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Testi: scegliere un manuale tra i tre proposti

Secondo Fede del mio gruppo basterebbe dare l’esame conle dispense

Programma
1. Documenti storici extracristiani circa la vicenda di Gesù e del cristianesimo delle
origini.

2. Le vicende della prima predicazione cristiana: a) la comunità di Gerusalemme; b)


giudeo-cristianesimo e giudeo-ellenismo; c) conversioni dal paganesimo; d) attività
missionaria di Paolo; e) comunità giovannee; tradizioni diverse: il caso della Pasqua dei
Quartodecimani.

3. Organizzazione della Chiesa antica: ministeri, diaconi, presbiteri vescovi. Forme e


modelli di vita cristiana: panoramica sul martirio e sul monachesimo.

4. Il cristianesimo e l’Impero romano: a) contesto politico-sociale; b) contesto filosofico-


religioso; c) concetto di ‘religione’; d) religio licita e illicita (superstitio); e) il culto ufficiale
e il concetto di ‘pax deorum’; f) culti ‘personali’; g) lo gnosticismo.

5. Le persecuzioni romane contro i cristiani: a) documenti (Tacito e Plinio e il relativo


rescritto di Traiano); b) persecuzione ‘culturale’ e ‘legislazione’; c) accuse contro i cristiani;
d) apologia; e) il problema dei ‘lapsi’ e il donatismo.

6. Tolleranza e liberta. Gli editti imperiali: a) L’editto di tolleranza di Gallieno; l’editto di


tolleranza di Galerio; l’editto di libertà di Costantino-Licinio (Editto di Milano).

7. Costantino: a) profilo e vicenda; b) la ‘conversione’ di Costantino: interpretazioni.


L’ermeneutica di Marta Sordi; c) legislazione ‘cristiana’ di Costantino; d) il paganesimo di
ritorno: Giuliano l’Apostata.

8. Costantino e la Chiesa, da una Chiesa perseguitata ad una Chiesa di Stato: a) ruolo


dei vescovi; b) il problema del donatismo e dell’arianesimo; c) Teodosio e l’Editto di
Tessalonica.

9. La vicenda ariana e i Concili di Nicea e Costantinopoli: a) modelli trinitari e


cristologici precedenti a Nicea; b) Ario e la sua predicazione; c) Concilio di Nicea (325) e
relativo ‘Credo’ e anatematismi; d) la ricezione di Nicea: niceni, omeiusiani, anomei e omei;
e) la controversia sullo Spirito Santo; f) la elaborazione teologica dei Padri Cappadoci; g)
chiarificazione dei concetti di ‘ousìa’ e ‘hypostasis’; h) il Concilio di Costantinopoli I (381) e
relativo ‘Credo’,

10. La cristologia e i Concili di Efeso e Calcedonia: a) Apollinare di Laodicea e la sua


cristologia; b) modelli cristologici: il ‘Logos-Sarx’ di Alessandria e il ‘Logos-Anthropos’ di
Antiochia; c) il caso Nestorio e la Theotokos; d) intervento di Cirillo di Alessandria; e) il
Concilio di Efeso (431) e la ‘una physis’; f) discussioni teologiche dopo Efeso e la Formula
di Unione del 433; g) il monofisismo di Eutiche; h) il Latrocinio di Efeso (449); i) il ‘Tomus
ad Flavianum’ di Leone; Magno; k) il Concilio di Calcedonia (451): la formula calcedonese e
alcuni cenni sulle discussioni successive.

 
Obiettivo
Il corso intende offrire un’introduzione alla storia, alla teologia e alla cultura dei primi secoli
della cristianità, mediante un percorso al contempo cronologico e tematico, in modo da
fornire allo studente un quadro sintetico di una fase così decisiva della storia della Chiesa.
Avvertenze
Il corso si presenta in stretta relazione con la Patrologia. Risulta utile perciò aver chiaro da
parte dello studente, almeno nelle sue linee portanti, il quadro della teologia patristica di
questi secoli, ricorrendo ad un manuale di patrologia o al Nuovo dizionario patristico e di
antichità cristiane,  dir. A. di Berardino, Marietti 2006-2008.
Bibliografia
L’esame, in forma orale, si prefigge di valutare le conoscenze generali e specifiche relative
alla Storia della Chiesa antica, chiedendo allo studente una sufficiente capacità di sintesi e di
analisi critica degli argomenti e dei testi affrontati sia a lezione e sia nel proprio studio
personale, nonché la puntualità nelle risposte e una adeguata proprietà di linguaggio.

Per l’esame, in sintesi, lo studente è chiamato a studiare integralmente il programma del


corso qui sopra indicato (e non solo quello effettivamente svolto nelle lezioni frontali),
ricorrendo a:

 Gli appunti personali e al materiale consegnato/inviato dai docenti e/o reperibili sul Discite.
 Lo studio di uno dei seguenti manuali (relativamente agli argomenti richiesti dal presente
programma), a scelta tra:
o S. Pricoco - E. Lupieri - G. Filoramo, Storia del cristianesimo, vol. 1: L’antichità,  Laterza (varie
edizioni)
o U. Dell’Orto – S. Xeres, Manuale di storia della Chiesa, vol. 1: l'antichità cristiana, Morcelliana 2018.
o G. Filoramo, Storia della Chiesa, vol. 1: l’età antica, EDB 2019.
 Saper presentare e commentare sinteticamente, con appropriato approccio storiografico e
didattico, il testo delle seguenti fonti della storia della Chiesa antica (cfr. lezioni frontali e
materiale didattico sul Discite):
o I passi dell’opera di Flavio Giuseppe su Gesù, Giovanni il Battista, Giacomo;
o Atti 15,1-35 e Galati 2 (l’assemblea di Gerusalemme e l’incidente di Antiochia);
o Tacito, Annales XIV,15,44 (l’incendio di Roma, Gesù e i cristiani);
o L’epistola (X, 96) di Plinio il giovane a Traiano e il relativo “rescritto” dell’imperatore;
o L’editto di Galerio (311);
o L’editto di Costantino-Licinio (313);
o Il credo di Nicea e gli “anatematismi”;
o Il credo di “compromesso” di Costanzo (Costantinopoli, 360);
o L’editto di Tessalonica (380);
o Il credo di Costantinopoli (381);
o La formula del concilio Calcedonia (451).

Appare utile per lo studio dei documenti storiografici delle origini cristiane il ricorso a: R.
Penna, L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane. Una documentazione
ragionata, EDB 1984. Mentre per i documenti storiografici relativi ai Concili e alle  varie
questioni teologiche consultare l’antologia commentata: Il Cristo. Testi teologici e
spirituali,  voll. 1 e 2, a cura di A. Orbe e M. Simonetti, Lorenzo Valla – Mondadori 1986 (e
successive edizioni).

