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iSEGRETIdeiVICOLIdiGENOVA
il BUGIARDINO le PORTE e le MURA di GENOVA le TORRI di GENOVA le PIETRE parlanti
i PALAZZI privati (prima parte) i PALAZZI privati (seconda parte) gli EDIFICI pubblici
poeti SANTI scrittori AVVENTURIERI i RISSEU ed i LAGGIONI della SUPERBA la GENOVA sotterranea
i PROVERBI genovesi la VITA nei VICOLI nel 1931 i SEGRETI dei VICOLI della GRANDE GENOVA
le TORRI di GENOVA
(the Genoese towers , les tours génoises, las torres de Génova, as torres de Génova, башни Генуэзской, ジェノヴァの 塔 , 热那
亚塔 , )أﺑراج ﺟﻧوى
Genova nel XIII secolo era costellata di torri: se ne contavano 66 sulle antiche ‘domus’ delle
più potenti famiglie come gli Embriaci, i Colonna, i Giustiniani o i Sauli: ne rimasero
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purtroppo solo 33 alla fine del XV secolo. Oggi le torri ancora visibili sono molto poche: la
maggior parte infatti sono state demolite,inglobate nei palazzi attigui o hanno mutato la
loro funzione (il campanile di San Giorgio per esempio che nacque torre, torre Alberici, e
solo in seguito cambiò la sua funzione da civile a religiosa).
Inizia qui il viaggio alla scoperta delle torri del centro storico di Genova (trovate invece le
torri di Sampierdarena e di Cornigliano nella pagina de i SEGRETI dei VICOLI della GRANDE
GENOVA).
INDICE
1. Torre De Castro (comunemente ed erroneamente detta "degli Embriaci")
2. Torre degli Embriaci
3. Torre grimaldina di Palazzo Ducale
4. Torre dei Maruffo
5. Torre dei Morchi
6. Torre dei Cebà
7. Torre Gattilusio
8. Torre dei Leccavela
9. Torre dei Piccamiglio
10. Torre di San Luca (detta anche degli Spinola)
11. Torre Fiorente
12. Torre di Luccoli
13. Torre Regia
14. Torre e Pusteria di Santa Sabina
15. Torre dei Volta
16. Torre dei Vento
17. Torre Alberici
18. Torre di Palazzo di Nicolosio Lomellino
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Questa torre, alta 41 metri e costruita con grossi blocchi di pietra bugnata, presenta sottili
feritoie nelle cortine murarie per illuminare gli spazi interni, ma anche per vedere senza
esser visti e dunque per scopo difensivo, e alla sommità è coronata da una triplice cornice
di archetti pensili. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato da una
cornice a dente di sega, è presente in quasi tutte le facciate delle Chiese dell’epoca, ma la
sua ripetizione in ordini sovrapposti è tipica delle torri medievali presenti a Genova.
Recenti studi hanno dimostrato che questa torre, che comunemente viene chiamata "Torre
degli Embriaci", è in realtà la Torre dei De Castro, famiglia che qui aveva le proprie case; la
vera Torre degli Embriaci è descritta in questa pagina nel successivo paragrafo.
Nel solco della tradizione che la indicava quale torre degli Embriaci, venne posta una lapide
alla sua base che ricordava che la questa torre - alta 165 palmi - fu risparmiata per rendere
omaggio alle gloriosa gesta di Guglielmo Embriaco, detto "Testa di Maglio", condottiero in
Terra Santa e conquistatore delle mura di Gerusalemme nel 1099. Le altre torri cittadine
invece vennero ‘mozzate’ quando il podestà Drudo Marcellino nel 1196 impose un’altezza
massima di venti metri (ottanta palmi) alle stesse.
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Mi capita spesso di "perdermi" nei vicoli osservando edicole votive, antiche scritte in latino,
strani simboli: un giorno, in Piazza di Santa Maria in Passione, una delle piazze che più amo
del centro storico di Genova con la sua aura di splendore legata alle rovine della Chiesa che
dà il nome alla piazza e alla bellezza del convento delle Grazie che sorge lì vicino, osservai
delle grosse pietre squadrate del tutto simili per epoca e dimensioni a quelle che
sorreggono la Torre dei De Castro.
Andando più a fondo scoprii che quei grossi blocchi di pietra bugnata erano i silenziosi
testimoni di una torre, che recenti studi hanno identificato come la vera torre degli
Embriaci: quella che noi chiamiamo "degli Embriaci" è infatti una torre più tarda.
Nei secoli questa antica struttura è divenuta parte delle fondamenta di nuovi edifici.
Per vedere quel che resta di questa torre, dovete recarvi in Piazza di Santa Maria in
Passione. Prendendo la strada alla destra della Chiesa che dà il nome alla piazza, Vi
ritroverete dinanzi ad un arco: alla base di esso sulla parte destra vedrete le splendide
pietre bugnate qui sotto fotografate.
