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in realtà prodotti
116
Es. Un solo fattore produttivo (L)
Y
Y=f(L)
Funzione di produzione
4
B
3
2 A
2 4 L
K L
per produrre Y=10 1 100
10 10
25 4
4 25
117
INFORMAZIONI UTILI SULLA TECNOLOGIA:
118
2. EFFETTO DELL’AUMENTO DI UN IMPUT
SULL’OUTPUT (A PARITA’ DELL’ALTRO INPUT)
Ex.
Y K .L
K=25 L=4 Y=10
K’=26 L=4 Y’=10,2
K’’=27 L=4 Y’’=10,39
10,39
10,2
10
L=4
25 26 27 K
119
3. EFFETTO DELL’AUMENTO DI ENTRAMBI GLI
INPUT (RENDIMENTI DI SCALA)
Y=f(K,L)
Y’=f(2K,2L)
Ex.
Y K .L Rendimenti di scala?
In effetti (dimostrazione):
Y K .L
Y' (2 K ).(2 L) 4.K .L 2. K .L 2.Y
120
Definizione più generale:
Y=f(K,L)
Y’=f( K, L) con >1 ex. =2
Y’= Y rendimenti di scala costanti
Y’< Y rendimenti di scala decrescenti
Y’> Y rendimenti di scala crescenti
EX.
Y=A.K .L Funzione di produzione Cobb Douglas
SE:
+ <1 rendimenti di scala decrescenti
+ =1 rendimenti di scala costanti
+ >1 rendimenti di scala crescenti
DIMOSTRAZIONE:
Y=f(K,L)= A.K .L
Y’=f( K, L)= A. ( K) .( L) con >1
= A. .K . .L =
= A. + .K .L =
= + .A.K .L =
= + .Y
+
+ <1 < Y’< Y rendimenti di scala
decrescenti
+
+ =1 = Y’= Y rendimenti di scala
costanti
+
+ >1 > Y’> Y rendimenti di scala
crescenti
121
FUNZIONE DI PRODUZIONE
Y=f(L,K)
PROBLEMA: RAPPRESENTAZIONE GRAFICA
3 variabili?
ISOQUANTO:
Tutte le combinazioni (K,L) con cui posso ottenere una
certa quantità di output
10 B
Y 20
4 Y 10
A
4 10 25 L
122
PROPRIETA’ ISOQUANTI
DECRESCENTI:
se L e voglio mantenere Y Y allora K deve
CONVESSI:
La riduzione di un fattore deve essere compensata con
incrementi via via crescenti dell’altro input (se le
produttività marginali sono decrescenti)
123
INCLINAZIONE ISOQUANTO
K
KA A
KB B
Y Y
L
LA LB
Significato economico:
l’inclinazione di un isoquanto misura di quanto può
essere ridotto l’impiego dell’input K quando si accresce
di una unità l’impiego dell’input L in modo da
mantenere costante il livello dell’output.
K
0
L
A che cosa è pari?
Y f (LA , K A )
Y f ( LB , K B )
K Y=PmaK. K
L Y=PmaL. L
K Pma L
L Pma K
124
INCLINAZIONE ISOQUANTI
K Pma L
0
L Pma K
K
SMST Saggio Marginale di Sostituzione Tecnica
L
Ex.
SMST=-0,2 in un punto.
Significa che, partendo da quel punto, si può mantenere la
stessa quantità prodotta accrescendo di una unità L e
riducendo di 0,2 il capitale k.
Ex.
Supponiamo che l’impresa utilizzi K e L per produrre una
data quantità di output e che PmaL=2 e PmaK=1
Calcolare il SMST?
Il calcolo è piuttosto semplice:
K PmaL 2
SMST 2
L PmaK 1
Volendo mantenere costante il livello dell’output, a
fronte di un incremento unitario dell’impiego dell’input L
l’impiego dell’input K deve essere ridotto di due unità.
Diamone una giustificazione intuitiva:
Se si accresce di una unità l’impiego dell’input L, avendo
questo una produttività pari a 2, il prodotto totale aumenta
di 2 . Volendo mantenere l’output costante il capitale che ha
una produttività pari a 1, deve essere ridotto di due unità.
125
LA SCELTA DELLA TECNICA
Y Y 10
126
COSTO DI UNA ALTERNATIVA
Quanto costa acquistare (K,L)?
Costa CT=pK.K+w.L
dove:
pK.K= spesa per l’acquisto di K
pL.L= spesa per l’acquisto di L
CT pK K w.L
127
RETTA DI ISOCOSTO
K
CT CT
CT e intercette
pK w
pK
w
inclinazione
pK
L
CT
w
54/6
L
54/3
128
Se w varia (ad esempio aumenta w’>w) cosa succede
alla retta di isocosto? ( p K , CT )
K
CT l’inclinazione in valore
pK
w
assoluto aumenta pK
CT CT L
w' w
L
CT
w
129
Dati p K e w come si modifica la retta di isocosto
relativa a tutte le combinazioni (K,L) che costano CT '
con CT ' CT ?
CT CT’
L
130
LA SCELTA DELLA TECNICA
dati pK e w
K A
KE E
B
Y Y 10
LE L
131
Nel punto di ottimo E:
dati pK e w
K A
KE E
B
Y Y 10
LE L
w Pma L PmaL PmaK
pK Pma K ovvero w pK
Pma L Pma K
w = pK
K A
KE E
B
Y Y 10
LE L
133
FUNZIONE CT=CT(Y)
K
dati pk e w
KE’ E’
Y Y 15
KE E
Y Y 10
LE LE’ L
E=(LE,KE) = combinazione migliore per produrre 10 unità
E’=(LE’,KE’) = combinazione migliore per produrre 15 unità
COSTO MINIMO DI PRODUZIONE DI 10 UNITA’
CT10=pK.KE+w.LE
COSTO MINIMO DI PRODUZIONE DI 15 UNITA’
CT15=pK.KE’+w.LE’
Abbiamo così trovato due punti della relazione che lega
il costo alla quantità prodotta (FUNZIONE DEL COSTO
TOTALE).Ripetendo questa operazione per ogni altro
livello della quantità prodotta si trovano tutti gli altri punti e
si ottiene così tutta la funzione del costo totale.
134
FUNZIONE DI COSTO TOTALE CT=CT(Y)
pK e w dati
SEMPRE CRESCENTE
3 possibili andamenti ( tecnica)
CT
a b
c
135
In particolare:
CT
R.S. COSTANTI
2CT0
CT0
Y
Y0 2Y0
CT
<2CT0
CT0 R.S. CRESCENTI
Y
Y0 2Y0
CT
>2CT0
R.S. DECRESCENTI
CT0
Y
Y0 2Y0
136
CASO TIPICO:
CT
Y
Y*
137
COSTO MARGINALE
CT
Cma
Y
CT
CT
Y
Y
CTA A
) Y
YA
Cma=Cme
A’
A
Y Y
Y Y
A
Y Y
139
CASO TIPICO:
CT
Y
Y* Y’
Cma
Cme
Cma
Cme
Y* Y’ Y
N.B.
Se in un tratto Cma>Cme allora Cme è crescente
Se in un tratto Cma<Cme allora Cme è decrescente
140
COSTI DI BREVE E DI LUNGO PERIODO
Fino ad ora abbiamo esaminato COSTI (totali, medi,
marginali) DI LUNGO PERIODO.
Chiamiamoli CTLP; CmaLP; CmeLP.
Esaminiamo ora i COSTI ((totali, medi, marginali) DI
BREVE PERIODO.
