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(Richiami di Gesù)
di Alexandrina Maraia da costa
Intento
CAPITOLO I
«Figlia mia, chiedi, dì al mio cardinale, al mio caro Cerejeira (carcimale di Lisbona
e Patriarca del Portogallo) scelto da me per tanto alto compito, che parli al suo
popolo: chieda, chieda ai prelati che facciano altrettanto: si faccia molta orazione,
molta penitenza per tanto tempo!
Vi sia grande vigilanza nella Chiesa, vi sia grande vigilanza nella Nazione: Salazar
(capo del governo), Salazar, allerta! Vi è veleno da ogni parte.
Vi sia vigilanza nelle Nazioni: da ogni parte tentano di svilupparsi le fiamme (del
male)...
E' tanto il veleno che si diffonde!...
Agguati pieni di falsità si tramano.
Io vorrei, figlia mia, che le mie lacrime cadessero sul mondo intero come in un'altra
ora sulla città ingrata (Gerusalemme).
Grida, grida e chiedi che gridino in tuo nome
- perchè è in nome di Gesù - che si faccia orazione, molta orazione e continua
penitenza.
Che questo grido sia come la campana forzata da mani umane a scampanare senza
tregua...»
La catena più forte e che lega più anime a Satana è la carne, è l'impurità.
Solo la catena del più grande amore e della più grande purezza può spezzarla e
strappare le anime dagli artigli di Satana.
Mai l'umanità vide, mai il Cielo contemplò tale incendio di vizi, malvagità e
crimini! Mai si peccò così.
Tutta la riparazione è poca.
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Non vi sono giusti sulla terra per estinguere tanta iniquità, tanta gravità di crimini.
Questa è una lagnanza piena di amore del mio divin Cuore al tuo.
E' necessario un freno, freno che leghi gli uomini pazzi per il peccato, pazzi per le
passioni.
Si pongano freni alle passioni, ai divertimenti, ai balli, ai cinematografi, alle case di
peccato!
Sia il freno dell'amore.
Se vi sarà purezza, se vi sarà amore, verrà dal Cielo la compassione.
Se non sarà così, l'umanità sarà salva con dolore, solo con dolore: fuoco e guerra,
dolore e sangue.»
INVITI ALL’EUCARESTIA
«Vieni a passare un po' della notte sveglia nei miei tabernacoli, nelle mie prigioni.
Sono tue e mie.
Ciò che mi portò a queste prigioni fu l'amore; e per tanti... per che cosa?
Non credono alla mia esistenza, non credono che io abito là. Bestemmiano contro di
me.
Altri credono, ma non mi amano, non vengono a farmi visita; vivono come se io
non fossi là...
Ma là dentro, oh, quale ricchezza! E' la ricchezza del Cielo e della terra.
Chiama a me le anime... Parla della mia Eucaristia: di' che lì sto come Uomo e
come Dio. Di' che voglio che mi amino come amo io.
Parla loro dell'amore eucaristico e della necessità di ricevermi.
Parla loro del Rosario, parla loro dell'amore di mia Madre benedetta.
L'Eucaristia e la devozione a mia Madre benedetta: queste devozioni, insieme alle
tue sofferenze, sono i gioielli più preziosi per le anime.
Invita le anime ad amare il mio divin Cuore, ad amare l'Eucaristia e ad avvicinarsi
ad Essa; ad amare il Cuore di mia Madre benedetta.
Chi farà questo con retta intenzione, con amore puro, non corre il rischio di
perdersi:
prometto loro la salvezza.
INTERVENGA IL PAPA!
Per ottenere un maggior ascolto alla sua richiesta, Gesù si rivolge al Papa,
sempre tramite Alexandrina sua portavoce.
«Io vorrei prostrarmi davanti ad ogni uomo per chiedergli di non offendermi.
Io vorrei prostrarmi davanti a colui che rappresenta il Padre dell'umanità e che ha su
di essa tutto il potere e chiedergli di ordinare che si faccia orazione, penitenza, che si
ripari il mio divin Cuore e quello di mia Madre benedetta, affinchè il mondo possa
essere salvo.
Chiedi tu, sposa cara, chiedi tu in nome di Gesù.
L'odio, la vendetta, la superbia, l'ambizione perdurano nei cuori degli uomini. Si
pensa a nuove lotte e ci si prepara.
