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Sitael, angelo 3, dei nati fra il 31 marzo e il 4 aprile

Sitel o Seytel, o Seyita’el, è il terzo Soffo e terzo raggio angelico nel Coro nettuniano degli
Angeli Serafni guidato dall’Arcangelo Metatron; qui governa le gioiose energie di Giove. Il suo
elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dal 10° al 15° dell'Ariete ed è l’Angelo Custode dei
nati fra il 31 marzo e il 4 aprile.
I sei Angeli Custodi dell'Ariete, collettivamente, assicurano ai loro nati un'energia intensa e
focosa, generoso entusiasmo e un acceso desiderio di rigenerazione.
Il nome di Seytel signifca "Dio speranza di ogni creatura"
Il dono dispensato da Seytel è la COSTRUZIONE
Dice Haziel che Seytel emana all’indirizzo degli
umani la sintesi della conoscenza sull’origine del
mondo e concede rivelazioni riguardanti le Leggi
che regolano l’Universo. Inoltre consente, da
parte delle persone, l’esteriorizzazione di quegli
elementi di “pianifcazione cosmica” che essi sono
riusciti a comprendere. Questo Angelo rappresenta e regola il potere di espansione conferendo il
dono di far sfruttare ogni cosa. I suoi protetti possono essere portatori di idee “futuriste”:
semplici, chiare, apportatrici di entusiasmo e di fducia nell’avvenire; potranno diventare
faclmente promotori di iniziative, che siano imprese od organizzazioni volte a realizzare un
domani migliore. Saranno persone potenzialmente dotate di vero idealismo e, insieme, del senso
pratico necessario a concretizzare i loro sogni. L'infuenza di Seytel dona grande altruismo e
generosità verso il prossimo, grande amore per la verità in ogni sua forma e in ogni campo.
Seytel secondo Sibaldi
Come sempre l'analisi parte dai signifcati nascosti nella radice del nome (samekh-yod-teth), che
in questo caso
dicono "io guardo da dietro lo scudo, dal muro della fortezza". Dice Sibaldi che per chi crede
nella reincarnazione in un modo ingenuo lo strano carattere dei Seyita’el può avere una sola
spiegazione: devono essere anime rimaste legate a una loro qualche vita di soldati risalente ad
almeno duecento, trecento anni fa, e nella nostra epoca si sentono a disagio. Avrebbero bisogno
di disciplina ferrea, di ordini precisi a cui obbedire immancabilmente, di capi autentici da
ammirare, e soprattutto di battaglie, di onesti scontri, possibilmente all’arma bianca, in cui resti
spazio soltanto per il valore personale: e ai giorni nostri non è facile trovare qualcosa del
genere. Perciò sono spesso così cinici e chiusi in se stessi, delusi da tutto o quasi; ed è anche
come se si crogiolassero nelle loro delusioni. Perciò possono detestare le autorità: perché le
trovano troppo poco autorevoli! E soffrono acutamente quando qualche loro amico manca alla
parola data (non si usava, ai tempi loro!). E in un modo o nell’altro fniscono sempre per trovarsi
una professione o un hobby che abbia a che fare con il metallo: chirurghi, dentisti, parrucchieri,
collezionisti d’armi, appassionati d’arti marziali… o con apparecchi che colgano un bersaglio:
macchine fotografche, microscopi, strumentazioni nucleari e via dicendo. Come se davvero
dovessero esprimere, anche negli oggetti d’uso, una profonda nostalgia per la guerra. Oppure
realizzano, nel lavoro, il connubio tra obbedienza e voglia di trovarsi in prima linea: e diventano
politici al tempo stesso tradizionalisti e audaci (Bismarck, De Gasperi), o sindacalisti, o
funzionari dell’uffcio reclami, o vigili, poliziotti, o sacerdoti. Ma i loro superiori facciano
attenzione: un Seyita’el è sempre pronto a piantarli in asso sbattendo la porta, se noterà in loro
troppe incertezze, o pigrizie, o un’eccessiva tendenza al compromesso. E magari prima di
andarsene farà anche qualche memorabile scenata, con il tono magari del Seyita’el Emile Zola,
quando scriveva J’accuse!
