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Aladiah, angelo 10, dei nati fra il 6 e il 10 maggio

Aladiah, o ’Aladiyah è il decimo Soffo e il secondo raggio angelico nel Coro uraniano degli Angeli
Cherubini guidato dall'Arcangelo Raziel, dove governa le energie Urano - Saturno. Il suo
elemento è la Terra; ha domicilio Zodiacale dal 15° al 20° del Toro ed è l'Angelo Custode dei nati
dal 6 al 10 Maggio. I sei Angeli Custodi del Toro, collettivamente, fanno dei loro nati persone
serie, responsabili, gradevoli e meritevoli di fducia; inoltre accordano loro la sicurezza materiale.
Il nome di Aladiah signifca “Dio propizio e favorevole”
Il dono dispensato da Aladiah è la GRAZIA
DIVINA.
Questo Custode rappresenta il perdono del
KARMA relativo all'incarnazione attuale - dunque
non in senso generale, come è il caso di Haziel
(altro Cherubino). Domina sulle malattie e le
pestilenze; in particolare la rabbia e la peste.
Concretamente signifca che la sua infuenza agisce concretamente nel contrastare le malattie
mentre, sul piano sottile e simbolico, contrasta anche il diffondersi di mentalità distruttive che
insidiano l'uomoappestandone l'anima. Aladiah risponde dunque alle invocazioni per ottenere
guarigioni e dona ai suoi protetti potente facoltà di curare; grandi doti per le carriere nello
spettacolo, nell'insegnamento e nella medicina. Ammortizzando e ripercuotendo le energie di
Urano e Saturno, egli le conduce fno alle realtà materiali. Invocandolo, la persona può dunque
liberarsi del proprio passato, di qualunque diffcoltà o costrizione penosa, per ricominciare
daccapo, totalmente rinnovata. In primo luogo, si rigenera il corpo, si guariscono gli altri e se
stessi (soprattutto le ossa, governate da Saturno), poi è la volta della rigenerazione morale e,
con essa, giunge la cancellazione di tutte le colpe e degli errori passati. Dice Haziel che
Aladiah ha il compito di promuovere l'Amore e la Saggezza/Sapere che promanano dalle energie
amministrate dall'Arcangelo Raziel; è per sua infuenza che l'Amore assume forma materiale.
Per suo tramite la persona si sente spronata a costruire saldamente la Saggezza emanata
dall'Alto, ciò signifca che tutte le sue attività materiali recheranno il marchio dell'Amore
Superiore, Divino. (...) in virtù di questo Cherubino il lavoro umano avrà esiti felici; occorrerà a
tale scopo che esso sia collettivo, orientato verso la creazione di spazi sociali in cui le energie,
le doti e i poteri dispensati da Raziel potranno manifestarsi e radicarsi con il massimo vigore.
Egli aiuterà con la massima effcacia chiunque consacri la propria esistenza all'edifcazione sulla
Terra di ciò che è divino. Esaudisce le preghiere di guarire dalle malattie, agisce sul sistema
immunitario e dona costante salute fsica. Fornisce energia curativa e l'attitudine ad ascoltare e a
guarire gli altri. Concede buona sorte nelle imprese, anche ardue, buon esito e fortuna in ogni
genere di attività, celebrità, stima collettiva. Protegge i segreti che desideriamo celare per
buone ragioni.