Storia della chiesa 1

Appunti del 28 settembre 2020

Prof. Massimo Bini

Il prof saluta il prof Sodi del polo di Pisa

Interpretazione allegarica e una letterale

Gli appunti vanno integrati attraverso il materiale che troviamo nella sezione didattica e vanno
integrati attraverso la lettura di un manuale di storia della chiesa.
Il prof. Ha messo 3 manuali, noi dobbiamo leggerne uno.
Mettiamo insieme , appunti, materiale didattico e il manuale, così avremo a dsiposizione quello che
ci serve per passare l’esame.
San Pietro “Rendete ragione della vostra speranza a quelli che non credono.”
Per il prof è importante che si leggano gli atti degli apostoli in maniera integrale e anche la lettera ai
galati in forma integrale.
La storia della chiesa s’inizia da dove?
Cap. 2 Atti degli Apostoli

[1]Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
[2]Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.
[3]Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;
[4]ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere
d'esprimersi.
[5]Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.
[6]Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.
[7]Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei?
[8]E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?
[9]Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotàmia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia,
[10]della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma,
[11]Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».
[12]Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?».
[13]Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto».
[14]Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a
Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole:
[15]Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino.
[16]Accade invece quello che predisse il profeta Gioèle:
[17]Negli ultimi giorni, dice il Signore, Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie
profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno dei sogni.
[18]E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno .
[19]Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo.
[20]Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue, prima che giunga il giorno del Signore, giorno grande e splendido.
[21]Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
[22]Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli,
prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -,
[23]dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce
per mano di empi e l'avete ucciso.
[24]Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo
potere.
[25]Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io
non vacilli.
[26]Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza,
[27]perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.
[28]Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.
[29]Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora
oggi fra noi.
[30]Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente ,
[31]previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione.
[32]Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
[33]Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha
effuso, come voi stessi potete vedere e udire.
[34]Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice: Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra,
[35]finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi.
[36]Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete
crocifisso!».
[37]All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare,
fratelli?».
[38]E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri
peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.
[39]Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio
nostro».
[40]Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa».
[41]Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.
[42]Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.
[43]Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
[44]Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune;
[45]chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
[46]Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di
cuore,
[47]lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.
[48]Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

Quello che noi chiamiamo Pentecoste è qualcosa che dal punto di vista storico ha fatto cambiare
l’atteggiamento ai dodici apostoli: da timorosi a ferventi “cristiani”.
Pietro parte da un fatto di cronaca, quel Gesù che voi avete crocefisso è risorto. Pietro parte da un
fatto constatabile da quelle persone che sono nella piazza, Pietro ne dar à una particolare
spiegazione, una partiicolare spiegazione. Alcuni dicono che è risorto, alcuni dicono che il suo corpo
è stato trafugato, portato via. La storia della chiesa ha a che fare con fatti ed interpretazioni.
Talvolta su un medesimo argomento dobbiamo riflettere su più punti di vista.
Chi ha ragione sul sepolcro vuoto, è risorto o lo hanno trafugato. Se uno va ad un cimitero e trova
una tomba vuota non pensa che sia un morto risorto, così i Sommi sacerdoti hanno pensato la cosa
che poteva essere più ragionevole. Per i discepoli era più ragionevole pensare che Gesù fosse
risorto. Quindi nella storia della chiesa si fa riferimento a delle testimonianze.
Quindi la testimonianza dei discepoli è si di parte ma tutto quello che testimoniano gli apostoli non
deve essere giudicato male.
Il prof Bini Massimo cede la parola alla Prof. Bini Annalisa suora.

Abbiamo le prove che Gesù è esistito.


“Volteire diceva nessuno sano di mente può dire che Gesù non sia esistito.”
Fonti in ambito ebraico che ci aiutano a capire l’ambiente in cui Gesù è vissuto ed in cui la chiesa si
è sviluppata. Negli atti degli apostoli non si sono mai definiti cristiani, saranno i greci di Antiochiaa
definire cristiani. Così la parola chiesa, ma la parola ecclesia viene usata da matteo per descrivere la
chiesa su cui verrà edificata da Pietro, ecc. Quando noi diciamo chiesa non è come la intendevano i
primi cristaini.
Fonti
Eresie  “iresis” si dovrebbe tradurre in filososfie, sette, partiti.

Flavio Giuseppe è una fonte molto importante ci presenta, ebreo di palestina che muore dopo il
100, che fa parte di una dinastia sacerdotale non davidica, partecia alla prima rivolta giudaica e
dopo la sconfitta diviene amico dei romani che è considerato dagli ebrei un traditore, non era ben
visto dai sommi sacerdoti.
Giuseppe aggiunge al suo nome Giuseppe Flavio per la sua vicinanza ai romani.

Comunicia a scrievere dei testi per un pubblico ramonao, spiegando la propria religione e per
difendere le proprie scelte di fronte alla comunità ebraica di cui faceva parte.
Scrive diverse opere tra cui anche la sua autobiografia ed altri libri.

Testi ripresi dai cristiani soprattutto nelle parti in cui polemizza con gli ebrei che non erano fedeli
alle tradizioni antiche.

Ilprimo testo che legge la prof è un testo su Giovanni Battista,


Innanzi tutto ci presenta la situazione storica, ci parla di erodiade e del suo innamoramento.
Erode con il suo esercito perde e sembra per Flavio Giuseppe che abbia perso perchè aveva ucciso
ingiustamente Giovanni Battista.

Giuseppe Flavio ci parla dei documenti che ci ha caricato la prof Bini


Testo che la prof ha caricato i 28/9/2020

FONTI CORSO STORI A DELLA CHIESA 1


prof. A. Bini

PLURALISMO EBRAICO

GIUSEPPE FLAVIO La guerra giudaica, a cura di G. Vitucci, vol. 2, Milano 1982.

II, 8, 2

«Sotto sono infatti presso i giudei le sette filosofiche: ad una appartengono i farisei, alla seconda i sadducei.
Alla terza che gode fama particolare di santità, quelli che si chiamano esseni, i quali sono giudei di nascita,
legati da mutuo amore più strettamente degli altri

GIUSEPPE FLAVIO Antichità giudaiche, a cura di Luigi Moraldi, vol. 2, Torino UTET 1998

XIII, 171-173

Ora in questo periodo vi erano tra i Giudei tre correnti di pensiero che tenevano opinioni diverse riguardo alle
cose umane. La prima corrente è detta dei Farisei, l'altra dei Sadducei, la terza degli Esseni.

I Farisei dicono che certi eventi sono opera del destino, ma non tutti; mentre altri eventi, se avvengono o
meno, dipendono da noi.

La corrente degli Esseni, invece, sostiene che il destino è signore di tutto quanto avviene, e che nulla accade
agli uomini senza che sia conforme al suo decreto.

I Sadducei prescindono dal destino, sostenendo che esso non esiste e che le azioni umane non si realizzano in
base al decreto, ma che tutte le cose sono in potere nostro, di modo che noi stessi siamo responsabili del
nostro bene, e noi subiamo la sfortuna a motivo della nostra irriflessione. Di questa materia ho dato
un'analisi più dettagliata nel libro secondo della Guerra Giudaica.

Libro XIII, 297-298

Ma di ciò parleremo appresso. Per ora voglio solo rilevare che i Farisei avevano passato al popolo certe
norme trasmesse dalle precedenti generazioni e non scritte nelle leggi di Mosè, per tale motivo sono respinte
dal gruppo dei Sadducei i quali sostengono si debbano considerare valide solo le norme scritte (nelle
Scritture) e quelle trasmesse dalle generazioni precedenti non sono da osservare.

Su questa materia nacquero controversie e differenze profonde tra i due partiti: i Sadducei si curavano
soltanto dei ricchi e non avevano seguito tra le masse, mentre i Farisei avevano il sostegno delle masse. Ma
su queste due scuole e sugli Esseni è stato dato un esposto dettagliato nel secondo libro della mia Giudaica.

Libro XVIII, 11-25

Dai tempi più remoti i Giudei hanno tre filosofie che fanno parte delle loro tradizioni; quella degli Esseni,
quella dei Sadducei e in terzo luogo quella detta dei Farisei. Certo, di esse ho parlato nel secondo libro della
Guerra Giudaica, ciononostante anche qui ne farò una breve menzione.

I Farisei rendono semplice il loro modo di vivere non facendo alcuna concessione alla mollezza. Seguono
quanto la loro dottrina ha scelto e trasmesso come buono, dando la massima importanza a quegli
ordinamenti che considerano adatti e dettati per loro. Hanno rispetto e deferenza per i loro anziani, e non
ardiscono contraddire le loro proposte.

Ritengono che ogni cosa sia governata dal Destino, ma non vietano alla volontà umana di fare quanto è in suo
potere, essendo piaciuto a Dio che si realizzasse una fusione: che il volere dell’uomo, con la sua virtù e il suo
vizio, fosse ammesso nella camera di consiglio del Destino.

