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LA PRODUZIONE E L’IMPRESA

Fino ad ora scelta del consumatore con beni dati

in realtà prodotti

Produzione: impiego di beni e servizi secondo


determinate leggi tecniche per ottenere altri
beni o servizi (input; output)

Impresa: entità sociale che svolge 3 tipi di attività:


1. acquista servizi produttivi (K,L)
2. li organizza al fine di ottenere un output
3. vende questo output

VINCOLI TECNOLOGICI all’impresa


(oltre a vincoli finanziari, commerciali, etc.)

TECNOLOGIA: modi disponibili per ottenere una certa


quantità di prodotto

descritta dalla FUNZIONE DI PRODUZIONE:


Y= f(L); Y=f(K,L)
quantità massima di output ottenibile con L (e K)

116
Es. Un solo fattore produttivo (L)

Y
Y=f(L)
Funzione di produzione
4
B
3
2 A
2 4 L

Con 2 unità di L posso ottenere al più 3 unità di output

Di solito formule matematiche ben precise:


Ex.
Y K .L

K L
per produrre Y=10 1 100
10 10
25 4
4 25

117
INFORMAZIONI UTILI SULLA TECNOLOGIA:

1. POSSIBILITA’ DI SOSTITUZIONE TRA GLI


INPUTS
Diverse funzioni rappresentano diverse possibilità di
sostituzione
Ex.
Y K .L
K L
per produrre Y=10 1 100
10 10
25 4
4 25

118
2. EFFETTO DELL’AUMENTO DI UN IMPUT
SULL’OUTPUT (A PARITA’ DELL’ALTRO INPUT)
Ex.
Y K .L
K=25 L=4 Y=10
K’=26 L=4 Y’=10,2
K’’=27 L=4 Y’’=10,39

Y produttività marginale del


con L capitale DECRESCENTE
K

Y produttività marginale del lavoro


con K
L DECRESCENTE

10,39
10,2
10
L=4

25 26 27 K

119
3. EFFETTO DELL’AUMENTO DI ENTRAMBI GLI
INPUT (RENDIMENTI DI SCALA)

Y=f(K,L)

Y’=f(2K,2L)

Y’=2Y rendimenti di scala costanti


Y’<2Y rendimenti di scala decrescenti
Y’>2Y rendimenti di scala crescenti

Ex.
Y K .L Rendimenti di scala?

Y=f(25,4)= 25.4 100 10


Y’=f(50,8)= 50.8 400 20

Y’=2Y rendimenti di scala costanti

In effetti (dimostrazione):
Y K .L
Y' (2 K ).(2 L) 4.K .L 2. K .L 2.Y

120
Definizione più generale:
Y=f(K,L)
Y’=f( K, L) con >1 ex. =2
Y’= Y rendimenti di scala costanti
Y’< Y rendimenti di scala decrescenti
Y’> Y rendimenti di scala crescenti
EX.
Y=A.K .L Funzione di produzione Cobb Douglas
SE:
+ <1 rendimenti di scala decrescenti
+ =1 rendimenti di scala costanti
+ >1 rendimenti di scala crescenti
DIMOSTRAZIONE:
Y=f(K,L)= A.K .L
Y’=f( K, L)= A. ( K) .( L) con >1
= A. .K . .L =
= A. + .K .L =
= + .A.K .L =
= + .Y

+
+ <1 < Y’< Y rendimenti di scala
decrescenti
+
+ =1 = Y’= Y rendimenti di scala
costanti
+
+ >1 > Y’> Y rendimenti di scala
crescenti

121
FUNZIONE DI PRODUZIONE
Y=f(L,K)
PROBLEMA: RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

3 variabili?

ISOQUANTO:
Tutte le combinazioni (K,L) con cui posso ottenere una
certa quantità di output

tutte le combinazioni (K,L) tali che Y Y

Nel nostro esempio:


Y K .L
tracciamo l’isoquanto relativo ad una produzione Y=10 e
Y=20
K
25 C come le curve di
indifferenza decrescenti
e convessi

10 B
Y 20
4 Y 10
A

4 10 25 L

122
PROPRIETA’ ISOQUANTI

DECRESCENTI:
se L e voglio mantenere Y Y allora K deve

CONVESSI:
La riduzione di un fattore deve essere compensata con
incrementi via via crescenti dell’altro input (se le
produttività marginali sono decrescenti)

ISOQUANTI IN ALTO A DESTRA


CORRISPONDONO A QUANTITA’MAGGIORI

GLI ISOQUANTI NON SI INTERSECANO

ISOQUANTI CURVE DI INDIFFERENZA

RELAZIONI TECNICHE E NON PSICOLOGICHE

QUANTITA’ OGGETTIVE (CARDINALI) E NON


SOGGETTIVE (ORDINALI)

123
INCLINAZIONE ISOQUANTO
K
KA A

KB B

Y Y

L
LA LB
Significato economico:
l’inclinazione di un isoquanto misura di quanto può
essere ridotto l’impiego dell’input K quando si accresce
di una unità l’impiego dell’input L in modo da
mantenere costante il livello dell’output.
K
0
L
A che cosa è pari?
Y f (LA , K A )
Y f ( LB , K B )
K Y=PmaK. K
L Y=PmaL. L

Y=PmaK. K+ PmaL. L=0

K Pma L
L Pma K

124
INCLINAZIONE ISOQUANTI
K Pma L
0
L Pma K
K
SMST Saggio Marginale di Sostituzione Tecnica
L

Ex.
SMST=-0,2 in un punto.
Significa che, partendo da quel punto, si può mantenere la
stessa quantità prodotta accrescendo di una unità L e
riducendo di 0,2 il capitale k.

Ex.
Supponiamo che l’impresa utilizzi K e L per produrre una
data quantità di output e che PmaL=2 e PmaK=1
Calcolare il SMST?
Il calcolo è piuttosto semplice:
K PmaL 2
SMST 2
L PmaK 1
Volendo mantenere costante il livello dell’output, a
fronte di un incremento unitario dell’impiego dell’input L
l’impiego dell’input K deve essere ridotto di due unità.
Diamone una giustificazione intuitiva:
Se si accresce di una unità l’impiego dell’input L, avendo
questo una produttività pari a 2, il prodotto totale aumenta
di 2 . Volendo mantenere l’output costante il capitale che ha
una produttività pari a 1, deve essere ridotto di due unità.

125
LA SCELTA DELLA TECNICA

Voglio produrre, poniamo, 10 unità. Come mi conviene


produrle?

Y Y 10

→ scelgo la combinazione che costa meno


(max. profitti → minimizzazione costi).

126
COSTO DI UNA ALTERNATIVA
Quanto costa acquistare (K,L)?
Costa CT=pK.K+w.L
dove:
pK.K= spesa per l’acquisto di K
pL.L= spesa per l’acquisto di L

Ex. Quanto costa acquistare (K,L)=(4,10)?


con: pK = 6 e w= 3
CT=pK.K+w.L= (6.4)+ (3.10)= 24+30= 54

Se p K pK e w w allora posso identificare tutte le


combinazioni di K e di L che costano esattamente CT :

CT pK K w.L

(nel nostro esempio 54=6.K+ 3.L)


CT w
K .L → RETTA DELL’ISOCOSTO
pK pK
K
CT CT CT
e intercette
pK pK w
w
inclinazione
pK
CT
w L

127
RETTA DI ISOCOSTO

K
CT CT
CT e intercette
pK w
pK
w
inclinazione
pK

L
CT
w

nel nostro esempio: (CT=54; pK=6 e w=3)

54/6

L
54/3

128
Se w varia (ad esempio aumenta w’>w) cosa succede
alla retta di isocosto? ( p K , CT )
K
CT l’inclinazione in valore
pK
w
assoluto aumenta pK

CT CT L
w' w

Se pK varia (ad esempio aumenta pK’>pK) cosa succede


alla retta di isocosto? ( w , CT )
K
CT
pK
w
CT
pK
pK '

L
CT
w

129
Dati p K e w come si modifica la retta di isocosto
relativa a tutte le combinazioni (K,L) che costano CT '
con CT ' CT ?

CT CT’
L

130
LA SCELTA DELLA TECNICA

Voglio produrre, poniamo, 10 unità. Come mi conviene


produrle?
→ scelgo la combinazione che costa meno

dati pK e w
K A

KE E

B
Y Y 10

LE L

A e B non sono punti di ottimo: con A e con B produco


Y=10 ma posso farlo a costi minori

Punto di ottimo =E:


Giace sull’isoquanto Y Y 10
w Pma L
Punto di tangenza p Pma K
K

Costo minimo di produzione di 10 unità (con p K e w ):


= p K .K E w.L E

131
Nel punto di ottimo E:
dati pK e w
K A

KE E

B
Y Y 10

LE L
w Pma L PmaL PmaK
pK Pma K ovvero w pK

Spendendo 1 euro nell’acquisto


del fattore L o nell’acquisto del
fattore K si ha lo stesso
incremento di produzione
1 euro:
Pma L
1
Se acquisto L: L= Y=PmaL. L=
w w
Pma K
1
Se acquisto K: K= p Y=PmaK. K= p
K K

Pma L Pma K
w = pK

Altrimenti non sarebbe la combinazione migliore.


132
In effetti:

K A

KE E

B
Y Y 10

LE L

Pma L w PmaL Pma K


Punto A Pma K pK ovvero w > p
K

Mi conviene acquistare più L e meno K

Pma L w Pma L Pma K


Punto B Pma K pK ovvero w < p
K

Mi conviene acquistare più K e meno L

133
FUNZIONE CT=CT(Y)
K

dati pk e w
KE’ E’

Y Y 15
KE E
Y Y 10

LE LE’ L
E=(LE,KE) = combinazione migliore per produrre 10 unità
E’=(LE’,KE’) = combinazione migliore per produrre 15 unità
COSTO MINIMO DI PRODUZIONE DI 10 UNITA’
CT10=pK.KE+w.LE
COSTO MINIMO DI PRODUZIONE DI 15 UNITA’
CT15=pK.KE’+w.LE’
Abbiamo così trovato due punti della relazione che lega
il costo alla quantità prodotta (FUNZIONE DEL COSTO
TOTALE).Ripetendo questa operazione per ogni altro
livello della quantità prodotta si trovano tutti gli altri punti e
si ottiene così tutta la funzione del costo totale.

134
FUNZIONE DI COSTO TOTALE CT=CT(Y)

pK e w dati
SEMPRE CRESCENTE
3 possibili andamenti ( tecnica)

CT

a b
c

135
In particolare:
CT
R.S. COSTANTI

2CT0
CT0
Y
Y0 2Y0

CT

<2CT0
CT0 R.S. CRESCENTI

Y
Y0 2Y0

CT

>2CT0
R.S. DECRESCENTI

CT0
Y
Y0 2Y0

136
CASO TIPICO:

CT

Fino a Y*: R.S.crescenti


dopo R.S. decrescenti

Y
Y*

137
COSTO MARGINALE
CT
Cma
Y
CT

CT

Y
Y

Graficamente: è l’inclinazione della curva del costo totale.


Concettualmente: mi dice di quanto aumentano i CT se
voglio aumentare di una unità la produzione
COSTO MEDIO
CT
Cme
Y
CT

CTA A

) Y
YA

Graficamente: è l’inclinazione del segmento che unisce


l’origine degli assi con il punto sulla curva.
Concettualmente: mi dice quanto costa mediamente
produrre 1 unità di output.
138
Costo marginale e costo medio possono essere
ricavati dalla funzione del costo totale:
Vediamo come…
RENDIMENTI DI SCALA COSTANTI:
CT Cma
Cme

Cma=Cme
A’
A
Y Y

RENDIMENTI DI SCALA CRESCENTI:


CT Cma
Cme Economie di
scala
A’
A Cme
Cma

Y Y

RENDIMENTI DI SCALA DECRESCENTI:


CT Cma
Cme Cma
Diseconomie
Cme
di scala
A’

A
Y Y

139
CASO TIPICO:
CT

Y
Y* Y’
Cma
Cme

Cma
Cme

Y* Y’ Y

Economie di scala fino a Y’; poi diseconomie di scala

N.B.
Se in un tratto Cma>Cme allora Cme è crescente
Se in un tratto Cma<Cme allora Cme è decrescente

140
COSTI DI BREVE E DI LUNGO PERIODO
Fino ad ora abbiamo esaminato COSTI (totali, medi,
marginali) DI LUNGO PERIODO.
Chiamiamoli CTLP; CmaLP; CmeLP.
Esaminiamo ora i COSTI ((totali, medi, marginali) DI
BREVE PERIODO.
Chiamiamoli CTBP; CmaBP; CmeBP.

CHE COSA DIFFERENZIA IL BREVE PERIODO


DAL LUNGO PERIODO?
Nel breve periodo qualche fattore produttivo, tipicamente
il capitale è fisso ossia non può variare.
[Se, ad esempio, il 1.1.2008 stipulo un contratto di affitto
per un anno per un capitale pari a K allora per tutto il 2008
la mia dotazione di capitale sarà pari a K].

