, più paziente nei tuoi
dispiaceri.
6. E tutto fai col massimo amore possibile e con volto sorridente. Sorridi
nel penoso lavoro quotidiano, nelle occupazioni più prosaiche, nel
monotono succedersi delle tue faccende: sorridi a tua Madre, che ti chiede
di dimostrarle il tuo amore nel compimento gioioso del tuo dovere.
7. Oltre che a richiamarti ai tuoi doveri di stato, Maria ti dà altri segni
della sua volontà: le ispirazioni della grazia. Ogni grazia ti viene tramite
suo. Quando la grazia ti invita a rinunziare a quel tal piacere, a disciplinare
certe tue tendenze, a riparare certe colpe o negligenze, a praticare certi atti
di virtù, è Maria che soavemente e amorevolmente ti manifesta i suoi
desideri. Forse talora provi un certo sgomento per quanto richiedono da te
quelle ispirazioni. Non temere: sono voci di tua Madre, di tua Madre che
vuole renderti felice. Riconosci le voci di Maria, credi al suo amore, e
rispondi con un «si» a tutto ciò che ella ti chiede.
8. Vi è però un terzo modo di praticare l'obbedienza verso Maria, ed è
quello di eseguire il compito speciale che ella sta per affidarti. Sii pronto.
V.
COME ME, ONORA MIA MADRE
Gesù: Fratello mio, io sono il Dio dinanzi al quale gli angeli si velano la
faccia e che adorano tremanti. Eppure ho onorato Maria in tutta umiltà
perché, quantunque sia Dio, sono suo Figlio. Avendo promulgato il
comandamento: «Onora tuo padre e tua madre» come potevo non
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osservarlo io stesso nel modo più perfetto?
2. Ho onorato Maria perché mi è Madre, Madre incomparabilmente santa,
degna rappresentante del Padre mio celeste. Immaginati se puoi, il rispetto
profondo e tenero ad un tempo col quale prima fanciullo, poi adolescente e
quindi uomo adulto, la salutavo e le stavo dinanzi, l'ascoltavo, le parlavo,
ed eseguivo ogni suo desiderio. Quanto la vedevo gioire interiormente per
questi miei segni di rispetto che ella gradiva con semplicità - perché così
voleva il Padre - pur ripetendo fra sé: «Egli ha guardato l'umiltà della sua
serva ed ha innalzato gli umili».
3. Ma per onorarla, non ho voluto soltanto tributarle questi segni di
rispetto, ho fatto immensamente di più. Non è forse un segno della mia
venerazione l'averla esentata dalla legge del peccato originale, l'averla
preservata dalla concupiscenza e circondata di tanti aiuti spirituali da non
permettere che la sua purezza cristallina fosse mai appannata dal più lieve
soffio di male? Non è un effetto del mio infinito rispetto per lei l'aver
salvaguardato la sua integrità fisica nel mio concepimento e nella mia
nascita, e l'averla trasportata in cielo senza permettere che il suo corpo
verginale conoscesse la corruzione del sepolcro? E non fu una
manifestazione della mia volontà di esaltarla sempre di più l'averla riempita
fin dalla sua immacolata concezione di una sovrabbondanza di grazia
superiore a quella di tutte le creature messe insieme, l'averla associata alla
mia missione redentrice ed incoronata quale Regina del cielo e della terra?
E poi, come già ti ho detto, che cosa sono gli omaggi che sia per bocca dei
suoi venerandi pastori, sia attraverso le entusiastiche acclamazioni di
popoli, la Chiesa non ha cessato di moltiplicare in ogni secolo e
moltiplicherà più ancora nei secoli venturi, se non un'attuazione parziale del
mio immenso desiderio di onorare mia Madre?
4. «Ecco - esclamava ella un giorno, mossa dallo Spirito - ecco, tutte le
generazioni mi chiameranno beata». Bisogna che questa profezia si avveri:
che su tutta la terra sia santificato il nome di mio Padre e glorificato il nome
di mia Madre.
5. Per onorare Maria come io l'ho onorata e come voglio che la si onori,
cerca innanzitutto di comprenderla meglio. Non cessare di contemplare la
sua dignità, i suoi privilegi, la sua perfezione, la sua missione. Poi umiliati
nel tuo nulla e nella tua miseria: quanto più ti farai piccolo, tanto più sarai
capace di intendere la grandezza di mia Madre. Soprattutto fa' penetrare nel
tuo cuore le disposizioni del mio: guarda Maria coi miei occhi, ammirala
col mio spirito, gioisci con me della sua bellezza.
6. Onorala celebrando con gioioso fervore tutte le feste che la Chiesa ha
istituito in suo onore. Onorala con qualche pratica di pietà che le dedicherai
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costantemente ogni giorno, con sacrifici che ti imporrai per contribuire alla
sua glorificazione. Onorala facendola conoscere ed amare intorno a te;
unendoti ad altri suoi figli privilegiati per poterla meglio servire insieme ad
essi. Onorala donandoti interamente a lei, lavorando per lei e sotto la sua
guida. In che modo? Ella stessa te lo dirà in seguito. Onorala soprattutto
con la tua vita. Diventa santo e farai più per il suo cuore che se, cristiano
mediocre, componessi dotti trattati intorno ai suoi privilegi.
7. Onorala a nome mio e a nome tuo. Onorala per quelli che non la
onorano, per i pagani che la ignorano, per gli infelici che la bestemmiano,
per i cattivi cristiani che non la pregano, per le anime consacrate che si
mostrano poco zelanti nel servirla.
8. Onorala con tutte le tue forze, perché, essendo superiore ad ogni lode,
non la loderai mai abbastanza. Onorala senza tema di esagerare: non la ono-
rerai mai quanto l'ho onorata io e quanto voglio che sia onorata.
VI.
COME ME, IMITA MIA MADRE
Invito al colloquio: O Gesù rendimi simile alla Madre tua affinché ella mi
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renda simile a te.
VII.
COME ME, CONFIDA IN MIA MADRE
Gesù: Fratello mio, come ogni figlio confida in sua madre, così anch'io ho
confidato nella mia. Ho confidato in lei per le mie necessità materiali. Io
che nutro gli uccelli dell'aria e rivesto splendidamente i gigli dei campi,
volli aver bisogno degli stessi aiuti materiali di cui necessitano tutti gli altri
figli degli uomini. Per ogni cosa confidai in mia Madre. Ella mi nutrì, mi
vestì e si prese cura di me. La mia vita fu minacciata. Non me ne sgo-
mentai: mia Madre mi portò in terra straniera, mentre dormivo
tranquillamente tra le sue braccia.
2. Confidai in mia Madre per il compimento della mia missione. Appena
concepito, volendo santificare il mio precursore, manifestarmi, agli Ebrei e
ai Gentili, al vecchio Simeone e alla profetessa Anna, affidai ogni cosa a
lei. Nuovo Adamo, venuto a riparare la colpa del primo, volli che mia
Madre si associasse a me, quale nuova Eva, in una perfetta uniformità di
voleri, di preghiere e di sacrifici. Ella capì perfettamente ogni cosa e vi
consentì generosamente.
3. Confidai in lei nelle angosce cagionatemi dalla mia missione. L'anima
mia fu triste oltre ogni dire. Triste alla vista del culto tutto materiale, spesso
ipocrita, che si rendeva a mio Padre: triste per la incomprensione della
gente, per l'opposizione e la mala fede dei miei nemici, per i sentimenti
grossolani e l'incostanza dei miei amici; triste soprattutto per la perdita di
innumerevoli anime, tutte a me infinitamente care, per le quali stavo per
versare inutilmente il mio sangue. Ero triste, triste fino alla morte, a tal
punto che pregai mio Padre di allontanare da me l'amaro calice. Eppure mi
rimaneva un'immensa consolazione: mia Madre. Ella mi comprendeva; ella
sapeva adorare in spirito e verità; ella prendeva par te alle mie angosce; ella
mi amava tanto più quanto più accanitamente ero odiato dai Farisei, quanto
più amaramente rimanevo deluso per la condotta dei miei discepoli; «Ella
vegliava e pregava con me», per tutto il tempo della mia vita nascosta e per
tutto quello della mia missione pubblica; ella «stette» ai piedi della croce,
credendo con fede incrollabile, mentre vacillava la fede di tutti gli altri; in
lei la mia opera redentrice produsse tutto il suo frutto; in lei ottenni il mio
più splendido trionfo.