Echeggi in tutta l'umanità la voce del suo Pastore, la voce del Santo Padre: che la
sua voce si faccia udire da un polo all'altro.
Gesù parlerà attraverso la sue labbra; la luce del divino Spirito Santo lo illuminerà.1
Chi ode il Papa, ode Cristo; chi dà retta al Papa, dà retta a Cristo. Chi dà retta ed
ubbidisce, salva la sua anima.
Egli, che è il padre sulla terra, chieda in nome del Padre celeste.
Io voglio una riconciliazione salda e sincera. Voglio un mondo nuovo di purezza e
di amore.
Penitenza, al posto dei piaceri. Orazione invece delle vanità e dei passatempi
illeciti.
Unione con me, amore puro, amore ardente per il mio divin Cuore.
Che il Papa si appelli ai sacerdoti, soprattutto degli Ordini religiosi, affinchè
moltiplichino la purezza, il fervore e l'amore nel santo Sacrificio della Messa.
Quante cose vi sono da correggere e perfezionare!
Le case Religiose, frati, suore, non vivono la vita dei loro fondatori.
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Nel Diario del 20-3-53 si legge: (... che tutta l'umanità dia retta alla voce del Santo
Padre, alla voce di colui che sarà innalzato agli onori degli altari, che sarà
annoverato nel numereo dei miei santi.» (si tratta di Pio XII)
Che il Papa parli ai vescovi in forma riservata affinchè questi parlino ai loro sacerdoti.
Sono così pochi quelli che sono la luce del mondo e il sale della terra! I sacerdoti
secolari che compiono il loro dovere sono come petali che il vento ha trasportato
sparpagliandoli uno qui e un altro molto più in là...
La mia Passione e Morte è sempre rinnovata. Come il sangue scorre!
Vigilanza, vigilanza nella Chiesa! Cominci la Chiesa una vita nuova, affinchè vi sia
nel mondo una vita nuova.
Chiedo a gran voce vigilanza: da parte del Papa, dei cardinali, dei vescovi...
Io sono ferito e la giustizia di mio Padre vuol punire.
O mondo, cosa ti aspetta, se non vivi un'altra vita!
Se io potessi morire, morirei ad ogni momento per causa dei peccatori. Il mondo, il
mondo sfida la giustizia del mio Eterno Padre.
Il mondo, il mondo non conosce il pericolo che lo attende. Esso è come circondato
da bombe: quando se ne incendia una, tutte esplodono nello stesso tempo.
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Grida ben forte; figlia mia, grida con l'anima e col cuore affinchè il tuo grido arrivi
a sua Santità, al caro figlio del mio Cuore, perchè egli si faccia udire da tutta l'umanità.
Si faccia udire con più forza di quella che chiamava all'arca di Noè, con un suono
più
squillante della tromba che annuncerà il giudizio finale:
"Andate, figli miei, andate tutti a Gesù! E' Lui che vi chiama, è Lui che vi avverte
del rigore della giustizia di suo Padre... Si approssima l'ora del castigo del Signore.
Andate a Lui che vi chiama e vi vuole!"
E' la voce di Cristo attraverso il suo rappresentante sulla terra.
Nell'ultimo Diario, del 2-9-55 (morira il 13-10-55), si legge ancora un appello alla
Chiesa.
«Lascia, figlia mia, che Gesù gridi attraverso le tue labbra: o Chiesa, o Chiesa, accogli
la voce del Signore!
Vigilanza, vigilanza! O Chiesa, mia diletta Chiesa, vigila, vigila, non dormire, non
afflosciarti!
Mai il mondo peccò tanto; mai fu urgente tanta riparazione.»
Per finire questo paragrafo riportiamo il seguente desiderio di Gesù.
«Voglio che il Santo Padre faccia un Atto di riparazione e lo passi ai vescovi e
questi ai propri parroci perchè sia letto al 1° di gennaio di ogni anno davanti ai miei
tabernacoli; non davanti ad uno solo, ma a tutti quelli del mondo intero, con una
fervorosa comunione di fedeli, soprattutto di bambini innocenti per ripararmi delle
offese che ricevo durante l'anno per la maledetta impurità:
CAPITOLO II
(da un’estasi cantata) «Vieni, figlio mio, prendi la tua croce. Vieni, figlio
mio, segui i miei passi. Vieni a chiedere perdono al tuo Gesù, al tuo Gesù, al
tuo Gesù!»
«Chiamo, invito, ma il mio invito non è accettato.