Aladiah secondo Sibaldi
Dice Sibaldi che questo Cherubino occupa un posto speciale tra i numerosi Angeli che elargisono
la rara Energia Yod (o "energia curativa" - una potente forza ambivalente che potremmo defnire
tipica dei medici e delle persone di spettacolo). Infatti colpisce "l’abbondanza, l’irruenza
addirittura, con cui quella duplice energia si manifesta nei protetti da questo Angelo, quando essi
accettano di usarla. Tra i medici, fu un ’Aladiyah il più famoso professore del XX secolo:
Sigmund Freud. Nello spettacolo, gli ’Aladiyah sono una ftta e luminosissima costellazione:
Rodolfo Valentino, Gary Cooper, Fred Astaire, Fernandel, Orson Welles, Rossellini, Scola, Glenda
Jackson… oltre a ipnotici e non meno famosi showman della scena politica, da Robespierre a Eva
Perón. Importantissima in questo Nome angelico è, evidentemente, la lettera daleth, il geroglifco
della generosità: a garantire la loro ascesa è, infatti, proprio la capacità di donare, di donarsi, di
aprire tutto di sé agli altri, sia che si tratti dei recessi della propria psiche (come fu per Freud
e Welles), sia del proprio cuore (Evita in Argentina), sia di quella profonda dolcezza che riempiva
il temperamento di Valentino, Cooper, Astaire, Fernandel, e che da loro fuiva inesauribile
nell’anima del pubblico. Darsi, e trovare in se stessi che cosa dare, è veramente il loro compito e
il loro insegnamento: e anche, naturalmente, individuare gli ostacoli a tale generosità, e il modo
di eliminarli. Quanto a individuare ostacoli negli altri, gli ’Aladiyah sono particolarmente bravi –
ed è qui, soprattutto, che le loro doti terapeutiche e quelle teatrali mostrano la loro origine
comune: come sappiamo, medici o attori, gli ’Aladiyah si sentono guidati a comprendere con
straordinaria precisione le ragioni dei comportamenti altrui, e a risalire attraverso quelle alle
cause dei confitti e degli errori che, bloccando la vitalità, danneggiano la salute e lo spirito. Poi,
curando o recitando, aiutano i loro pazienti o il loro pubblico a vedere indimenticabilmente quelle
cause. Il che è già cominciare a guarire; un confitto interiore, un blocco, quando ci viene
mostrato cessa già di essere tale: si scorgono possibilità migliori e più grandi, al di là di esso, e
ciò permette di liberarsene. Gli ’Aladiyah possiedono dalla nascita il segreto operativo di tale
liberazione psicologica. La loro felicità è nell’accorgersene, adoperandolo per il loro prossimo.
Quando lo adoperano invece per se stessi, fanno più fatica. Curiosamente, ci mettono sempre
molto tempo a capire che il loro ostacolo personale è uno solo, e semplicissimo: banale egoismo –
l’accontentarsi cioè di quel che già si è, o di ciò che già si ha in un qualunque momento della
vita, e il volerlo tenere per sé. Il loro impulso a crescere e a far crescere è come un fume in
piena: se lo si vuol fermare, provoca disastri. Guai, per esempio, a quegli ’Aladiyah che si
innamorino dell’importanza che credono di aver conquistato: in breve tempo diventano
sorprendentemente ottusi, cupi, insicuri; fniscono per cacciarsi loro stessi in inestricabili grovigli
di confitti ed errori; oppure si abbandonano a un senso di inutilità e di angoscia che li spingerà
inevitabilmente allo spreco delle proprie ricchezze. Per prevenire tutto ciò, va consigliato loro un
modo di cautelarsi che per chiunque altro sarebbe paradossale: cercare, possibilmente come
partner, una persona che ritengano molto superiore a se stessi e dedicarle il meglio di ciò che
hanno o fanno, in totale adesione. In una parola, stabilire una dipendenza. Suona orribile, certo:
ma nel loro caso è il sistema più semplice e sicuro per dare e fare di più, per mantenere attiva,
insomma, la loro daleth, la generosità. E solo a tale condizione, anche nella vita pubblica il loro
talento continuerà a farli splendere e salire. Gli ’Aladiyah sanno bene d’altra parte di avere la
tendenza a dipendere da qualcuno: fn dall’adolescenza la loro intensa affettività li spinge a
sognare il grande amore come la cosa più importante della vita, e nessuno è più bravo di loro
nello sgomentare un amante con eccessi di premure e di tenerezze. Gli amanti mediocri fuggono:
poco male! L’’Aladiyah affnerà il modo di selezionarli. Con il tempo, ancor più che un compagno,
comincerà a cercare anche un superiore da ammirare e al quale, di nuovo, dedicarsi interamente,
diventando un fedele e appassionato esecutore; poi magari vorrà un maestro spirituale a cui
obbedire in tutto. Ma solo fno a che non comincerà a scoprire (il che avviene agli ’Aladiyah più
