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“E' esatto.” Raiko comprendeva il pericolo, tuttavia da molti anni non si sentiva tanto eccitata.

Non si era mai


trovata nel mezzo delle questioni politiche della città, ma la conoscenza di Hiraga e il fatto di averlo sentito
parlare degli shishi, e d'aver saputo dallo shoya del legame tra lui e Ori, le aveva risvegliato l'appetito.

Ma lei era Tess Struan della Nobil Casa. Il vero errore del nostromo, pensò con tristezza, era stato di

sopravvivere ai tre bambini. Tremò al pensiero della sua testa infilzata su una lancia, insieme spaventata e

affascinata. Yuriko era già stata immortalata nelle stampe ukiyo-e del Mondo Fluttuante e il suo nome era

diventato il favorito delle geishe e ben presto sarebbe stata l'eroina di un dramma del teatro Noli. Nel momento

in cui aveva saputo del matrimonio tutte le tessere del mosaico erano andate al loro posto e aveva trovato una

spiegazione alla vicenda dell'ammiraglio, della lettera al “Guardian”, dell'annuncio della sera prima e persino

della data e dell'ora del duello. Non hai bisogno di cambiarti perchè ho incaricato Ah Soh di preparare i tuoi

bagagli che si trovano già a bordo.” In realtà conosceva tutte le cifre scritte in quel libro a memoria e non

avrebbe avuto alcuna necessità di consultarlo. Non c'era motivo di preoccuparsi. “E' ... è un messaggio portato

da un piccione viaggiatore.” “Forse avete ragione, reverendo ma a me dicono il contrario” gli rispose Struan in

tono fermo. Aveva già escogitato un piano per Tweet, uno per padre Leo e uno per sir William. I Complici i

nuovi argomenti di discussione, nella Città Ubriaca scoppiarono parecchie risse e un bar bruciò.

Trasalendo Raiko lo afferrò e si avvicinò alla luce. Scrutò i minuscoli caratteri, impallidì e barcollò come fosse

sul punto di perdere i sensi e si lasciò cadere pesantemente sulle ginocchia. “Dice: Un tentativo di assassinare il

principe Yoshi all'alba, nel villaggio di Hamamatsu, è fallito. A tutto ciò bisognava sommare la sua relazione

con Furansu-san, e quello che da lui aveva imparato sui gai-jin, paradossalmente fonte della sua ricchezza e al

tempo stesso nemici della loro sacra terra degli dei Non aveva dato alle due donne il secondo foglietto che era

rivolto solo a lui e diceva, in codice: L'assassino era una donna, Sumomo. Si ritiene che Koiko fosse implicata

nel complotto e dopo essere stata ferita dallo shuriken è stata decapitata dal principe Yoshi. “Ti ringrazio. Sono

lieta che gli affari ti vadano bene, Raikochan.” A tramonto la notizia si era diffusa in tutto l'Insediamento, la
Città Ubriaca e lo Yoshiwara. “Namu Amida Butsu! Koiko? Koiko è morta?” Meikin la fissò per qualche

istante senza vederla, gli occhi velati di lacrime, poi perse i sensi. “Grazie a tutti gli dei ricchi e poveri sono

riuscita a sposarla bene con un goshi, così i suoi figli saranno samurai.

“Vi prego di scusare le mie cattive maniere che mi spingono a presentarmi senza appuntamento, ma desideravo

rendere i miei omaggi a un'ospite tanto augusta e darle il benvenuto nel mio villaggio.” Entrambe furono

sorprese da quell'atteggiamento tanto formale da sembrare quasi ostile: in fondo non si trattava di un'occasione

ufficiale. “Che genere di informazioni?” “André, portatela da noi il più presto possibile. Jésus, quella stupida

gamine ci avrebbe dovuto mettere a parte del segreto... è compito vostro controllarla!” esclamò Seratard a bassa

voce mentre agitava con finto entusiasmo una mano all'indirizzo di Angélique il cui sguardo aveva incrociato il

suo. “Sì.” Il volto di Gornt si irrigidì. “Se terrà fede alla sua parola.” Fujiko aveva trasalito. Non era mai

arrivata a tanto prima, nemmeno nell'abbraccio più appassionato. Non importa, si disse stoicamente, meglio

qualche strano momento di eccentricità che non ricevere la paga dal gai-jin e non avere denaro per un intero

anno di piacere. “Meikin-san, quando il principe Yoshi ritornerà vi manderà certamente a chiamare, in fondo

eravate la mama-san di Koiko. Nel caso, spiacente, nel caso qualche nemico avesse mormorato contro di voi,

sarebbe saggio avere... disporre di segni... del... del vostro rispetto.” Passando tra i pochi uomini ancora davanti

all'ingresso del circolo, Angélique sussurrò: “Correte, Phillip!” e cominciò a correre per evitare padre Leo che

stava sbucando dal fondo della strada e procedeva con tutta la velocità consentitagli dalla mole e dalla tonaca.

