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Superato lo sconcerto iniziale, Meikin si stava concentrando per cercare una via di scampo nel caso Yoshi

sospettasse di lei. Koiko poteva averla denunciata, o lui disponeva addirittura delle prove che entrambe
sostenevano sonno-joi e gli shishi e conoscevano Katsumata.

Nel momento stesso in cui aveva ricevuto il messaggio aveva controllato i suoi libri contabili per scoprire a

quanto ammontava il debito della sua filiale nei confronti di Meikin. Ma lei era Tess Struan della Nobil Casa. Il

vero errore del nostromo, pensò con tristezza, era stato di sopravvivere ai tre bambini. “Potrebbero andare

meglio. Come sempre.” Fino a quando il cliente non si sarà addormentato, si ingiunse. “Potrei forse mettere

una buona parola anche se di certo non è necessario. Questa notte farò cadere per sempre in trappola questo

cane ingrato! L'assassino solitario è stato ucciso dallo stesso principe. Nell'attacco è morta la signora Koiko.

Informate la Casa del Glicine della nostra grande tristezza. Seguiranno altre informazioni. Namu Amida

Butsu...” Meikin era diventata cerea. Koiko morta, mormorò. Si domandò persino se Meikin fosse poi una

persona così fidata o se non andasse considerata un pericolo da evitare. “E Hinodeh?” domandò Meikin che era

proprietaria di metà del suo contratto. Quando Hinodeh si era recata da lei le aveva trovato una sistemazione

presso una cugina, la mama-san di un'altra casa di sua proprietà. “Sì.” “Spiacente, ma la data è in codice

nell'estremità in alto a sinistra del foglietto” mormorò lui in risposta. “E' accaduto ieri intorno all'alba.

Sposati! Oh, mio Dio! “Spiacente...” Si rivolse a Meikin: “Molto spiacente, signora, voi siete una stimata

cliente della nostra compagnia. Io, io...” con mano tremante prese un foglietto dalla manica e glielo porse.

Meikin si limitò a gettargli un'occhiata. Inoltre non poteva non nutrire dell'astio nei confronti della Bakufu e di

Anjo, colpevole dell'uccisione di un'altra vecchia amica, Yuriko, mama-san della Casa dei Quarantasette Ronin,

colpevole di aver ospitato degli shishi. Preparatevi a chiudere i conti di Meikin. Evitate di menzionare

Sumomo. Trattate Hiraga come un tesoro nazionale: le sue informazioni adesso hanno un valore inestimabile.

“E' ... è un messaggio portato da un piccione viaggiatore.” A cinquanta passi di distanza, in una casetta nascosta

nei giardini, Phillip Tyrer era seduto nella posizione del loto. Appena uscito da un bagno, sazio di cibo e di sakè,
era nudo sotto la yukata e in uno stato di estasi. “Ciò nonostante credo che troveremo una soluzione che renderà

tutti felici. Potreste venire nel mio ufficio domani a mezzogiorno? La Casa del Signore otterrà soddisfazione,

signore, siatene certo!” E poi rivolto a Jamie sussurrò: “Dirottatelo da un'altra parte”. “Ringraziatelo, ma

aspettate ancora un secondo prima di andarvene.” “Cameriere!”

Tess l'aveva accusato di omicidio e ne aveva chiesto l'impiccagione. Il giudice l'aveva riconosciuto colpevole

di negligenza e quindi di omicidio colposo e gli aveva inflitto il massimo della pena, dieci anni di lavori forzati

nella prigione di Hong Kong, ai quali l'uomo non sarebbe mai sopravvissuto. “Soltanto i più importanti, e senza

dubbio tu sei molto importante, la tua presenza onora tutti noi. Certo è stato messo al corrente del tuo arrivo. La

sua rete di informatori giunge ovunque, Meikin-chan, ed è assolutamente fidato... oltre a essere il capo del

Gyokoyama di Yokohama. Ha persino insistito per prepararvi un banchetto giapponese, perciò cercate di

arrivare affamato e di non dimenticare di farvi valere”. Jamie McFay chiuse la porta dell'ufficio e occupò

l'ultima sedia vuota. Con fermezza scacciò quelle immagini. E a quel punto sembrò che lo shoya, incapace di

parlare, non potesse far altro che indicare il foglietto con espressione attonita. “Comunque non devo lamentarmi

perchè in fondo mi limito a trasformare le insignificanti briciole di qualche vecchio riccastro in un lignaggio che

non avremmo mai ritenuto possibile per la nostra famiglia. Neh?” Il suono di passi si mescolò alle loro risate.

Un colpo battuto sullo shoji. “Padrona?” “Ah!” Meikin si era occupata dell'altro paio con profitto. “Un ottimo

affare.” L'anticipo dato dal cliente per il contratto di Hinodeh era più che sufficiente a coprire tutti i costi per

almeno un anno. “Come sta?” Raiko fece un resoconto degli incontri di Hinodeh e Meikin l'ascoltò trattenendo

il respiro. Intelligente, fossi stato in lui avrei fatto lo stesso. Adesso che se l'è sposata sarà ancora così contrario

all'oppio e alle armi? Non ci credo...”. Sì, di Raiko ci si poteva fidare completamente fino a quando non era la
sua incolumità a essere messa in gioco. Si, uno scambio di informazioni non avrebbe soltanto un valore

economico ma sarebbe anche utile alla causa, sonno-joi, che sosteneva con tutta se stessa.

