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CONVEGNO ORNITOLOGICO

«SELEZIONARE IL CARDELLINO
L’ESOTICO PRINCIPE DEI NOSTRI INDIGENI»

Carmelo Montagno - Presidente CTN-EFI


 Giudice Nazionale FOI
 Giudice Internazionale COM-OMJ sezione G-H

PATERNO’(CT) - 04/01/2020
IL CARDELLINO
(Carduelis carduelis)

INDICE DEGLI ARGOMENTI


 IDENTIFICAZIONE TASSONOMICA DEL
CARDELLINO (La specie – le 10
sottospecie) - (Pag.4-17)

 LO STANDARD F.O.I., QUELLO C.O.M. E


LE RISPETTIVE CATEGORIE A
CONCORSO DEL CARDELLINO NELLE
ESPOSIZIONI NAZIONALI ED
INTERNAZIONALI - (Pag.18-29)

 GENETICA APPLICATA AL CARDELLINO -


DAL FENOTIPO CLASSICO AI FATTORI
MUTANTI - (Pag.31-48)

 I COLORI PIGMENTARI E STRUTTURALI


NEL CARDELLINO - (Pag.49-70)

 TUTELA ED ADEMPIMENTI LEGISLATIVI


PER SOGGETTI A FENOTIPO CLASSICO –
OBBLIGHI SULL’INANELLAMENTO-

(Pag.71-73)
IDENTIFICAZIONE TASSONOMICA DEL CARDELLINO

CARDELLINO EuroAsiatico CARDELLINO Asiatico VENTURONE VENTURONE Corso


Il Cardellino (Carduelis carduelis) contempla 10 sottospecie, e
soltanto due di queste vivono in Italia:
(Carduelis carduelis carduelis) e (Carduelis carduelis tschusii)

1. Carduelis carduelis carduelis (Linnaeus, 1758) – vive in Scandinavia in Finlandia in


Francia, in Italia, Slovenia, Romania, Moldova, Ukraina.
2. Carduelis carduelis britannica (E. J. O. Hartert, 1903) – vive in Gran Bretagna, in Francia in
Olanda;
3. Carduelis carduelis parva (Tschusi, 1901) – vive a Madeira a nelle isole Canarie, Francia,
Spagna, isole Baleari, Marocco e Libia.
4. Carduelis carduelis tschusii (Arrigoni, 1902) – vive in Corsica, Sardegna e Sicilia.
5. Carduelis carduelis balcanica (Sachtleben, 1919) – vive nei Paesi Balcanici, in Grecia,
Creta e in Turchia.
6. Carduelis carduelis brevirostris (loudoni) (Zarudny, 1889) – vive in Turchia, Azerbaijan,
Iran.
7. Carduelis carduelis colchica (Koudashev, 1915) –vive in Crimea e nel Caucaso
8. Carduelis carduelis volgensis (Buturlin, 1906) – vive in Ukraina, Russia, Kazakhistan;
9. Carduelis carduelis frigoris (Wolters, 1953) – vive in Siberia e Kazakhistan;
10.Carduelis carduelis niediecki (Reichenow, 1907) –vive a Rodi, in Turchia nel Caucaso, a
Cipro, in Libano, Israele, Iran, Egitto e Iraq.
Le 10 sottospecie del Cardellino EuroAsiatico attualmente
riconosciute dalla più recente classificazione Tassonomica

1. Carduelis carduelis carduelis


2. C. c. britannica
3. C. c. parva
4. C. c. tschusii
5. C. c. balcanica
6. Carduelis carduelis brevirostris (loudoni)
7. C. c. colchica
8. C. c. volgensis
9. Carduelis carduelis frigoris (major)
10.C. c. niediecki
Le precedenti 9 sottospecie riconosciute del Cardellino
EuroAsiatico

1. Carduelis carduelis carduelis


2. C. c. britannica
3. C. c. parva
4. C. c. tschusii
5. C. c. balcanica
6. Carduelis carduelis brevirostris
7. C. c. loudoni
8. Carduelis carduelis major (frigoris)
9. C. c. niediecki
Le principali differenze fra ieri ed oggi nella elencazione
delle sottospecie riconosciute nel Cardellino EuroAsiatico

IERI OGGI

1. Carduelis carduelis carduelis 1. Carduelis carduelis carduelis


2. C. c. britannica 2. C. c. britannica
3. C. c. parva 3. C. c. parva
4. C. c. tschusii 4. C. c. tschusii
5. C. c. balcanica 5. C. c. balcanica
6. Carduelis carduelis brevirostris 6. Carduelis carduelis brevirostris
7. C. c. loudoni (loudoni)
8. Carduelis carduelis major (frigoris) 7. C. c. colchica
9. C. c. niediecki 8. C. c. volgensis
9. Carduelis carduelis frigoris (major)
10. C. c. niediecki

Oggi, rispetto alla precedente classificazione, sono state inserite due nuove
sottospecie: la «colchica e la volgensis». Mentre la «brevirostris e la loudoni»
vengono considerate un’unica sottospecie. Le differenze fra le varie sottospecie
sono minime ed attengono principalmente a diverse tonalità di colore ed a piccole
differenze di taglia corporea. Gli esemplari «brevirostris (loudoni)» hanno del
marrone intenso e molto scuro sulle parti superiori del corpo e nel petto. La
«niediecki» è più chiara su tutto il mantello.
Il Cardellino Asiatico o Cardellino dell’Himalaya appartiene ad una
specie diversa (Carduelis caniceps) e contempla 4 sottospecie

1. Carduelis caniceps caniceps (Vigors, 1831) – Ovest e Nord Pakistan (Baluchistan e Nord-
Ovest Provincia della Frontiera), Kashmir e Nord-Ovest Himalaya, Est fino al Centro del
Nepal e Sud-Ovest della Cina (Sud-Ovest Xizang).
2. C. caniceps paropanisi (Kollibay, 1910) – W Turkmenistan e Nord-Est Iran, Afghanistan,
Ovest Pamirs, Tien Shan, Sud-Est Kazakhistan e Nord-Ovest Cina (Nord-Ovest Xinjiang).
3. Carduelis caniceps subulata (Gloger, 1833) – estremo NE del Kazakhistan, Russia (Lago
Baikal) e Nord Ovest Mongolia.
4. C. caniceps ultima (Koelz, 1949) – Sud Iran (Sud-Est Fars e Kerman).
CARDELLINO HIMALAYANO
(Carduelis carduelis paropanisi)
CARDELLINO HIMALAYANO
(Carduelis carduelis caniceps)
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate
 Carduelis carduelis carduelis (Linnaeus, 1758)
La specie nominale carduelis presente anche in Italia, rappresenta sia
nel colore che nella taglia, caratteristiche intermedie, sia nella taglia
che nel colore, fra gli estremi rappresentati delle sottospecie:
«britannica e frigoris (major)».

Mâle
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate
 Carduelis carduelis parva (Tschusi, 1901).
La sottospecie parva è caratterizzata da dimensioni corporee pari a
10,5/11 cm. Sulle ali presenta le classiche olive bianche di dimensioni
ridotte e macchiate di bruno. Inoltre presenta una lunetta sul collo
(dietro la croce) dalle dimensioni ridotte ed anch’essa macchiata di
bruno. I toni del mantello sono molto carichi di feo. La carica di feo è
talmente importante da macchiare di bruno anche le guance
normalmente bianche
 Guance infiltrate di bruno

 Gola, Fungo e Ventre di colore Bianco

 Fianchi e disegni pettorali di Colore Bruno chiaro

 Groppone Bianco sporco infiltrato di Bruno

 Lunetta sulla nuca ristretta e di colore bianco

 Becco Lungo e Forte leggermente

sproporzionato rispetto alla taglia


Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate

 Carduelis carduelis tschusii (Arrigoni, 1902)


La sottospecie tschusii è caratterizzata da dimensioni corporee pari ad 11 cm. Sulle
ali presenta le classiche olive bianche di dimensioni ridotte e macchiate di bruno.
Inoltre contrariamente a tutte le altre sottospecie la classica lunetta sul collo (dietro
la croce) è quasi del tutto inesistente. I toni del mantello sono molto più carichi di feo
della sottospecie parva. Tant’è che le classiche guance bianche risultano parecchio
macchiate di bruno.
 Lunetta sulla nuca quasi inesistente

 Guance infiltrate di Bruno

 Gola, Ventre e Fungo di colore Bianco

 Disegno Pettorale e Fianchi colore Bruno chiaro

 Mantello di Colore Bruno Scuro

 Groppone Bianco sporco infiltrato di Bruno

 Becco Lungo e Forte (più piccolo rispetto al Parva)


Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate

 Carduelis carduelis britannica (E. J. O. Hartert, 1903).


