«SELEZIONARE IL CARDELLINO
L’ESOTICO PRINCIPE DEI NOSTRI INDIGENI»
PATERNO’(CT) - 04/01/2020
IL CARDELLINO
(Carduelis carduelis)
(Pag.71-73)
IDENTIFICAZIONE TASSONOMICA DEL CARDELLINO
IERI OGGI
Oggi, rispetto alla precedente classificazione, sono state inserite due nuove
sottospecie: la «colchica e la volgensis». Mentre la «brevirostris e la loudoni»
vengono considerate un’unica sottospecie. Le differenze fra le varie sottospecie
sono minime ed attengono principalmente a diverse tonalità di colore ed a piccole
differenze di taglia corporea. Gli esemplari «brevirostris (loudoni)» hanno del
marrone intenso e molto scuro sulle parti superiori del corpo e nel petto. La
«niediecki» è più chiara su tutto il mantello.
Il Cardellino Asiatico o Cardellino dell’Himalaya appartiene ad una
specie diversa (Carduelis caniceps) e contempla 4 sottospecie
1. Carduelis caniceps caniceps (Vigors, 1831) – Ovest e Nord Pakistan (Baluchistan e Nord-
Ovest Provincia della Frontiera), Kashmir e Nord-Ovest Himalaya, Est fino al Centro del
Nepal e Sud-Ovest della Cina (Sud-Ovest Xizang).
2. C. caniceps paropanisi (Kollibay, 1910) – W Turkmenistan e Nord-Est Iran, Afghanistan,
Ovest Pamirs, Tien Shan, Sud-Est Kazakhistan e Nord-Ovest Cina (Nord-Ovest Xinjiang).
3. Carduelis caniceps subulata (Gloger, 1833) – estremo NE del Kazakhistan, Russia (Lago
Baikal) e Nord Ovest Mongolia.
4. C. caniceps ultima (Koelz, 1949) – Sud Iran (Sud-Est Fars e Kerman).
CARDELLINO HIMALAYANO
(Carduelis carduelis paropanisi)
CARDELLINO HIMALAYANO
(Carduelis carduelis caniceps)
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate
Carduelis carduelis carduelis (Linnaeus, 1758)
La specie nominale carduelis presente anche in Italia, rappresenta sia
nel colore che nella taglia, caratteristiche intermedie, sia nella taglia
che nel colore, fra gli estremi rappresentati delle sottospecie:
«britannica e frigoris (major)».
Mâle
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate
Carduelis carduelis parva (Tschusi, 1901).
La sottospecie parva è caratterizzata da dimensioni corporee pari a
10,5/11 cm. Sulle ali presenta le classiche olive bianche di dimensioni
ridotte e macchiate di bruno. Inoltre presenta una lunetta sul collo
(dietro la croce) dalle dimensioni ridotte ed anch’essa macchiata di
bruno. I toni del mantello sono molto carichi di feo. La carica di feo è
talmente importante da macchiare di bruno anche le guance
normalmente bianche
Guance infiltrate di bruno
sporco
Portamento: troppo statico o troppo selvatico, non perfetta presa del posatoio, torcicollo,
stazionamento eccessivo a terra, giro del soffitto della gabbia ecc.
Condizioni generali: penne spezzate, piumaggio, zampe, becco ed anellino sporchi, unghie
lunghe, becco scagliato e zampe scagliose, ecc.
DIFETTO: COLORE ROSSO ARANCIATO
DELLA MASCHERA
Croce (disegno della nuca) incompleta o deforme (è richiesta netta, regolare e completa)
Aureola di colore lipocromico (generalmente giallo/arancio) in concomitanza della croce (disegno
della nuca) IN PARTICOLARE NEL WHITE-COP. In questa specie l'aureola sotto la croce deve essere
bianca nelle specie maggiori o melanizzata di bruno/nocciola nelle specie minori.
La sottospecie frigoris (Cardellino major) a fenotipo selvatico, in aderenza allo standard della COM il
disegno pettorale può essere accettato di colore nocciola (camoscio) intenso, tollerando piccole
tracce di melanina nera o di colore giallo.
