Sei sulla pagina 1di 1

Ode della panchina lunga

- Giampiero Timossi, 22.06.2021

Traversa Europa. Sarà l'Austria a sfidare l'Italia sabato a Wembley - con l'incubo variante a fare da
sfondo. Ma la sorpresa degli Europei, è l'utilizzo di moltissimi giocatori...

Quello che ci riserva il futuro è un sabato a Wembley. Si parte alle 21, quando a Londra saranno le
20, Brexit o no sull’ora non si sono mai adeguati. Sabato, agli ottavi di finale, l’Italia del pallone se la
vedrà con l’Austria che ieri ha battuto 1- 0 l’Ucraina ed è arrivata seconda nel gruppo C. In quel
girone ha vinto anche l’Olanda, tre su tre. Ieri pomeriggio ha battuto 3-0 la Macedonia del Nord.
Primo gol arancione di Depay e qualche protesta dei macedoni perché all’inizio dell’azione c’era un
fallo su Goran Pandev. A proposito, la Macedonia torna a casa, due giorni fa la sua bandiera Pandev
ha detto che non sventolerà più con la maglia della nazionale. Quando l’attaccante del Genoa è
uscito dal campo lo hanno applaudito tutti, olandesi compresi, prima gli avevano anche dedicato una
maglia commemorativa. È quello che Pandev merita. E per il suo Paese, indipendente da trent’anni,
esserci è stata comunque un’impresa.
Quel che ci riserva Euro 2021 è Italia-Austria, che nella nostra testa ormai è solo una tappa o poco
più: convinti che per arrivare almeno in finale gli Azzurri di Mancini non abbiano più neppure
bisogno del green pass. «Faremo di tutto per garantire che la finale si giochi in un Paese dove la
pandemia non corre», ha detto ieri Mario Draghi. Il premier si è scomodato per il legittimo timore
che la «variante Delta» metta a rischio la finale londinese dell’11 luglio. Per restare in tema l’Uefa,
governo del calcio europeo, ha già fatto sapere che sabato a Wembley non potranno esserci più di
duemila spettatori italiani, alla faccia del liberi tutti al momento in voga solo nell’Ungheria di Orban.
Anche Budapest pare un’alternativa per la finale. Dio salvi la regina, candidatura alternativa che
avanza tra mille riserve. Riserva, intanto, è diventata una parola che non esiste più, almeno dalle
parti dell’Italia del pallone.

ROBERTO MANCINI se l’era ripromesso. Lui ai mondiali italiani del 1990 era stato convocato, ma
non aveva giocato un minuto che fosse uno. Notti da incubo, altro che magiche. Così il commissario
(più) tecnico nella storia del calcio italiano (la bella definizione è di Ivan Zazzaroni, Corriere dello
Sport) li ha già fatti giocare tutti: 25 su 26, all’appello per ora manca solo la riserva della riserva
cioè il terzo portiere Alex Meret. Contro il Galles è entrato in campo anche Salvatore Sirigu, il
dodicesimo uomo, insomma il portiere di riserva, a dispetto dell’1 che ha appiccicato sulla schiena.
Perché l’Europeo del dopo pandemia qualcosa di buono ha anche inventato. Meglio, ha fatto tesoro e
mantenuto la regola delle cinque sostituzioni a partita, giusta misura per tutelare atleti colpiti dal
Covid. E allora più calcio per tutti. Nelle prima 26 gare sono già scesi in campo 430 giocatori, cinque
anni fa erano stati 391. E in tutto Euro 2016 i giocatori utilizzati erano stati 453. Il record sarà
polverizzato, non esistono più le panchine di una volta. È una buona notizia, senza riserve.

© 2021 IL NUOVO MANIFESTO SOCIETÀ COOP. EDITRICE

Potrebbero piacerti anche