La sottospecie britannica è caratterizzata da dimensioni corporee pari
ad 12/12,5 cm. I colori sono marroni più scuri sia sul mantello che sul
dorso che ai lati del petto, rispetto alla sottospecie niediecki che risulta
caratterizzata da un colore più chiaro (più grigia) sul mantello e sul
dorso

 Lunetta sulla nuca ristretta e di colore bianco

sporco

 Guance e Gola di colore Beige slavato.

 Fungo e ventre Bianco sporco

 Fianchi e disegni pettorali di Colore Bruno

 Mantello di Colore Bruno Scuro

 Groppone Bianco sporco infiltrato di Bruno


Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate

 Carduelis carduelis frigoris (Wolters, 1953).


Le sottospecie Siberiane sono caratterizzate da dimensioni corporee
pari ad 14/16 cm. I colori sono molto più chiari e grigiastri per la minor
carica melanica presente.
 Lunetta sulla nuca ampia e di colore bianco

 Guance, Gola e Fungo di colore Bianco

 Croce Nera ed estesa

 Disegno Pettorale di colore Intenso con

soventi tracce di colore Nero e Giallo.

 Il contorno del fungo ampio e netto

 Fianchi ben marcati

 Groppone Bianco con sfumature di Beige


Cardellino frigoris (Buon disegno della maschera. Tracce
melaniche ammesse nel petto per la sottospecie. Colore della
maschera non ottimale)
Lo Standard del Cardellino Domestico

Becco: carnicino con punta scura, assai lungo ed affilato.


Occhi: bruno scuri.
Testa: maschera rosso scarlatta inglobante la fronte, il mento e la metà delle guance fino
all’occhio. Dietro detta maschera c’è una maschera interrotta sulla calotta dalla forma a “T”.
Calotta, nuca e lori: neri.
Dorso: bruno scuro.
Collo: collare bianco sulla nuca, separante il nero della testa dal bruno del dorso.
Petto: bruno sui lati, con un disegno a forma di fungo al centro.
Spalle: nere nel maschio, bruno verdastre nella femmina.
Fianchi: Brunastri che si schiariscono verso il ventre.
Ventre: biancastro.
Ali: Nere con un grande specchio alare giallo vivo. “Perle” bianche all'estremità di ogni
remigante.
Sopraccoda: biancastro.
Coda: Nera con punti bianchi all'estremità delle timoniere. Una grande macchia bianca nella
parte inferiore delle timoniere esterne, che interessa le prime due, ma a volte la terza timoniera
e nei casi estremi la quarta.
Zampe e dita: di color carnicino.
Unghie: scure.
STRUTTURA: il Cardellino è uccello dalla struttura slanciata ed armoniosa nello
stesso tempo, con una lunghezza totale a seconda delle sottospecie che va dagli
11 ai 16 cm. Il petto è leggermente bombato. La testa deve avere una buona
struttura con fronte che stacca sul becco di forma conica, non arcuato ma a
punta, con base larga e ben proporzionato. La forma del corpo tiene conto delle
varie sottospecie ed è molto variabile in quanto, per esempio il frigoris (major) è
nell’insieme assai più tozzo che un Balcanico. Per la differenza morfologica di cui
sopra dobbiamo tenere conto che le popolazioni meridionali presentano una
forma più slanciata ed esile, con collo ben staccato dalle spalle, petto
prominente, testa in proporzione più piccola e becco più lungo. Le sottospecie
nordiche hanno invece spalle più larghe, collo più corto e testa più ampia e
rotonda. Sempre però va ricercata un’armonia d’insieme necessaria e una
grandezza o piccolezza anomala della taglia, becchi troppo sottili e teste strette
vanno sempre penalizzati. Così come tutti i soggetti intermedi.
DISEGNO: il Cardellino è un uccello che presenta grosso modo lo stesso disegno caratteristico in
tutte le sottospecie ed in tutte le mutazioni (tranne per l’albino e la testa bianca). Nel maschio la
maschera deve essere sempre presente in tutti i tipi così come le redini, e la sua estensione deve
partire dalla sommità della testa comprendere l’intero occhio nelle guance (nel maschio) e
scendere in forma abbastanza quadrata nella gola. Nella femmina tale maschera arriverà nella
parte di sopra nell’occhio alla fine dello stesso e ripartirà verso la gola dalla metà dell’occhio
proseguendo verso il basso in forma assai più arrotondata e meno squadrata che nel maschio
(elemento di dimorfismo sessuale). Dal becco fino alla nuca il cardellino ha un disegno,
cosiddetto a T, che scende lungo le guance ed è circondato verso il dorso da un collare bianco.
Tale disegno a T deve essere quanto più uniforme e completo possibile, caratterizzandosi come
un importante elemento del nostro soggetto. Tale disegno è assente nel “testa bianca e
nell’albino. Altro disegno caratteristico è posizionato nel petto dove due macchie melaniche
danno origine ad un disegno dalla forma di un fungo. Nell’ala è presente e sempre visibile in tutte
le mutazioni una larga macchia gialla che prende sia le remiganti primarie che le secondarie. I
termini delle remiganti e delle timoniere presentano delle macchie bianche che sono visibili in
tutte le sottospecie ma in numero ed anche forma diverse. Nelle timoniere le parti inferiori sono
macchiate di bianco ed il numero delle penne esterne interessate può variare da due fino a
quattro. Da considerare assai importante, in sede di valutazione, la regolarità della maschera, del
disegno a T della nuca, del disegno del fungo e del disegno alare e caudale.
COLORE: il colore del nostro soggetto è estremamente variabile tra una sottospecie ed un’altra e
nell’insieme varia da una tonalità estremamente bianca e chiara nelle nordiche fino allo scuro
delle meridionali. Tutto è dovuto alla carica melanica dei soggetti che va ad incidere pesantemente
nel colore che si presentano chiari e grigiastri nel frigoris (major), per esempio, con nero che certe
volte fatica ad estrinsecarsi (vedi disegno a T) e soggetti tschusii dove la carica di feo è talmente
importante da macchiare di bruno anche le guance normalmente bianche. Ovviamente queste
differenze di colore incidono molto anche nelle mutazioni che si presentano con carica melanica
diversa incidendo fortemente in questa voce. Anche lo stesso rosso della maschera è molto
variabile da un rosso acceso e brillante nelle specie con forte carica eumelanica ad un rosso
scuro, a volte opaco, nelle specie con più carica feomelanica, ad un rosso aranciato laddove la
carica melanica viene a mancare: possiamo quindi dire che il colore è influenzato dalla mutazione
in gioco, ma ancor più dall’effetto della stessa sulle melanine. Il giallo dell’ala deve tendere ad un
giallo limone carico e brillante privo di soffusioni arancio. Il dorso si può presentare bruno
grigiastro fino a bruno carico scuro. Nella valutazione del colore è assai importante considerare
sempre le sottospecie di partenza e le caratteristiche precipue di questa.
PRINCIPALI DIFETTI
Struttura: Corpo troppo esile e troppo allungato, testa piatta o piccola e sproporzionata rispetto
al corpo, becco sproporzionato, ecc.
Disegno: maschera piccola e non regolare, macchie alari gialle ridotte. Disegno a T della testa
spezzato o non regolare. Disegno del fungo assente, eccessivo, senza forma, incompleto o con
infiltrazioni dovute a colorazione. Mancanza o asimmetria delle macchie bianche nelle remiganti,
timoniere e sottocoda. Collare eccessivo. Contorni irregolare dei disegni o incompleti,
debordazioni, ecc.
Colore: troppo slavato riguardo alla sottospecie di appartenenza, scialbo e non intenso, troppo
grigio dove deve essere nero brillante, opaco; macchie bianche troppo brune (guance), in
particolar modo nelle sottospecie nordiche, mancanza di brillantezza nel colore di fondo, colore
rosso aranciato, presenza eccessiva di brinature, ecc.
Piumaggio: troppo rado o corto, in crescita, non regolare, giovanile, ecc.

