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ِ ‫جود‬

‫والق َد ْم‬ ُ ‫الو‬ ِ ‫ي ِجب‬


‫هلل‬ ‫المطْلَ ُق َع ّم‬ ‫نى‬ ِ ‫َك َذا البقاء‬
‫والغ‬
ُ ُ َ ُ ُ َ
ْ ‫َو ُخ ْل ُفهُ لِ َخل ِْق ِه بِالَ ِم‬
‫ثال‬ ِ ‫ف‬
‫والفعاَ ْل‬ ِ‫ص‬ ِ ‫وو ْح َدةُ ال ّذ‬
ْ ‫ات َو َو‬ ََ
‫ْم َحيَا‬
‫ل‬ ِ ُ‫وقُ ْدرةُ إرادة‬
‫ع‬ ‫بات‬
ْ ‫اج‬ ِ ‫سمع َكالم بصر ذي و‬
ُ َ َ َ َ َُ َ ُ ُ ْ َ
‫ويستحيل ضد هذه الصفتات‬ ‫ الحدوث ذا للحادثات‬D‫العدم‬
‫ واالفتقار عُ َّده‬D‫كذا الفنا‬ ‫الو ْح َد ْه‬
َ ‫وأن يماثَ َل و َن ْف ُي‬
‫عجز كراهة وجهل وممات‬ ‫ات‬
ْ ‫ص َم‬ ُ ‫مى‬ َ ‫وص َم ُم َوبَ َك ُم َع‬
َ
E' necessario attribuire ad Allah l'Esistenza e l'Eternità \ Così come
la Permanenza e l'Indipendenza assoluta nei confronti di tutto \ Egli
ha creato le creature senza ricorrere ad un archetipo \ [Egli è
dotato di] Unità dell'Essenza, degli Attributi e delle Azioni \ di
Potenza, di Volontà , di Scienza, di Vita \ di Udito, di Parola, di Vista
\ E' inconcepibile ascriverGli attributi contrari a queste Qualità \
Come l'inesistenza e l'insorgere delle contingenze \ Così come
l'estinzione, la dipendenza e la somiglianza\ e la negazione
dell'Unità \ L'impotenza, la soggiogazione , l'ignoranza e la morte \
La sordità, il mutismo , la cecità ed il silenzio