4. Come me, confida anche tu in mia Madre. Confida: ella è onnipotente.
Non l'ho forse fatta dispensatrice di tutte le grazie? Non può ella dare tutto
ciò che vuole, a chi vuole, quando vuole? Confida: la sua bontà è immensa.
22
Avendola fatta onnipotente, potevo non farla tutta misericordiosa? Confida:
io sono suo Figlio; che cosa potrei negare a mia Madre? Confida: tu pure le
sei figlio; può mai una madre negare al figlio ciò che gli può dare? Confida:
ti sei donato tutto a lei; potrebbe ella essere meno generosa di te? Confida:
dando a te, ella dà a me, poiché sa bene che io vivo in te e che qualunque
cosa fatta al più piccolo dei miei fratelli è fatta a me. Quando la invochi le
procuri la gioia di continuare a prendersi cura di me, a nutrirmi, a portarmi,
a sottrarmi dai pericoli, a compiere la mia educazione. Confida: ella
desidera concederti grazie più di quanto tu non desideri riceverne, perché ti
ama; ama me in te, più di quanto tu non possa amare te stesso. Confida:
esitando le recheresti dispiacere, poiché esitare sarebbe come mettere in
dubbio il suo amore per te e per me.
5. Che cosa ti impedisce di avere piena ed assoluta fiducia in lei? Forse
credi di non meritare i favori di tua Madre per il tuo poco zelo nel servirla?
E’ veramente molto poco il tuo zelo, ma non tanto da raffreddare l'amore di
tua Madre. Devi confidare non perché sei buono tu, ma perché è buona lei.
Forse che ella cessa di essere buona quando tu sei cattivo?
6. Ma non sai se la tua preghiera sia conforme ai disegni di Dio su di te, e
per questo resti titubante... Ascolta, voglio insegnarti un modo di pregare
che sia sempre conforme a quei disegni, e che potrai sempre adottare con
assoluta fiducia. Anzitutto, intendi bene queste verità:
a) Riguardo ad ognuna delle tue necessità, tua Madre nutre intenti di
amore.
b) I suoi intenti sono sempre conformi ai disegni di Dio e sempre
attuabili.
c) Essi valgono sempre più e sempre meglio dei tuoi intenti personali,
perché Maria conosce meglio di te ciò di cui hai veramente bisogno ed ha a
tuo riguardo aspirazioni più alte di quelle che puoi avere tu stesso. Quindi
ogni qualvolta provi un desiderio, prega tua Madre di attuare i suoi intenti
riguardo ad esso; e sii pur sicuro, fermamente sicuro, che otterrai o quello
che desideri o qualche cosa di meglio, e che ti verrà fatto non secondo la
misura dei tuoi desideri, spesso tanto meschini, ma secondo la misura del
suo immenso amore per te.
VIII.
23
CON ME, VIVI IN UNIONE CON MIA, MADRE
Gesù: Fratello mio, devo ora rivelarti un altro tratto essenziale della mia
pietà filiale verso mia Madre: la mia vita d'unione con lei. Se per qualsiasi
figlio non v’è cosa più dolce dell'intimità con sua madre, quali non furono
le gioie della mia intimità con Maria? Gioie di quei nove mesi di unione
ineffabile, quand'ero tutt'uno con lei, ed ella, tabernacolo vivente, mi
portava sempre con sé; infatti, a differenza degli altri fanciulli, io conobbi
mia Madre fin dal primo istante della mia esistenza terrena, e fin da allora
tra lei e me vi fu uno scambio continuo di pensieri e di amore. Gioie di quei
trent'anni di intimità senza pari, a Betlemme, in Egitto e a Nazaret, quando
mi portava tra le sue braccia, mi vedeva al suo fianco, conversava con me
con la parola e con lo sguardo. Trenta lunghi anni che passai esclusi-
vamente con lei sola e con Giuseppe. Gioie non meno profonde degli ultimi
tre anni della mia vita, quando in mezzo alla incomprensione delle turbe,
alla mediocrità degli amici, al furore dei nemici, il mio pensiero andava a
colei che nella sua casetta di Nazaret pensava a me, mi comprendeva, mi
amava, ed offriva al Padre continue suppliche ed immolazioni per la buona
riuscita della mia missione.
2. Altre gioie dovevo provare ancora: quelle cioè che mi avrebbero
procurato la generosità dei miei apostoli, la fede e l'affetto di un gran
numero di discepoli, la semplicità e lo zelo di innumerevoli anime che fino
alla fine dei tempi avrebbero creduto nel mio amore e si sarebbero date a
me interamente; ma tutte queste altre gioie messe insieme non sarebbero
bastate a raggiungere neppure la più piccola delle gioie che provavo nella
mia intensa e profonda unione con mia Madre.
3. Ora, caro fratello, io voglio che anche tu partecipi a questa vita di
unione con Maria, per partecipare alla gioia di cui essa è fonte. Vi troverai,
oltre che una immensa consolazione, una grande facilitazione nel praticare
tutte le altre manifestazioni di pietà filiale che ti ho insegnato. Vicino a
Maria, ti applicherai quasi istintivamente a rinnovare e a manifestare in
tutta la vita la tua totale consacrazione a lei; sentirai crescere ogni giorno il
tuo affetto filiale; ti sembrerà cosa facile conformarti ad ogni suo volere e
persino ai suoi più piccoli desideri; ti applicherai spontaneamente ad
imitare le sue virtù e tutte le sue disposizioni; proverai un'incrollabile
fiducia nella sua bontà materna. Vicino a lei imparerai tante altre cose che
non ti ho spiegate, ma che il tuo cuore scoprirà da sé.
4. Sforzati dunque di entrare, sulle mie orme, nella più stretta intimità con
mia Madre. Unisciti a lei con la preghiera. Sii fedele al rinnovamento
quotidiano della tua consacrazione a Maria, alla recita quotidiana del santo
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rosario, o almeno di una parte di esso, e alle preghiere che hai stabilito di
offrirle ogni giorno. E più volte nel corso della giornata alza il tuo sguardo
verso colei che non ti perde di vista un solo istante.
5. Ma nel pregarla pensa che ricorri a lei in mio nome e che col tuo cuore
e con la tua bocca sono io stesso che continuo ad onorare e ad amare mia
Madre. Anche quando vuoi parlare col Padre o con lo Spirito o con me,
comincia con l'unirti a lei. In sua compagnia il tuo raccoglimento sarà più
profondo, la tua fede più certa, la tua fiducia più salda, il tuo amore più
ardente. Perché alle disposizioni del tuo povero cuore si aggiungeranno
quelle perfettissime di tua Madre.
7. Ricorri a Maria in particolar modo quando mi ricevi nel sacramento
dell'amore. Pregala allora di farti partecipe della sua fede, della sua
speranza, del suo abbandono, della sua carità; pregala di darmi a te e di
trasformarti in me.
8. Unisciti a lei nell'azione. Io lavoravo per mia Madre e con mia Madre.
Fa' tu pure lo stesso. Offrile ciascuna delle tue occupazioni. Ma non
accontentarti di una semplice formula; cerca di fare effettivamente soltanto
quello che ella vuole, perché lo vuole e come lo vuole. Bada che i tuoi
capricci, le tue tendenze o i tuoi interessi personali non prendano mai il
sopravvento su quella intenzione iniziale. Soprattutto nelle occupazioni che
potrebbero assorbirti o turbarti, abbi cura di rinunciare ad ogni ricerca di te
stesso per agire solo secondo i disegni di Maria. Impara a poco a poco a
rinnovare la tua offerta, anche con un semplice sguardo, in mezzo alle tue
occupazioni.