Entrando nel complesso di Santa Maria delle Grazie la Nuova, oggi "Casa Paganini", in quella
che fu la Chiesa del Convento, oggi sala conferenze, c'è una botola: scendendo la stessa
potrete osservare la base dell'antica torre.
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L'arco in cima a Salita Santa Maria in Passione: nella parte destra le pietre della vera torre degli Embriaci
(foto di Antonio Figari)
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La Torre Grimaldina nasce come torre di difesa all'interno delle mura cittadine del X secolo.
Diviene in seguito parte del Palazzo di Alberto Fieschi, prima sede del Comune.
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L'alizeri racconta che essa fu innalzata nel 1307 e sopraelevata nel 1593, anno in cui venne
aggiunta la cella campanaria all'ultimo piano. Simbolo del potere comunale prima e dogale
poi, la Torre ha avuto la funzione di carcere ospitando al suo interno molti personaggi di
spicco della vita cittadina e non solo: il doge Paolo da Novi, il pirata Dragut, terrore del
Mediterraneo nel '500, Giulio Cesare Vachero, capo della congiura del 1628 (vedi sua storia
nella sezione "Fantasmi"), Niccolò Paganini (con l'infamante accusa di seduzione e ratto di
minore, dalla quale fu poi assolto), pittori come Domenico Fiasella, Sinibaldo Scorza,
Andrea Ansaldo, Pietro Mulier, e il patriota risorgimentale Jacopo Ruffini che lì
misteriosamente morì.
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Questa targa marmorea ricorda il "soggiorno" di Jacopo Ruffini nella Torre di Palazzo Ducale che all'epoca fungeva da prigione
di Stato
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Il 27 ottobre 2016 sono riuscito ad arrivare sulla cima di questa torre: superata una ripida
scala che porta al piano dove vi è la campana, c'è un altra ripida scala di legno e
finalmente, superata una piccola porticina, si giunge in quello che credo essere il punto più
alto del centro di Genova: inutile dirVi che il panorama da lassù lascia senza fiato.
Il penultimo piano della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale (foto di Antonio Figari)
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Affiancata al palazzo della omonima famiglia si trova in Vico Canneto il Lungo, sopra il
civico 23.
La sua altezza è pari a 40 metri.
E' una delle torri medievali genovesi più nascoste e difficilmente visibili dei vicoli di
Genova. Per vederla, fermatevi in Via Canneto il Lungo all'altezza dell'incrocio con Vico
Valoria e alzate lo sguardo: una meravigliosa sorpresa Vi aspetta.
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Torre Maruffo da lontano sembra sbucare in mezzo alla navata di San Lorenzo
(foto di Antonio Figari)
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Torre Maruffo vista dalla sua base sul tetto di Palazzo Fieschi
(foto di Antonio Figari)
Da lì bisogna salire lungo quattro ripide scale interne intervallate da piccoli pianerottoli; io
non soffro di vertigini ma Vi assicuro che la prima volta che si sale un senso di vertigine ti
assale, ecco una delle scale:
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Dai piani che intervallano le ripide scale, feritoie negli spessi muri lasciano intravedere la
bellezza di Genova e del suo mare:
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Una delle strette finestre che taglia la mole della torre e fa capire quanto spesse siano queste antiche mura
(foto di Antonio Figari)
E finalmente si arriva alla cima della Torre Maruffo e si rimane senza fiato a vedere Genova
da lassù:
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La collina di Castello vista da Torre Maruffo: da sinistra potete vedete il complesso di San Silvestro con il campanile dello
stesso, Il campanile di Santa Maria in Passione che sbuca tra i tetti con le sue punte, la cima del campanile di Santa Maria di
Castello, la Torre degli Embriaci ed infine il mare e le gru del porto
(foto di Antonio Figari)
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La cupola ed il campanile della Chiesa di San Giorgio e sullo sfondo il porto di Genova con la lanterna ed il moderno quartiere
del WTC con i suoi grattacieli
(foto di Antonio Figari)
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I moderni palazzi del quartiere di Madre di Dio (ferita indelebile al centro storico di Genova), la collina di Carignano con la sua
Basilica, Sant'Agostino con il suo campanile maiolicato e la sua facciata bicroma
(foto di Antonio Figari)
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Il "taglio" di Via Canneto il Lungo visto dalla cima della Torre Maruffo
(foto di Antonio Figari)
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A questa torre è legata una bella storia che ha come protagonista Genova e i viaggiatori che
la descrissero.
Se alzate gli occhi in Vico Morchi, sul muro della Torre che insiste su questo vicolo, vedrete
una lapide che racconta che lì si trovava il famoso Hotel Croce di Malta che ospitò nelle sue
stanze personaggi del calibro di Mark Twain e Mary Shelley.
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La torre infatti, insieme al vicino palazzo, ospitava nell'Ottocento le stanze di questo hotel.
