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Melahel, angelo 23, dei nati fra il 12 e il 16 luglio

Melahel, o Milahe'el, è il 23esimo Soffo e il settimo raggio angelico nel Coro saturnino degli
Angeli Troni, nel quale amministra le energie di Mercurio. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio
Zodiacale dal 20° al 25° del Cancro ed è l'Angelo Custode dei nati dal 12 al 16 luglio. I sei
Angeli Custodi del Cancro, collettivamente, suscitano nei loro nati un profondo amore per la
famiglia, senso del focolare domestico e di appartenenza alla terra natale. Passione voluttuosa
ma anche amore sorretto da senso della fedeltà. Senso della conservazione, della stabilità e del
risparmio.
Il nome di Melahel signifca “Dio che libera dalle sofferenze”

Il dono dispensato da Melahel è la GUARIGIONE, o CAPACITA' DI GUARIRE.


Questo angelo dispensa una guarigione soprattutto preziosa in quanto capacità di guarire: se
stessi e dunque gli altri. In primo luogo attraverso un'attitudine a conservare e proteggere; ma
anche capacità di curare in modo intuitio e attraverso le erbe. I suoi protetti hanno natura
coraggiosa, amante dei viaggi e delle spedizioni, anche pericolose; capacità di distinguenrsi per
azioni onorevoli. E grande predisposizione a vedere e comprendere: Melahel fa penetrare la
Legge nell'intelletto, in modo che l'individuo possa comprendere ogni cosa, restando tranquillo e
lucido in ogni attività; tesi a scoprire il rapporto tra gli oggetti materiali e le energie che li
producono, spesso i protetti da questo angelo vengono iniziati alla conoscenza dei segreti che
sono dietro alle Forze della Natura. In virtù di queste caratteristiche, secondo Haziel Melaehl
assicura successo ai legislatori e per estensione a tutti coloro che elaborano contratti, regole,
statuti; dona infne liberazione dai calunniatori, dalle armi, dal fuoco e dagli attentati; prosperità
e unioni felici.
Melahel secondo Sibaldi
Milahe’el, secondo la simbologia nella radice mem-lamed-he del suo Nome, si presenta
dicendo: "io comprendo tutto ciò che cresce nelle anime". Secondo Sibaldi tutti i nati di questo
angelo sono forti, concreti e impazienti, e si direbbero nati apposta per avverare desideri, non
importa quanto grandi o apparentemente impossibili. Perché milah, in ebraico, signifca «parola»,
ed ’El, la Potenza divina, diede forma all’universo proprio con il Verbo. Così potrebbe essere
anche per i Milahe’el: basterebbe che dicessero, che chiarissero a se stessi la meta verso cui
dirigere il loro slancio, e la via si aprirebbe, semplice e netta, con mille circostanze a favore e
l’appoggio di molti. Ma loro raramente osano; anzi, spesso fanno il contrario: succede che
sia qualcun altro a dire a loro la parola magica, a indicare lo scopo, ed essi obbediscono come a
un incantesimo, mettendo tutti i loro poteri al suo servizio. Può essere un genitore, un fdanzato,
un coniuge o un fglio, che sappia quel che vuole; può trattarsi di qualcosa che va, nel modo più
evidente, contro gli interessi e le aspirazioni dei poveri Milahe’el. Ma molto spesso loro non
potranno farci nulla: eseguiranno, continuando a piegarsi anche per decenni e a far lievitare a
dismisura la vanità di chi è riuscito a imbrigliarli con un comando. Bravi maggiordomi, fdi
gregari, famose mogli o «spalle» di grandi star (da Ginger Rogers a Franca Rame); oppure devoti
epigoni di qualche genio, come il Milahe’el Andrea del Sarto lo fu di Leonardo; e poi,
naturalmente, impiegati, militari e massaie esemplari: destini del genere sono trappole in cui ogni
Milahe’el rischia di cadere dimenticandosi di sé, lasciando che nel suo cuore si infltri una paura,
un panico addirittura – ben presto incurabile – della libertà e della responsabilità personale. Le
ragioni profonde di queste dipendenze sono delicatissime. Vi è innanzitutto il senso di vertigine
che i Milahe’el provano dinanzi alla loro stessa energia creatrice, specie quando si accorgono
che nessuno intorno a loro ne ha altrettanta; vi è il timore che nascano, negli altri, invidie e
ostilità; vi è anche – molto segreta! – una punta di disprezzo per la vita banale, superfciale, di
cui la stragrande maggioranza della gente si accontenta: «Perché brillare in un mondo simile?»
pensano oscuramente i Milahe’el, e tale disprezzo può diventare a sua volta un sentimento
aggressivo, di cui un animo nobile come il loro non può non vergognarsi. Così preferiscono non
guardare in se stessi, non indagare i propri desideri: e dei loro doni da genio della lampada si
approftterà allora il primo che capita e che vuole. Per proteggersi da tale rischio, d’altra parte,
i Milahe’el devono imparare non già a custodirsi meglio ma, paradossalmente, a estendere il più
possibile il carattere generoso del loro potere realizzatore. Il primo passo consiste nel ribaltare
quel loro pessimismo snob e nell’intenderlo come una sfda. Se il piccolo mondo in cui vivono li
opprime, si impegnino ad ampliarlo, ad approfondirlo, andando alla ricerca di ciò che si nasconde
nell’animo della gente (molta gente, quanta più gente è possibile!). Si accorgeranno ben presto
che quanto più conoscono i profondi desideri degli altri, tanto più facile diviene per loro
individuare i propri; e che quanto più numerose saranno le persone di cui vogliono esplorare i
cuori, tanto più grandi saranno anche i desideri che troveranno in se stessi. Invece di lasciarsi
utilizzare da un unico, furbo tiranno in casa o nel lavoro, si trovino intere comunità alle quali
servire: una scuola, un quartiere, una cittadinanza, e diverranno appieno quei giganti che sono,
al cospetto di tutti. Possono essere ottimi insegnanti, sociologi, operatori sociali d’ogni tipo, e
soprattutto politici: non per nulla cade proprio il 14 luglio l’anniversario della presa della
Bastiglia (fu anche quella una maniera di realizzare i desideri di molti), e il 15 nacque Francesca
Cabrini, la santa che alla fne dell’Ottocento organizzò l’assistenza agli emigrati italiani in
America. Hanno una buona Energia Yod, e sarebbero perciò medici eccellenti (dietologi e
psicologi soprattutto), capaci di individuare le frustrazioni, le carenze, i bisogni negati che stanno
all’origine delle malattie. Anche in arte i Milahe’el più geniali sono soprattutto esploratori delle
profondità dell’animo – come Rembrandt e Ingmar Bergman. Li guaterà sempre, sì, il rischio
dello scoraggiamento, delle brusche cadute d’umore, ogni volta che la loro tendenza al
pessimismo riprenderà il sopravvento: ma per chi dispone di tali forze e poteri, non c’è lato
oscuro della vita che non possa rivelarsi un nuovo campo d’azione, una prigione da assalire e
distruggere, una notte in cui illuminare le strade.
Qualità di Melahel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Melahel dona volontà di guarigione: verso se stessi, verso gli altri e verso il mondo; dunque
spirito ecologico, capacità di cura, protettività; amore per le piante, desiderio di guarire, buone
relazioni umane. Dona anche obiettività, concisione, precisione, speranza, grande capacità di
adattamento.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Joumiel e rappresenta il rischio di incidenti, specie
con le armi. Causa bisogno di inquinare, di sporcare e distruggere; porta malattie alla
vegetazione e agli uomini, nonché la "peste", intesa anche come depressione.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Melahel si chiama "condividere la famma". Il male è impotente di
fronte al bene, come dimostra la più piccola fammella che prevale sempre sul buio. La tenebra
dunque, esiste soltanto in assenza della luce: in altre parole non esiste veramente; basta
introdurre una fonte di luce perché sia debellata. Questo Nome fornisce la capacità di
condividere la famma che, da sola, può portare a dissipare ogni male.
Meditazione
Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad
altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo signifcato, pronuncia
questa intenzione: per la virtù di questo Nome avrò la forza di mettere in pratica i miei
propositi; condividerò gli strumenti della Luce con gli altri e con il mondo sapendo che questo mi
donerà immortalità e gioia inesauribile.

