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Futùhàt al Makkiyyah]
Questo giorno [di 'Ashùrah] quindi, sostiene, in virtù della facoltà che
esso conferisce a colui che digiuna, l'insieme di quanto commesso
nell'anno che precede. Dunque, costui non sarà biasimato per quello
che egli ha commesso durante l'anno, né quanto egli ha commesso
durante i giorni del mese di Ramadàn, né nel resto dei giorni e delle
notti eccellenti, nonostante il fatto che il mese di Ramadàn sia più
eccellente di questo giorno [di ‘Ashùrah]. E così, analogamente, per il
Giorno di 'Arafah, per Laylatu-l-Qadr e per il Giorno del Venerdì.
Non hai forse visto che l'Inviato di Allah (sas), nonostante la sua
certezza che egli stesso sarebbe dovuto morire - infatti Allah gli ha
detto : "Invero, tu dovrai morire ed essi dovranno morire"
(Cor.39,30) - , ha comunque usato l'espressione "insha Allah" quando
si era recato al cimitero chiamato "al Baqì'", in quel di Medina, e si
era soffermato tra le tombe, salutando [coloro che vi erano
seppelliti] e dicendo : "Ed in verità, insha Allah, dopo di voi io vi
seguirò !" ?
Egli (sas) usò l'espressione "insha Allah" anche per una cosa di cui era
sicuro. Ed era perfettamente equivalente , per lui (sas), usare questa
espressione nel caso della morte oppure nel caso della fede giacché
ambedue, per lui (sas), erano ugualmente certezze.
Quel che aveva in vista il Profeta (sas) era la sacralità (hurmah) del
Giorno poiché esso possiede dei segreti di Allah Altissimo che
elevano la sua eccellenza per i Suoi servitori.
Ed egli (sas) disse : "Noi siamo più prossimi a Mùsà di voi" (Nahnu
awwal bi-Mùsà minkum), alludendo, con il pronome di prima
persona plurale "noi", a se stesso ed alla sua Comunità. Pertanto noi
siamo più vicini a Mùsà (as) che gli Ebrei, poiché essi non hanno
creduto a tutto quel che Mùsà (as) aveva apportato loro. Se essi
avessero creduto in tutto, allora avrebbero creduto in Sayyiddina
Muhammad (sas) e nel suo Libro.
Noi siamo stati comandati di avere fede in lui (sas) ed in ciò che è
stato fatto scendere su di lui (sas). Poi il Vero ci ha informati a
proposito di questo e ciò che Egli ha detto è verità. Pertanto è
impossibile, nella Comunità di Sayyiddina Muhammad (sas), che colui
che è credente creda in una parte di ciò che è stato apportato e
miscreda invece in un'altra.
Allah ha fatto scendere su di noi alcune delle loro leggi così come ha
fatto scendere su di noi ciò che per noi è divenuto legge. E noi
crediamo a tutto, all'abrogante ed all'abrogato, di ogni legge. E non è
necessario per la Fede l'esistenza di una pratica, salvo quella pratica
la cui esecuzione è comandata. Ed è in questa misura che noi ci
differenziamo dagli Ebrei.
E' per questo motivo che alcuni dei nostri sapienti presumono che il
Giorno di 'Ashùrah sia il nono del mese di Muharram e nessun altro.
Tuttavia abbiamo riportato a proposito di tutto ciò qualcosa che ci fa
arguire che invece esso sia il decimo giorno, e questo qualcosa è lo
hadìth di Abù Ahmad bin 'Alì al Jurjànì (ra), che a sua volta lo riporta
da un hadìth di ibn Hayy da Dawùd ibn 'Alì, da parte di suo padre, da
parte di suo nonno, in cui si narra che il Profeta (sas) disse : "Se sarò
ancora vivo il prossimo anno digiunerò un giorno prima ed un giorno
dopo".
E corrobora quel che noi andiamo dicendo ciò che Muslim riporta,
sempre da parte di ibn 'Abbàs (ra), che disse : "Quando l'Inviato di
Allah (sas) digiunò il Giorno di 'Ashùrah e comandò che in esso si
digiunasse, essi replicarono : "O Inviato di Allah (sas) , ma esso è un
giorno che gli Ebrei ed i Cristiani onorano !", l'Inviato di Allah (sas)
rispose loro : "Se ci sarò ancora il prossimo anno, insha Allah, allora
digiuneremo [anche] il nono giorno." Ma quando giunse il nuovo
anno ormai la vita [terrena] dell'Inviato di Allah (sas) era giunta al
suo termine. Egli (sas) non digiunò il nono giorno per il fatto che quel
giorno fosse effettivamente 'Ashùrah ma digiunò invece il decimo
giorno, come Giorno di 'Ashùrah, a controprova che tale Giorno è
appunto il decimo.