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stato il suo
piacere. Il suo sguardo cadde nuovamente sulla spada corta. Quel giorno la desiderava più che mai. Quel gesto
ripetuto con la mente molte volte adesso si sarebbe rivelato naturale, gradevole e liberatorio. Presto Anjo
manderà i suoi uomini ad arrestarmi, sarà la mia scusa...
“Il mio padrone dice che spera che qualcuno dia al tairò il giusto consiglio. Il daimyo di Satsuma deve chiedere
scusa, pagare l'indennità stabilita nell'incontro di Edo e punire pubblicamente l'assassino.” Yoshi annuì
fingendosi molto preoccupato. “Lo so, credi che io sia tanto idiota da non sapere quello che fai? “Quel nido di
scorpioni?” Yoshi non aveva ancora fatto scattare la trappola intorno alla mama-san Meikin perchè prima di
vendicarsi voleva conoscere la portata del complotto contro di lui. La vendetta va consumata con calma. E
ancora non si sentiva calmo. “Sarà possibile prenderlo vivo?” Inejin rispose con uno strano sorriso. “Ne dubito,
ma mi consentite di esporvi la storia a modo mio, sire?” Spostò il ginocchio dolorante in una posizione più
comoda. “Prima di tutto i gai-jin: si è verificato un fatto che desideravamo e che abbiamo incoraggiato sin
dall'inizio. L'estratto conto della sua banca di Edimburgo giunto con l'ultimo postale rivelava una posizione
finanziaria migliore di quanto non si aspettasse, una cifra più che sufficiente a consentirgli di avviare una
modesta attività. Era anche contento che la Nobil Casa fosse in buone mani perchè da Shanghai era arrivato il
nuovo direttore, Albert MacStruan. Jamie lo aveva conosciuto a Hong Kong tre anni prima quando MacStruan si
era appena inserito nella compagnia. Salirono alcuni gradini e percorsero un altro corridoio poi il dottore si
fermò. Il passo era sbarrato da un gruppo di guardie ostili con le mani sulle spade e gli occhi fissi su Yoshi e i
suoi. Anjo proseguì d'impeto: “Distrutta Yokohama la flotta dei gai-jin dovrà andarsene perchè avranno perso
la base dove poter riunire le forze. Yoshi era rimasto assorto nei suoi pensieri fino all'alba, non aveva quasi
toccato cibo e non era riuscito a prendere sonno; il posto vuoto nel letto era una consapevolezza troppo dolorosa.
“Bene. Si parla di guerra, ci sono novità in proposito?” Posso fidarmi di questa informazione?” Inejin alzò le
spalle. Conoscevano entrambi il famoso insegnamento di Sun-tzu: La spia più pericolosa è quella che vende i
segreti in cambio di denaro. Soltanto un uomo di genio riesce a penetrarne le intenzioni. “Il mio informatore
E soprattutto che quel paese era un'isola, una roccaforte impossibile da espugnare. “Sì, lui.” “Non sta a me
proporre quello che avete sicuramente già deciso, sire, ma credo che qualora il capo degli inglesi dia l'ultimatum
voi siate la persona più adatta per trattare. Da solo, sire.” “Quale piano? Come ne sei venuto a conoscenza?”
“Mi dispiace rivedervi in una circostanza così sgradevole, vecchio mio.” MacStruan parlava con l'accento
aristocratico di Eton e di Oxford colorato da una sfumatura di scozzese. La settimana prima McFay aveva
registrato la sua ditta e aveva aperto l'ufficio che provvisoriamente aveva sede nello stesso edificio che ospitava
il “Guardian” di Nettlesmith. “Dottore, uscite finché non vi chiamo.” Si erano messi in cammino pressati
dall'impazienza e finalmente erano giunti al castello. Ma neppure lì li attendeva il riposo: il castello stesso, Edo
e tutta la regione del Kwanto erano in fermento perchè i gai-jin, come previsto da Yoshi, stavano preparando la
guerra in risposta all'ultimatum del tairò. “Te lo chiedo per l'ennesima volta: che cosa dovremo fare, a tuo
avviso, quando la flotta arriverà?” Salirono alcuni gradini e percorsero un altro corridoio poi il dottore si fermò.
