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La Direttiva PED, al punto 3.1.2 dell’allegato I, elenca i requisiti che devono essere
soddisfatti per le giunzioni permanenti. In sintesi, detti requisiti sono:
L’assenza di difetti superficiali e/o interni sia nel giunto che nelle zone adiacenti
Il possesso da parte della giunzione delle caratteristiche (meccaniche) minime dei
materiali da collegare
La necessità che le giunzioni permanenti delle attrezzature in pressione siano
sempre realizzate da personale qualificato secondo adeguate procedure
La necessità che, per attrezzature in II, III e IV Categoria, l’approvazione del
personale e/o delle procedure avvenga con l’intervento o di un Organismo
Notificato (O.N.) o di una Entità Terza Riconosciuta (TPI)
Si deve pure richiamare il punto 3.1.3, sempre dell’allegato I della Direttiva, che, per il
personale addetto alle PND di giunzioni permanenti per attrezzature in III e IV categoria,
richiede l’approvazione dello stesso da parte di una TPI.
Ancora si deve ricordare che sono equiparate alle giunzioni permanenti le brasature, gli
incollaggi, le mandrinature, le saldature per frizione, ecc…
Anche a questi tipi di giunzione si applicano le richieste di preventiva qualifica di personale
e/o procedimento.
Si deve notare che la Direttiva non impone né una norma né un codice di riferimento per
le giunzioni permanenti. E’ il Fabbricante (Costruttore) che sceglie la normativa più adatta
o, in assenza di normativa, fa riferimento a documenti esistenti, a buona prassi e, su tale
base, predispone adeguate procedure per le qualifiche.
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La direttiva e le Linee Guida attinenti alle Giunzioni permanenti
Come noto la direttiva è integrata da documenti denominati “Linee Guida” che, emessi dal
WGP (Working Group Pressure) della comunità, rappresentano le risposte della
commissione ai vari quesiti che sorgono applicando la direttiva.
In allegato 1 è riportata una sintesi delle Linee Guida ad oggi emesse.
E’ importante ricordare che ancorché esista un pratico accordo tra tutti gli Organismi
Notificati a considerare le Linee Guida come integranti la direttiva, esse non sono
legalmente cogenti (solo la Direttiva è cogente) potendo sempre il Fabbricante, con l’avallo
dello O.N., trovare altre vie per dimostrare il soddisfacimento dei RES (allegato I della
Direttiva) applicabili.
A livello delle linee Guida sono chiariti i principali dubbi che possono emergere.
Siccome, come già notato, la Direttiva non impone né specifica norma di riferimento per le
qualifiche di procedimento né per le qualifiche del personale è ovvio che il Fabbricante può
presentare alla approvazione del suo ON o della TPI procedure realizzate nel rispetto delle
norme che egli avrà scelto eventualmente con prove integrative.
In larga parte dell’industria manifatturiera di apparecchi a pressione il codice più diffuso è
quello ASME con riferimento alla sezione IX e alla sezione V per quanto attiene alle PND.
Si può a lungo discutere se il codice ASME soddisfi o no i requisiti della Direttiva (RES).
Orbene è certo che i requisiti per le qualifiche di personale e procedure tra ASME Sez. IX e
EN 287 e 288 differiscono anche sostanzialmente. Parimenti certo è che i requisiti ASME
coprono da soli le necessarie verifiche di affidabilità e sicurezza delle giunzioni.
Quali criteri quindi seguire per considerare valide/accettabili ai fini PED le qualifiche di
operatori e procedimenti per le giunzioni realizzate e certificate secondo codice ASME?
La risposta è che se vengono usate norme armonizzate di prodotto che riportano nelle
relative sezioni attinenti alle giunzioni le norme EN 287 (qualifica del personale) e 288
(qualifica dei procedimenti) queste divengono “de facto” obbligatorie. Se invece non
esistono norme armonizzate di prodotto le EN 287 e EN 288, che pure non sono
armonizzate, possono costituire solo un riferimento ma non sono obbligatorie.
