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Titolo: Gli Zibaldoni di Francesco Manera

Introduzione biografica
Francesco Manera nasce a Napoli il 20 agosto 1798. Collaboratore e discepolo del celebre padre gesuita
Juan Andres1, giunge a Roma a seguito del maestro e, sulle sue orme, entra nella Compagnia di Gesù il
12 novembre del 18162. Dopo gli studi di formazione presso il Collegio Rromano inizia ben presto la
sua attività di insegnamento: dapprima in Teologia e, in un secondo momento, come assistente
professore di Giuseppe Biamonti (1772-1824) alla cattedra di Eloquenza Italiana presso il Collegio
Reale di Torino. In seguito alla morte del celebre letterato calabrese, a soli ventisei anni, Manera ottiene
ufficialmente la cattedra torinese come unico reggente. Nella città rimane dal 1825 al 1829, anni durante
i quali, tra consensi e dissensi, crea intorno a sé un folto seguito di alunni e giovani studiosi 3.
Durante gli anni torinesi conosce anche il confratello Padre Roothaan che, già Preposito della Provincia
di Torino, sarà presto il nuovo generale della Compagnia e iniziatore della nuova Ratio studiorum4. Nel
1829 Manera è assegnato alla casa di formazione di Fano e, nell’anno successivo, gli è conferito
l'insegnamento delle discipline teologiche al Collegio romano, incarico che tiene sino al 1841. A Roma
diviene anche rappresentante della provincia italiana nella commissione istituita da Jan Roothan,
superiore generale dell’Ordine, per la modifica della Ratio studiorum, approvata nel 1832. In questo anno
Manera prende inoltre i voti definitivi, avendo così la possibilità di dedicarsi a tempo pieno allo studio
e alla didattica5. Nel ’41 è poi docente di Teologia a Napoli, città nella quale di dedica anche alla
riforma degli studi impartiti nei collegi. Negli anni successivi copre infatti le prestigiose cariche di
amministratore scolastico come provinciale e rettore del Collegio Romano; ma il peso degli incarichi e
le ricorrenti malattie lo costringono a numerose soste presso i bagni termali. Già debilitato torna quindi
a Roma e, costretto infine a letto dall’infermità, vi muore pochi mesi dopo, il 27 settembre 1847.

Descrizione del fondo


In tutto il corso della sua vita, Francesco Manera mostra un’evidente passione e competenza per gli
studi in ogni campo della conoscenza, come testimoniano ampiamente le sue numerose memorie
manoscritte. Si tratta prevalentemente di appunti di studio privato in vario formato: quaderni, fascicoli
rilegati, ma anche bifogli e fogli sciolti di ogni dimensione, cartea di riuso, lettere, bozze preparatorie
delle sue lezioni e belle copie. Pochissimi sono i testi che possono dirsi completi, infatti Manera non
diede mai nulla alle stampe, pur essendo conosciuto da numerosi intellettuali. Le carte autografe
maneriane si trovano nella maggior parte presso l’APUG, ma si segnala la presenza di ulteriori testimoni
affini anche presso: Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II (Roma), Biblioteca Nazionale
Vittorio Emanuele III (Napoli), Biblioteca Nazionale Braidense (Milano), Biblioteca Nazionale
Universitaria (Torino). Di questa vasta produzione nulla è stato dato alle stampe.

1
Su J. Andrès cfr. in generale le pubblicazioni di Niccolò Guasti e in partic., N. Guasti, Juan Andrés e la cultura del Settecento,
Milano, Mimesis, 2017. Per utili informazioni per il rapporto con Manera cfr. D. Mombelli, L’opera universalista di Juan Andrés,
2017. Cfr. anche passim, R. Comandini, Una nobile figura della restaurazione.
2
M. Volpe, I gesuiti nel napoletano., cit, vol. I, p. 56.
3
Cfr. R. Comandi, Una nobile figura della Restaurazione, cit., p. 282. i
4
Sulla vita di Giovanni Roothan cfr. C. J. Ligthart, The Return of Jesuits: the life of Jan Philip Roothan, Londra, T. Shand
Pubblication, 1978. Sul suo ruolo nel rinnovamento della ratio studiorum e per maggiori riferimenti bibliografici cfr. P.
Bianchini, Morte e resurrezione di un ordine religioso. Le strategie culturali ed educative della Compagnia di Gesù durante la soppressione
(1759-1814), Milano, Vita e Pensiero, 2006, pp. 98-102; Id., The Ratio Studiorum to the Test of Modernity, in «Rivista di storia
del cristianesimo», XI/2, 2014, pp. 325-40.
5
Cfr. L. Mancini, I manoscritti di Padre Manera, 2012.
Fasi preliminari del progetto
Si individuano le seguenti fasi progettuali:
• Ricognizione materiale e censimento dei manoscritti conservati presso APUG.
• Ricognizione materiale e censimento dei manoscritti conservati presso: Biblioteca Nazionale Centrale
Vittorio Emanuele II (Roma), Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III (Napoli), Biblioteca
Nazionale Braidense (Milano), Biblioteca Nazionale Universitaria (Torino).
• Riordinamento archivistico e nuova catalogazione dei singoli testimoni. Integrazione delle schede già
presenti in Manus.
• Analisi filologica dei documenti.
• Organizzazione del materiale su base tematica, ovvero nei seguenti campi: letteratura e storia della
lingua, teologia, ulteriori discipline umanistiche, discipline scientifiche. Si segnala che numerosi codici
sono tematicamente ibridi, caratterizzandosi come miscellanee interdisciplinari. In queste occasioni, la
scheda relativa al manoscritto sarà accessibile da più sezioni tematiche.

Fase di approfondimento
Valorizzazione del materiale di argomento letterario con trascrizioni integrali o parziali dei loci di
interesse.
La scelta di porre l’accento sulla componente letteraria è dovuta all’interesse delle autrici del progetto ad
indagare una fase ancora scarsamente conosciuta dell’attività di Francesco Manera: gli anni di
insegnamento di Eloquenza Italiana presso il Collegio Reale di Torino, come successore del più noto
Giuseppe Biamonti. Delle lezioni, dal contenuto fino ad oggi ignoto, si ravvisa testimonianza nei
manoscritti sopra citati. Queste riscossero per altro l’approvazione di intellettuali del calibro di
Alessandro Manzoni e Vincenzo Gioberti.

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