141
Come si modifica l’analisi?
K

K A B C
20
15
10
LA LB LC L
Posso variare la mia dotazione di L ma non la mia
dotazione di K.
devo scegliere dei punti lungo la retta rossa.
se voglio produrre 10, avendo K K , domando LA
se voglio produrre 15, avendo K K , domando LB
se voglio produrre 20, avendo K K , domando LC e così via.
Quindi:
il costo totale di breve periodo per una produzione
Y=10 sarà: CTBP(10) = pK. K +w.LA
per una produzione Y=15 sarà: CTBP(15) = pK. K +w.LB
per una produzione Y=20 sarà: CTBP(20) = pK. K +w.LC
quindi, in generale, per produrre una quantità Y il mio costo
totale di breve periodo sarà:
CTBP = CTBP (Y) = pK. K +w.L (Y)

FUNZIONE DI COSTO TOTALE DI BREVE


PERIODO

142
Esaminiamo più in dettaglio
CTBP = pK. K +w.L (Y)

COSTO VARIABILE=CV
COSTO FISSO=CF
Ex.1.000.000 euro
Qualunque cosa produca, anche Y=0
devo pagare l’affitto del macchinario

Rappresentiamo graficamente questa funzione:


CTBP
c
a
3 possibili andamenti:
b dipende dalla tecnica quale sia
Pk. K =CF
quello rilevante.
In particolare dipende dai
rendimenti del fattore L.

143
Rendimenti del fattore lavoro costanti:

A parità di K (con K K ) se L di una certa percentuale


allora Y nella stessa percentuale
per raddoppiare Y devo raddoppiare L e quindi
raddoppiare i costi variabili totali.
CTBP

A’
CV
A
CV
CF
Y
Y0 2Y0

Rendimenti del fattore lavoro crescenti:

A parità di K (con K K ) se L di una certa percentuale


allora Y in una percentuale maggiore.
per raddoppiare Y devo meno che raddoppiare L e
quindi meno che raddoppiare i costi variabili totali.
CTBP

A’
<CV
A
CV

CF

Y 2Y Y

144
Rendimenti del fattore lavoro decrescenti:

A parità di K (con K K ) se L di una certa percentuale


allora Y in una percentuale minore.
per raddoppiare Y devo più che raddoppiare L e
quindi più che raddoppiare i costi variabili totali.
CTBP

A’
>CV
A
CV
CF

Y 2Y Y

Rendimenti del fattore lavoro misti, prima crescenti e


poi decrescenti:
CTBP

Fino a Y*: R.S.crescenti


dopo R.S. decrescenti

CF

Y
N.B.
Parliamo di rendimenti del fattore lavoro e non di
rendimenti di scala.
145
CmaBP, CmeBP hanno lo stesso significato già esaminato
ma si riferiscono alla situazione di breve periodo (e quindi
vengono derivati dalla curva di CTBP):
CTBP CTBP
Cma BP ; CmeBP ;
Y Y

EX.
CTBP

CF
Y

CV

)
Y

CV
CVme BP ;
Y

146
DALLA CURVA DEI CTBP ALLE CURVE DEI CmeBP;
CmaBP; CVmeBP

Rendimenti del fattore costanti:

CmaBP
CTBP CmeBP
CVmeBP
A’’

A’ CmeBP
A
CmaBP=CVmeBP

Y Y

Rendimenti del fattore crescenti:

CTBP CmaBP
CmeBP
CVmeBP
A’ A’’
A
CmeBP
CVmeBP
CmaBP
Y Y

147
Rendimenti del fattore decrescenti:
CmaBP
CTBP CmeBP CmaBP
CVmeBP
CmeBP

A
CVmeBP

Y Y
YA YA

148
Rendimenti del fattore misti: prima crescenti poi
decrescenti
CASO TIPICO:
CTBP

Y
Y* Y’ Y’’

CmaBP
CmeBP CmeBP CmaBP
CvmeBP
CVmeBP

Y* Y’ Y’’ Y

149
ANCORA SUI COSTI DI BREVE E DI LUNGO
PERIODO
K Y’ Y’’
Y

E’’
K B E’ B’’
E

PUNTO E’: raggiungibile sia nel breve che nel lungo


periodo
per produrre Y’ sono ottimamente dimensionata nel
breve periodo
CTBP(Y’)=CTLP(Y’)
Per qualsiasi altro livello di produzione
CTBP(Y)>CTLP(Y)
I punti B e B’’ giacciono su curve di isocosto più elevate,
rispettivamente, di E e di E’’.
CT

CTBP
CTLP

Y
Y’
150
N.B.
Se nel breve periodo avessi una dotazione di capitale
maggiore ( K K )
1

Allora la curva CT’BP avrebbe una intercetta verticale più


elevata e sarebbe tangente alla curva dei CTLP in
corrispondenza di un livello di produzione più elevato diY’.
CTBP
CTLP

CTBP

CTBP CTLP

Y
Y’

151
LE DECISIONI DELL’IMPRESA RIGUARDO ALLA
QUANTITA’ DA PRODURRE

Dipendono da:
Struttura del mercato nella quale l’impresa opera.
Varie forme di mercato che si differenziano per:
- le dimensioni delle imprese che operano nel mercato;
- il numero delle imprese;
- il tipo di prodotto (omogeneo o differenziato);
- la possibilità di entrare nel mercato

L’obiettivo che si vuole raggiungere


Noi ipotizzeremo sempre che si vogliano massimizzare
i profitti

152
CONCORRENZA PERFETTA

Numero imprese: infinite


Dimensioni imprese: ininfluenti, piccole
Esistenza di barriere all’entrata: NO
Tipo di prodotto: omogeneo
Libero accesso alle informazioni e alla tecnologia

Le imprese non possono influire sul prezzo attraverso le


loro decisioni; per ciascuna di esse il prezzo è un dato
(PRICE-TAKER) anche se, naturalmente, il prezzo è
influenzato dalle decisioni delle imprese considerate nel
loro complesso.
questa incapacità di influenzare il prezzo è una
caratteristica esclusiva della concorrenza perfetta
p
CONCORRENZA
PERFETTA:
CURVA DI DOMANDA PER
LA SINGOLA IMPRESA
D Posso vendere qualsiasi quantità
a quel prezzo (Ex. grano)

Q
Generale contrapposizione con situazioni di
concorrenza imperfetta:
p

CONCORRENZA IMPERFETTA
q=q(p) o p=q-1(q)
Ex.automobili

D
q

153
ANALISI DI BREVE PERIODO
(quantità ottima di produzione nel breve periodo)

Dato p l’impresa maxq.π=RT-CTBP


In termini grafici:
CTBP
RT RT (inclinazione=p)
CTBP

q
q0 q*

voglio scegliere q in modo da max. la distanza tra RT e


CTBP (con i RT> CTBP)
In corrispondenza di q*:
i RT sono al di sopra dei CT
i RT ei CTBP hanno la stessa inclinazione p=CmaBP
per qualsiasi q<q* i RT aumentano più rapidamente
dei costi → p>CmaBP
per qualsiasi q>q* i RT aumentano più lentamente dei
costi → p<CmaBP
(in corrispondenza di q0 ho la max. perdita: RT e CTBP
hanno la stessa inclinazione ma i CTBP sono più alti)

154
Concentrandosi sulle inclinazioni delle 2 curve appena
analizzate (ovvero sul Cma e sul p):
p
CmaBP

qo q* q

max.perdita
p=CmaBP
+
CmaBP interseca p
dall’alto verso il basso

max.profitto
p=CmaBP
+
CmaBP interseca pdal basso verso l’alto
(stiamo producendo in un tratto in cui i rendimenti del
fattore lavoro sono decrescenti)
In effetti:
dato p max q π RT CT
dπ dRT dCT dRT d p.q
C.P.O. 0 Rma Cma essendo Rma p si ha p Cma
dq dq dq dq dq
d 2π d(p Cma) dCma dCma
C.S.O. 0 ovvero 0 Cma crescenti
dq 2 dq dq dq

155
p CmaBP

CmeBP

p p=CmaBP

q
q*

In corrispondenza di p la quantità ottimale di produzione è


q*. L’impresa sta massimizzando i profitti.
Se p>CmaBP mi converrebbe produrre di più
Se p<CmaBP mi converrebbe produrre di meno

I π sono positivi o negativi? A quanto sono pari?

π=RT-CTBP CT
π =p.q-CmeBP q essendo Cme
q
π = (p-CmeBP).q
π>0 se p-CmeBP>0
ovvero p>CmeBP

quindi in questo caso π>0 e pari a (p-CmeBP).q


graficamente si tratta del rettangolo tratteggiato

156
Altro caso:
p
CmaBP
CmeBP

q* q

In questo caso la scelta ottimale comporta π<0.


L’impresa potrebbe decidere di non produrre (q=0).
Nel breve periodo l’impresa può trovare conveniente
produrre anche conseguendo π<0.
Se non produce → perdite=-CF (ex.-70)
Se produce → perdite=RT-CF-CV (ex.-50)

Mi conviene continuare a produrre quando:

RT-CF-CV > -CF (nel nostro esempio –50>-70)


RT-CV>0
RT>CV → mi conviene continuare a produrre quando
con i ricavi totali riesco almeno a coprire i costi
variabili
P>CV/q
P>Cvme

157
Riepilogando:

p CmeBP
CmaBP CVme

L’impresa produce
p la quantità q*
conseguendo un
profitto positivo

q* q

p CmaBP CmeBP

CVme L’impresa produce


la quantità q*
anche se in perdita
p

q* q

p CmaBP CmeBP

CVme

L’impresa non produce

158
Quindi:
p
CmaBP CmeBP

p0 CVme

p’

p’’
p*
p L’impresa produce solo per p ≥ p*

q*q’’q’q0 q

Se p=p0 → q0 (π>0)
Se p=p’ → q’ (π=0)
Se p=p’’ → q’’ (π<0 ma inferiore ai costi fissi)
Se p=p* → q* (π<0 e pari ai costi fissi: indifferente tra
produrre e non produrre)
Se p=p → non produce
→ l’impresa produce solo per p ≥ p*
→ l’impresa produce solo per p ≥ min Cvme.

Quindi nel breve periodo l’impresa produce la quantità


in corrispondenza della quale p=CmaBP con Cma
crescenti posto che p ≥ Cvme.

159
CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO
DELLA IMPRESA q=q(p)

p CVme
CmaBP

p0

p’

p’’
p*
p

q*q’’q’q0 q

Se p=p0 → q0
Se p=p’ → q’
Se p=’’ → q’’
Se p=p* → q*
Se p=p → non produce

→ Per qualsiasi p ≥ min Cvme (=p*), la quantità che


massimizza i profitti può essere individuata esaminando la
curva dei CmaBP
→ la curva dei CmaBP lega la decisione produttiva
dell’impresa al prezzo.
→ la curva di offerta di breve periodo dell’impresa
concorrenziale è la sua
CURVA DI COSTO MARGINALE NEL TRATTO AL
DI SOPRA DEI CVme.

160
LA SCELTA DELLA QUANTITA’ DA PRODURRE
NEL LUNGO PERIODO

p=CmaLP con CmaLP crescenti


p CmeLP ossia 0

Graficamente:
p

CmaLP CmeLP

p0

p’
p’’

q’ q0 q

Se p=p0 → q0
Se p=p’ → q’
Se p=p’’ → non produce (avrei <0)

161
CURVA DI OFFERTA DI LUNGO PERIODO
DELL’IMPRESA

coincide con il tratto della curva dei CmaLP al di sopra


del min CmeLP (al di sotto offro q=0)

p CmaLP

CmeLP

p*

162
CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO
DELL’INDUSTRIA

SOMMATORIA DELLE CURVE DI OFFERTA DI


BREVE PERIODO DI TUTTE LE IMPRESE
NELL’INDUSTRIA

Ex. 2 imprese (in realtà infinite)


p p p

4 4 4

2 2

3 5 q 2 q 3 5 7 Q
impresa 1 impresa 2 INDUSTRIA

In generale con molte imprese:


p

Offerta dell’industria
(n imprese)

163
EQUILIBRIO NELL’INDUSTRIA NEL BREVE
PERIODO
(Ovvero determinazione del prezzo nel breve periodo)
A LIVELLO DI SETTORE
p SBP (=∑CmaBP)

p*
EBP

min CVme
D (=∑d)
Q
Q*

HP: Imprese tutte uguali fra di loro

A LIVELLO DI IMPRESA:
p CmaBP
Con 0 o anche <0
ma inferiori (in valore
assoluto) ai costi fissi
p*

q* q

tale che q*+q*+q*+….+q* =Q*


n addendi
164
EQUILIBRIO DELL’INDUSTRIA NEL LUNGO
PERIODO

Lungo Periodo il numero delle imprese è variabile.