La varietà Testa Bianca nonostante l’aureola (lunetta) dietro la nuca deve mantenersi di colore più
bianco possibile (come peraltro nel fenotipo selvatico). Non sono tollerate tracce di melanina sulla
testa nelle zone ove nel fenotipo selvatico è presente il disegno della croce, viceversa sono accettate
in questa zona della testa, tracce di pigmento lipocromico di colore rosso o arancione lungo le flange
del casco ove nel fenotipo selvatico vi è presenza di melanina nera (croce di colore nero).
Eccessiva presenza di melanina nera o di lipocromo arancio sul petto è richiesto un petto limpido
dove si possa apprezzare un "fungo” di colore nocciola o comunque adeguato alla varietà
considerata. Nelle sottospecie Siberiane è consentita la presenza di tracce melaniche nere.
Specchio alare interessato da lipocromo rosso deve essere assolutamente giallo
DIFETTO GRAVE: DIFETTO GRAVE:
AUREOLA SULLA NUCA INFILTRATA DI LIPOCROMO TESTA BIANCA CON AUREOLA
ROSSO. (NELLA SOTTOSPECIE FRIGORIS SONO INFILTRATA DI LIPOCROMO. Lungo le
AMMESSE TRACCE DI MELANINA NERA NEL PETTO) flange del casco ove nel fenotipo
selvatico vi è presenza di melanina nera
(croce) sono accettate tracce di
pigmento lipocromico di colore rosso o
arancione
DIFETTO GRAVE: ECCESSIVA PRESENZA DI
MELANINA NERA NEL PETTO (CRAVATTA)
Le Categorie a Concorso FOI sul Cardellino
Quindi nella categoria G93-94 andranno esposte le altre mutazioni (Albino etc…)
nonché le multisovrapposizioni di mutazioni ammesse (due di Melanine + 1 del
Lipocromo) e quelle che riguardano il Testa Bianca nelle combinazioni ammesse
(Testa Bianca Giallo, Testa Bianca Agata, Testa Bianca Agata Giallo, Testa Bianca
Bruno e Testa Bianca Bruno Giallo).
Le Categorie a Concorso COM sul Cardellino
Nella sezione G1 vanno esposti i fenotipi classici (nero-bruni) differenziando le sottospecie minori
e maggiori in due distinte categorie a concorso. Mentre nella sezione G2 vanno esposti i fenotipi
mutati. La mutazione Opale (non standardizzata) va in altre mutazioni, categoria G2 81-82 ove
concorre insieme ad altre mutazioni di specie non standardizzate (Verzellino, Verdone, Lucherino
e Organetto)
Le Categorie a Concorso COM sul Cardellino
COFFEE BREAK !!!
(Pausa di 30 min.)
Le multisovrapposizioni di mutazioni nel Cardellino
In virtù della DELIBERA di CTN-EFI N°15 del 2018 è stata modificata la regola
generale che limitava LA NON AMMISSIONE A CONCORSO PER LE
MULTISOVRAPPOSIZIONI DI OLTRE DUE MUTAZIONI, ridefinendo una nuova regola
per il futuro, fissando la limitazione a due mutazioni che riguardano le MELANINE
(Eu-Nera, Eu-Bruna, Feomelanina), tranne le elencate eccezioni, E DI ACCETTARE IN
OGNI SPECIE LA AMMISSIONE A CONCORSO DELLA ULTERIORE
MULTISOVRAPPOSIZIONE DI MUTAZIONE DEL LIPOCROMO. In virtù di questa
delibera adesso è possibile esporre un:
Cardellino Isabella Giallo (due mutazioni di melanine + 1 di lipocromo)
Inoltre in virtù della precedente delibera è stato reso possibile poter esporre a
concorso il Cardellino Testa Bianca anche nelle combinazioni con la mutazione Bruno
e con la mutazione Agata, oltre alla ulteriore sovrapposizione di mutazioni del
Lipocromo (Cardellino Testa Bianca Bruno Giallo, oppure Cardellino Testa Bianca
Agata Giallo).