Credono alla immortalità delle anime, e che sotto terra vi siano ricompense e punizioni per coloro che
seguirono la virtù o il vizio: eterno castigo è la sorte delle anime cattive, mentre le anime buone ricevono un
facile transito a una nuova vita.

Per questi (insegnamenti) hanno un reale ed estremamente autorevole influsso presso il popolo; e tutte le
preghiere e i sacri riti del culto divino sono eseguiti conforme alle loro disposizioni. La pratica dei loro
altissimi ideali sia nel modo di vivere sia nei ragionamenti, è l'eminente tributo che gli abitanti delle citt à
pagano all'eccellenza dei Farisei.

I Sadducei ritengono che le anime periscano come i corpi. Non hanno alcun'altra osservanza all'infuori delle
leggi; giudicano, infatti, un esercizio virtuoso discutere con i maestri sul sentiero dottrinale che essi seguono.
Pochi sono gli uomini ai quali è stata fatta conoscere questa dottrina; e tuttavia costoro appartengono alla
classe più alta.

Essi non compiono praticamente nulla (di loro autorità), poiché allorché assumono un ufficio,
involontariamente e per forza, lo sottopongono, loro malgrado, a quanto dicono i Farisei; perché in altra
maniera non sarebbero tollerati (dal popolo).

La dottrina degli Esseni è di lasciare ogni cosa nelle mani di Dio. Considerano l'anima immortale e credono di
dovere lottare soprattutto per avvicinarsi alla giustizia.

Mandano offerte al tempio, ma compiono i loro sacrifici seguendo un rituale di purificazione diverso. Per
questo motivo sono allontanati dai recinti del tempio frequentati da tutto il popolo e compiono i loro sacrifici
da soli. Per il resto, sono uomini eccellenti che si dedicano unicamente all'agricoltura.
Sono ammirati da tutti per quella loro giustizia che mai fu trovata tra i Greci o tra i Barbari, neppure per breve
tempo, mentre per loro è una pratica costante e mai interrotta, avendola adottata da tempi antichi. Perciò
mantengono i loro averi in comune sia chi è ricco più degli altri, sia colui che non possiede nulla. Le persone
che praticano questo genere di vita sono più di quattromila.

Costoro né introducono mogli nella comunità, né tengono schiavi, poiché ritengono che la pratica di
quest'ultima abitudine favorisca l'ingiustizia e ritengono che la prima sia fonte di discordia. Essi invece vivono
da soli e svolgono scambievolmente i servizi l'uno dell'altro.

Alzando le mani eleggono uomini onesti che ricevano le loro rendite e i prodotti della terra, e i sacerdoti per
preparare pane e altro cibo. Il loro genere di vita non è diverso da quello dei cosiddetti Ctisti tra i Daci, ma
chiuso il più possibile.

Giuda il Galileo si pose come guida di una quarta filosofia. Questa scuola concorda con tutte le opinioni dei
Farisei eccetto nel fatto che costoro hanno un ardentissimo amore per la libertà, convinti come sono che solo
Dio è loro guida e padrone. Ad essi poco importa affrontare forme di morte non comuni, permettere che la
vendetta si scagli contro parenti e amici, purché possano evitare di chiamare un uomo “padrone”.

GIOVANNI BATTISTA

GIUSEPPE FLAVIO Antichità giudaiche, a cura di Luigi Moraldi, vol. 2, Torino UTET 1998

XVIII, 109-119

Nel frattempo vennero in conflitto Areta, re di Petra, ed Erode ( Antipa). Il tetrarca Erode aveva sposato la
figlia di Areta ed era unito a lei già da molto tempo. In procinto di partire per Roma, egli prese alloggio da
Erode (Filippo, nominato in Mc 6,17), suo fratello, essendo di diversa madre; infatti questo Erode era nato
dalla figlia del sommo sacerdote Simone. Innamoratosi di Erodiade, sua moglie, che era figlia del loro fratello
Aristobulo e sorella di Agrippa il Grande (=Erode Agrippa I, nominato in At 12), cominciò impudentemente a
parlarle di matrimonio. Avendo ella accettato, convennero che lei si sarebbe trasferita a casa di lui, appena
fosse tornato da Roma. Nei patti c'era che egli doveva ripudiare la figlia del re Areta. Trovatisi d'accordo su
queste cose, egli s'imbarcò per Roma. Al ritorno, dopo aver sbrigato le sue faccende a Roma, sua moglie,
venuta a conoscenza dei contatti con Erodiade e prima ancora di informarlo che sapeva ogni cosa, chiese di
essere inviata a Macheronte, che era ai confini dei domini di Areta e di Erode, senza dare alcuna spiegazione
delle sue intenzioni. Ed Erode la lasciò andare, senza sospettare cosa la donna tramasse. Ma questa aveva gi à
mandato dei messaggeri a Macheronte, che allora era soggetto a suo padre, in modo che il governatore ( della
fortezza) potesse preparare tutto per il viaggio. Appena giunta, ella partì per l'Arabia, pensando i vari
governatori al trasporto, finché giunse velocemente dal padre e gli rivelò il progetto di Erode. Quegli (=Areta)
fece di ciò un motivo di inimicizia, in aggiunta alla questione dei confini nella regione della Gabalitide.
Raccolte truppe da ambedue le parti in vista della guerra, designarono dei comandanti invece di prendere essi
stessi il comando. Data battaglia, l'intero esercito di Erode fu distrutto, in seguito al tradimento di alcuni
rifugiati, che provenivano dalla tetrarchia di Filippo e si erano uniti alle forze di Erode. Erode scrisse queste
cose a Tiberio. Questi, adiratosi perché Areta aveva cominciato le ostilità, scrisse a Vitellio (Legato in Siria
negli anni 35-37: cf. Tacito, Ann 6, 32) di dichiarargli guerra e di condurre a lui Areta in catene, se l'avesse
catturato vivo, o di mandargli la testa, se fosse stato ucciso. Queste cose Tiberio ordinò al governatore di
Siria.
Ma ad alcuni giudei sembrò che l'esercito di Erode fosse stato distrutto da Dio, e del tutto giustamente, per
punire il suo trattamento di Giovanni soprannominato “battista”. Erode, infatti, aveva ucciso quest'uomo
buono, che esortava i giudei a condurre una vita virtuosa e a praticare la giustizia vicendevole e la piet à verso
Dio, invitandoli ad accostarsi insieme al battesimo. In ciò, infatti, il battesimo doveva risultare secondo lui
accetto (a Dio): non come richiesta di perdono per eventuali peccati commessi, ma come consacrazione del
corpo, poiché l'anima era già tutta purificata con la pratica della giustizia. Ma quando altri si unirono alla
folla, poiché erano cresciuti in grandissimo numero al sentire le sue parole, Erode cominciò a temere che
l'effetto di una tale eloquenza sugli uomini portasse a qualche sollevazione, dato che sembrava che essi
facessero qualunque cosa per decisione di lui. Ritenne perciò molto meglio prendere l'iniziativa e
sbarazzarsene, prima che da parte sue si provocasse qualche subbuglio, piuttosto che, creatasi una
sollevazione e trovandosi in un brutto affare, doversene poi pentire. Perciò ( Giovanni), per il sospetto di
Erode, fu inviato in catene a Macheronte, la fortezza di cui abbiamo già parlato, e là fu ucciso. Ma l'opinione
dei giudei fu che la rovina dell'esercito venne da Dio, che volle punire Erode per averlo condannato

Cio che è messo tra parentesi è del biblista Penna nella sua opera a commento dei testi di Giuseppe Flavio e ci
aiutano a comprendere il contesto. R. Penna, L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane: una
documentazione ragionata, EDB 42000

GESÙ E IL TESTIMONIUM FLAVIANUM

GIUSEPPE FLAVIO Antichità giudaiche, secondo la traduzione di R. Penna, L’ambiente storico-culturale delle
origini cristiane: una documentazione ragionata, EDB 42000

XVIII, 63-64 ***

Verso questo tempo visse Gesù, uomo saggio, se pure conviene chiamarlo uomo ; egli infatti compiva opere
straordinarie, ammaestrava gli uomini che con gioia accolgono la verità, e convinse molti giudei e greci. Egli
era il Cristo .