Il passo era sbarrato da un gruppo di guardie ostili con le mani sulle spade e gli occhi fissi su Yoshi e i suoi.
Per sfuggire all'ansia spronò il cavallo. Subito Hiraga lo imitò. Perché soffrire inutilmente? Il dottore gai-jin ti
guarirà” disse in tono deciso. Peccato che quando i due si sono azzuffati si fosse allontanato per riferire i
progressi dell'iniziativa a Hosaki. Il samurai mi ha detto che sembravano due belve! Yoshi si aggirava nel
castello come una tigre in gabbia. Il primo giorno le navi attaccheranno i bersagli più lontani, nell'entroterra,
usando la massima gittata dei cannoni pesanti per colpire tutti i ponti e le strade di accesso a Edo, di cui
conoscono la posizione precisa grazie alle informazioni ricevute dal traditore Hiraga. “E' morto.” Hiraga lo
sentì imprecare, Ori era stato il suo allievo favorito. “I gai-jin gli hanno sparato mentre tentava di penetrare in
una delle loro case” proseguì sempre più nervoso, “dicono che a Hamamatsu c'è stato un attentato contro Yoshi
e che nella mischia sono morti Koiko e uno shishi. Chi era?” Dannazione, mi ero ripromesso di non pensare a
lei dal 1° gennaio 1863 in poi! Né a Maureen... “I miei ordini invece” ribatté il dottore a cui la paura dava un
falso coraggio, “erano di portare qui il principe Yoshi.” “Non era un uomo. Spiacente, era Sumomo.” Hiraga
“Per il momento sì. A poca distanza da Jamie McFay, Hiraga cavalcava con il volto semicoperto da una
sciarpa, il cappello calato sugli occhi e impeccabili abiti da cavallerizzo. “Hodogaya è un posto perfetto e qui
siamo al sicuro.” “A Kyòto è andata male. Prima di partire ho affidato Sumomo a Koiko, che tornava qui con
Yoshi, per spiare il principe e scoprire chi ci tradisce, dev'essere uno dei nostri. Era un'occasione da non perdere
che le avrebbe consentito di uscire da Kyòto senza pericolo.” Katsumata parlava senza smettere di controllare
gli altri avventori che, seppur lontani, evitavano di guardarlo direttamente. “Misamoto, digli che vorrei saperne
di più su questi magnifici strumenti furansu” disse Yoshi compito, “e che, sì, che vorrei avere degli amici tra i
gai-jin. Io non sono contrario al commercio: forse potrei offrire la concessione del mio carbone ai furansu
invece che agli inglesi.” Evviva l'anno nuovo, sarà magnifico! “Sembra che Hiraga sia il nipote di un
importante shoya choshu cui è stato concesso di acquistare il titolo di goshi per i suoi figli, uno dei quali, il
padre di Hiraga, è diventato un hirazamurai. Hiraga è stato ammesso alla scuola segreta di Choshu dove grazie
ai suoi meriti gli è stato insegnato l'inglese.” Rise tra sé per l'espressione di stupore del suo signore. La tenete
E se il nemico riuscirà a infrangere quella barriera di fuoco e a bombardare Edo moriranno soltanto i contadini,
gli artigiani e quei parassiti dei mercanti. Le nostre legioni rimarranno intatte.” “Perché no, Nakama, vecchio
mio.” McFay, che non visitava il villaggio da mesi benché fosse parte del territorio dell'Insediamento, aveva
accolto con piacere la scusa di accompagnarlo. “Ho stracciato i trattati come vuole l'imperatore!” “Ho
stracciato i trattati come vuole l'imperatore!” Il vecchio era corso al suo cospetto e si era inchinato.