Pertanto le precedenti limitazioni di Multisovrapposizione di Mutazioni che
contenevano delle ECCEZIONI, adesso per il Cardellino assumono il seguente nuovo
indirizzo:
Cardellino si accettano massimo due mutazioni di Melanine combinate E
SOVRAPPOSTE AD UNA MUTAZIONE DEL LIPOCROMO, con la eccezione della
mutazione Testa Bianca che può essere accettata solo su base nero-bruno, Bruna,
Agata e combinata in SOVRAPPOSIZIONE CON UNA MUTAZIONE DEL LIPOCROMO.
ISABELLA-PASTELLO
Multisovrapposizione di mutazioni non esponibili
Trattandosi di tre mutazioni che interessano le melanine
(Agata+Bruno+Pastello)
Cardellino Favato (pezzato)
A partire dalla stagione Mostre 2019 i Cardellini pezzati possono essere esposti in una categoria
generica loro dedicata presente in ogni sezione (F e G). Non sono esponibili in Gare C.O.M.
Cardellino Bruno
Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nella
stagione 1990-1991 presso gli allevatori:
Peter Fransen – Eindhoven (Olanda)
Paolo Gregorutti (Italia)
Testa: maschera rosso aranciata per via della mancanza della base eumelanica nera. Redini brune.
Calotta, nuca, disegno a T bruno.
Collare bianco della nuca. Dorso beige uniforme.
Le spalle sono brune (nella femmina bruno verdastre) il petto è bruno beige con fungo bianco al centro. Il
ventre è biancastro.
Le ali sono brune con larga banda giallo vivo.
Sopraccoda biancastro con infiltrazioni beige. La coda è bruno con punti bianchi all’estremità delle
timoniere. Becco carnicino con apice lievemente brunastro.
Zampe, dita e unghie carnicine.
Occhio bruno.
Cardellino Lutino
Mutazione Recessiva Sesso-Legata, Allelica all’Agata,
apparsa nel 1996, presso l’allevatore:
Louis Paris (Francia)
da un soggetto di provenienza Algerina
Anche lo standard FOI della varietà Testa Bianca del Cardellino, presenta una discrepanza
con lo standard COM. Infatti lo Standard FOI, considera Difetti Gravi nel CARDELLINO i
seguenti fenotipi:
- Croce (disegno della nuca) incompleta o deforme (è richiesta netta, regolare e completa).
- Aureola di colore lipocromico (generalmente giallo/arancio) in concomitanza della croce
(disegno della nuca) IN PARTICOLARE NEL WHITE-COP. In questa specie l'aureola sotto la
croce deve essere bianca nelle specie maggiori o melanizzata di bruno/nocciola nelle specie
minori)
- Evidente infiltrazione di melanina nera o di lipocromo arancio sul petto (è richiesto un petto
limpido dove si possa apprezzare un "fungo di colore nocciola o comunque adeguato alla
varietà considerata).
- Specchio alare interessato da lipocromo rosso (deve essere assolutamente giallo)
Facendo passare un fascio di luce bianca attraverso un prisma di vetro a base triangolare si
verifica il fenomeno della dispersione: la luce bianca si scompone nei sei colori
dell’arcobaleno (non sette come ipotizzato inizialmente da Newton) spettro della luce
I colori Strutturali
Passando attraverso il Prisma la luce subisce una doppia rifrazione (dall’aria al vetro e
viceversa). La luce di ogni colore viene deviata in modo diverso. Il Rosso è il colore deviato in
misura minore. Il Violetto è quello deviato in misura maggiore. Si può quindi ammettere che
la luce bianca è POLICROMATICA (formata dai sei colori dell’ARCOBALENO). Ad ogni colore è
associata un’onda. La luce è una radiazione elettromagnetica: è un'onda che si propaga nello
spazio ad altissima velocità. La velocità della luce è pari a circa 300.000 Km/sec.