Si deve avere =0
Il numero delle imprese n si adegua in modo da avere =0:
se avessimo >0 altre imprese entrerebbero nel settore
se avessimo <0 alcune imprese uscirebbero dal settore
Quindi nel lungo periodo: p=p*=min CmeLP

LA CURVA DI OFFERTA DI LUNGO PERIODO


DEL SETTORE E’ ORIZZONTALE
(Non può essere la sommatoria delle curve di SLP delle
imprese perché il loro numero (n) non è un dato nel
lungo periodo.)

Hp. IMPRESE TUTTE UGUALI (curve di costo uguali


per tutte le imprese)
p

SLP INDUSTRIA
(n variabile)

min CmeLP

165
EQUILIBRIO DELL’INDUSTRIA NEL LUNGO
PERIODO:
p

p* S

D
Q
Q*

Il numero delle imprese è tale che n.q*=Q*


Riepilogando:
nel B.P. possiamo avere 0 o 0 (ma non <-CF)
nel L.P. il numero delle imprese varia fino a che 0
( se BP 0 → entrata di nuove imprese → S↑ → p↓
( se BP 0 → uscita di alcune imprese → S↓ → p↑)
N.B.
Se non cambia la struttura dei costi delle imprese allora non
cambia la curva di SLP dell’industria. Non cambia quindi il
prezzo di equilibrio di lungo periodo (la quantità cambia se
varia la domanda).

166
PASSAGGIO DAL BREVE AL LUNGO PERIODO
3 casi possibili
I CASO:
p
SBP(n)
EBP ELP E
E
Il numero delle
p*=min CmeLP SLP imprese non
varia.
D
Q

II CASO:
. SBP(n)
p
SBP(n’) Nel breve periodo le n
imprese presenti sul
EBP
mercato conseguono
ELP profitti positivi. Nel
p* SLP lungo periodo entrano
nuove imprese S
p fino a p* (ELP).
D
Q

III CASO:
p
SBP(n’) SBP
Nel breve periodo le n
(n)
imprese presenti sul
mercato conseguono
profitti negativi. Nel
ELP
lungo periodo alcune
p* SLP
imprese escono S
EBP p fino a p* (ELP).
D
Q

167
Consumatori, produttori ed EFFICIENZA DEI
MERCATI

L’equilibrio tra D ed S su un mercato massimizza il


benessere totale di venditori e compratori (economia del
benessere)

I mercati sono, di solito, uno strumento efficace per


organizzare l’attività economia

Iniziamo dall’analisi del beneficio che il consumatore può


trarre dal partecipare al mercato (rendita dei consumatori)
e dall’analisi del beneficio che il venditore può trarre dal
partecipare al mercato (rendita dei produttori) e poi
mettiamo queste due cose insieme.

168
LA RENDITA DEL CONSUMATORE
(O SURPLUS DEL CONSUMATORE)

E’ la differenza fra l’ammontare massimo che un


consumatore sarebbe disposto a pagare per consumare
un dato bene e l’ammontare che egli effettivamente
paga
Ex.:Data la seguente domanda di scarpe per un consumatore:

Per il primo paio di scarpe è


9
8
disposto a pagare 9 euro, per il
7 secondo paio di scarpe è disposto a
6 pagare 8 euro ecc.
5
4
A Il prezzo di mercato è p=1,5
3
2
1 P=1,5
B
1 2 3 4 5 6 7 8 9
1. Quante paia di scarpe compererà il consumatore?
2. Quanto sarebbe disposto a pagare?
3. Quanto paga?
4. Qual’ è il surplus del consumatore?
1. 8 paia (infatti per ogni paio di scarpe fino a 8 è
disposto a pagare più di 1,5 euro -e quindi li compera-.
Per il nono paio di scarpe è disposto a pagare solo 1 euro e
quindi non lo compera).
2. 9+8+7+6+5+4+3+2=44 euro (area A+B)
3. 1,5x8=12 euro (area B)
4. 44-12=32 euro (area A)
169
quindi nel caso più generale:
p

D individuale

SURPLUS
DEL
CONSUM.

p di mercato
SPESA
q* q

Surplus del consumatore


Area compresa tra la curva di domanda e la retta del prezzo.

Tale surplus o rendita scaturisce dal fatto che “riceviamo


più di ciò che paghiamo”; tale premio è radicato nella legge
dell’utilità marginale decrescente.

È facile capire come si origina questo surplus del


consumatore. Paghiamo lo stesso prezzo per ogni paio di
scarpe. Paghiamo per ogni unità di un bene ciò che vale
l’ultima unità.

170
A LIVELLO AGGREGATO:
p

D AGGREGATA

SURPLUS
DEI
CONSUM.

p di mercato

q* q

L’area compresa tra la curva di domanda aggregata ed il


livello del prezzo è la misura della RENDITA DEI
CONSUMATORI (la curva di domanda rappresenta la
disponibilità a pagare).

171
Un prezzo più basso fa aumentare la rendita del
consumatore:

A
p'
= rendita del
consumatore al
prezzo p1

q' q

p = rendita del consumatore al prezzo p’’


=A+B+C
dove:
A= rendita del consumatore iniziale
A B= rendita addizionale per il consumatore
p' iniziale
C= rendita del nuovo consumatore

B C
p'' p di mercato

q' q'' q

172
LA RENDITA DEL PRODUTTORE

È il beneficio che il produttore trae dalla partecipazione al


mercato.

E’ la differenza tra il prezzo pagato al venditore ed il


costo da lui sostenuto (prezzo più basso che è disposto
ad accettare).
Ex.:Data la seguente offerta di scarpe per un produttore:
p
Per il primo paio di scarpe è
disposto ad accettare 1 euro, per il
secondo paio di scarpe è disposto
ad accettare 2 euro, per il terzo 3
euro, ecc.

4 Il prezzo di mercato è p=2,5


3
P=2,5
2 A
1
B
1 2 3 4 q
1. Quante paia di scarpe venderà il produttore?
2. A quanto sarebbe disposto a venderle?
3. Quanto ricava?
4. Qual’ è il suo surplus o rendita?
1. 2 paia
2. 1+2=3 euro (area B)
3. 2,5x2= 5 euro (area A+B)
4. 5-3= 2 euro (area A)

173
Quindi:
p

= Surplus o rendita
4
del consumatore

3
P=2,5
2

1 2 3 4 q

Nel caso più generale:


p

S individuale

p di mercato
R.P.

q* q

Rendita del produttore (R.P.)


Area compresa tra la curva di offerta individuale e la retta
del prezzo.
La curva di offerta rappresenta i costi di produzione.
174
A LIVELLO AGGREGATO:
p

S aggregata

p di mercato
R.P.

q* q

L’area compresa tra la curva di offerta aggregata ed il


livello del prezzo è la misura della RENDITA DEI
PRODUTTORI (la curva di offerta rappresenta i costi di
produzione).

175
Un prezzo più elevato fa aumentare la rendita del
produttore:
p

= rendita del
S produttore al
prezzo p1

p1
A

q1 q

p
= rendita del produttore al prezzo p2
=A+B+C
dove:
A= rendita iniziale
B= rendita addizionale per il produttore
iniziale
C= rendita del nuovo produttore
S
p2
C
B
p1
A

q1 q2 q

176
Dal punto di vista del benessere di tutti i membri della
società, l’allocazione delle risorse che si determina su un
libero mercato è quella ottimale?

Per misurare il benessere complessivo della società:

rendita dei consumatori + rendita dei produttori=


RENDITA TOTALE

=(valore per il consumatore – prezzo pagato dal consumat.)


+ (prezzo ricevuto dal produttore – costo per il venditore)=

=valore per il consumatore – costo per il venditore.

Se una data allocazione delle risorse massimizza la rendita


totale, essa è EFFICIENTE.
(Se una allocazione non è efficiente, alcuni dei benefici
dello scambio tra compratori e venditori non si realizzano.
Per esempio, una allocazione è inefficiente se un bene non
viene prodotto al minor costo possibile; in questo caso
spostare la produzione da un produttore ad alto costo a uno
a basso costo farebbe diminuire il costo totale per i
venditori e quindi aumentare la rendita totale
Analogamente una allocazione è inefficiente se il bene non
viene consumato dal compratore che gli attribuisce il
massimo valore; in questo caso, trasferendo il consumo del
bene dai compratori a bassa valutazione ai compratori a
valutazione massima, aumenterebbe la rendita totale).

N.B. Efficienza equità


177
Valutare l’equilibrio del mercato:
p

A
F

A Offerta A= rendita dei consumatori


E B= rendita dei produttori
pE
B

Domanda
C

qE B q

Questa allocazione è efficiente?


Massimizza la rendita totale?

Quando il mercato si trova in equilibrio, il prezzo


stabilisce quali consumatori e quali produttori sono sul
mercato e quali no.

I compratori che attribuiscono al bene un valore


superiore al prezzo (rappresentati nel grafico dal segmento
AE sulla curva di domanda) decidono di acquistare il bene,
mentre quelli che gli attribuiscono un valore inferiore
(segmento EB) decidono di non farlo; analogamente i
produttori i cui costi sono inferiori al prezzo (segmento CE)
decidono di vendere il bene mentre quelli che hanno costi
superiori (segmento EF) decidono di non farlo.

178
p

E
pE

D
qE q

Un libero mercato alloca l’offerta di un bene a favore di


quei compratori che gli attribuiscono un valore più elevato.

Un libero mercato alloca la domanda di un bene tra i


venditori che possono produrlo al costo più contenuto.

Data la quantità prodotta e venduta in condizioni di


equilibrio di mercato, non è possibile incrementare il
benessere che ne risulta modificando l’allocazione del
consumo tra i compratori o quella della produzione tra i
venditori.

179
È possibile aumentare il benessere economico totale
aumentando o diminuendo la quantità del bene? NO!

E
pE

D
qA qE qB q

per quantità < qE (ex. qA) il valore per il compratore


eccede il costo per il venditore un aumento della quantità
farebbe aumentare la rendita totale (fino a qE).

Al di là di qE (ex. qB) il valore per il compratore è


inferiore al costo per il venditore una riduzione della
quantità farebbe aumentare la rendita totale (fino a qE).

UN LIBERO MERCATO produce esattamente la


quantità di bene che massimizza la somma della rendita dei
consumatori e di quella dei produttori, E’ EFFICIENTE!

180
Un libero mercato è efficiente.
Risultato condizionato da ipotesi:

1. mercati perfettamente concorrenziali (non esiste


potere di mercato);

2. assenza di esternalità ( i risultati del mercato


riguardano solamente i compratori e i venditori che
vi partecipano)

3. informazioni perfette (i consumatori conoscono


tutto circa la qualità e la natura del prodotto per cui
sono in grado di prendere decisioni che
massimizzano l’utilità).

Se queste ipotesi non vengono rispettate


FALLIMENTO DEL MERCATO
(ovvero incapacità di un mercato non regolamentato di
allocare efficientemente le risorse)
AUSPICABILE L’INTERVENTO PUBBLICO

181
Prossimi Argomenti

• Valutazione delle politiche


pubbliche:

- regolamentazione dei prezzi

-imposte e sussidi

-dazi doganali e contingenti di


importazione

Loro effetti sul benessere dei


partecipanti al mercato

182
Variazioni delle rendite del consumatore e del
produttore causate dalla regolamentazione dei
prezzi. Ex PMAX
Prezzo
O

Eccesso di
domanda
razionamento (ex.
code,
discriminazioni)
P0 E inefficienze (spreco
di tempo, il bene
non va al
Pmax consumatore che lo
desidera di più) +
potenziali iniquità
D

QS Q0 QD
Quantità
183
Variazioni delle rendite del consumatore e del
produttore causate dalla regolamentazione dei
prezzi. Ex PMAX
RENDITA
CONS.:
Prezzo PRIMA=D+B
DOPO=D+A
=+A-B>0
Perdita secca O

D RENDITA
PRODUTT.:
B PRIMA=A+C+F
DOPO=F
P0 E
A C =-A-C<0

Pmax RENDITA
F TOT=
D =(+A-B)+(-A-C)=
-B-C<0
QS Q0 QD
Quantità
184
N.B. Quando la domanda è
particolarmente anelastica
rendita consumatori<0

D
rendita consumatori=
Prezzo
=+A-B<O
(B A)
O

A Esempio: controllo
Pmax
dei prezzi del gas
naturale nel 1975

Quantità
Q1

185
IMPOSIZIONE DI UN PMIN:

ECCESSO
Prezzo DI
OFFERTA
ECCEDEN
ZA
(alcuni
venditori
PMIN
vorrebbero
vendere quel
E
bene a
PE quel prezzo
ma non
riescono a
farlo)

QD QE Qs Quantità

186
Perdita di benessere quando P=PMIN:
RENDITA
CONS.:
Prezzo PRIMA=D+A+B
DOPO=D
=-A-B<0
RENDITA
D
PRODUTT.:
PMIN PRIMA=C+F
A DOPO=F+A
B
B
=+A-C
E
PE
CC RENDITA TOT
=(-A-B)+(+A-C)=
F
-B-C<0

QD QE Qs
Quantità

187
N.B.: Se i produttori
producono QS:
Se i produttori producono
Prezzo QS, la quantità Qs – QD
rimarrà invenduta

rendita produtt.
Pmin =A - C – D <0

A
PE B
C

D
Quantità
QD QE QS
188
Ex.Il salario minimo
Le imprese non possono pagare
w meno di wmin. Questo produce
disoccupazione

wmin

A La perdita secca
w0 B
è data dai
C triangoli B e C

Disoccupazione
D

L1 L0 L2 L

189
Esempio: La
deregolamentazione del
traffico aereo
• Nel 1976-1981 l’industria del
trasporto aereo americano venne
profondamente deregolamentata.