Chiamiamoli CTBP; CmaBP; CmeBP.
141
Come si modifica l’analisi?
K
K A B C
20
15
10
LA LB LC L
Posso variare la mia dotazione di L ma non la mia
dotazione di K.
devo scegliere dei punti lungo la retta rossa.
se voglio produrre 10, avendo K K , domando LA
se voglio produrre 15, avendo K K , domando LB
se voglio produrre 20, avendo K K , domando LC e così via.
Quindi:
il costo totale di breve periodo per una produzione
Y=10 sarà: CTBP(10) = pK. K +w.LA
per una produzione Y=15 sarà: CTBP(15) = pK. K +w.LB
per una produzione Y=20 sarà: CTBP(20) = pK. K +w.LC
quindi, in generale, per produrre una quantità Y il mio costo
totale di breve periodo sarà:
CTBP = CTBP (Y) = pK. K +w.L (Y)
142
Esaminiamo più in dettaglio
CTBP = pK. K +w.L (Y)
COSTO VARIABILE=CV
COSTO FISSO=CF
Ex.1.000.000 euro
Qualunque cosa produca, anche Y=0
devo pagare l’affitto del macchinario
143
Rendimenti del fattore lavoro costanti:
A’
CV
A
CV
CF
Y
Y0 2Y0
A’
<CV
A
CV
CF
Y 2Y Y
144
Rendimenti del fattore lavoro decrescenti:
A’
>CV
A
CV
CF
Y 2Y Y
CF
Y
N.B.
Parliamo di rendimenti del fattore lavoro e non di
rendimenti di scala.
145
CmaBP, CmeBP hanno lo stesso significato già esaminato
ma si riferiscono alla situazione di breve periodo (e quindi
vengono derivati dalla curva di CTBP):
CTBP CTBP
Cma BP ; CmeBP ;
Y Y
EX.
CTBP
CF
Y
CV
)
Y
CV
CVme BP ;
Y
146
DALLA CURVA DEI CTBP ALLE CURVE DEI CmeBP;
CmaBP; CVmeBP
CmaBP
CTBP CmeBP
CVmeBP
A’’
A’ CmeBP
A
CmaBP=CVmeBP
Y Y
CTBP CmaBP
CmeBP
CVmeBP
A’ A’’
A
CmeBP
CVmeBP
CmaBP
Y Y
147
Rendimenti del fattore decrescenti:
CmaBP
CTBP CmeBP CmaBP
CVmeBP
CmeBP
A
CVmeBP
Y Y
YA YA
148
Rendimenti del fattore misti: prima crescenti poi
decrescenti
CASO TIPICO:
CTBP
Y
Y* Y’ Y’’
CmaBP
CmeBP CmeBP CmaBP
CvmeBP
CVmeBP
Y* Y’ Y’’ Y
149
ANCORA SUI COSTI DI BREVE E DI LUNGO
PERIODO
K Y’ Y’’
Y
E’’
K B E’ B’’
E
CTBP
CTLP
Y
Y’
150
N.B.
Se nel breve periodo avessi una dotazione di capitale
maggiore ( K K )
1
CTBP
CTBP CTLP
Y
Y’
151
LE DECISIONI DELL’IMPRESA RIGUARDO ALLA
QUANTITA’ DA PRODURRE
Dipendono da:
Struttura del mercato nella quale l’impresa opera.
Varie forme di mercato che si differenziano per:
- le dimensioni delle imprese che operano nel mercato;
- il numero delle imprese;
- il tipo di prodotto (omogeneo o differenziato);
- la possibilità di entrare nel mercato
152
CONCORRENZA PERFETTA
Q
Generale contrapposizione con situazioni di
concorrenza imperfetta:
p
CONCORRENZA IMPERFETTA
q=q(p) o p=q-1(q)
Ex.automobili
D
q
153
ANALISI DI BREVE PERIODO
(quantità ottima di produzione nel breve periodo)
q
q0 q*
154
Concentrandosi sulle inclinazioni delle 2 curve appena
analizzate (ovvero sul Cma e sul p):
p
CmaBP
qo q* q
max.perdita
p=CmaBP
+
CmaBP interseca p
dall’alto verso il basso
max.profitto
p=CmaBP
+
CmaBP interseca pdal basso verso l’alto
(stiamo producendo in un tratto in cui i rendimenti del
fattore lavoro sono decrescenti)
In effetti:
dato p max q π RT CT
dπ dRT dCT dRT d p.q
C.P.O. 0 Rma Cma essendo Rma p si ha p Cma
dq dq dq dq dq
d 2π d(p Cma) dCma dCma
C.S.O. 0 ovvero 0 Cma crescenti
dq 2 dq dq dq
155
p CmaBP
CmeBP
p p=CmaBP
q
q*
π=RT-CTBP CT
π =p.q-CmeBP q essendo Cme
q
π = (p-CmeBP).q
π>0 se p-CmeBP>0
ovvero p>CmeBP
156
Altro caso:
p
CmaBP
CmeBP
q* q
157
Riepilogando:
p CmeBP
CmaBP CVme
L’impresa produce
p la quantità q*
conseguendo un
profitto positivo
q* q
p CmaBP CmeBP
q* q
p CmaBP CmeBP
CVme
158
Quindi:
p
CmaBP CmeBP
p0 CVme
p’
p’’
p*
p L’impresa produce solo per p ≥ p*
q*q’’q’q0 q
Se p=p0 → q0 (π>0)
Se p=p’ → q’ (π=0)
Se p=p’’ → q’’ (π<0 ma inferiore ai costi fissi)
Se p=p* → q* (π<0 e pari ai costi fissi: indifferente tra
produrre e non produrre)
Se p=p → non produce
→ l’impresa produce solo per p ≥ p*
→ l’impresa produce solo per p ≥ min Cvme.
159
CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO
DELLA IMPRESA q=q(p)
p CVme
CmaBP
p0
p’
p’’
p*
p
q*q’’q’q0 q
Se p=p0 → q0
Se p=p’ → q’
Se p=’’ → q’’
Se p=p* → q*
Se p=p → non produce
160
LA SCELTA DELLA QUANTITA’ DA PRODURRE
NEL LUNGO PERIODO
Graficamente:
p
CmaLP CmeLP
p0
p’
p’’
q’ q0 q
Se p=p0 → q0
Se p=p’ → q’
Se p=p’’ → non produce (avrei <0)
161
CURVA DI OFFERTA DI LUNGO PERIODO
DELL’IMPRESA
p CmaLP
CmeLP
p*
162
CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO
DELL’INDUSTRIA
4 4 4
2 2
3 5 q 2 q 3 5 7 Q
impresa 1 impresa 2 INDUSTRIA
Offerta dell’industria
(n imprese)
163
EQUILIBRIO NELL’INDUSTRIA NEL BREVE
PERIODO
(Ovvero determinazione del prezzo nel breve periodo)
A LIVELLO DI SETTORE
p SBP (=∑CmaBP)
p*
EBP
min CVme
D (=∑d)
Q
Q*
A LIVELLO DI IMPRESA:
p CmaBP
Con 0 o anche <0
ma inferiori (in valore
assoluto) ai costi fissi
p*
q* q
SLP INDUSTRIA
(n variabile)
min CmeLP
165
EQUILIBRIO DELL’INDUSTRIA NEL LUNGO
PERIODO:
p
p* S
D
Q
Q*
166
PASSAGGIO DAL BREVE AL LUNGO PERIODO
3 casi possibili
I CASO:
p
SBP(n)
EBP ELP E
E
Il numero delle
p*=min CmeLP SLP imprese non
varia.