Nei versi precedenti l'autore ha enumerato le qualità che debbono


imperativamente essere attribuite ad Allah. O servitore, comprendi
dunque quali sono gli attributi che appartengono a te e se ti venisse
in mente di possedere uno degli Attributi menzionati sappi allora che
ti stai ponendo contro il tuo Signore.
L'Esistenza (al wujùd) è un Attributo che appartiene esclusivamente
ad Allah e per i Sùfì costituisce l'Entità stessa di Colui che accorda
l'esistenza. Si tratta dell'Essere Assoluto che non si può circoscrivere,
denominare, determinare. Rispetto alla Sua Realtà infinita,
all'Intensità della Sua Manifestazione ed all'Incommensurabilità della
Sua Luce, accanto alla Sua Esistenza non c'è spazio per nessuna altra
esistenza.
Sappi quindi che lo sguardo del conoscitore è incapace di distogliersi
da questo Essere così come lo sguardo della gente velata è incapace
di distogliersi dalla materia. L'apparizione del "significato", per
l'occhio spirituale, è più forte dell'apparizione della materia per
l'occhio fisico. Ecco perché il Sufi, quando si trova dinnanzi
all'apparizione dell'Essere Assoluto, si sprofonda nell'Immensità :
voltandosi verso l'Eternità egli la trova senza un principio. Portando il
suo sguardo verso la Permanenza egli la trova senza una fine...
Come l'Eternità è un Attributo che nega ogni prncipio, così la
Permanenza è un Attributo che nega ogni fine.
L'Essere Assoluto è Autosufficiente ed Indipendente. L'Essenza non
ha bisogno di nulla, né dei possibili (mumkinàt) né dei Suoi Stessi
Attributi. Essa sussiste per Se Stessa e non ha bisogno di nessuna
altra essenza, né di un luogo ove manifestarSi né di uno spazio ove
poter risiedere.
Si deve egualmente attribuirGli la totale trascendenza (mukhàlafah)
nei confronti delle contingenze (hawàdith)...Il Vero trascende ogni
contingenza e ciò mette al riparo il Divino dall'attribuzione di
modalità (takyìf), dalla rappresentazione (tashbìh), dalla
delimitazione (taqyìd).
E può anche accadere che il velo che dissimula l'attributo della
trascendenza si sollevi alla vista del conoscitore. Allora egli arriverà a
capire che il Vero trascende la trascendenza stessa.
Sappi fratello mio che se tu non sei ancora riuscito a cancellare
l'esistenza nella contemplazione dell'Adorato, se continui ad ostinarti
a non riconoscere che il Compagno è più importante del cammino
stesso [Cfr. ad un hadìth che recita : "Ar Rafìq qabla at Tarìq",
sollecitando colui che si appresta al viaggio di scegliersi un
compagno prima della partenza], tu ti getterai in un abisso dal quale
non potrai uscire a meno che non ti soccorra la Sollecitudine divina.
….
Occorre attribuire ad Allah l'Unità assoluta (wahdàniyyah) nella Sua
Essenza, nei Suoi Attributi, nei Suoi Atti...L'Unità del Vero non
ammette niente di più e niente di meno che questo : "Allah era e
nulla era con Lui, ed Egli è come è sempre stato".
Gli Attributi divini non esistono per se stessi. Essi non saprebbero
sussistere indipendentemente dall'Essenza che ne è caratterizzata
(mawsùf). Per quanto riguarda l'Unità degli Atti è sufficiente dire che
non vi sono atti nel cosmo se non quelli di Allah.
….
Una volta terminato di parlare degli attributi "apofatici" (salbiyyah) di
Allah, l'autore parla di quelli "intellegibili" (ma'nawiyyah), grazie ai
Quali la creazione esiste come un recipiente pieno di significati...E' a
causa dell'intensa manifestazione di questi Attributi "intellegibili" che
l'Uno si è sottratto agli sguardi.
Questi attributi sono in realtà un velo che nasconde l'Essenza divina.
E' a causa della forza della loro manifestazione che i veli si sono
succeduti gli uni agli altri: così la Potenza rappresenta il velo del
Potente, la Volontà quello del Volente, la Scienza quello
dell'Onnisciente, la Vita quello del Vivente, l'Udito quello
dell'Udente, la Parola quello del Parlante e la Vista quello del
Vedente.
Così , colui che si arresta al livello degli Atti divini si troverà velato nei
confronti degli Attributi divini e colui che si limita alla
contemplazione degli Attributi divini si troverà velato nei confronti
dell'Essenza.
L'Essenza rimane così "dissimulata" , ed anche gli Attributi si sono, a
loro volta, sottratti agli sguardi : la Potenza si è velata con le
molteplicità dei "luoghi di apparizione" (madhàhir), la Volontà si è
dissimulata per mezzo dei "pensieri suggestionanti" (khawàtir), la
Parola si è dissimulata per mezzo della varietà dei suoi modi di
espressione (lettere, suoni,…), la Vita per mezzo della sua inerenza
all'Essenza divina, l'Udito e la Vista per mezzo dell'intensità della loro
manifestazione nella creazione, la Scienza per mezzo della
trascendenza delle scienze divine e per la moltitudine delle
informazioni esistenti.
Questi sette Attributi intellegibili si sono a loro volta suddivisi per
dominio di appartenenza : Udito, Vista e Parola appartengono al
mondo manifesto ('àlam an nasùt). Potenza, Volontà e Scienza
appartengono al Regno Celeste ('àlam al malakùt). La Vita
appartiene al dominio dell'Onnipotenza ('àlam al Jabarùt). In tutti i
casi, gli Attributi rimangono inseparabili dall'Essenza divina che tutto
abbraccia e sempre rimane a tutto assolutamente trascendente.
Sappi allora che l'inerenza di questi Attributi rispetto alla creazione è,
nella terminologia dei Sùfì, una semplice allusione alla loro
manifestazione per mezzo di Essi Stessi. E' la creazione ad essere
contenuta negli Attributi divini e non il contrario e se tu cerchi quel
che si trova dietro questa esistenza tu vedrai che non vi è nulla salvo
l'Unicità divina in Essenza, Attributi ed Atti. Ed il Suo Agente non è
che l'Uno.
Dopo aver elencato i principali Attributi divini che ogni credente deve
conoscere, viene quindi menzionato quel che non si può in alcun
caso attribuire ad Allah. E quel che è impossibile attribuire ad Allah è
allora inerente al servitore.
Per i Sùfì infatti, l'uomo è un'immagine del Cosmo e quel che si trova
nel macrocosmo si trova anche in lui.
Tutto quel che procede dal Comando divino "Kun !" si riferisce a quel
che è altro dal Divino. E' dunque alle creature che si deve attribuire
l'inesistenza e la contingenza, che sono attributi della creazione.
E' tuo dovere dunque, fratello mio, conoscere quel che tu realmente
sei. Usa l'occhio del tuo cuore ed osserva come la tua esistenza ha
avuto inizio : tu sei il prodotto del nulla ! Una volta che tu avrai
scoperto chi sei realmente, Egli ti farà dono della Sua Esistenza.
La non-esistenza fa dunque parte dei tuoi attributi così come di quelli
dell'Universo intero. Quando avrai accettato questa idea Egli ti
donerà della Sua Esistenza. Ma se tu ti permetterai di attribuirti una
qualche esistenza allora ti sarai posto contro di Lui per mezzo di un
bene che Lui Stesso ti ha accordato. Come puoi infatti arrogarti
l'esistenza quando la prova del contrario si trova dinnanzi ai tuoi
occhi ed è la tua stessa contingenza (hudùth)? E tu stesso sai che
appena ieri tu eri nel nulla. "Non è forse intercorso un lungo lasso di
tempo nel quale l'uomo non era una cosa degna di menzione ?"
(Cor.76,1) . Come dunque osi pretendere di detenere una qualche
esistenza? Chi ti ha fatto apparire e vedere il mondo?
Invero tu non esisti realmente, poiché l'Esistenza vera non
appartiene che ad Allah ! E' Lui che ha voluto che l'Esistenza fosse al
fine di manifestarSi in essa. Senza la Sua Manifestazione in seno al
Cosmo gli occhi non avrebbero mai potuto percepire il creato.
Ha scritto un Sùfì :
E' Lui solo che ha esistenziato le cose del mondo \ Ed è per esse
l'Unica fonte di Esistenza \ Senza la Sua Esistenza nulla avrebbe avuto
la sua manifestazione
L'estinzione (fanà') è ugualmente uno dei tuoi attributi. Sappi,
fratello caro, che prima di estinguerti e di annientarti tu sei già
estinto ed annientato. Tu sei un'illusione dentro un'illusione, un nulla
dentro un nulla. Quando è che tu sei realmente esistito perché tu
possa annientarti? Tu sei simile ad "un miraggio in mezzo al deserto,
che l'assetato scambia per acqua, ma quando vi arriva non vi trova
nulla , ma vi trova Allah" (Cor.24,39). Se tu cercassi dentro l'anima
tua non vi troveresti che Allah. Detto in altri termini, al posto di
trovare la tua anima è Lui che troveresti. Allora, di te, non
rimarrebbe che un nome senza forma, giacché l'Esistenza appartiene
ad Allah solo e non a te.
Se tu arrivi a riconoscere quel che appartiene soltanto ad Allah ed a
spogliare la tua anima da ciò che non le si addice, vedrai che essa è
simile ad una cipolla fatta a strati : volendo pelare completamente
questa cipolla, si comincia con il levare la prima pelle, poi la seconda,
poi la terza e così via sino a che non resta più nulla della cipolla
stessa.
Anche se si ammettesse l'ipotesi che tu possieda un'esistenza
relativa, tale esistenza rimane eternamente tributaria di Quella di
Allah : senza di Lui svaniresti istantaneamente. Tuttavia, malgrado la
sua precarietà e la sua dipendenza totale nei confronti del Divino,
l'uomo si permette di sostituirsi al Vero come se potesse refutarne
l'Unicità.
Insistendo sul principio di Unicità e di Incomparabilità (mumàthalah)
del Vero, l'autore vuole dire che il servo che pretende di possedere
un'esistenza propria si sostituisce indirettamente ad Allah e ne nega
implicitamente l'Unicità (nafì-l-wahdah).
Come si può proclamare il Tawhìd di Allah e la Sua Singolarizzazione
assoluta (tafrìd) ammettendo due esistenze distinte : quella del Vero
e quella dell'uomo? Tale affermazione, per i Sùfì, costituisce una
sorta di associazionismo, cioè il maggiore di tutti i peccati : "Allah
non ama che Gli si attribuiscano degli associati" (Cor.4,116).
Si racconta che Rabi'a al Adawiyyah (ra) incontrò un giorno uno degli
gnostici e gli domandò notizie sul suo cammino spirituale. Costui
rispose : "Ho assegnato a me stesso la via degli obbedienti e non ho
mai peccato da quando Allah mi ha creato". Ella allora gli disse :
"Maledizione a te ! La tua esistenza è un peccato che non ha
eguali !".
Sforzati dunque, fratello, di seguire la via di coloro che professano il
Tawhìd in modo autentico e che non attribuiscono l'Esistenza che ad
Allah! Il Sùfì che afferma la sua esistenza si rende colpevole di
associazionismo nei confronti di Allah. Ma una simile idea è lungi dai
Sùfì, mentre è l'opposto per la gente comune, che non può impedirsi
di attribuire l'Esistenza ad altri che Allah. Ed è in ciò che si trova ogni
male.

