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Senza parlare dei tentativi del passato, la distruzione del regime capitalista, la
socializzazione dei mezzi di produzione, e l’aumento di un nuovo ordinamento economico,
la rivoluzione insomma che i socialisti ci annunziano come prossima si compierà pure, ci
dicono, colla violenza organizzata; e, sempre secondo essi dicono, colla violenza converrà
mantenere le nuove forme sociali. [1]
Lev Tolstoj nacque a Jasnaja Poljana, in Tula nel 1828 e morì, dopo un’intera vita dedicata
alla letteratura, ad Astapovo, nel Riazan nel 1910.
Egli non ammise mai di essere anarchico, perché riservava questo nome a coloro che,
volevano trasformare la società con mezzi violenti, ma le sue idee senza esitazione possono
essere definite anarchiche. Del resto gli scritti e i romanzi dei suoi ultimi trent’anni non
lasciano dubbi sulla loro natura. Espose la sua dottrina anarchica in numerosi scritti
d’occasione e in articoli sparsi, pubblicati svariate volte ed editi in numerose lingue, fra tutti
si possono ricordare, Il regno di Dio è in voi, La mia religione e La guerra e il servizio
militare obbligatorio.
Il suo anarchismo è un aspetto esterno del Cristianesimo, l’assenza di conflitto fra questi
due aspetti è dovuta al fatto che la sua è una religione senza fede, infatti, fonda le sue
convinzioni sulla ragione e non sui dogmi o sul potere religioso terreno. Per lui Cristoè un
maestro non l’incarnazione di Dio, rende in questo modo la religione “umanizzata”, e
continua sostenendo, che il regno di Dio bisogna cercarlo non fuori di noi, ma dentro di noi
stessi.
Tolstoj, inoltre, concorda con l’Anarchismo classico circa l’illogicità e la dannosità del
potere, ma ritiene che l’unico modo per liberarsi del potere umano consiste nell’accettare la
legge divina, perché solamente questa è comune a tutti gli uomini e dunque veramente
universale e pacificatrice.
Perché soltanto la religione cristiana, come da lui intesa, produce la completa libertà ed
uguaglianza di tutti gli uomini. Perché tutti gli uomini sanno che le leggi sono false ed
ingiuste, però ubbidiscono ugualmente, quindi bisogna spingere l’uomo ad uscire da questa
incoerenza e liberarsi cercando di pervenire ad un nuovo ordine retto soltanto dalla ragione.
Il suo pensiero libertario, addirittura sotto alcuni aspetti è molto più radicale di quello
tradizionale, dal momento che il rifiuto di obbedire all’autorità investe ogni comando
umano. Di conseguenza la concezione anarchica tolstojana poggia sul rifiuto della proprietà
privata e dello Stato.
La prima viene respinta perché è oppressiva, perché chi è proprietario predomina su chi
non lo è, ed inoltre, essa si perpetua con la violenza e con la forza. Lo Stato invece, va
respinto poiché significa violenza, e la sua esistenza, che si fonda sul concetto di potere e
gerarchia, è contraddittoria nei confronti della predicazione pacifica del cristianesimo, che
nel suo vero significato distrugge lo Stato, infatti, per questo motivo che Gesù Cristo fu
crocifisso. Lo Stato ostacola la libertà dell’individuo, lo inganna, lo sfrutta e soprattutto
infierisce su di lui, avvalendosi delle prigioni, delle esecuzioni e del servizio militare
coattivo.
Simbolismo anarco-cristiano
I cristiani anarchici, oltre alla bandiera rosso-nera con croce (vedi immagine in testa
all'articolo), utilizzano diverse versioni della A cerchiata: una è quella con una croce dentro
lo spazio interno alla A stessa, di modo che combini il cristianesimo con l'idea anarchica;
un'altra invece è l'utilizzo della A (che indica sia l'anarchia che l'ALFA) posta all'interno
della lettera omega (Ω).
Quest'ultima simbologia si basa sul fatto che alfa e omega, cioè l'inizio e la fine dell'alfabeto
greco (AΩ) sono anche il simbolo di Dio.
La Chiesa cristiana delle origini utilizzò spesso il simbolo della alfa e dell'omega affianco o
incisi sugli utensili religiosi. Oggi, alcuni movimenti cristiani come i Jesus Freaks stanno
riutilizzando usando questo simbolo.