E dopo che Pilato, dietro accusa dei maggiori responsabili del nostro popolo , lo condannò alla croce, non
vennero meno coloro che fin dall’inizio lo amarono. Infatti apparve loro il terzo giorno di nuovo vivo , avendo i
divini profeti detto queste cose su di lui e moltissime altre meraviglie.

E ancora fino ad oggi non è scomparsa la tribù dei cristiani che da lui prende nome.

MORTE DI GIACOMO FRATELLO DEL SIGNORE

GIUSEPPE FLAVIO Antichità giudaiche, a cura di Luigi Moraldi, vol. 2, Torino UTET 1998
XX, 197-201

Venuto a conoscenza della morte di Festo, Cesare (Nerone) inviò Albino come procuratore della Giudea. Il re
(=Erode Agrippa II) depose Giuseppe dal sommo sacerdozio e gli diede come successore nell’ufficio il figlio di
Anano, anch'egli chiamato Anano. Del vecchio Anano (=lo Annas dei vangeli, suocero di Caifa) si dice che fu
estremamente felice; poiché ebbe cinque figli e tutti, dopo di lui, godettero di quell'ufficio per un lungo
periodo, divenendo sommi sacerdoti di Dio; un fatto che non accadde mai ad alcuno dei nostri sommi
sacerdoti

Il più giovane Anano che, come abbiamo detto, fu designato al sommo sacerdozio, era una persona di indole
franca e oltremodo ardita. Seguiva la scuola dei Sadducei, che, in verità, quando sedevano in giudizio erano
più insensibili degli altri Giudei, come già accennato.

Con il carattere che aveva, Anano pensò di avere un'occasione favorevole alla morte di Festo mentre Albino
era ancora in viaggio: così convocò i giudici del Sinedrio e introdusse davanti a loro un uomo di nome
Giacomo, fratello di Gesù, che era soprannominato Cristo, e certi altri, con l'accusa di avere trasgredito la
Legge, e li consegnò perché fossero lapidati.

Ma le persone più equanimi della città, considerate le più strette osservanti della Legge si sentirono offese da
questo fatto. Perciò inviarono segretamente (legati) dal re Agrippa supplicandolo di scrivere una lettera ad
Anano che il suo primo passo non era corretto, e ordinandogli di desistere da ogni ulteriore azione.

Alcuni di loro andarono a incontrare Albino che era in cammino da Alessandria informandolo che Anano non
aveva alcuna autorità di convocare il Sinedrio senza il suo assenso.

Convinto da queste parole, Albino inviò una lettera sdegnata ad Anano minacciandolo che ne avrebbe portato
la pena dovuta. E il re Agrippa, a motivo della sua azione depose Anano dal sommo pontificato che aveva da
tre mesi, sostituendolo con Gesù, figlio di Damneo.

EDITTO DI CLAUDIO

SVETONIO Vita di Claudio, 25

Poiché i Giudei si sollevavano continuamente su istigazione di un certo Cresto ( impulsore Chresto), li scacciò
da Roma.

L'ALLONTANAMENTO DEI CRISTIANI DALLE SINAGOGHE

Talmud Birkat ham-minim ("benedizione dei minim"), dodicesima delle "Diciotto Benedizioni "

Che per gli apostati non ci sia speranza; sradica prontamente ai nostri giorni il regno dell'orgoglio; e periscano
in un istante i nazareni e gli eretici ("minim"): siano cancellati dal libro dei viventi e con i giusti non siano
iscritti. Benedetto sei tu, JHWH, che pieghi i superbi

L'importanza dell'uso di questa formula è attestato da un altro passo del Talmud babilonese:
"Se qualcuno commette un errore in una qualunque benedizione, lo si lasci continuare; ma se si tratta della
benedizione dei "minim", lo si richiama al proprio posto, poiché lo si sospetta di essere lui steso un "min" (TB
Ber. 29 a).

Fine testo caricato dalla professoressa.


Nel testo riportato da Flavio Giuseppe c’è una netta differenza tra quello che è scritto nei
vangeli.

*** Giuseppe Flavio ci parla di Gesù


Commento professoressa-
Ci sono delle espressioni starne sulla bocca di un Giudeo

.... se pure conviene chiamarlo uomo ...


...egli era il cristo ...
... parve a loro il terzo giorno di nuovo vivo ...

Queste espressioni sono così sopsette perchè sono delle professioni di fede.

Origene dice che sono di Flavio e che non avesse creduto alla messianicità di Gesù.
La sua veridicità viene presa come autentica.

Quando tacito ci scriverà delle persecuzioni cristiane di Nerone ci farà una veloce sintesi
della situazione di allora.

C’è un pluralismo ebraico in cui si inserì una nuova iresis, un nuovo gruppo, una nuova
filosofia.
Quelli della via erano considerati degli ebrei.
Credono in Gesù Cristo e credono che sia il Messia e che il Padre lo ha resuscitato dai morti.
Quando è nata la chiesa?
De Lubac dice:”Ma la chiesa è nata al calvariodal costato trafitto o a Pentecoste?”
da una spiegazione storica

Sesi cerca la datat precisa si assimila troppo la chiesa ad un essere umano , ma la chiesa non
è lo stesso

...

Il primo testo da leggere bene è “Gli atti degli apostoli”


All’esame si parleraà deglia tti degli apostoli.

Atti scritti da Luca, ha scritto il sequel del suo vangelo.


Frutto di ricerca storica e c’è una lettura da credente della storia. Cis ono degli elementi che
ci fanno vedere che non sono solo una lettura teologiaca, al capitolo 18 Luca parla di un
proconsole, questo ci permette di capire quando Paolo è arrivato a Corinto. Di Gallione è
stato trovata una iscrizione che fa riferimento al proconsole Gallione e si riesce a stabilire
così che Paolo è ripartito nel 52.

Lo stesso per Priscilla e Acquila riascolta la registrazione al minuto 1 ora 1 minuto.

Nel 49 si discuteva deglie eventi che avevano agitatola palestina

Sat2000 le pietre parlano, intervistano il rabbino di Roma Segni

Chi lo intervista .... 1 hh 4 mm

Sempre legata alla fine degli atti 23-25 si parla di due procuratori che sembra essere
avvenuto nel 55 d.C.
Si parla della concomitanza della morte di Giacomo il Maggiore(L’apostolo) e di quella di
Erode. Le città che vengono rammentate nel viaggio di Paolo sono precise. Ma è da indicare
che è anche forte la lettura Teologica.
Gli Atti ci mostrano la rapidità della diffusione dlla parola di Dio, nel 42 raggiunge la
Palestina, tra il 45 e il 50 è fuori della Palestina, nel 50 è già a Roma, nel 62 viene ucciso per
decisione del Sinedrio Giacomo il fratello del Signore.
Incremento rapido della comunità.
Nel versetto 15 c’era scritto che erano 120 persone circa.
Paolo parla di un apparizione di 500 persone e la comunità era diventata di 3000, poi al
capitolo 4 erano già 5000.

Adesso la prof ci presenta un altro testo.