Esortazione angelica
Melahel esorta ad attingere alle forze che la sua energia dispensa per debellare ogni inerzia e
sfducia; inoltre ad osservare e ad ascoltare i propri sogni, traendone ispirazione per evolvere e
portare messaggi al mondo.

Giorni e orari di Melahel


Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Melahel è sempre in ascolto per te; ma in particolare le
sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal
calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 30 gennaio, 12 aprile, 26 giugno, 9
settembre, 20 novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie
dalle h.7.20 alle 7.40. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo
orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare.
La preghiera tradizionale rivolta a Melahel è l'8° versetto del Salmo 120:Dominus custodiet,
introitum tuum et exitum tuum, ex hoc nunc et usque in saeculum (il Signore veglierà su di te,
quando esci e quando entri, da ora e per sempre).

Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori


A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire
associate anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi;
questo può essere interessante per chi desidera interrogare questi simboli sul loro piano di vero
interesse: quello cioè dell'introspezione psicologica. In questo caso, la radice mem-lamed-
he risponde alla confgurazione:
"il Papa - l'Appeso - la Morte"
da cui la rifessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede il Papa (il
mediatore, il ponte, l’ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali
mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale? chiede l'Appeso (sosta,
meditazione, dono di se stessi) che cosa devo sacrifcare? che cosa devo dare di me stesso? cosa
devo fermare? cosa devo ascoltare? chiede la Morte (trasformazione profonda, rivoluzione,
chiusura di un ciclo): qual'è la mia ira? cosa deve morire in me? cosa devo lasciar andare?

CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA


Rimando infne al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano infuenze ai nati fra il 12 e il
16 luglio. L'angelo Melahel appartiene al Coro degli Angeli Troni guidato dall'Arcangelo Binah-
Zaphquiel. Il segno del Cancro sotto l’insegna dell'Arcangelo Gabriele mentre la decade che qui
interessa (quella dal 12 al 22 luglio) è sotto l'infusso del supremo Arcangelo Metatron. Con
questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle,
insieme a quella del loro Angelo Custode Melahel. Infatti anche le energie di questi Arcangeli
sono al loro fanco. Infne bisogna ricordare che una specifca infuenza sulla persona è
esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Giorgio Ambrosoli,
avvocato; Bartolomeo Mana, vigile urbano; Antonio Ammaturo e Pasquale Paola, poliziotti; Valerio
Renzi, carabiniere.

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