Chiamo, voglio perdonare, ma i peccatori, il mondo intero, non accetta il mio
perdono!»
Non può più essere trattenuta la giustizia del Signore. Affréttati, figlia mia, a
diffondere il messaggio di afflizione di Gesù.
Che l'umanità si prostri con fervore davanti all'immagine della Regina del Cielo,
della Regina del mondo, chiedendole che sia ancora una volta la Regina della pace, la
Signora della vittoria.»
«O Gesù, io sono confusa. Farò quello che mi ordinate, ma temo che non mi
crederanno.»
«Anche a me molti non hanno creduto e molti mi hanno denigrato, pur sapendomi
risuscitato e vittorioso.»
CAPITOLO III
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati
guariti.» (Is; 53,5)
Egli ha dato la vita per noi; anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.» (1° Gv. 3)
«E' irata la giustizia divina... Le anime pie alzino al Cielo le loro preghiere e
invocazioni.»
Per comprendere questo capitolo occorre fare un po di luce sul significato e sul ruolo
della sofferenza umana - quando è accolta con accettazione d'amore alla volontà
divina - occorre penetrare almeno un po' nel «mistero della croce», iniziatosi con
Gesù, Modello di vittima espiatrice. Ne parla Giovanni, per es. nella sua 1° Lettera
(versetti qui riportati sotto il titolo di questo capitolo). Notissima è poi la frase di S.
Paolo: «Nel mio corpo dà compimento a quella porzione di patimenti che il Cristo mi
ha riservato per il bene della Chiesa, che è il suo Corpo mistico.» (Col. 1,24) Nel
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decorrere dei secoli abbiamo una «inondazione continua» di sofferenze salvifiche...
anche descritte e commentate da chi le ha vissute in prima persona con martiri più o
meno rivelati. Ricordiamo qui solo quanto disse il nostro pontefice Giovanni Paolo II
il 24 maggio 1981, degente all'Ospedale «Gemelli» dopo l'attentato: «La sofferenza
accettata in unione con Cristo sofferente ha una sua efficacia impareggiabile per
l'attuazione del disegno divino della salvezza... Invito tutti i malati ad unirsi a me
nell'offerta a Cristo dei loro patimenti per il bene della Chiesa e dell'umanità...»
«Lasciate il peccato, lasciate le vanità, venite al vostro Dio! Vi parla Gesù che è
sceso dal Cielo (nell'estasi di Alexandrina), che è sceso per amore, per avvertirvi, per
salvarvi.
Nota . Si può intendere dal comunismo e dalla massoneria. Questo Diario è del 21-1-
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Morii sul Calvario, morii per dare la vita, e fu solo per amore.
Venite a questo Calvario (frazione dove abita Alexandrina): immolo la mia vittima,
ed è solo per amore... Voglio salvare il mondo, voglio salvare gli uomini, voglio
salvare i figli miei.
Si, figlia mia, è grazie a te che io regno nelle anime. Sapessi tu quante
trasformazioni, quante conversioni con sincera emenda di vita avvengono presso di te
in questa tua cameretta, in questo Calvario dove ti ho collocata, Calvario di dolore e di
amore! Quante anime che vi entrarono con Satana in cuore e da qui uscirono portando
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me, con un dolore profondo e con fermo proposito di emenda! Hanno espulso il
demonio e io ho preso il posto nei loro cuori.
Coraggio, mia vittima amata! Il tuo dolore, il tuo martirio non cessano un momento
perché neppure per un solo momento le anime cessano di aver bisogno di te.
Finiamo questo paragrafo con una visione che Alexandrina ha avuto e in cui sono
messi in evidenza tre mezzi di salvezza: l'Eucaristia, il Rosario, l'immolazione di
Alexandrina stessa, che attira verso il Cielo innumerevoli anime.
Questo brano introduce al paragrafo successivo in cui si considerano molte anime
riparatrici, oltre Alexandrina.
Gesù mi diede nelle mani la croce che pendeva dalla corona del Rosario; questa non
rimase intrecciata nelle mani come altre volte, ma distesa ed aperta. Qualcuno dal lato
opposto la sosteneva.
Gesù si mise in mezzo alla corona, aprendola sempre di più e disse:
«Tieni salda nelle tue mani la croce, stringila bene al tuo cuore: l'umanità intera sta
dentro alla corona del Rosario.