9. Unisciti a lei nei vari moti del tuo spirito. Il cuore di mia Madre ed il
mio palpitavano sempre in perfetta sintonia: gioie, tristezze, speranze,
timori, affetti, tutto era comune tra me e lei. Confida a tua Madre tutto ciò
che ti turba o ti commuove. Ella comprende ciò che si agita in fondo al tuo
cuore, più di quanto non possa comprenderlo tu stesso. Sei triste?
Raccontale i tuoi dispiaceri ed ella ti aiuterà a sopportarli se non li cambierà
addirittura in motivi di gioia. Sei felice? Esprimile la tua gioia ed ella l'in-
tensificherà. Ti senti scoraggiato? Confidale i tuoi timori e le tue delusioni
ed ella volgerà tutto a tuo vantaggio. Ti è riuscita bene un'impresa? Va a
ringraziarla e pregala di renderne duraturi i frutti. Non sai che partito
prendere e rimani perplesso? Consultala ed ella ti illuminerà e ti guiderà. Ti
trovi senza forza e senza volontà? Va a rinnovare presso di lei le tue
energie.
10. Confidale non solo i tuoi sentimenti più profondi, ma anche le
semplici impressioni e riflessioni che ti suggeriscono le vicende della vita
quotidiana. Non si comporta forse così il bambino con sua madre? e non
25
credi che io agissi allo stesso modo, quando ero accanto alla mia?
11. Nelle tue assidue relazioni con Maria, non occorrono molte parole.
Quante volte per comunicare alla madre i sentimenti e i bisogni che
provano, i bambini si limitano a guardarla gridando: «Mamma!». E questa
comprende perfettamente ciò che essi vogliono. Meglio di qualunque altra
madre la mia sapeva che cosa volessi dirle quando la chiamavo così e la
guardavo. E il suo sguardo rispondeva al mio. Che gioia infinita era questa
per lei e per me! Per esporre a Maria le tue necessità e i tuoi sentimenti,
dille semplicemente: «Madre!» e guardala un momento, mettendo in quel
nome e in quello sguardo tutto ciò che, secondo il caso, vuoi esprimerle:
una protesta d'amore, l'offerta del tuo lavoro, un grido d'angoscia, un ringra-
ziamento, l'espressione della tua gioia o della tua tristezza. E tua Madre
comprenderà e risponderà come meglio non si potrebbe alla chiamata di un
suo figlio. Ti ho rivelato soltanto una minima parte delle celestiali gioie che
un figlio di Maria trova nella unione con sua Madre. Ella stessa ti introdurrà
in quel paradiso e te ne mostrerà a misura della tua fedeltà le ineffabili
meraviglie.
Invito al colloquio: O Gesù, restare come te, vicino a mia Madre, vivere
assiduamente sotto i suoi occhi, guardarla di continuo per essere da lei
consolato, incoraggiato e guidato, non è forse il paradiso in terra? Dammi la
grazia di vivere sempre in questo paradiso!
IX.
ASCOLTA TUA MADRE
Gesù: Fratello mio, hai cominciato a comprendere ciò che ho fatto per mia
Madre e ciò che tu stesso devi fare per lei sul mio esempio. Ma non hai
ancora compreso tutto ciò che ella ha fatto per me e vuole fare per te. Ella
mi ha allevato, come ogni vera Madre alleva il proprio figlio e si è associata
alla mia missione redentrice. Ora vuole allevare anche te ed associarti alla
sua missione di corredentrice. Ma è giunto il momento di lasciare a lei la
parola perché ella stessa ti manifesti i suoi piani. Ascoltala con docilità ed
obbediscile con amore, come io le fui sottomesso con amore infinito.
LIBRO III
I.
LA MIA MISSIONE MATERNA: TRASFORMARTI IN GESÙ
Maria: Mio caro figlio, che partorii partorendo Gesù, nel quale vedo Gesù
e che amo con l'amore stesso che porto a Gesù, hai imparato da mio Figlio
primogenito ad essere per me ciò che fu egli stesso; ora voglio essere per te
ciò che già sono stata per lui.
2. Come lui, ti sei dato tutto a me. E io per te, per Gesù presente in te e
negli altri, ti ho chiamato ad essere mio figlio prediletto. Non puoi certo
comprendere ancora tutto ciò che ti dico; lo comprenderai però a poco a
poco.
3. Innanzitutto voglio occuparmi della tua educazione, come ho fatto per
Gesù. Tu sei il mio «bambino», perché sei tutt'uno con lui; allevando te,
continuerò ad allevare lui.
4. Allevarti vuol dire insegnarti a vivere pienamente della vita di Gesù, a
pensare, ad amare, a volere come lui, a parlare e ad agire come lui, in una
parola: a modellarti su di lui. In altri termini, intendo operare in te una
trasformazione analoga a quella che il sacerdote opera nell'Ostia: per i sensi
l'Ostia consacrata è sempre pane, ma per la fede è Gesù. Tu pure all'esterno
resterai te stesso; ma nell'interno, sarai lui.
5. Pensi che sia un ideale troppo alto per te? Non ti sgomentare: conosco
troppo bene il modello che devi riprodurre e l'arte di foggiare le anime a sua
somiglianza. Tutti i santi sono diventati tali per me. Ciò che ho fatto per gli
altri, perché non potrei farlo anche per te? Unica tua preoccupazione
dev'essere quella di, lasciar fare a me e di essermi docile in tutto.
6. Ora ti indicherò alcune pratiche speciali che ti aiuteranno in questo
lavorìo di trasformazione. Ponile in atto gradualmente. Non passare alla
seguente se non dopo aver acquisito l'abitudine della precedente. Ma una
volta che ne avrai adottata una, non abbandonarla mai più.
27
II.
IMPARA A PENSARE CON I PENSIERI DI GESÙ
a) DAI LIBRI
Maria: Figlio mio, per vivere della vita di Gesù devi anzitutto imparare a
pensare coi pensieri di lui. Se il mondo la pensa in un modo, Gesù la pensa
in maniera del tutto diversa: e il tuo pensiero è spesso più simile a quello
del mondo che a quello di Gesù.
2. Il pensiero di Gesù è contenuto nel Vangelo e anche nei libri scritti da
uomini ripieni dello Spirito del Vangelo. Evidentemente, anzitutto lo devi
studiare. Riserva ogni giorno alcuni momenti da dedicare alla lettura
spirituale. Non ti sarà difficile trovare per questo ogni giorno un quarto
d'ora o perlomeno cinque minuti; quando vuoi sai trovare il tempo per tante
altre cose assai meno necessarie! Ma per breve che sia, non omettere mai la
lettura spirituale quotidiana. Stabilisci con precisione il momento che ad
essa vuoi consacrare, o al principio, o a metà, o alla fine della giornata; e sii
puntuale nel cominciarla al momento stabilito.
3. Prima della lettura pregami di farti comprendere ciò che Gesù ti vuole
insegnare, e mentre leggi dimmi le riflessioni che ti vengono alla mente.
Leggendo, pensa che è Gesù stesso a parlarti. Leggi rispettosamente, per
onorare la parola di Gesù. Leggi posatamente, senza fretta, non per sod-
disfare la tua curiosità, ma per comprendere lo spirito di Gesù ed imparare a
vivere della sua vita. Applica ciò che leggi alla tua vita. Esamina ciò che
hai da riformare nei tuoi pensieri e nella tua condotta e termina con un
proposito che affiderai a me.
III.
IMPARA A PENSARE CON I PENSIERI DI GESU’
Maria: Figlio mio, vi è un'altra via per arrivare a pensare coi pensieri di
28
Gesù, una via assai rapida, sicura ed efficace; essa consiste nel mettersi in
contatto diretto con lui.