Come ci ricorda la lapide marmorea, lì sistemata nel 2001, in questo luogo soggiornarono
personaggi del calibro di James Fenimore Cooper, l’autore dell' "Ultimo dei Mohicani",
Henry James, scrittore americano, che soggiornò qui nel 1877 descrivendo l'hotel "piuttosto
sporco" ed ancora "la più grande casa dove io abbia mai abitato", Mary Shelley, l'autrice de
"Frankenstein", giunta a Genova nel 1822 dopo la morte del marito annegato nel golfo di La
Spezia, Marie-Henry Beyle, scrittore francese noto anche come Stendhal, Mark Twain,
autore di due splendidi libri "Le avventure di Tom Sawyer" ed il suo seguito "Le avventure di
Huckleberry Finn", il quale visitò Genova nel 1867 e che nel suo "The Innocents Abroad"
descrive, tra le altre cose, la bellezza delle donne che passeggiavano per i giardini
dell’Acquasola, splendida passeggiata ottocentesca progettata dall’architetto Barabino
nell’Ottocento e sita nel centro di Genova, e Giuseppe Verdi, il grande compositore il quale
prese anche casa a Genova.
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Tutte le volte che mi capita di passar lì sotto, chiudo per un secondo gli occhi e penso a chi
avrei potuto incontrare qualche secolo fa, sotto quei portici, alla ricerca, come me, della
bellezza e dei segreti di Genova da descrivere nei loro libri o diari di viaggio e da
tramandare ai posteri.
Perché tutti all’Hotel Croce di Malta? Vi domanderete.
Leggendo i racconti dell’Ottocento veniamo a sapere che il Croce di Malta era uno degli
alberghi più esclusivi della città e sicuramente molto faceva il passaparola tra coloro che
erano già stati a Genova.
Si racconta però anche che in Darsena, presso la dogana, luogo di arrivo dei passeggeri che
giungevano in città via mare, stazionassero persone che suggerivano a coloro che
sbarcavano dove alloggiare. Una volta portati gli ospiti a destinazione avrebbero ricevuto
dall’albergatore una lauta mancia. Come potete immaginare, molti suggerivano appunto,
come miglior hotel della città, il nostro Croce di Malta.
Dalle cronache dell’epoca veniamo a conoscenza di un episodio curioso: si racconta di un
tale che, chiesto dove fosse l’Hotel Santa Marta, un hotel che si trovava a pochi passi da
Porta dei Vacca, una delle porte più antiche di Genova, si sentì così rispondere “Ma signore,
non lo sa, il Santa Marta è andato a fuoco, venga con me che la porto all’Hotel Croce di
Malta!”; la notizia, come potete immaginare, era tutt’altro che vera! Il turista insospettito
si fece portare lo stesso al Santa Marta che (a dispetto delle malelingue) era "sano e salvo" e
pronto ad accoglierlo!
C’è poi chi suggerisce (una sorta di Tripadvisor ante litteram!) di "dare come nome il Croce
di Malta quando alla dogana vi chiederanno dove alloggerete, ma attenzione: quando vi
farete portare da un facchino all’albergo contrattate il prezzo perché la distanza tra la
dogana e l’albergo è davvero poca!”.
Leggere i racconti degli ospiti di questo albergo è un po' come vivere il loro soggiorno a
Genova e vedere la città ottocentesca: ed eccovi come la vedeva un frequentatore del
nostro albergo che dipinse questo acquarello da una delle stanze del Croce di Malta.
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Acquerello raffigurante il porto di Genova visto da una delle Stanze dell'Hotel Croce di Malta
James Fenimore Cooper, l’autore dell’ “Ultimo dei Mohicani”, giunge a Genova il 27
febbraio 1829, e così scrive:
"Sono al Croix de Malta, che si affaccia direttamente sul porto. Faccio fatica a descriverti il
piacere che provo quando vedo le navi, ascolto le grida dei marinai, una razza così simile
ovunque, e annuso tutti gli odori del commercio. Ieri ho passato il porto meticolosamente
(...) con il diletto di un ragazzino scatenato."; come immaginerete, mi identifico molto in
quest'ultima definizione!
Come vi accennavo poco fa, tra i tanti ospiti del Croce di Malta ci fu anche Mark che giunse
Genova nel 1867, e che così scrive parlando di Genova, da lui definita “Città dai bei
palazzi”:
“Essa è proprio piena di belle dimore, e queste dentro sono sontuose, anche se
esternamente molto malandate e senza pretese di grandiosità architettonica. Molte di esse
hanno spessi muri, con grandi scalinate di pietra, pavimenti tassellati di marmo […] e
grandiosi saloni con alle pareti dipinti di Rubens, Reni, Tiziano, Veronese, e ritratti di
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Il 30 dicembre 2019, grazie all'ambasceria di un mio caro amcio che non smetterò mai di
ringraziare, sono riuscito a conquistare la cima della torre.
Ecco alcune foto di Genova vista da lassù:
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Un'ultima curiosità: in cima alla torre, sul lato interno, sotto i merli, è murata una lapide
marmorea che ricorda la visita di Mons. Reggio che arrivò sulla cima della torre alla "grave"
età di 82 anni per benedirla.