Parla, figlia mia, parla alle anime del Rosario e dell'Eucaristia. Il Rosario, il
Rosario! L'Eucaristia, il mio Corpo e il mio Sangue! L'Eucaristia, l'Eucaristia con le
mie vittime: ecco la salvezza del mondo. Avessi io molte vittime come quella di
questo Calvario, con tutta la generosità, con tutto l'eroismo, in un abbandono totale!
Ma non le ho.»
In quel momento, senza sapere come, fui sollevata in alto. La croce che avevo nelle
mani rimase dietro di me come se io fossi inchiodata su di essa. Il mio cuore divenne
un vaso che custodiva sangue. Dai due lati si innalzarono due scale che andavano a
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terminare ai due estremi del braccio orizzontale. Quella a destra era la scala del
Rosario, quella a sinistra era la scala dell'Eucaristia; quella dell'Eucaristia aveva, più o
meno a metà, un mazzo di spighe bionde e due grappoli di sola uva.
Le anime salivano, salivano in fretta, riempiendo tutta la larghezza delle scale;
passavano dalle estremità del braccio orizzontale della croce dentro al vaso che
conteneva il sangue: lì si bagnavano, volavano più in alto ed entravano in Cielo.
Oh, come mi piacerebbe che tutti vedessero questo!
Gesù disse: «Figlia mia, la tua vita è una predica continua: quando parli, quando
sorridi, quando piangi e gemi di più, sovraccarica del peso della croce. E' un vero
esempio per i grandi, per gli umili, per i saggi e per i dottori della Chiesa.
Il tuo dolore porta le anime al Rosario e all'Eucaristia. Con il tuo dolore esse
salgono quelle due scale di salvezza: dolore e sangue, dolore e croce, croce di
salvezza. Esse, già in alto, passano poi ancora attraverso il crogiuolo del tuo martirio;
dopo di essersi purificate, dal braccio della croce volano in Paradiso»...
Venne di nuovo Gesù: «Io sono con te e con te si trova mia Madre benedetta. Era lei
dalla parte opposta a sostenere la corona del Rosario.
Andiamo dunque a soccorrere il mondo, a salvare i peccatori!
Figlia mia, le anime amiche del Signore non possono dormire nè riposare.
Il mondo, il mondo sta sulla bocca dell'abisso, per non dire sulla bocca dell'inferno.
Allerta, allerta! Le anime amiche di Gesù sorgano, si sveglino!
Bussate, tornate a bussare, martellate e di nuovo martellate, amici miei, amici della
mia Causa! Io sono contento (di voi) ma non basta:
non perdete tempo, traete profitto del tempo! Bussate, bussate, martellate, martellate di
nuovo!
Che onda, che onda, che mare senza fine di vizi, di iniquità!
Il mondo dorme, il mondo dorme: bussate, bussate, martellate, martellate ancora! Non
permettete che il mare dei vizi dia la morte eterna alle anime.
Udite, anime vittime, udite, anime amanti del Signore! Venite presto, venite con
urgenza prima che echeggi il tuono della distruzione! Salvate le anime, salvate le
anime, ascoltate Gesù, placate la giustizia del Signore!
Povero mondo, senza l'Eucaristia! Povero mondo, senza le mie vittime, senza ostie
immolate con me continuamente!
Occhi fissi al Cielo, cuore umile, cuore rassegnato alla volontà santissima di Dio.
Ho sete, chi potrà estinguermela? Ho fame, chi potrà saziarmi?
I cuori puri, i cuori assetati di me, i cuori e le anime riparatrici. Ho sete di amore, ho
fame di anime...
Io voglio ricevere e voglio dare, voglio darmi. Voglio dare, dare molto, dare sempre
alle anime riparatrici; voglio darmi, darmi interamente alle anime che vogliono
possedermi...
Voglio anime immolate giorno e notte, anime eroiche che provino col loro eroismo
di voler bene a Gesù, di amarlo e di voler dargli anime.
Grande sapienza, la maggior sapienza ha quell'anima che sa soffrire per Gesù;
grande sapienza, la maggior sapienza è amare molto e molto soffrire.
E' la sapienza che io ricerco, è la sapienza che desidero ardentemente. E' rara, tanto
rara:
non la trovo quasi mai.
Sono così poche le anime che accettano la sofferenza! Sono così poche quelle che
mi amano con amore puro e degno di me!