evoluti) quel magnifco Eroe che in realtà esiste dentro di lui, e di cui tutte le persone che aveva
adorato fno ad allora erano solo proiezioni. La riuscita degli ’Aladiyah – in ogni campo della loro
esistenza – è commisurata appunto a questi diversi gradi di dipendenza e al livello delle persone
da cui decidono di dipendere: è del tutto normale, cioè, che gli ’Aladiyah dicano «Quando stavo
con il tale… » o «Quando credevo nel tal’altro…» per indicare le tappe della propria evoluzione
interiore. Tanto più utile è che coltivino il più possibile il loro buon gusto, la loro cultura. Ciò che
nell’ambiente in cui vivono è brutto o banale ha infatti il potere non soltanto di deprimerli, ma di
infuire pesantemente sulla scelta delle persone da idolatrare e del modo, anche, in cui
idolatrarle: se, per esempio, la realtà circostante ha frustrato da troppo tempo la sua esigenza
di bellezza esteriore e interiore, un ’Aladiyah può facilmente individuare, come suo ideale o
guru, una persona di poco conto, e illudersi che sia splendida, e lasciarsene plagiare, nel
generoso tentativo di adeguarsi al suo livello, pur di dare qualcosa di sé a qualcuno; oppure la
banalità può intossicarlo a tal punto da fargli venerare semplicemente i personaggi alla moda,
perdendosi così nel gruppo, nella massa, e fnendo per dipendere soltanto da quest’ultima. Il
peggio, in questi casi, è che l’intontimento, il conformismo e i cattivi modelli gli faranno perdere
la voglia di essere se stesso, e di agire così come la sua Energia Yod esige da lui". Questo è il
tragico rischio insito nel prezioso dono dell'energia curativa Yod, che - appunto - è ambivalente:
come un coltello afflato, va tenuta per il manico, se presa dal lato sbagliato ferirà
profondamente e senza avvisare, colpendo direttamente chi la possiede. Infatti, anche l'Aladiah
di cui stiamo parlando: "non verrà perdonato. Sappiamo che quell’Energia si vendica
spietatamente quando non la si utilizza: comincerà con l’ipocondria e proseguirà producendo
quelle stesse malattie del corpo o dell’anima che l’’Aladiyah, se l’avesse usata, avrebbe potuto
guarire". Questo Angelo suggerisce un segreto semplice: hai in mano un grande potere, stai
attento a come lo usi. Se agirai in modo inconsapevole potrai mettere in moto forze distruttrici
che potranno sfuggirti di mano, colpire gravemente te come il mondo intorno. Se però imparerai
a usarle, potrai avere totale successo e aiutare il mondo, arrivare davvero lontano. Un po' come
avere in mano una Ferrari potentissima: diventeremo Schumaker o andremo a schiantarci contro
un muro dopo aver investito qualcuno? dipende... ci rendiamo conto della velocità e dell'impatto
che può raggiungere? abbiamo la pazienza di imparare a guidare? Il libretto di istruzioni è nel
geroglifco del tuo Angelo, che cela il concetto: "Il mio potere cresce nel dare". Insomma, se
vuoi usare bene il tuo potere, e guadagnare da esso, in primo luogo devi dare: fducia a te
stesso, tutto te stesso agli altri.
Qualità di Aladiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Aladiah sono bontà, simpatia, aiuto reciproco, compassione, dignità,
rispetto. Proprio perché concede questi doni, quanto più l'individuo non asseconda la propria
natura angelica, tanto più potrà presentare difetti opposti a queste qualità.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Ezékiel e rappresenta la decadenza morale; causa
trascuratezza e insensibilità verso i propri bisogni e quelli degli altri. Infuisce sulle persone
inducendole a trascurare la propria salute, gli studi, gli affari, i propri cari, le proprie esigenze
profonde. Causa autolesionismo, sadismo, masochismo, mancanza di amore e di stima di sè.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata ad Aladiah si chiama "lo sguardo può uccidere; addolcisco lo sguardo".
La Kabbala attribuisce a questo Nome il potere, da un lato, di vincere la tendenza umana
aguardare male la vita e gli altri, sentendosi dunque isolati e senza sostegno; dall'altro, di
neutralizzare lo sguardo malevolo delle altre persone. La vibrazione delle sue lettere fornisce
dunque uno strumento meditativo per guardare sè stessi e gli altri con sguardo più amorevole,
vanifcando anche la malevolenza altrui.
Meditazione: ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza
pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare
profondamente e a lungo dal suo signifcato,
pronuncia questa intenzione: per il potere di
questo Nome si riduce la mia malevolenza e
sfducia. Uno scudo di energia positiva mi circonda
donandomi protezione contro le occhiate negative,
gli sguardi invidiosi e le intenzioni meschine degli
altri.