C’entri o no qualche loro antico karma militare, sta di fatto che i Seyita’el non sanno proprio
rassegnarsi alle delicate mezze misure della normale vita civile. Alle mezze obbedienze
preferiscono la totale anarchia, il disadattamento addirittura, o l’eroismo: Seyita’el, tra gli attori,
sono Toshiro Mifune, con tutti i suoi ruoli di magnifco samurai sempre fuori dal coro; e altri
tipici outsider, come il Marlon Brando di Fronte del porto, Bulli e pupe, Gli Ammutinati del
Bounty; e Bette Davis, Eddie Murphy, il Gregory Peck di Moby Dick, lo Spencer Tracy di Capitani
coraggiosi e de Il vecchio e il mare. Tra i letterati, Giacomo Casanova è un Seyita’el celeberrimo,
con i suoi tanti talenti e le ancor più numerose tecniche d’assedio (di fortezze femminili, nel suo
caso) eppure senza mai fssa dimora, come se gli fosse seccato mettere radici nel suo tempo.
Mentre quando in loro prevale la tenerezza, o un barlume di speranza di felicità, corrono
fatalmente il rischio di assomigliare alla Sirenetta di Andersen – un Seyita’el anche lui – che
sulla terraferma si sentiva talmente disadattata da morirne.Che fare? La maggior parte dei
Seyita’el decide di elevare contro la vita quotidiana una barriera fatta di riserbo e di una
discreta dose di bugie protettive. Si trincerano, tengono per sé soli le loro segrete nostalgie di
un altrove più bello, e – come agenti segreti in missione – imparano a non dire nemmeno una
parola che lasci intuire i loro stati d’animo. Altri si ribellano e cercano di produrre loro stessi
quel che non trovano intorno: vogliono diventare capi, almeno in una cerchia ristretta (nella
famiglia, per esempio, o in uffcio) per imporre lì i loro valori. Ma i risultati sono quasi sempre
scoraggianti: Bismarck vi riuscì come cancelliere di Prussia, perché aveva sopra di sé il Kaiser, e
dalla sua le tradizioni e le aspirazioni di un intero popolo storicamente nostalgico, ma i Seyita’el
che tentano di diventare leader fai-da-te reggono diffcilmente alla tensione, reagiscono
malissimo a qualsiasi critica, non hanno la pazienza di indagare i sentimenti altrui, di chiedere
ascolto, di adattarsi alle necessità e ai limiti di chi dovrebbe obbedirli. Una linea di condotta
molto più saggia e produttiva consisterebbe nell’andare semplicemente feri della propria
diversità: nel guardare più attentamente quel mondo contemporaneo a cui si sentono estranei, e
nel dire ciò che vi vedono, mettendo a disposizione di tutti il loro punto di vista così originale.
Ogni gruppo umano, piccolo o grande, ha talmente bisogno di punti di vista differenti da quelli
soliti! Un Seyita’el è nato apposta per criticare, per scalfre certezze collettive, per richiamare
arditamente l’attenzione su valori fondamentali che si sono persi con il tempo: se avrà il
coraggio e la generosità di farlo, qualunque sia la sua posizione nella società attuale, non potrà
che essere utile a molti, e ne avrà in cambio la loro stima.
Qualità di Seytel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Seyel sono grande fedeltà alla parola data, spirito di servizio e
gentilezza, forte tendenza all'altruismo e alla magnanimità nei confronti del prossimo.
L'Angelo dell'Abisso a lui contrario si chiama Kimrah e rappresenta l’avidità e gli eccessi, istiga
l'uomo alla menzogna, all’ingratitudine e all'ipocrisia.
Meditazione associata al Nome: fare miracoli
La meditazione associata a Sytael si chiama "fare miracoli". Secondo la Kabbalah prima che
l'immensa forza di questo Nome sia liberata è necessario giungere a un determinato livello di
comprensione: perché la semplice nozione di un fatto non rappresenta di per sè un potere. Il
potere si acquisisce con un sapere più ampio e preofondo: conoscenza e saggezza sono potere.