Se la mia vita nelle anime non portasse loro spine e desse loro solo consolazioni, io
sarei amato da un maggior numero.
Quale dolore per il mio Cuore: chiedere amore e non riceverlo, chiedere dolore (di
riparazione) e non essere ascoltato in questo appello!
Voglio presentare al mio Eterno Padre corpi e anime riparatrici, cuori trasformati in
tabernacoli vivi, con ostie immolate ardenti d'amore.
Voglio amore da presentare all'Eterno Padre dicendogli: "Padre, se molti peccatori
mi offendono tanto gravemente, molti cuori mi amano con amore generoso, puro,
forte, ardente."
Io voglio dolore da offrire al Padre dicendogli: "Padre mio, ho qui la riparazione di
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molte anime vittime per riparare per tutti i crimini commessi contro la tua Maestà, per
placare così la tua giustizia.
Accetta, o Padre, e dà ai figli del mio sangue la tua misericordia, il tuo perdono!"»
CAPITOLO IV
L'amore di Gesù
«Il mondo, il mondo, le anime, le anime sono tanto lontane dal conoscere e dall'amare
Gesù!
Il mio dolore è infinito, come infinito è il mio divino amore.
Amai, amai, amai tanto sino a dare il sangue e la vita. E non sono corrisposto!
Sono così poche le anime che soffrono di buona volontà, che si abbracciano alla croce;
sono così poche le anime che battono i cammini pietrosi e calcano le mie spine!
Ascoltate, ascoltate! Udite la voce afflitta di Gesù!
Cercate Gesù, le sue cose, la sua legge; lasciate il peccato, lasciate il mondo, lasciate
Satana.
Andate incontro a Gesù, perché Egli va alla vostra ricerca, andate incontro a Gesù:
Egli va, corre sempre sempre alla vostra ricerca.
Gesù avverte, Gesù parla nel cuore e sulle labbra della sua vittima
(Alexandrina che in estasi riceve le comunicazioni di Gesù).
Gesù è tra voi come in un'altra ora era tra gli apostoli: riempitevi delle sue grazie, dei
suoi tesori, del suo amore.
Io sono triste, triste, piango di dolore, sono ferito dai peccati del mondo.
Si parla tanto dell'amore di Gesù, della sua dottrina, di tutta la sua opera; ma amarlo,
obbedirgli, compiere fedelamente i precetti del Signore, non è cosa tanto frequente,
non è cosa che avviene spesso come parrebbe: vi è pietà inquinata, vi è amore
nauseante...
Il Cuore divino di Gesù trabocca d'amore, lancia come faville su tutta la terra:
su tutti i cuori e tutte le anime le stesse fiamme, lo stesso incendio d'amore.
E' padre, è padre buono: vuole darsi, darsi e fare che tutti i figli suoi ardano nelle
stesse fiamme, nello stesso incendio d'amore...
Voglio amore da tutti i cuori; tutti i cuori siano miei; voglio possedere tutti i cuori.
Lavorate, lavorate! Gesù lo vuole. Lavorate, lavorate perché vi sia una riforma
completa, una vita nuova, una vita totalmente di Cristo.
Udite, figli miei, udite il grido del Cuore divino che vi ama!
Sono assetato di amore e non posso essere amato, essendo offeso come sono.
Il mio divin Cuore è fuoco che brucia, fuoco che consuma; il mio divin Cuore è
amore: ama e non è amato, ama e chiede amore, ama ed è mendico d'amore...
Gesù va come uccellino che non può posarsi, che non può riposare. Gesù va folle
d'amore a chiedere amore a tutti i cuori.
Sono tanto dolci e nello stesso tempo estremamente dolorosi gli inviti di Gesù;
ascoltatelo!
E' Lui con tutto il suo amore, con tutta la tenerezza del suo divin Cuore.
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Io sono amore che consuma e con la stessa intensità voglio essere consumato.
Come la farfalla impazzita gira attorno alla fiamma, così il mio Cuore va attorno ai
cuori a bussare alla loro porta. La farfalla ama tanto tanto sino a consumarsi, a dare la
vita.
Io amo di più, molto di più, infinitamente di più. E soffro, soffro tanto perché non
mi vengono aperte le porte dei cuori, perché non mi dànno posto nelle loro dimore.
Se non fossi Dio, morirei di dolore.