Viene ora automatica un’altra domanda. Se invece di applicare una Norma Armonizzata di
prodotto uso un altro Codice (es. per le caldaie ASME sez. I), sono accettabili le qualifiche
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ASME “Tout Court” con la sola eccezione di considerare specifici casi di condizioni
operative che richiedono prove aggiuntive (rif. LG 6/12)?
Qui la risposta non può che essere “politica”. Siccome lo scopo della PED e della norme
Armonizzate è, in definitiva, quello di proteggere il mercato e la sicurezza, non è lecito, in
presenza di norme armonizzate di prodotto europeo, dribblare l’ostacolo prendendo altre
norme di progetto (non si deve dimenticare che lo scopo dell’ASME è proteggere il
mercato USA e collegati).
Non appare però lecita l’altra interpretazione estensiva che “Qualifiche di Procedimenti di
saldatura e di saldatori qualificati sec. ASME IX ed utilizzate nella costruzione di recipiente
progettato sec. ASME VIII, per essere approvate ai fini PED, devono contenere le stesse
prove previste dalla norma EN288.3 e le eventuali prove aggiuntive richieste dalla parte
della EN13445 relativa alla saldatura”.
Sarà lo ON che approva le procedure del Fabbricante e decide in proposito.
E’ implicito nella dizione di cui al paragrafo 3.1.2 dell’allegato I della direttiva, che devono
sempre essere applicate misure di controllo del processo graduate con la rilevanza
(categoria di rischio) dell’attrezzatura.
Così le regole di gestione dei materiali di apporto, di controllo e taratura periodica della
attrezzature e, in genere di tutto ciò che condiziona il successo dell’operazione, devono
far parte del “corredo mentale” del Fabbricante dell’attrezzatura e non limitarsi alla
disponibilità di WPS e WPAR approvate da qualcuno.
Le linee guida 7.10 e 7.12, ad esempio, non impongono la necessità di una stretta
rintracciabilità dei materiali di saldatura (welding consumables) e consentono di accettare
“Manufacturers Test Reports” tipo 2.2 (EN 10204) così come l’uso di metodi procedurali
per garantire la rintracciabilità come richiesto al punto 3.1.5 dell’allegato I della direttiva.
Queste “facilitazioni” non devono però essere intese come “licenza” ma solo come presa
d’atto della impossibilità di gestire i materiali di apporto come i materiali per il
confinamento della pressione.
Le Brasature
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Nella giunzione per brasatura il metallo di apporto fonde in un certo intervallo di
temperatura (di regola tra 700 e 800°C) e penetra per capillarità nell’interstizio
predisposto ivi solidificando e aderendo ai materiali da unire per diffusione, in uno strato
dell’ordine dei centesimi di millimetro.
La tecnica del riscaldo del giunto perché temperature troppo basse non contribuiscono alla
diffusione del metallo brasante mentre temperature troppo alte possono portare anche alla
eccessiva volatilizzazione di specifici componenti della lega brasante ( Zn e Cd in
particolare).
La qualifica degli operatori e procedimenti, per questo settore tecnologico non è così ben
definita come nel caso della saldatura.
I riferimenti normativi disponibili sono:
- la EN 13133 – 2002
“Qualificazione dei brasatori per la brasatura forte”
- la EN 13134 – 2002
“Brasatura forte – Qualificazione delle procedure”
Caratteristica comune di entrambe le norme, che sono armonizzate alla PED, è quella di
“Stabilire criteri” ma di non fornire “valori di accettazione” perché… “specifici del
prodotto”.
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Nell’industria è molto difficile incontrare le condizioni di cui ai punti 1) e 2) per cui, per il
conseguimento delle qualifiche, la strada migliore è quella di considerare l’esecuzione di
prove specifiche.