Intervento del Bini Massimo dove ribadisce di fare riferimento alla pagina del prof bini
Continua la prof Annalisa Bini che c’invita a leggere un testo della

COMPITI PER CASA

LEGGERE

Pontificia Biblica - Il popolo ebraico e le sue scritture nella bibbia cristiana


10 paginette
Nella terza parte dal punto 66 in poi perchè ci da un quadro storico fatto da esperti
sull’argomento che faremo la prossima volta.
Testo importantissimo per imparare a parlare degli ebrei.
LEGGERE ANCHE GLI ATTI DEGLI APOSTOLI

CAP 2, 42-48

CAP 4, 32- 35

CAP 6, 1-7

Leggere come un documento

Cosa ci dicono questi testi della comunità cristiana?

Leggerli in modo tecnico, storico, scientifico.


Lezione del 19 ottobre

Attraverso le città si espandeva la cultura e anche il cristianesimo.


Lacittà per il cristiano si identifica la chiesa. Quando Paolo scrive a Tessalonica intendeva
dire che scriveva ai cristiani che vivenao in quella città. -
La civiltà romana si fondava sulla schiavitù. Quindi c’è una precisa distinzione tra liberie
schiavi. Gli schiavi erano considerati meno di un animale. Anche gli uomini liberi non erano
tutti uguali. C’è una grande differenza tra uomini, donne e bambini. Gli uomini sono più
importante delle donne, le donne più importanti dei bambini. Poi c’era distinzione tra chi
aveva la cittdinanza romana. Paol che era cittadino romano si appellò a Cesare ed andare a
chiedere il giudizio di un tribunale romano, subì un martirio meno doloroso, la
decapitazione mentre tutti gli altri apostoli furono crocifissi. Ci sono gli umiliores che sono
la plebe urbana mantenuti dagli urbenores, che erano la classe più agiata. Esistevano anche
delle donne più emancipate, quelle che diventavano vedove potevano conservare i loro
diritti. Mentre le vedove povere rimanevano in miseria, accattonaggio, prostituzione. I
bambini valgono un po più degli schiavi. I bambini possono essere soppressi, esposti per poi
diventare schiavi. Il padrone era, padrone della famiglis. Capite cosa vuol dire il
cristianesimo in questo contesto. Carattere rivoluzionario della società romana. Il
cristianesimo non si èmai mosso contro le strutture, come la schiavitù, ha invece elevato la
condizione umana. Il prof suggerisce la lettera di paolo a filemone, il libro più corto della
bibbia dove Paolo restituisce uno schiavo a filemone, te lorestituisco sappi slo che è mio
fratello. Quando parli con lui, parli con me.
I lprof dice sempre e domanda spesso all’esame che se vogliamo fare un paragone tra la rel
cristiana e le religioni romane, ma è bene confrontare il cristianesimo con le filosofie, anche
quelle romane.
Perchè la caratteristica della religione cristiana era non esercitata dalla religione. E’ più
importante che le confrontiamo con le filosofie che cercano di dare un senso.
v
Andiamo a vedere cosa è la religione romana e la sua visione politeistica .
La cosa fondamentale da capire è che la religioneromana èuna religione formale, legata a quello che
loro chianìmavano la PAX DEORUM, l’accordo con gli dei.
Gli dei vivono nel loror mondo e decidono le sorti dell’uomo.
L’uomo offre qualcosa agli dei.
Gli dei offrono la benevolenza.
L’uomo con atti formali, sacrifici, questi sacrifici ingraziano gli dei e saranno benevoli.
Per questo la rel romana è una religione sincretistica, erano inclusivi. Quando conquistavano un
popolo, loro facevano i sacrifici ai dei di quel popolo e chiedevano a quel popolo di immolare agli
dei romani. E’ su questo che si gioca la omprnesione dei romani. Quello che i romani contestano ai
cristiani è che loro non accettano questa visione. Per i cristiani il loro Dio è unico.
La religione cristiana poteva essere accettata, doveva avere antichità. Pur che gli ebrei non fossero
concordi con i romani, erano una religione antica. Mentre il cristianesimo non velevano praticare ed
avevano una religione nuova.
Il conectto di Pax deorum, accordo con i Dei. Come faccio a saper se siamo d’accordo, ci sono gli
aruspici. Vede come volano gli uccelli, cosa avviene in natura. Se gli auspici non sono buoni si offre
qualcosa di più.
Ci sono degli uomini che vengono possedute dagli dei e parlano mediando.
Dea Roma e Imperatore.
Poi ci sono una moltitudine di religioni che vengono dall’oriente e sono cultipiù assimilabili dal
cristianesimo. Misteri sono più vicini al cristianesimoma hanno un culto misterico, culti a cui hanno
accesso solo in pochi. Culti che attraverso un culto d’iniziazione permettono ad alcuni eletti la
possibilità di fare incontro con Dio. Cosa offrivavano di diverso questi culti? Una rinascita, una
protezione contro le forze cosmiche, una purificazone delle proprie colpe, la possibilit à
diun’immortalità felice. L’anima sopravvive oltre la morte e vive una comunione con Dio.
Tutto questoha una somiglianza con il cristianesimo, dall’altra lo condizione.
Il crist lotta contro il misconoscimento dell’impero romano, i cristiani non fanno offerte al tempio,
non accettano i culti pagani. Dall’altra ci sarà la concorrenza con le altre religioni che offrono
qualcosa di simile a quella cristiana, offrono un premio per quello che hanno fatto su questa terra.
Il culto di Mitra era un culto molto diffuso al tempo della nascita del cristianesimo.
Sappiamo tantissimo della morte di Gesù sappiamo pochissimo della sua nascita. Noi celebriamo l
25 di dicembre la nascita di cristo perche quel giorno era la festa di Mitra, quando d’inverno
riprendevano ad allungarsi legiornate. Quindi il cristianesimo sostiyuisce la festa di Mitra con la
nascita di Cristo per adombrare la presenza di quest’altra religione.
Sintesi:
Il cristianesimo si radica nelle città, si diffonde attraverso le vie del commercio, lungo le strade, si
diffonde tra chi?
Per lungo tempo il cristianesimo si rteneva che si fosse diffuso tra le classi piùpovere che
comprensibilmente acettavano questa religione perchè li consolava e li riscattava. Ma attenzione fin
dalle lettere di San Paolo e dagli aìAtti degli ci sono delle persone ricche che facevano parte delle
fasce ricche della popolazione. Se leggiamo Erma, che parla della seconda possibilit à di essere
riconfessati, si dice i cristiani ricchi dovevano aiutare i più poveri.
Lezione del 26/10/2020

Le persecuzioni

Fino al 313 fino all’editto di costantino i cristiani vengonoperseguitati.


Il rischio è che s’immagini un cristianesimo catacombale che è un’invenzione polacca dell’800. Questo non è
assolutamente vero.
E’ vero che in determinati periodi i cristiani sono stati perseguirtati dall’impero, per molto tmpo però hanno
potuto profesare abbastanza liberamnte, hanno potuto costruire degl’edifici sacri, e durante le persecuzioni
l’impero sequestrava leprprietà ai cristinao. I cristiani non eranomolto be visti, per questo motivo non è diff
immaginare, nel casi di Nerone, che venissero usati come caprio espiatorio di fronte alle difficoltà che aveva
con il popolo. Le accus e contro i cristiani sono di diverso tipo:

1)Popolari;

Culturali da parte degli intellettualei

3) atti di autentica persecuzione.

Perche questo clima , sono visti come persone contrare alculto pubblico, l’attegiamneto di antipatia nei loro
confronti deriva anche dal fattoche sono accusati di pratiche poco raccomandabali, priatiche poco lineari.
Il venir meno a quell’atteggiamento richiesto dal punto di vista religioso ad ogni cittadino.