2. Contempla Gesù, preferibilmente nel Vangelo. Ascolta i suoi detti,
osserva i suoi atti. Ma non ti fermare alle apparenze esteriori; cerca di
penetrare nell'anima di lui e cerca di scoprirvi ciò che pronunciando quelle
date parole o compiendo quelle date azioni egli ha pensato, sentito, voluto.
Considera soprattutto come in lui ogni discorso, ogni operazione procede da
un sentimento di amore. Gesù non è solo un maestro che proferisce discorsi
pieni di sapienza: è il Dio d'amore; per comprendere la sua dottrina, devi
quindi addentrarti fino alla sua sorgente: all'amore infinito del Cuore di
Gesù.
3. Dalla contemplazione di Gesù, volgiti un momento a guardare te
stesso, e considera quanto sei lontano dal pensare, dal sentire, dal volere e
dall'agire come lui. Esamina ciò che ti occorre fare, quali ostacoli
rimuovere, quali mezzi prendere, quali sacrifici compiere per arrivare a
trasformarti in lui.
4. Mentre contempli Gesù e contempli te stesso alla luce di Gesù, parla
con lui. Parla con lui come se lo vedessi. Egli del resto è già in te; sente la
tua voce come sentiva quella di Pietro, della Maddalena e di Giovanni; ti
ama come amava i suoi discepoli; ti ama di un amore particolare: per questo
ti ha dato me, come Giovanni, in qualità di figlio prediletto. Parla con lui
direttamente senza usare formule. Digli alla buona, ciò che pensi, ciò che
provi, ciò che desideri, come faresti con un fratello o con un intimo amico.
5. Non ti scordare di unirti a me in questo colloquio con Gesù. Tu sai che
sono sempre accanto a te, e che per trovare il figlio bisogna passare
attraverso la Madre. Di questo ti accorgerai facilmente: sarai meno raccolto,
meno familiare, meno affabile con Gesù quando non mi sentirai vicino a te.
Ho passato la mia vita nel meditare ciò che vedevo e sentivo riguardo a mio
Figlio. Ogni meditazione che farai sulla vita di lui, sarà sempre il ripetersi
di una meditazione fatta altre volte da me. Stringiti a me, e ti farò
comprendere e provare qualche cosa di quello che comprendevo e provavo
io stessa nel contemplare i misteri di Gesù.
6. Non cercare di moltiplicare concetti e ragionamenti: accontentati di
credere, di amare e di pregare. Credi! Se Gesù ha detto questo o quello, la
sua parola è decisiva. Sarebbe vano cercare altri argomenti. Egli l'ha detto,
dunque è vero, infallibilmente vero: credi! Gli uomini che ti circondano
affermeranno il contrario, almeno con la loro condotta. Poco importa. Gesù
l'ha detto: credi! gli uomini passano; la verità del Signore rimane in eterno.
La tua sensibilità potrà forse essere d'accordo col modo di vedere o di
pensare del «mondo», o per lo meno resterà fredda dinanzi agli insegna-
29
menti di Gesù. Poco importa: qui non si tratta di sentimento, ma di fede.
Gesù l'ha detto: Credi! Unisciti a me e crederai con fede più pura e più
salda. Moltiplica gli atti di fede; non quasi a suggestionare te stesso, ma per
far penetrare le verità divine fin nell'intimo del tuo cuore e per trarne le
dovute conseguenze pratiche.
7. Ama! Ama la verità, perché Gesù l'ha amata. Amala perché egli l'ha
insegnata agli uomini per amore. Ama soprattutto Gesù, ed impara ad
amarlo sempre più. Quanto più l'amerai, tanto più perfettamente, anche a
tua insaputa, imiterai le sue interiori disposizioni. Vieni a me, ed unirò il
mio amore al tuo, ed insieme ameremo Gesù con amore singolarmente forte
e puro.
8. Prega! Prega Gesù che venga in aiuto alla tua incredulità! Pregalo di
infondere in te i suoi pensieri, i suoi affetti e i suoi voleri! E pregami di
rivelarti Gesù e di farti vivere della sua vita.
9. Tra le disposizioni di Cristo, studia di preferenza quella che più ti
manca o quella per la quale provi una speciale attrattiva, o quella di cui
qualche fatto recente, agitando o sconcertando il tuo animo, ti ha rivelato
più urgente il bisogno.
10. Invece che al Vangelo, puoi anche ricorrere a qualche altro pio libro,
ad una formula di preghiera o a un canto religioso. Ma sforzati di riferire
tutto a Gesù, di credere, di amare e di operare sempre in vista di Gesù.
11. Prepara il tuo colloquio con Gesù prevedendo ciò che gli vuoi dire e
raccogliendoti meglio. Nell'iniziare pregami di condurti a mio Figlio e
mettiti alla sua e alla mia presenza. E nel concludere non dimenticarti di
prendere un proposito pratico, come t'insegnerò in seguito.
12. Nel corso della giornata, cerca di ricordarti ogni tanto, mentre vai da
un luogo all'altro, negli intervalli tra una occupazione e l'altra, il pensiero
che più ti ha colpito nel colloquio con Gesù, e su quel punto ripeti frequenti
atti di fede.
13. Cominci ora a comprendere quello che poc'anzi ti ho detto circa
l'importanza di questa pratica per chiunque vuole imparare a pensare coi
pensieri di Gesù? Se lo comprendi, comprenderai anche che mai e a nessun
costo devi omettere il colloquio giornaliero con lui. Stabilisci il momento
preciso e la durata di esso, e poi, qualunque cosa avvenga, rimani fedele a
ciò che avrai deciso. Abbrevialo se è necessario; non ometterlo mai. Non
ometterlo col pretesto che hai solo il tempo necessario per dire le tue
orazioni del mattino o della sera. Riduci piuttosto queste alla metà, pur di
dare alcuni momenti al colloquio con Gesù. Non ometterlo per tema di non
poter fare la lettura spirituale; ma fa' la tua lettura in preparazione al
colloquio con Gesù, riservando però sempre alcuni minuti al contatto
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diretto con lui. Non ometterlo a motivo della molteplicità delle tue
occupazioni. Quanto più sei occupato, tanto più hai bisogno di possedere te
stesso: ora non vi è mezzo migliore di possedersi che di possedersi in Dio.
Gli uomini che hanno svolto un'attività più feconda sono appunto quelli che
hanno saputo vivere più intimamente uniti con Gesù. Non ometterlo perché
sei stato tiepido o infedele o perché ti senti sprovvisto di pensieri o di
affetti; chi ti purificherà, chi ti guarirà se non Gesù? Accostati sempre
fiducioso a lui in mia compagnia.
14. Hai ben capito, figlio caro, le mie parole? O ti applicherai con
risolutezza e perseveranza alla pratica che ora ti ho insegnato, ed allora mi
sarà facile trasformarti in Gesù; oppure non avrai il coraggio di
intraprenderla, ed allora resterai nella tua mediocrità e non potrò servirmi di
te per il compito cui ti destinavo. Decidi.
IV.
IL GRANDE NEMICO DI GESÙ IN TE
Maria: Figlio mio, non è sufficiente che tu conosca i pensieri di Gesù per
vivere della sua vita. Bisogna ancora che tu combatta e vinca i nemici che si
oppongono alla vita di Gesù in te. Ora sappi che il più pericoloso di questi
nemici sei tu stesso. Tu vorresti vivere per Gesù solo, ma nello stesso
tempo vorresti assecondare le tendenze della tua natura corrotta. Non
t'ingannare: «Nessuno può servire due padroni». Finché ti lasci guidare
dalla natura, Gesù non può regnare in te. Bisogna dunque che tu combatta
senza tregua né esitazione alcuna questa tua natura, finché non lasci il
campo interamente sgombro a Gesù.
2. Condizione dura, ma ineluttabile. Quanti miei figli che un tempo erano
pii, generosi, forniti delle migliori doti per giungere alla santità e per
esercitare intorno a sé un fruttuoso apostolato, hanno finito col rimanere
nella mediocrità e non hanno attuato neppure la centesima parte del bene
che pure erano chiamati a fare, seppure non si sono perduti miseramente,
trascinando talvolta nella loro caduta un gran numero di altri fratelli,
proprio perché non hanno saputo riconoscere e combattere in se stessi la
guasta natura!