Portamento: troppo statico o troppo selvatico, non perfetta presa del posatoio, torcicollo,
stazionamento eccessivo a terra, giro del soffitto della gabbia ecc.

Condizioni generali: penne spezzate, piumaggio, zampe, becco ed anellino sporchi, unghie
lunghe, becco scagliato e zampe scagliose, ecc.
DIFETTO: COLORE ROSSO ARANCIATO
DELLA MASCHERA

COLORE MASCHERA ROSSO CREMISI


(OTTIMALE)
PRINCIPALI PREGI E DIFETTI

 Croce (disegno della nuca) incompleta o deforme (è richiesta netta, regolare e completa)
 Aureola di colore lipocromico (generalmente giallo/arancio) in concomitanza della croce (disegno
della nuca) IN PARTICOLARE NEL WHITE-COP. In questa specie l'aureola sotto la croce deve essere
bianca nelle specie maggiori o melanizzata di bruno/nocciola nelle specie minori.
 La sottospecie frigoris (Cardellino major) a fenotipo selvatico, in aderenza allo standard della COM il
disegno pettorale può essere accettato di colore nocciola (camoscio) intenso, tollerando piccole
tracce di melanina nera o di colore giallo.
 La varietà Testa Bianca nonostante l’aureola (lunetta) dietro la nuca deve mantenersi di colore più
bianco possibile (come peraltro nel fenotipo selvatico). Non sono tollerate tracce di melanina sulla
testa nelle zone ove nel fenotipo selvatico è presente il disegno della croce, viceversa sono accettate
in questa zona della testa, tracce di pigmento lipocromico di colore rosso o arancione lungo le flange
del casco ove nel fenotipo selvatico vi è presenza di melanina nera (croce di colore nero).
 Eccessiva presenza di melanina nera o di lipocromo arancio sul petto è richiesto un petto limpido
dove si possa apprezzare un "fungo” di colore nocciola o comunque adeguato alla varietà
considerata. Nelle sottospecie Siberiane è consentita la presenza di tracce melaniche nere.
 Specchio alare interessato da lipocromo rosso deve essere assolutamente giallo
DIFETTO GRAVE: DIFETTO GRAVE:
AUREOLA SULLA NUCA INFILTRATA DI LIPOCROMO TESTA BIANCA CON AUREOLA
ROSSO. (NELLA SOTTOSPECIE FRIGORIS SONO INFILTRATA DI LIPOCROMO. Lungo le
AMMESSE TRACCE DI MELANINA NERA NEL PETTO) flange del casco ove nel fenotipo
selvatico vi è presenza di melanina nera
(croce) sono accettate tracce di
pigmento lipocromico di colore rosso o
arancione
DIFETTO GRAVE: ECCESSIVA PRESENZA DI
MELANINA NERA NEL PETTO (CRAVATTA)
Le Categorie a Concorso FOI sul Cardellino

Quindi nella categoria G93-94 andranno esposte le altre mutazioni (Albino etc…)
nonché le multisovrapposizioni di mutazioni ammesse (due di Melanine + 1 del
Lipocromo) e quelle che riguardano il Testa Bianca nelle combinazioni ammesse
(Testa Bianca Giallo, Testa Bianca Agata, Testa Bianca Agata Giallo, Testa Bianca
Bruno e Testa Bianca Bruno Giallo).
Le Categorie a Concorso COM sul Cardellino
Nella sezione G1 vanno esposti i fenotipi classici (nero-bruni) differenziando le sottospecie minori
e maggiori in due distinte categorie a concorso. Mentre nella sezione G2 vanno esposti i fenotipi
mutati. La mutazione Opale (non standardizzata) va in altre mutazioni, categoria G2 81-82 ove
concorre insieme ad altre mutazioni di specie non standardizzate (Verzellino, Verdone, Lucherino
e Organetto)
Le Categorie a Concorso COM sul Cardellino
COFFEE BREAK !!!
(Pausa di 30 min.)
Le multisovrapposizioni di mutazioni nel Cardellino
In virtù della DELIBERA di CTN-EFI N°15 del 2018 è stata modificata la regola
generale che limitava LA NON AMMISSIONE A CONCORSO PER LE
MULTISOVRAPPOSIZIONI DI OLTRE DUE MUTAZIONI, ridefinendo una nuova regola
per il futuro, fissando la limitazione a due mutazioni che riguardano le MELANINE
(Eu-Nera, Eu-Bruna, Feomelanina), tranne le elencate eccezioni, E DI ACCETTARE IN
OGNI SPECIE LA AMMISSIONE A CONCORSO DELLA ULTERIORE
MULTISOVRAPPOSIZIONE DI MUTAZIONE DEL LIPOCROMO. In virtù di questa
delibera adesso è possibile esporre un:
 Cardellino Isabella Giallo (due mutazioni di melanine + 1 di lipocromo)
Inoltre in virtù della precedente delibera è stato reso possibile poter esporre a
concorso il Cardellino Testa Bianca anche nelle combinazioni con la mutazione Bruno
e con la mutazione Agata, oltre alla ulteriore sovrapposizione di mutazioni del
Lipocromo (Cardellino Testa Bianca Bruno Giallo, oppure Cardellino Testa Bianca
Agata Giallo).
Pertanto le precedenti limitazioni di Multisovrapposizione di Mutazioni che
contenevano delle ECCEZIONI, adesso per il Cardellino assumono il seguente nuovo
indirizzo:
 Cardellino si accettano massimo due mutazioni di Melanine combinate E
SOVRAPPOSTE AD UNA MUTAZIONE DEL LIPOCROMO, con la eccezione della
mutazione Testa Bianca che può essere accettata solo su base nero-bruno, Bruna,
Agata e combinata in SOVRAPPOSIZIONE CON UNA MUTAZIONE DEL LIPOCROMO.
ISABELLA-PASTELLO
Multisovrapposizione di mutazioni non esponibili
Trattandosi di tre mutazioni che interessano le melanine
(Agata+Bruno+Pastello)
Cardellino Favato (pezzato)
A partire dalla stagione Mostre 2019 i Cardellini pezzati possono essere esposti in una categoria
generica loro dedicata presente in ogni sezione (F e G). Non sono esponibili in Gare C.O.M.
Cardellino Bruno
Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nella
stagione 1990-1991 presso gli allevatori:
 Peter Fransen – Eindhoven (Olanda)
 Paolo Gregorutti (Italia)

Tutte le zone normalmente nere diventano


marrone scuro (testa di moro) per effetto
della trasformazione della eumelanina
nera che diventa bruna. Restano inalterati
la Feomelanina ed i lipocromi.
Uccello che presenta una forte carica di bruno e si differenzia da tutti gli altri per il cambiamento di tutti i
colori neri (testa, ali e coda) in bruno testa di moro scuro.
Testa: Maschera rossa, inglobante fronte, mento e metà delle guance, ma che presenta (rispetto ad un
fenotipo classico) un rosso meno intenso per via del substrato bruno e non più nero. Redini bruno molto
scure.
Calotta e nuca, disegno a T bruno molto scuro.
Collare bianco della nuca.
Dorso bruno caldo uniforme.
Le spalle sono bruno scuro (nella femmina verdastre), il petto è bruno caldo con fungo bianco al centro.
Il ventre è biancastro.
Le ali sono bruno scure con largo specchio alare giallo vivo. Punti bianchi all’estremità delle remiganti.
Sopraccoda biancastro con infiltrazioni di bruno, la coda è bruno scura.
Zampe, dita, unghie e becco carnicino con estremità bruna.
Occhi bruno scuri. (dalla nascita per i primi dieci giorni bruno rossicci)
Cardellino Agata
Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nella stagione 1989-1990
presso l’allevatore:
 Den Hoed - Olanda

Primo fattore di riduzione.


