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Donna Elvira
Donna Elvira
~--- ------,
. . oz~l A-'l'fO pR.IMO 93
92 . alette di biscro~! degli archi •
brevi seto su una dissonanza di seconda ·~ 8 s
ta ». Quelle . ___..-:-:- .
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vocalizzo, che
Il per otto
, battuted percorre l'accordo per-
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un evasivo se ei piccoll aemoru, m_ Clll _pers_iste il deside0 ~r f tto di mI bemo e maggiore, squa ernato su due ottave per
E:> il 0 uve co~. dubbiamente, una frne ironia settecen l'to. tu
etta J' ampiezza del suo registro vocale. Piccola concessione
. . . dll h
C'è in essi, m t nzierà nella prossima opera di h tesca all'ambizion~ v1rtuos1st1ca e _a cantante, ?1a anc e un mo-
,. . che sos a ' . . d' D Lv1ozart
(I ironia il personagg10 scettico i on Alfons ) , d per ribad1re la maschera d1 furore tragico che la povera
eost'fian tutte,f.me caricatura. deIla d. onna divtsa
. in . se sto , ehe D~nna Elvira si pone. Una maschera: non una vera sostanza
delinea una« .
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tro Don Giovanni, e m re ta ne è perd· ,
essa~ tragica, come hanno inteso il Della Corte e il Goldbeck.
che strepita con Uta.
ente innamorata. il Recitativo. (Don Giovanni, Leporello, Donna Elvira).
m if . . questo secondo tema, mentre canto di El .
D attl m • • • d' ( l . Vlra
moIup . lica 1-suoi balzi tragici. i ottava
. Le pro Ilungati ulterr·or. Un recitativo a tre, lungo, ma spiritoso, conduce alla
mente a una non~), pon Giovanni . po~e. o, na~c~sti, co.
11
prossima «aria del catalogo» di Leporello. Anche dal punto
. • a serrre i loro commenti libertini. «Udisti? qual.
mmc1ano m·
di vista musicale, tale recitativo non è interamente conven-
che bella Dal vago abban?onat~»,_ suss~~a a Leporello Don zionale né stereotipato. Tutto il passo delle rimostranze di
Giovanni, lontano le ,mille m1gli~ dall immaginare che il Donna Elvira («In casa mia Penetri furtivamente ... »), con
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«vago» infedele~ per 1~PP?11to llll. f:~!!..a~9o}a dis~ o- la sua progressione incalzante potrebbe benissimo far parte
ne di Elvira~_32.~z l _a~ .,~!L~!9-Y!!!m.~e..esce in di un recitativo obbligato. Leporello ne riconosce a modo
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rinà!»«Cerdiiam ai consolare il suo tormento», egli 51 pro- Don Giovanni riconosce Donna Elvira e se la svigna, scari-
.;_'. pone, cantando quasi in stile di recitativo, su una nota piti cando sullo sprovveduto Leporello l'incarico di darle le spie-
ç;,I volte ripetuta. Mal' orchestra sottopone un commento illu- gazioni del caso, Leporello biascica alcune frasi senza senso
minante. I violini fanno sentire quello che il Jouve chiama all'indignata dama, prima di organizzare la sua grossolana
«un~ ~c:..;!iCiuivo~ »,_
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e.!~~~t una«dol- consolazione («Non siete voi, Non foste e non sarete Né la
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ce melodia cullante», 'fatta semmk~ oscillaZiOne su prima né l'ultima») e, dopo avere sciorinato il libro-catalogo
due·nure, mrintredrlfflme-rl't?étilcace nell"à'Ilusione adun delle conquiste di Don Giovanni, che con abile lancio si sro-
i)iàifflr..e.f.G.t.iç.Q»~È un motivo di compassione e di conso- tolerà in una interminabile pergamena, attaccare la famosa
lazione; ma çQJ.np~~.!.mauiç,wJJiy,j.almente aria.
S~!J~e di Q i ~ ~ :Ji,,,ono, come dice l' Abert, «le
vecc~ oniadie arti ai seduzione» del cavaliere liberti- N. 4. Aria (Leporello). Allegro, 4/4, re maggiore. Andante con mo-
no: ma mascherate di ipocrita commiserazione. to, 4/4, re maggiore.
Dopo questo inserto delle voci maschili (Leporello com·
Nel mito di Don Giovanni l'invenzione d'una lista nume-
1!1e~ta ?uffonescamente: «Cosi ne consolò milleottocento»),
rica delle sue conquiste fu introdotta verso la metà del Sei-
aria riprende da capo, testuale in mi bemolle maggiore,
cento in un Convitato di pietra attribuito, pare erroneamen-
opa una pausa di mezza battuta'. Arrivati al secondo tema, te, al fiorentino Andrea Cicognini 1 • « Senza questo colpo di
questo app 1 ·.L'
il are ?e tono fondamentale di mi bemolle, anzi~ie genio locale- scrive Micheline Sauvage 2 - d'un imitatore e
precedente s1 be lie, e alia fme • ripetutosi
. • mmi
· · be"'ol-
le, 1,.lntervalio I b mo · , , '".