3. Impara dunque a conoscere le disdicevoli tendenze della tua natura.
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Esse sono legione, poiché il peccato d'origine, rafforzato dalle cattive
abitudini avute in eredità dai tuoi antenati o da te stesso contratte, ha viziato
tutte le energie del tuo essere. Tuttavia non ti perdere d'animo davanti ai
tuoi nemici anche se sono tanti. Essi obbediscono ad un capo, vinto il quale,
tutti saranno per il fatto stesso abbattuti o almeno ridotti in condizioni tali
da non poter opporre se non una debole resistenza. Ora importa che tu
individui anzitutto questo vizio dominante. Qual è?
4. La vanità? Sei forse avido di lodi? Godi di riceverne, anche se non
meritate? Sogni di fare cose meravigliose, tali da procurarti gli applausi
degli uomini?
5. L'orgoglio? Hai forse un alto concetto del tuo valore e disprezzi talora
gli altri? Li tratti con alterigia, con durezza o con collera, soprattutto se non
rendono omaggio alla tua superiorità?
6. La permalosità? Ti adonti dei biasimi ricevuti, veri o supposti, delle
mancanze di riguardo, anche involontarie? Pensi facilmente ai torti
ricevuti? Ti riesce difficile perdonare? Sei tentato di abbandonare il bene
intrapreso perché sei stato offeso da qualcuno?
7. L'ambizione? Cerchi in tutti i modi di metterti in vista? Desideri la tua
gloria più della gloria di Cristo? Sei pronto a lavorare alla sua causa, a
condizione però di poter comandare, tirandoti indietro quando si tratta di
servire come semplice gregario?
8. L'invidia? Mal sopporti che altri facciano più bella figura di te, o godi
quando li vedi umiliati?
9. L'incostanza? Ti lasci forse tiranneggiare dalle tue impressioni, ora
pieno di entusiasmo e pronto a qualsiasi sacrificio, ora scoraggiato ed
indifferente a tutto. Ti accade di intraprendere un grande numero di cose,
senza portarne a termine alcuna?
10. La leggerezza? Ti lasci troppo facilmente attrarre dalle realtà esteriori,
e fai fatica a raccoglierti internamente e a dare alle cose serie l'importanza
che si meritano?
11. La sensualità? Assecondi troppo il tuo corpo col procurargli ogni
soddisfazione riguardo al cibo, alla bevanda, al riposo, e perfino ad altre
tentazioni più grossolane ancora?
12. La pigrizia? Temi troppo la fatica, trascuri il tuo lavoro e ricusi di fare
anche i più leggeri sacrifici?
13. L'egoismo? Pensi solo a te stesso? Dimentichi che anche gli altri
hanno i loro diritti e che all'occorrenza devi saper rinunciare ai tuoi comodi
piuttosto che incomodare il prossimo?
14. Esaminandoti, scoprirai in te gli indizi di un gran numero di queste
tendenze disordinate. E senza dubbio hai in te i germi di tutte le cattive
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tendenze; ma non tutte sono dominanti. Quale di esse ti sembra la più forte
e la più dannosa? Quale costituisce la fonte più ordinaria dei tuoi dispiaceri,
delle tue preoccupazioni, del tuo cattivo umore o del tuo appagamento?
Quando ti sorprendi in atto di sognare, sono pensieri di vanità, di vendetta o
di sensualità quelli che ti occupano? Donde derivano le distrazioni che più
ti attraggono e delle quali ti riesce più difficile liberarti? Di che cosa ti
hanno rimproverato i tuoi parenti, i tuoi maestri, i tuoi amici, o le persone
adirate contro di te? Quale è la tendenza riguardo alla quale potresti dire:
«Se non avessi questo o quell'altro difetto, sarei in relazioni molto migliori
con Dio e con gli uomini?»
15. Sii del tutto sincero in questo esame, e prega per ottenere luce
dall'alto. Poiché si cade facilmente in errore in tale materia, dando una
maggiore importanza a qualche difetto più evidente, ma meno profondo, o
che sarebbe più facile sacrificare. Poiché gli uomini sono attaccatissimi al
loro vizio dominante: è un compagno col quale sono nati, sono cresciuti ed
hanno vissuto sempre, e che ha procurato loro continue soddisfazioni.
Talvolta essi lo scambiano perfino per una virtù, o lo credono la loro dote
più bella. Ed è naturale, poiché ognuno ama troppo se stesso. Ma bisogna
avere il coraggio di amare Gesù più di sé. Tu, sappi riconoscere con perfetta
sincerità ciò che devi sacrificare a Gesù in te. Non temere; rinunciando ad
un falso idolo, possederai il vero Dio; e morendo alla tua natura malata,
vivrai della vita di Gesù.
V.
LE TUE DISPOSIZIONI SIANO QUELLE DI GESU’
VI.
TRE MEZZI DI SICURO PROGRESSO
Maria: Figlio mio, se vuoi progredire più rapidamente nel progetto della
tua trasformazione in Gesù, ti occorrerà procedere con metodicità. Voglio
indicarti tre mezzi che ti saranno in ciò di grande aiuto.
ESAME QUOTIDIANO
RINNOVAMENTI SPIRITUALI
4. Ecco un secondo mezzo che faciliterà non poco l'opera della tua
identificazione con Gesù. Trova il modo di fare nel corso della giornata un
certo numero di brevi soste, una o due in mattinata, altrettante nel
pomeriggio, nei momenti in cui le tue occupazioni te lo consentiranno.
Saranno altrettante occasioni di rimetterti in intimo contatto con Gesù e con
me, mediante una comunione spirituale, una parola d'amore e di fiducia
relativa a ciò che di gradito e di spiacevole ti è accaduto, o anche col
richiamare alla mente l'ultima conversazione con Gesù, ecc. Ciò che
importa soprattutto è che per un momento tu riprenda contatto con noi.
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Dopo di che darai un rapido sguardo a quanto avrai fatto per imitare Gesù
dopo il precedente «appuntamento» e prevederai quanto vorrai fare fino al
successivo. Così riprenderai lena nel lavoro spirituale, e la tua unione con
Gesù e con me si farà sempre più intima.
RITIRI
VII.
TRE DISPOSIZIONI ESSENZIALI
Maria: Figlio mio, i mezzi esteriori che ti ho indicati ti saranno utili solo se
ad essi aggiungerai alcune indispensabili disposizioni interiori. Non a caso
infatti le medesime pratiche conducono alcuni alla santità e lasciano altri
nella mediocrità. Solo «lo spirito vivifica». Ascolta ciò che questo spirito
richiede da te.
2. Anzitutto: «abnegazione». Ne avrai bisogno per combattere senza stan-
chezze il tuo difetto dominante. Ne avrai bisogno per rinunziare a te stesso
in ogni cosa, così da non ostacolare l'opera di Gesù in te.
3. Ne avrai bisogno per sforzarti di riprodurre in te i sentimenti di Gesù.
Se la pietà filiale verso di me consistesse soltanto nell'invocarmi, nel
cantare le mie lodi e nel gustare la mia intimità, il praticarla non ri-
chiederebbe grande abnegazione! Ma poiché essa deve condurti
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all'identificazione con Gesù, non può evidentemente andare disgiunta da
una totale rinuncia a te stesso. Non potrai servire due padroni. Il padrone o
sarà Gesù o sarai tu stesso. Devi scegliere decisamente tra l'uno e l'altro. Io
posso aiutarti in questa rinunzia; non posso in alcun modo dispensartene.
4. In secondo luogo: «costanza». Trovo più facilmente cento anime pronte
a fare un sacrificio eroico in un momento di fervore, che non una sola
capace di perseverare per più giorni nella fedeltà alle risoluzioni prese.
