Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
architettura e costruzione
zion
INDICE
L’Archivio
Appendici
119"
il Politecnico di Zurigo, lo trasferisce presso il Campo Polacco di
Winterthur, dove inizia l'attività di ricerca sulle volte sottili, tema che lo
accompagnerà per tutta la vita professionale.
Con il termine della Guerra nel 1945, Favini in ottobre rientra in Italia
dove con l'amico Capitano Tamburini, svolge l’attività professionale a
Milano. Nominato Direttore dell'Impresa, Favini è libero professionista
con partecipazione agli utili. In questi anni conduce l'Impresa
audacemente in realizzazioni strutturali complesse e spesso al centro
di polemiche accademiche, ma nonostante le avversità, riesce a
sperimentare importanti soluzioni in calcestruzzo armato precompresso.
Nel 1946 pubblica in Italia su Il Cemento, rivista tecnica di settore, il
suo primo articolo a carattere scientifico dal titolo “Calcolo di una volta
sottile a forma di conoide”*. precedentemente aveva già pubblicato
A. Favini,
sezione,
Ponte tipo
Risorgimento sul
Tevere presso il
Foro Mussolini, PROGETTO
Roma.
1942. Ponto <
va
A. Favini, . .
prospettiva, > = -
Ponte tipo
Risorgimento sul
Tevere presso il
Fora Mussolini, : A
ld
Roma. a
1942. f |a de
lil »
man
_—_T—_ -
Ato TT crrrerer
dini een i
rn =,
--
1 sl a È si = tnt
ri “a =
LAUREA
ui TewERE
setrtasgiio eu La CRLAZORATE
ZI
I Bio
7 trpralo
A. Favini,
Garage
stabilimento
Franchi,
Borgosesia.
1965.
A. Favini,
Montaggio
fotografico,
Gantiere dello
Stabilimento
Gondrand,
Pioltello
1968.
Foto di Cantiere
di A. Favini,
10
A.acta
Favini, RAR ;
P£asold O a PEA
costruttivo della È ”
Loi
è»
va
'
n
»
è
copertura, essay atiià Cotisaa | #22 mas
Stabilimento pr}
i
Morassutti,
Padova, 2.
1959, det
A. Favini,
8. Morassutti,
A. Mangiarotti,
Stabilimento
Morassutti,
Padova,
1959,
Gondrand,
Pioltello
1968,
Fotografia di
G. Casali.
,
= ci i cm deine sitliiaiiio
11
A. Favini,
B, Morassutti,
A. Mangiarotti,
Abitazioni in
via Gavirate,
Milano,
1959.
Fotografia di
G. Casali Ta
A. Favini,
armatura del
solaio in
via Gavirate,
Milano,
1959.
Fotografia di
A. Favini.
, n d |
o | i
ER
"_
pus tra
i RUELIIITATITITITERSETT Ton
rn
12
A. Favini,
Stabilimento
Max Market,
Trezzano sul
Naviglio,
1959.
Montaggio
fotografico,
A. Favini
A. Favini
Stabilimento
Max Market,
Trezzano sul
Naviglio,
Prove di carico
del coppone
ALFA.
1959.
Montaggio
fotografico,
A. Favini
13
A. Favini,
B. Morassutti,
Ecco allora l'origine elegante dell’Aperol elaborato con Morassutti, le
Sezione cui travi, unitamente ai pilastri costituiscono la sola architettura del
trasversale della
struttura, progetto, sono ispirate alla forma di canoe sul lago Titicaca, oppure la
Villa von Saurma,
Termini di
pianta della Chiesa del Sacro Cuore ad lvrea con Oliveri e Nizzoli; essere
Sorrento, originata dalla campata tipo, ideata da Favini con il piegamento in pianta
1962-64,
e copertura di un'esile parete spessa 8 cm., è un ricordo infantile del
piegare un foglio di carta per trasformarlo in struttura aerodinamica
capace di volare.
+e
tO
n
IT
ost. I
ES) para
14
Architetti Italiani in Svizzera
Gli italiani vennero quasi tutti internati inizialmente nel Canton Ticino,
dove sorsero più di 150 campi”. Nei campi le libertà erano limitate,
seppur in modo lieve, infatti i giovani militari italiani poterono usufruire
di corsi universitari presso atenei locali, usufruendo dell'appoggio delle
autorità elvetiche. Molte delle iniziative che, nel campo dell'architettura,
sono avvenute successivamente in Italia, nel dopoguerra, derivarono da
rapporti interpersonali sviluppati durante gli anni di permanenza svizzeri.