Esortazione angelica
Aladiah esorta a impegnarsi per aprirsi alla
fducia e migliorare la propria vita, e infne
trasmettere agli altri i benefci ottenuti.
Giorni e orari di Aladiah
Se sei nato nei giorni di reggenza di questo angelo, Aladiah è sempre in ascolto per te; ma in
particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti
sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 18 gennaio, 30 marzo,
12 giugno, 27 agosto, 7 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le
energie dalle h. 3.00 alle 3.20. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in
questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono
invocare. La preghiera rivolta specifcamente a Aladiah è il versetto " Fiat misericordia tua,
Domine, super nos, quemadmodum speravimus in te (Sal. 33,22 – Sia la tua grazia, Signore, su di
noi, così come noi abbiamo sperato in te).
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani
maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono
associati dei numeri, dunque ad esse possono
venire associate anche corrispondenze con le
relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei
Tarocchi; questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul solo
piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. Mentre le lettere ebraiche si
leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In
questo caso, la radice aleph-lamed-daleth di questo Nome risponde alla confgurazione:
Il Mago - l'Appeso - l'Imperatore
da cui la rifessione interiore costante, suggerita dalle domande poste da questi arcani: chiede il
Mago (l'inizio, la scelta): che cosa sto cominciando a fare? che cosa sto scegliendo? come posso
canalizzare la mia energia?
chiede l'Appeso (sosta, meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrifcare? che cosa devo
dare di me stesso? cosa devo fermare? cosa devo ascoltare? verso quale punto devo rivolgere la
mia ricerca interiore?
chiede l'Imperatore (stabilità, dominio sul mondo materiale) come va il mio lavoro, la mia vita
materiale? cosa sto costruendo? in che rapporti sono con mio padre, con l'idea di potere?
Come sapete, il codice dei 72 Nomi di Dio è
celato nei tre versetti 19, 20 e 21 del capitolo 14
dell'Esodo (ciascuno composto da 72 lettere):
"l'Angelo di Dio che stava davanti al campo di
Israele si mosse e si pose dietro di loro. Anche la
colonna di nube si mosse e dal davanti passò
indietro, venendosi a trovare fra l'accampamento
degli Egiziani e quello di Israele. Questa nube da
un lato (cioè per gli uni) era tenebrosa,
dall'altro (cioè: per gli altri) rischiarava la notte.
Così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri per
tutta la notte. Allora Mosé stese la mano sul
mare e l'Eterno, durante tutta la notte, ritirò il mare con forte vento da Oriente, rendendolo
asciutto; e le acque si divisero". La Aleph, prima lettera del trigramma di questo Angelo, ci dice
che l'Eterno ci è propizio se ci lasciamo istruire, e accettiamo che - attraverso il Lamed (lettera
centrale del trigramma), sia liberata la nostra forza. Il Daleth rappresenta la mano, tesa nel
dare (e il gesto di Mosé che tende la mano verso il Mare per aprirne le acque). Il decimo soffo,
cioè Aladiah, è anche una chiave della favola della lampada di Aladino. Il Mago (Aleph), seguito
dall'Appeso (Lamed) che rappresenta la spinta a sviluppare ricerca interiore, sfociano
nell'Imperatore (Daleth), cioè il potere: la liberazione del genio che stava imprigionato. Egli ti
dice: "I tuoi desideri sono i miei ordini". Ti obbedirà fedelmente, ma ormai, chi è chi? la verità è
che i tuoi stessi desideri sono ormai quelli divini: il potere è tuo. Perché discende proprio
dall'essere servo generoso e devoto, consapevole del tuo proprio mandato; che è divino.
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infne al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano infuenze ai nati fra il 6 e il
10 maggio. L'angelo Aladiah appartiene al Coro degli Angeli Cherubini guidato dall'Arcangelo
Raziel. Questa decade in particolare (1°-10 maggio) e il segno del Toro nel suo complesso cadono
entrambi sotto l'infuenza del dolcissimoArcangelo Haniel.
Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle,
insieme a quella del loro Angelo Custode Aladiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli
sono al loro fanco. Infne bisogna ricordare che una specifca infuenza sulla persona è
esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Michele Abbate,
sindaco; Emanuele Busellini, cittadino; Peppino Impastato, attivista politico.

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