Data la tipologia delle giunzioni, ottenute per infiltrazione capillare del metallo d’apporto
fuso, e la configurazione dei giunti brasati – nella quasi totalità dei casi a sovrapposizione
– si può certificare l’idoneità dei procedimenti in base ai risultati ottenuti nelle prove sotto
elencate.
Per quanto attiene agli operatori, essi vengono di regola qualificati tramite le prove di cui
ai punti b) e c) precedenti.
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Classificazione delle giunzioni
Relativamente alla attribuzione della “categoria” della saldatura tra attrezzature PED
ricadenti in diverse categorie di rischio la direttiva non dà nessuna indicazione. Esiste
invece a tal proposito una linea guida (la 3/15 del 28 aprile 2003) molto chiara: sia la
giunzione di collegamento tra shell e nozzle che quella tra il nozzle e il primo tratto di
tubazione sono classificate nella stessa categoria di rischio del vessel, considerando in tal
modo, ai fini della classificazione della giunzione, il nozzle del recipiente come parte
integrante del vessel stesso.
Se dunque il vessel cade in una categoria di rischio maggiore o uguale alla Categoria II, le
giunzioni di collegamento sopra descritte devono essere approvate da un O.N. o da una
entità terza riconosciuta (rif. Punto 3.1.2 All.I DLvo 25 febbraio 2000 n. 93).
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Giunzione di Descrizione della giunzione Categoria della
riferimento giunzione
A Connessione di un accessorio di sicurezza (IV categoria)
III
a un vessel in categoria III
B Connessione tra piping in categoria I e un Vessel in III
III
categoria (via a nozzle)
C Giunzioni di piping in categoria I I
D Connessione di un accessorio a pressione in categoria I
I
con piping in categoria I
E Connessione tra nozzle e mantello di un vessel di
III
categoria III
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ALLEGATO
4/5 All. III , modulo D. I paragrafi 3 e 4 del modulo B1 nell’Allegato III trattano le informazioni
B1 relative alle qualificazioni o approvazioni delle giunzioni permanenti che
possono non essere disponibili al momento della progettazione. Quali sono i
(vd. anche L.G. requisiti minimi del paragrafo 3, ultimo trattino, e paragrafo 4.1, 2° e 3°
4/4) trattino?
6/1 All. I punto D. In accordo con l’allegato I punto 3.1.2 (giunzioni permanenti), una Parte
3.1.2 Terza deve effettuare esami e prove al fine di procedere all’approvazione
delle procedure operative e del personale.
Il rappresentante della Parte Terza deve essere presente durante
l’esecuzione della procedura di prova e delle giunzioni permanenti?
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6/5 All. I punti 3.1.2 D. I requisiti relativi alle giunzioni permanenti elencati nell’allegato I punti
e 3.1.3 3.1.2 e 3.1.3 si applicano anche alle giunzioni permanenti diverse dalla
saldatura?
6/6 All. I punto D. In assenza di norme armonizzate quale approccio deve essere seguito
3.1.2 per l’approvazione del personale che effettua le giunzioni permanenti?
(vd. Anche L.G.
6/1 e L.G. 6/12) R. In assenza di norme armonizzate, il fabbricante deve far riferimento ad
un documento esistente(una bozza di norma candidata per
l’armonizzazione, un documento professionale, una guida,un documento
riconosciuto da una Parte Terza o da un Organismo Notificato, un
documento aziendale, ecc.) o deve stabilire un documento specifico.
Tale documento deve definire almeno:
- Le attrezzature che il personale deve utilizzare;
- Il grado di automazione del processo e le operazioni che deve
effettuare il personale;
- Condizioni da applicare quando si effettua una prova su un pezzo
da usare per la prova di approvazione e per i risultati da ottenere;
- Il range di validità e le condizioni per la durata della validità.
6/8 All. I punto D. Che cosa sono “le norme armonizzate” dell Allegato I, sezione 3.1.2,
3.1.2 ultimo paragrafo, in base alle quali effettuare gli esami e le prove per
l’approvazione delle procedure per le giunzioni permanenti e del personale?