I colori Strutturali
Non tutte le onde elettromagnetiche sono visibili ma solo una piccolissima porzione di
esse appartiene allo spettro visibile, cioè all'insieme delle lunghezze d'onda a cui l'occhio
umano è sensibile e che sono alla base della percezione dei colori. Lo spettro del visibile
umano si colloca tra i 380 e i 780 nanometri: alla lunghezza d'onda minore
corrisponde la gamma cromatica del Blu-Violetto, a quella maggiore corrisponde
invece la gamma dei Rossi. I colori percepibili partono dal violetto, con una lunghezza
d’onda pari a 380/450 nm, si passa al blu (450/495 nm), al verde (495/570), al giallo
(570/590 nm) all’arancione (590/620 nm), per finire al rosso (620/750 nm).
I colori Strutturali
Le Onde Radio: si trovano ad un’estremità dello spettro elettromagnetico (sopra la gamma dei
Rossi). Hanno lunghezza d’onda pari ad 1-10 m. Sono utilizzate nelle comunicazioni
radiofoniche, televisive e nei cellulari.
Le microonde: Sono onde radio di cortissima lunghezza d’onda 1/100 m (sopra la gamma
dei Rossi), utilizzate in cucina negli appositi forni a microonde.
I colori Strutturali
La radiazione infrarossa: sono radiazioni termiche, cioè calore emesso sotto forma di onde
da tutti i corpi caldi che hanno una temperatura maggiore di quella dell’ambiente in cui si
trovano. Sono utilizzati anche sotto forma di lampade per scaldare i pulcini appena nati. Hanno
lunghezza d’onda pari ad 1/10.000 m (sopra la gamma dei Rossi).
abbronzare. I raggi UV sono trattenuti dallo strato dell’ozono atmosferico. Questi hanno una
lunghezza d’onda = 1/100000000 m (sotto la gamma dei Violetti).
I Raggi X: su metalli bersaglio sono usati per scopi medici nelle radiografie poiché riescono ad
attraversare tessuti a bassa densità ma non quelli ad alta densità come le ossa. Hanno una
lunghezza d’onda pari ad 1/10000000000 m (sotto la gamma dei Violetti).
I Raggi Gamma: Si trovano all’estremità dello spettro elettromagnetico (sotto la gamma dei
Violetti). Sono emessi da sostanze radioattive e sono molto penetranti, dannosi per gli esseri
viventi. Sono usati nel trattamento medico dei tumori e per sterilizzare gli strumenti medici.
Hanno una lunghezza d’onda pari ad 1/1000000000000 m
I colori Strutturali
I colori Strutturali
Quando la luce colpisce un oggetto essa può subire una RIFLESSIONE (rimbalza sul corpo e torna
indietro), oppure può subire una RIFRAZIONE (attraversa il corpo e viene deviata), o infine può
subire un ASSORBIMENTO (viene assorbita dal corpo). Le quantità di luce assorbita e di luce riflessa
dipendono dal materiale di cui sono fatti (anche dal livello di finitura della superficie colpita) e dalla
lunghezza d'onda. Ai fini della determinazione del colore da parte di un osservatore umano,
l'elemento principale da tenere presente è la curva di riflessione propria della superficie interposta. Il
colore visibile di una qualsiasi superficie dipende infatti dal potere di quella superficie di
assorbire una parte della luce ricevuta dall'ambiente e di rimandarne verso l'osservatore la
parte non assorbita sotto forma di luce riflessa. Un oggetto Rosso avrà ad esempio uno spettro
di riflessione con un picco nella zona delle lunghezze d'onda lunghe.
Riassumendo, se alcune lunghezze d'onda
I colori Strutturali
dello spettro visibile sono più assorbite di
altre, l'oggetto ci appare colorato: se assorbe
tutte le onde tranne una, risulta del colore
corrispondente a quella radiazione: se non
assorbe il rosso, risulta rosso, ecc.; se
riflette tutte le onde luminose appare bianco
(bianco = somma di tutti i colori); se assorbe
tutte le onde, senza restituirle ai nostri occhi,
viene percepito come nero (assenza di colori).