Tutte le zone normalmente nere subiscono, per
effetto della mutazione agata una riduzione delle
eumelanine nere e brune e di una ancor più
drastica riduzione della feo. Tale riduzione è meno
evidente nelle parti nere del disegno. Mutazione
Allelica alla lutino
Testa: maschera rosso scarlatta, inglobante fronte, mento e metà delle guance. Redini nerastre.
Calotta, nuca, disegno a T nerastro.
Collare bianco della nuca.
Dorso grigio uniforme. Il residuo di eu bruna fa sì che nel colore del dorso si accetti una leggera tonalità
bruna, ma sempre tendente al grigio.
Le spalle sono nere (nella femmina grigio verdastre).
Il petto è grigio beige con fungo bianco al centro.
Il ventre è biancastro.
Le ali sono nerastre con larga banda giallo vivo. Sopraccoda biancastro con infiltrazioni di grigio beige.
La coda è nera con punti bianchi all’estremità delle timoniere.
Becco con apice nero diluito.
Zampe e dita carnicine e unghie scure.
Occhi molto scuri.
Cardellino Isabella
Mutazione Recessiva Sesso-Legata,
ottenuta per crossing-over nella
stagione 1994-1995 dall’allevatore:
Paolo Gregorutti (Italia)

E’ una combinazione del bruno con il


1^ fattore di riduzione agata. Tale
combinazione di mutazioni provoca
una riduzione di tutte le zone brune.

Testa: maschera rosso aranciata per via della mancanza della base eumelanica nera. Redini brune.
Calotta, nuca, disegno a T bruno.
Collare bianco della nuca. Dorso beige uniforme.
Le spalle sono brune (nella femmina bruno verdastre) il petto è bruno beige con fungo bianco al centro. Il
ventre è biancastro.
Le ali sono brune con larga banda giallo vivo.
Sopraccoda biancastro con infiltrazioni beige. La coda è bruno con punti bianchi all’estremità delle
timoniere. Becco carnicino con apice lievemente brunastro.
Zampe, dita e unghie carnicine.
Occhio bruno.
Cardellino Lutino
Mutazione Recessiva Sesso-Legata, Allelica all’Agata,
apparsa nel 1996, presso l’allevatore:
 Louis Paris (Francia)
da un soggetto di provenienza Algerina

La drastica riduzione della eu nera, la


totale inibizione della feo, unita ad una
forte riduzione della eu bruna fa sì che
tutte le zone normalmente nere
diventino grigie beige.
Uccello che presenta delle differenze con il satinè (ino bruno) per la presenza, in quest’ultimo di una più forte carica di
eumelanina bruna residua, che dà una tonalità calda. Il lutino presenta una tinta di beige assai più fredda e
maggiormente diluita.
Testa: Maschera rosso aranciata, (forte riduzione eu di base). redini beige.
Calotta e nuca, disegno a T grigio beige.
Collare bianco della nuca.
Dorso biancastro.
Le spalle sono beige ed il petto è biancastro.
Evidenza del lipocromo giallo nel petto.
Il ventre è biancastro.
Le ali sono grigio beige, con larga banda giallo vivo.
Sopraccoda biancastro, la coda è del colore delle ali, con punti bianchi all’estremità delle timoniere.
Becco carnicino.
Zampe, dita e unghie carnicine.
Occhi rossi.
Cardellino Satine’
Mutazione Recessiva Sesso-Legata,
ottenuta per crossing-over dopo la
stagione 1996 (anno cui apparve la
Lutino)
E’ una combinazione di mutazioni
(Lutino+Bruno) che partendo dalla base del
Bruno lascia nel fenotipo un disegno ed un
fondo assai più evidente e marcato rispetto alla
Lutino, specialmente sulla testa, ali e coda. Il
dorso deve tendere alla assenza di feomelanina

Testa: Maschera rosso aranciata, (forte riduzione eu di base). Redini beige.


Calotta e nuca, disegno a T bruno beige.
Collare bianco della nuca.
Dorso biancastro più caldo che nel lutino.
Le spalle sono bruno beige ed il petto è biancastro.
Evidenza del lipocromo giallo nel petto.
Il ventre è bianco sporco.
Le ali sono bruno beige, di intensità più evidente che nel lutino, con larga banda giallo vivo.
Sopraccoda biancastro.
La coda è del colore delle ali, con punti bianchi all’estremità delle timoniere.
Becco carnicino.
Zampe, dita e unghie carnicine.
Occhi rossi cupo.
Cardellino Pastello
Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nel 1987
presso l’allevatore:
 Gottfried Callens (Belgio)
E’ stata la prima mutazione fissata di tipo sesso-legato

Per la drastica riduzione della eu bruna,


il dimezzamento della eu nera e la
parziale riduzione della feo tutte le zone
normalmente nere diventano grigio
acciaio con effetto perlaceo.
Testa: Maschera rosso scarlatta. Redini grigio bruno.
Calotta e nuca, disegno a T grigio scuro. Collare bianco della nuca, Dorso grigio bruno
uniforme.
Il petto è grigio bruno chiaro con fungo bianco al centro.
Il ventre è biancastro.
Le remiganti primarie sono grigio scuro piombo con effetto perlaceo, le secondarie grigio
scure. Largo specchio alare giallo vivo.
Sopraccoda grigio bruno chiaro che si trasforma in biancastro verso la coda.
La coda è grigia della stessa tonalità delle ali.
Becco carnicino con apice scuro.
Zampe e dita carnicine.
Unghie scure.
Occhi scuri.
Cardellino Opale
Mutazione Autosomica-Recessiva, apparsa nel
2001 presso l’allevatore:
 Paolo Gregorutti (Italia)

Eu bruna quasi azzerata e riduzione


notevole della eu nera.
FEOMELANINA estremamente
ridotta.
Il soggetto, per effetto della mutazione opale che toglie
quasi completamente la feomelanina si presenta con
tonalità grigia azzurrata.
Testa: Maschera rossa. Redini grigio scuro.
Calotta e nuca, disegno a T grigio piombo.
Collare bianco della nuca
Dorso grigio chiaro uniforme (colore freddo). Il petto è
grigio chiaro con fungo bianco al centro.
Il ventre è biancastro.
Le remiganti sono grigio piombo con effetto azzurrino per
fenomeno fisico di riflessione. Largo specchio giallo.
Sopraccoda grigio chiaro.
La coda è grigia della stessa tonalità delle ali.
Becco carnicino con apice scuro.
La mutazione Opale non risulta Zampe e dita carnicine.
Standardizzata in ambito COM
Unghie scure.
Occhi scuri.
Cardellino Albino
Mutazione Autosomica-Recessiva, apparsa nel 1994
in Polonia. L’allevatore cedette il padre portatore al
Belga: Roland Raskin, che riuscì successivamente a
fissarla

E’ una mutazione che agisce togliendo tutto il


pigmento melanico e lasciando inalterati i
lipocromi (Carotenoidi). Il Fenotipo è’
equiparabile ad un lipocromico ad occhio
rosso.