Alcuni mi rigettano perché sono pervertiti: le loro coscienze incallite mi rifiutano
completamente; altri non mi dànno ancora retta perché vogliono continuare nelle loro
passioni disordinate: l'inferno, l'inferno è aperto per loro; altri mi rifiutano perché non
mi conoscono; altri, di più ancora, non mi lasciano entrare perché non vogliono
soffrire: vogliono fiori ma senza spine, vogliono gioie senza che siano intercalate da
tristezze.
Io sono Gesù e, in quanto Gesù, vengo a chiedere, vengo a mendicare. Ascoltate,
accogliete questo Mendicante divino! Vengo tremante di freddo: voglio riscaldarmi
nei vostri cuori:
datemi amore, fate che io sia amato.
Gesù scende dal Cielo in terra (nell'estasi di Alexandrina): scende per amore, con tutta
la follia d'amore per voi.
Sono pochi, molto pochi coloro che traggono profitto dalle mie grazie. Io sono sceso
per amore e tutto faccio per amore alle vostre anime.
Guai a chi non trae profitto dalle mie grazie! Guai a coloro che lasciano passare la mia
divina voce come soffio d'aria che sparisce!
Accogliete la richiesta di Gesù: non peccate più!
Evitate più che potete attorno a voi tutto quanto è offesa fatta a Gesù e a sua Madre be-
nedetta.
Ascoltate, non peccate più! Amate questo Cuore divino cerchiato di spine, trafitto da
tanti pugnali!
Gesù è tutto dolcezza, tutto amore, tutto carità; Gesù usa misericordia verso tutti
coloro che lo offendono. Io sono bontà, sono misericordia, sono perdono.
Sapeste quanto vi amo! E sapeste la gloria che ho preparata per voi in Cielo!
Venite al mio divin Cuore a prendere balsamo per le vostre ferite. Io voglio guarirvi
e dimenticarmi del molto che mi avete offeso.
Voglio guarirvi, sanare le vostre anime.
Venite a me voi tutti che avete errato: voglio perdonarvi. Venite a me, cuori
impietriti, venite a riscaldarvi, ad incendiarvi nella fornace ardente del mio divin
Cuore; venite ad arroventarvi, a modellarvi sul Modello divino: su Gesù!
Il Cuore divino e poi aperto più che mai verso le anime che soffrono e Lo amano:
seguono qui accenni al meraviglioso scambio d'amore tra Gesù e l'anima, tra il
Creatore e la creatura.
«Venite a me voi tutti che soffrite ed entrate nel mio divin Cuore.
Venite a me voi tutti che desiderate ardentemente amarmi e bevete a questa fonte
che non si esaurisce!
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Io sono amore, amore, infinitamente amore, eternamente amore.
Venite a me voi tutti e anche consolate il mio divin Cuore: ditemi continuamente
che mi amate e chiedetemi continuamente il mio amore.
Ho tanta fame, tanta fame e sete delle anime: saziatemi, saziatemi, riempite il mio
divin Cuore con il vostro amore, così come io con il mio amore riempio il vostro
cuore.
Mi dò, mi dò tutto alle anime. Incendio nelle mie fiamme i cuori assetati del mio
amore.»
«Ascoltate, state attenti: è Gesù che parla (durante l'estasi pubblica di Alexandrina), è
Gesù che chiede, è Gesù che piange.
Parla per essere ascoltato; chiede per essere esaudito; piange perché le sue lacrime vi
commuovano.
Ascoltate, state attenti: preparatevi alla battaglia! Armatevi con la grazia, la preghiera,
la penitenza.
L'umanità, la povera umanità! I peccatori, i poveri peccatori!
Desiderereste non avere occhi per non vedere, orecchi per non udire, cuore per non
sentire, nè ragione per non comprendere.
Preparatevi, preparatevi, se volete essere salvi!
o figlia mia, figlia mia, ah, quanto doloroso è questo sfogo!
Ascoltate! Ho creato il Cielo per vostro gaudio, l'inferno per punizione. Venite a me,
non peccate più! Non lasciate perdere una sola goccia del mio divin sangue.
Ascoltate: preparatevi alla battaglia! Riempitevi di Gesù per essere forti...
Alexandrina ha la visione dei Cuori di Gesù e di Maria, mentre sente Gesù dirle:
«Ecco qui i Cuori del tuo Gesù e della tua cara Mamma. Vedi come il mondo è
ingrato e crudele, vedi quanto sono feriti! Entrambi hanno la croce:
le medesime spine, le medesime spade li feriscono, il medesimo amore li avvince,
i medesimi vincoli li legano.»