Ecco le parole incise sulla lapide:
AFFINCHE’
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Nell'attuale Piazza Pinelli, già Piazza Cebà, sorgeva nel Medioevo ed era visibile fino al XIX
secolo nella sua imponenza la medioevale Torre dei Cebà, famiglia nobiliare che nel XVIII
secolo aveva in questo luogo la sede del suo "albergo".
Se si osserva il palazzo di Piazza Pinelli civico 2, all'angolo tra piazza ed il vicolo omonimo
potrete notare una sorta di corpo in aggetto: immaginate il tutto senza finestre e con le
merlature in cima, ed ecco a voi la torre che sorgeva sulle mura che correvano lungo la
"ripa maris".
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Il corpo in aggetto in fondo all'immagine sulla destra era la torre dei Cebà
(foto di Antonio Figari)
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7. Torre Gattilusio
In Sottoripa, all'angolo con Vico Giannini e oggi inglobata in un palazzo di proprietà Pallavicini, vi è
Torre Gattilusio.
Essa prende il nome da questa antica ed importante famiglia genovese che, grazie al florido commercio
dell'allume, divenne molto ricca.
Nonostante le aggiunte e modificazione dei secoli, è ancora possibile in parte leggerne l'antica
struttura.
La Torre medievale dei Leccavela, situata in Piazza Sauli, fu inglobata nel palazzo di Antonio Sauli,
ricco mercante e banchiere, nonche' figlio del fondatore della basilica di Carignano, Bendinello Sauli.
Antonio Sauli scelse infatti due antiche domus dei Leccavela sulle cui impostare la propria dimora
costruita intorno al 1492 e la torre divenne parte di essa.
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Torre Leccavela
(foto di Antonio Figari)
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9. Torre Piccamiglio
La Torre, "di laterizio che ancora leva il capo da moderni edifizij" come scrive l'Alizeri, fu
costruita nel 1437 ed è parte dell'attiguo palazzo di proprietà della famiglia Piccamiglio,
famiglia di origine tedesca, nota a Genova dal XII secolo.
Essa si trova in Via del Campo, lato mare, impostata sull'arcata che introduce in Vico di San
Marcellino e non è facilmente visibile al distratto passante.
Alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti.
Provate ad alzare lo sguardo ed ecco cosa vedrete:
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Torre Piccamiglio vista da via del Campo lato Porta dei Vacca
(foto di Antonio Figari)
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Purtroppo Torre Piccamiglio è chiusa al pubblico e finora non sono riuscito a raggiungere la
sua cima. Se qualcuno di Voi sa come arrivare in vetta mi scriva.
La Torre di San Luca, detta anche degli Spinola poiché questa zona
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era sede del loro Albergo, si trovava nei pressi dell'omonima via. L'Alizeri nella sua guida
artistica per la città di Genova del 1846 definisce la stessa "sformata adesso e mozzata alla
cima, ma pur severa tuttora e maestosa delle pietre bozzate e salde che le fan base».
In effetti oggi la torre conserva il suo aspetto originario solo nella parte bassa come
mostrato dalla foto.
L'angolo della Torre di San Luca, ora mozzata e parte di un palazzo, conserva ancora in bella vista le maestose pietre
(foto di Antonio Figari)
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La Torre Fiorente, posta a protezione del portello di Sant'Egidio, situata nell'attuale Via
Vernazza, fu dapprima inglobata nei vicini palazzi e infine demolita con lo sterro del colle e
l'ampliamento di Piazza De Ferrari dopo il 1892: essa aveva pianta a ferro di cavallo come
le altre torri delle porte della città (Porta Soprana, Porta Aurea, Porta dei Vacca).
La Torre di Luccoli, detta anche "torre dei boschi", inglobata dapprima nelle ultime mura
medioevali, venne infine demolita per dare spazio al bastione di Luccoli delle mura
cinquecentesche, detto di San Giovanni Battista.
Il bastione in seguito fu trasformato nel parco di Villetta di Negro e in parte modificato per
divenire parte della splendida cascata che tuttora si può ammirare nella predetta villa.
La Torre Regia, parte delle mura medievali, si trovava dove oggi vi è Via Lomellini, poco
distante dalla Porta di Sant'Agnese e dal Portello di Pastorezza.
Essa era parte delle mura del Barbarossa ed era situata su un angolo delle stesse, tra la
Porta di Sant'Agnese e la porta dei Vacca, nell'attuale Via delle Fontane e prendeva il nome
dalla vicina chiesa dedicata alla Santa.
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Nulla è rimasto a testimoniare questa torre se non un antica acquaforte di Antonio Giolfi
che nella sua "Veduta della Piazza della Nunziata" ci mostra come essa doveva essere nel
XVIII secolo (la vedete nella parte destra dell'acquaforte, a fianco di Palazzo Belimbau). Non
ho la certezza si tratti veramente della Torre di Santa Sabina ma molti indizi mi portano a
ritenere fondata questa mia teoria.