L'impotenza ('ajz) è un altro degli Attributi umani. L'Onnipotenza non


appartiene che ad Allah ed a nessun altro : né Angelo ravvicinato, né
Profeta inviato ne possono disporre e neppure essere di beneficio o
nuocere a chicchessia, di per se stessi o per mezzo di qualcun altro se
Allah non lo vuole : “Coloro che invocate all'infuori di Allah non
potrebbero creare neppure una mosca, neanche se si unissero a tal
fine" (Cor.22,73). Realizza dunque la tua impotenza ed Egli ti
accorderà la Sua Onnipotenza.
Ed è lo stesso per la costrizione (karàha) : anch'essa è propria
dell'essere umano, la Volontà (iràdah) essendo uno degli Attributi
esclusivi del Vivente, e se tu tentassi di qualificartene , allora avresti
caratterizzato il tuo Signore con il suo opposto.
In realtà, tu non possiedi alcuna volontà propria e non hai nulla a cui
aspirare. Conosci dunque i tuoi limiti in modo da non
rischiare di cadere in disgrazia agli occhi del tuo Signore. Colui che
rimette ad Allah la Volontà vivrà in sicurezza, colui
che gliela disputa sarà costretto a vivere tormentato.

Dice il Vero in uno degli ahàdith qudsì : "O Mio servitore, tu vuoi ed
Io Voglio. Se tu ti sottometti a ciò che Io voglio, Io
prenderò in carico quel che tu vuoi. Se tu Mi disputi quel che Io
voglio, Io ti respingerò in quel che tu vuoi : e non può
sussistere che quel che Io voglio"
Rimetti dunque la tua volontà ad Allah ed abbandonati alla Sua
Opera. La rinuncia alla volontà è cosa propria agli iniziati,
mentre la contestazione del Suo Decreto è la qualità degli ignoranti e
dei negligenti.
Sebbene il murìd, all'inizio del proprio cammino, sia egli stesso
animato da una volontà propria, quella di avvicinarsi ad
Allah, egli dovrà, alla fine, abbandonarla per Allah. E chi si troverà
animato da una volontà propria, allora si sarà
allontanato dalla via del proprio Signore. Scopri quindi come tu sia
assoggettato alla Volontà divina.
Un Sùfì un giorno ha scritto :