Gesù mi presentò davanti i due Cuori molto uniti. La croce del suo Cuore
raggiungeva entrambi i Cuori, trafitti da una parte all'altra da acutissime spine e spade,
allacciati con lacci dorati; erano tanto feriti!
Quale pena veder soffrire così Gesù e la Mamma!
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Abbiamo visto che sovente anche Gesù, non solo l'Eterno Padre, chiama «figli
miei» gli uomini, considerandoli «redenti», quindi «rinati» mediante la sua
Croce, ossia «figli del suo Sangue».
I brani che seguono mettono in particolare risalto l'atteggiamento di Gesù con
amore di padre.
«Con quale dolore, figlia mia, io e mia Madre benedetta contempliamo dal Cielo la
terra! Che iniquità, che corruzione! Non sono io che abbandona i peccatori: sono essi
che mi scacciano.
Io non bado al fatto di vederli macchiati, nè al fatto che mi offendono molto: li chiamo
con la mia tenerezza, dolcezza e bontà di padre.
Non mi ascoltano!
Fa' che essi mi prestino attenzione, fa' che mi amino.
Il mondo continua ad offendermi.
Io mi comporto con lui come un padre che dapprima invita suo figlio con tenerezza,
con dolcezza ed amore ad emendarsi e, non ottenendo nulla, è costretto a castigarlo.
O mondo, povero mondo, se non ascolti la mia chiamata!
Attenzione! Non rilassatevi, figli miei! Non avete tempo per guardare indietro.
Il Padre che avverte vi ama più di tutti i padri della terra. Il Signore che vi chiama
vuoi darvi il suo Regno.
Neppure l'amore di tutti i padri della terra messi insieme può uguagliare il suo.
Dove si potrà trovare nel mondo un padre tanto tenero, tanto pieno di compassione,
tanto amante, misericordioso e pieno di amore come me?
E dove si potranno trovare figli tanto ingrati, tanto crudeli e criminali come i miei?
Sono tanto ferito! Il mio divin Cuore sanguina: scorre a fiotti il sangue da tanto
grandi ferite.
Ma anche così, procuro tutti i mezzi di salvezza, faccio di tutto per condurli a me e
dar loro entrata in questo Cuore divino, che tanto li ama.
Ho percorso il mondo, ho bussato a tutti i cuori affinché ricevessero le mie grazie e
accettassero la mia croce per salvare con essa tanto grande numero di anime traviate,
prigionire di Satana...
Dove c'è un padre che ama come Gesù? Quale padre potete mostrare, che perdoni
come Gesù?
Siccome io non posso essere uguagliato da nessun altro padre, soffro come nessun
padre della terra soffre. Soffro, soffro e il mio divin Cuore sanguina.
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Venite a me, figli miei, venite a me, figliolini del mio sangue divino!
Figliolini, figliolini: parola tenera! Figliolini, figliolini: parola amorosa uscita dal
Cuore di Dio attraverso le labbra della grande vittima di questo Calvario (Alexandrina
che si consuma nella frazione detta Calvario).
Gesù vive e non morrà mai.
Gesù vive e dà la sua vita:
Gesù vuole che le anime vivano con Lui eternamente...
Venite a me, venite a me, figli miei! Venite a me che solo per amore vi ho creati,
solo per amore vi ho dato il Cielo!
Nel momento in cui busso al cuore del figlio che ha ferito il mio Cuore:
(estasi cantata)
«Vieni a me, figlio mio...
Vieni al Cuore, vieni al Cuore del Signore!
Del Signore che è tuo, che è tuo!...»
Nel seguente brano sono indicati i requisiti per essere degni figli di Dio.
«Udite, figli miei. Sarete miei figli, se mi amerete e seguirete la mia legge. Sarete
benedetti da mio Padre. Ardete nel mio amore! Vi darò tutte le grazie.
Sarete miei figli, se professerete la mia legge.
Sarete miei figli, se per amore porterete la vostra croce. Sarete miei figli, se per
amore a me sarete apostoli del bene.»
Vedete, ascoltate la voce di Gesù! Vedete il suo amore, ascoltate la sua chiamata!
Miracolo, miracolo!
Gesù regna, Gesù trionfa. Quale dolcezza ha il Cuore tenerissimo di Gesù! quale
follia quella del suo amore!