Il colore dei corpi trasparenti dipende dal
colore del raggio luminoso che essi lasciano
passare. Se ad esempio vediamo un vetro di
colore Blu vuol dire che solamente il raggio
luminoso di colore blu è riuscito a passare. Se
il vetro ci appare incolore vuol dire che esso
lascia passare tutti i tipi di raggi luminosi.
Alcuni artisti definiscono il bianco e il nero “non colori” perché il bianco è dato dalla somma di tutti i
colori, il nero dall’assenza di colori. Una foglia di colore Verde ci appare tale in quanto i pigmenti
presenti nelle piante capaci di assorbire la luce sono principalmente le clorofille “a” e “b” che
catturano radiazioni di lunghezza d’onda corrispondenti al rosso-arancione e all’azzurro-violetto.
Queste clorofille non assorbono la luce nella parte verde dello spettro, ma la riflettono. E’ questo il
motivo per cui le foglie appaiono Verdi ad un essere umano.
I colori Strutturali
L’arcobaleno è un fenomeno
ottico e meteorologico, che
produce uno spettro continuo di
luce nel cielo, quando il sole
proveniente dalle spalle
dell’osservatore si riflette sulle
gocce rimaste in sospensione
subito dopo un temporale. La
sequenza completa dei colori di un
arcobaleno, associati alle diverse
lunghezze d’onda, procedendo
dall’esterno verso l’interno sono:
Rosso, Arancione, Giallo, Verde,
Azzurro, «Indaco» e Violetto.
Quello che noi percepiamo è la
conseguenza della dispersione
(Rifrazione) dei raggi solari contro
le pareti delle goccioline d’acqua
sospese nell’aria.
Effetto Tyndall
I colori Strutturali
L'effetto Tyndall è un fenomeno di
diffusione della luce dovuto alla
presenza di particelle, di dimensioni
comparabili a quelle delle lunghezze
d'onda della luce incidente, presenti
in sistemi colloidali, nelle sospensioni
o nelle emulsioni. In sostanza
quando un raggio di luce viene fatto
passare attraverso un liquido puro, il
suo percorso non è visibile agli occhi
di un osservatore posto lateralmente,
poiché le particelle in sospensione
sono troppo piccole per disperdere la
luce che lo attraversa. Mentre nei Molto frequentemente, anche nel recente passato, tale
sistemi colloidali le particelle sono di fenomenologia fisica di Diffusione (Rifrazione) della luce,
dimensioni abbastanza grandi da è stata usata in maniera inappropriata, per descrivere i
disperdere la luce che lo attraversa fenomeni di Riflessione della luce, che generano la
rendendolo visibile agli occhi di un percezione di alcuni colori strutturali, quali l’azzurro il Verde
osservatore posto lateralmente. ed il Viola, nel Diamante di Gould.
La Tutela della specie – Adempimenti ed Obblighi
Problematiche Regionali riguardanti la detenzione e l’allevamento di fauna
selvatica ornitica autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale
In Italia la Norma di riferimento è la Legge 11 febbraio 1992, n. 157, “Norme
per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”. E’ una
legge che regolamenta la caccia. All’art.1 (fauna selvatica) comma 3, la norma
demanda alle Regioni la competenza ad emanare norme relative alla gestione
ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica, in conformità alle
convenzioni internazionali ed alle direttive comunitarie
La materia, sul territorio Regionale Siciliano è regolamentata dalla Legge
Regionale N°33 del 01/09/1997 e ss.mm.ii. (che prevedeva fra le altre cose
all’art.38 che il comparto fosse normato da un disciplinare adottato nel
rispetto della Legge Nazionale N°157 dell’11 febbraio 1992) e dal D.A. N°2313
del 30/06/1998 (con il quale è stato adottato il Disciplinare per il rilascio delle
Autorizzazioni all’allevamento di fauna a scopo amatoriale ed ornamentale) e
dal D.R.S. N°1371 del 22/12/2015 (con il quale sono state apportate modifiche
ed integrazioni al citato Disciplinare per adeguarlo alla giurisprudenza vigente
e tese allo snellimento delle procedure) per il rilascio delle Autorizzazioni
all’allevamento di fauna a scopo amatoriale ed ornamentale, che danno
disposizioni circa l’allevamento nonché la riproduzione di fauna selvatica
autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale.