• La deregolamentazione portò al
fallimento di diverse linee aeree e
all’entrata di nuove imprese.

• Nonostante la considerevole
prezzo (con beneficio per i
consumatori) i non
complessivamente di molto, poichè i
pMIN avevano causato inefficienze e
costi artificialmente elevati.

190
Esempio: La
deregolamentazione del
traffico aereo
Prima della deregolamentazione
il prezzo era Pmin, QD = Q1, Qs = QS
2.
Prezzo

L’area D è il costo del


Pmin prodotto non venduto

A
P0 B
Dopo la deregolamentazione
C
il prezzo scende a PO
F e la rendita del
consumatore è A + B

D rendita
produtt.=
D
=-A+C+D>0

Q1 Q3 Q0 Q2 Quantità
191
Sostegno dei prezzi e quote di
produzione

• Molte politiche agricole sono


basate su un sistema di sostegno
dei prezzi=pmin+ il governo
acquista le eccedenze

• Il governo può aumentare i


prezzi anche restringendo la
produzione, direttamente
oppure attraverso incentivi ai
produttori

192
Sostegno dei prezzi
Prezzo
O
Qg
Per mantenere il prezzo a Ps
G il governo acquista
la quantità Qg .
Ps rendita consum. = -A - B,
D rendita produtt. è A + B + D
A Costo A.P.=area azzurra

P0 B E
C
F

D + Qg

QD QE QS Quanti

193
rendita consum. = -A - B,
Riepilogando: rendita produtt. è A + B +
D
Costo A.P.=area azzurra
rendita tot= (-A-B)+(+A+B+D)- COSTO A.P.<0

Prezzo
O
Qg

Ps
D
A
P0 B E
C
F

D + Qg

QD QE QS Quanti

194
• Quote di produzione
– Il governo può anche provocare
l’aumento del prezzo attraverso
una riduzione dell’offerta

– Lo può fare per decreto, cioè


imponendo quote a quanto
ciascuna impresa può produrre

195
Restrizioni dell’offerta
(Quote di produzione)
O’ •L’offerta è limitata a Q1
Prezzo •L’offerta si sposta a O’ in Q1

PS

D
A
B
PE • R.Consumat.=- A - B
C • R.produtt. = + A - C
• R.tot =-A-B+A-C
=-B-C<0

•-B-C<0 PER.SECCA

Q1 QE Quantità

196
Restrizioni dell’offerta
(Incentivi a ridurre la produzione)

O’ •Ps è mantenuto grazie agli incentivi


Prezzo •Costo A.P. = B + C + D

PS
• R.Consumat.=- A -
D B
A • R.produtt. = + A –
C+(incentivi)
B =+A-C
PE E +(B+C+D)=A+B+D
C (come nel sostegno
dei prezzi con
acquisto eccedenza)
R.tot.=(-A-
B)+(A+B+D)+(-B-C-
D)=-B-C<0
PERDITA SECCA
D

QD QE QS Quantità

197
N.B.
La collettività migliorerebbe la sua
situazione se la A.P. desse semplicemente
agli agricoltori A+B+D, lasciandoli liberi
di variare p e Q

R. Consumat.=0
R. Produtt..=A+B+D
COSTO A.P.= -A-B-D
R. TOT.=0

NON SEMPRE L’EFFICIENZA


ECONOMICA E’ L’OBIETTIVO DELLA
POLITICA ECONOMICA PUBBLICA

198
Incidenza di un’imposta=t.Q
(imposte sul consumo e sulla
produzione) Pb-PS=t.
Pb è il prezzo (inclusa l’imposta)
pagato dai consumatori.
Prezzo PS è il prezzo che i venditori ricevono
al netto dell’imposta. La tassa ricade in
ugual misura su entrambe

O (PS)

Pb R.Consumat.=- A- B
R produtt.=- D-C
A
B A.P.=+ A + D
P0 E R tot= (-A-B)+(-D-C)+(A+D)
C -B- C<0 (PERDITA SECCA)
D t
Ps

D (Pb)

Q1 Q0 Quantità

199
Incidenza di un’imposta
• Quattro condizioni devono essere
soddisfatte dopo che la tassa è stata
imposta:
1) la quantità venduta e Pb devono
essere sulla retta di domanda: QD
= QD(Pb)
2) la quantità venduta e Ps devono
essere sulla retta di offerta: QO =
QO(Ps)
3) QD = QO
4) Pb - Ps = t

200
Prezzo Sia i venditori che i
consumatori vengono
danneggiati: i consumatori
pagano un prezzo più elevato
(inclusa la tassa) ma i venditori
ne ricavano uno inferiore (al
netto della tassa)

O (PS)

Pb
Le imposte sul consumo
e quelle sulla produzione
A
B hanno effetti
P0 E equivalenti sul mercato.
C La sola differenza è
D nella mano
che consegna fisicamente
PS Il denaro all’erario

D (Pb)

Q Q0 Quantità
1
201
della dimensione del mercato al di sotto del
livello ottimale:
alcuni compratori e venditori escono dal mercato sebbene il
valore del bene per i primi sia superiore al costo che
sostengono i secondi; i benefici dello scambio sarebbero
inferiori all’ammontare della imposta

Prezzo

O (PS)

Pb

A
B Allocazione
P0 E
C inefficiente
D

PS

D (Pb)

Q Q0 Quantità
1
202
Che cosa determina la dimensione della
perdita secca provocata dall’introduzione
dell’imposta? Le elasticità rispetto al
prezzo della D e dell’S (in quanto misure
della sensibilità della quantità domandata ed
offerta alle p)
A parità di curva di domanda e di ammontare
dell’imposta la perdita secca è tanto maggiore tanto
più elastica è la curva
p di offerta
p
S

D D

Q Q
S più rigida S più elastica

203
Nello stesso modo:

• A parità di curva di offerta e di ammontare


dell’imposta la perdita secca è tanto maggiore
tanto più elastica è la curva di domanda

p p

S
S

D D

Q Q

D più rigida D più elastica

204
Quanto maggiori sono i valori delle
elasticità della D e dell’S rispetto al prezzo,
tanto maggiore è la perdita secca provocata
dall’applicazione di una imposta. (in quanto è
maggiore la riduzione della dimensione del
mercato).
• Ovviamente l’entità della perdita secca
aumenta con l’aumentare
dell’ammontare della imposta
p p

Q Q
Imposta di ammontare Imposta di ammontare
più modesto più elevato
205
Come si ripartisce l’onere fiscale?
Dipende dall’elasticità della domanda
e dell’offerta
ED/EO Onere dell’imposta Onere ED/EO
piccolo sui consumatori
dell’imposta grande
sui venditori
Prezzo D Prezzo O

Pb

O
t Pb
E E
P0
P0
Ps
t
D

Ps

Q1 Q0 Q1 Q0 Quantità
Quantità
206
Anche se si dispone soltanto di stime delle ED e
EO in un punto o per un piccolo intervallo, invece
delle intere curve di D e di O , si è in grado di
determinare chi sosterrà il massimo onere di
un’imposta.
l’onere fiscale ricade più pesantemente sulla
componente del mercato relativamente meno
elastica ossia meno sensibile alle variazioni di
prezzo
Frazione di traslazione= FT
% imposta “traslata” sui consum.=Eo/(Eo - Ed)

Per esempio:
•Ed = 0 (domanda perfettamente anelastica)
FT=1
(tutta la tassa ricade sui consumatori)
•Ed = (domanda perfettamente elastica)
FT=0
(tutta la tassa ricade sui produttori)

207
SUSSIDIO

• COME TASSA NEGATIVA


•PS>Pb PS-Pb=sussidio

208
Prezzo
Sussidio

O (PS)

Ps •QD=QO(Pb)
•QD=QO(PS)
E
P0 s •QD=QO
•PS-Pb=S
Pb

D (Pb)

Q0 Q1 Quantità

209
Come si ripartisce il beneficio del sussidio?
Dipende da ED/EO

p
p D

pS
S
sussidio
pS
p E
E
p E
pEb
sussidio

pb

ED/EO piccolo ED/EO grande


Maggiori benefici Maggiori benefici
ai consumatori ai produttori

210
Contingenti di importazioni e
dazi doganali

• Molti paesi usano i contingenti


alle importazioni e i dazi
doganali per mantenere il
prezzo interno di un prodotto al
di sopra del livello del prezzo
sui mercati mondiali

211
Gli effetti del commercio
internazionale sul benessere:
Isolandia ovvero l’equilibrio
in assenza di scambi
Commercio internazionale
Prezzo
PG=prezzo globale
•Se PE<PG EXPORT.
•Se PE>PG IMPORT.
O interna

PE E

A= rendita consum.
B= rendita produtt. D interna

Q0 Quantità
212
PAESE ESPORTATORE PE<PG

Prezzo

O interna
esportazioni
P :
PG •Produttori
avvantaggiati
PE E •Consumatori
danneggiati

rendita tot=?

D interna

QD Q0 QO Quantità
213
PAESE ESPORTATORE PE<PG

Prezzo

O interna
A esportazioni

PG • Rconsum.=-B
• R.prod.=+B+D
B D
rendita tot=
PE E
-B+B+D=+D>0
Guadagni
C produtt.> perdite
consum.

D interna

Q0 Quantità

214
PAESE IMPORTATORE PE>PG

Prezzo

O interna

P :
•Produttori
dannegiati
PE E •Consumatori
avvantaggiati

PG rendita tot=?
importazioni

D interna

QO Q0 QD Quantità

215
PAESE IMPORTATORE PE>PG

Prezzo

• R.
consumat.=+B+D
• R. produttori=-
B
R. tot.=+B+D-
B=+D>0
PG A
Il commercio
E
internazionale fa
B aumentare il benessere
D totale della nazione

Quantità

216
Contingenti di importazioni e dazi doganali

•Molti paesi usano i contingenti alle


importazioni e i dazi doganali per
mantenere il prezzo interno di un
prodotto al di sopra del livello del
prezzo sui mercati mondiali

•Se vengono eliminate le importazioni


perdita secca=D

217
DAZIO DOGANALE

= import. con
Prezzo dazio
O

P :
E • rendita
consumatori
• rendita
PG + dazio=P’ produttori
• + entrate fiscali
PG

QS QS’ QD’ QD Quantità

218
DAZIO DOGANALE

Prezzo
O

• RCons.=-C-D-E-F
• R. produttori=+C
Entrate pubbliche=+E
A E Rtot.=-C-D-E-
F+C+E=
B =-D-F= PERDITA
P’ SECCA
C D E F
PG
G
D

QS QS’ QD’ QD Quantità

219
Come ogni imposta che grava sulla vendita
di un bene, il dazio distorce gli incentivi e
allontana l’allocazione delle risorse scarse
da quella ottimale

In questo caso si possono individuare due


effetti:
p la produzione sovrapproduzione
(area D)
p consumi sottoconsumo (area F)

220
Contingente d’importazione:
Imposizione di un limite legale alla
quantità di un dato bene che è
possibile importare

Come dazio: lucidi (40) + (41)


Con la DIFFERENZA:
+ E non maggiori entrate pubbliche
ma R. importatore autorizzato
(gli importatori autorizzati guadagnano
perché acquistano a PG e vendono a P’)

221
Esempio: Il contingente sullo
zucchero
• Il prezzo mondiale dello
zucchero è sceso fino a 4
centesimi alla libbra, mentre
negli USA non è mai sceso sotto
i 20-25 centesimi alla libbra.

• Condizioni di mercato nel 1997


Produzione USA = 15.6 mld di
libbre
– Consumo uSA = 21.1 mld di
libbre
– Prezzo USA = 22 cents/pound
– Prezzo mondiale = 11 cents/pound

222
Esempio: Il contingente sullo
zucchero
Prezzo
SUS DUS
PUS=21,9

R. tot=-B-C=-$800m
A
D

B C

PG=11

4 15,6 21,1 24,2 Quantità


R. consum.=-A-B-C-D
=-$2,4 MLD Imp.max =5,5
R. produtt.=+A=$1MLD
R. produtt. esteri=D
223
=600m
Esempio: regolamentazione dei
prezzi nel mercato del gas naturale

• Nel 1975 il controllo amministrativo


dei prezzi nel mercato del gas
naturale ne creò un eccesso di
domanda

• A quanto ammontò la perdita secca?

