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giorni, e in due settimane da Londra anziché dopo quattro mesi! Io non farò in tempo a vederlo, ma scommetto
che tra dieci o quindici anni ci sarà il telegrafo tra qui e Hong Kong. Evviva Nakama e il mio socio Ryoshi,
evviva la mia nuova compagnia, la McFay Trading.
“Cosa?” Il leggero movimento che Anjo azzardò per vedere meglio Yoshi lo costrinse a mordersi un labbro per
non gridare dal dolore. “Non è scritto nel rotolo, sire, ma la spia ha promesso di darmene i dettagli insieme alla
data prevista per l'attacco e alle eventuali variazioni del piano.” “Era inevitabile” sentenziò Yoshi alla riunione
degli Anziani che aveva immediatamente convocato. Per dare ad Anjo una via d'uscita aggiunse: “Sei stato mal
consigliato. Allontana l'idiota che ti ha suggerito quella mossa e ha scritto la lettera”. “Il mio padrone ringrazia
e dice che qualsiasi offerta faranno gli inglesi, i furansu offriranno di più.” “E' mio padrone” aggiunse André
con un inchino, “il mio padrone è molto onorato di esservi amico e di fare parte della vostra grande famiglia,
sire.” “Ho stracciato i trattati come vuole l'imperatore!” Il capitano Abeh aveva chinato la testa, conscio che la
durezza di Yoshi fosse una reazione al dolore e alla frustrazione per la perdita dell'amata Koiko.
Insoddisfatto del cibo, dei bagni e del servizio offerto dalle locande oltre che da ciò che il futuro gli riservava,
aveva preteso da se stesso e dal seguito il massimo sforzo concedendosi soltanto poche ore di sonno e
infuriandosi per ogni intralcio. “Mi ha portato informazioni preziose sulla situazione qui e su Shorin e Ori. Le
ho suggerito di proseguire per Choshu ma ha preferito fermarsi sperando di poterti essere d'aiuto. “Hodogaya è
un posto perfetto e qui siamo al sicuro.” “Voglio i nomi, Inejin, impalerò quei traditori.” “Il medico dei gai-jin
di Kanagawa. Il furansu dice che conosce delle cure miracolose. Con il tuo permesso potrei farlo venire qui.”
Abbiamo perso molti capi e molti uomini, te ne parlerò più tardi, ma io, Sumomo, Takeda e qualcun altro siamo
riusciti a fuggire. Sono contento di vederti, Hiraga. Adesso va'.” “Meikin giura che né lei né la signora hanno
mai fatto parte del complotto contro di voi.” “I miei ordini invece” ribatté il dottore a cui la paura dava un falso
coraggio, “erano di portare qui il principe Yoshi.” “E' stato molto interessante.” Era impossibile tenere segreta
un'impresa di quel genere, e Yoshi si compiacque che Inejin ne fosse venuto a conoscenza così
tempestivamente. All'incontro erano presenti Abeh e sei dei suoi uomini. Chi di loro aveva parlato? Non aveva
“Il piano dei gai-jin è terribilmente semplice. Dieci giorni dopo la dichiarazione del loro ultimatum, se non sarà
stato rispettato, la flotta si dirigerà a Edo. “Lo shishi del ritratto? Il capo degli assassini di Utani?” “Molti
daimyo non la pensano così. Il tairò Anjo è il capo. Dovete fare quello che ordina. Questa è la sua terra.”
“Dev'esserlo anche il vostro, sensei”, rispose sottovoce, quasi senza muovere le labbra. “Vi ho cercato con
attenzione due volte in questo locale.” Katsumata rispose con la sua risata sommessa e piacevole. “Lascia cadere
qualcosa e nel raccoglierla guardati velocemente in giro.” Hiraga ubbidì, lanciò un'occhiata alla persona più
vicina, un ronin barbuto e spettinato dall'aspetto selvaggio che lo fissava cattivo e si voltò di nuovo. “Eeeh,
sensei!” “Sarò io a correre il rischio” proseguì agitando l'esca e fingendo di avere paura. Yoshi si inchinò
umilmente trattenendo a stento un grido di trionfo. Il costo della guerra, come già è accaduto nelle guerre cinesi
e come è loro costume imporre, verrà raddoppiato e ne chiederanno il risarcimento allo shògunato e
all'imperatore, pretendendo altresì in cambio della cessazione delle ostilità l'accesso senza limitazioni all'intero
territorio giapponese, Kyòto inclusa, e la concessione a tempo indeterminato di un'isola.” “Prima Hiraga.”
Mettersi in contatto con Hiraga era stato difficile e pericoloso. A poche persone era consentito di attraversare le
barriere o di entrare nello Yoshiwara. Anjo sorseggiò l'amaro estratto di erbe che gli era stato prescritto.