"Sottomettiti a Salma e va ovunque lei vada \ Segui i venti del


Destino ovunque essi spirino" [Si attribuisce questo verso
poetico a Sìdì Ahmad ibn 'Uqba al Hadramì (ra) maestro di Sìdì
Ahmad Zarrùq (ra), il quale disse : "Salma, io dico,
simboleggia la Legge divina (Shari'ah)"]
Un altro tra gli attributi appartenenti all'essere umano è l'ignoranza
(jahl). Tu ignori quel che tu sei realmente, come puoi
sperare di conoscere il tuo Signore ? La priorità, per te, dovrebbe
essere quella di conoscere la tua stessa anima e risalire
alle tue origini : tu non sai chi sei, né da dove provieni ! Tu ti sei
ritrovato in un mondo nel quale tu effettui un
percorso prima di , alla fine, abbandonarlo. Tutta la conoscenza che
possiedi di te stesso è limitata a dire che tu vieni dal
nulla , senza neppure conoscerne il senso. Parlando in tal modo
infatti, è come se tu attribuissi un'esistenza al nulla,
facendone un mondo reale dal quale tu saresti provenuto ed al quale
tu andresti a ritornare.

Disse il Profeta (sas) : "Allah era e nulla era con Lui". Assieme
all'Esistenza di Allah non vi è "spazio" neppure per
il nulla. Attribuendo esistenza ad altro che l'Eternità tu dimostri
quanto sia limitata la tua conoscenza : tu sei un
ignorante che non conosce l'ampiezza della propria ignoranza.
La morte (mawt) fa parte dei tuoi attributi, o servo di Allah, mentre la
vita (hayàt) non ti appartiene assolutamente : tu
non hai che la "forma" del vivente. Sei simile ad una persona che
fosse posseduta da un jinn e che si mettesse a pretendere
di essere qualcun altro. Se invece tu corri dal tuo Signore e metti il
tuo corpo intero tra le Sue Mani, Egli , come fece con
tuo padre Adamo (as), insufflerà in te del Suo Spirito, perdonerà le
tue offese e farà di te il Suo vicario nella creazione. Là tu potrai
esclamare : "Io sono vivo !", poiché avrai realizzato la morte. Ma se
tu ti attribuisci la vita pensando di esistere indipendentemente da
Allah, tu ti starai ribellando contro di Lui che ha detto : "Non vede
forse l'uomo che lo abbiamo creato da una goccia di sperma? Ed
eccolo in manifesta polemica" (Cor.36,77). Ritorna allora, fratello
mio, verso la proporzione più appropriata per te, cioè la morte, e
resta così sino a che Allah non ti assista con uno "Spirito che
proviene da Lui" (Cor.58,22)
E quanto sinora detto vale anche per la sordità (samam) : anch'essa
fa parte dei tuoi attributi. Tu sei sordo poiché Allah solo possiede
l'udito : Egli è Colui che Ode. Dall'istante in cui tu ti sei attribuito
l'udito, tu sei divenuto sordo. L'udito è talmente presente in te che
tu non puoi più udire. E se tu ascoltassi veramente, in ogni istante, tu
ascolteresti il Discorso (khitàb) di Allah, poiché Egli non ha mai
cessato di essere Parlante. Giammai Gli si potrebbe attribuire il
silenzio.
E dove ti poni tu, in rapporto alla Sua Parola ? Arrivi ad ascoltarLa,
quando non sei che un sordo , prigioniero del nulla? Se tu esistessi
veramente, allora intenderesti la Parola dell'Adorato. Ma come può il
sordo intendere l'Appello ? "Ma i sordi non odono il richiamo
quando li si avverte" (Cor.21,45). Se tu avessi inteso l'Appello divino
allora avresti già risposto. Ma come potresti rispondere dacché tu
non sei altro che muto?
Infatti anche il mutismo fa parte dei tuoi attributi : come potresti
infatti essere dotato di parola dal momento che la Parola è Attributo
esclusivo del tuo Signore ? Se tu possedessi realmente la parola tu
saresti atto al colloquio ed agli intrattenimenti divini. Ma non si tiene
compagnia al muto, ed è quindi a motivo di ciò che sei stato privato
di questa stazione.
Ma se tu realizzi il tuo mutismo Egli ti accorderà la Sua Parola. Tu
parlerai per mezzo del Suo Linguaggio e potrai intrattenerti con Lui. E
così via sino al giorno in cui il tuo udito diverrà il Suo e tu non potrai
più ascoltare se non per mezzo di Lui.
L'ultimo dei tuoi attributi, o uomo, è la cecità ('amà) : tu sei cieco e
se fossi veramente "vedente" vedresti il Suo Nome "il Manifesto".
Ma attualmente tu non distingui che il luogo di manifestazione. E
come potresti avvederti di Lui allorché l'esistenza di altro da Lui
rimane ai nostri occhi più evidente che la Sua ? Come potrebbero
distinguere il Divino degli occhi per i quali l'apparizione della
creazione è più forte di quella del Vero ? Egli è troppo Esaltato che
un velo possa coprirLo ! E' piuttosto la cecità che ti ha colpito e ti ha
accecato...
Se tu realizzi in te stesso questo stato di cecità, se tu ti avvicinerai a
Lui con le opere che Egli gradisce , Egli diverrà il tuo udito e la tua
vista. Allora tu non ascolterai che Lui e non vedrai che Lui : tu
distinguerai le cose per mezzo della Sua Vista ed ascolterai per mezzo
del Suo Udito. Questo è lo scopo del cammino e della prossimità ad
Allah.
Medita dunque, fratello mio, il fatto che la cecità è parte dei tuoi
attributi. Sarà allora che i raggi della Vista penetreranno sino a te ed
allora tu arriverai ad intendere quel che non eri capace di intendere
ed a vedere quel che non eri capace di vedere.
Ma non raggiungerai questo stato se non quando tu avrai conosciuto
te stesso ed avrai ammesso la tua vera condizione, e cioè il fatto che,
in verità, tu non hai esistenza [propria].
Dopo aver enumerato gli Attributi propri esclusivamente ad Allah ed
aver elencato quelli pertinenti all'essere umano, l'autore menziona
quel che appartiene all'ordine del "possibile" (jà'iz) per Allah.
Scrive :

