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Un corpo è definito rigido quando la distanza tra due punti qualsiasi del corpo stesso si mantiene costante al variare
del tempo; se questa condizione è verificata, il moto si dice rigido.
Per sistema rigido si intende un unico corpo rigido o un insieme di punti materiali rigidamente interconnessi le cui
posizioni relative non variano nel tempo .
Si dice moto rigido piano ogni moto rigido i cui punti si mantengono a distanza costante da un piano fisso . Un
sistema rigido ha la possibilità di traslare lungo due direzioni del piano ortogonali tra loro e di ruotare rispetto ad
un asse perpendicolare al piano stesso.
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Gradi di libertà
I gradi di libertà di un sistema meccanico rappresentano il numero minimo di coordinate indipendenti necessario
per definirne la configurazione (posizione ed orientamento dei membri).
Per un corpo rigido in moto piano occorrono tre coordinate indipendenti che consentono di individuare la posizione
di un suo punto P(xP , yP) e di una retta r solidale al corpo, rispetto ad un asse di riferimento (ad
es., x).
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Gli organi delle macchine possono essere considerati come corpi rigidi se le deformazioni che subiscono sono piccole
rispetto alle dimensioni del membro stesso. Gli organi di un sistema meccanico sono collegati tra loro da coppie cinematiche
che ne limitano la mobilità relativa. Due organi meccanici formano una coppia cinematica se si toccano in porzioni limitate
delle loro superfici; ciascuna di tali superfici di contatto è detta elemento cinematico.
Le coppie cinematiche elementari sono costituite da elementi cinematici rigidi che realizzano il contatto tra superfici la cui
estensione non è nulla; gli elementi cinematici sono rigidi e combacianti; la posizione relativa viene definita mediante una
sola coordinata (un grado di libertà). Sono elementari le seguenti coppie cinematiche:
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elica cilindrica è definita come il luogo dei punti di contatto tra la superficie laterale di un cilindro ed una retta t,
inclinata di un angolo rispetto alla generatrice g del cilindro, appartenente ad un piano che rotola senza strisciare sul
cilindro stesso.
cilindrica è quindi definita dal diametro (d) del cilindro e dal passo (p) che è la distanza, misurata lungo del
cilindro, tra due punti consecutivi appartenenti alla stessa generatrice; il passo rappresenta avanzamento, lungo del
cilindro, di un punto che si muove percorrendo un giro completo.
La porzione di elica relativa ad un passo viene detta spira; questa può essere ottenuta avvolgendo su un cilindro un
triangolo rettangolo avente la base di lunghezza pari alla circonferenza del cilindro e uguale al passo .
di inclinazione , è legato al diametro del cilindro ed al passo dalla relazione:
Le coppie cinematiche elementari fanno parte
delle coppie cinematiche inferiori che sono quelle
caratterizzate da elementi cinematici che realizzano un
contatto superficiale.
Complessivamente le coppie cinematiche inferiori sono
sei: oltre a quelle ad un grado di libertà già viste
(rotoidale, prismatica ed elicoidale) vi sono le seguenti
tre coppie cinematiche:
coppia cilindrica, 2 gradi di libertà: consente una
rotazione ed una traslazione relativa (indipendenti);
coppia sferica, 3 gradi di libertà: consente tre
rotazioni relative;
coppia piana, 3 gradi di libertà: consente due
traslazioni ed una rotazioni relative.
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Le coppie cinematiche superiori sono caratterizzate da elementi cinematici che sono:
- rigidi ma non combacianti (area teorica di contatto nulla) come avviene, ad esempio, : a)
ruota-rotaia; b) camma-punteria. In queste coppie cinematiche piane la forma degli elementi cinematici è
definita delle superfici che vengono in contatto con un piano parallelo a quello del
moto. Pertanto, gli elementi cinematici sono costituiti da due curve che durante il moto relativo restano in
contatto in un punto nel quale condividono la tangente. La velocità relativa fra le curve nel punto di contatto
può essere nulla (rotolamento) oppure è diretta secondo la tangente comune (strisciamento). Una coppia di
curve che abbia tali caratteristiche viene definita coppia di profili coniugati per evidenziare che restano tra loro
in contatto.
- combacianti ma non rigidi, come avviene nel caso delle trasmissioni a cinghia.