Antonio Giolfi "Veduta della Piazza della Nunziata", acquaforte, Genova, Collezioni d'arte Banca Carige
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Lapide di Via San Giorgio in ricordo delle case e delle Torri dei Volta e dei Vento
(foto di Antonio Figari)
Alzando lo sguardo in Piazza San Giorgio, alla sinistra della chiesa, dal palazzo all'angolo tra
Via Giustiniani e Via Chiabrera, svetta la torre campanaria della chiesa dedicata al Santo
protettore di Genova.
Essa era in origine una torre medioevale come tante ve ne erano a Genova: la Torre
Alberici.
Collegata alla Chiesa con un cavalcavia che scavalca ancora oggi Via Giustiniani, fu dapprima
spogliata dei merli che la cingevano sulla cima e poi elevata di due piani nel Seicento, il
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primo a pianta quadrata, il secondo a pianta tonda con una cupola sulla cima.
Nel 1847, a causa dei problemi di stabilità dovuti al fatto che le sue fondamenta della torre
fossero state costruite su di un rivo, viene dato il via a lavori di restauro che apportano
modifiche alla stesso: in particolare vennero spostati i rosoni in ferro battuto che oggi
vediamo ai lati del campanile poggianti su semisfere foggiate a guisa di portafiori, e venne
eliminata una statua di San Giorgio in ferro battuto.
Altri restauri seguirono ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
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Quella che ora descriverò si distingue dalle precedenti torri non essendo nata nel medioevo
e non essendo stata pensata come torre difensiva bensì come elemento architettonico
rinascimentale del giardino del Palazzo di Nicolosio Lomellino.
Questa torre, alta, bianca e vagamente arabeggiante nelle forme, che si può osservare da
Piazza Portello, appena sopra la galleria Giuseppe Garibaldi, collega il giardino inferiore con
il giardino superiore del sopracitato palazzo di via Garibaldi, con una scala a chiocciola
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In una traversa di Via al Ponte Reale, Vico de Negri al civico 4, una grande colonna
ottagonale a strisce bianche e nere è la base di una antica torre che ancora svetta sopra il
palazzo a cui è stata inglobata nei secoli scorsi.
Qui sorgevano le case medievali e la torre dei Di Negro: nel XVII secolo, per volere di
Emanuele Filiberto di Negro, vennero demolite le abitazioni e la torre inglobata nel nuovo
edificio.
E' difficile da vedere e da fotografare da Vico De Negri, mentre molto più facile è osservarla
dalla Sopraelevata o da Piazza Caricamento: la sua sagoma infatti si erge sopra i palazzi
della Ripa.
Se la guardate, non scorgerete sulla sua cima elementi antichi, archetti o merlature, ma
moderni terrazzi; la sua forma tuttavia, svettante e più alta rispetto ai vicini edifici, non
può che farci tornare alla mente una torre del tutto simile alla vicina torre dei Morchio e
alle altre torri che costellavano i vicoli della Superba.
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Le fonti storiche narrano che Genova nacque sul colle detto di Castello: siamo nella zona
tra la Chiesa di Santa Maria di Castello e Piazza Sarzano; è qui che troviamo le prime
testimonianze degli insediamenti che daranno vita alla storia della Superba.
Il luogo di cui Vi sto per parlare è parte dell'ex Convento di San Silvestro ora trasformato
nella sede della Facoltà di Architettura di Genova. La Seconda Guerra Mondiale ha quasi del
tutto raso al suolo questa antica Chiesa e il vicino Monastero (di cui troverete presto la
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E' proprio vero che la guerra, con le sue ferite, a volte fa riemergere dal passato cose di cui
si era persa ogni traccia; o meglio, cose sconosciute ai più ma impresse nella storia
genovese: Il Genovino, una delle monete più note di Genova, reca sul retro un'immagine,
sapete cosa rappresenta?
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Essa raffigura il Castello che un tempo sorgeva sulla cima di Sarzano con tre torri e un
doppio portico.
Gli "Annales Genuenses" trecenteschi, opera di Giovanni Stella, descrivono il Castello
riprendendo l'immagine impressa nel Genovino, immagine che così assume valenza e
autorità storica: le tre torri e il doppio portico dunque sono veramente esistiti?
Probabilmente l'immagine del Genovino è più simbolica che reale: il portico, o meglio, il
doppio portico, impresso sulla moneta, rappresenta il luogo centrale della città dell'epoca,
fulcro della vita politica ed economica.
E' dunque un'immagine stilizzata della città, la cosiddetta "forma civitatis", con mura e
porta bifora sormontata dalle torri, immagine che appare anche su un sigillo plumbeo in una
antica convenzione firmata nel 1164 tra la Repubblica di Genova e il Re Barisone di
Sardegna.
Questo luogo è proprio il Castello, detto anche Casa del Vescovo, poiché antica sede
vescovile genovese, che sorgeva dove poi sarebbe stata costruita la Chiesa di San Silvestro.