Dobbiamo riceverlo?” Sì, di Raiko ci si poteva fidare completamente fino a quando non era la sua incolumità

a essere messa in gioco. Si, uno scambio di informazioni non avrebbe soltanto un valore economico ma sarebbe

anche utile alla causa, sonno-joi, che sosteneva con tutta se stessa. In breve anche gli altri figli prosperarono,

come costruttori navali, commercianti di riso, sakè e birra, e i loro discendenti oggi possedevano o controllavano

in segreto una vasta rete di affari. Dopo alcuni anni ottenne che il ramo samurai della famiglia assumesse il

nome Shimoda. Ora gli Shimoda erano daimyo per diritto ereditario del piccolo ma ricco feudo che portava il

loro nome, a Izu. Adesso so di amarlo, nessuno ha mai affrontato tante fatiche per me, si è mai liberato di tanti

ostacoli. Io l'amo, eppure... E agli altri disse: “Andiamo in ufficio il più in fretta possibile”. “Ayeeyah”

esclamò Malcom spumeggiante come lo champagne, “non pensavo che sarebbe andata così. Sì, di Raiko ci si

poteva fidare completamente fino a quando non era la sua incolumità a essere messa in gioco. Si, uno scambio

di informazioni non avrebbe soltanto un valore economico ma sarebbe anche utile alla causa, sonno-joi, che

sosteneva con tutta se stessa. Si diceva che padre Leo fosse prostrato davanti al suo altare in seguito a un colpo

apoplettico mentre in quel preciso momento, o così perlomeno supponevano i più, il reverendo Tweet stava

facendo fuoco e fiamme con sir William. Qualcuno tirò un pugno e scoppiò una rissa. Sir William gridò alle

sentinelle della marina: “Andate ad aprirgli la strada, svelti per Dio, o finiranno schiacciati!”. Adesso so di

amarlo, nessuno ha mai affrontato tante fatiche per me, si è mai liberato di tanti ostacoli. Io l'amo, eppure...

Perciò non c'era scampo per lei in nessun luogo. “Che cosa potrei mai dare al grande principe Yoshi?” domandò

con voce roca e in preda a un grande malessere.


Inoltre non poteva non nutrire dell'astio nei confronti della Bakufu e di Anjo, colpevole dell'uccisione di

un'altra vecchia amica, Yuriko, mama-san della Casa dei Quarantasette Ronin, colpevole di aver ospitato degli

shishi. Si domandò persino se Meikin fosse poi una persona così fidata o se non andasse considerata un pericolo

da evitare. “Sì, e ancor più pericoloso sarebbe affidarla a qualcuno, anche se, nel caso si trattasse della persona

giusta, potrebbe avere un grande valore.” Meikin asciugò una goccia di brandy, forse sudore. “E una volta che

una simile informazione viene passata e si dimostra giusta o sbagliata le teste hanno l'abitudine di cadere.” Il

vento soffiava sempre con forza e il cielo era coperto ma il comitato di benvenuto non si bagnò. “Ah, la giovane

e astuta canaglia, ecco perchè si coltivava l'ammiraglio! Era uno scambio di favori! Perciò non c'era scampo per

lei in nessun luogo. “Che cosa potrei mai dare al grande principe Yoshi?” domandò con voce roca e in preda a

un grande malessere. Fujiko aveva trasalito. Non era mai arrivata a tanto prima, nemmeno nell'abbraccio più

appassionato. Non importa, si disse stoicamente, meglio qualche strano momento di eccentricità che non

ricevere la paga dal gai-jin e non avere denaro per un intero anno di piacere. Per tre volte tornando a terra ho

cercato di dirglielo.

“La Nobil Casa offre da bere a tutti, il bar del circolo è aperto e resta aperto fino a nuovo ordine!” Tutti si

precipitarono in direzione del circolo. Ben presto sul molo restarono soltanto Malcolm e Angélique, McFay,

Phillip Tyrer e Michaelmas Tweet, la cui presenza era sgradevole a tutti. “Signor Struan” cominciò subito, “la

cerimonia è assolutamente illegale e vi devo avvertire che...” Sposati! Oh, mio Dio! Accettando l'invito di

Raiko aveva sperato proprio in qualcosa del genere. “Certamente.” Gornt si alzò. “Quanto al mio contratto...”

“Vi prego di scusare le mie cattive maniere che mi spingono a presentarmi senza appuntamento, ma desideravo

rendere i miei omaggi a un'ospite tanto augusta e darle il benvenuto nel mio villaggio.” Entrambe furono

sorprese da quell'atteggiamento tanto formale da sembrare quasi ostile: in fondo non si trattava di un'occasione
ufficiale. “Spiacente...” Si rivolse a Meikin: “Molto spiacente, signora, voi siete una stimata cliente della nostra

compagnia. Io, io...” con mano tremante prese un foglietto dalla manica e glielo porse. Meikin si limitò a

gettargli un'occhiata. “Quanto a noi” cominciò Raiko abbassando il tono di voce, “potrei disporre di

informazioni importanti sui piani di battaglia dei gai-jin.” Meikin si fece tesa, come l'amica, e le sue guance si

imporporarono: “Contro Edo?”. “D'accordo. Ditegli però che deve essere soltanto un momento... e fatelo

entrare subito.” La cordialità di Gornt riempì l'intera stanza e a Malcolm sembrò di rivedere un vecchio amico.

“Champagne?”

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