224
Esempio: regolamentazione dei
prezzi nel mercato del gas naturale

• Offerta: QS = 14 + 2PG + 0.25PP


– in trilioni di metri cubi (tmc)

• Domanda: QD = -5PG + 3.75PP


– in trilioni di metri cubi (tmc)

• PG = prezzo del gas naturale in


€/tmc

• PP = prezzo del petrolio in €/barile

225
Esempio: regolamentazione dei
prezzi nel mercato del gas naturale

•PPP = €8/b
•EEquilibrio: PG= 2; Q = 20 da QO=QD
•SSupponiamo che il prezzo amministrato
sia posto uguale a €1 RENDITA=?

226
Esempio: regolamentazione dei
prezzi nel mercato del gas naturale

Prezzo
D S
A=(18).(1)=18
2.40 B=(2).(0,4).(1/2)=0,4
C=(2).(1).(1/2)=1

R. consum.=+A-B=18-0,4=17,6
B
2.00 R. produtt.=-A-C=-18-1=-19
R tot= -B-C=-1,4
C

(Pmax)1.00

Q
0 5 10 15 18 20 25 30

227
MONOPOLIO

Un solo produttore
Di dimensioni tali da soddisfare tutta la domanda
Presenza di barriere all’entrata (se queste barriere sono
tecnologiche monopolio naturale)

Il problema è sempre quello di :


max. scegliendo q
il prezzo risulta automaticamente determinato dalla
curva di domanda

Si tratta di scegliere
p un punto su questa
funzione al quale
corrisponda il max. .
Qual è?

D q

la condizione di ottimo è sempre Rma=Cma

228
Il Rma in questo caso non coincide con il prezzo:
infatti, quando l’impresa vende un’unità in più i suoi ricavi:
di una cifra pari al prezzo a cui vende questa
quantità
di una cifra che dipende dal fatto che l’impresa
deve vendere tutta la sua produzione ad un prezzo
inferiore al precedente
Rma<p

In effetti:
RT=p(Q).Q

RT p p
Rma p .Q con 0 se beni non di Giffen
Q Q q
==> Rma<p
(Per Q=0 allora Rma=p)

229
Esempio:
consideriamo una impresa la cui curva di domanda sia:
p=6-Q

p Q RTOT Rma Rme


6 0 0 - -
5 1 5 5 5
4 2 8 3 4
3 3 9 1 3
2 4 8 -1 2
1 5 5 -3 1

Rma<p
Ex. voglio vendere non 2 ma 3 unità. Devo abbassare il
p da 4 a 3. I miei RTOT quindi:
- del p di vendita dell’ultima unità(+3)
- perché le 2 unità che già vendevo prima, le vendo ad
un p più basso (- p.2=-1.2=-2)
Rma=+3-2= +1
Quando il Rma>0 il RTOT cresce al crescere della
quantità; quando invece il Rma<0 il RTOT decresce al
crescere della quantità.

Rappresentiamo graficamente il Rma e il Rme

230
p

P=6-Q

Rma Rme
Q
3 6
Si può dimostrare che, se la curva di D dell’impresa è una
retta decrescente, anche la curva del Rma è una retta
decrescente.
Le 2 intercette sull’asse delle ordinate coincidono ma
l’inclinazione del Rma è doppia rispetto a quella della curva
di domanda.
DIMOSTRAZIONE:
Ex. curva di domanda del monopolista:
p=a-b.Q
RTOT=p.Q=(a-b.Q)Q=a.Q-b.Q2
RTOT
Rma a 2.b.Q
Q
Se la curva di domanda (D) è lineare allora la curva dei
Rma è anch’essa lineare con inclinazione doppia.
Nell’esempio: p=6-Q
RTOT=p.Q=(6-Q).Q=6Q-Q2

Rma=dRTOT/dQ=6-2Q
230bis
E cosa possiamo dire sulle funzioni di costo del
monopolista?

Soprattutto nel caso di monopolio naturale è plausibile


assumere che il Cme sia decrescente.
Quindi nel breve periodo è plausibile assumere una
funzione di costi totali del tipo:

CTBP C’BP
CmeBP

CmeBP

C’BP
Q

231
Ritornando all’equilibrio del monopolista:
maxQ =RT-CT
con vincolo p=p(Q)

CONDIZIONE DI OTTIMO
Rma=Cma
I Cma intersecano i Rma dal basso verso l’alto.

Graficamente:
p CmaLP

CmeLP

E LP>0
p* (Esistono barriere all’entrata)

Rma D
Q
Q*

N.B.
I profitti potrebbero essere nulli
P>Cma : il prezzo unitario del bene venduto eccede
l’incremento nei costi che deve essere sostenuto per
produrlo inefficienza
p è maggiore, Q è inferiore rispetto alla
concorrenza perfetta inefficienza (creazione di
una “scarsità artificiale”).
Non si produce in corrispondenza del min CmeLP
(inefficienza).

232
N.B.:
Nel punto di ottimo
Cma=Rma 0
p p Q 1 1
Rma p .Q p(1 . ) p(1 ) p (1 )
Q = q p Q, p Q, p

1
Rma p (1 ) 0
Q, p

1
(1 ) O
essendo p 0
Q, p

Q,p 1 (al più Q,P 1 se Cma=0)

una domanda inelastica è incompatibile con un


monopolio teso alla max.

a
>1
a/2 E =1

Rma D
Q
a/2b a/b

233
Una regola pratica per la determinazione del prezzo:
Q* ottimale condizione di ottimo
Cma=Rma
dp
p .q Cma
dq

dp q
p p( . ) Cma
dq p

1
p p. Cma
D

da cui:
1
p Cma p.
D

p Cma 1 Regola pratica per la


determinazione del prezzo
p D

Mark up come % di p

ovvero , esprimendo il p direttamente come un mark-up


sul Cma:
1
p(1 . ) Cma
D

Cma Ex. Cma=9; D=-4


p
1 p
9 9
12
1 1
1 0,75
D 4

N.B. Se D è elevata p molto vicino al Cma.


233 bis
Il costo del monopolio in termini di benessere
L’equilibrio di D ed S in un mercato concorrenziale è il
risultato socialmente più desiderabile (max. rendita totale),
Il monopolio determina una perdita secca.
Impatto negativo esercitato dal monopolio sul benessere
economico
direttamente misurabile con
Surplus consumatore
Surplus del produttore

Ex. p Cma

A N.B. Ipotizziamo che il mercato


pM EM concorrenziale e il monopolista
C ECP abbiano le stesse curve di costo
B

Rma D
Q
QM
SURPLUS CONSUMATORI = area A
SURPLUS PRODUTTORI = area B
TRIANGOLO C= PERDITA NETTA ASSOCIATA
AL MONOPOLIO
Il monopolista produce meno della quantità socialmente
efficiente di prodotto le risorse non vengono allocate in
maniera efficiente. 234
LA REGOLAMENTAZIONE DEL PREZZO E LE
LEGGI ANTITRUST
A causa del costo sociale del potere monopolistico, le leggi
antitrust impediscono alle imprese di accumularne quantità
eccessive.
Un altro mezzo con cui la Pubblica Amministrazione può
limitare il potere monopolistico è la regolamentazione del
prezzo.
la regolamentazione del prezzo è in grado di
eliminare la perdita secca derivante dal potere
monopolistico.

Ex. p Cma

EM
p1 pM
pCP

Rma D
Q
QM Q1

Imposizione di un prezzo max=p1


nuova curva di Rma
Rma=Cma Q1,p1 perdita secca
Via vai che il p viene abbassato ulteriormente , la
quantità prodotta continua ad aumentare e la perdita secca a
diminuire.
Al livello di p=pCP, la quantità prodotta è aumentata fino al
livello concorrenziale; la perdita secca derivante dal potere
monopolistico è stata eliminata.

ATTENZIONE AL Cme!

235
In un monopolio naturale però:

p
D
EM

pr
Cme
Perdita
pCP Cma
Rma
Q

Idealmente l’autorità di regolamentazione vorrebbe far


scendere il p fino al livello concorrenziale pCP. A questo
livello, però, il p non coprirebbe il Cme e l’impresa
cesserebbe l’attività.
La migliore alternativa sarebbe quindi quella di
fissare il p al livello pr, in corrispondenza del quale la
curva di D e di Cme si intersecano. In questo caso
l’impresa non realizza profitto monopolistico, e il livello
di produzione è tanto alto quanto può esserlo senza
costringere l’impresa a cessare l’attività.

N.B. la perdita secca non viene completamente eliminata.

235 bis
Discriminazione perfetta di prezzo
Vendita di diverse unità dello stesso bene a prezzi diversi
fissare p diversi in relazione a consumatori diversi.
Perché si possa discriminare occorre che:
1. i diversi gruppi siano identificabili;
2. la natura del bene consenta di impedire fenomeni di
arbitraggio tra essi.
Ex. è possibile:
-al cinema (sconto per anziani)
-sui campi sportivi (sconto per giovani)
Mentre non è possibile in libreria o in pasticceria
La discriminazione dei prezzi fa aumentare il benessere
economico eliminando le inefficienze implicite nel p di
monopolio (tutta la benessere si traduce in un aumento
della rendita del produttore)
p
p
A= rendita consumatori
B=profitto

A = perdita secca
EM

B B
C’=Cme
D D C’=Cme
R’ Q
Q
Monopolio con p unico Monopolio con perfetta
discriminazione dei
prezzi

236
Nella realtà, naturalmente, la discriminazione dei prezzi
non è perfetta.
Ciò che accade è che le imprese tendono a dividere i
consumatori in gruppi: giovani e vecchi, tedeschi e
olandesi, acquirenti del fine settimana e acquirenti dei
giorni lavorativi, ecc.
Rispetto a quanto risulta da un monopolio con prezzo
unico, una discriminazione imperfetta dei prezzi può fare
aumentare, fare diminuire o lasciare invariata la rendita
totale del mercato.
L’unica conclusione certa è che fa aumentare il profitto del
monopolista (se così non fosse, l’impresa sceglierebbe una
strategia di prezzo unico).

237
CONCORRENZA MONOPOLISTICA
Come la concorrenza perfetta
Ma prodotto non omogeneo, differenziato

Differenziazione connessa alla ricerca da parte delle


imprese di segmenti di mercato da sfruttare in condizioni
più favorevoli.

Se il prodotto di una singola impresa è simile a quello delle


imprese concorrenti, ma possiede caratteristiche tali da
farlo preferire da un gruppo di acquirenti è come se
rispetto a quegli acquirenti l’impresa si trovasse in
condizioni di monopolio.

Ha di fronte una curva di domanda inclinata:


p

COSTI: struttura simile a quella di concorrenza perfetta


(Cma e Cme con consueta forma ad U)

HP: imprese identiche IMPRESA


RAPPRESENTATIVA

238
L’EQUILIBRIO DI BREVE PERIODO (impresa
rappresentativa)

p CmaBP

CmeBP

EBP
p*
Qui >0

Rma D
Q
Q*
Situazione simile a quella di monopolio ma la curva di
domanda non è , in questo caso, quella di mercato ma ne è
una semplice frazione.

239
L’EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO

>0 entrata di nuove imprese (non esistono barriere


all’entrata) si riduce lo spazio per la singola impresa
spostamento verso il basso della curva di D fino a che =0
p=CmeLP

p CmaLP

CmeLP

p* ELP
=0

Rma D
Q* Q
La curva di D si è spostata fino a diventare tangente alla
curva dei CmeLP nel punto di equilibrio di LP.

240
CONCORRENZA MONOPOLISTICA ED
EFFICIENZA ECONOMICA

Equilibrio di lungo periodo:

p
CmaLP
CmeLP

p* ELP

Rma D
Q* Q

DUE CAUSE DI INEFFICIENZA:

1. p>Cma
Se si espandesse la produzione fino al punto in cui la
curva di D interseca la curva di Cma, si potrebbe
aumentare la rendita totale dei consumatori e dei
produttori di una quantità pari all’area della regione in
colore ( perdita secca dovuta al potere monopolistico).

2. Non si produce con Cme minimo: eccesso di


capacità produttiva

Però:
*potere di mercato piccolo
*beneficio: la diversità dei prodotti

240 bis
241
OLIGOPOLIO

Numero imprese: poche


Dimensioni: intermedie rispetto al mercato (la dimensione
del mercato lascia spazio ad un numero limitato di
impianti)
Prodotto: sia omogeneo (oligopolio puro) che
differenziato (oligopolio differenziato)
Possibilità di ingresso: OSTACOLATA (ma non
impedita del tutto)

POCHE IMPRESE ED (almeno alcune) DI


DIMENSIONI ABBASTANZA GRANDI

il comportamento di una singola impresa influenza il


profitto delle altre
INTERDIPENDENZA DEI RISULTATI
nel prendere le proprie decisioni non si può prescindere
da ciò che fanno le altre imprese (il profitto derivante da
una decisione dipende anche dalle decisioni prese dalle
altre imprese)
INTERDIPENDENZA STRATEGICA

241
TEORIA DEI GIOCHI

La teoria dei giochi tratta in generale dell’interazione


strategica e può essere impiegata per studiare i giochi di
società, i negoziati politici o il comportamento economico
(ad es. di imprese oligopolistiche).