La campagna di scavi condotta nel dopoguerra non ha dimostrato l'esistenza delle tre torri e
del portico dando quindi ancora più credito alla teoria che vede l'immagine del Genovino
come "forma civitatis" simbolica e non come reale edificio.
Tuttavia, la foto in bianco e nero sopra pubblicata ci rivela comunque che una torre
difensiva era stata costruita lungo il lato orientale delle mura del Castello, torre che nei
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secoli successivi sarebbe stata usata come fondamenta per le costruzioni sovrastanti.
E non sarebbe stata la sola all'interno del Castello: lungo il muro lato est del Convento di
San Silvestro gli scavi hanno infatti evidenziato la presenza di un'altra torre poligonale,
anch'essa poi divenuta la base delle sovrastrutture di San Silvestro.
Una traversa di Via delle Vigne ha un curioso nome: Vico della Torre delle Vigne.
Leggendo l'Alizeri che definisce il campanile della Basilica delle Vigne "antichissima torre
costrutta in pietra di quadro nel gotico stile del sec. XIII" non dovrei neanche pormi il
problema di pensare a cosa si riferisca il nome di questo vicolo.
Eppure, vi è già un vicolo dedicato al Campanile delle Vigne, e allora perchè ripetersi? E poi
il Vico del Torre non è vicino al campanile romanico delle Vigne che dal vicolo non si vede
neppure: due indizi che mi hanno indotto ad indagare.
E così, andando su e giù per Vico della Torre delle Vigne, ho notato un palazzo le cui pietre
angolari, per forma e dimensioni, ricordano molto quelle della Torre di San Luca, detta
anche degli Spinola, che Vi ho descritto al paragrafo 10 di questa pagina.
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Mi venne dunque da pensare che anche qui, poiché in questa zona gli Spinola avevano i loro
palazzi, sorgesse una torre del tutto simile quella dietro la Chiesa di San Luca: leggendo
antichi libri e confrontando più fonti le mie ipotesi hanno avuto conferme e quella che era
una semplice supposizione è divenuta una certezza.
Una mail di un lettore di questo blog ha poi ulteriormente rafforzato la mia idea: sulla cima
di questo palazzo, già torre delle Vigne, da recenti restauri sono riemerse antiche feritoie.
Spero presto di poter raggiungere la cima della torre, fotografare le antiche feritoie e tutto
ciò che rimane dell'antica torre e postarVi le foto per rendere partecipi anche Voi di un
piccolo pezzo di Genova antica quasi sconosciuto.
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L'attuale Piazza De Marini, alle spalle della Chiesa di San Pietro in Banchi, nasce nel XVI
secolo, insieme al vicino palazzo De Marini a seguito della demolizione delle case degli
eredi di Bernardo di San Salvatore Usodimare. La piazza antistante al nuovo palazzo venne
detta "Piazza nuova dei De Marini".
In mezzo a antichi palazzi degli Usodimare vi era una torre medievale, anch'essa purtroppo
demolita insieme alle vicine costruzioni coeve.
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Palazzo Lercari Spinola, sito in Via Orefici n. 7, di cui trovate la storia nella pagina de i
PALAZZI privati, fu edificato nella seconda metà del XVI secolo ristrutturando ed ampliando
domus medievali di proprietà della stessa nobile famiglia. Sopra queste domus nel XIII
secolo svettavano due torri di cui oggi, purtroppo, nulla rimane. Rimangono invece, lungo il
fianco del palazzo, evidenti tracce medievali nel portico a fasce bicrome e nelle trifore.
Palazzo Brancaleone Grillo, di cui trovate storia e immagini nella pagina de i PALAZZI
privati, conserva, lungo lo scalone, tracce dell'antica torre medievale che recenti restauri
hanno riportato alla luce.
Sita in un angolo dell'isolato compreso tra Via della Posta Vecchia, Vico Vignoso, i palazzi di
Piazza della Cernaia e Via della Maddalena, questa antica torre medievale fu demolita nel
1544 quando iniziarono i lavori per l'edificazione di un palazzo per la famiglia De Franchi
(oggi il palazzo con ingresso al civico 10 di Vico Vignoso).
26. Torre della Caserma di Via Mascherona
L'edificio che ospitava l'Educandato per le nobili fanciulle in Via Mascherona (di cui trovate
storia ed immagini nella pagina de le CHIESE di GENOVA nel paragrafo dedicato a Santa Maria delle Grazie
la Nuova) aveva una torre, che insisteva sull'angolo del palazzo tra Vico Vegetti e Salita Mascherona, costruita dopo che nel
1798 l'Educandato venne confiscato all'ordine religioso e trasformato in caserma.
Su questa torre stazionavano alcuni alabardieri.
Oggi, che l'edificio è stato sopraelevato, la torre non svetta più essendo di misura pari al
resto del palazzo e le sue forme purtroppo sono state del tutto inglobate in esso.
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In Piazza Invrea sorge Palazzo Stefano Squarciafico di cui vi parlo nella pagina de i PALAZZI
privati. Esso fu edificato su preesistente palazzo medievale. All'angolo di questo palazzo vi
era una torre le cui fondamenta sono ancora visibili nella cisterna del palazzo oggi
occupato da un ristorante, dietro lo scaffale dei vini.