Un miracoloso cambiamento nel nostro carattere può condurre a un'energia capace di produrre
cambiamenti tali, nella nostra vita, da essere veri e propri 'miracoli'. • Meditazione: ora,
concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro,
respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo signifcato, pronuncia questa
intenzione: per il potere di questo Nome mi libero dall'egoismo, dell'invidia, della paura e
dell'autocommiserazione. Rifutando queste tentazioni parassitarie il potere del Nome mi pervade
e attiva la mia capacità di cambiamento.
Esortazione angelica
Sytael esorta a riconoscere nei propri nemici i
difetti di cui noi stessi ci dobbiamo liberare e a
condividere con il mondo le verità positive che
abbiamo raggiunto.

Giorni e orari di Sytael


Se sei nato nei giorni di reggenza di questo
angelo, Sytael è sempre in ascolto per te; ma in
particolare le sue energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti
sono dati dal calcolo della Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 11 gennaio, 23 marzo,
5 giugno, 19 agosto, 31 ottobre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le
energie dalle h. 00.40 alle 1.00. Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e
in questo orario, in qualunque data di nascita, ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono
invocare. La preghiera rivolta specifcamente a Sytael è il versetto «Refugium meum et
fortitudo mea, Deus meus, sperabo in eum» (di’ al Signore: Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio,
in cui confdo- Sal. 90,2). Il salmo 90, da cui è tratta questa preghiera, è tradizionalmente un
salmo di protezione; recitarlo mette al riparo dalle situazioni di pericolo; Fra i doni che concede
Seytal, infatti, c’è la specifca protezione da ogni forma di negatività e di attacco fsico o
psichico.
Corrispondenze con le simbologie degli Arcani
maggiori
A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono
associati dei numeri, dunque ad esse possono
venire associate anche corrispondenze con le
relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; questo può essere interessante per chi
desidera interrogare questi simboli sul solo piano di vero interesse: quello cioè dell'introspezione
psicologica. Mentre le lettere ebraiche si leggono da destra a sinistra, però, i corrispondenti
Tarocchi vanno letti da sinistra a destra. In questo caso, la radice samekh-yod-teth del Nome
risponde alla confgurazione: il Diavolo - la Ruota - l'Eremita.
Da qui la rifessione che nasce dalle domande poste da questi arcani: chiede il Diavolo (le forze
dell'inconscio, passione, creatività): a chi sono legato? qual è la mia tentazione? qual è la mia
capacità creativa? quali sono i miei valori negativi, e quali le pulsioni che ho a mia
disposizione? Chiede la Ruota (principio, metà o fne di un ciclo): che cosa deve cambiare, quale
ciclo si è concluso nella mia vita? quali sono le mie opportunità? che cosa mi aiuta? che cosa sto
ripetendo? quale enigma emozionale mi impedisce di andare avanti? Chiede l'Eremita (crisi,
transito, saggezza): che cosa dice la mia saggezza? da cosa mi sto allontanando? in che cosa
sono in crisi? a cosa devo rinunciare?
CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA
Rimando infne al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano infuenze ai nati fra il 31
marzo al 4 aprile. L'angelo Sytael appartiene al Coro degli Angeli Serafni guidato
dall' Arcangelo Metatron. Questa decade in particolare (31 marzo-9 aprile) e il segno dell'Ariete
nel suo complesso cadono entrambi sotto il severo 'infusso dell'Arcangelo Kamael.
Con questi link vi reinvio a tali entità angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle,
insieme a quella del loro Angelo Custode Sytael. Infatti anche le energie di questi Arcangeli
sono al loro fanco. Infne bisogna ricordare che una specifca infuenza sulla persona è
esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono Vincenzo Caruso e
Giuliano Guiazzelli, carabinieri; Calogero cabngelosi, sindacalista.

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