Tutti i disegni melanici vengono eliminati e quindi:


Testa: Maschera rossa aranciata (per mancanza di supporto
melanico). Redini bianche, assente il disegno della calotta.
Dorso bianco.
Il petto è bianco con leggere soffusioni lipocromiche gialle ai lati
del non visibile fungo.
Il ventre è bianco.
Le remiganti sono bianche. Largo specchio giallo con
debordazione dello stesso in un lipocromo più diffuso.
Sopraccoda bianco.
La coda è bianca.
Becco carnicino.
Zampe, dita e unghie carnicine.
Occhi rossi.
Cardellino Giallo
Mutazione Autosomica-Dominante. Nel 1989 l’allevatore
Tedesco Robert Bender riuscì ad avere un soggetto mutato di
provenienza Croata che non destò molto interesse.
Successivamente nel 1996 l’allevatore Italiano Massimo
Natale, tramite un maschio, riuscì a fissare la mutazione
selezionando un ceppo tutto Italiano

Mutazione che provoca infiltrazione


del colore giallo nel fenotipo del
cardellino. Risposta assai diversa al
variare della sottospecie adoperata.
Il soggetto si presenta velato di giallo su tutto il
piumaggio con più evidenza nelle zone normalmente
bianche. Tale infiltrazione di lipocromo non deve
comunque andare ad inquinare i disegni
caratteristici né a debordarli né a modificarli. E’
tollerato solo un leggero allargamento della
maschera rossa che comunque non deve debordare
all’interno della lunetta sulla nuca che deve
diventare di colore giallo
Cardellino Testa Bianca (Wit Kop)
Mutazione Autosomica-Recessiva,
apparsa nel 1991 in Belgio, tramite
l’allevatore Romain Mekers che
riuscì a fissarla da un gruppo di
soggetti portatori

Il soggetto si presenta con la testa bianca e la


maschera rossa, senza calotta. Il colore generale
dell’uccello si presenta non come quello di un
fenotipo classico, ma di tonalità leggermente più
chiara nel dorso dovuto ad una mancanza di
eumelanina nel sottopiuma.
Testa: maschera rosso aranciata (per mancanza
del supporto eumelanico) con disegni netti. Redini
bianche, disegno della T assente.
Sono accettate lievi infiltrazioni lipocromiche nel
collare.
Dorso di colore bruno freddo,
E’ una mutazione di disegno che si Ali: specchio lipocromico alare giallo.
evidenzia con la eliminazione del Spalla gialla.
Petto: evidenza ridotta del fungo con soffusione
disegno nero a T della testa e con lipocromiche gialle.
l’esaltazione del lipocromo giallo Becco carnicino
sulle spalle Zampe, dita carnicine e unghie scure.
Occhi scuri.
Cardellino Testa Bianca GIALLO

La mutazione Testa Bianca è Ammessa in sovrapposizione con


nessun’altra mutazione delle melanine, tranne l’Agata e la Bruno.
Mentre è ammessa in sovrapposizione con una qualunque mutazione
del lipocromo (come la Giallo) anche combinata con l’Agata e la Bruno
Cardellino Mascherato (Aminet)
Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nel 1996 in Belgio presso
l’allevatore:
 Jan Leppens Lommel
Da un gruppo di Cardellini Major di provenienza Ungherese

Attualmente lo Standard della Varietà Mascherato del Cardellino


non è ufficiale in quanto, nonostante sia stato Deliberato dalla
precedente CTN-EFI, non è mai stato ratificato dal CDF-FOI

- Becco e zampe carnicine (è tollerata ma non gradita la punta del


becco appena melanizzata)
- Maschera rosso brillante sostenuta da un adeguato fondo di
melanina nera
- Redini e croce neri/testa di moro scuro
- Guance bianche
- Stacco nucale bianco, (è considerato difetto grave di colore
Mutazione Allelica all’Agata, traccia di colore rosso arancio all'attaccatura con la croce)
rispetto alla quale è recessiva e - Dorso beige
alla Lutino, rispetto alla quale - Gola bianca così come il centro del petto, mentre è apprezzabile
risulta dominante. Tale varietà l’evidenza di una soffusione melanica di colore beige chiaro che
si differenzia bene dalla forma il disegno a fungo del petto. (è tollerata, ma non gradita la
mutazione agata perché il presenza di soffusioni gialle sul fungo, mentre è considerato
colore di fondo appare più difetto grave l’eventuale infiltrazione di melanina nera).
chiaro e tendente al beige - Fianchi, ventre, groppone e codione bianco
piuttosto che opportunamente - Ali marrone testa di moro scuro con ampia banda alare giallo
grigio così come è richiesto per brillante e candide perle apicali
l'agata. - Coda marrone testa di moro scuro con candide perle apicali
Cardellino Mascherato (Aminet)
Lo standard FOI al confronto di quello COM
La CTN-EFI intende delineare il futuro del
collegio di specializzazione con un
indirizzo tecnico sostanzialmente
allineato con gli Standard e le Regole
della COM-OMJ. Standard, denominazioni
di mutazioni, motivi di non giudizio,
penalizzazioni, pregi e difetti ecc.,
andrebbero resi uniformi con gli indirizzi
della COM-OMJ. Un giudice FOI non deve
applicare un diverso metro di giudizio a
seconda se si tratti di mostra nazionale o
internazionale, affinché mai più si vedano
difetti in una mostra di carattere
nazionale, considerati però come pregi in
una internazionale (vedi standard
mutazione Testa Bianca e Mascherato nel
Cardellino). Le mutazioni Testa Bianca e
Cardellino Agata a Sinistra Mascherato del Cardellino, giusto per fare
Mascherato a Destra un esempio, hanno uno standard FOI,
disallineato rispetto a quello della COM.
Cardellino: Varietà Mascherato (Aminet) e Varietà Testa Bianca
Lo standard FOI al confronto di quello COM

La CTN-EFI durante la riunione del 09/06/2018, ha evidenziato tale discrepanza, mettendo in


evidenza l’indirizzo selettivo della suddetta varietà Mascherato del Cardellino, tendente ad
indirizzare le zone di eumelanina nera fortemente ossidate (quali croce, ali e coda) verso un
colore marrone scuro (testa di moro) ritenuto fuorviante per la tipicità della varietà
Mascherato che invece dovrebbe assumere un colore Nero fortemente ossidato come
peraltro correttamente indicato nello standard della COM (Mutazione Aminet ex-Eumo).

Anche lo standard FOI della varietà Testa Bianca del Cardellino, presenta una discrepanza
con lo standard COM. Infatti lo Standard FOI, considera Difetti Gravi nel CARDELLINO i
seguenti fenotipi:
- Croce (disegno della nuca) incompleta o deforme (è richiesta netta, regolare e completa).
- Aureola di colore lipocromico (generalmente giallo/arancio) in concomitanza della croce
(disegno della nuca) IN PARTICOLARE NEL WHITE-COP. In questa specie l'aureola sotto la
croce deve essere bianca nelle specie maggiori o melanizzata di bruno/nocciola nelle specie
minori)
- Evidente infiltrazione di melanina nera o di lipocromo arancio sul petto (è richiesto un petto
limpido dove si possa apprezzare un "fungo di colore nocciola o comunque adeguato alla
varietà considerata).
- Specchio alare interessato da lipocromo rosso (deve essere assolutamente giallo)

Sempre durante la riunione del 09/06/2018 la CTN-EFI ha ritenuto di modificare l’indirizzo


selettivo del Cardellino frigoris (major) a fenotipo classico, per renderlo aderente allo
standard della COM nel disegno pettorale, accettandolo di colore nocciola (camoscio)
intenso, tollerando piccole tracce di melanina nera o di colore giallo.
Cardellino Testa Bianca - Lo standard FOI al confronto di quello COM
Nella varietà Testa Bianca, l’aureola (lunetta) dietro la nuca deve continuare a mantenersi di
colore più bianco possibile (come peraltro nel fenotipo classico), così come non sono tollerate
tracce di melanina sulla testa nelle zone ove nel fenotipo classico è presente il disegno della
croce nero, viceversa sono accettate in questa zona della testa, tracce di colore rosso o
arancione lungo le flange del casco (ove nel fenotipo classico è presente la croce).

Il soggetto di destra risulta eccessivamente


inquinato di lipocromo nelle zone delle guance
che devono rimanere bianche
I colori del Cardellino Euroasiatico
Il Cardellino è considerato un uccello a fattore Giallo quindi in linea di massima in ibridazione non
andrebbe colorato, ma allorquando viene ad essere ibridato con un'altra specie a fattore Rosso per
esempio con il: Cardinalino del Venezuela (Spinus cucullata) oppure con il Carpodaco Messicano
(Haemorhous mexicanus) in questi casi è ammessa la colorazione artificiale rossa. Il ROSSO della
maschera contiene gli stessi carotenoidi gialli delle remiganti; la differenza di colore è dovuta al
particolare legame tra cheratina e carotenoide che sposta il colore di quest’ultimo verso il rosso
I colori del Cardellino Euroasiatico

I colori negli animali possono avere origine


STRUTTURALE (Schemocromo) dovuti a
Fenomeni Fisici oppure possono essere
generati da PIGMENTI dovuti a Fenomeni
Chimici.