ْ ‫الم ْم ِك‬
‫نات‬ ‫ل‬ ‫ع‬
ْ
ِ‫حق ِه ف‬
ُ ُ ِّ ‫يجوز في‬ ُ ‫ في العدما ْن‬D‫بأس ِرها وَت ْر ُك َها‬
ْ
Egli può compiere le cose possibili \ ma anche lasciarle nella non-
esistenza
Affermando questo egli ci informa che Allah è il Solo capace di far
apparire ciò che è altro da Lui (al mumkinàt -> cioè i "possibili" , ciò
che non è necessario che sia e ciò che non è necessario che non sia)
oppure lasciarlo nel nulla (non conferirgli esistenza). In verità,
non è "totalmente corretto" dire che Allah fa manifestare le cose,
poiché l'Esistenza unica ed assoluta non ammette altra
esistenza che la Sua.

Ecco perché l'autore ha detto : "Egli può compiere le cose possibili",


ma può anche "lasciarle nella non esistenza", [cioè
non-compierle].
Occorre infatti tenere conto che le cose, per se stesse, non
possiedono né manifestazione propria, né esistenza, né
sussistenza, salvo tramite la loro partecipazione alla Sua
Manifestazione, alla Sua Esistenza ed alla Sua Sussistenza. E'
dunque impossibile che le cose possano manifestarsi o sussistere per
se stesse.Ed è così che Allah ha fatto apparire le cose
manifestandoSi in esse.

Uno dei conoscitori ha scritto a tal proposito :


Allorché Tu hai dato forma alla Tua creazione, in essa Ti sei
manifestato \ Così, è in quest'ultima che i veli sono comparsi \ Dalla
Tua Stessa Esistenza Tu hai estratto una manciata \ E la creazione
non può essere unita a Te né separata

ِ ‫وجزدهُ لَه َدليل‬


‫قاط ْع‬ َّ ِ‫ث ل‬
‫لصانِ ْع‬ ِ ‫حاجةُ ُك ِّل م ْح ّد‬
ُ ُ ُ ُ

La prova della Sua Esistenza è irrefutabile: \ il bisogno di ogni


creatura (muhdath : contingente) di avere un Creatore (sàni')
L'autore del testo tratta in questo punto la prova dell'Esistenza del
Vero : il mondo Manifestato. Nel mentre che questo mondo
costituisce la prova dell'Esistenza del Vero, esso rimane comunque
un ostacolo che impedisce all'uomo di raggiungere la conoscenza
divina. Chiunque si fermi a questa prova sarà condannato a rimanere
velato nei confronti del Suo Signore, poiché Lo avrà voluto conoscere
per mezzo di altro che non Egli Stesso.
E' stato detto : "Niente può provare il Vero se non il Vero Stesso :
niente può arrivare a Lui se non grazie ad Egli Stesso".
Occorre dunque sapere che ogni prova \ dimostrazione costituisce
un velo rispetto a quel che viene provato, ed ogni volta in cui si
ricorre ad un argomento, ci si sottomette [volenti o nolenti] alla sua
argomentazione.
L'Esistenza di Allah può essere provata solo grazie a Lui. Implora
quindi il Suo Soccorso e ricercaLo : Egli risponde sempre a colui che
Lo invoca : "Non è forse Lui che risponde quando l'affranto Lo
invoca e che libera dal male...?" (Cor.27,62). L'innamorato cerca per
forza il suo Amato e non potrebbe essere consolato da altri che Lui.
Come potrebbe accontentarsi del creato per provare l'esistenza del
Creatore ? Quindi non bisogna riferirsi alla creazione per provare
l'Esistenza del Creatore, ma essere "in compagnia" del Creatore
Stesso, così come dice l'autore : "Il bisogno di ogni creatura di avere
un Creatore". Questa è la vera necessità dell'essere umano : ogni
altra cosa non è che un fardello supplementare.

