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“La Città del Sole” di Tommaso Campanella

La Città del Sole fu scritta in carcere nel 1602. Si inserisce nella tradizione
della letteratura utopistica che risale a La Repubblica di Platone, ma che
aveva avuto il suo più grande esponente nell’ Utopia di Tommaso Moro. Si
tratta, infatti, di uno scritto che presenta alcuni caratteri in comune con
entrambe le opere: da un lato, riprende il comunismo trattato anche da
Platone, dall’altro, come Moro, fa ricorso alla nzione letteraria di un
navigatore che riporta la descrizione di una remota nazione. Nella Città del
Sole, infatti, vi si immagina un dialogo tra un Ospitalario, cioè un cavaliere
dell’ordine degli Ospitalieri di San Giovanni a Gerusalemme, e un genovese
de nito “nochiero” che aveva accompagnato nel suo viaggio Cristofaro
Colombo. Il primo fa domande al secondo che aveva scoperto la Città del
Sole in un’isola orientale chiamata Taprobana.

La Città, a forma circolare, sorge su un colle ed è circondata da sette ordini


di mura, dedicati ciascuno a uno dei pianeti. Le sette mura dividono la città
in sei gironi i quali rappresentano ognuno una diversa sfera del sapere: su di
esse è ra gurata tutta la conoscenza umana. Si può accedere alla città da
quattro porte, situate in coincidenza con i quattro punti cardinali.

I cittadini, chiamati Solari, non credono alla punizione divina o all’inferno, ma


credono che esista l’anima e che sia immortale. La religione dei cittadini
assomiglia molto a quella cattolica anche per il fatto che la popolazione
crede in un dio e nella maggior parte dei dogmi del cattolicesimo.
Nonostante ciò, i solari non onorano solo Gesù, ma anche Osiride, Zeus,
Mosè e Maometto. Sono presenti anche accenni riguardanti l’astrologia.

Gli abitanti lavorano per sole quattro ore al giorno e a tal proposito,
Campanella, per spiegare che quattro ore al giorno di lavoro per tutti sono più
che suf cienti riporta la situazione della Napoli del seicento in cui, in regime
di proprietà privata, su trecentomila abitanti lavoravano solo uno su sei e
l'ozio e la povertà devastavano tutti gli uomini. Il tempo restante viene
impiegato in attività ricreative che devono sempre avere un ne riconducibile
al sapere. La stessa educazione dei bambini si basa sull'”imparare giocando”.
I maestri portano i bambini ad ammirare le mura della città poiché colme di
tutto il sapere che un cittadino deve possedere e valutano in quale attività i
bambini siano più interessati e portati. Attraverso le immagini raf gurate nelle
mura e i libri che vi sono scolpiti, i bambini acquisiscono ben presto un
sapere enciclopedico. La scuola non si svolge al chiuso perché ai ragazzi non
deve essere imposta l'istruzione.

La città è organizzata in modo totalmente razionale. Essa viene controllata da


un gruppo di persone chiamati "of ziali" che vigilano continuamente in modo
che nessuno possa compiere azioni non giuste nei confronti di altri cittadini.
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Esiste un'of ziale per ogni virtù: Liberalità, Magnanimità, Castità, Fortezza,
Giustizia criminale e civile, Operosità, Verità e così via. Gli of ziali sono eletti
da piccoli in base alla virtù alla quale più sono inclini. Le leggi sono incise su
tavole di rame e impongono una condotta di vita molto rigorosa. Non esistono
le carceri che però sono sostituite da un torrione dove vengono con nati i
cittadini che non seguono le leggi nella loro interezza come invece fa il resto
della comunità.

Sull'isola non vi è la proprietà privata, infatti i cittadini sono tenuti a


condividere la stessa mensa ed a indossare i medesimi vestiti. Inoltre la
stessa educazione viene sottoposta ad ogni cittadino ed ognuno di loro ha
pari opportunità: i beni privati sono inesistenti perché indurrebbero alla
violenza e anche all'egoismo.

I "solari" seguono minuziosamente delle regole dietetiche e i loro pasti sono


composti da carne, frutta e minestre a seconda del loro lavoro. Gli of ziali
posseggono il cibo più pregiato, ma non raramente decidono di dare il loro
cibo a chi, durante la giornata, si è saputo distinguere in gare di armi o di
scienze. Durante il giorno i cittadini possono indossare solo indumenti di
colore bianco e di notte solo di colore rosso, mentre il nero è vietato, perché
era sinonimo di ombra.

Il potere spirituale e temporale è detenuto da un Principe Sacerdote, anche


chiamato Sole (o Meta sico) che regge la città. Vi sono alcuni punti
fondamentali che il governatore è tenuto ad avere come l'erudizione, la
conoscenza teorica e pratica, la creatività e la saggezza. Un altro requisito
riguarda l'età: il governatore deve avere più di 35 anni in modo che la sua
esperienza sia suf ciente per poter condurre lo Stato. Il Principe Sacerdote è
assistito da altri tre Principi: Sin, cioè la sapienza che si occupa delle scienze,
Pon che si occupa della pace e della guerra, in ne Mor, ovvero Amore che si
prende cura della procreazione, dell'educazione degli abitanti e del lavoro.
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