Ruote dentate - Ingranaggio
Cuscinetto di rotolamento
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Esempi di coppie cinematiche:
a) coppia cinematica rotoidale costituita da un perno che ha la possibilità ruotare rispetto ad un cuscinetto; l'albero è
dotato di risalto che impedisce il moto traslatorio assiale;
b) coppia cinematica prismatica realizzata con accoppiamento di due elementi sagomati "a coda di rondine". L'elemento
superiore prende il nome di "tavola"; quello inferiore di "guida ".
Esempi di coppie cinematiche:
In alcuni casi per ridurre le azioni di attrito, tra i due elementi in moto relativo vengono interposti dei corpi volventi.
c) Il cuscinetto a rulli;
d) la guida lineare a rotelle.
In entrambi i casi la composizione di più coppie cinematiche superiori consente di realizzare movimenti tra due membri
equivalenti a quelli realizzabili con una sola coppia cinematica elementare.
Coppie cinematiche del piano:
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Vincoli
Le relazioni fra le coordinate dei punti di un sistema, che definiscono una limitazione ai movimenti relativi, prendono il
nome di vincoli.
Pertanto, l'ipotesi di corpo rigido definisce un vincolo; analogamente la condizione di moto piano costituisce un vincolo.
Il vincolo si dice olonomo se impone una restrizione alla posizione del corpo; anolonomo se impone una condizione sulla
velocità del corpo.
Pertanto, i vincoli olonomi impediscono al sistema di assumere certe posizioni e quindi di compiere certi spostamenti
(vincolo di posizione). Tali vincoli sono esprimibili mediante delle relazioni analitiche tra le coordinate che individuano la
configurazione del sistema. Ad esempio, un corpo puntiforme vincolato a muoversi su una circonferenza è sottoposto ad
un vincolo olonomo esprimibile mediante una funzione f(x,y)=0 detta equazione di vincolo. Tale equazione (x2+y2=R2)
stabilisce la relazione tra le coordinate (x,y) del punto.
Se la condizione di vincolo è espressa da una equazione, il vincolo si dice bilaterale; se, invece, è espressa da una
disequazione, il vincolo si dice unilaterale. Pertanto, di vincolo di un punto materiale, vincolato a rimanere
di una circonferenza, risulta: x2+y2 R2.
Si osservi che un sistema rigido libero di muoversi in un piano (o vincolato a restare su piano) è un sistema olonomo .
Per lo studio dei sistemi rigidi nel piano si definiscono alcuni vincoli olonomi ed a ciascuno di essi viene associata una
rappresentazione meccanica. Da un punto di vista cinematico, questi vincoli si definiscono semplici, doppi o tripli, a
seconda che sopprimano uno, due o tre gradi di libertà al corpo rigido.
Per lo studio dei sistemi di corpi rigidi, dotati di moto piano, si definiscono
alcuni vincoli olonomi (o di posizione), per i quali si idealizza la capacità di
impedire alcuni movimenti (traslatori o rotatori); per quelli più comuni si
riporta, nel seguito, la rappresentazione e le componenti della reazione
vincolare:
il carrello consente al punto vincolato P del corpo di traslare lungo una
direzione (detta direzione di scorrimento) e impedisce la traslazione lungo la
direzione ad essa ortogonale. Il corpo può ruotare intorno al punto P;
la cerniera impedisce lo spostamento del punto P del corpo e consente la
sola rotazione intorno allo stesso punto;
il pattino ed il manicotto impediscono una traslazione e la rotazione e
consentono solo una traslazione lungo del vincolo. (Nei testi di
meccanica delle strutture, tale vincolo viene spesso schematizzato con un
"doppio pendolo" e talvolta è impropriamente detto ;
il manicotto rotante è costituito dalla composizione di un manicotto e una
cerniera; impedisce solo la traslazione ortogonale all'asse del manicotto;
l'incastro impedisce ogni possibilità di movimento al corpo.
Poiché solo le forze sono capaci di modificare lo stato di quiete o di moto di un sistema, i vincoli condizionano lo stato del
sistema attraverso un insieme di forze dette reazioni vincolari
Vincoli olonomi e cir
Si riporta nel seguito la posizione del cir di un corpo in
funzione del tipo di vincolo che lo connette al telaio:
I vincoli anolonomi (o di mobilità) impongono una condizione sulla velocità del corpo e quindi sulle derivate prime delle
coordinate rispetto al tempo.
Se la condizione di vincolo anolonomo è espressa da una equazione differenziale integrabile, il vincolo viene detto
olonomo equivalente in quanto esprime anche una condizione sulle posizioni del corpo.