Quante volte sarai tentato di abbandonare qualcuna delle pratiche da me
suggerite! Sii ad esse fedele ad ogni costo. Se oggi ne sopprimi qualcuna
con un buon pretesto, domani la sopprimerai con un pretesto qualunque, e
poi la sopprimerai per sempre senza pretesto alcuno. Si può abbreviarle se è
necessario, sopprimerle mai. Solo così si raggiunge l'intento.
5. Infine e soprattutto: «generosità». Vi sono due forme di generosità. La
prima consiste nel dare a Gesù, senza esitare, non soltanto ciò che egli
richiede, ma anche ciò che, pur non essendo di precetto, gli farebbe piacere.
Tale è stata la generosità di tua Madre, e dal più al meno di tutte le anime
sante. Cerca di praticarla meglio che potrai.
6. L'altra consiste nel riparare immancabilmente le tue colpe e negligenze.
Se hai commesso una mancanza, offri in compenso un sacrificio speciale
che altrimenti non avresti fatto, e in questo atto racchiudi tanto amore che,
fatta la riparazione, Gesù ti sia ancora più caro che se non l'avessi
contristato.
7. I mediocri e i santi differiscono tra loro non perché i primi commettono
colpe e gli altri no, ma perché mentre i primi si contentano di riconoscere le
loro mancanze, gli altri si sforzano di amare tanto più Gesù quanto meno
l'hanno amato in passato. Tu dunque comportati come i santi: ripara.
8. Ripara soprattutto le tue omissioni o negligenze riguardo al colloquio
quotidiano con Gesù, al rinnovamento spirituale, alla rassegna di ogni
giorno e ai ritiri.
9. Ripara quanto prima. Val meglio, generalmente parlando, una
riparazione breve ma immediata che una lunga ma rinviata.
10. Vuoi sapere come fare queste riparazioni? Consultami dopo le tue
mancanze e negligenze, e t'insegnerò il da farsi perché ogni tua colpa di-
venti una «felice colpa». E se saprai perseverare in questa generosa di-
sposizione ti prometto che nonostante i tuoi peccati, i tuoi difetti, le tue
tentazioni e la tua debolezza ti farò santo ed apostolo.
Invito al colloquio: O Maria, tutta la mia attività, tutto il mio tempo, tutto il
mio essere ti appartiene. Ricordami la mia consacrazione quando sono
tentato di accidia, e infondi in me la generosità dei santi!
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VIII.
IL SEGRETO DELLA RIUSCITA
LIBRO IV
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MIO COLLABORATORE
I.
LA MIA MISSIONE E LA TUA
Maria: Figlio mio, ascolta bene ciò che sto per dirti e cerca di
comprenderne appieno il significato. Debbo rivelarti un mistero, un mistero
che ci riguarda entrambi.
2. Quando l'angelo Gabriele mi annunciò che il Figlio di Dio desiderava
nascere da me, mi annunciò pure che mio Figlio si sarebbe chiamato Gesù,
ossia Salvatore, e allora compresi che questo salvatore voleva associarmi
alla sua opera redentrice. Vedevo che col dare la mia adesione alla divina
proposta, avrei acconsentito a cooperare non solo al mistero dell'Incarnazio-
ne, ma anche a quello della Redenzione. E diedi il mio consenso. Da quel
momento fino all'ultimo respiro di Gesù, mi adoperai con lui al riscatto
degli uomini: fornendo la sostanza della vittima, allevando la vittima per il
sacrificio, unendo le mie suppliche e sofferenze alle sue, la mia volontà alla
sua, ed offrendo mio Figlio al Padre celeste per l'immolazione suprema.
Gesù era il Redentore, e io la Corredentrice.
3. Ora - intendi bene questo - Dio è costante nelle sue chiamate come nei
suoi doni. La collaborazione che prestai a mio Figlio a Nazaret e sul
Calvario, debbo continuare a prestargliela fino alla consumazione dei
secoli. Avendo dato Gesù al mondo intero nel giorno dell'Incarnazione,
debbo darlo ancora a ciascun uomo in particolare attraverso l'avvicendarsi
storico delle generazioni. Cooperatrice di Gesù nell'opera della Redenzione,
debbo cooperare con lui anche per la salvezza individuale di ciascun uomo.
Infatti la Redenzione non è ancora compiuta: bisogna che la grazia della
salvezza meritata per tutti sul Calvario sia applicata a ciascun uomo che
viene in questo mondo. Ed ecco allora la mia missione sino alla fine dei
tempi. Con Gesù ho lavorato all'universale riscatto dell'umanità; con Gesù
debbo lavorare alla conversione e santificazione di ciascun uomo.
4. E come potrebbe essere diversamente? Divenendo Madre di Gesù, sono
divenuta Madre di tutti coloro che sono chiamati ad essere suoi fratelli. Non
debbo io, da vera Madre, prendermi cura della vita e della salute di coloro
che ho generato?
5. Come vedi, nel giorno in cui fui assunta in cielo Dio mi affidò una
missione apostolica, missione universale come quella della mia coo-
perazione redentrice e come quella della mia maternità spirituale.
6. Sono la Regina degli apostoli. Lo sono non soltanto perché ho assistito
con materno affetto i primi apostoli, non solo perché rendo feconda l'opera
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dei loro successori, che senza il mio intervento sarebbero incapaci di fare
alcun bene agli uomini, ma perché il loro apostolato altro non è che una
limitata partecipazione all'apostolato universale che fu affidato a me in
primo luogo.
7. Ora l'apostolato è lotta. Debbo infatti strappare ogni essere umano dalle
mani di Satana al fine di condurlo per Gesù al Padre. Nel momento in cui il
seduttore trionfò dei nostri progenitori, Dio gli predisse appunto la sconfitta
in questi termini: «Porrò inimicizia fra te e la Donna, tra la tua stirpe e la
sua: essa ti schiaccerà la testa». Gli schiacciai il capo fin dalla mia
Immacolata Concezione. Ma quella vittoria fu soltanto la prima di una serie
infinita di vittorie. Sino alla fine dei tempi, debbo continuare a schiacciargli
il capo. Sono la sua irriducibile avversaria, «più terribile di un esercito
schierato in campo».
8. Nella lotta per la salvezza degli uomini gli inflissi dure sconfitte fin dai
primissimi tempi della Chiesa. Da allora in poi ho distrutto tutte le eresie
nel mondo intero, ed ho ricondotto sulla via della grazia innumerevoli
peccatori. Ora, Dio ha voluto che di secolo in secolo la mia opera
conquistatrice si facesse più evidente, e vuole che in questi tempi nuovi
essa appaia agli occhi di tutti più splendidamente che mai.
9. Sembra che Satana trionfi nel mondo? Non temere: quanto più cresce
la sua potenza tanto più manifestamente, secondo i disegni di Dio, debbo
intervenire per schiacciargli la testa. Un'immensa vittoria mi è riservata. Il
mio regno deve stabilirsi nel mondo intero affinché giunga e più largamente
si estenda il regno di mio Figlio. Più ancora dei precedenti, gli ultimi tempi
della Chiesa saranno i miei tempi. Si vedranno meraviglie operate da me e
per me. Si vedrà Satana stritolato sotto il calcagno della Donna come non lo
fu mai. Si vedrà la Chiesa manifestare una fecondità e una forza di
conquista che mai ebbe in passato. Si vedrà Gesù regnare su moltitudini
sempre più numerose, acclamato da coloro stessi che prima lo
combattevano con accanimento.
10. Questa è la parte che mi compete nel mistero che ti volevo rivelare.
Ecco ora la parte tua. Dio ha deciso di associare gli uomini, e parti-
colarmente alcuni di essi, alla esecuzione dei suoi amorosi disegni al punto
da farne dipendere la riuscita dalla fedeltà dei chiamati alla loro vocazione.