Il gioco viene descritto dalla matrice dei payoff. È una


matrice che raccoglie e visualizza gli esisti di tutti i
possibili comportamenti dei giocatori per ciascuno di essi.

Ex. gioco a 2 persone, con un numero finito di strategie

GIOCATORE B
SINISTRA DESTRA
GIOCAT
ALTO 1,2 0,1
ORE A
BASSO 2,1 1,0

Al giocatore A conviene scrivere Alto o Basso?


conviene scrivere Basso (qualunque cosa scriva l’altro
giocatore il suo payoff è maggiore che se scrivesse Alto).
È questa una STRATEGIA DOMINANTE: una scelta
strategica ottima, quale che sia la mossa dell’altro
giocatore.
Esiste una strategia dominante anche per il giocatore B? sì, essa
è sinistra.
Soluzione del gioco = (Basso, Sinistra)

242
Altro esempio:

IMPRESA B
Fa pubblicità Non fa
pubblicità
Fa 10,5 15,0
IMPRESA pubblicità
A Non fa 6,8 10,2
pubblicità

Esiste una strategia dominante per l’impresa A?


Sì: fare pubblicità

E per l’impresa B?
Sì: fare pubblicità

Equilibrio con strategie dominanti:


entrambe le imprese fanno pubblicità

242 bis
243
Purtroppo non tutti i giochi hanno una strategia dominante
per ogni giocatore:

Altro esempio:
IMPRESA B
Fa pubblicità Non fa
pubblicità
Fa 10,5 15,0
IMPRESA pubblicità
A Non fa 6,8 20,2
pubblicità

Ora l’impresa A non ha una strategia dominante: la


sua decisione ottimale dipende da ciò che fa l’impresa B.

Supponiamo ora che entrambe le imprese prendano le


loro decisioni simultaneamente. Che cosa dovrebbe
fare l’impresa A?
B ha una strategia dominante: fare pubblicità A fa
pubblicità.

In equilibrio entrambe le imprese faranno


pubblicità:
l’impresa A fa meglio che può, data la decisione
dell’impresa B, e l’impresa B fa meglio che può, data la
decisione dell’impresa A ( Equilibrio di Nash).

242 ter
244
Altro esempio:

GIOCATORE B
SINISTRA DESTRA
ALTO 2,1 0,0
GIOCATORE A BASSO 0,0 1,2

Esiste una strategia dominante per il giocatore A?


No (la scelta ottima di A dipende da quello che egli ritiene farà
B)

Esiste una strategia dominante per il giocatore B?


No (la scelta ottima di B dipende da quello che egli ritiene farà
A)

in questo gioco non esiste un equilibrio con strategia


dominante
EQUILIBRIO DI NASH

Ciascun giocatore compie la scelta ottima, data la scelta


dell’altro giocatore (la scelta di A è ottima data la scelta di B e la
scelta di B è ottima data la scelta di A).

Un equilibrio di Nash può essere interpretato come una coppia di


aspettative sulla scelta di ciascun giocatore tali che, anche
quando la scelta dell’avversario fosse nota, nessuno dei due
giocatori vorrebbe cambiare la propria.

In questo gioco l’equilibrio di Nash è (Alto, Sinistra).

243
245
Problemi:
Un gioco può avere più di un equilibrio di Nash
(nel gioco precedente anche (Basso, Destra) è un equilibrio
di Nash. )
Esempio: il problema della scelta del prodotto.
Due imprese produttrici di cereali per la prima colazione
affrontano un mercato in cui possono essere introdotte con
successo 2 nuove varianti di cereali, purché ciascuna
variante venga introdotta soltanto da una impresa. Ciascuna
delle due imprese ha risorse sufficienti per introdurre
soltanto un nuovo prodotto
matrice dei payoffs:
IMPRESA B
IMPRESA A Friabili Dolci
Friabili -5,-5 10,10
Dolci 10,10 -5,-5
2 equilibri di Nash
Ci sono giochi in cui l’equilibrio di Nash non esiste.
Ex.
GIOCATORE B
GIOCATORE A SINISTRA DESTRA
ALTO 0,0 0,-1
BASSO 1,0 -1,30

244
246
L’equilibrio di Nash non comporta necessariamente
soluzioni Pareto-efficienti

EFFICIENZA PARETIANA:
impossibilità da parte di ciascun agente di migliorare la propria
posizione senza peggiorare quella di qualcun altro.

DILEMMA DEL PRIGIONIERO


244

GIOCATORE B
ACCUSARE NEGARE
GIOCATORE A ACCUSARE -3,-3 0,-6
NEGARE -6,0 -1,-1
:
Se voi foste A cosa fareste? Accuseremmo
Se voi foste B cosa fareste? Accuseremmo

(Accuso, Accuso)= equilibrio con strategie dominanti

(Accuso, Accuso) è un equilibrio di Nash e un equilibrio con


strategie dominanti, ma non è Pareto efficiente.

(Nego, Nego) è un equilibrio Pareto efficiente che si raggiunge


solo se gli agenti hanno la possibilità di coordinare le proprie
azioni.

il problema per i due prigionieri è che non possono


coordinare le loro azioni. Se ognuno potesse fidarsi dell’altro,
potrebbero guadagnarci entrambi.
Il dilemma del prigioniero getta luce sulle effettive difficoltà
della cooperazione.

245247
ESERCIZIO
Albert e Victoria sono compagni di camera in un college universitario.
Entrambi preferiscono che la stanza sia in ordine, ma a nessuno dei due
piace fare le pulizie. Se fanno le pulizie insieme, ciascuno dei due
ottiene un payoff uguale a 5; se uno pulisce e l'altro no, l'utilità di chi fa
le pulizie è uguale a 0 e quella di chi non le fa è uguale a 8; se nessuno
dei due mette in ordine la stanza, l'utilità di entrambi è pari a l.

i) Si costruisca la matrice dei payoff corrispondenti alle strategie


"Pulire" e "Non pulire".
VICTORIA
PULIRE NON PULIRE
ALBERT PULIRE 5,5 0,8
NON PULIRE 8,0 1,1

ii) In questo gioco, si raggiunge un equilibrio? Di che tipo?

Se Victoria sceglie di .fare le pulizie, Albert ottiene una soddisfazione


maggiore se sceglie di non pulire (8>5). inoltre, anche se Victoria
decide di non .fare le pulizie, Albert ottiene comunque un payoff più
elevato .scegliendo di non pulire (1 >0). Perciò, "Non pulire "
costituisce per Albert la strategia dominante.
Un ragionamento analogo dimostra che, indipendentemente dalla scelta
di Albert, Victoria consegue un payoff più elevato se sceglie la
strategia "Non pulire ". (8>5 se Albert pulisce; 1>O se Albert non
pulisce).
Pertanto, questo gioco ammette un equilibrio costituito dalla strategia
"Non pulire ", cui corrisponde un equilibrio con strategia dominante.
E' interessante notare che ciò è vero anche se la soddisfazione dei due
giocatori potrebbe essere maggiore se entrambi scegliessero la strategia
"Pulire ".

246
248
ESERCIZIO

Si consideri il caso di due imprese, Airbus e Boeing, le


quali debbano decidere se entrare (strategia E) o non
entrare (strategia NE) nel mercato dei jet passeggeri da
150 posti. Se una sola di esse entra, avrà profitti pari a
100, mentre se entrano entrambe, riporteranno ambedue
perdite per una valore pari a 5. L'impresa che rimane fuori
dal mercato non riporta né perdite né profitti.
i) Si imposti la matrice dei payoff e, ipotizzando che le
due imprese debbano decidere simultaneamente se entrare
o non entrare, si individui l'equilibrio del gioco.

La matrice dei payoff è la seguente:

IMPRESA A (2)
ENTRARE NON
IMPRESA B ENTRARE
(1) ENTRARE -5,-5 100,0
NON 0,100 0,0
ENTRARE

Questo gioco presenta due equilibri di Nash:

Airbus entra e Boeing non entra;

Boeing entra e Airbus non entra.

247
249
ii) Supponendo ora che la Boeing sia in grado di scegliere
la propria strategia prima
che la scelga Airbus, si indichi qual è l'equilibrio in
questo caso.
Esiste un solo equilibrio:
- Boeing entra e Airbus non entra.
-

ii) Ipotizzando che un organismo governativo decida di


assegnare un sussidio pari a 10 all' Airbus qualora questa
entri nel mercato e che la Boeing decida per prima, come
si modificano la matrice dei payoff e l'equilibrio?

La nuova matrice dei payoff diventa:


IMPRESA A (2)
ENTRARE NON
IMPRESA B ENTRARE
(1) ENTRARE -5,+5 100,0
NON 0,110 0,0
ENTRARE

Il nuovo equilibrio diventa allora:


- Boeing non entra e Airbus entra

248
250
ESERCIZIO
Roger e Michelle amano uscire insieme, ma preferiscono
spettacoli di genere completamente diverso. A Roger
piacciono gli incontri di catch nel fango, mentre Michelle
adora l’opera lirica.
Costruite la matrice dei payoffs nell’ipotesi che Roger e
Michelle vogliano soprattutto uscire insieme (e che
quindi assegnino un’importanza comunque secondaria
allo spettacolo).
MICHELLE (2)
CATCH OPERA
ROGER(1) CATCH 10,2 1,1
OPERA 0,0 2,10

In questo caso qual è l’equilibrio del gioco?


Non esiste una strategia dominante né per Roger né per
Michelle.
Abbiamo 2 equilibri di Nash: (Opera, Opera ), (Catch,
Catch).

249
251
Costruite ora la matrice dei payoffs nell’ipotesi che
Roger e Michelle diano invece una importanza
secondaria al fatto di uscire insieme (rispetto
all’importanza assegnata allo spettacolo):
MICHELLE (2)
CATCH OPERA
ROGER(1) CATCH 10,2 5,5
OPERA 0,0 2,10

In questo caso qual è l’equilibrio del gioco?


Sia Roger che Micelle hanno una strategia dominante:
andare a vedere, rispettivamente, il catch e l’opera.
Ne discende che Roger andrà a vedere il catch e Michelle
l’opera.

250
252
OLIGOPOLIO

Numero imprese: poche


Dimensioni: intermedie rispetto al mercato (la dimensione
del mercato lascia spazio ad un numero limitato di impianti)
Prodotto: sia omogeneo (oligopolio puro) che differenziato
(oligopolio differenziato)
Possibilità di ingresso: OSTACOLATA (ma non impedita
del tutto)

POCHE IMPRESE ED (almeno alcune) DI


DIMENSIONI ABBASTANZA GRANDI

il comportamento di una singola impresa influenza il


profitto delle altre
INTERDIPENDENZA DEI RISULTATI
nel prendere le proprie decisioni non si può prescindere
da ciò che fanno le altre imprese (il profitto derivante da
una decisione dipende anche dalle decisioni prese dalla
altre imprese)
INTERDIPENDENZA STRATEGICA

251
INTERDIPENDENZA STRATEGICA

Ex.
Industria composta da 3 imprese
Prodotto omogeneo
Curva di domanda di mercato Q=D(p) dove
Q=Q1+Q2+Q3
Ex.
p

funzione di D inversa p=D-1(Q) p=D-1(Q1+Q2+Q3)

1=RT1-CT1=p.Q1-CT1(Q1)

1=f1(Q1,Q2,Q3)
LA SCELTA MIGLIORE
DIPENDE DA Q1 MA ANCHE DA Q2 E Q3.
Non esiste un comportamento ottimale per l’impresa 1
indipendentemente da quello che fanno le altre imprese.

