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O Dio, Creatore e Padre,

che hai affidato la terra e i suoi frutti


alle mani dell’uomo,
perché mediante il lavoro
si faccia strumento della tua provvidenza,
benedici quanti usufruiscono
come esercenti o acquirenti di questo servizio;
fa’ che osservino sempre la giustizia e la carità
e così concorrano al bene di tutti,
lieti di operare per la crescita della società.

Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Il ministro asperge persone e cose con l’acqua benedetta * dicendo queste parole o altre simili:

Ravviva in noi, o Padre,


nel segno di quest’acqua benedetta
l’adesione a Cristo,
pietra fondamentale che ci sostiene
e pietra angolare che ci unisce nel tuo amore.

CONCLUSIONE

Il ministro conclude il rito dicendo:


Dio, Padre di bontà,
che ha reso ogni uomo
responsabile del suo prossimo,
perché il fratello aiuti il fratello,
manifesti la sua benevolenza
a quanti lavorano in questo luogo
e a tutti coloro che vi entreranno.

R. Amen.

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Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.

SALUTO

Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Dio che ha chiamato l’uomo
a cooperare alla sua creazione,
sia con tutti voi.

R. E con il tuo spirito.

MONIZIONE INTRODUTTIVA

Il ministro, o un’altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili:
Cristo Gesù ha manifestato la grande dignità del lavoro, quando egli stesso,
Verbo del Padre fatto uomo, volle essere chiamato figlio del carpentiere e
usò con le proprie mani gli attrezzi nell’umile officina di Nazaret.
Così egli tolse l’antica maledizione conseguenza del peccato e trasformò la
fatica umana in fonte di benedizione. Quando infatti il lavoratore si applica
alle cose materiali e temporali, facendo del quotidiano impegno un’offerta
al Creatore, purifica se stesso, sviluppa con il braccio e con l’ingegno il
progetto della creazione. Così, associato a Cristo Redentore nell’esercizio
della carità, va incontro ai fratelli più poveri e costruisce la civiltà
dell’amore.
Rivolgiamo dunque la preghiera a Dio nostro Padre, per intercessione di
Maria e Giuseppe, perché benedica e protegga quanti verranno a lavorare
in questo luogo.

Padre nostro.

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Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.

MONIZIONE INTRODUTTIVA

Il ministro introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili:


Carissimi, la famiglia è per la società civile la cellula primaria e vitale, e per
la Chiesa il santuario domestico che ha nel sacramento del matrimonio il
suo statuto nuovo e una continua fonte di grazia. Invochiamo dunque la
benedizione del Signore, perché i membri della famiglia possano essere
sempre l’uno per l’altro cooperatori del progetto di Dio e annunziatori
della fede nelle concrete situazioni di ogni giorno.
Così con l’aiuto di Dio adempirete la missione che vi è affidata e voi stessi
sarete un vangelo vivente e una testimonianza di Cristo nel mondo.

Padre nostro.

Ti benediciamo, Signore,
perché hai voluto che il tuo Figlio fatto uomo
appartenesse a una famiglia umana
e crescendo nell’ambiente familiare
ne condividesse le gioie e i dolori.
Guarda questa famiglia
sulla quale invochiamo il tuo aiuto:
proteggila e custodiscila sempre,
perché sostenuta dalla tua grazia
viva nella prosperità e nella concordia
e come piccola Chiesa domestica
testimoni nel mondo la tua gloria.

Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

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Secondo l’opportunità, il ministro asperge la famiglia riunita con l’acqua benedetta, * dicendo queste parole o
altre simili:

Ravviva in noi, o Padre,


nel segno di quest’acqua benedetta
il ricordo della nostra rinascita in Cristo
nella tua famiglia che è la Chiesa.

CONCLUSIONE

Il ministro conclude il rito dicendo:

Il Signore Gesù,
che visse con la sua famiglia nella casa di Nazaret
rimanga sempre con voi,
vi preservi da ogni male
e vi conceda di essere un cuor solo e un’anima sola.

R. Amen.

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