Per continuare in terra la missione avuta dal Padre, Gesù ha voluto aver
bisogno della collaborazione dei suoi apostoli. E così per compiere la mia
missione di far regnare Gesù nel mondo anch'io ho bisogno di ausiliari e di
collaboratori. Quando avverranno le cose meravigliose che ti ho
annunziate? Allorquando i miei figli comprenderanno l'opera apostolica a
me affidata, e saranno pronti a impegnarsi con me e ai miei ordini.
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11. Ora che hai compreso la parte che mi spetta, vuoi essere mio
collaboratore? Vuoi aiutarmi a strappare alle forze del male i miei figli per
condurli a Gesù? Vuoi avere parte alla grande vittoria che mi è riservata?
Ad imitazione del tuo divin modello, ti sei dato tutto a me. Mi hai
consacrato tutto te stesso, tutta la tua attività. Ora che conosci l'uso che
intendo fare della tua persona e delle tue energie, vorrai ritrattare la tua
consacrazione?
12. Finora nella pietà filiale verso di me tu scorgevi qualche cosa di
simile al tranquillo atteggiamento del bambino sulle ginocchia della madre.
Ed ecco invece che ora ti propongo un impegnativo e duro servizio di
apostolato! Ma Gesù è stato forse mio Figlio soltanto nella casa di Nazaret?
Non era mio Figlio anche quando distruggeva l'impero del principe di
questo mondo, e riscattava il genere umano? Non ha egli preso carne nel
mio grembo appunto per diventare il Salvatore degli uomini? Egli ti ha
chiamato ad essere un mio figlio prediletto, e in quanto tale un salvatore di
anime. O sarai un apostolo, o rinunzierai ad appartenermi come figlio.
Invito al colloquio: O Maria, io sono tutto tuo e tutto ciò che ho ti ap-
partiene. Per te e ai tuoi ordini voglio lavorare, lottare, soffrire e morire.
II.
IL SACRO ARDORE DELL'APOSTOLATO
III.
LA PREGHIERA APOSTOLICA
IV.
LA SOFFERENZA REDENTRICE
V.
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IL CONTAGIO DELLA TESTIMONIANZA
Invito al colloquio: O Madre conosco alcuni tuoi figli la cui vita è una
predicazione continua. Io invece, con i miei difetti, sono spesso per gli altri
causa di disgusto e di mormorazione. Col tuo aiuto, voglio sforzarmi di
predicare Gesù con la mia condotta. Fa' che con una maggiore coerenza di
vita possa contribuire a condurre il prossimo a Gesù.
VI.
PAROLE DI SALVEZZA
Maria: Figlio mio, impara a parlare da vero apostolo per diffondere intorno
a te lo spirito di Cristo. Non dire: «Mi mancano le occasioni». Le occasioni
ci sono, ma bisogna scoprirle; e se proprio non ci fossero bisognerà crearle.
Figlio della luce, hai forse bisogno di essere addestrato dai figli delle
tenebre? Essi sanno ben trovare dappertutto occasioni per diffondere le loro
perverse dottrine: nell'intimità di un colloquio, per la pubblica strada, sul
posto di lavoro, in viaggio, negli stessi loro passatempi. Ciò che possono
quelli per rovinare, non lo puoi tu per salvare? Bada bene: se ti credi
incapace di farlo, ciò che ti manca non è l'occasione, ma il sacro ardore
dell'apostolato. Vieni a ravvivarlo al Calvario e troverai tante occasioni di
farlo sprigionare intorno a te.
2. Per parlare da apostolo, non è necessario predicare. Parla in ogni
incontro secondo le tue cristiane convinzioni: a proposito delle persone,
delle cose, degli avvenimenti. Pensa coi pensieri stessi di Cristo e non
temere di manifestare il tuo pensiero. Discuti raramente; non umiliare mai
l'avversario. Esponi con semplicità le tue idee. La verità è per se stessa
attraente, perché la verità rende liberi. Per se stessa la verità conquista le
menti, perché il suo splendore ne favorisce l'adesione. Non credere che
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occorrano ordinariamente lunghi discorsi: una breve spiegazione, un mo-
desto consiglio, una semplice riflessione, talvolta una sola esclamazione
possono bastare a produrre la luce in una anima sincera.
3. Non ti scordare che a convincere l'avversario gioveranno meno i tuoi
argomenti che la tua persona. Parla semplicemente, ma coraggiosamente: tu
possiedi la Verità. Ti si senta profondamente convinto di ciò che dici: sarai
creduto facilmente se sarai coerente nell'uniformare la tua condotta ai tuoi
discorsi. Ti si veda desideroso non di riportare una vittoria, ma di essere
utile ai tuoi ascoltatori. Studia senza posa la dottrina di Cristo, per poterle
rendere una sempre più credibile testimonianza. Fa' che sia riconosciuto da
tutti il tuo valore professionale: se ti mostrerai competente nella tua arte o
professione avrai più credito anche nelle tue convinzioni religiose.
4. Solo con un lungo tirocinio si diventa maestri nell'apostolato della
parola. Prima di ogni conversazione pregami di ispirarti ciò che dovrai dire.
Dopo la conversazione esamina dinanzi a me se hai saputo rendere
qualcuno o migliore o più felice, e prevedi come potresti far meglio un'altra
volta. Quanto più docilmente ti lascerai guidare da me in questo tirocinio,
tanto più rapidi ed efficaci saranno i tuoi progressi: solo per mio mezzo
diventerai un vero apostolo di Gesù.
VII.
L'UNIONE FA LA FORZA
Maria: Figlio mio, non rimanere isolato. Unisciti con quelli che hanno le
stesse tue aspirazioni. Se ti limitassi a custodire gelosamente nel tuo cuore
il sacro fuoco dell'apostolato, finiresti per spegnerlo. Parlando con altri
della comune fede e delle comuni aspirazioni, renderai queste più ardenti in
te stesso e in essi. L'unione, oltre che infiammare il vostro comune zelo,
darà ad esso una forza singolare. Quando lavorerai con un altro, sarai più
forte non due ma dieci volte. E quando sarete una schiera ben unita che
avanzerà sotto la mia guida, sarete irresistibili.
2. E dove potrai trovare questi compagni animati dallo stesso tuo ideale?
Cerca e troverai. Forse ve ne sono intorno a te di già pronti ad accoglierti
nelle loro file: unisciti ad essi. Forse intorno a te esistono soltanto forze in-
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dividuali ed isolate. Cerca di scoprirne alcune in grado di comprenderti.
Spesso esistono le une accanto alle altre parecchie persone che hanno le
stesse inclinazioni, ma ciascuna di esse si crede sola nel suo genere.
Quando, dopo mesi e forse anni di mutuo isolamento, un incontro fortuito
le ha fatte riconoscere a vicenda, si meravigliano di essere rimaste così a
lungo estranee le une alle altre, pur essendo anime sorelle. Provati a parlare
con gli altri di ciò che ti sta a cuore, e vedrai che prima o poi i tuoi tentativi
otterranno risposta.
3. Forse non troverai subito delle persone disposte a condividere i tuoi
ideali. Del resto i tuoi migliori collaboratori non saranno sempre quelli che
avranno risposto per primi e con maggiore entusiasmo alle tue proposte: un
giudizio retto, una volontà ferma, la generosità, la prontezza al sacrificio
della propria persona valgono molto di più che i subitanei improvvisi
entusiasmi. Non dire: «Non c'è nulla da fare in questo ambiente: tutti quelli
che mi circondano sono ugualmente indifferenti». Vi sono cuori nobili che
si nascondono; vi sono individui generosi che ignorano se stessi. Tocca a te
scoprirli e far prendere loro coscienza. Saranno felicissimi nel sentirsi
ridestare in fondo al cuore aspirazioni alla perfezione e al servizio di una
grande Causa.
4. Proprio quelli che professano le dottrine più opposte alle tue possono
essere talvolta i più idonei ad essere un giorno i tuoi colleghi di militanza.
Saulo il persecutore non divenne forse il grande apostolo di Cristo?