Una seconda torre medievale sorgeva in questa piazza ed ancor oggi sono visibili le grosse
pietre angolari della stessa come vi mostro nelle foto qui sotto.
Una curiosità: nel dopoguerra, ricostruendo il palazzo che all'angolo conserva queste
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antiche pietre, fu scoperto un mosaico del I secolo di una domus romana. Una piccola
porzione di questa mosaico è oggi conservata nell'atrio di palazzo Lercari al civico 8 di
Piazza Invrea.
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In Piazzetta degli Orti di Banchi, ove oggi sorge il civico 3, sorgeva una delle torri che
costellavano i vicoli di Genova.
Se vi capita di recarvi in questa piccola piazza a due passi dalla Loggia di Banchi, potrete
notare alcuni elementi architettonici medioevali e resti di una loggia: essi costituiscono la
base di questa antica torre che oggi purtroppo non esiste più.
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Elementi architettonici medioevali in Piazzetta degli Orti di Banchi, unici resti della Torre di Banchi
(foto di Antonio Figari)
29. Turris Matonorum
Sita alla confluenza tra Via Ravecca e Salita del Prione, questa antica torre fu edificata della
famiglia degli Embriaci.
La torre passò poi ai Fieschi ed oggi, seppure inglobata in un palazzo, conserva ancora
alcune tracce dell'antica costruzione.
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Palazzo Spinola dei Marmi in Piazza Fontane Marose viene edificato inglobando una
torre medievale e alcune case di proprietà degli Spinola di Luccoli.
Il Palazzetto Criminale (di cui Vi parlo al paragrafo 20 nella pagina de gli EDIFICI pubblici)
ingloba in sé una torre medievale di proprietà della famiglia De Fornari, individuabile nella
parte a sud dell'edificio (non è un caso che in questa parte dell'edificio si aprano meno
finestre rispetto al resto del palazzo).
Un anonimo palazzo in Salita San Gerolamo dalla forma poligonale, appoggiato agli archi
dell'Acquedotto Storico, nasce sui resti di una antica torre ottocentesca esterna al
Castelletto, ricostruito dai Savoia non a difesa della città, ma piuttosto per controllarla
meglio.
Le mura della città infatti all'epoca correvano fino a Forte Sperone, bel lontano dal
Castelletto che per la sua posizione centrale era invece un ottimo punto di osservazione
sulla città.
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In questo vicolo vi era una torre medievale che venne distrutta quando fu edificato palazzo
Canevari nel 1675.
a. La Lanterna
La tradizione fa risalire la sua prima edificazione al 1128: alta poco meno dell'attuale, la
sua struttura era composta da tre tronconi sovrapposti. Sulla cima venivano bruciati steli di
brugo o di "brisca" (la ginestra che cresceva in Val Bisagno lungo il rio Briscata).
Nel 1320 venne installata la prima lanterna propriamente detta: formata da 52 lampade
alimentate ad olio, la luce veniva convogliata in un fascio luminoso grazie a cristalli
trasparenti opera dei maestri vetrai liguri di Altare.
Nelle immagini qui di seguito troviamo quello che è considerato il più antico disegno della
Lanterna, risalente al 1371: si tratta di una "coperta" di pergamena, cioè la copertina di un
volume, conservata all'Archivio di Stato, di un registro dei "Salvatori del Porto e del Molo"
relativo alle spese sostenute per mantenere il faro acceso (in esso troviamo indicati le
spese per l'olio combustibile e le ore di lavoro).
Il disegno è stato probalmente eseguito dal Notaio che ha compilato il registro: era fatto
comune infatti che venissero illustrati in copertina gli argomenti dei volumi.
Ecco la coperta, prima e dopo il recente restauro:
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Nel 1340 il milanese Evangelista dipinse sulla facciata lo stemma della città di Genova.
Nel XV secolo fu adibita a prigione e ospitò, tra gli altri, Re Giacomo I di Cipro, che vi
rimase, insieme alla moglie e ai figli, per dieci anni (trovate la sua storia nella pagina de gli
EDIFICI pubblici nel paragrafo dedicato a Palazzo Ducale).
Nel 1507, durante il periodo di dominazione dei Francesi sulla città di Genova, Luigi XII fece
edificare ai piedi della Lanterna il "Forte Briglia". Nel 1513 i Genovesi, capitanati da Andrea
Doria, liberarono la città dall'invasore: durante questa battaglia, per colpire il Forte Briglia,
i Genovesi colpirono anche la Lanterna che venne fortemente danneggiata.
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Nel 1543, per volontà del Doge Andrea Centurione Pietrasanta e con il contributo del Banco
di San Giorgio, la Lanterna venne riedificata e assunse l'aspetto attuale.
Oggi, con i suoi 73 metri, essa è il faro più alto del Mediterraneo.