D
Q
II CASO:
. SBP(n)
p
SBP(n’) Nel breve periodo le n
imprese presenti sul
EBP
mercato conseguono
ELP profitti positivi. Nel
p* SLP lungo periodo entrano
nuove imprese S
p fino a p* (ELP).
D
Q
III CASO:
p
SBP(n’) SBP
Nel breve periodo le n
(n)
imprese presenti sul
mercato conseguono
profitti negativi. Nel
ELP
lungo periodo alcune
p* SLP
imprese escono S
EBP p fino a p* (ELP).
D
Q
167
Consumatori, produttori ed EFFICIENZA DEI
MERCATI
168
LA RENDITA DEL CONSUMATORE
(O SURPLUS DEL CONSUMATORE)
D individuale
SURPLUS
DEL
CONSUM.
p di mercato
SPESA
q* q
170
A LIVELLO AGGREGATO:
p
D AGGREGATA
SURPLUS
DEI
CONSUM.
p di mercato
q* q
171
Un prezzo più basso fa aumentare la rendita del
consumatore:
A
p'
= rendita del
consumatore al
prezzo p1
q' q
B C
p'' p di mercato
q' q'' q
172
LA RENDITA DEL PRODUTTORE
173
Quindi:
p
= Surplus o rendita
4
del consumatore
3
P=2,5
2
1 2 3 4 q
S individuale
p di mercato
R.P.
q* q
S aggregata
p di mercato
R.P.
q* q
175
Un prezzo più elevato fa aumentare la rendita del
produttore:
p
= rendita del
S produttore al
prezzo p1
p1
A
q1 q
p
= rendita del produttore al prezzo p2
=A+B+C
dove:
A= rendita iniziale
B= rendita addizionale per il produttore
iniziale
C= rendita del nuovo produttore
S
p2
C
B
p1
A
q1 q2 q
176
Dal punto di vista del benessere di tutti i membri della
società, l’allocazione delle risorse che si determina su un
libero mercato è quella ottimale?
A
F
Domanda
C
qE B q
178
p
E
pE
D
qE q
179
È possibile aumentare il benessere economico totale
aumentando o diminuendo la quantità del bene? NO!
E
pE
D
qA qE qB q
180
Un libero mercato è efficiente.
Risultato condizionato da ipotesi:
181
Prossimi Argomenti
-imposte e sussidi
182
Variazioni delle rendite del consumatore e del
produttore causate dalla regolamentazione dei
prezzi. Ex PMAX
Prezzo
O
Eccesso di
domanda
razionamento (ex.
code,
discriminazioni)
P0 E inefficienze (spreco
di tempo, il bene
non va al
Pmax consumatore che lo
desidera di più) +
potenziali iniquità
D
QS Q0 QD
Quantità
183
Variazioni delle rendite del consumatore e del
produttore causate dalla regolamentazione dei
prezzi. Ex PMAX
RENDITA
CONS.:
Prezzo PRIMA=D+B
DOPO=D+A
=+A-B>0
Perdita secca O
D RENDITA
PRODUTT.:
B PRIMA=A+C+F
DOPO=F
P0 E
A C =-A-C<0
Pmax RENDITA
F TOT=
D =(+A-B)+(-A-C)=
-B-C<0
QS Q0 QD
Quantità
184
N.B. Quando la domanda è
particolarmente anelastica
rendita consumatori<0
D
rendita consumatori=
Prezzo
=+A-B<O
(B A)
O
A Esempio: controllo
Pmax
dei prezzi del gas
naturale nel 1975
Quantità
Q1
185
IMPOSIZIONE DI UN PMIN:
ECCESSO
Prezzo DI
OFFERTA
ECCEDEN
ZA
(alcuni
venditori
PMIN
vorrebbero
vendere quel
E
bene a
PE quel prezzo
ma non
riescono a
farlo)
QD QE Qs Quantità
186
Perdita di benessere quando P=PMIN:
RENDITA
CONS.:
Prezzo PRIMA=D+A+B
DOPO=D
=-A-B<0
RENDITA
D
PRODUTT.:
PMIN PRIMA=C+F
A DOPO=F+A
B
B
=+A-C
E
PE
CC RENDITA TOT
=(-A-B)+(+A-C)=
F
-B-C<0
QD QE Qs
Quantità
187
N.B.: Se i produttori
producono QS:
Se i produttori producono
Prezzo QS, la quantità Qs – QD
rimarrà invenduta
rendita produtt.
Pmin =A - C – D <0
A
PE B
C
D
Quantità
QD QE QS
188
Ex.Il salario minimo
Le imprese non possono pagare
w meno di wmin. Questo produce
disoccupazione
wmin
A La perdita secca
w0 B
è data dai
C triangoli B e C
Disoccupazione
D
L1 L0 L2 L
189
Esempio: La
deregolamentazione del
traffico aereo
• Nel 1976-1981 l’industria del
trasporto aereo americano venne
profondamente deregolamentata.
• La deregolamentazione portò al
fallimento di diverse linee aeree e
all’entrata di nuove imprese.
• Nonostante la considerevole
prezzo (con beneficio per i
consumatori) i non
complessivamente di molto, poichè i
pMIN avevano causato inefficienze e
costi artificialmente elevati.
190
Esempio: La
deregolamentazione del
traffico aereo
Prima della deregolamentazione
il prezzo era Pmin, QD = Q1, Qs = QS
2.
Prezzo
A
P0 B
Dopo la deregolamentazione
C
il prezzo scende a PO
F e la rendita del
consumatore è A + B
D rendita
produtt.=
D
=-A+C+D>0
Q1 Q3 Q0 Q2 Quantità
191
Sostegno dei prezzi e quote di
produzione
192
Sostegno dei prezzi
Prezzo
O
Qg
Per mantenere il prezzo a Ps
G il governo acquista
la quantità Qg .
Ps rendita consum. = -A - B,
D rendita produtt. è A + B + D
A Costo A.P.=area azzurra
P0 B E
C
F
D + Qg
QD QE QS Quanti
tà
193
rendita consum. = -A - B,
Riepilogando: rendita produtt. è A + B +
D
Costo A.P.=area azzurra
rendita tot= (-A-B)+(+A+B+D)- COSTO A.P.<0
Prezzo
O
Qg
Ps
D
A
P0 B E
C
F
D + Qg
QD QE QS Quanti
tà
194
• Quote di produzione
– Il governo può anche provocare
l’aumento del prezzo attraverso
una riduzione dell’offerta
195
Restrizioni dell’offerta
(Quote di produzione)
O’ •L’offerta è limitata a Q1
Prezzo •L’offerta si sposta a O’ in Q1
PS
D
A
B
PE • R.Consumat.=- A - B
C • R.produtt. = + A - C
• R.tot =-A-B+A-C
=-B-C<0
•-B-C<0 PER.SECCA
Q1 QE Quantità
196
Restrizioni dell’offerta
(Incentivi a ridurre la produzione)
PS
• R.Consumat.=- A -
D B
A • R.produtt. = + A –
C+(incentivi)
B =+A-C
PE E +(B+C+D)=A+B+D
C (come nel sostegno
dei prezzi con
acquisto eccedenza)
R.tot.=(-A-
B)+(A+B+D)+(-B-C-
D)=-B-C<0
PERDITA SECCA
D
QD QE QS Quantità
197
N.B.