Un pagano (popolari) vedeva di cattivo occhio il cristiano perche iniziava ad esercitare alcune pratiche che non
facevano gli altri. Non andava al circo perchè non intendevano sacrificare agli dei. I cristiani nonpartecipavono
alle feste nazionali. I cristiani venivano appartati e quindi gli furono formalizzate delle accuse. Furono accusati
di misantropia, quindi essere diversi dagli altri. Per i pagani, i masantropi erano una sorta di colpa. Gli dei non
essendo onorati dai cristiani potevano attirare maledizioni sul popolo romano a causa della mancanza di
sacrifici dei cristiani.
I cristiani venivano accusati di immoralitàa causa dei loro culti:
1) Incestuosi
2)Adoratori di una testa d’asino (simbolo di sessualità)
3) adoratori di un criminale che era stato condannato in croce;
Se pensate che durante la liturgia si scambiavano l’abbraccio della pace, e se si considera che i cristiani tra
loro si chiamavano adolfoi (fratelli) per quelli che non potevanopartecipare e nonpotevano vedere cosa
avvenisse durante le celebrazioni.
Il fatto che i loro culti che praticavano agli dei non erano praticate.
4) I Cristiani venivano accusati di mangiare i bambini (antropofagi.
Come si fa a far nascere questa accusa, durante l’eucarestia si mangia e si beve il corpo e il sangue del
Signore, non avendo mai visto una celebrazioni venivano facilmente ingannati da chi proponeva che i cristiani
mangiassero i corpi ed il sangue dei bambini.
5) Significative sono le accusa culturali: venivano dalla filosofia, la cultura (Celsio II sec , Porfirio III sec).
Si capisce che era tre tipi di accusa
1) religione da ignoranti, persone di basso livellosociale che cercano di fare proletismo tra le classi più basse
della popolazione, schiavi, poveri, che senza grande inteligenza ma con uno spirito d’inganno, cercano di
mettere in crisi la visione sociale più comune. L’alutorità del padre siu moglie e figli, l’aiutorità del padrone sullo
schiavo. Visto così come un tentatvio di sovvertimento della societa.
2) Cittadini che non partecipano alle tradizioni degli antichi, non rispettano e gerarchie interne alla società
romana, non sono cittadini degni;
3) L’accusa di intrinseca irrazionalitàdelpensiero cristiano:
1) come è possibile che un dio che è totalmente altro dall’umanità arrivi ad incarnarsi;
2)Pechè dio ci ha messo così tanrdi ad incarnarsi?
Pechè tutti quellic che si sono incarnati prima non hanno avuto la spossibilità di salvarsi
3)La risurrezione della carne? Stranissmo
4)Gesù morto così indegnamente.
5) Bibbia insieme di sciocchezze messe insieme.
Cristianom= cretino nel pensiero culturale del tempo.
I cristiani come reagiscono?
All’inetrno del fruppo più culturalemnte preparato una serie di autori inizia a scrivere delle vere e proprie difese
dei cristiani.
L’apologia di Socrate come esempio.
Socrate portato in tribunale con il rischio di essere condannato a morte.
Cis ono tutta una serie di scrittori San Giustino, Tertulliano, Sant’Agostino che rispondono alle accuse pagane.
I prim apologisti sono i primi teologi. Coloro che per la prima volta ustilzzando il linguaggio della filosofia
ellenistica, inzian a stabilire quella che poi Agostino chiamerà “la dottrina cristiana”.
Rileggendo questi autori, come loro si difendono dalle accuse che gli vengono fatte si legge anche la prima
strutturazione della teologia.
I cristiani si differenziano dall’atteggiamento dei romani e questo li rende persone di dubbia fame. Il cristiano
peima di essere perseguitato, prima di essere condannato, viene visto come una persona strana, poco perbene.
Quello che noi pensiamo degli immigrati è quello che i romani pensavano dei cristiani. Questo non si traduce
immediatamente in una persecuzione. Un che è l’atteggiamento del popolo e un che è
Nei primi due secoli se si eccettua la persecuzione di Nerone, sostanzialmente non abbiamo una persecuzione
dei cristiani, sostanzialemte queste persecuzioni hanno un carattere locale e sono estremamente limitate nel
tempo. Non abbiamo delle leggi che dicono che i crist
Nella prima persecuzione, quella di Nerone abbiamo una serie di persecuzioni,
il primo testo delle dispense delprofessore, che ci ha fornito: ci parla di Nerone, tacito “Negli annali” parlando
del supplizio dei cristiani ordinato da Nerone del 64, Nerone condanno i cristiani famosi per le loro
nefandezze, ??accusati di aver dato fuoco alla città???
Testo di Tacuito è da leggere, guardare le dispense. Condannati non tanto per incendiari, ma come delle
persone che rifiutavano il genere umano. Nerone aveva offerto i suoi giardini per mostrare i cristiani nelle loro
persecuzioni. Venivano messi a morte per saziare il desiderio di morte di Nerone.
Tacito propone l’idea che Nerone abbia voluto l’incendio di Roma, confermato da Svetoni, Plinio il vecchio, etc.
Nerone per sviare da se , non essendoci riusciuto con elargizioni al popolo, i sacrifici agli dei, svia la sua colpa
scegliendo i cristiani come capo espiatorio. Questa suprstizione si era diffusa tra gli ebrei e anche a Roma che
era il coacervo di tutte le porcherie, da tutte le parti. Si vanno a ricercare i cristiani, priima quelli che si
professano cristiani, poi tramite loro cercano di estrocere il nome degli altri. Quindi le persecuzioni che
subiranno da Nerone susciterà da parte del popolo romano la misericordia, una commiserazone nei loro
confronti perchè venivano messe a morte non per tutti ma per saziare la crudeltà di uno solo, Nerone.
Per Tacito non spaventa Tacito, ma deve essere motivata dal bene comune, ma qui si mettevano a morte i
cristiani per spengere la crudeltà di Nerone. Da questa persecuzione vengono martirizzati anche Pietroe Paolo.
Secondo brano che il prof ci deve commentare è un teso del 111/112 d.C. di Plinio
Bisogna punir il solo nome indipendentemente dai fatti che loro commettono o bisogna punirli perchè sono
cristiani e perciò per i mali che commettono i cristiani in generale.
Ai cristiani che rispondevano di essere cristiani, ed insistevano a rispondere di essere cristiani li ho uccisi.
Coloro che erano cristiani romani li misi in nota per essere inviati a Roma per essere giudicati.
Il presupposto di essere cristiani era sufficiente a renderli dei criminali, chi insisteva dire che erano cristiani
venivano messi a morte.
I cristiani si difendevano mettendo in evidenza che il loro crimine, non era un crimine. I cristiani si riuniscono
all’alba, cantando a Dio, giurno di non fare del male, si separoano e poi si riuniscono mangiando un cibo
comune insieme.
link del testo
https://issrtoscana.discite.it/gsd/serverppd/getAllegato.jsp?
idsessione=65700EF21670E1FB11C416D8CB045FBA&id_allegato=1549&id_docente=6

