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ZI08051214 - 12/05/2008
Permalink: http://www.zenit.org/article-14348?l=italian
di Mirko Testa
ROMA, luned, 12 maggio 2008 (ZENIT.org).- I carismi non possono essere istituzionalizzati senza inaridire
n tanto meno essere relegati ai margini della vita della Chiesa, perch ne sono una parte costitutiva.
E' quanto sostenuto in sintesi dalla prof.ssa Mary Healy, docente associato di Sacra Scrittura all'Institute for
Pastoral Theology presso l'Ave Maria University a Naples (Florida, USA) e da padre Raniero Cantalamessa,
OFM Cap., Predicatore della Casa Pontificia, intervenuti al Colloquium Internazionale sul tema dei carismi
nella Chiesa cattolica, svoltosi a Roma dal 3 al 6 aprile scorso.
Nel prendere la parola, la prof.ssa Mary Healy ha ricordato che i carismi sono definiti, secondo l'espressione
utilizzata da San Tommaso, come "gratiae gratis datae", grazie date del tutto gratuitamente e
indipendentemente dalla santit personale.
La docente ha quindi spiegato che i carismi sono un dono soprannaturale dello Spirito Santo che rende capaci
di ci che umanamente impossibile, o eleva una dote naturale, ma il cui scopo principale quello di
edificare il Corpo di Cristo.
Infatti, essendo i doni dello Spirito non solo costituzionali della Chiesa ma anche la materia prima dell'amore
reciproco, l'apostolo Paolo non parla dell'amore (agap ), come di un carisma ma come una via, un
cammino lungo il quale ogni carisma deve essere esercitato.
Nell'insegnamento della Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II i riferimenti ai carismi appaiono con una
certa frequenza. In questi ambiti, tuttavia, il termine carisma viene impiegato per far riferimento alla grazia
speciale concessa al fondatore di una comunit o di un ordine religioso, e che diventa il nucleo centrale della
spiritualit di una comunit.
Nel prendere la parola, padre Raniero Cantalamessa ha ribadito che il carisma , innanzitutto, il dono dato
per l'utilit comune (1 Cor 12,7) e che perci non destinato principalmente alla santificazione della
persona, ma al servizio della comunit (1 Pt 4,10).
In secondo luogo, ha aggiunto il frate cappuccino, il carisma un dono particolare, donato ad alcuni e non a
tutti allo stesso modo, distinto per questo dalla grazia santificante, dalle virt teologali e dai sacramenti che
invece sono identici e comuni a tutti.
Infatti, nella Chiesa presente una distinzione marcata tra i sacramenti e i carismi, che sono come due canali
di grazia, due diverse direzioni dalle quali soffia lo Spirito: i sacramenti sono il dono elargito a tutti per
l'utilit e la santificazione di ciascuno, mentre il carisma il dono elargito a ciascuno per l'utilit e la
santificazione di tutti.
I Padri della Chiesa, ha spiegato poi il predicatore del Papa, nell'elencare i carismi mettevano insieme sia i
doni destinati all'utilit comune sia i doni di santificazione: sapienza, profezia, potere di scacciare i demoni,
chiaroveggenza nell'interpretare le Scritture, continenza volontaria.
Tuttavia, ha continuato, fino alle soglie del Concilio Vaticano II, la riflessione sullo Spirito Santo, in
Occidente, continua ad essere viva e creativa quasi solo nell'ambito del tema dei sette doni dello Spirito
Santo, descritti in Isaia 11, 1-3, dove vengono elencati sei doni (sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza,
conoscenza e timore del Signore, di cui l'ultimo, il timore ripetuto due volte) a cui la Settanta e la Volgata
aggiungeranno la piet.
Infatti, i carismi, dopo la loro tumultuosa apparizione agli inizi della Chiesa [...] non erano scomparsi tanto
dalla vita della Chiesa, quanto piuttosto dalla sua teologia, in seguito a una lunga eclisse della dottrina
biblica sui carismi.
Profezia e guarigioni
Padre Cantalamessa quindi passatto a parlare di due carismi in particolare, la profezia e il dono di
guarigione, per meglio analizzare l'evoluzione della dottrina dei carismi nella storia della Chiesa.
La Chiesa ha detto nasce tutta quanta come realt profetica, e all'inizio della sua storia vi sono alcune
persone particolarmente dotate del carisma che vengono dette abitualmente profeti, che nell'ordine vengono
subito dopo gli apostoli.
La prof.ssa Mary Healy ha spiegato che secondo san Paolo il carisma superiore, attraverso il quale tutti gli
altri vengono misurati, la profezia (1 Cor 14,1-5) poich i profeti comunicano la 'parola sempre attuale' di
Dio e ci consentono di interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo.