La collettività migliorerebbe la sua
situazione se la A.P. desse semplicemente
agli agricoltori A+B+D, lasciandoli liberi
di variare p e Q
R. Consumat.=0
R. Produtt..=A+B+D
COSTO A.P.= -A-B-D
R. TOT.=0
198
Incidenza di un’imposta=t.Q
(imposte sul consumo e sulla
produzione) Pb-PS=t.
Pb è il prezzo (inclusa l’imposta)
pagato dai consumatori.
Prezzo PS è il prezzo che i venditori ricevono
al netto dell’imposta. La tassa ricade in
ugual misura su entrambe
O (PS)
Pb R.Consumat.=- A- B
R produtt.=- D-C
A
B A.P.=+ A + D
P0 E R tot= (-A-B)+(-D-C)+(A+D)
C -B- C<0 (PERDITA SECCA)
D t
Ps
D (Pb)
Q1 Q0 Quantità
199
Incidenza di un’imposta
• Quattro condizioni devono essere
soddisfatte dopo che la tassa è stata
imposta:
1) la quantità venduta e Pb devono
essere sulla retta di domanda: QD
= QD(Pb)
2) la quantità venduta e Ps devono
essere sulla retta di offerta: QO =
QO(Ps)
3) QD = QO
4) Pb - Ps = t
200
Prezzo Sia i venditori che i
consumatori vengono
danneggiati: i consumatori
pagano un prezzo più elevato
(inclusa la tassa) ma i venditori
ne ricavano uno inferiore (al
netto della tassa)
O (PS)
Pb
Le imposte sul consumo
e quelle sulla produzione
A
B hanno effetti
P0 E equivalenti sul mercato.
C La sola differenza è
D nella mano
che consegna fisicamente
PS Il denaro all’erario
D (Pb)
Q Q0 Quantità
1
201
della dimensione del mercato al di sotto del
livello ottimale:
alcuni compratori e venditori escono dal mercato sebbene il
valore del bene per i primi sia superiore al costo che
sostengono i secondi; i benefici dello scambio sarebbero
inferiori all’ammontare della imposta
Prezzo
O (PS)
Pb
A
B Allocazione
P0 E
C inefficiente
D
PS
D (Pb)
Q Q0 Quantità
1
202
Che cosa determina la dimensione della
perdita secca provocata dall’introduzione
dell’imposta? Le elasticità rispetto al
prezzo della D e dell’S (in quanto misure
della sensibilità della quantità domandata ed
offerta alle p)
A parità di curva di domanda e di ammontare
dell’imposta la perdita secca è tanto maggiore tanto
più elastica è la curva
p di offerta
p
S
D D
Q Q
S più rigida S più elastica
203
Nello stesso modo:
p p
S
S
D D
Q Q
204
Quanto maggiori sono i valori delle
elasticità della D e dell’S rispetto al prezzo,
tanto maggiore è la perdita secca provocata
dall’applicazione di una imposta. (in quanto è
maggiore la riduzione della dimensione del
mercato).
• Ovviamente l’entità della perdita secca
aumenta con l’aumentare
dell’ammontare della imposta
p p
Q Q
Imposta di ammontare Imposta di ammontare
più modesto più elevato
205
Come si ripartisce l’onere fiscale?
Dipende dall’elasticità della domanda
e dell’offerta
ED/EO Onere dell’imposta Onere ED/EO
piccolo sui consumatori
dell’imposta grande
sui venditori
Prezzo D Prezzo O
Pb
O
t Pb
E E
P0
P0
Ps
t
D
Ps
Q1 Q0 Q1 Q0 Quantità
Quantità
206
Anche se si dispone soltanto di stime delle ED e
EO in un punto o per un piccolo intervallo, invece
delle intere curve di D e di O , si è in grado di
determinare chi sosterrà il massimo onere di
un’imposta.
l’onere fiscale ricade più pesantemente sulla
componente del mercato relativamente meno
elastica ossia meno sensibile alle variazioni di
prezzo
Frazione di traslazione= FT
% imposta “traslata” sui consum.=Eo/(Eo - Ed)
Per esempio:
•Ed = 0 (domanda perfettamente anelastica)
FT=1
(tutta la tassa ricade sui consumatori)
•Ed = (domanda perfettamente elastica)
FT=0
(tutta la tassa ricade sui produttori)
207
SUSSIDIO
208
Prezzo
Sussidio
O (PS)
Ps •QD=QO(Pb)
•QD=QO(PS)
E
P0 s •QD=QO
•PS-Pb=S
Pb
D (Pb)
Q0 Q1 Quantità
209
Come si ripartisce il beneficio del sussidio?
Dipende da ED/EO
p
p D
pS
S
sussidio
pS
p E
E
p E
pEb
sussidio
pb
210
Contingenti di importazioni e
dazi doganali
211
Gli effetti del commercio
internazionale sul benessere:
Isolandia ovvero l’equilibrio
in assenza di scambi
Commercio internazionale
Prezzo
PG=prezzo globale
•Se PE<PG EXPORT.
•Se PE>PG IMPORT.
O interna
PE E
A= rendita consum.
B= rendita produtt. D interna
Q0 Quantità
212
PAESE ESPORTATORE PE<PG
Prezzo
O interna
esportazioni
P :
PG •Produttori
avvantaggiati
PE E •Consumatori
danneggiati
rendita tot=?
D interna
QD Q0 QO Quantità
213
PAESE ESPORTATORE PE<PG
Prezzo
O interna
A esportazioni
PG • Rconsum.=-B
• R.prod.=+B+D
B D
rendita tot=
PE E
-B+B+D=+D>0
Guadagni
C produtt.> perdite
consum.
D interna
Q0 Quantità
214
PAESE IMPORTATORE PE>PG
Prezzo
O interna
P :
•Produttori
dannegiati
PE E •Consumatori
avvantaggiati
PG rendita tot=?
importazioni
D interna
QO Q0 QD Quantità
215
PAESE IMPORTATORE PE>PG
Prezzo
• R.
consumat.=+B+D
• R. produttori=-
B
R. tot.=+B+D-
B=+D>0
PG A
Il commercio
E
internazionale fa
B aumentare il benessere
D totale della nazione
Quantità
216
Contingenti di importazioni e dazi doganali
217
DAZIO DOGANALE
= import. con
Prezzo dazio
O
P :
E • rendita
consumatori
• rendita
PG + dazio=P’ produttori
• + entrate fiscali
PG
218
DAZIO DOGANALE
Prezzo
O
• RCons.=-C-D-E-F
• R. produttori=+C
Entrate pubbliche=+E
A E Rtot.=-C-D-E-
F+C+E=
B =-D-F= PERDITA
P’ SECCA
C D E F
PG
G
D
219
Come ogni imposta che grava sulla vendita
di un bene, il dazio distorce gli incentivi e
allontana l’allocazione delle risorse scarse
da quella ottimale
220
Contingente d’importazione:
Imposizione di un limite legale alla
quantità di un dato bene che è
possibile importare
221
Esempio: Il contingente sullo
zucchero
• Il prezzo mondiale dello
zucchero è sceso fino a 4
centesimi alla libbra, mentre
negli USA non è mai sceso sotto
i 20-25 centesimi alla libbra.
222
Esempio: Il contingente sullo
zucchero
Prezzo
SUS DUS
PUS=21,9
R. tot=-B-C=-$800m
A
D
B C
PG=11
224
Esempio: regolamentazione dei
prezzi nel mercato del gas naturale
225
Esempio: regolamentazione dei
prezzi nel mercato del gas naturale
•PPP = €8/b
•EEquilibrio: PG= 2; Q = 20 da QO=QD
•SSupponiamo che il prezzo amministrato
sia posto uguale a €1 RENDITA=?