Un’altra persecuzione la troviamo tra il 161 e 180 sotto marco aurelio. Viene martirizzato Giustino, Policarpo di
Smirne. Abbiamo la testimoninza che nel II sec c’è stata solo in quel periodo.
Le cose peggiorano, vengono messe delle leggi che obbligano al culto degli dei romani. Instabiltà politica,
guerre civili, popolazioni barbare che si assieppano ai confini dell’impero. Si cerca di consolidare l’impero e tra
le pratiche il rafforzamento del culto dell’iperatore. Tutti i cittadini devono offrire qualcosa al culto dello sirito
dell’imperatore. Chi non sacrifica all’imperatore deve essere messo morte. I cristiani così nel 22 sotto settimio
severo, che vuole crescere lo sviluppo di tutti questi fenomeni religiosi pericolosi, emana un editto contro , il
catecumentao diventa illegale per tutto l’impero, si dice che è delitto essere cristiani. Persecizione breve tra il
202 e il 203, destinata a contenere lo sviluppo dei cristiani. Si pensa che si sia sviluppata nell nord africa e a
causa di questa vengono mart perpetua e felicita. Una ltra persecuzione c’è a metòàdel’ II secolo con Decio,
l’impero è minacciato ai confini, c’è bisogno di un adesione politica, quindi si devide di fare un sacrificio agli dei,
alla fine del 250 decio proclama questa scelta di sacrificio e tutti coloro che non vi parteciopano devono esseer
condannati. Per essere sicuri che uno ha sacruificato agli dei si devono procurare un libello, dove si dice che lui
ha sacrificato agli dei. I cristiani non accettanoe non vengono uccisi. Altri cristiani cercano un compromesso,
non sacrificano ma corrompono i magistrati ottenendo il libello, vennero chiamati libellatici. Molti sacrificano agli
dei e vengono chaimati, sacrificati queli che compiono il sacrificio. Turificati coloro che con il turibolo
incensavano con il turibolo agli dei.
Quando finisce l’ondata di persecuzione le chiesa affronta il problema disciplinare e dottrinale. Molti apostat ed
alcuni libellatici (lapsi) problema dei lapsi ( chi ha fatto aostasia e quelli che hanno ottenuto la certificazione)
questi gruppi chiedono di essere riammessi all’interno della chiesa,. Si produce un conflitto interno alla chiesa
tra quelli che li volevano ammettree e che non li voleva piùù ammettere. Il conflitto più forte su questo
argomento avvenne a Cartagine. Quindi in quel luogo, alcuni che si erano esposti, diichiarandosi come cristiani
ma non erano uccisi(confessori), appoggiarono i lapsi dicendo che si erano pentiti. Poggio e buca fa pari, i
meriti dei confessori coprono i demeriti dei lapsi. Così ilapsi ottengono da parte dei confessori il libellum pacis.
Cipriano durante la persecuzione si era nascosto, per evitare di lasciare la chiesa senza una guida, ma veniva
ccusato di essere scappato, Cipriano stabilisce che non si possono riammettere i lapsi semplicemmente con un
libello di pace. Ma decise che se dopo la persecuzione potranno ottenere di essere riammessi nella comunità in
punto di morte o di fronte a gravi malattie. Non piace questa proposta d altri due e decidono di riammettere
coloro che avevano il libellum pacis dei confessori. A roma dove cipriano era rimasto in contatto, si stabilisce
etc. Così si ebbe uno scisma. Un altro a Roma elegge due vescovi di Roma ed avviene uno scisma ancge a
Roma. Nel 251 c’è un concilio a Cartagine dove si stabilisce che ogni caso doveva essere giudicatoa se. Si
prendono delle decisioni un po’ contrastanti. Poi alla fine si decide di riammattere tutti quelli della penitenza
perchè si credeva che da li apoco ci sarebbe stata un’altra persecuzione antichristiana. Infatti nel 257 ci sarà
una nuova persecuzione, Diocleziano con un esercito nemico ai confini, crede che cristiani siano un po conlusi
con i popoli nemici e diocleziano accanto a motivazioni teologiche pone una motivazione finanziaria, c’ un certo
interesse di acquisire i beni della chiesa. Si capisce che la chiesa avva una certa consistenza economica. Nel
258 vengono giustiziati tutti oloro che si rifiutano di sacrificare. In questa persecuzione perdono la vita cipriano,
il papa e il diacono del papa. Quando Valeriano viene ucciso, il figlioGalleno unico rimasto, per la prima volta
inverte nel 260/261 la tendenza, con l’editto di tolleranza, restituisce i beni espropriati ai cristiani, per la prima
volta si consente una tolleranza nei confronti dei cristiani(Editto di Gallieno 261) Dopo abbiamo quarant’anni di
pace, le cose cominciano a peggiorare quando nel 285 sale al trono diocleziano, un grande imperatore, quello
che ha divisol’impero, che ha dati inizio ai due cesari, ha fatto tutta una serie di riforme che serviussero a
suorrare lo sfladamento amministrativo, militare dell’impero. All’interno di una politica di restaurazio si comincia
a reintrodurre il culto di stato ufficiale, così i cristiani devono essere bloccati , non possono essere l’elemento
disgregatore dell’impero. Così inizia una persecuzione tremenda, seguita da quarant’anni di pace. Molti uomini
dell’amministrazione pubblica, militari ecc erano diventati cristiani. La cosa tragica verraà continuata nella
prossima lezione
Lezione del 09 novembre 2020

Gallieno per primo ha fatto l’editto di tolleranza.


Dopo Galleno per ben 40anni non ci sono state persecuzioni cristiane.
Va al potere nel 285, provvederà a fare tutta una serie di riforme nel sistema pubblico e
nell’amministrazione dell’impero. Diocleziano creò come forma di governo la tetrarchia,
l’impero veniva diviso in due parti, l’impero di oriente e uno di occidente. A capo di ognuna
delle due parti viene messo l’imperatore e una sorta di aiutante vice-imperatore. Vengono
chiamati il primo Augusto ed il secondo Cesare

edizione Jacabuc del 1991


Il prof. Sodi ci consiglia la lettura di
questo libro.
Una volta che veniva eletto l’imperatore Augusto, l’imperatore eleggeva il suo Cesare che
poi diventevano i successori degli Augusti, a loro volte i nuovi Augusti eleggevano altri due
Cesari. Questo per far si che non ci fossero più dispute alla morte dell’imperatore.
L’idea di Diocleziano sarebbe stata perfetta se ci fosse stato qualcun altro oltre a lui che si
fosse dimesso.
S’intende così ribadire il culto dell’imperatore con rito imperiale, così dal 304 al 311
comincia tutta una serie di conflitti. Diocleziano dal febbraio 303 al febbraio 304 pubblica 4
editti che smantelleranno il culto cristiano. Fino a chiedere con il 4° documento che i
cristiani sacrificassero all’imperatore. Galerio (gli viene affidato il compito di perseguitare i
cristiani) è il più convintoche i cristiani sonoun oericolo da eliminare in tutti modi, cerca di
articolare una persezcuzione massiccia. Il padre di Costantino in occidente si comporta in
modo più blando. Molto più vilenta la persecuzione in oriente. La tetrarchia entra in
difficoltà perchè nessuno vuole abdicaree iniziano tutta una serie di guerre civili.
L’ultimo che resiste a Costantino è Massenzio, e con la battaglia del ponte Milvio in cui
vince, si capisce che Costantino ha un interesse verso il cristianesimo. Galerio, ferito nelle
guerre civili, quasi moribondo, da essere persecutore emette l’editto di Serdica 30 aprile del
311, riconoscendo di aver perso contro i cristiani. Il prof. Ci ha letto il testo che è stato
riportato da altri storici, l’originale non c’è.

