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Nithaiah, angelo 25, dei nati fra il 23 e il 27 luglio

Nithaiah, o Nith-haiah, o Nithihayah, è il 25esimo Soffo e il primo raggio angelico nel Coro degli Angeli
Dominazioni, nel quale amministra le energie di Urano. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale
dallo 0° al 5° del Leone ed è l'Angelo Custode dei nati dal 23 al 27 luglio. I sei Angeli Custodi del Leone
sono potenze solari che, collettivamente, suscitano nei loro nati un sentimento acuto del potere legale,
grande ferezza e amabilità.
Il nome di Nithaiah signifca “Dio che dona la saggezza”

Il dono dispensato da Nithaiah è la SERENITA’.


E’ il primo fra gli angeli del Coro guidato da Hesediel-Giove, di cui rappresenta il volto uraniano; controlla
dunque le stesse energie dispensate da Lauviah 1, o angelo 11, ma si può dire in senso “contrario”: mentre
Lauviah-11, infatti, infonde l'amore uraniano nella ricchezza gioviana (producendo la celebrità), Nithaiah
infonde il potere di Giove nell'amore uraniano: venendo così ad attuare le condizioni per la magia bianca,
cioè il dominio a fn di bene delle forze spirituali. Questo Angelo concede ai suoi protetti il potere di
dominare cose e situazioni; grazie a lui la persona avrà al suo servizio Entità Spirituali piene d'amore.
Nithaiah secondo Sibaldi
Anche Sibaldi sottolinea come questo sia l’Angelo della magia; nella radice del Nome Nithihayah c’è infatti
il concetto: “Io faccio cooperare le cose materiali e l’invisibile “. Compito dei suoi protetti è dunque
scoprire le misteriose connessioni tra il visibile e l’invisibile e i modi migliori per adoperarle. Ma i suoi nati
non sono stregoni né sacerdoti, né si fanno ammaliare dai guru: loro mettono al centro lo scoprire; non
hanno bisogno di maestri né di gerarchie uffciali che, per mantenere un controllo sull’utilizzo delle forze
invisibili, diano regole e investiture precise ai loro adepti. I Nithihayah appartengono piuttosto alla
categoria ingiustamente infamata delle «streghe», cioè coloro che imparano da sé: che cercano e non
smettono mai di trovare sul confne sottile dell’invisibile. Non per niente in diverse lingue i termini per
indicare le streghe celano il signifcato della «sapienza»: come witch, in inglese, eved’ma, in russo,
entrambe derivate dall’antichissima radice indoeuropeawid, «conoscere». Si tratta insomma di personalità
libere e coraggiose, indifferenti alle paure superstiziose, ai tabù, al gelatinoso conformismo della
maggioranza; e, al tempo stesso, di mentalità pratiche, che non si accontentano cioè di un sapere fne a se
stesso, ma cercano applicazione concreta per tutto ciò che scoprono nell’astratto. E tali appunto sono, per
loro natura, e devono imparare a essere i Nithihayah. Tutto ciò, certo, li rende temibili per tutti i
conservatori: coloro che vorrebbero far restare il mondo così com’è; e i Nithihayah devono superare molte
diffcoltà per diventare se stessi. La solitudine, soprattutto: la gente li trova strani, quando parlano di quel
che a loro veramente interessa; si vedono perciò costretti a coltivare la loro sapienza in segreto, in
margine alla società. Se sono colti – come il Nithihayah C.G. Jung – vengono ritenuti eretici dai loro
colleghi; se sono più modesti, li si prende facilmente per pazzi, e li si compatisce o li si deride, perlomeno
all’inizio. A ciò si aggiungono le loro resistenze interiori: la lotta che devono combattere in se stessi
contro ciò che hanno imparato nelle scuole (luoghi razionali, dai quali i mondi spirituali sono rigorosamente
esclusi) e nelle chiese (dove le «streghe» sono da sempre malviste). Ostacoli vengono anche dalle
aspettative dei genitori, che spesso ambiscono, per i loro fgli, soprattutto a uno stipendio fsso e alla
pensione; e dai rapporti sentimentali, che altrettanto spesso impongono richieste in contraddizione con la
loro eccezionale vocazione. Anche per queste ragioni le «streghe» sanno che la prima condizione per
giungere alla magia è la saggezza. I confitti interiori ed esteriori, le malinconie, le crisi di identità dei