‫ت بَِن ْف ِس َها األ ْكوا ُن‬


ْ َ‫لو َح َدث‬ ُّ ‫آل ْجتَ َم َع التَّسا ِوي‬
‫والر ْج َحا ُن‬

Se l'Universo avesse preso esistenza da se stesso \ si troverebbero


riunite assieme eguaglianza e preponderanza
Abbiamo già fatto allusione a ciò quando abbiamo affermato che la
creazione è incapace a manifestarsi da se stessa : dove potrebbe
infatti trovarsi, prima ancora di prender forma? Dal momento che
sappiamo che [accanto all'Eternità] la creazione non ha né realtà né
nome né forma, né menzione, né contraddistinzione, né identità, né
storia, né esistenza, e che non vi era alcuna traccia di essa, come si
potrebbe dunque concepire l'esistenza del niente in rapporto
all'Eternità pura (al Qidam al mahd)?
Ha detto Ibn 'Atà Allah (ra) : "Come potrebbe manifestarsi l'esistenza
nel niente? Come il contingente potrebbe sussistere accanto
all'Eternità?"
E possiamo aggiungere che la creazione non potrebbe in alcun caso
apparire da se stessa né in maniera spontanea. Essa infatti "è"
soltanto grazie alla manifestazione di Colui che l'ha fatta apparire
dopo essere apparso in essa : "Allah è la Luce dei Cieli e della terra"
(Cor.24,35). E non ha nessun bisogno da soddisfare né aspirazione da
realizzare

‫دوث العالَ ِم‬


ُ ‫وذا ُم َح ُل َو ُح‬ ‫الزِم‬ ِ ‫ِمن ح َد‬
ِ ‫ث األ ْع‬
ُ َ‫راض مع ت‬ َ ْ

Ed è impossibile che il sovvenire del mondo \ sia causato dal


sovvenire di accidenti tra loro collegati
Dopo aver dimostrato che la contingenza del mondo costituisce la
prova dell'Esistenza di Allah, ed è, al contempo, un freno che
impedisce all'uomo di pervenire a Lui, l'autore vuole distogliere il
lettore dall'idea che il mondo possa essere senza un inizio (bi dùna
awwaliyyah).
Dicendo : "il sovvenire del mondo" egli vuole focalizzare l'attenzione
sul fatto che il mondo, dalla sua cosa più piccola alla più grande, nelle
sue componenti materiali e spirituali, o, detto in altri termini, tutto
ciò che è altro da Allah, fa parte delle cose create.
Contrariamente al Principio (asl) che trascende tutto e rimane al di
sopra di ogni accidente del mondo manifestato, la creazione si
rinnova ad ogni istante e muta in continuazione.
Senza ricorrere ad alcuna dimostrazione, gli iniziati percepiscono
questa realtà per svelamento: allorché Allah ha fatto scoprire loro la
Presenza dell'Eternità (hadratu-l-qidam) ed ha permesso loro di
contemplare il Mondo della Purezza ('alamu-s-safà') essi hanno
compreso che la creazione è in continuo mutare.
Il Principio, in quanto a Lui, rimane Puro, scevro da ogni oscurità,
come ben descritto da Sìdì ibn al Fàrid :
E' limpidità ma non è acqua \ E' fluidità ma non è aria \ E' luce ma
non è fuoco \ E' spirito ma non ha corpo
All'infuori dell'Eternità, tutto è contingente. Non può contestare
questa affermazione se non un ignorante o colui che è
completamente preso da questo mondo. Altrimenti, per ogni
persona dotata di vista chiara , la contingenza del mondo è così
evidente come lo sono le onde sulla superficie del mare.
E si dice a tal proposito :
L'oceano rimane come è sempre stato dall'eternità \ Le cose create
per lui non sono che onde e correnti

‫ص َفهُ لَ ِز ْم‬ ِ ُ ‫لَو لَم ي‬ ‫ْس ُل ُحتِ ْم‬


ْ ‫ك الق َد ُم َو‬َْ ْ ُ ‫ُح ُدوثُهُ َد ْو ُر تَ َسل‬
ِ ‫ك ال َفناء ال ْنَت َفى‬
‫الق َد ْم‬ ُ َ‫لَ ْو لَ ْم ي‬ ‫ْق ُح ُدوثُهُ انْ َحتَ ْم‬
َ ‫لَ ْو َماثَ َل ال َخل‬
ُ