“Meikin giura che né lei né la signora hanno mai fatto parte del complotto contro di voi.”
“Forse il tairò vedrà Dottore Capo-sama”. Molto meno allegra di un tempo, tanto da non sembrare più la
stessa, Angélique si era tuttavia dimostrata così dolce e gentile che tutti avevano deciso che con quel piglio da
donna matura era ancora più affascinante. Quella sera erano tutti invitati a una festa alla Legazione francese
dov'era in programma un concerto di André. Uscire dalla protezione di sir William e di Tyrer era pericoloso,
ma voleva avere notizie di Sumomo e degli altri, scoprire cosa fosse veramente successo a Kyòto ed essere
informato sul nuovo piano degli shishi. Lo shoya non faceva che scuotere la testa e dire: “Spiacente, Otami-
sama, non ho ancora notizie di Katsumata e di Takeda e nemmeno della giovane Sumomo e di Koiko. Il signore
Yoshi è ancora nel castello di Edo. “Il primo giorno del nostro anno, Serata-sama” spiegò Misamoto, è quando
comincia la stagione delle feste, cade tra il sedicesimo giorno del primo mese e il ventiduesimo del secondo
mese a seconda della luna. Arrivato al confine del villaggio, prima della barriera, scelse uno spiazzo che offriva
una buona vista sul mare e su Yokohama e lì si sedette sulla panca di un chiosco di ristoro. Invece Yoshi, il
Guardiano dell'Erede, aveva detto freddamente: “Questa è la loro poesia di morte: Sono mai esistite? Dovranno
scappare nelle colonie cinesi e qui non metteranno più piede. “Avete trovato Katsumata?”
† “Dottore, uscite finché non vi chiamo.” “Forse dice il vero, forse no, ma dato il suo dolore potrebbe essersi
pentita dell'errore commesso, sire. Una spia convertita potrebbe tornare utile.” “Voglio un tè e bada che sia
appena fatto e ben caldo.” “Cominciate da oggi, sire. Cominciate dal vertice.” “Cadendo nella loro trappola.”
“Il mio padrone dice che non ci prepariamo alla guerra.” Yoshi capì che il gai-jin Andreh stava traducendo alla
lettera. “Prepariamo soltanto la difesa. Spiacente, il tairò dice che i gai-jin devono partire.” “Ma è la verità, sire.
Diversamente da tutti gli altri capi che abbia mai conosciuto a voi piace la verità, non la menzogna.” Inejin
spostò il ginocchio, che gli doleva in modo insopportabile. “La storia di questo informatore è complicata, sire. E'
stata Meikin a raccontarmi di lui...” Yoshi sobbalzò. “Sì, lo so, ma è stata Meikin. E' stata lei a convincere
l'intermediario a passare le informazioni a me anziché alla Bakufu e sarà lei a sostituire con grande rischio il
falso documento e a garantirne l'autenticità presso di loro. Meikin farebbe qualsiasi cosa per dimostrarvi la sua
lealtà.”
“Dove andranno, a Yokohama?” “Forse dice il vero, forse no, ma dato il suo dolore potrebbe essersi pentita
dell'errore commesso, sire. Una spia convertita potrebbe tornare utile.” I libri contabili erano in ordine, la
spedizione mineraria con Johnny Cornishman era ben avviata e prometteva grandi profitti: il carbone era di
ottima qualità e avevano stipulato l'accordo per un carico alla settimana per un periodo di prova di tre mesi.
“Aspettate qui, Abeh.” Abeh era angosciato: Yoshi sembrava non curarsene ma nel castello giravano voci
insistenti di un suo imminente arresto. “Perdonatemi sire, potrebbe essere una trappola.” L'ufficiale si irrigidì
per quell'insulto. Spinsero i cavalli al galoppo e dopo che gli altri ebbero svoltato verso l'ippodromo restarono
soli. Rallentarono e si godettero la bella giornata. Pensò alla perfezione della lama nascosta nel fodero di pelle
logorato dall'uso. E noi, esistiamo?” “Ma è la verità, sire. Diversamente da tutti gli altri capi che abbia mai
conosciuto a voi piace la verità, non la menzogna.” Inejin spostò il ginocchio, che gli doleva in modo
insopportabile. “La storia di questo informatore è complicata, sire. E' stata Meikin a raccontarmi di lui...” Yoshi
sobbalzò. “Sì, lo so, ma è stata Meikin. E' stata lei a convincere l'intermediario a passare le informazioni a me
anziché alla Bakufu e sarà lei a sostituire con grande rischio il falso documento e a garantirne l'autenticità presso
di loro. Meikin farebbe qualsiasi cosa per dimostrarvi la sua lealtà.” “Tra le altre cose potreste chiedere di
vedere Hiraga, per soppesarlo ed eventualmente convincerlo ad allearsi con voi. Poi lo userete a vostro
vantaggio.” Meritano di morire senza onore. Li staneremo con il fuoco, uccideremo i fuggiaschi e quando la
loro flotta se ne sarà andata torneremo qui. In primavera saremo pronti. Daremo fuoco a Yokohama domani
stesso.” Gli occhi di Anjo brillavano e un filo di saliva gli bagnava il mento. “A te l'onore di guidare l'assalto.