. .nnl drammaturgo di quart' ordine non avremmo una delle vette
Donn El . u ncamente consolatorio di Don Giovi:U.u~, dell'opera».
a vira eh ·, f' • di non
cantare v ' e gia tnora ci ha dato l'impressione
ere e pr · · delle 1
armonie fond opne melodie, ma piuttosto elementi . 2 Cfr. MACCI-IlA, op. cit. , pp. ro2-3 .
amentali , s1· abbandana a un esteso e- vir · wosl· LecasDonJuan,in«Obliques»cit., p. 2 2 .
LETTURA DEL DON GIOVA .
92 . . NN11)1~0
Quelle brevi scalette di b~scro~ degli archi Z>.,.~ /\'l"fO p}UMO 93
b :>~vasivo sincopa~o su _u~,a
il ouveessi indubb'1amente, una f'me ironia
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)OU' come dei p1ccolìctemoru, m CUI persist il, SOn0h..
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·co vocalizzo, che per ~tto battute percorre l'accordo per-
st1 di mi bemolle maggiore, squadernato su due ottave per
fetto l'ampiezza del suo registro vocale. Piccola concessione
tr,°
em , . , Il . ettece ~IIJ, tutta . . . deIla cantante, ma anche un mo-
(l'ironia che sostanziera, ~e a pr~ssima opera di llt~ , mbizione virtuosistica
e 'fian tutte il personaggio scettico di Don Alf Mozart a er ribadire la maschera di furore tragico che la povera
osz '. . della donna divisa ;... onso) , ché' ~a Elvira si pone. Una maschera: non una vera sostanza
delinea una «fme caricatura G' . . ..., sest 0
che strepita contro Don iovanru, e m realtà ne èPe~', trag1·ca , come hanno inteso il Della Corte e il Goldbeck.
mente innamorata. duta.
Recitativo. (Don Giovanni, Leporello, Donna Elvira).
Difatti in qu7sto s7con~o _te~a, mentre il canto di El .
moltiplica i suoi balzi trag~ci di o~tava (prolungati ulte:a Un recitativo a tre, lungo, ma spiritoso, conduce alla
mente a una nona), Don Giovanru e Leporello nasc . or. rossima «aria del catalogo» di Leporello. Anche dal punto
11
... 'lib .. , ostico.
minciano a msenre i 1oro commenti ertiru. «Udisti? ' vista musicale, tale recitativo non è interamente conven-
che bella Dal vago abban?onat~»,. suss~~a a Leporeilot~ zionale né stereotipato. Tutto il passo delle rimostranze di
Giovan?i, lonta~o le ,mille mtgli? dall immaginare che il Donna Elvira («In casa mia Penetri furtivamente ... »), con
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«vago» infedele e per I appunto lUI. E~ uando la disPer . la sua progressione incalzante potrebbe benissimo far parte
ne di Elvira rag~~~ ~e.i,_c~ ~)22!tç,J2.Y!,iiùGe.n~~ di un recitativo obbligato. Leporello ne riconosce a modo
ipMit~ ~ , !2~~ Q!!t~J.aZ!.QQ.~o~erina! pove- suo la qualità commentando: «Pare un libro stampato».
rinà!» «Cèrciiiam cli consolare il suo tormento», egli si pro- Don Giovanni riconosce Donna Elvira e se la svigna, scari-
·-t- cando sullo sprovveduto Leporello l'incarico di darle le spie-
pone, cantando quasi in stile di recitativo, su una nota piu
ç;;I volte ripetuta. Ma l'orchestra sottopone un commento illu- gazioni del caso, Leporello biascica alcune frasi senza senso
j minante. I violini fanno sentire quello che ilJouve chiama all'indignata dama, prima di organizzare la sua grossolana
q consolazione («Non siete voi, Non foste e non sarete Né la
«UnJlli>~-~-n r~1:n~~!!.q~y?q~~-»?. una «dol-
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sensuale di Don Giovanni. Sono, come dice l' Abert, «le
N. 4. Aria (Leporello). Allegro, 4/4, re maggiore. Andante con mo-
v~~I;r'è''J~~~artldi;duzione » del cavaliere liberti- to, 4/4, re maggiore .
no: ma mascherate di ipocrita commiserazione.
Dopo questo inserto delle voci maschili (Leporello com· Nel mito di Don Giovanni l'invenzione d'una lista nume-
menta buffonescamente: «Cosi ne consolò milleottocento»), rica delle sue conquiste fu introdotta verso la metà del Sei-
l'aria riprende da capo, testuale, in mi bemolle maggiore, cento in un Convitato di pietra attribuito, pare erroneamen-
dopo una pausa di mezza battuta. Arrivati al secondo te_ma: te, al fiorentino Andrea Cicognini 1 . « Senza questo colpo di
9uest0 appare nel tono fondamentale di mi bemolle, anzichl genio locale- scrive Micheline Sauvage 2 -d'un imitatore e
i1 P ,~cedente si bemolle, e alla fine, ripetutosi, in~ be:· drammaturgo di quart' ordine non avremmo una delle vette
dell'opera» .
' intervallo lubricamente consolatorio di Don Giov, '
Donna Elvira, che già finora ci ha dato l'impressione di
cantar: vere e proprie melodie ma piuttosto elementi e
dli 1
Cfr. MACCHIA, op. cit., pp. 102-3.
2
armonie fondamentali, si abbandona ' a un esteso e· vir· tuost·
. Le cas Don Juan, in «Obliques» cit., p. 22.