I PIGMENTI a loro volto possono avere natura


ESOGENA (derivati direttamente o
indirettamente da piante o animali utilizzati
come cibo) o ENDOGENA (sintetizzati da
processi biochimici caratteristici del
metabolismo degli animali).

In molti casi uno Schemocromo (colore


fisico) coesiste con un vero pigmento (colore
chimico), con il risultato della produzione di un
colore diverso da quello che sarebbe stato
fornito dall’uno o dall’altro fattore isolato (il
colore Verde del dorso di un Gould è il risultato
della sommatoria di un colore FISICO Blù e di
un colore CHIMICO carotenoide giallo).
I colori del Cardellino Euroasiatico

I Pigmenti responsabili del Colore e del Disegno nel


piumaggio hanno origine diverse e si distinguono in:
 PIGMENTO MELANICO (molecole di struttura chimica
poco definita) di natura endogena (derivano dalla
ossidazione metabolica dell’aminoacido Tirosina) e si
dividono in EUMELANINE (aventi colore che vanno dal
bruno, al grigio al nero) ed in FEOMELANINE (di
colore marrone chiaro, rosso mattone, giallo sporco).
 PIGMENTO LIPOCROMICO (Pigmenti con struttura
chimica ben definita) responsabili dei colori più caldi e
delicati del piumaggio. Il Giallo, l’Arancio, il Rosso, il
Verde, il Viola sono dovuti alla presenza di queste
sostanze che a loro volta si dividono in due grandi
categorie: le PSITTACOFULVINE (molecole che
dipingono il piumaggio dei pappagalli) e i
CAROTENOIDI (piccole molecole colorate che
vengono ingerite con il cibo e utilizzate per la
produzione del colore del piumaggio nella maggior
parte degli uccelli). In natura sono stati isolati più di 600
CAROTENOIDI diversi, si trovano nel mondo vegetale
ed animale, ma che soltanto le specie vegetali sono in
grado di sintetizzare. Infatti gli uccelli non sono capaci
di fabbricarsi i CAROTENOIDI e pertanto devono
assorbirli con il cibo.
Il PIGMENTO

I CAROTENOIDI ingeriti con la dieta


possono seguire due strade:
1) Essere assorbiti direttamente
nel piumaggio senza subire
modifiche strutturali
2) Subire delle trasformazioni
metaboliche prima del loro
assorbimento definitivo,
comportando a volte pure un
cambiamento di colore rispetto al
CAROTENOIDE ingerito. Tale
meccanismo è complesso e
diversificato. E’ specifico della
specie e spesso nell’ambito della
stessa specie dipende dal
sesso, dall’età, dalla
sottospecie, dall’habitat etc..
Il PIGMENTO
I principali CAROTENOIDI isolati ed identificati nei lipocromi
del piumaggio possono essere divisi in due classi cromatiche:
1) I CAROTENOIDI di colore GIALLO e/o
GIALLO ARANCIO. Appartengono a questo
gruppo la LUTEINA e la ZEAXANTINA che in
alcune specie (RIGOGOLO e CINCIALLEGRA)
passano dalla dieta al piumaggio senza subire
modifiche strutturali.
2) I CAROTENOIDI di colore dall’ARANCIO
SCURO al VIOLETTO. Appartengono a questo
gruppo i Carotenoidi che derivano da un
profondo processo di ossidazione delle
molecole ingerite con l’alimentazione,
l’ECHINONE (Arancio) e la CANTAXANTINA
(Rosso) derivano dalla trasformazione biologica
del b-Carotene (nonostante molto abbondante
nella dieta, non ha i requisiti strutturali per
legarsi alla cheratina e pertanto viene trattenuto
nel piumaggio soltanto in minima parte e non
contribuisce direttamente alla pigmentazione) e
sono i principali componenti dei lipocromi negli
uccelli come i Fenicotteri e l’Ibis Rosso. L’a-
doradexantina (Rosso) e il papilioeritrinone
(Rosso) si formano per ossidazione della
Luteina, e l’astaxantina (Rosso Rosato) per
ossidazione della Zeaxantina.
 Colori Pigmentari (fenomeno chimico). La colorazione
IL Pigmento Chimico Gialla può derivare dai Carotenoidi (pigmenti biologici di
colore variabile tra il Giallo e il Rosso) assunti con la dieta e
del Cardellino EuroAsiatico assorbiti come tali direttamente nel piumaggio (i più diffusi
sono la Luteina e la Zeaxantina ingerite attraverso diete
vegetali ed animali). Ma il Giallo può essere dovuto ai loro
prodotti di trasformazione metabolica (tra i Gialli di
Ossidazione ci sono le Xantofille del Canarino che
derivano molto probabilmente dalla Luteina che subisce
l’Ossidazione di uno o due gruppi Idrossilici). La dieta dei
Cardellini è molto ricca di luteina e zeaxantina, ma che non
vengono assorbite come tali se non in minima parte. I
Cardellini come tanti altri Fringillidi hanno la capacità di
trasformare le due molecole di luteina e zeaxantina in
«e,e-carotenoidi» a vari livelli di ossidazione, le così dette
Xantofille del Canarino. Soltanto dopo questa
trasformazione metabolica avviene l’assorbimento nel
piumaggio. Sia nelle remiganti che nelle piume della
maschera, il carotenoide più abbondante è la Xantofilla del
Canarino B. Nella maschera rossa sono presenti inoltre le
Xantofille del Canarino C e D. Il Cardellino rappresenta
un brillante esempio di come uno stesso carotenoide
può portare a colori differenti nel fenotipo. In sostanza
analizzando la composizione molecolare del Giallo nella
banda alare e del Rosso nella maschera, si nota che è
praticamente identica. Varia soltanto la concentrazione
del pigmento ed il modo di interazione con la cheratina
della barbula.
I colori Strutturali
 Colori Strutturali (Schemocromo) fenomeno
fisico dovuto alla riflessione della radiazione
elettromagnetica. La particolare struttura della
penna è responsabile del fenomeno fisico. Il
colore non è una caratteristica INTRINSECA
DEGLI OGGETTI che ci circondano. Potremmo
tranquillamente dire che i colori non esistono.
Non è corretto dire che il pomodoro è ROSSO,
ma che ci appare Rosso. In un ambiente al
buio, pur continuando ad esistere le cose intorno
a noi, non vediamo nessun colore. I colori in
realtà non sono altro che lunghezze d’onda
che vengono percepiti dai fotoricettori
centrali del nostro occhio (i coni), trasformati
in segnali bioelettrici, inviati al cervello che si
occupa di tradurli e interpretarli per fornirceli
così come noi li vediamo (e crediamo che
siano). Sappiamo pure che i colori che
percepiamo non sono gli stessi che percepisce il
nostro vicino! Così come i colori non si
presentano in egual modo ad altri esseri viventi
a noi vicini come gli Uccelli, il gatto o il cane.
Possiamo pure affermare che gli oggetti che ci
circondano ed anche i nostri amati Uccellini, non
sono colorati. I colori che vediamo nella realtà
non sono altro che lunghezze d’onda riflesse
e non assorbite.
I colori Strutturali

Una luce proiettata su un oggetto potrà


essere totalmente riflessa e il nostro occhio
percepirà la tonalità bianca; oppure potrà
non essere riflessa per nulla, e allora
percepiremo il nero. In condizioni
intermedie un oggetto assorbirà
determinate lunghezze d’onda riflettendone
altre, e quello che noi percepiremo sarà il
colore che l’oggetto avrà rifiutato e
respinto. Gli Uccelli non sono colorati.
Sono composti da piume e penne il cui
contenuto chimico è capace di assorbire
e riflettere delle onde elettromagnetiche.
Sappiamo pure che, tanta più energia sono
capaci di assorbire e tanto più
accumuleranno calore. In effetti, le
lunghezze d’onda che compongono la luce
sono energia. Se assorbite da un uccello o
da un oggetto o da un indumento, l’energia
visiva si trasforma in energia termica e
quindi in calore. Il nero è il “colore” che
assorbe più calore in assoluto, il bianco è il
più fresco
I colori Strutturali