“Sembrerebbe, sire, che gli dei vi abbiano protetto come se foste uno di loro.” Secondo Hosaki abbiamo
carbone in abbondanza, e per i gai-jin il carbone vale quanto l'oro. Lo lasciarono passare indisturbato. Il dottore
aprì la porta in fondo al corridoio e s'inchinò per farsi precedere dall'illustre compagno. Yoshi non impugnò
l'elsa ma era pronto ad affrontare un assalto da dietro la porta. Non accadde. Nella grande stanza si vedevano
Anjo sorseggiò l'amaro estratto di erbe che gli era stato prescritto. “Cosa?” Il leggero movimento che Anjo
azzardò per vedere meglio Yoshi lo costrinse a mordersi un labbro per non gridare dal dolore. Se Toranaga
Yoshi non l'avesse onorata dopo un combattimento e una morte tanto coraggiosi lui gli avrebbe dato la caccia
fino alla morte, escludendo ogni altro obiettivo. Hiraga era il capo degli shishi di Choshu, i più numerosi. E
Sumomo, sebbene originaria di Satsuma, aveva giurato fedeltà a lui e a Choshu. “Per favore, lo devo sapere,
l'hanno seppellita con onore?” Il giorno di Natale, nonostante il lutto, Angélique aveva accettato di partecipare
alla cena organizzata da Jamie in onore di Albert MacStruan. Le quattro guardie non si erano mosse né
l'avrebbero fatto. Erano famosi combattenti, assolutamente fidati. Yoshi, che adesso si sentiva un pò meno
sicuro di sé, si inginocchiò e si chinò educatamente. Quella mattina, dopo che Inejin si era congedato, aveva
mandato ad Anjo un messaggio in cui gli chiedeva un incontro urgente per discutere di un'informazione della
massima importanza. “Non la perdiamo di vista un istante. Perché mi avete mandato a chiamare, sire?” E
soprattutto che quel paese era un'isola, una roccaforte impossibile da espugnare. Odiava quell'uomo e quella
stanza che puzzava di morte e diarrea e vomito e allo stesso tempo temeva di aver sottovalutato le voci che
giravano a palazzo: poteva essere quella la sua trappola mortale, bastava che l'ammalato desse l'ordine. A poca
distanza da Jamie McFay, Hiraga cavalcava con il volto semicoperto da una sciarpa, il cappello calato sugli
occhi e impeccabili abiti da cavallerizzo. Un fremito di nervosismo percorse le guardie. “Il Roju deve partire
subito in segreto, ci trasferiremo a... a Hodogaya. Quando saremo al sicuro nottetempo incendieremo
“Il piano dei gai-jin è terribilmente semplice. Dieci giorni dopo la dichiarazione del loro ultimatum, se non sarà
stato rispettato, la flotta si dirigerà a Edo. “Dottore, uscite finché non vi chiamo.” “Tra le altre cose potreste
chiedere di vedere Hiraga, per soppesarlo ed eventualmente convincerlo ad allearsi con voi. Poi lo userete a
vostro vantaggio.” Se non avessero risolto prima quel problema la coalizione li avrebbe distrutti. Il suo volto
era segnato da rughe più profonde del solito. Se lo aspettava. E comunque non aveva detto niente di
compromettente. “In veste di tairò ho ritenuto l'ultimatum necessario.” Se in genere i suoi uomini provavano
† Per sfuggire all'ansia spronò il cavallo. Subito Hiraga lo imitò. Anjo fu colpito da una violenta fitta, poi
annuì e agitò la mano in segno di congedo. “Uno shishi che collabora con noi?” sogghignò Yoshi.
“Impossibile.” Poi torneranno in forze. Il giorno prima Hiraga si era congedato da McFay dicendo: “Altre
domande domani a cavallo, Jami-sama. Io devo andare, andare a Hodogaya, a incontrare mio cugino. Per
favore?”. “Il mio padrone dice che spera che qualcuno dia al tairò il giusto consiglio. Il daimyo di Satsuma deve
chiedere scusa, pagare l'indennità stabilita nell'incontro di Edo e punire pubblicamente l'assassino.” Yoshi annuì
fingendosi molto preoccupato. “Non importa come, lo conosco e adesso lo conoscerai anche tu.” Gli raccontò la
sostanza del piano, con precisione, omettendo però il particolare dei dieci giorni di grazia dopo l'ultimatum.
Toranaga Yoshi aveva fatto ritorno al castello di Edo otto giorni prima. Se lo aspettava. E comunque non aveva