Considera negli uomini non tanto le parole e gli atteggiamenti esteriori,
quanto piuttosto l'intima disposizione che li fa parlare ed agire. Un
miscredente se è sincero, generoso, ardente, è più atto a dedicarsi con te alla
medesima causa che non un cristiano senza nerbo e senza spirito di
sacrificio.
5. Può darsi che debba cercare a lungo coloro che potrebbero diventare
tuoi soci; che ti richieda molta fatica la loro formazione e che alla fine ti
avvenga di provare molte delusioni. Non lasciarti abbattere per questo:
Cristo ha dappertutto i suoi eletti; cerca, finché non li abbia trovati.
6. Sulle prime sarete solo un piccolo gruppo. Non importa, purché siate
uniti. Non è mai il gran numero che riporta la vittoria finale, ma una
minoranza coraggiosa, attiva, ben ordinata e disciplinata. Con una dottrina
infallibile e meravigliosamente sublime e l'aiuto onnipotente del cielo, i
cattolici hanno mezzi più che sufficienti per avere la meglio sui loro
avversari, purché obbediscano a chi ha la missione di guidarli, per far
convergere tutte le loro forze al trionfo del bene.
7. E quali sono i capi che devono coordinare la vostra attività apostolica?
«Dio ha costituito i Vescovi a dirigere la sua Chiesa». Il Vescovo dei
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vescovi, il Papa, non tralascia mai di dare chiare direttive in proposito. Da
coloro che Cristo ha costituito pastori devi ricevere la parola d'ordine, non
da uomini che non hanno ricevuto mandato alcuno e che pretendono di
servire la causa della Chiesa con mezzi che ella disapprova. Sappi
rinunziare alle tue vedute proprie, per quanto belle esse ti appaiano. Non a
te, non a tale o a tale altro laico o anche sacerdote, bensì alla Chiesa è stata
promessa l'infallibile assistenza dello Spirito Santo. Comprendi che un bene
minore ma reale val più che uno maggiore non mandato ad effetto; che la
forza risiede nell'unione e l'unione richiede l'abnegazione e che ciascuno
deve preferire il trionfo della causa comune a quello delle sue vedute
personali. Medita questa dottrina; conforma ad essa la tua vita e diffondila
con la parola.
VIII.
QUELLI CHE MI FANNO CONOSCERE
IX.
«NEL TUO NOME GETTERÒ LA RETE»
Maria: Figlio mio, ti ho indicato i mezzi che devi adottare nell'esercizio del
tuo apostolato, ma non ti ho ancora parlato della fiducia che ti deve sempre
animare nella tua attività apostolica. Considerando la tua debolezza e la
difficoltà del compito che ti è affidato, ti domandi talora di che cosa sarai
capace. Certamente di nulla da solo, ma di cose meravigliose insieme con
me. Non ha forse fatto grandi cose per me l'Onnipotente appunto perché ha
guardato l'umiltà della sua serva? Non hai letto come Dio abbia scelto per
confondere i sapienti coloro che il mondo considera insensati, e per
confondere i forti coloro che il mondo considera vili?
2. Ascolta e rifletti. Voglio insegnarti due verità che ti infonderanno una
fede incrollabile nell'efficacia della tua missione, una fede da trasportare le
montagne. In primo luogo devi essere convinto che il tuo apostolato è il
mio apostolato, che i tuoi interessi sono i miei interessi. A me, non a te, Dio
ha affidato la missione di schiacciare la testa al serpente e di stabilire nel
mondo il regno di suo Figlio: tu non fai altro che partecipare alla mia
missione. Si tratta di salvare i miei figli e non i tuoi. Una madre desidera la
salvezza dei figli certamente più di quanto non possa desiderarla un
estraneo! Gli interessi di Gesù stanno infinitamente più a cuore a me che a
te. Anche se tu ti mostrassi freddo riguardo al frutto delle tue fatiche, io
certo non potrei rimanere indifferente poiché è di Gesù che si tratta e degli
altri miei figli. Ora io sono onnipotente per l'onnipotenza di Dio e comunico
questa onnipotenza a coloro che operano nel mio nome.
3. In secondo luogo, ricorda ed applica al tuo apostolato ciò che Gesù ti
ha spiegato intorno alla fiducia senza limiti che deve informare la tua
preghiera. Io ho un'intenzione d'amore riguardo a ciascuna delle tue
imprese apostoliche. E questa mia intenzione è sempre più perfetta della
tua; poiché ti amo più di quanto tu ami te stesso, ed amo Gesù e gli uomini
più di quanto non li ami tu. Ed è un'intenzione che potrai facilmente e in-
fallibilmente raggiungere nella misura in cui agirai nel mio nome. Quindi,
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quali che siano gli ostacoli che si oppongono alla tua attività, potrai sempre
ottenere più di quanto prevedevi, purché agisca in mio nome.
4. Per ottenere questi effetti straordinari non basta lavorare molto:
bisogna lavorare nel mio nome. Gli apostoli si erano affaticati tutta la notte
senza pescare nulla. Ma appena Pietro ebbe detto a Gesù: «Nel nome tuo
getterò le reti», fecero una pesca miracolosa. Quante volte ti sei affaticato
invano! Perché? Perché non avevi detto, incominciando: «Nel tuo nome, o
Madre». Lavorare nel mio nome vuoi dire lavorare secondo le mie
intenzioni e con la coscienza di partecipare alla mia missione e alla mia
onnipotenza.
5. Offri a Gesù per mano mia la tua preghiera, i tuoi patimenti perché
vengano attuate le mie intenzioni riguardo al tuo apostolato. Prima di
intraprendere qualsiasi cosa, invocami e cerca quali possano essere le mie
intenzioni così da agire sempre come uno strumento nelle mie mani. Bada
però di non equivocare. Quante volte infatti nell'incominciare dichiari di
voler agire solo per me, e poi in realtà finisci per seguire le tue personali
tendenze. Il frutto delle tue attività apostoliche è assicurato solo se
persevererai nella disposizione di voler assecondare le mie intenzioni.
Pietro in mezzo alla tempesta aveva cominciato col credere a Gesù che gli
comandava di raggiungerlo e sulle prime camminò sulle onde del mare; ma
poi pensò ai flutti e a se stesso, ed affondò. Molte volte forse hai
cominciato col fare autentici prodigi, ma l'esito finale è stato negativo. La
causa è da attribuire al fatto che ad un certo punto hai perso coscienza di
essere un mio strumento.
6. Non puoi pensare di continuo a me, è vero. Ma puoi lasciarti sempre
guidare dal mio spirito; puoi acquistare una tale disposizione d'animo che se
qualcuno ti domandasse: «In nome di chi agisci?», tu potresti rispondere:
«In nome di mia Madre». Non arriverai ad avere queste disposizioni se non
a prezzo di molti sforzi. Ma almeno rinnova di tanto in tanto la tua
intenzione e correggila appena ti accorgi che le tue vedute si sono sostituite
alle mie.
7. Dopo l'azione, se ti è riuscita bene ringrazia Dio; se male, esamina te
stesso: o non hai agito in mio nome e allora l'esito è veramente negativo; o
hai cercato di conformarti alle mie intenzioni e di appoggiarti a me e allora
il frutto del tuo operato è soltanto differito e verrà quando a Dio piacerà, e
sarà tanto maggiore quanto maggiori sforzi avrai dovuto fare e quanto
maggiore fiducia avrai dimostrata. Senza di me non puoi riuscire a nulla;
con me non potrai fallire mai.
IL TUO IDEALE
APPENDICE
Signore, Dio nostro che, per salvare tutti gli uomini e per condurli a Te, hai
fatto nascere il tuo Figlio diletto dalla Vergine Maria, concedici di essere da
Lei formati a immagine del suo primogenito e rendici partecipi dell'amore
di Cristo per sua Madre. Tu che hai associato Maria al mistero del tuo
Figlio, perché divenisse la Madre dei viventi, conferma la nostra alleanza
con Lei. La nostra consacrazione prolunghi sulla terra la sua materna carità
e faccia crescere la Chiesa, Corpo del tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro
Signore. Amen
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