Percepiamo un oggetto di colore


giallo perché quando viene colpito da
luce bianca, riflette le frequenze che
compongono il giallo e assorbe le altre.
Dal disegno riportato si nota che il
giallo è formato dal verde+rosso
mentre è assente il blu. Un oggetto
giallo quindi assorbe il blu e riflette il
Rosso ed il Verde
La visione del colore è un fenomeno complesso
I colori Strutturali
nel quale intervengono molti fattori quali: la luce, le
relazioni occhio/cervello, le interazioni di "assorbimento
e riflessione" e "rifrazione" (legate alla struttura e alla
diversa composizione chimica della materia) e anche
fattori genetici, che possono influire sulla maggiore o
minore ricchezza di sensazioni cromatiche percepibili da
una persona. Il colore è il complesso risultato
dell'effetto della luce sul sistema percettivo. Senza
Luce, per l’occhio umano, non esisterebbe il COLORE.
Quando un corpo viene illuminato da una sorgente
luminosa, non tutta la luce incidente sul corpo viene
riflessa, parte di questa viene assorbita. Il colore degli
oggetti colpiti dalla luce è quello della luce che
riflettono, cioè quella parte di colore che non hanno
assorbito. I corpi neri assorbono tutte le radiazioni
luminose. I corpi bianchi diffondono tutte le radiazioni
luminose. Rosso, Verde e Blu sono i colori
fondamentali, dalla loro fusione otteniamo il Bianco.
I colori Strutturali

Facendo passare un fascio di luce bianca attraverso un prisma di vetro a base triangolare si
verifica il fenomeno della dispersione: la luce bianca si scompone nei sei colori
dell’arcobaleno (non sette come ipotizzato inizialmente da Newton) spettro della luce
I colori Strutturali

Passando attraverso il Prisma la luce subisce una doppia rifrazione (dall’aria al vetro e
viceversa). La luce di ogni colore viene deviata in modo diverso. Il Rosso è il colore deviato in
misura minore. Il Violetto è quello deviato in misura maggiore. Si può quindi ammettere che
la luce bianca è POLICROMATICA (formata dai sei colori dell’ARCOBALENO). Ad ogni colore è
associata un’onda. La luce è una radiazione elettromagnetica: è un'onda che si propaga nello
spazio ad altissima velocità. La velocità della luce è pari a circa 300.000 Km/sec.
I colori Strutturali

Le tre caratteristiche principali di una onda sono: la lunghezza d’onda, l’ampiezza e la


frequenza. La lunghezza d'onda è la distanza tra due creste successive, mentre l'ampiezza è la
distanza tra una cresta ed il piano mediano che interseca l'onda; la frequenza, infine, è la quantità di
oscillazioni che l'onda compie nell'unità di tempo (si misura in Hertz, oscillazioni al secondo). La
frequenza è inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda: minore è la lunghezza d'onda maggiore è
la frequenza, e viceversa. La lunghezza d'onda delle radiazioni luminose é molto piccola ed è
espressa in nanometri (10-9 metri). Ai fini della visione dei colori, l'ampiezza dell'onda influisce
sull'intensità luminosa percepita dal cervello, mentre la lunghezza dell'onda influenza sulla tonalità
del colore percepito. Un'onda elettromagnetica di lunghezza compresa tra i 620 e i 750 nanometri
(nm) viene percepita dal cervello di una persona con capacità visiva normale, come colore rosso.
I colori Strutturali

Non tutte le onde elettromagnetiche sono visibili ma solo una piccolissima porzione di
esse appartiene allo spettro visibile, cioè all'insieme delle lunghezze d'onda a cui l'occhio
umano è sensibile e che sono alla base della percezione dei colori. Lo spettro del visibile
umano si colloca tra i 380 e i 780 nanometri: alla lunghezza d'onda minore
corrisponde la gamma cromatica del Blu-Violetto, a quella maggiore corrisponde
invece la gamma dei Rossi. I colori percepibili partono dal violetto, con una lunghezza
d’onda pari a 380/450 nm, si passa al blu (450/495 nm), al verde (495/570), al giallo
(570/590 nm) all’arancione (590/620 nm), per finire al rosso (620/750 nm).
I colori Strutturali

I colori percepibili partono dal


violetto, con una lunghezza
d’onda pari a 380/450 nm, si passa
al blu (450/495 nm), al verde
(495/570), al giallo (570/590 nm)
all’arancione (590/620 nm), per
finire al rosso (620/750 nm).
I colori Strutturali

Oltre ai colori visibili, lo spettro elettromagnetico comprende anche onde


elettromagnetiche che i nostri occhi non possono vedere:

 Le Onde Radio: si trovano ad un’estremità dello spettro elettromagnetico (sopra la gamma dei
Rossi). Hanno lunghezza d’onda pari ad 1-10 m. Sono utilizzate nelle comunicazioni
radiofoniche, televisive e nei cellulari.

 Le microonde: Sono onde radio di cortissima lunghezza d’onda 1/100 m (sopra la gamma
dei Rossi), utilizzate in cucina negli appositi forni a microonde.
I colori Strutturali

 La radiazione infrarossa: sono radiazioni termiche, cioè calore emesso sotto forma di onde
da tutti i corpi caldi che hanno una temperatura maggiore di quella dell’ambiente in cui si
trovano. Sono utilizzati anche sotto forma di lampade per scaldare i pulcini appena nati. Hanno
lunghezza d’onda pari ad 1/10.000 m (sopra la gamma dei Rossi).

 La radiazione ultravioletta: è quella parte di radiazione emessa dal Sole che ci fa

abbronzare. I raggi UV sono trattenuti dallo strato dell’ozono atmosferico. Questi hanno una
lunghezza d’onda = 1/100000000 m (sotto la gamma dei Violetti).

 I Raggi X: su metalli bersaglio sono usati per scopi medici nelle radiografie poiché riescono ad

attraversare tessuti a bassa densità ma non quelli ad alta densità come le ossa. Hanno una
lunghezza d’onda pari ad 1/10000000000 m (sotto la gamma dei Violetti).

 I Raggi Gamma: Si trovano all’estremità dello spettro elettromagnetico (sotto la gamma dei
Violetti). Sono emessi da sostanze radioattive e sono molto penetranti, dannosi per gli esseri
viventi. Sono usati nel trattamento medico dei tumori e per sterilizzare gli strumenti medici.
Hanno una lunghezza d’onda pari ad 1/1000000000000 m
I colori Strutturali
I colori Strutturali

Quando la luce colpisce un oggetto essa può subire una RIFLESSIONE (rimbalza sul corpo e torna
indietro), oppure può subire una RIFRAZIONE (attraversa il corpo e viene deviata), o infine può
subire un ASSORBIMENTO (viene assorbita dal corpo). Le quantità di luce assorbita e di luce riflessa
dipendono dal materiale di cui sono fatti (anche dal livello di finitura della superficie colpita) e dalla
lunghezza d'onda. Ai fini della determinazione del colore da parte di un osservatore umano,
l'elemento principale da tenere presente è la curva di riflessione propria della superficie interposta. Il
colore visibile di una qualsiasi superficie dipende infatti dal potere di quella superficie di
assorbire una parte della luce ricevuta dall'ambiente e di rimandarne verso l'osservatore la
parte non assorbita sotto forma di luce riflessa. Un oggetto Rosso avrà ad esempio uno spettro
di riflessione con un picco nella zona delle lunghezze d'onda lunghe.
Riassumendo, se alcune lunghezze d'onda
I colori Strutturali
dello spettro visibile sono più assorbite di
altre, l'oggetto ci appare colorato: se assorbe
tutte le onde tranne una, risulta del colore
corrispondente a quella radiazione: se non
assorbe il rosso, risulta rosso, ecc.; se
riflette tutte le onde luminose appare bianco
(bianco = somma di tutti i colori); se assorbe
tutte le onde, senza restituirle ai nostri occhi,
viene percepito come nero (assenza di colori).
Il colore dei corpi trasparenti dipende dal
colore del raggio luminoso che essi lasciano
passare. Se ad esempio vediamo un vetro di
colore Blu vuol dire che solamente il raggio
luminoso di colore blu è riuscito a passare. Se
il vetro ci appare incolore vuol dire che esso
lascia passare tutti i tipi di raggi luminosi.