La Tutela della specie – Adempimenti ed Obblighi
Problematiche Regionali riguardanti la detenzione e l’allevamento di fauna
selvatica ornitica autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale
Tale D.R.S. N°1371 del 22/12/2015 ha disposto che per l’allevamento di
soggetti nati in cattività, provenienti da allevamenti in possesso di regolare
autorizzazione, è sufficiente una comunicazione da presentare all’Ufficio
Servizio per il Territorio - Ripartizione Faunistico Venatoria competente per
territorio
Inoltre, ai sensi della Circolare Regione Sicilia Prot. N°6053 del 20/01/2009 per
chi intende soltanto detenere (in assenza di riproduzione) non più di 5
esemplari di taglia piccola (Cardellini, Verdoni etc..) di fauna selvatica
autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale, di legittima provenienza è
sufficiente che il detentore faccia una comunicazione scritta alla Ripartizione
Faunistico Venatoria ed Ambientale, e nella fattispecie ciò costituisce
Autorizzazione alla Detenzione.
La Tutela della specie – Adempimenti ed Obblighi
CONSIDERAZIONI
La Legge Nazionale 11 febbraio 1992, n. 157, demanda alle Regioni la competenza ad emanare norme
relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica e non tanto per la fauna esotica
che è di libero allevamento. L’elenco delle specie allevabili si riferisce a specie ornitiche selvatiche
autoctone. Un pappagallino ondulato, specie esotica di libero allevamento, quindi non autoctona, le cui
origini provengono dal Continente Australiano, ma largamente allevato in ambiente domestico su scala
mondiale, non rientra certamente nel novero delle specie cui bisogna essere autorizzati dalla Regione per
essere allevato. Stesso discorso dicasi per un Diamante Mandarino (Taeniopygia castanotis) che vive in
Australia o per tutta la fauna ornitica che vive in Europa ma che non è certamente autoctona per la
Regione SICILIA. Un Crociere Fasciato (Loxia leucoptera) che vive in Alaska e nel Nord dell’Europa o un
Ciuffolotto delle pinete (Pinicola enucleator) che vive nella penisola Scandinava ed in Siberia, non
rientrano certamente neanche questi soggetti nel novero delle specie cui bisogna essere autorizzati dalla
Regione per essere allevati. Volendo essere ancora più puntuali, fra le specie autoctone ammesse
all’allevamento regolamentato, bisognerebbe escludere tutte quelle sottospecie che vivono altrove, fra le
specie invece genericamente descritte come autoctone. Infatti vi sono specie che contemplano
sottospecie appartenenti alla fauna autoctona e sottospecie non autoctone e che pertanto possono
essere liberamente allevate purchè di legittima provenienza. Il Cardellino (Carduelis carduelis) contempla
10 sottospecie, e soltanto due di queste sottospecie vivono in Italia: Carduelis carduelis carduelis e
Carduelis carduelis tschusii. Pertanto le altre 8 sottospecie di Cardellino non dovrebbero rientrare
certamente neanche queste nel novero delle specie cui bisogna essere autorizzati dalla Regione per
essere allevate, e fra questi vi è il Carduelis carduelis frigoris che vive in Siberia e Kazakhistan e che
risulta essere molto allevato in ambiente domestico.
Inoltre una interpretazione del Consiglio di Stato del 2001 identifica le specie allevate in ambiente
domestico in quanto tali se autorizzate dalle Regioni, come specie domestiche e non più specie
selvatiche. Anche le mutazioni di specie domestiche, seppur riferite a specie autoctone, trattandosi di
fenotipi non riscontrabili in natura, bastano da soli a caratterizzare le specie come domestiche e non
selvatiche.
E per finire una Poesia dedicata al Cardellino
L’ESOTICO PRINCIPE DEI NOSTRI INDIGENI