Ciò avviene, ad esempio, imponendo il vincolo di puro rotolamento al moto relativo tra ruota e rotaia.
Il vincolo impone che la velocità del punto di contatto sia nulla: . Pertanto,
la velocità del centro del disco risulta:
Indicato con R il raggio della ruota, il modulo della velocità del punto C vale quindi:
vc= .
L'integrazione di tale relazione fornisce una condizione sulla posizione del corpo:
xc=xc0 .
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Un insieme di membri collegati mediante coppie
cinematiche prende il nome di catena
cinematica.
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Sistemi piani di corpi rigidi - Regola di Grübler
I vincoli possono imporre anche delle limitazioni alle possibilità di movimento relativo tra i corpi rigidi di un
sistema. Per un sistema piano di corpi rigidi, il numero di gradi di libertà vale (regola del Grübler):
n = 3m - v
essendo: n, il numero di gradi di libertà della catena cinematica; m, il numero di corpi rigidi mobili; v, le
restrizioni vincolari imposte dalle coppie cinematiche.
Un corpo rigido, libero di muoversi nel piano, ha 3 gdl.
Una coppia cinematica rotoidale o prismatica introduce un vincolo doppio (v=2).
La coppia cinematica a camma introduce una restrizione vincolare (v=1).
Esempio:
Il meccanismo considerato ha 3 corpi mobili; una coppia
prismatica e 3 coppie rotoidali. Si ha pertanto:
n=3x9-(2+2+2+2)=1.
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Sistema piano di due corpi rigidi
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Il manovellismo è un meccanismo piano ad un grado di libertà che converte il moto traslatorio alternativo del
corsoio (3) nel moto rotatorio della manovella (1) o viceversa.
Il corsoio e la manovella sono collegati dalla biella (2). Il meccanismo è costituito da tre corpi mobili connessi
mediante tre accoppiamenti rotoidali ed uno prismatico.
Il sistema ha un grado di libertà: n=3x3-4x2=1.
Indicando con (0) il telaio, si individuano i
seguenti centri di rotazione assoluti (definiti
rispetto al telaio):
Poiché i punti B e C si muovono su archi di circonferenza (Fig. b, risultano note le direzioni dei vettori velocità di entrambi i
punti e quindi, per il teorema di Chasles, è possibile definire il cir P2 .
Il centro P13 rappresenta i centro di rotazione del membro 1 rispetto al membro 3 e può essere ricavato immaginando di
fissare il membro 3 e rendere mobile 4 (Fig.c). delle perpendicolari ai vettori VA e VB
individuano P13.
Centri di rotazione di una catena cinematica aperta a
due membri (manipolatore planare a due bracci)
a) un vincolo multiplo nel quale cioè concorrono più di due corpi come di
due bielle (2 e 4) sono collegate alla stessa manovella 1 in B. In tal caso,
trattandosi di una connessione doppia, il vincolo viene conteggiato 2
volte; si ha pertanto: 5 corpi, 4+1 cerniere, 2 manicotti; n=5x3-7x2=1.
I) corpi 1, 3, 2; il cir P13 deve essere allineato a P12 e P23 e quindi P2 si trova sulla retta I;
II) corpi 1, 3, 0; il cir P13 deve essere allineato a P1 e P3 e quindi deve trovarsi sulla retta II.
P13
La determinazione dei cir torna utile per la determinazione delle velocità dei membri di un meccanismo.
Ad esempio, con riferimento al quadrilatero articolato, assegnata la velocità 1 del membro movente, resta definita la
velocità v12 di P12; essendo nota la distanza P2-P12 si può ricavare la 2 (velocità di rotazione della biella). È quindi possibile
definire la v23 ed infine la velocità di rotazione 3 del cedente.
Applicando la regola di Grübler alcuni sistemi possono risultare completamente vincolati mentre potrebbero non
esserlo per la presenza di vincoli apparenti (o inefficaci) e cioè che non aggiungono ulteriori restrizioni al moto del
sistema.
Questo è il caso, ad esempio, di un corpo vincolato con tre carrelli aventi la stessa direzione di scorrimento il cui cir
(improprio e perpendicolare alla direzione di scorrimento dei carrelli) non viene modificato dalla presenza di un
terzo carrello; al corpo non è impedita la possibilità di traslare.
Una situazione analoga si ha nel caso del parallelogramma articolato dotato di una terza manovella avente stessa
lunghezza e disposta parallelamente alle altre due.