252
Assumendo che le imprese abbiano deciso di coesistere sul
mercato si possono identificare:

2 CLASSI DI COMPORTAMENTO:

1. COMPORTAMENTO COLLUSIVO (accordo su


strategia comune) CARTELLO

2. COMPORTAMENTO NON COOPERATIVO


(ciascuna impresa agisce per conto suo cercando di
congetturare le scelte delle rivali quando queste
scelte sono compatibili EQUILIBRIO (esistono
diversi tipi di equilibrio)

253
I COMPORTAMENTI COLLUSIVI

ACCORDO, COLLUSIONE =
Si comportano come un monopolista che produce con
diversi impianti, dividendosi i profitti (max. gruppo)

Collusione esplicita o tacita

Elementi che facilitano l’instaurarsi di comportamenti


collusivi:
a) Una legislazione che li consenta, o almeno non li
vieti;
b) L’omogeneità del prodotto ( p unico)
c) La stabilità della domanda e dei costi (altrimenti
occorre rinegoziare)
d) La facilità nelle comunicazioni tra imprese
e) L’esistenza di barriere all’ingresso di altre imprese
(in questo modo si possono avere >0; tali barriere si
possono sempre costruire ex. pubblicità).
f) Curva di domanda relativamente rigida (elevato
potere monopolistico potenziale)

Elementi che ostacolano l’instaurarsi di


comportamenti collusivi:

a)+b)+c)+d)+e) + OSTACOLI SPECIFICI

INCENTIVO A TRADIRE
(vedi dilemma del prigioniero)

254
INCENTIVO A TRADIRE DILEMMA DEL
PRIGIONIERO

Ex duopolio:
SECONDO GIOCATORE
COOPERA DEFEZIONA
PRIMO COOPERA (150,150) (50,200)
GIOCATORE DEFEZIONA (200,50) (100,100)

È importante che esistano SANZIONI CAPACI DI


PUNIRE IN MODO EFFICACE IL “TRADIMENTO”
altrimenti finiamo in (defeziona, defeziona).

255
I COMPORTAMENTI NON COOPERATIVI

Ogni impresa agisce per conto suo cercando di congetturare


il comportamento delle imprese rivali

diverse congetture diversi equilibri non cooperativi

EQ. NASH:
dato il comportamento degli altri soggetti, il
comportamento di ogni soggetto è ottimale

(N.B. l’equilibrio collusivo non è un equilibrio di Nash).

256
IL MODELLO DI COURNOT (EQ. NASH)
CONGETTURA:
Ciascuna impresa assume come dei dati le quantità offerte
dalla altre e decide quanto produrre in modo da
massimizzare i profitti
EQUILIBRIO:
ciascuna impresa produce effettivamente la quantità
ipotizzata dalle altre imprese
E’ UN EQUILIBRIO DI NASH
Riepilogando:
La variabile strategica a cui l’impresa reagisce è
l’output della sua rivale;
situazione simmetrica;
ciascuna impresa deve prevedere la scelta di output
dell’altra, in modo da poter attuare la scelta più
opportuna relativamente al proprio output;
cercheremo successivamente di individuare un
equilibrio delle previsioni, cioè una situazione in cui
ciascuna delle imprese vede confermare le proprie
aspettative circa il comportamento delle altre.
Ex. duopolio puro

1=RT1-CT1=p.Q1-CT1(Q1)

2=RT2-CT2=p.Q2-CT2(Q2)

dove p=D-1(Q) con Q=Q1+Q2


257
IMPRESA 1:

MAX. 1 scegliendo Q1 e prendendo come un dato Q2

Q1* =R1 (Q2): CURVA DI REAZIONE


DELL’IMPRESA 1
Ex.
Q2

Q2’

Q2’’

Q2’’’
Q1 =R1 (Q2)
Q1
Q1’ Q1’’ Q1’’’

258
IMPRESA 2:

MAX. 2 scegliendo Q2 e prendendo come un dato Q1

Q2* =R2 (Q1): CURVA DI REAZIONE


DELL’IMPRESA 2
Ex.
Q2

Q2’

Q2’’

Q2’’’
Q2 =R2 (Q1)
Q1
Q1’ Q1’’ Q1’’’

259
METTENDO INSIEME LE DUE CURVE DI
REAZIONE:
Q2

E
Q2*

R1 R2
Q1
Q1*
N.B.
E= unico punto in cui le congetture di entrambi gli
agenti sono verificate
Extra profitti tanto maggiori quanto minore è il numero
delle imprese;
pCP<pNC<pMONOPOLIO;
con n molto elevato ENC ECP.

260
ESEMPIO
p=a-b.Y funzione di domanda inversa lineare
dove Y=Y1+Y2
costi marginali nulli (per semplicità)
IMPRESA 1:
max 1 RT1 CT1 (Y1 )
Y1

CONDIZIONE DI OTTIMO Rma=Cma=0 Rma=0


RT1= p(Y1+Y2)Y1=(a-b.Y)Y1=(a-b. Y1 –bY2)Y1=
=aY1 –bY12–bY2Y1
RT1
Rma1 a 2bY1 bY2 0
Y1

a bY2 a Y2
Y1 Y1 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 1
2b 2b 2
Y2
a/b

negativamente inclinata come si era supposto

R1

a/2b Y1

261
IMPRESA 2:

max 2 RT2 CT2 (Y2 )


Y2

CONDIZIONE DI OTTIMO Rma=Cma=0 Rma=0

RT2= p(Y1+Y2)Y2=(a-b.Y)Y2=(a-b. Y1 –bY2)Y2=


=aY2 –bY22–bY2Y1

RT2
Rma2 a 2bY2 bY1 0
Y2

a bY1 a Y1
Y2 Y2 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 2
2b 2b 2

notare la simmetricità della soluzione


Y2

a/2b

R2

a/b Y1

262
Graficamente:
Y2
a/b

a/2b
E
Y1*

R1 R2

Y2* a/2b a/b Y1


a bY1
a b. a b
a b.Y2 2b Y1
Y1 Y1 2 2
2b 2b Y1
2b
a bY1
Y2
2b
a b 1 a 3 a
2bY1 Y1 bY1 (2 ) b Y1
2 2 2 2 2 2
a bY1
Y2
2b
a 2 1 a
Y1 . . Y1*
2 3 b 3b
a 2
a b.( ) a
a bY1 3b 3 a
Y2 Y2 *
2b 2b 2b 3b

a
Y1 *
3b
a NOTARE LA SIMMETRICITA’ (stessa struttura dei costi)
Y2 *
3b
a a 2a 2a 1
Y * Y1 * Y2 * p* a b( ) a
3b 3b 3b 3b 3

263
ALTRO ESEMPIO:
p=30-Y funzione di domanda inversa lineare
dove Y=Y1+Y2
costi marginali nulli (per semplicità)
Impresa 1:
max 1 RT1 CT1 (Y1 )
Y1

C.P.O.: Rma1=Cma1=0 Rma1=0


RT1= p(Y1+Y2)Y1=(30-Y)Y1=(30-Y1–Y2)Y1=30Y1 –Y12–Y2Y1
RT1
Rma1 30 2Y1 Y2 0
Y1
Y2
2Y1 30 Y2 Y1 15 Curva di reazione impresa 1
2
Impresa 2:
max 2 RT2 CT2 (Y2 )
Y2

C.P.O.: Rma2=Cma2=0 Rma2=0


RT2= p(Y1+Y2)Y2=(30-Y)Y2=(30-Y1–Y2)Y2=30Y2 –Y22–Y2Y1
RT2
Rma2 30 2Y2 Y1 0
Y2
Y1
2Y2 30 Y1 Y2 15 Curva di reazione impresa 2
2
notare la simmetricità della soluzione (stessa struttura
dei costi)

264
Graficamente:
Y2
30

15 E
Y1*

R1 R2

Y2* 15 30 Y1

1 1 1 1
Y1 15 Y2 Y1 15 (15 Y1 ) Y1 15 7,5 Y1
2 2 2 4
1
Y2 15 Y1
2
3
Y1 7,5
4 Y1* 10
1 Y2 * 10
Y2 15 Y1
2

p*=30-20=10

265
Se le imprese colludessero:
si comporterebbero come un monopolista
max
C.P.O.: Rma=Cma=0 Rma=0
RT= p(Y)Y=(30-Y)Y=30Y –Y2
RT
Rma 30 2Y 0
Y
Y 15 Y1 Y2 15
p 30 15 15

Y1+Y2=15 Curva di collusione


Se le imprese concordano di spartire in parti uguali i profitti
Y1=Y2=7,5
Rispetto all’equilibrio di Cournot le imprese producono
meno e realizzano profitti più elevati.
Graficamente:
Y2
30

15
Y1* ENC

R1 R2

Y2* 15 30 Y1
Curva di collusione

266
EQUILIBRIO STABILE

Un equilibrio è stabile quando partendo da una situazione di


disequilibrio, tendiamo all’equilibrio. Altrimenti è instabile.

Tendiamo verso l’equilibrio


Y2
EQUILIBRIO STABILE
R1 più inclinata (in valore
assoluto) di R2

R1 R2
e
Y2 Y1
Y1

Y2 Ci allontaniamo dall’equilibrio
EQUILIBRIO INSTABILE
R1 meno inclinata (in valore
assoluto) di R2

E
e
Y2
R2 R1
Y1
Y1

267
EQUILIBRIO DI STACKELBERG
Una delle 2 imprese, leader, compie le proprie scelte per
prima (ex. IBM)
EX.
IMPRESA 1: leader
IMPRESA 2: follower
L’impresa 1 decide di produrre Y1.
L’impresa 2 reagisce scegliendo di produrre Y2.
Quale livello di output dovrà scegliere la leader per
massimizzare i suoi profitti?
IL PROBLEMA DEL FOLLOWER:
Dato Y1 vuole max. 2 scegliendo Y2
Y2 =R2 (Y1): Il follower si muove sulla sua funzione
di reazione
a bY1
Se p(Y)=a-b.Y e Cma=0 Y2
2b
Y2

R2
Y1

268
IL PROBLEMA DEL LEADER:
Deve scegliere Y1 ossia un punto su R2 cui corrisponda
max. 1 problema di massimizzazione vincolata
Ex.
p=a-b.Y
Cma=0
max 1 [a b.(Y1 Y2 )].Y1 CostiFissi
Y1

a b.Y1
Y2
2b
a b.Y1
max 1 a.Y1 b.Y12 b.Y1. CostiFissi
Y1 2b
a b 2 a b 2
a.Y1 b.Y12 Y1 .Y1 CostiFissi Y1 .Y1 CostiFissi
2 2 2 2
1 a b a
C.P.O: 0 2. .Y1 0 bY1 0
Y1 2 2 2
a a
Y1 * Y
(in Cournot 1 3b )*
2b
a
a b.
2b a a a
Y2 * Y2 * (in Cournot Y2 *
2b 4b 4b 3b )
a a 3a
Y * Y1 * Y2 *
2b 4b 4b

269
QUINDI RISPETTO A COURNOT:
LA LEADER PRODUCE DI PIU’
LA FOLLOWER PRODUCE DI MENO
In questo esempio la produzione complessiva è inferiore, e
quindi il prezzo superiore in Cournot.
Graficamente:
Y2

ECOURNOT
ESTACKELBERG
R1 R2
Y1

270
Nell’altro esempio visto prima:
p=30-Y
Cma1=Cma2=0
l’impresa 1 (leader):

max 1 RT1 CT1 [30 Y1 Y2 ]Y1


Y1

1
Y2 15 Y1
2

C.P.O: Rma1=Cma1=0 Rma1=0


1 1 2
RT1 30.Y1 Y12 Y1 (15 Y1 ) 30Y1 Y12 15Y1 Y1
2 2
Rma1= 30-2Y1-15-Y1=15-Y1=0

Y1* 15
Y2 * 7,5
p=7,5

L’impresa 1 produce di più guadagna profitti più


elevati rispetto all’equilibrio di Cournot

271
IL MODELLO DI BERTRAND
(ovvero la concorrenza basata sul prezzo nel caso di
prodotto omogeneo)
L’approccio di Bertrand è simile a quello di Cournot,
eccetto per il fatto che egli ipotizza che ogni impresa
stabilisca il prezzo invece dell’output, e prenda questa
decisione nell’ipotesi che la rivale manterrà costante il suo
prezzo. L’obiettivo è sempre la massimizzazione del
profitto.
HP:
1. omogeneità del prodotto
2. ogni impresa ha sufficiente capacità produttiva per
rifornire l’intero mercato
3. le imprese fronteggiano curve di costo identiche noi
ipotizziamo che, per dati prezzi degli input, il Cma sia
costante ed uguale al Cme.
IMPRESA 1
Dato p2 sceglie p1:
se p1>p2 non riesce a vendere nulla
se p1=p2 si dividono la domanda metà per uno
se p1<p2 l’impresa 1 si accaparra tutta la domanda
(l’impresa 2 non vende nulla)
diminuendo il prezzo di una entità arbitrariamente
piccola, l’impresa 1 può quindi sottrarre tutti i clienti
all’impresa 2 trova conveniente farlo fintantoché
p2>Cma
Ciò vale anche per impresa 2.
Un p>Cma non può essere un equilibrio.
L’unico equilibrio possibile in questo caso è
p1=p2=Cma (eq. Concorrenziale) ( 1= 2=0).
272
ESERCIZIO
Si consideri un duopolio in cui le imprese offrono un
prodotto omogeneo e competono alla Bertrand.
La funzione di CT per ciascuna impresa è CT=2.q mentre la
funzione di domanda di mercato è
Q=10-p
Si caratterizzino i valori di equilibrio di prezzo, quantità e
profitti. Si valuti quindi la perdita di benessere associata a
questa forma di mercato
----------------
Se le imprese competono nei prezzi alla Bertrand, la
condizione di equilibrio coincide con quella di concorrenza
perfetta, vale a dire p=Cma.
Essendo Cma=dCT/dq=2
p*=2 Q*=10-p*=10-2=8 1= 2=0

La perdita di benessere è nulla

272 bis
LA CONCORRENZA BASATA SUL PREZZO NEL
CASO DI PRODOTTI DIFFERENZIATI

Ex.:
duopolio
ciascun duopolista ha CF=20 e CV=0
ciascun duopolista ha di fronte la stessa curva di
domanda:
domanda dell’impresa 1: Q1 12 2 P1 P2
domanda dell’impresa 2 Q2 12 2 P2 P1

Se entrambe le imprese scelgono simultaneamente i loro


prezzi, si può usare il modello di Cournot per determinare
l’equilibrio.
Ciascuna impresa sceglierà il proprio prezzo,
accettando come fisso il prezzo dell’impresa
concorrente.