226
Esempio: regolamentazione dei
prezzi nel mercato del gas naturale
Prezzo
D S
A=(18).(1)=18
2.40 B=(2).(0,4).(1/2)=0,4
C=(2).(1).(1/2)=1
R. consum.=+A-B=18-0,4=17,6
B
2.00 R. produtt.=-A-C=-18-1=-19
R tot= -B-C=-1,4
C
(Pmax)1.00
Q
0 5 10 15 18 20 25 30
227
MONOPOLIO
Un solo produttore
Di dimensioni tali da soddisfare tutta la domanda
Presenza di barriere all’entrata (se queste barriere sono
tecnologiche monopolio naturale)
Si tratta di scegliere
p un punto su questa
funzione al quale
corrisponda il max. .
Qual è?
D q
228
Il Rma in questo caso non coincide con il prezzo:
infatti, quando l’impresa vende un’unità in più i suoi ricavi:
di una cifra pari al prezzo a cui vende questa
quantità
di una cifra che dipende dal fatto che l’impresa
deve vendere tutta la sua produzione ad un prezzo
inferiore al precedente
Rma<p
In effetti:
RT=p(Q).Q
RT p p
Rma p .Q con 0 se beni non di Giffen
Q Q q
==> Rma<p
(Per Q=0 allora Rma=p)
229
Esempio:
consideriamo una impresa la cui curva di domanda sia:
p=6-Q
Rma<p
Ex. voglio vendere non 2 ma 3 unità. Devo abbassare il
p da 4 a 3. I miei RTOT quindi:
- del p di vendita dell’ultima unità(+3)
- perché le 2 unità che già vendevo prima, le vendo ad
un p più basso (- p.2=-1.2=-2)
Rma=+3-2= +1
Quando il Rma>0 il RTOT cresce al crescere della
quantità; quando invece il Rma<0 il RTOT decresce al
crescere della quantità.
230
p
P=6-Q
Rma Rme
Q
3 6
Si può dimostrare che, se la curva di D dell’impresa è una
retta decrescente, anche la curva del Rma è una retta
decrescente.
Le 2 intercette sull’asse delle ordinate coincidono ma
l’inclinazione del Rma è doppia rispetto a quella della curva
di domanda.
DIMOSTRAZIONE:
Ex. curva di domanda del monopolista:
p=a-b.Q
RTOT=p.Q=(a-b.Q)Q=a.Q-b.Q2
RTOT
Rma a 2.b.Q
Q
Se la curva di domanda (D) è lineare allora la curva dei
Rma è anch’essa lineare con inclinazione doppia.
Nell’esempio: p=6-Q
RTOT=p.Q=(6-Q).Q=6Q-Q2
Rma=dRTOT/dQ=6-2Q
230bis
E cosa possiamo dire sulle funzioni di costo del
monopolista?
CTBP C’BP
CmeBP
CmeBP
C’BP
Q
231
Ritornando all’equilibrio del monopolista:
maxQ =RT-CT
con vincolo p=p(Q)
CONDIZIONE DI OTTIMO
Rma=Cma
I Cma intersecano i Rma dal basso verso l’alto.
Graficamente:
p CmaLP
CmeLP
E LP>0
p* (Esistono barriere all’entrata)
Rma D
Q
Q*
N.B.
I profitti potrebbero essere nulli
P>Cma : il prezzo unitario del bene venduto eccede
l’incremento nei costi che deve essere sostenuto per
produrlo inefficienza
p è maggiore, Q è inferiore rispetto alla
concorrenza perfetta inefficienza (creazione di
una “scarsità artificiale”).
Non si produce in corrispondenza del min CmeLP
(inefficienza).
232
N.B.:
Nel punto di ottimo
Cma=Rma 0
p p Q 1 1
Rma p .Q p(1 . ) p(1 ) p (1 )
Q = q p Q, p Q, p
1
Rma p (1 ) 0
Q, p
1
(1 ) O
essendo p 0
Q, p
a
>1
a/2 E =1
Rma D
Q
a/2b a/b
233
Una regola pratica per la determinazione del prezzo:
Q* ottimale condizione di ottimo
Cma=Rma
dp
p .q Cma
dq
dp q
p p( . ) Cma
dq p
1
p p. Cma
D
da cui:
1
p Cma p.
D
Mark up come % di p
Ex. p Cma
Rma D
Q
QM
SURPLUS CONSUMATORI = area A
SURPLUS PRODUTTORI = area B
TRIANGOLO C= PERDITA NETTA ASSOCIATA
AL MONOPOLIO
Il monopolista produce meno della quantità socialmente
efficiente di prodotto le risorse non vengono allocate in
maniera efficiente. 234
LA REGOLAMENTAZIONE DEL PREZZO E LE
LEGGI ANTITRUST
A causa del costo sociale del potere monopolistico, le leggi
antitrust impediscono alle imprese di accumularne quantità
eccessive.
Un altro mezzo con cui la Pubblica Amministrazione può
limitare il potere monopolistico è la regolamentazione del
prezzo.
la regolamentazione del prezzo è in grado di
eliminare la perdita secca derivante dal potere
monopolistico.
Ex. p Cma
EM
p1 pM
pCP
Rma D
Q
QM Q1
ATTENZIONE AL Cme!
235
In un monopolio naturale però:
p
D
EM
pr
Cme
Perdita
pCP Cma
Rma
Q
235 bis
Discriminazione perfetta di prezzo
Vendita di diverse unità dello stesso bene a prezzi diversi
fissare p diversi in relazione a consumatori diversi.
Perché si possa discriminare occorre che:
1. i diversi gruppi siano identificabili;
2. la natura del bene consenta di impedire fenomeni di
arbitraggio tra essi.
Ex. è possibile:
-al cinema (sconto per anziani)
-sui campi sportivi (sconto per giovani)
Mentre non è possibile in libreria o in pasticceria
La discriminazione dei prezzi fa aumentare il benessere
economico eliminando le inefficienze implicite nel p di
monopolio (tutta la benessere si traduce in un aumento
della rendita del produttore)
p
p
A= rendita consumatori
B=profitto
A = perdita secca
EM
B B
C’=Cme
D D C’=Cme
R’ Q
Q
Monopolio con p unico Monopolio con perfetta
discriminazione dei
prezzi
236
Nella realtà, naturalmente, la discriminazione dei prezzi
non è perfetta.
Ciò che accade è che le imprese tendono a dividere i
consumatori in gruppi: giovani e vecchi, tedeschi e
olandesi, acquirenti del fine settimana e acquirenti dei
giorni lavorativi, ecc.
Rispetto a quanto risulta da un monopolio con prezzo
unico, una discriminazione imperfetta dei prezzi può fare
aumentare, fare diminuire o lasciare invariata la rendita
totale del mercato.
L’unica conclusione certa è che fa aumentare il profitto del
monopolista (se così non fosse, l’impresa sceglierebbe una
strategia di prezzo unico).
237
CONCORRENZA MONOPOLISTICA
Come la concorrenza perfetta
Ma prodotto non omogeneo, differenziato
238
L’EQUILIBRIO DI BREVE PERIODO (impresa
rappresentativa)
p CmaBP
CmeBP
EBP
p*
Qui >0
Rma D
Q
Q*
Situazione simile a quella di monopolio ma la curva di
domanda non è , in questo caso, quella di mercato ma ne è
una semplice frazione.