Rogers riesce a varcare il confine svizzero nel 1943, successivamente
internato a Vevey, vicino a Losanna. In realtà vi è una discrepanza
temporale, infatti Rogers arriva a Vevey solo nel 1944, precedentemente
alcuni fonti? riportano la sua presenza presso Haus Bill? e quindi
potrebbe essere stato internato presso il campo di Winterthur. Nel
frattempo un altro architetto milanese, Vito Latis, è internato in un Campo
vicino Zurigo.? | direttore del Campo Universitario è l’Ingegner Gustavo
Colonnetti?*, già Rettore del Politecnico di Torino, nominato dopo la fine
delle guerra nel ‘45, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche,
e come tale sarà insieme a Rogers il principale promotore del Primo
Convegno Nazionale sulla Ricostruzione nel dicembre dello stesso anno.
Gustavo Colonnetti lascia l'Italia per la Svizzera il 20 settembre 1943,
accompagnato dalla figlia maggiore Elena; la moglie Laura con gli altri
quattro figli varcano il confine un mese e mezzo dopo, raggiungendo
Colonnetti il primo di novembre. Inizialmente soggiornarono a Lugano,
in Canton Ticino, presso il Vescovo Monsignor Jelmini, dove Colonnetti
collaborò alla Gazzetta Ticinese, con lo pseudonimo di “Etegonon”?°
scrivendo articoli su temi politici. Successivamente si spostarono nei
15
Foto di gruppo
del primo GIAM,
cantoni più interni prossimi al confine svizzero, soggiornando a Losanna.
tenutosi presso il Qui, riceve l’incarico di insegnamento di Scienza delle Costruzioni
Castello di
La Sarraz, presso l'Ecole des Ingénieurs, dove aveva tenuto una conferenza nel
1928.
1941. Con l'insegnamento Colonnetti diventa una figura di spicco del
mondo accademico elvetico, e così, dopo numerose battaglie riesce
ad ottenere la possibilità di aprire “Campi Universitari” a Friburgo,
Ginevra e Losanna, assicurando la presenza complessiva nei tre atenei
di oltre 500 studenti italiani rifugiati. Fondamentale è stato il suo
apporto al Campo Universitario di Vevey, dove si iscrissero oltre 200
studenti, di cui la metà in Ingegneria ed Architettura, mentre i restanti
si iscrissero a corsi di medicina, lettere ed economia. La moglie Laura
era impegnata nell'attività del Fond Européen de Secours aux Etudiants
(FESE), di cui divenne responsabile per l’Italia al suo rientro nel 1944,
permettendo così il riconoscimento degli studi universitari compiuti
dagli italiani durante la permanenza in Svizzera. Il 26 gennaio 1944
Colonnetti inaugura il Campo di Losanna con un discorso rivolto alla
“patria lontana (..) che soffre divisa e sconvolta, ma che nel dolore e nel
sangue conserva intatta la sua inflessibile volontà di risorgere e chiede
a voi, giovani, il dono delle vostre forze, delle vostre intelligenze e dei
vostri cuori”.26 A Losanna Colonnetti lavora a stretto contatto con Franco
Levi”, fuggito in Svizzera a causa delle sue origini ebree, che diverrà poi
suo fidato collaboratore al rientro in patria, quando fondarono insieme a
16
Torino il Centro Studi sugli Stati di Coazione Elastica”. Più tardi Levi così
ricorda come a Losanna iniziò per il Rettore Colonnetti uno dei periodi
“più fecondi, interamente dedicato all'insegnamento, alla formazione
morale, politica e culturale dei giovani, ed anche a qualche iniziativa
scientifica. Una delle imprese più ardite del Nostro: l'organizzazione di
conferenze settimanali tenute da eminenti rifugiati: Einaudi, Malfatti,
Concetto Marchesi, Colonnetti stesso ed altri, il cui contenuto spesso
superava i limiti della neutralità.”
Attorno alla figura di Colonnetti si pongono le basi della ricostruzione
edilizia del paese. Fonda il Centro Studi per l'Edilizia, dove vi lavorano
tra gli altri Favini, oltre che architetti e ingegneri provenienti dai tre
campi di Losanna, Ginevra e Friburgo, sotto la guida di un comitato
di direzione composto oltre che da Gustavo Colonnetti, da Maurizio
Mazzocchi ed Ernesto Nathan Rogers. Sul Lago Lemano Rogers
alternerà il coordinamento del “Bollettino Centro studi per l'edilizia”
all'insegnamento, prima nel Campo Universitario e poi nell’Haute Ecole
d'Architecture di Ginevra. Il Bollettino è pubblicato in 5 numeri, con
saggi tra gli altri di Einaudi, Mazzocchi, Olivetti, Rogers, Colonnetti
ed Aldo Favini, che pubblicherà i suoi primi studi sul cemento armato
intitolati rispettivamente: “Volte sottili in cemento armato” e “Lezioni
di cemento armato”, testi che saranno poi condensati all'interno della
17