273
IMPRESA 1
max 1 RT1 CT1 P1 (12 2 P1 P 2 ) 20
P1

12 P1 2 P12 P1 P2 20

C.P.O: .
1
0 12 4 P1 P2 0 4 P1 12 P2
P1

1
P1 3 P2 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 1
4

Analogamente per l’IMPRESA 2


max 2 RT2 CT2 P2 (12 2 P2 P1 ) 20
P2

12 P2 2 P22 P2 P1 20

C.P.O: .
2
0 12 4 P2 P1 0 4 P2 12 P1
P2

1
P2 3 P1 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 2
4

274
Mettendo a sistema le due curve di reazione:
1 1 1 3 1
P1 3 P2 P1 3 (3 P1 ) 3 P1
4 4 4 4 16
1 1
P2 3 P1 P2 3 P1
4 4

15 15 15 16
P1 P1 . 4
16 4 4 15
1
P2 3 P1 P2 4
4

P1 4
P2 4 Equilibrio di Cournot
q1 12 2 p1 p2 12 2.4 4 12 8 4 8
RT1 RT2 8 .4 32 1= 2=12
q2 12 2 p 2 p1 12 2.4 4 12 8 4 8

poichè ciascuna delle 2 imprese fa il meglio che può


dato il prezzo che è stato scelto dall’impresa
concorrente, nessuna delle 2 imprese ha un incentivo a
variare il proprio prezzo.
Graficamente:
P1 R2
ECOLLUSIVO
6
R1

4
ENC

3 4 6 P2

275
SE LE IMPRESE COLLUDESSERO (scegliendo lo
stesso P):
max 1 2 ( P.Q1 20) ( P.Q2 20)
P

[ P(12 2 P P) 20] [ P(12 2 P P) 20] 24 P 2 P 2 40

C.P.O: .
0 24 4 P 0
P
P 6 Q1 Q2 12 P 6 RT1 RT2 36 1 2 16

Equilibrio collusivo

276
Se le imprese non scegliessero simultaneamente i loro
prezzi, ma l’impresa 1 scegliesse per prima
a differenza del modello di Stackelberg in questo caso se
si muove per primi si è decisamente svantaggiati.
Perché?
Perché si dà all’impresa che muove per seconda
l’opportunità di vendere ad un p lievemente inferiore a
quello dell’impresa concorrente, conquistando così una
maggiore quota di mercato.

IMPRESA 1
max 1 RT1 CT1 P1 (12 2 P1 P 2 ) 20 12 P1 2 P12 P1 P2 20
P1

Con vincolo:
1
P2 3 P1 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 2
4

sostituendo il vincolo nella funzione da massimizzare:


1 7 2
max 1 12 P1 2 P12 P1 (3 P1 ) 20 15P1 P1 20
P1 4 4
7 7
C.P.O: .
1
0 15 2 P1 0 15 P1 0
P1 4 2

P1=30/7=4,29

P2= 4,07

277
Ancora su:
IL COMPORTAMENTO COLLUSIVO: I CARTELLI
IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO

L’equilibrio di Nash è un equilibrio non cooperativo


il risultante profitto realizzato da ciascuna impresa è più
alto di quello che verrebbe realizzato nella concorrenza
perfetta ma più basso di quello che verrebbe realizzato se le
imprese colludessero.

nei modelli di Courmot (e di Stackelberg) non si ha la


max. globale (non sono eq. Pareto efficienti)
formando un cartello gli oligopolisti si comportano
congiuntamente come un monopolista: scelgono l’output
che max. congiunto e si dividono poi tra loro tale .

Però è una situazione intrinsecamente instabile: i contraenti


sono sempre tentati di non stare ai patti dato il
comportamento degli altri, ciascuna impresa migliorerebbe
la propria situazione scegliendo un p più basso Dilemma
del prigioniero

278
Riprendiamo l’esempio di prima:
CF=20; CV=0
domanda dell’impresa 1: Q1 12 2 P1 P2
domanda dell’impresa 2 Q2 12 2 P2 P1
Eq. collusivo P1=P2=6 1= 2=16
( Eq non collusivo P1=P2=4 1= 2=12)

Che cosa accade se l’impresa 1 non sta ai patti ma


chiede un prezzo più basso. Ex. P1=4 1=?
1 RT1 CT1 P1Q1 20 4[12 (2.4) 6) 20 4.10 20 20

1è maggiore

E l’impresa 2 che continua a stare ai patti?. P2=6 2=?


2 RT2 CT2 P2Q2 20 6[12 (2.6) 4) 20 6.4 20 24 20 4

2è minore

Impresa 2
Coopera (P2=6) Defeziona (P2=4)
Impresa 1 Coopera (P1=6) (16,16) (4,20)
Defeziona (P1=4) (20,4) (12,12)

Defezionare è una strategia dominante

279
LA CURVA DI DOMANDA AD ANGOLO
Congettura:
riguarda la reazione delle altre imprese alla decisione di p
in un oligopolio differenziato:
Se p rivali p
Se p rivali p=0
p

A E
E = equilibrio (non viene spiegato
B perché)
C

q
D F

Se p: gli altri non lo seguono perde molti clienti


AE PIATTO
Se p: gli altri lo seguono e p non guadagna
molti clienti EF RIPIDO
Rma spezzata ABCD
Se Cma compresi tra B e C non cambia l’equilibrio
VIENE COSI’ SPIEGATA LA RILUTTANZA A
CAMBIARE SCELTA A FRONTE DI COSTI
RIGIDITA’ DEI PREZZI
Se i costi , le imprese non i p perché temono di inviare il
messaggio sbagliato e innescare una guerra dei prezzi;
Se i costi , le imprese non i p perché le altre imprese
potrebbero non fare lo stesso.

280
LEADERSHIP DI PREZZO
Struttura di un certo tipo di mercato oligopolistico in cui è
presente un’impresa dominante da cui tutte le altre
prendono l’esempio per quanto riguarda la politica di
prezzo.
L’impresa dominante tiene conto delle reazioni delle altre
imprese quando prende le sue decisioni sul prezzo e
sull’output, ma le altre imprese assumono come dato il
prezzo dell’impresa dominante quando stabiliscono il loro
comportamento ( leadership di prezzo).
Graficamente:
p
p S

p1 Cma
p1

p2 p2

p3 p3
D
Rma D.I.D.
QI.D.
Q2 Q1 Q3 Q Q1-Q2 Q3

curva di D di mercato
Una nuova impresa relativamente “grande”
curva di SLP di settore
(e quindi dominante) sta considerando la
con concorrenza
possibilità di entrare nel mercato
perfetta (imprese con
D.I.D.= curva di domanda dell’impresa
diversi gradi di
dominante = D di mercato- S delle imprese
efficienza)
concorrenziali

281
L’impresa dominante, partendo dalla sua curva di D.I.D.
fissa p* in modo da massimizzare i profitti:
p

CmaLP

p*

Rma D.I.D.
QI.D.
QI.D.*
Le altre imprese:
p

D
Qaltre imprese
QS*altre imprese QD
= QS*impresa dominante
Questo modello oltre a spiegare come vengono determinati
i prezzi, fornisce alcuni spunti interessanti:
può emergere un’impresa dominante solo se essa è in
grado di produrre una proporzione “sostanziale” dell’output
dell’industria ad un prezzo inferiore a quello che si
determinerebbe in situazione di concorrenza tra imprese
relativamente piccole.
Ex. supermercato rispetto alle piccole botteghe.

282
I CARTELLI

L’analisi della determinazione del prezzo


Soltanto raramente tutti i produttori di un bene si accordano
per formare un cartello.
un cartello deve tenere conto della reazione di offerta dei
produttori concorrenziali (non appartenenti al cartello)
quando sceglie il prezzo.
Possiamo usare il modello della impresa dominante.
ANALISI DELL’OPEC
p
OC
DTOT

DOPEC
p*

CmaOPEC
pC

RmaOPEC

Q
QOPEC QTOT

Costi OPEC molto più bassi


pC<<p*
Poiché sia la domanda totale sia l’offerta non OPEC sono
anelastiche, anche la domanda di petrolio dell’OPEC è
piuttosto anelastica il cartello ha un notevole potere
monopolistico

283
ANALISI CIPEC (rame)

OC

CmaOPEC

p*
pC
DOPEC
RmaOPEC
DTOT

QOPEC QTOT Q

Costi CIPEC non molto più bassi


pC p* perché?

Potenziale potere monopolistico piccolo perché la domanda


totale e l’offerta concorrenziale sono molto più elastiche.

Due condizioni per il successo del cartello:


1. la domanda totale del bene non deve essere molto
elastica;
2. il cartello deve controllare quasi tutta l’S mondiale
oppure, se non lo fa, l’S dei produttori non appartenenti
al cartello non deve essere elastica

284
I MERCATI DEI FATTORI DI PRODUZIONE

D e S determinano prezzi e quantità come in qualsiasi altro


mercato:

w
S

wE E

LE L

Spostamenti dell’SL e/o della DL fanno variare


l’equilibrio

285
LA DOMANDA DI LAVORO (DL)

La teoria tradizionale di base della domanda di lavoro


tratta tale input in maniera del tutto analoga a qualsiasi
altro fattore

Domanda di lavoro imprese


Offerta di lavoro lavoratori

IPOTESI

Mercati perfettamente concorrenziali sia del lavoro


che del prodotto w, p dati
Obiettivo dell’impresa = massimizzazione dei
profitti

286
LA DOMANDA DI LAVORO DI UN’ IMPRESA NEL
BREVE PERIODO

Funzione di produzione di breve periodo Q=f(L, K )


Graficamente:

L
HP. Rendimenti del fattore sempre decrescenti
PML = produttività marginale del lavoro = Q/ L
PML

287
DATO L’ANDAMENTO DELLA PML QUANTO
LAVORO CONVIENE OCCUPARE ALL’IMPRESA?
Dipende da w e da p (dati)
MAXL = RT-CT= RT-CF-CV
è come
MAXL RT-CV = RT-w.L
Graficamente:

RT, CV
CV=w.L

RT=p.Q(L)

)w
L* L

Quantità di lavoro da domandare:


dRT dpQ dQ
w p. p.PML
dL dL dL
w = p.PML

ovvero
w = VPML (=produttività marginale in valore)

288
In altre parole:
1 ora di lavoro
COSTO = w
RESA = VPML = produttività marg. in valore = p.PML
VPML

Se l’obiettivo è la massimizz. del profitto, tenendo presente


che la VPML è decrescente richiedo lavoro fino a che
VPML w
In ottimo w=VPML
ESEMPIO:
VPML

A
wo

Lo L
Se w=wo la domanda di lavoro è pari a Lo:
non di meno perché VPML>w conviene L
non di più perché VPML<w conviene L
289
Se w (da wo a w1) la DL :
VPML

w1

wo

L1 Lo L

costo resa L perché la resa è più alta


quando L è più basso
Sulla curva del VPML (=p.PML) si trovano tutte le
scelte dell’impresa riguardo all’impiego di lavoro
w

VPML DL

CURVA DI DOMANDA DI LAVORO DI BREVE


PERIODO (CON K COSTANTE)
L=L(w)

290
SE VARIA p?
Se p per ogni livello di L la PML è immutata ma il
VPML (p.PML)
la DL si sposta verso destra
w

VPML’ DL’
VPML DL

L L' L
Per ogni livello di w la DL è ora maggiore perché il
rendimento del lavoro è ora maggiore
Ripetere con p
SE VARIA LA PML?
Ex PML (innovazione tecnologica) anche in questo
caso la DL si sposta verso destra
w

VPML’ DL’
VPML DL
L L’ L

291
CONCLUSIONE
La DL dipende da 3 elementi:
la PML
il w
il p
a parità di PML, la DL è tanto più elevata quanto minore è
w e maggiore è p

DL = DL (w,p, PML)
-, +, +

292

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