239
L’EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO
p CmaLP
CmeLP
p* ELP
=0
Rma D
Q* Q
La curva di D si è spostata fino a diventare tangente alla
curva dei CmeLP nel punto di equilibrio di LP.
240
CONCORRENZA MONOPOLISTICA ED
EFFICIENZA ECONOMICA
p
CmaLP
CmeLP
p* ELP
Rma D
Q* Q
1. p>Cma
Se si espandesse la produzione fino al punto in cui la
curva di D interseca la curva di Cma, si potrebbe
aumentare la rendita totale dei consumatori e dei
produttori di una quantità pari all’area della regione in
colore ( perdita secca dovuta al potere monopolistico).
Però:
*potere di mercato piccolo
*beneficio: la diversità dei prodotti
240 bis
241
OLIGOPOLIO
241
TEORIA DEI GIOCHI
GIOCATORE B
SINISTRA DESTRA
GIOCAT
ALTO 1,2 0,1
ORE A
BASSO 2,1 1,0
242
Altro esempio:
IMPRESA B
Fa pubblicità Non fa
pubblicità
Fa 10,5 15,0
IMPRESA pubblicità
A Non fa 6,8 10,2
pubblicità
E per l’impresa B?
Sì: fare pubblicità
242 bis
243
Purtroppo non tutti i giochi hanno una strategia dominante
per ogni giocatore:
Altro esempio:
IMPRESA B
Fa pubblicità Non fa
pubblicità
Fa 10,5 15,0
IMPRESA pubblicità
A Non fa 6,8 20,2
pubblicità
242 ter
244
Altro esempio:
GIOCATORE B
SINISTRA DESTRA
ALTO 2,1 0,0
GIOCATORE A BASSO 0,0 1,2
243
245
Problemi:
Un gioco può avere più di un equilibrio di Nash
(nel gioco precedente anche (Basso, Destra) è un equilibrio
di Nash. )
Esempio: il problema della scelta del prodotto.
Due imprese produttrici di cereali per la prima colazione
affrontano un mercato in cui possono essere introdotte con
successo 2 nuove varianti di cereali, purché ciascuna
variante venga introdotta soltanto da una impresa. Ciascuna
delle due imprese ha risorse sufficienti per introdurre
soltanto un nuovo prodotto
matrice dei payoffs:
IMPRESA B
IMPRESA A Friabili Dolci
Friabili -5,-5 10,10
Dolci 10,10 -5,-5
2 equilibri di Nash
Ci sono giochi in cui l’equilibrio di Nash non esiste.
Ex.
GIOCATORE B
GIOCATORE A SINISTRA DESTRA
ALTO 0,0 0,-1
BASSO 1,0 -1,30
244
246
L’equilibrio di Nash non comporta necessariamente
soluzioni Pareto-efficienti
EFFICIENZA PARETIANA:
impossibilità da parte di ciascun agente di migliorare la propria
posizione senza peggiorare quella di qualcun altro.
GIOCATORE B
ACCUSARE NEGARE
GIOCATORE A ACCUSARE -3,-3 0,-6
NEGARE -6,0 -1,-1
:
Se voi foste A cosa fareste? Accuseremmo
Se voi foste B cosa fareste? Accuseremmo
245247
ESERCIZIO
Albert e Victoria sono compagni di camera in un college universitario.
Entrambi preferiscono che la stanza sia in ordine, ma a nessuno dei due
piace fare le pulizie. Se fanno le pulizie insieme, ciascuno dei due
ottiene un payoff uguale a 5; se uno pulisce e l'altro no, l'utilità di chi fa
le pulizie è uguale a 0 e quella di chi non le fa è uguale a 8; se nessuno
dei due mette in ordine la stanza, l'utilità di entrambi è pari a l.
246
248
ESERCIZIO
IMPRESA A (2)
ENTRARE NON
IMPRESA B ENTRARE
(1) ENTRARE -5,-5 100,0
NON 0,100 0,0
ENTRARE
247
249
ii) Supponendo ora che la Boeing sia in grado di scegliere
la propria strategia prima
che la scelga Airbus, si indichi qual è l'equilibrio in
questo caso.
Esiste un solo equilibrio:
- Boeing entra e Airbus non entra.
-
248
250
ESERCIZIO
Roger e Michelle amano uscire insieme, ma preferiscono
spettacoli di genere completamente diverso. A Roger
piacciono gli incontri di catch nel fango, mentre Michelle
adora l’opera lirica.
Costruite la matrice dei payoffs nell’ipotesi che Roger e
Michelle vogliano soprattutto uscire insieme (e che
quindi assegnino un’importanza comunque secondaria
allo spettacolo).
MICHELLE (2)
CATCH OPERA
ROGER(1) CATCH 10,2 1,1
OPERA 0,0 2,10
249
251
Costruite ora la matrice dei payoffs nell’ipotesi che
Roger e Michelle diano invece una importanza
secondaria al fatto di uscire insieme (rispetto
all’importanza assegnata allo spettacolo):
MICHELLE (2)
CATCH OPERA
ROGER(1) CATCH 10,2 5,5
OPERA 0,0 2,10
250
252
OLIGOPOLIO
251
INTERDIPENDENZA STRATEGICA
Ex.
Industria composta da 3 imprese
Prodotto omogeneo
Curva di domanda di mercato Q=D(p) dove
Q=Q1+Q2+Q3
Ex.
p
1=RT1-CT1=p.Q1-CT1(Q1)
1=f1(Q1,Q2,Q3)
LA SCELTA MIGLIORE
DIPENDE DA Q1 MA ANCHE DA Q2 E Q3.
Non esiste un comportamento ottimale per l’impresa 1
indipendentemente da quello che fanno le altre imprese.
252
Assumendo che le imprese abbiano deciso di coesistere sul
mercato si possono identificare:
2 CLASSI DI COMPORTAMENTO:
253
I COMPORTAMENTI COLLUSIVI
ACCORDO, COLLUSIONE =
Si comportano come un monopolista che produce con
diversi impianti, dividendosi i profitti (max. gruppo)
INCENTIVO A TRADIRE
(vedi dilemma del prigioniero)
254
INCENTIVO A TRADIRE DILEMMA DEL
PRIGIONIERO
Ex duopolio:
SECONDO GIOCATORE
COOPERA DEFEZIONA
PRIMO COOPERA (150,150) (50,200)
GIOCATORE DEFEZIONA (200,50) (100,100)
255
I COMPORTAMENTI NON COOPERATIVI
EQ. NASH:
dato il comportamento degli altri soggetti, il
comportamento di ogni soggetto è ottimale
256
IL MODELLO DI COURNOT (EQ. NASH)
CONGETTURA:
Ciascuna impresa assume come dei dati le quantità offerte
dalla altre e decide quanto produrre in modo da
massimizzare i profitti
EQUILIBRIO:
ciascuna impresa produce effettivamente la quantità
ipotizzata dalle altre imprese
E’ UN EQUILIBRIO DI NASH
Riepilogando:
La variabile strategica a cui l’impresa reagisce è
l’output della sua rivale;
situazione simmetrica;
ciascuna impresa deve prevedere la scelta di output
dell’altra, in modo da poter attuare la scelta più
opportuna relativamente al proprio output;
cercheremo successivamente di individuare un
equilibrio delle previsioni, cioè una situazione in cui
ciascuna delle imprese vede confermare le proprie
aspettative circa il comportamento delle altre.
