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Come si fa a capire se un bimbo ha voglia di cimentarsi nello studio di uno strumento musicale? Qual è il
modo migliore per trasmettere l'amore per la musica rispettando le sue inclinazioni?
Se la vostra agenda è stracolma, attenzione a non fare altrettanto con il “tempo” di vostro figlio. È bello proporre
esperienze nuove e stimolanti ma un bambino non è un manager. Le sue giornate non vanno riempite con un fitto
programma di attività (magari perché non ci siete e così siete più tranquille). Soprattutto niente imposizioni. E
questo vale per lo sport, il corso di inglese o la musica se è quello a cui state pensando.
La musica deve essere un esperimento, e poi una scelta - libera e senza obblighi - del bambino stesso. Il
genitore deve essere sempre parte attiva, il processo educativo è qualcosa che noi creiamo, la questione non è
quella di imporre 10 minuti di strumento tutti i giorni”.
Allora, come si fa a capire se un bimbo ha voglia di cimentarsi nello studio di uno strumento senza
“propinarglielo” dall'alto? Qual è il modo migliore per trasmettere l'amore per la musica rispettando, però, le
inclinazioni del proprio figlio?
“Non esiste un'età giusta per suonare il violino. il pianoforte o il flauto, tutte opzioni, comunque, adatte per i più
piccoli. D'altro canto, anche per la sua conformazione fisica, un bimbo di 4 anni ha una scelta limitata, non può
certo suonare il fagotto!”.
La strada corretta è il corso propedeutico che permette al bimbo di conoscere tanti aspetti della musica e gli
strumenti e poi di scegliere a cosa è più interessato in modo spontaneo. “In ogni caso, l'approccio propedeutico per
eccellenza lo offre il pianoforte, - aggiunge il Maestro – perché assicura un feedback immediato: premi un tasto e
ottieni un suono, e poco dopo, delle note. In questo senso è lo strumento re della propedeutica musicale anche se è
tra i complessi da suonare a livello professionale.
E per essere ancora più chiari, il musicista chiude così la questione strumenti: “L'età giusta, quindi, è quando si
evidenzia chiaramente una volontà: “Mamma, voglio suonare il piano!”- ecco cosa intendo”, ribadisce con forza il
Maestro che ha molto a cuore questo aspetto. “Se il bimbo insiste molto su uno strumento, si può provare anche
con le lezioni, in ogni caso non deve MAI essere il genitore a decidere a cosa può dedicarsi il figlio di 4 anni...
Questo è veramente scorretto e potrebbe negare lo sviluppo di un possibile interesse futuro”.
La prova del 9
In fondo, è il bambino stesso a dimostrare la profondità delle sue inclinazioni verso la musica: “Dopo 2-4
anni di studio, quando il bambino va alle elementari, è possibile capire se il percorso sarà più professionale o no.
In genere, se l'interesse per la musica ha retto 4-5 anni è significativo - afferma con un sorriso il Maestro. Non
dimentichiamo, però, che con un bravo insegnante, si può andare avanti una vita a livello amatoriale, perché si
progredisce e si ottengono risultati decenti. Purtroppo da noi, la cultura della musica classica per passione (non
perché vuoi fare l'orchestrale) non è molto diffusa se non in certi ambienti sociali”.
Insomma, anche senza diventare musicisti, lo studio di uno strumento è sempre una buona opportunità, ma non ci
sono facili scorciatoie. Ecco un’altra questione su cui far chiarezza, quella del metodo. E Daniele Parziani non ci
lascia dubbi sulla sua posizione: “Io sono convinto che la maggior parte dei metodi siano mirabili sulla carta ma
alla fine, secondo me, non ha nessun senso, è assurdo pensare che uno sia migliore di un altro. Tutto dipende dalla
sensibilità pedagogica dell'insegnante verso il bambino, il modo in cui viene applicato un metodo è quello che fa
la vera differenza”.