6/9 All. I punti D. La direttiva PED richiede l’accreditamento del laboratorio di prova del
3.1.1; 3.1.2; costruttore che effettua le prove non distruttive o le prove distruttive delle
3.1.3 e 7.2 attrezzature a pressione o di parti delle attrezzature a pressione per il
contenimento della pressione?
R. No.
In accordo con l’allegato I sezione 3.1.3 la PED richiede la qualifica del
personale addetto alle prove non distruttive delle giunzioni permanenti. Non
è richiesto nessun accreditamento per il laboratorio del costruttore che
realizza le prove non distruttive o distruttive o per i laboratori di prova a cui
il costruttore può subappaltare le prove non distruttive o distruttive
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6/10 All. I punto D. Se un costruttore ha una procedura per giunzioni permanenti approvata
3.1.2 da un Organismo Notificato o da Parte Terza riconosciuta in un certo luogo,
può usare la stessa procedura in un altro luogo per simili applicazioni?
R. Si, a condizione che l’altro luogo sia sotto la stessa gestione tecnica e di
qualità. (Le norme EN 719 (organizzazione della saldatura) e 729-1
(richieste di qualità nella saldatura) definiscono il fabbricante come officine
o siti che operano sotto lo stesso sistema tecnico e di qualità. La EN 288-3
conferma che una WPS approvata è valida per la saldatura in officine o siti
del Fabbricante che operano sotto lo stesso sistema di qualità).
6/11 All. I punti 3.1.2 D. In assenza di norme armonizzate quale approccio deve essere seguito
(vd. anche L.G. per le procedure di giunzioni permanenti?
6/1 e 6/12)
R. In assenza di norme armonizzate, il fabbricante deve far riferimento ad
un documento esistente(una bozza di norma candidata per
l’armonizzazione, un documento professionale, una guida,un documento
riconosciuto da una Parte Terza o da un Organismo Notificato, un
documento aziendale, ecc.) o deve stabilire un documento specifico.
Tale documento deve definire almeno:
- Le variabili essenziali per la procedura che possono influenzare le
proprietà della giunzione permanente;
- Le ispezioni e le prove da effettuare per la qualificazione della
procedura;
- I criteri di accettabilità
- Il Range di validità.
6/12 All. I punti 3.1.2 D. Nel contesto dell’approvazione delle procedure di saldatura e del personale, cosa
significa la frase: “la Parte Terza deve effettuare le prove ed esami come previsto
nelle norme armonizzate appropriate o prove ed esami equivalenti”.
- snervamento
- resilienza
- allungamento
- microstruttura
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possono non essere sufficientemente dettagliate nella EN 288, con riferimento a
specifiche applicazioni.
7/10 Allegato I punti D. Quali sono le richieste per la documentazione e la rintracciabilità dei materiali di
3.1.2 saldatura con riferimento a:
3.1.5 - documenti certificativi
4.1 - procedure di rintracciabilità?
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4.3 R. I Fabbricanti dei materiali di apporto forniranno documentazione per dimostrare
vd. anche LG 7/4 la conformità con la relativa specifica tramite Test Report 2.2 EN 10204. Per
dimostrare il soddisfacimento delle richieste dell’allegato I punto 3.1.5 relative alla
rintracciabilità, che si applica anche ai materiali di saldatura, sono possibili misure
procedurali che coprano il ricevimento, l’identificazione, il magazzinaggio, il
trasferimento in produzione ecc….
7/12 Allegato I punto 4 D. I prodotti di saldatura ed altri materiali per giunzioni devono soddisfare le norme
armonizzate, le approvazioni europee dei materiali o una valutazione particolare del
materiale?
R. NO! La direttiva PED non richiede che questi materiali seguano i requisiti
dell’allegato I punto 4.2b.
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