Se Egli non avesse l'Eternità tra i Suoi Attributi \ Il Suo sovvenire si


muoverebbe perpetuamente incatenato in circolo \ Se l'estinzione
Gli fosse possibile la Sua Permanenza sarebbe negata \ Ed il Suo
sovvenire sarebbe necessariamente simile a quello della creazione
L'autore qui dimostra gli Attributi divini incominciando con quello
dell'Eternità, che evoca la mancanza di un inizio per l'Essere
Assoluto. Per ciascuna dimostrazione egli usa il condizionale e questo
procedimento è alquanto utile con i fanciulli musulmani che stanno
apprendendo l'Islàm.
Quanto agli gnostici, radicati nella stazione della contemplazione
divina, essi non accordano nessuna attenzione a questo genere di
ragionamento : essi hanno troppa vergogna di proferire tali
espressioni in presenza del Signore ed ancor di più ancora ad
immaginare che la Divinità (Ulùhiyyah) possa essere toccata dalla pur
minima cosa. Tali idee non sarebbero capaci di attraversare il loro
spirito. Essi sono talmente prossimi alla Presenza divina e la loro
certezza è così intensa che non fanno giammai allusione a questo
genere di dimostrazioni, nemmeno per iniziare i loro discepoli, salvo
quando vogliono portare, in questo modo, alla loro attenzione
qualche allusione allegorica, come per esempio, dicendo : "Se
l'Eternità non fosse un Suo Attributo e l'Inifinità una Sua Qualità, ciò
implicherebbe una qualche altra esistenza accanto alla Sua, e se altro
che Lui potesse esistere, ciò implicherebbe che questo altro possa
occupare un qualche posto in seno all'Esistenza e questo vorrebbe
dire che Allah potrebbe essere "localizzato" quando invece Egli è
Assoluto (Itlàq)."
Infatti, come esige il Nome divino "as Samad", l'Essenza divina non
lascia altro spazio che a Se Stessa, neppure al nulla : "Se l'estinzione
Gli fosse possibile, la Permanenza Gli sarebbe negata", nel senso
che se l'estinzione, cioè il nulla, la non-esistenza o la contingenza
esistessero realmente, la Singolarità dell'Eternità, l'Essere Assoluto,
sarebbe negato.
Detto in altri termini : se il nulla ('adam) potesse esistere accanto
all'Eternità, si tralascerebbe una delle Sue peculiarità, e cioè
l'escludere ogni altra esistenza oltre alla Sua.
Allah è, e niente può esistere accanto a Lui, né esistenza né non-
esistenza.
Si noti comunque che, se si meditano un poco concetti come il
"nulla" od il "non-essere", vi si trovano ugualmente delle verità
divine e ciò è dovuto al fatto che il Vero non possiede nulla privo di
verità. Ecco perché la "Presenza dell'Unione" o "Presenza dell'Essere"
, cioè la Presenza totalizzante tutte le Realtà è denominata "La Verità
delle verità" (Haqìqatu-l-haqà'iq). L'impossibile stesso riveste una
realtà che le genti ignorano : "Ovunque vi volgiate , là è il Volto di
Allah" (Cor.2,115).
In più, il segreto di ciascuna cosa è contenuto nel suo contrario
(addàd). Infatti, senza di esso, quella data cosa non avrebbe potuto
apparire.
Questa parola non può essere compresa che da colui che ha
realizzato il significato dell'Unicità (Wahdàniyyah) e ne ha appreso le
implicazioni.
In quanto a coloro che sono velati (mahjùbùn), la loro conoscenza si
limita al fatto che Allah è Uno (wàhid), cioè che Egli non è né
composto né assimilabile, ma senza però comprendere che l'Unicità
della Sua Esistenza implica che nulla può esistere all'infuori di Lui.
Ciò è ugualmente valido per l'Incomparabilità divina (mumàthala) :
nulla può esserGli simile. Infatti, quando qualcosa è realmente
esistita, per poterGli essere simile ?
Ha detto Allah : "Nulla è simile a Lui, ed Egli è Colui che Ode e che
Vede" (Cor.42,11), poiché nessuna cosa esiste veramente.
E soprattutto non pensare che questo basso mondo abbia un qualche
valore. Esso non è nulla ! Non credere che questo basso mondo
possa esistere al di fuori della Presenza divina od indipendentemente
da Essa. Esso, al contrario, non è che una delle Sue Manifestazioni,
uno dei Suoi Segreti, una delle Sue Luci. Infatti il Signore, l'Altissimo,
dice : "Allah è la Luce dei Cieli e della terra" (Cor.25,35)
"Così mostrammo ad Abramo il regno dei cieli e della terra, affinché
fosse tra coloro che credono con fermezza. Quando la notte
l'avvolse, vide una stella e disse: “Ecco il mio Signore!”. Poi quando
essa tramontò disse: “Non amo quelli che tramontano”. Quando
osservò la luna che sorgeva, disse: “Ecco il mio Signore!”. Quando
poi tramontò, disse: “Se il mio Signore non mi guida sarò
certamente tra coloro che si perdono!”. Quando poi vide il sole che
sorgeva, disse: “Ecco il mio Signore, ecco il più grande!”. Quando
poi tramontò disse: “O popolo mio, io rinnego ciò che voi associate
ad Allah!"" (Cor.6, 75-78)
Sappi che, facendo questo discorso, Sayyiddina Ibràhìm (as) era lungi
dal fare qualsiasi tipo di "assimilazione". E come avrebbe potuto, dal
momento stesso in cui il Signore Stesso ci informa di avergli fatto
conoscere i misteri del Regno.
Sayyiddina Ibràhìm (as) non si è espresso così se non per
esemplificazione. Scoprendo la "Verità delle verità" , Quella a cui si
riferisce il versetto : "Ovunque vi volgiate, là è il Volto di Allah"
(Cor.2,115) egli (as) ha tentato di trasmettere questa conoscenza al
proprio popolo nella speranza che esso impari a riconoscere Allah in
ogni cosa e ciò costituisce il timore reverenziale (taqwah) nei
confronti di Allah : "Temete Allah come Egli deve essere temuto"
(Cor.2,102).
Purtroppo però, la loro ragione non arrivò ad assimilare questa
ambiguità, che divenne un argomento a loro sfavore. "Questo è
l'argomento che Noi ispirammo ad Ibràhìm contro la sua gente"
(Cor.6,83).
Avendo compreso che i suoi erano incapaci di raggiungere questa
verità, Sayyiddina Ibràhìm (as) disse loro : "Io volgo il mio volto
esclusivamente verso Colui che ha creato i cieli e la terra e non sono
tra coloro che associano" (Cor.6,79)

ِ ‫ف‬
‫الغنى لَهُ ا ْفَت َق ْر‬ ُ ‫ص‬ ِ ِ ِ‫لَو لَم ي ُكن ب‬
‫واح ِد لَما قَ َد ْر‬
ْ ‫ب َو‬
ْ ‫لَ ْو لَ ْم يَج‬ ْ َْ ْ