Alcuni artisti definiscono il bianco e il nero “non colori” perché il bianco è dato dalla somma di tutti i
colori, il nero dall’assenza di colori. Una foglia di colore Verde ci appare tale in quanto i pigmenti
presenti nelle piante capaci di assorbire la luce sono principalmente le clorofille “a” e “b” che
catturano radiazioni di lunghezza d’onda corrispondenti al rosso-arancione e all’azzurro-violetto.
Queste clorofille non assorbono la luce nella parte verde dello spettro, ma la riflettono. E’ questo il
motivo per cui le foglie appaiono Verdi ad un essere umano.
I colori Strutturali

L’arcobaleno è un fenomeno
ottico e meteorologico, che
produce uno spettro continuo di
luce nel cielo, quando il sole
proveniente dalle spalle
dell’osservatore si riflette sulle
gocce rimaste in sospensione
subito dopo un temporale. La
sequenza completa dei colori di un
arcobaleno, associati alle diverse
lunghezze d’onda, procedendo
dall’esterno verso l’interno sono:
Rosso, Arancione, Giallo, Verde,
Azzurro, «Indaco» e Violetto.
Quello che noi percepiamo è la
conseguenza della dispersione
(Rifrazione) dei raggi solari contro
le pareti delle goccioline d’acqua
sospese nell’aria.
Effetto Tyndall
I colori Strutturali
L'effetto Tyndall è un fenomeno di
diffusione della luce dovuto alla
presenza di particelle, di dimensioni
comparabili a quelle delle lunghezze
d'onda della luce incidente, presenti
in sistemi colloidali, nelle sospensioni
o nelle emulsioni. In sostanza
quando un raggio di luce viene fatto
passare attraverso un liquido puro, il
suo percorso non è visibile agli occhi
di un osservatore posto lateralmente,
poiché le particelle in sospensione
sono troppo piccole per disperdere la
luce che lo attraversa. Mentre nei Molto frequentemente, anche nel recente passato, tale
sistemi colloidali le particelle sono di fenomenologia fisica di Diffusione (Rifrazione) della luce,
dimensioni abbastanza grandi da è stata usata in maniera inappropriata, per descrivere i
disperdere la luce che lo attraversa fenomeni di Riflessione della luce, che generano la
rendendolo visibile agli occhi di un percezione di alcuni colori strutturali, quali l’azzurro il Verde
osservatore posto lateralmente. ed il Viola, nel Diamante di Gould.
La Tutela della specie – Adempimenti ed Obblighi
Problematiche Regionali riguardanti la detenzione e l’allevamento di fauna
selvatica ornitica autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale
 In Italia la Norma di riferimento è la Legge 11 febbraio 1992, n. 157, “Norme
per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”. E’ una
legge che regolamenta la caccia. All’art.1 (fauna selvatica) comma 3, la norma
demanda alle Regioni la competenza ad emanare norme relative alla gestione
ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica, in conformità alle
convenzioni internazionali ed alle direttive comunitarie
 La materia, sul territorio Regionale Siciliano è regolamentata dalla Legge
Regionale N°33 del 01/09/1997 e ss.mm.ii. (che prevedeva fra le altre cose
all’art.38 che il comparto fosse normato da un disciplinare adottato nel
rispetto della Legge Nazionale N°157 dell’11 febbraio 1992) e dal D.A. N°2313
del 30/06/1998 (con il quale è stato adottato il Disciplinare per il rilascio delle
Autorizzazioni all’allevamento di fauna a scopo amatoriale ed ornamentale) e
dal D.R.S. N°1371 del 22/12/2015 (con il quale sono state apportate modifiche
ed integrazioni al citato Disciplinare per adeguarlo alla giurisprudenza vigente
e tese allo snellimento delle procedure) per il rilascio delle Autorizzazioni
all’allevamento di fauna a scopo amatoriale ed ornamentale, che danno
disposizioni circa l’allevamento nonché la riproduzione di fauna selvatica
autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale.
La Tutela della specie – Adempimenti ed Obblighi
Problematiche Regionali riguardanti la detenzione e l’allevamento di fauna
selvatica ornitica autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale
 Tale D.R.S. N°1371 del 22/12/2015 ha disposto che per l’allevamento di
soggetti nati in cattività, provenienti da allevamenti in possesso di regolare
autorizzazione, è sufficiente una comunicazione da presentare all’Ufficio
Servizio per il Territorio - Ripartizione Faunistico Venatoria competente per
territorio
 Inoltre, ai sensi della Circolare Regione Sicilia Prot. N°6053 del 20/01/2009 per
chi intende soltanto detenere (in assenza di riproduzione) non più di 5
esemplari di taglia piccola (Cardellini, Verdoni etc..) di fauna selvatica
autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale, di legittima provenienza è
sufficiente che il detentore faccia una comunicazione scritta alla Ripartizione
Faunistico Venatoria ed Ambientale, e nella fattispecie ciò costituisce
Autorizzazione alla Detenzione.
La Tutela della specie – Adempimenti ed Obblighi
CONSIDERAZIONI
 La Legge Nazionale 11 febbraio 1992, n. 157, demanda alle Regioni la competenza ad emanare norme
relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica e non tanto per la fauna esotica
che è di libero allevamento. L’elenco delle specie allevabili si riferisce a specie ornitiche selvatiche
autoctone. Un pappagallino ondulato, specie esotica di libero allevamento, quindi non autoctona, le cui
origini provengono dal Continente Australiano, ma largamente allevato in ambiente domestico su scala
mondiale, non rientra certamente nel novero delle specie cui bisogna essere autorizzati dalla Regione per
essere allevato. Stesso discorso dicasi per un Diamante Mandarino (Taeniopygia castanotis) che vive in
Australia o per tutta la fauna ornitica che vive in Europa ma che non è certamente autoctona per la
Regione SICILIA. Un Crociere Fasciato (Loxia leucoptera) che vive in Alaska e nel Nord dell’Europa o un
Ciuffolotto delle pinete (Pinicola enucleator) che vive nella penisola Scandinava ed in Siberia, non
rientrano certamente neanche questi soggetti nel novero delle specie cui bisogna essere autorizzati dalla
Regione per essere allevati. Volendo essere ancora più puntuali, fra le specie autoctone ammesse
all’allevamento regolamentato, bisognerebbe escludere tutte quelle sottospecie che vivono altrove, fra le
specie invece genericamente descritte come autoctone. Infatti vi sono specie che contemplano
sottospecie appartenenti alla fauna autoctona e sottospecie non autoctone e che pertanto possono
essere liberamente allevate purchè di legittima provenienza. Il Cardellino (Carduelis carduelis) contempla
10 sottospecie, e soltanto due di queste sottospecie vivono in Italia: Carduelis carduelis carduelis e
Carduelis carduelis tschusii. Pertanto le altre 8 sottospecie di Cardellino non dovrebbero rientrare
certamente neanche queste nel novero delle specie cui bisogna essere autorizzati dalla Regione per
essere allevate, e fra questi vi è il Carduelis carduelis frigoris che vive in Siberia e Kazakhistan e che
risulta essere molto allevato in ambiente domestico.
 Inoltre una interpretazione del Consiglio di Stato del 2001 identifica le specie allevate in ambiente
domestico in quanto tali se autorizzate dalle Regioni, come specie domestiche e non più specie
selvatiche. Anche le mutazioni di specie domestiche, seppur riferite a specie autoctone, trattandosi di
fenotipi non riscontrabili in natura, bastano da soli a caratterizzare le specie come domestiche e non
selvatiche.
E per finire una Poesia dedicata al Cardellino
L’ESOTICO PRINCIPE DEI NOSTRI INDIGENI

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