Una volta giunta nell'ingresso, dov'era riunito quasi tutto il personale capeggiato da Vargas e dall'impassibile

Chen, Angélique rise nervosamente: “Non volevo parlare con lui!”. Quando Meikin sarebbe stata uccisa dal

principe Yoshi, o anche qualora fosse riuscita a sfuggire alla trappola, la banca ne avrebbe comunque ricavato

un profitto.
Lo shoya esitò, sembrò sul punto di dire qualcosa, si fermò. L'atmosfera nella stanza cambiò di colpo. Fu

Raiko a rompere il silenzio. “Scusate, shoya, ma cosa succede?” “Koiko parte del complotto? La mia bellezza,

il mio tesoro? Certo che no” sbottò Meikin, “certo che no.” Fujiko aveva trasalito. Non era mai arrivata a tanto

prima, nemmeno nell'abbraccio più appassionato. Non importa, si disse stoicamente, meglio qualche strano

momento di eccentricità che non ricevere la paga dal gai-jin e non avere denaro per un intero anno di piacere. Il

modo in cui lo disse, così incerto, così distaccato, quando tutti sapevano bene che l'ordine gli era stato impartito

con un urlo, ottenne un improvviso silenzio interrotto da una generale risata di nervosismo. Bene. Hai ragione.

Per il momento abbiamo parlato più che a sufficienza di cose serie. Chiacchieriamo piuttosto dei vecchi tempi e

di come vanno gli affari. Come sta tuo figlio?” “Ho un altro pagamento per te anche se il cliente è un pò lento.”

Meikin rise. “Non mi stupisce. Tu sei una negoziatrice straordinaria.” Si chinò per ringraziare. “Capisco

perfettamente. Ancora mille congratulazioni.” Tyrer era contento di andarsene: doveva ancora vedersi con

Hiraga per terminare un breve dispaccio diretto al tairò Anjo prima di poter attraversare il ponte per incontrare

Fujiko. Dopo il consiglio di guerra del mattino tra sir William e Seratard, durante il quale erano stati definiti gli

ultimi dettagli del futuro bombardamento e della campagna punitiva contro Edo, André gli aveva sussurrato:

“Fujiko muore dal desiderio di vedervi, è tutto sistemato. Accettando l'invito di Raiko aveva sperato proprio in

qualcosa del genere.

“Potete. Alla salute!” Infine era uscito di soppiatto dalla Legazione affrettandosi attraverso il ponte, aveva

bussato a una porta che immediatamente era stata aperta da Raiko in persona. Accolto con un inchino, era stato

fatto accomodare attraverso il giardino, accompagnato nella sala da bagno, lavato e nutrito. Ma la cosa più

importante di tutte era che Raiko avesse finalmente cominciato a trattarlo come l'importante funzionario che era.

Meikin-chan, se lo shoya sapesse che posso rifornirmi di questo nettare verrebbe ad assillarmi tutti i giorni!”
Superato lo sconcerto iniziale, Meikin si stava concentrando per cercare una via di scampo nel caso Yoshi

sospettasse di lei. Koiko poteva averla denunciata, o lui disponeva addirittura delle prove che entrambe

sostenevano sonno-joi e gli shishi e conoscevano Katsumata. Dobbiamo riceverlo?” Perché era molto stupido

abbracciare una causa sovversiva per via di un uomo, soprattutto quando gli uomini sopravvissuti tra gli shishi

erano ormai pochi, essendo quasi tutti dispersi o uccisi, e soprattutto quando non facevano altro che commettere

l'unico errore imperdonabile: fallire continuamente nel loro intento. “Ringraziatelo, ma aspettate ancora un

secondo prima di andarvene.” La stanza venne rassettata in fretta e il tavolo tornò impeccabilmente pulito; le

due donne si rinfrescarono l'alito con delle erbe e infine lo shoya venne fatto accomodare. “Vi prego di

scusarmi, signore” disse con apparente ansietà inginocchiandosi e inchinandosi ripetutamente in risposta ai loro

inchini. “Come?”