Se l'Indipendenza non fosse un Suo Attributo \ Vi sarebbe allora


bisogno di un altro oltre a Lui \ Se il Divino non fosse
Solo ed Unico \ Senza dubbio non potrebbe essere Onnipotente
Per mezzo della propria Unicità il Vero trascende ogni dualità. Nulla
esiste con l'Unità Suprema (Ahadiyyah)...Questo è il
vero significato della formula teologica che recita : "Tawhìd Allah fì-
dh-Dhàti wa-l-Sifàt wa-l-Af'al" (Il Tawhìd di Allah
nell'Essenza, negli Attributi e negli Atti). E' a motivo di ciò che
l'autore afferma che se Allah non fosse Uno non avrebbe
potuto manifestare i possibili oppure lasciarli nel non-manifesto.
Analogamente, se i Suoi Attributi potessero essere
posseduti anche da altri, l'Onnipotenza divina ne sarebbe, per ciò
stesso, diminuita.
Allah è dunque Uno, in Essenza, Attributi ed Atti, che costituiscono
altrettante manifestazioni dei Nomi e degli Attributi
divini, in mancanza dei quali l'universo intero sarebbe annientato di
fronte alla manifestazione diretta dell'Essenza divina.
E se la creazione potesse separarsi dai Nomi e dagli Attributi divini,
essa non potrebbe più essere distinta dal fatto di non
avere un'esistenza propria.

Dimostrazione degli Attributi Intellegibili

‫لَ ْو لَ ْم يَ ُك ْن َحيّاَ ُمري َدا َعالِ َما‬ ‫ت َعلَ َما‬ ِ َ‫وق‬


َ ْ‫اد َرا لَ َما َرأءي‬ َ

Se il Divino non fosse Vivente \ Volente, Sapiente e Potente \


Nessun mondo sarebbe mai comparso
Se questi Attributi divini non si fossero manifestati mediante la
creazione, tu non avresti mai potuto percepire questo
mondo. In verità, le cose non sono manifeste che grazie alla
manifestazione degli Attributi divini; senza di essi il Cosmo
sarebbe vano e votato all'estinzione. Ecco perché l'autore continua la
sua esposizione affermando :
ِ ‫ت الٌَقضايا‬
‫باط ُل‬ ِّ ‫الس‬
ِّ ‫والتَّالي في‬
Tutto ciò che non è questi sei Attributi è vano
Con l'espressione "sei attributi" l'autore allude ai sei Attributi divini
che sono : Potenza, Volontà, Scienza, Udito,
Vista, Parola. Tutto ciò che fuoriesce dalla cerchia di questi sei è
vano. Si noti che l'autore non menziona qui il settimo
Attributo, cioè la Vita, per la semplice ragione che la Vita di Allah,
contrariamente agli altri Attributi, non si lega a
nessuna creatura. L'Essere Puro, [in Se non-manifesto] si manifesta
attraverso la Manifestazione dei Suoi Nomi ed Attributi .
Poi l'autore aggiunge :
Se la Divinità non fosse Vivente \ Volente , Sapiente e Potente \
Nessun mondo sarebbe mai comparso
Una volta parlato della Volontà e della Scienza in quanto Attributi a
cui si lega la creazione prima della sua manifestazione, l'autore va ad
enumerare gli Attributi a cui essa si lega dopo la sua formazione e
manifestazione.

‫والكالم‬ ‫والبصر‬ ‫والس ْم ُع‬ ‫رام‬ ِِ


ُ ُ َّ ُ ‫بالنقل َم َع كمالته ُم‬

L'Udito , la Vista e la Parola sono Attributi \ attestati in maniera


razionale
Infatti non è che dopo l'apparizione della creazione che tali Attributi
si legano ad essa, nel senso che l'Udito e la Vista non possono
collegarsi a qualcosa se non dopo che essa sia effettivamente
esistente.
Ne risulta quindi che la prima categoria di Attributi divini è collegata
al volto nascosto delle cose, mentre la seconda è collegata al loro
volto manifesto.
Pertanto, l'aspetto "latente" del mondo è Potenza, Volontà, Scienza,
mentre il suo aspetto "patente" è Udito, Vista e Parola.
E ricordiamo, ancora una volta in più, che la creazione non occupa
nessun posto "reale" accanto al proprio Signore : niente altro che
Allah può esistere assieme a Lui. Al di fuori di Allah tutto è vano e
perituro. Ecco perché l'autore aggiunge :
‫ال ُم ْم ِك ُن أو َو َجبَا‬
َ ‫استَ َح‬
ْ ‫لَ ْو‬ َ ‫الح َقاِئ ِق لُُز‬
‫وما ْأو َجبَا‬ َ ‫ْب‬َ ‫َقل‬

Se a Lui fosse necessario , oppure impossibile, creare \ le verità


sarebbero obbligatoriamente sovvertite
Detto altrimenti : se l'esistenza del contingente, cioè, quel che è altro
da Allah, dovesse essere o non essere, la creazione avrebbe allora più
considerazione di quel che essa merita.
Ma, in realtà, la creazione non possiede né attributo né qualità, né
nome né forma : non è neppure destinata all'estinzione essendo già
estinta. Se le si riconoscesse una qualche forma di esistenza , ciò
sarebbe una sorta di "associazionismo". Se la si dichiarasse
inesistente, sarebbe conferirle più attenzione di quel che essa
merita. E come si può prestare attenzione a qualcosa che neppure
esiste? Allah solo necessariamente esiste : tutto ciò che è altro da Lui
è puro nulla.

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