Nithihayah principianti vengono superati quando, con saggezza appunto, essi arrivano a porsi al di sopra di
tutto quello che, nel mondo altrui, li potrebbe trattenere. Devono sviluppare una superiore, benevola,
equilibrata comprensione del loro prossimo: allora divengono suffcientemente limpidi, e trovano in sé
abbastanza energia per cominciare a scoprire davvero. Non tutti ci riescono – e pochi ci arrivano prima
di una certa età. Fino a che non arrivano a tanto, si sentono anime in cerca, alle quali qualcosa impedisce
di trovare: I can’t get no satisfaction, canta appunto il Nithihayah Mick Jagger. Possono anche aver
successo in qualche tipica professione da cercatori: come atleti, per esempio, dediti sempre alla ricerca
ossessiva di un primato; o sinceri idealisti, utopisti (Luigi Berlinguer, Ermanno Olmi) o persone di mondo,
assetati di riconoscimenti, di successi mondani (George Bernard Shaw, Giosuè Carducci, Jacqueline
Kennedy): ma non amano nulla di ciò che raggiungono, sono perennemente insoddisfatti e sprezzanti verso
quello status quo da cui cercano approvazione, e la loro ansiosissima paura di perdere una qualche
posizione che si siano conquistati nasconde la voglia segreta di liberarsene, per cercare altrove.
Quando va male, è alto il rischio che le loro vane ricerche li portino verso le droghe, o anche a vampate
di cupo disprezzo e di odio per ciò che li delude, oppure per chi, intorno a loro, sembra aver trovato in
quel mondo la sua strada. A volte possono sviluppare malsani e intensi interessi per la magia nera e il
terribile veleno che porta all’anima, e coltivare oscure manipolazioni della mente altrui.
Un Nithihayah che si perda in simili paludi non ha, naturalmente, nessuna possibilità di giungere alla
magia autentica: la sola via possibile è nella saggezza, e in quel coraggio di scoprirsi «streghe» che
signifca accettare se stessi come diversi: inconciliabili con i più – proprio come Jung, quando nel 1911
ruppe con la Società di Psicanalisi di Freud, dopo un famoso alterco sull’esoterismo. Non appena smettono
di cercare nell’Aldiqua, trovano nell’Aldilà: e fanno un ottimo affare. Si sa che la fortuna aiuta gli audaci:
e i Nithihayah non solo si sentono, nell’Aldilà, aiutati e guidati nelle loro scoperte (e lo sono davvero), ma
traggono da quelle altre dimensioni grande energia, proprio come se invisibili alleati si incaricassero di
scortarli e proteggerli sempre. Celeberrimo è l’esempio del Nithihayah Alexandre Dumas, con il suo
incontenibile, inspiegabile vigore – e nelle sue opere sono ben evidenti i segni delle sue conoscenze
esoteriche.
Qualità di Nithaiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Nithaiah ama la pace e il silenzio; dona dunque amore per la saggezza, la pace e la solitudine,
comprensione del disegno cosmico, trasmissione dell'energia. Concede tensione alla verità e alla ricerca
spirituale. Inoltre facilita le persone alla ricerca di un buon alloggio in cui coltivare se stessi nella pace.
L'angelo dell'abisso a lui contrario si chiama Alcanor e rappresenta i sortilegi e le maledizioni.
Causa suggestione e plagio, seduzione, provocazione; magia nera, costituzione di sette. Ispira odio nei
confronti di Dio e la tendenza ad operare il male contro gli uomini, gli animali e i prodotti della terra.
Meditazione associata al Nome
La meditazione associata a Nithaiah si chiama "parlare chiaro". La cosa da comprendere per apprezzare i
risultati di questa meditazione è che amare veramente non signifca dire solo quello che gli altri
vorrebbero sentire, ma saper essere sinceri, anche quando questo ci costa molto perché può causare
dispiaceri. Allo stesso modo dobbiamo superare la paura di ascoltare delle verità che fanno male; queste
sono condizioni necessarie per instaurare con gli altri rapporti veri e appaganti.
Meditazione
Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro,
respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo signifcato, pronuncia questa
intenzione: per l'energia di questo Nome, quando devo esprimere una verità trovo il coraggio di aprire il
cuore e di parlare; quando devo ascoltare una verità trovo la forza di tacere e di ascoltare.