Ex. duopolio puro
1=RT1-CT1=p.Q1-CT1(Q1)
2=RT2-CT2=p.Q2-CT2(Q2)
Q2’
Q2’’
Q2’’’
Q1 =R1 (Q2)
Q1
Q1’ Q1’’ Q1’’’
258
IMPRESA 2:
Q2’
Q2’’
Q2’’’
Q2 =R2 (Q1)
Q1
Q1’ Q1’’ Q1’’’
259
METTENDO INSIEME LE DUE CURVE DI
REAZIONE:
Q2
E
Q2*
R1 R2
Q1
Q1*
N.B.
E= unico punto in cui le congetture di entrambi gli
agenti sono verificate
Extra profitti tanto maggiori quanto minore è il numero
delle imprese;
pCP<pNC<pMONOPOLIO;
con n molto elevato ENC ECP.
260
ESEMPIO
p=a-b.Y funzione di domanda inversa lineare
dove Y=Y1+Y2
costi marginali nulli (per semplicità)
IMPRESA 1:
max 1 RT1 CT1 (Y1 )
Y1
a bY2 a Y2
Y1 Y1 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 1
2b 2b 2
Y2
a/b
R1
a/2b Y1
261
IMPRESA 2:
RT2
Rma2 a 2bY2 bY1 0
Y2
a bY1 a Y1
Y2 Y2 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 2
2b 2b 2
a/2b
R2
a/b Y1
262
Graficamente:
Y2
a/b
a/2b
E
Y1*
R1 R2
a
Y1 *
3b
a NOTARE LA SIMMETRICITA’ (stessa struttura dei costi)
Y2 *
3b
a a 2a 2a 1
Y * Y1 * Y2 * p* a b( ) a
3b 3b 3b 3b 3
263
ALTRO ESEMPIO:
p=30-Y funzione di domanda inversa lineare
dove Y=Y1+Y2
costi marginali nulli (per semplicità)
Impresa 1:
max 1 RT1 CT1 (Y1 )
Y1
264
Graficamente:
Y2
30
15 E
Y1*
R1 R2
Y2* 15 30 Y1
1 1 1 1
Y1 15 Y2 Y1 15 (15 Y1 ) Y1 15 7,5 Y1
2 2 2 4
1
Y2 15 Y1
2
3
Y1 7,5
4 Y1* 10
1 Y2 * 10
Y2 15 Y1
2
p*=30-20=10
265
Se le imprese colludessero:
si comporterebbero come un monopolista
max
C.P.O.: Rma=Cma=0 Rma=0
RT= p(Y)Y=(30-Y)Y=30Y –Y2
RT
Rma 30 2Y 0
Y
Y 15 Y1 Y2 15
p 30 15 15
15
Y1* ENC
R1 R2
Y2* 15 30 Y1
Curva di collusione
266
EQUILIBRIO STABILE
R1 R2
e
Y2 Y1
Y1
Y2 Ci allontaniamo dall’equilibrio
EQUILIBRIO INSTABILE
R1 meno inclinata (in valore
assoluto) di R2
E
e
Y2
R2 R1
Y1
Y1
267
EQUILIBRIO DI STACKELBERG
Una delle 2 imprese, leader, compie le proprie scelte per
prima (ex. IBM)
EX.
IMPRESA 1: leader
IMPRESA 2: follower
L’impresa 1 decide di produrre Y1.
L’impresa 2 reagisce scegliendo di produrre Y2.
Quale livello di output dovrà scegliere la leader per
massimizzare i suoi profitti?
IL PROBLEMA DEL FOLLOWER:
Dato Y1 vuole max. 2 scegliendo Y2
Y2 =R2 (Y1): Il follower si muove sulla sua funzione
di reazione
a bY1
Se p(Y)=a-b.Y e Cma=0 Y2
2b
Y2
R2
Y1
268
IL PROBLEMA DEL LEADER:
Deve scegliere Y1 ossia un punto su R2 cui corrisponda
max. 1 problema di massimizzazione vincolata
Ex.
p=a-b.Y
Cma=0
max 1 [a b.(Y1 Y2 )].Y1 CostiFissi
Y1
a b.Y1
Y2
2b
a b.Y1
max 1 a.Y1 b.Y12 b.Y1. CostiFissi
Y1 2b
a b 2 a b 2
a.Y1 b.Y12 Y1 .Y1 CostiFissi Y1 .Y1 CostiFissi
2 2 2 2
1 a b a
C.P.O: 0 2. .Y1 0 bY1 0
Y1 2 2 2
a a
Y1 * Y
(in Cournot 1 3b )*
2b
a
a b.
2b a a a
Y2 * Y2 * (in Cournot Y2 *
2b 4b 4b 3b )
a a 3a
Y * Y1 * Y2 *
2b 4b 4b
269
QUINDI RISPETTO A COURNOT:
LA LEADER PRODUCE DI PIU’
LA FOLLOWER PRODUCE DI MENO
In questo esempio la produzione complessiva è inferiore, e
quindi il prezzo superiore in Cournot.
Graficamente:
Y2
ECOURNOT
ESTACKELBERG
R1 R2
Y1
270
Nell’altro esempio visto prima:
p=30-Y
Cma1=Cma2=0
l’impresa 1 (leader):
1
Y2 15 Y1
2
Y1* 15
Y2 * 7,5
p=7,5
271
IL MODELLO DI BERTRAND
(ovvero la concorrenza basata sul prezzo nel caso di
prodotto omogeneo)
L’approccio di Bertrand è simile a quello di Cournot,
eccetto per il fatto che egli ipotizza che ogni impresa
stabilisca il prezzo invece dell’output, e prenda questa
decisione nell’ipotesi che la rivale manterrà costante il suo
prezzo. L’obiettivo è sempre la massimizzazione del
profitto.
HP:
1. omogeneità del prodotto
2. ogni impresa ha sufficiente capacità produttiva per
rifornire l’intero mercato
3. le imprese fronteggiano curve di costo identiche noi
ipotizziamo che, per dati prezzi degli input, il Cma sia
costante ed uguale al Cme.
IMPRESA 1
Dato p2 sceglie p1:
se p1>p2 non riesce a vendere nulla
se p1=p2 si dividono la domanda metà per uno
se p1<p2 l’impresa 1 si accaparra tutta la domanda
(l’impresa 2 non vende nulla)
diminuendo il prezzo di una entità arbitrariamente
piccola, l’impresa 1 può quindi sottrarre tutti i clienti
all’impresa 2 trova conveniente farlo fintantoché
p2>Cma
Ciò vale anche per impresa 2.
Un p>Cma non può essere un equilibrio.
L’unico equilibrio possibile in questo caso è
p1=p2=Cma (eq. Concorrenziale) ( 1= 2=0).
272
ESERCIZIO
Si consideri un duopolio in cui le imprese offrono un
prodotto omogeneo e competono alla Bertrand.
La funzione di CT per ciascuna impresa è CT=2.q mentre la
funzione di domanda di mercato è
Q=10-p
Si caratterizzino i valori di equilibrio di prezzo, quantità e
profitti. Si valuti quindi la perdita di benessere associata a
questa forma di mercato
----------------
Se le imprese competono nei prezzi alla Bertrand, la
condizione di equilibrio coincide con quella di concorrenza
perfetta, vale a dire p=Cma.