I profeti, ha continuato, non ci comunicano una nuova rivelazione ma fanno s che l'immutabile rivelazione
di Cristo riviva nella generazione presente. Essi hanno l'abilit di ridonare pelle e carne alle ossa aride e di
colmare un corpo morto con il soffio vitale dello Spirito.
Tuttavia, ha affermato Cantalamessa, dopo la met del II secolo il profetismo and rapidamente in crisi, a
causa soprattutto del fenomeno del Montanismo scoppiato in Asia Minore: i montanisti rivendicavano ai
profeti (tra cui in prima fila delle donne) una autonomia assoluta, cadendo in eccessi che squalificarono il
carisma agli occhi del resto della Chiesa (eccetto Tertulliano che fu il loro accanito difensore)
Allora, emersero subito tre punti di riferimento: il carisma, la dottrina e l'autorit, cio, in concreto, i profeti, i
dottori e il Vescovo.
La profezia ha continuato il Predicatore della Casa Pontificia , almeno un certo tipo di profezia, fu la
prima a soccombere. Fu la prima vittima di uno scontro fra due altri contendenti di ben maggiori proporzioni:
tra la dottrina e l'autorit, tra la gnosi e la fede; in definitiva, fra eresie e ortodossia.
Questa crisi del primitivo profetismo non port a una sua scomparsa dalla Chiesa ma a una sua
istituzionalizzazione: il carisma profetico viene sempre pi spesso messo in connessione con l'ufficio, cio
con l'episcopato e con la gerarchia, con la conseguenza di privilegiare la dimensione della conoscenza su
La novit nella concezione della profezia, come dei carismi in genere, si ha per con il Concilio Vaticano II:
con il suo accento sulla Chiesa-popolo di Dio ha detto Cantalamessa , il Concilio ha ricreato uno spazio
per la dialettica fra istituzione e carisma e ha rimesso in luce il carattere profetico di tutto il popolo cristiano.
In Presbyterorum ordinis si dice esplicitamente: Ciascun membro della Chiesa deve rendere testimonianza a
Ges con spirito di profezia (n. 2).
Lo stesso carisma delle guarigioni, inserito in un cristianesimo primitivo che badava alla salute del corpo e
alla salvezza dell'anima - Ges, diceva Sant'Ignazio di Antiochia, era visto come un medico costituito di
carne e di spirito - sub in seguito una evoluzione cos da configurarsi progressivamente come un carisma
straordinario, legato alla santit della persona che lo esercita, e cha fa di lui un taumaturgo, un operatore di
miracoli.
Questa evoluzione, ha spiegato, era dovuta principalmente al fatto che venne a mancare, l'ambiente naturale,
nel quale trovavano il loro spazio e si manifestavano, nella Chiesa primitiva, i carismi: quelle assemblee
aperte, intrise di forte senso della presenza operante dello Spirito.
Quindi, nonostante i risvegli carismatici- l'epoca dei martiri, l'esplosione del monachesimo - i carismi,
dall'ambito loro proprio della comunit, dell'utilit comune, erano stati progressivamente confinati nell'ambito
privato e personale.
Non entravano pi nella costituzione della Chiesa che si credeva fosse pi che sufficientemente garantita
dall'esistenza della sacra gerarchia.
Nella vita della primitiva comunit cristiana i carismi non erano fatti privati, un sovrappi o dei 'fenomeni
straordinari', ma dei fenomeni ordinari che, unitamente all'autorit apostolica, delineavano la fisionomia
della comunit.
In seguito, invece, l'equilibrio tra le due istanze dell'ufficio e del carisma si rompe a vantaggio
dell'ufficio. Il carisma viene ormai conferito con l'ordinazione e vive con esso.
Un'altra conseguenza la clericalizzazione dei carismi: legati alla santit personale finiscono per essere
associati quasi sempre ai rappresentani abituali di questa santit: pastori, monaci, religiosi.
Ma fatto del tutto particolare, il Rinnovamento Carismatico, rispetto ad altri movimenti profetici sorti nell'arco
della storia e caratterizzati da una componente anti-istituzionale, stato animato fin dal suo nascere da una
forte ricerca di comunione con la gerarchia e il resto della Chiesa e mai ha avuto la tentazione di costituirsi
come una 'chiesa nella Chiesa'.
Un entusiamo di marca biblica ha aggiunto , basato sulla croce, dove 'croce' indica ascesi, umilt, carit,
purezza, in una parola tutto il Vangelo.
Tuttavia, ha concluso, il suo apporto pi prezioso alla vita della Chiesa non l'esercizio dei carismi, ma una
vita nuova 'nello Spirito'.