Esortazione angelica
Nithaiah esorta a vincere le proprie tentazioni e a dominare gli impulsi egoistici, in modo di utilizzare i
doni e i poteri concessi non per alimentare la propria vanità, ma per produrre ricchezze e sollievo per
tutti.
Giorni e orari di Nithaiah
Se sei nato nei suoi giorni di reggenza Nithaiah è sempre in ascolto per te; ma in particolare le sue
energie si schiudono nelle date del tuo compleanno e negli altri 5 giorni che ti sono dati dal calcolo della
Tradizione. Suoi giorni di reggenza sono anche: 1 febbraio, 14 aprile, 28 giugno, 11 settembre, 22
novembre; ed egli governa ogni giorno, come "angelo della missione", le energie dalle h.8.00 alle 8.20.
Assiste perciò, in particolare, anche i nati in questi giorni e in questo orario, in qualunque data di nascita,
ed è questo l'orario migliore in cui tutti lo possono invocare. La preghiera tradizionale rivolta a Nithaiah è
il 2° versetto del Salmo 9: Conftebor tibi, Domine, in toto corde meo; narrabo omnia mirabilia
tua (confderò in te Signore, con tutto il cuore; annuncerò tutte le tue meraviglie).

Corrispondenze con le simbologie degli Arcani maggiori


A ciascuna delle 22 lettere ebraiche sono associati dei numeri, dunque ad esse possono venire associate
anche corrispondenze con le relative simbologie dei 22 Arcani maggiori dei Tarocchi; il che ci dà ulteriori
spunti sul piano dell'introspezione psicologica. In questo caso la radice nun-thaw-he risponde alla
confgurazione:
"la Temperanza – il Matto - il Papa"
da cui la rifessione interiore suggerita dalle domande poste da questi arcani. Chiede la
Temperanza: (protezione, circolazione, guarigione): che cosa mi protegge? quale rapporto devo mantenere
con me stesso? che cosa devo curare? verso quale punto devo rivolgere la mia ricerca interiore? chiede il
Matto: da cosa mi sto liberando? da cosa devo liberarmi? Come posso canalizzare la mia energia? Chiede
il Papa (il mediatore, il ponte, l’ideale): cosa dice la Tradizione, la Legge? Che cosa comunico e con quali
mezzi? Sto trasmettendo qualcosa a qualcuno? Ho un ideale?

CORI DI APPARTENENZA E ARCANGELI DI INFLUENZA


Rimando infne al Coro e alle energie arcangeliche che dispensano infuenze ai nati fra il 23 e il 27 luglio.
L'angelo Nithaiah appartiene al Coro degli Angeli Dominazioni guidato dal benevolo Arcangelo Hesediel. Il
segno del Leone è sotto l’insegna dell’Arcangelo Raffaele mentre la decade che qui interessa (quella dal
23 luglio al 1° agosto) è sotto l'infusso del severo Arcangelo Camael. Con questi link vi reinvio a tali entità
angeliche: i nati in questi giorni sono invitati a consultarle, insieme a quella del loro Angelo Custode
Nithaiah. Infatti anche le energie di questi Arcangeli sono al loro fanco. Infne bisogna ricordare che una
specifca infuenza sulla persona è esercitata anche dall'Angelo che aveva reggenza nell'orario della
nascita.
Cambiando argomento
Cambiando argomento, ma non troppo, i "santi laici" di questi giorni sono i cittadini vittime della strage di
via Palestro.

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