Promulgato anche a nome degli altri membri ufficiali del collegio tetrarchico, l'editto segnò la fine
delle persecuzioni contro i cristiani. [2]

«Tra tutte le disposizioni che abbiamo preso nell’interesse e per il bene dello Stato, in
primo luogo abbiamo voluto restaurare ogni cosa secondo le antiche leggi e le istituzioni
romane, e fare in modo che anche i cristiani, che avevano abbandonato la religione degli
antenati, ritornassero a sani propositi.
Ma, per varie ragioni, i cristiani erano stati colpiti da una tale ostinazione e da una tale follia
che non vollero più seguire le tradizioni degli antichi, istituite forse dai loro stessi antenati [3] .
Essi adottarono a loro arbitrio, secondo il proprio intendimento, delle leggi che osservavano
strettamente e riunirono folle di persone di ogni genere in vari luoghi.
Perciò quando noi promulgammo un editto con il quale si ingiungeva loro di conformarsi
agli usi degli antenati, molti sono stati perseguiti, molti sono stati anche messi a morte.
Ciononostante, sebbene la maggior parte di loro persistesse nel proprio convincimento,
abbiamo visto che alcuni di essi né tributavano agli dèi la reverenza e il timore loro dovuti,
né adoravano il Dio dei cristiani.
Considerando la nostra benevolenza e la consuetudine per la quale siamo soliti accordare il
perdono a tutti, abbiamo ritenuto di estendere la nostra clemenza anche al loro caso, e
senza ritardo alcuno, affinché vi siano di nuovo dei cristiani e [affinché] si ricostruiscano gli
edifici nei quali erano soliti riunirsi, a condizione che essi non si abbandonino ad azioni
contrarie all’ordine costituito.
Con altro documento [4]   daremo istruzioni ai governatori su ciò che dovranno osservare.
Perciò, in conformità con questo nostro perdono, i cristiani dovranno pregare il loro dio per
la nostra salute, quella dello Stato, e di loro stessi, in modo che l’integrità dello Stato sia
ristabilita dappertutto ed essi possano condurre una vita pacifica nelle loro case.»
(Lattanzio , De mortibus persecutorum , I,34, 1-5.Eusebio di Cesarea , Storia Ecclesiastica , VIII, 17.)
Lezione del 16 novembre 2020

EDITTO DI SERDICA 311 d.C.:


Editto di tolleranza.
C’è una frase equivoca nell’editto:
cosìcome aveva fatto Galieno 40 anni prima.
A condizione che essi non si abbandonino ad azioni contrarie all’ordine delle cose.
Non siamo riusciti ad ottenere che i cristiani smettessero di adorare il loro Dio ed iniziassero ad
adorare i nostri dei.
Ma alcuni che erano cristiani decisero di smettere di credere al cristianesimo ma non ritornarono al
culto dei pagani. Quindi peggio di quello che ci eravamoproposti di ottenere.
Visto che la quantità di preghiere agli dei sono calate, allora noi tolleriamo che i cristiani siano di nuovo
cristiani e permettiamo che vengano ricostruiti i templi del loro culto e dovranno mantenere degli atti a
favore dell’ordine costituito.
Quindi i cristiani dovrannopregare per l’integrità dei romani che sacrificavano agli dei, per la pace
dell’impero,per la loro tranquillità.
Galerio quindi dice che se i cristiani proprio non vogliono diventare pagani, diventino almeno dei
buoni cristiani, preghino per l’imperatore.
Dobbiamo tenere un buon rapporto con gli dei per assecondarci il loro favore.

L’editto di Licinio e Costantino nel 313.

Costantino, figlio di Costanzo Cloro, divenuto augusto nel 305 dopo che avevano abdicato i predecessori,.
Costanzo Cloro un anno dopo muore e Costantino viene proclamato Augusto perchè le sue truppe, contro
l’ordinamento proclamato da Valeriano, iniziano una serie di conflitti ritenendoche la sua sia una usurpazione.
Costantino entra in contatto con Massenzio, figlio dell’altro Cesare. C’è una battaglia nel 312 28 ottobre, in cui
le truppe di Costantino e Massenzio e si scontrano nei pressi di Roma.
Massenzio si era chiuso dentro roma e per impedire l’ingresso di Cosytantino fece buttare giù il ponte Milvio.
Poi ci ripensa e decide di affrontare Costantino, fa costruire un ponte di barche. Lo scontro non gli va tanto
bene e mentre si ritira ed attraversa il ponte, durante il suo passaggio il ponte si distrugge e lui muore.
Costantino dopo del tempo disse di sver visto un segno in cielo, disse che quel segno gli aveva dato
cosapevolezza del fatto che avrebbe vinto. Così dopo la vittoria fece mettere il segno della croce di cristo. Lui
non sapeva che fosse il segno della croce. Prima Costantino era stato devoto al Dio Sole e aveva fatto mettere
insegne che raffiguravano il sole. Queste cose le disse molto tempo dopo. Prese coscenza di tutto ciò è prese nel
suo mandato un atteggaiemnto di difesa per i cristiani.
A partire dal 312 c’è un radicale cambiamento nei confronti del cristianesimo.
Nel 313 quando incontrò Licinio (pagano), fece in modo che dovesse essere approvato il rescritto(atto pubblico
di risposta ad un governatore quello che risponde diventa legge). L’editto di libert à è un compromesso tra loro
due per combattere gli altri pretendenti al trono. Si formano due augusti che si dividono in due l’impero. Così
più tardi con lo scontro tra questi due porterà alla morte di Licinio e alla riunione dell’impero sottocostantino e
la fine della tetrarchia. Si arrivò così ad una sorta di libertà di culto.
«Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo
discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte
persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinit à affinché sia
consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità
che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperit à.»
All’interno dell’impero si da la possibilità a tutti di pregare il proprio Dio.
Non si può essere atei, qualcuno deve essere pregato affinchè il culto a quel Dio possa portare una benedizione
all’impero. L’impero è religioso, ha una pratica religiosa, non basa la propria giustificazione. A noi interessa che
venga pregato ilproprio Dio per tutto l’impero e per i due cesari.
Il salto di qualità dura poco perchè con Teodosio, con l’editto di Tessalonica tutti devono essere cristiani
secondo Nicea del 325. Se leggiamo il De Civitate Dei.
Non siamo alla visione illuministica, l’illuminismo nega il rapporto con la divinit à.
Siamo dentro ad una concezione puramente religiosa.
Detto questi si dice che i cristianidovranno essere risarciti per tutto quello di cui sono stati privati.
Che gli vengano resituiti i beni, sia ce siano di proprietà del demanioche siano stati venduti ai privati. In
quest’ultimo caso si pensi a risarcire il privato con i soldi delle casse dell’impero per restituire il bene del
cristiano al suo legittimo proprieterio.
In questo modo risolto il problema religioso tutta la popolazione sarà serena. Nel 380 si arriverà alla
persecuzione delle altre religioni.
Dibattito tra chi dice che Costantino si è convertito, quando si è convertito, etc..
Costantino non cederà mai il ruolo di Pontefix Maggnimum,
Nel 325 c’è una prima parziale soluzione del problema ariano, quando nel 325 si convoca il concilio viene
convocato dall’imperatore Costantino, non sono i papi che richiedono il concilio.
Costantino manterrà la sua posizione di supremo garante e ci sono tutta una serie di atti che mostrano che sar à
sempre più consonante con il pensiero cristiano. Nel 315 abolizione della pena di morte e la pena di morte per
crocefissione. Nel 313 priobisce la marchiatura a fuoco dei condannati alla pena di lavori forzati motivandolo
con il fatto che il nostro volto è fatto a immagine di Dio. Proibisce i culti agli auruspici (tagliare le gambe al
paganesimo, l’auruspice aveva un rapporto con Dio), i culti che prevedevano particolari usanze.
In questo modo gli dei divenivano muti, posso andare ancora a portare un sacrificio al tempio per gli dei , ma se
poi non so cosa mi dicono diventa difficile avere un rapporto con Dio.
Vengono sospese le lotte dei gladiatori, viene bloccato lo sport preferito dei romani.
Viene parificata l’uccisione di uno schiavo come per l’assassionio di un uomo libero.
La domenica diventa il giorno del riposo.
In virtù di questa posizione del fatto che aiuta i cristiani, visto che Licinio aveva iniziato a perseguitare i
cristiani, attacca Licino lo sconfigge e uccide. A quel punto verrà riunito l’impero romano, Costantino trasferirà
la cpitale a Bisanzio, che divebntaerà Costantinopoli.
Tra i padri della chiesa dicono che è la fine, la chiesa da quelmomento si è corrotta, la chiesa che non soffre non
è più chiesa.
Prima il vescovo era un ruolo rischioso, dopo diventa un privilegio. Tutti avrebberovvoluto diventare vescovo.

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