Sei sulla pagina 1di 1

II Capitolo dei Promessi Sposi

-fino a pagina 39

Don Abbondio viene paragonato al principe di Condé ( Luigi Borbone) e da questo


paragone il prelato non ne esce bene.
La notte di Don Abbondio trascorre insonne, in preda a dubbi e angosce. È escluso
che possa ribellarsi agli ordini di Don Rodrigo, così come è escluso che possa
rivelare a Renzo di aver ricevuto delle minacce.
Anche la fuga, per quanto allettante, è fuori discussione. L’unica via di uscita
che conviene al curato è quella di cercare con dei pretesti di rimandare il
matrimonio fino al “tempo proibito per le nozze”, ossia quei due mesi nei quali non
era consentito celebrare matrimoni. In questo modo avrebbe guadagnato tempo e
magari nel frattempo avrebbe penato qualcosa per uscirne fuori. “Egli pensa alla
morosa”, dice tra sé e sé pensando alle possibili recriminazioni di Renzo, “ma io
penso alla pelle; il più interessato son io, lasciando stare che sono il più
accorto. Figliuol caro, se tu ti senti il bruciore addosso, non so che dire; ma io
non voglio andarne di mezzo”.
Ma non appena si fa mattina, ecco Renzo che si presenta a casa di Don Abbondio per
prendere accordi per l’orario delle nozze, previste per quello stesso giorno.
“Comparve davanti a Don Abbondio, in gran gala, con penne di vario colore al
cappello, col suo pugnale del manoscio bello, nel taschino de’ calzoni, con una
cert’aria di testa e nello stesso tempo di braveria, comune allora anche agli
uomini più quieti”.
Renzo è un ragazzo del popolo, che si guadagna da vivere come filatore e integra
queste entrate con un piccolo podere di proprietà. Varca la soglia della casa del
curato “con la lieta furia d’un uomo di vent’anni, che deve in quel giorno sposare
quella che ama”, ma la sua spavalderia si scontra presto con la reticenza sospetta
di Don Abbondio.
Questi infatti inveta scuse, accenna a una serie di “impedimenti” non meglio
specificati che sono nati e che impediscono la celebrazione del matrimonio, e,
cercando di confondere il ragazzo, intromette nel discorso termini latini.
Renzo, “con un volto tra l’attonito e l’adirato”, accetta malvolentieri le scuse
del curato e alla fine si convince ad attendere un’ulteriore settimana.

Potrebbero piacerti anche