“Sì, grazie, è un onore per me” rispose Raiko, felice di rivedere la vecchia amica. Tuttavia era stata non poco

sorpresa che Meikin rispondesse con tanta solerzia al suo invito a discutere di affari. “Prego, serviti pure,

l'anguilla è particolarmente delicata. Sakè o brandy gai-jin?” “Potete. Alla salute!” Sposati! Oh, mio Dio! Nel

segreto della sua stanza, non appena si era seduta, tutto il clamore di verità e paradossi le si era presentato

davanti con brutalità: tutto era accaduto così in fretta, si era sposata quasi senza rendersene conto, e certo non

avrebbe mai immaginato che sarebbe accaduto in quel modo, a bordo di una nave. E quanto l'aveva sperato,

quanto aveva pregato per quelle nozze senza tuttavia crederle realmente possibili a causa dei troppi ostacoli che

si frapponevano. “Quanto potrebbe valere il giorno dell'attacco e il piano di battaglia dei gai-jin?” Quel mattino

Furansu-san le aveva dato abbastanza dettagli da spingere anche l'acquirente più scettico a non badare a spese.

Rimasto solo, Malcolm non si sforzò più di nascondere la fatica. “Ventisei. E tua figlia?”
La porta venne socchiusa e Vargas si affacciò facendo un cenno a McFay e sussurrandogli qualcosa.

“Certamente.” Gornt si alzò. “Quanto al mio contratto...” “Sì. Forse per il momento può bastare. Possiamo

riprendere il discorso più tardi, o domani, se vuoi. Posso organizzare la tua serata, se non sei troppo stanca?”

“Hai ragione” sussurrò, “ma vi sono alcune informazioni che possono valere il rischio. E se... se io venissi in

possesso di importanti dati segreti su ciò che... che alti ufficiali stanno segretamente progettando contro i gai-

jin? Credo che potrei trovar loro una collocazione con vantaggio per entrambe.” Gocce di sudore si erano

raccolte all'estremità dell'elaborata parrucca. Le asciugò con un fazzolettino di carta rosa. Adesso, che

Angélique era al sicuro e lui poteva di nuovo camminare appoggiandosi ai suoi bastoni si sentì di nuovo sereno.

“Sì.” “Comunque non devo lamentarmi perchè in fondo mi limito a trasformare le insignificanti briciole di

qualche vecchio riccastro in un lignaggio che non avremmo mai ritenuto possibile per la nostra famiglia. Neh?”

Il suono di passi si mescolò alle loro risate. Un colpo battuto sullo shoji. “Padrona?” Non hai bisogno di

cambiarti perchè ho incaricato Ah Soh di preparare i tuoi bagagli che si trovano già a bordo.”

“Di cosa si tratta? Cosa c'è scritto? Non posso leggere una grafia così minuscola.” “No, ma mi sento anch'io

come te.” Al circolo, intanto, Lunkchurch e Grimm, al solito su posizioni opposte, avevano cominciato a

picchiarsi e come sempre erano stati scaraventati sul marciapiede. Phillip, grazie di tutto, anche a voi, Jamie.

Stai bene, Angel?” † Fujiko aveva trasalito. Non era mai arrivata a tanto prima, nemmeno nell'abbraccio più

appassionato. Non importa, si disse stoicamente, meglio qualche strano momento di eccentricità che non

ricevere la paga dal gai-jin e non avere denaro per un intero anno di piacere. “Vi prego di scusare le mie cattive

maniere che mi spingono a presentarmi senza appuntamento, ma desideravo rendere i miei omaggi a un'ospite

tanto augusta e darle il benvenuto nel mio villaggio.” Entrambe furono sorprese da quell'atteggiamento tanto

formale da sembrare quasi ostile: in fondo non si trattava di un'occasione ufficiale. Ma senza prestargli
attenzione tutti si affrettarono nell'ufficio come bambini intenti a un gioco e si lasciarono cadere sulle poltrone.

Tutti eccetto Malcolm. Dio mi è testimone, lo so che lo avrei ucciso dicendogli la verità, e una volta cominciato

a parlare so anche che non sarei più riuscita a tacere il resto. E a quel punto lui sarebbe morto. Povero caro. E lui

è davvero caro, davvero caro, l'uomo più gentile che abbia mai incontrato. Adesso, che Angélique era al sicuro

e lui poteva di nuovo camminare appoggiandosi ai suoi bastoni si sentì di nuovo sereno.

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