“Quando torneranno...” precisò Yoshi. “Ma è la verità, sire. Diversamente da tutti gli altri capi che abbia mai
conosciuto a voi piace la verità, non la menzogna.” Inejin spostò il ginocchio, che gli doleva in modo
insopportabile. “La storia di questo informatore è complicata, sire. E' stata Meikin a raccontarmi di lui...” Yoshi
sobbalzò. “Sì, lo so, ma è stata Meikin. E' stata lei a convincere l'intermediario a passare le informazioni a me
anziché alla Bakufu e sarà lei a sostituire con grande rischio il falso documento e a garantirne l'autenticità presso
di loro. Meikin farebbe qualsiasi cosa per dimostrarvi la sua lealtà.” Grazie a Hiraga i rapporti segreti di Jamie
con lo shoya avevano dato dei frutti ed era nata la prima compagnia: si chiamava I.S.K., Ichi Stoku Kompani,
poiché la moglie dello shoya non aveva ritenuto prudente usare il loro nome. Ryoshi e McFay possedevano il
quaranta per cento delle azioni ciascuno, la moglie di Ryoshi il quindici e Nakama Hiraga, il cinque. Yoshi fu
percorso da un brivido. Se quei barbari sono riusciti a umiliare la Cina, la Madre del Mondo, alla fine
umilieranno anche noi. E soprattutto che quel paese era un'isola, una roccaforte impossibile da espugnare. Si
girò: Katsumata era sparito. “Non per loro. La Bakufu è come un setaccio da riso, oltre che essere corrotta,
Se torneranno, noi...”. Misamoto intervenne in tono ossequioso: “Signore, lo straniero intende dire che vi
offrono termini di scambio più vantaggiosi, condizioni migliori. Anche i furansu producono cannoni, seppure in
quantità minore rispetto agli inglesi”. “Sii paziente, Takeda” disse, “Hiraga arriverà come previsto a metà
mattinata. Sii Paziente.” Nel pomeriggio, dopo le corse, le squadre della marina e dell'esercito si sarebbero
affrontate in una partita di calcio. Nonostante il freddo la giornata era piacevole, con una leggera brezza che
teneva lontano l'odore dell'inverno, delle alghe marcescenti sulla spiaggia e dei rifiuti abbandonati
nell'entroterra. “Grazie al mio informatore posso offrirvi questo in dono, sire. Con grave rischio per il mio
informatore ho anche disposto la sostituzione del rotolo con una copia falsificata che la Bakufu alla fine
comprerà a poco prezzo.” “Misamoto, di' che ci vedremo a Edo tra dieci giorni. Possono venire a Edo per un
incontro privato.” Ori come sta?” “Sarò io a correre il rischio” proseguì agitando l'esca e fingendo di avere
paura. “E come?”
La sua ira poteva abbattersi su di loro in ogni momento come una frustata. Uscire dalla protezione di sir
William e di Tyrer era pericoloso, ma voleva avere notizie di Sumomo e degli altri, scoprire cosa fosse
veramente successo a Kyòto ed essere informato sul nuovo piano degli shishi. Lo shoya non faceva che scuotere
la testa e dire: “Spiacente, Otami-sama, non ho ancora notizie di Katsumata e di Takeda e nemmeno della
giovane Sumomo e di Koiko. Il signore Yoshi è ancora nel castello di Edo. Il giorno prima Hiraga si era
congedato da McFay dicendo: “Altre domande domani a cavallo, Jami-sama. Io devo andare, andare a
Hodogaya, a incontrare mio cugino. Per favore?”. Aveva ventisei anni e un fisico robusto, capelli scuri, neri
occhi a mandorla e zigomi alti. Salirono alcuni gradini e percorsero un altro corridoio poi il dottore si fermò. Il
passo era sbarrato da un gruppo di guardie ostili con le mani sulle spade e gli occhi fissi su Yoshi e i suoi. “In
veste di tairò ho ritenuto l'ultimatum necessario.” Yoshi si aggirava nel castello come una tigre in gabbia.
Dovranno scappare nelle colonie cinesi e qui non metteranno più piede. “Non metterci molto, amico.” “Il
vostro incontro di ieri sulla nave furansu è stato utile, sire?” “Quando torneranno...” precisò Yoshi.