Essendo Cma=dCT/dq=2
p*=2 Q*=10-p*=10-2=8 1= 2=0
272 bis
LA CONCORRENZA BASATA SUL PREZZO NEL
CASO DI PRODOTTI DIFFERENZIATI
Ex.:
duopolio
ciascun duopolista ha CF=20 e CV=0
ciascun duopolista ha di fronte la stessa curva di
domanda:
domanda dell’impresa 1: Q1 12 2 P1 P2
domanda dell’impresa 2 Q2 12 2 P2 P1
273
IMPRESA 1
max 1 RT1 CT1 P1 (12 2 P1 P 2 ) 20
P1
12 P1 2 P12 P1 P2 20
C.P.O: .
1
0 12 4 P1 P2 0 4 P1 12 P2
P1
1
P1 3 P2 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 1
4
12 P2 2 P22 P2 P1 20
C.P.O: .
2
0 12 4 P2 P1 0 4 P2 12 P1
P2
1
P2 3 P1 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 2
4
274
Mettendo a sistema le due curve di reazione:
1 1 1 3 1
P1 3 P2 P1 3 (3 P1 ) 3 P1
4 4 4 4 16
1 1
P2 3 P1 P2 3 P1
4 4
15 15 15 16
P1 P1 . 4
16 4 4 15
1
P2 3 P1 P2 4
4
P1 4
P2 4 Equilibrio di Cournot
q1 12 2 p1 p2 12 2.4 4 12 8 4 8
RT1 RT2 8 .4 32 1= 2=12
q2 12 2 p 2 p1 12 2.4 4 12 8 4 8
4
ENC
3 4 6 P2
275
SE LE IMPRESE COLLUDESSERO (scegliendo lo
stesso P):
max 1 2 ( P.Q1 20) ( P.Q2 20)
P
C.P.O: .
0 24 4 P 0
P
P 6 Q1 Q2 12 P 6 RT1 RT2 36 1 2 16
Equilibrio collusivo
276
Se le imprese non scegliessero simultaneamente i loro
prezzi, ma l’impresa 1 scegliesse per prima
a differenza del modello di Stackelberg in questo caso se
si muove per primi si è decisamente svantaggiati.
Perché?
Perché si dà all’impresa che muove per seconda
l’opportunità di vendere ad un p lievemente inferiore a
quello dell’impresa concorrente, conquistando così una
maggiore quota di mercato.
IMPRESA 1
max 1 RT1 CT1 P1 (12 2 P1 P 2 ) 20 12 P1 2 P12 P1 P2 20
P1
Con vincolo:
1
P2 3 P1 CURVA DI REAZIONE IMPRESA 2
4
P1=30/7=4,29
P2= 4,07
277
Ancora su:
IL COMPORTAMENTO COLLUSIVO: I CARTELLI
IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO
278
Riprendiamo l’esempio di prima:
CF=20; CV=0
domanda dell’impresa 1: Q1 12 2 P1 P2
domanda dell’impresa 2 Q2 12 2 P2 P1
Eq. collusivo P1=P2=6 1= 2=16
( Eq non collusivo P1=P2=4 1= 2=12)
1è maggiore
2è minore
Impresa 2
Coopera (P2=6) Defeziona (P2=4)
Impresa 1 Coopera (P1=6) (16,16) (4,20)
Defeziona (P1=4) (20,4) (12,12)
279
LA CURVA DI DOMANDA AD ANGOLO
Congettura:
riguarda la reazione delle altre imprese alla decisione di p
in un oligopolio differenziato:
Se p rivali p
Se p rivali p=0
p
A E
E = equilibrio (non viene spiegato
B perché)
C
q
D F
280
LEADERSHIP DI PREZZO
Struttura di un certo tipo di mercato oligopolistico in cui è
presente un’impresa dominante da cui tutte le altre
prendono l’esempio per quanto riguarda la politica di
prezzo.
L’impresa dominante tiene conto delle reazioni delle altre
imprese quando prende le sue decisioni sul prezzo e
sull’output, ma le altre imprese assumono come dato il
prezzo dell’impresa dominante quando stabiliscono il loro
comportamento ( leadership di prezzo).
Graficamente:
p
p S
p1 Cma
p1
p2 p2
p3 p3
D
Rma D.I.D.
QI.D.
Q2 Q1 Q3 Q Q1-Q2 Q3
curva di D di mercato
Una nuova impresa relativamente “grande”
curva di SLP di settore
(e quindi dominante) sta considerando la
con concorrenza
possibilità di entrare nel mercato
perfetta (imprese con
D.I.D.= curva di domanda dell’impresa
diversi gradi di
dominante = D di mercato- S delle imprese
efficienza)
concorrenziali
281
L’impresa dominante, partendo dalla sua curva di D.I.D.
fissa p* in modo da massimizzare i profitti:
p
CmaLP
p*
Rma D.I.D.
QI.D.
QI.D.*
Le altre imprese:
p
D
Qaltre imprese
QS*altre imprese QD
= QS*impresa dominante
Questo modello oltre a spiegare come vengono determinati
i prezzi, fornisce alcuni spunti interessanti:
può emergere un’impresa dominante solo se essa è in
grado di produrre una proporzione “sostanziale” dell’output
dell’industria ad un prezzo inferiore a quello che si
determinerebbe in situazione di concorrenza tra imprese
relativamente piccole.
Ex. supermercato rispetto alle piccole botteghe.
282
I CARTELLI
DOPEC
p*
CmaOPEC
pC
RmaOPEC
Q
QOPEC QTOT
283
ANALISI CIPEC (rame)
OC
CmaOPEC
p*
pC
DOPEC
RmaOPEC
DTOT
QOPEC QTOT Q
284
I MERCATI DEI FATTORI DI PRODUZIONE
w
S
wE E
LE L
285
LA DOMANDA DI LAVORO (DL)
IPOTESI
286
LA DOMANDA DI LAVORO DI UN’ IMPRESA NEL
BREVE PERIODO
L
HP. Rendimenti del fattore sempre decrescenti
PML = produttività marginale del lavoro = Q/ L
PML
287
DATO L’ANDAMENTO DELLA PML QUANTO
LAVORO CONVIENE OCCUPARE ALL’IMPRESA?
Dipende da w e da p (dati)
MAXL = RT-CT= RT-CF-CV
è come
MAXL RT-CV = RT-w.L
Graficamente:
RT, CV
CV=w.L
RT=p.Q(L)
)w
L* L
ovvero
w = VPML (=produttività marginale in valore)
288
In altre parole:
1 ora di lavoro
COSTO = w
RESA = VPML = produttività marg. in valore = p.PML
VPML
A
wo
Lo L
Se w=wo la domanda di lavoro è pari a Lo:
non di meno perché VPML>w conviene L
non di più perché VPML<w conviene L
289
Se w (da wo a w1) la DL :
VPML
w1
wo
L1 Lo L
VPML DL
290
SE VARIA p?
Se p per ogni livello di L la PML è immutata ma il
VPML (p.PML)
la DL si sposta verso destra
w
VPML’ DL’
VPML DL
L L' L
Per ogni livello di w la DL è ora maggiore perché il
rendimento del lavoro è ora maggiore
Ripetere con p
SE VARIA LA PML?
Ex PML (innovazione tecnologica) anche in questo
caso la DL si sposta verso destra
w
VPML’ DL’
VPML DL
L L’ L
291
CONCLUSIONE
La DL dipende da 3 elementi:
la PML
il w
il p
a parità di PML, la DL è tanto più elevata quanto minore è
w e maggiore è p
DL = DL (w,p, PML)
-, +, +
292