Se Vi capita di salire fino al primo terrazzo, il punto più alto della Lanterna aperto al
pubblico, noterete su ognuna delle quattro facciate del faro delle targhe in marmo: si tratta
di preghiere incise e qui collocate a fine Settecento a difesa della Lanterna dalle interperie.
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La Lanterna al tramonto
(foto di Antonio Figari)
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Una curiosità, sapete cosa erano i "coffini" e quale era la loro funzione?
Nelle immagini qui di seguito, che rappresentano il retro di tre maioliche di Albissola,
potete notare una lanterna stilizzata e a lato un bacco con appesa una sorta di cesta.
Essa era detta "coffino" e serviva per dare una direzione alle navi che entravano o uscivano
dal porto; insomma, in questo modo, si regolava il traffico.
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Eretta nel 1324, a seguito di delibera dei "Salvatores Portus et Moduli" davanti alle Mura
della Malapaga, nella zona oggi occupata daI Magazzini del Cotone, essa era speculare alla
Lanterna.
La Torre dei Greci delimitava dunque l'ingresso orientale del Porto e, come la Lanterna,
aveva anche una funzione difensiva di avvistamento delle navi in arrivo nel porto. Con
l'ampliamento delle Mura e del porto essa venne abbattuta.
Il suo nome deriva dal fatto che i mercanti greci abitavano e commerciavano in prevalenza
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nella zona del Molo, a pochi passi da dove venne innalzata questa torre.
In questa antica immagine di Genova, risalente al 1490, si nota sulla destra dell'imboccatura del Porto la Torre dei Greci
c. Il Lanternino
Detto anche "Faro del Mandraccio" esso fu eretto intorno al 1820 quando il Molo Vecchio fu
prolungato.
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Anch'esso subì la triste sorte della Torre dei Greci e fu demolito nel 1929 quando fu decisa
la demolizione della parte terminale del Molo Vecchio per permettere l'ingresso in porto dei
grandi Transatlantici che iniziavano ad occupare e fare bella mostra di sé davanti alla
Stazione Marittima della Superba.
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Il Tenente Andre Beamont Conneau, ufficiale della Marina Francese, sorvola il Lanternino
Pensate che non vi siano altre torri da scoprire nel centro storico di Genova? Beh, Vi
sbagliate...
(continua...)
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Ciao! Esatto, nient'altro da aggiungere alla tua esaustiva spiegazione del significato dei due archi del
Genovino. Presto svelerò invece il significato di ciò che reggono gli archi ed il perché ho inserito questa
antica moneta nella pagina dedicata alle torri di Genova, anche se son sicuro che tu l'abbia già capito.
p.s.: la tua speranza di ulteriori aggiornamenti non rimarrà vana!
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Enrico Tortora: complimenti per le ricerche storiche, architettoniche e per le foto. Bellissimo blog. Io sono da sempre
amante di esplorazioni nei caruggi. Ho abitato per 20 anni nel palazzo di Vico Valòria a fianco della torre Maruffo che
ho fotografato più volte dai pianerottoli del mio palazzo . Ora sono emigrato in altro quartiere e le mie esplorazioni si
sono diradate....anche per l'età (73 !!!). Pensa che avevo iniziato anni fa a studiare e a cercare le antiche torri. Ora
vorrei "catturare" fotografandolo qul singolare palazzo torre (un parallelepippedo) di colore bianco, che svetta sopra
l'ex Archivio di Stato in Via T.Reggio. Non credo sia molto antico e non credo sia di valore ma è certo che è
caratteristico e nascostissimo nonostante la centralità in quanto proprio nel punto giusto di Via T.Reggio il cielo è
coperto da un archivolto dell'Arcivescovato. Bisognerebbe poter salire sul terrazzo giusto nei dintorni. Ho visto che hai
avuto accesso ai tetti del Duomo: forse da lì....chissà. Va beh vedi te se merita un certo interesse e storico e
architettonico.....io se potrò continuerò la mia "caccia ai tesori" dei caruggi. Saluti e auguri. E.T.
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Ciao Enrico! Grazie per le tue parole, sono contento ti piaccia il mio blog. Torre Maruffo è una delle mie
torri preferite anche perché, dopo aver conosciuto la proprietaria, l'ho "scalata" parecchie volte ed ogni
volta quando sei in cima è un'emozione unica avere i vicoli ai propri piedi!
Anche a me ha sempre incuriosito lo strano parallelepipedo sopra l'ex Archivio di Stato, lo vedo dalla finestra
di casa mia svettare sopra tutti i palazzi intorno: quando arriverò alla conclusione dei miei studi sullo stesso
li pubblicherò in questa pagina.
Se hai suggerimenti o curiosità da segnalarmi sulle antiche torri di Genova scrivimi una mail a
info@isegretideivicolidigenova.com
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Ciao Laila! grazie per le tue parole! Come ti dicevo via mail sarà un piacere venir a scuola e raccontare ai
tuoi bimbi qualche aneddoto sui nostri vicoli!
Ti scrivo una mail così ci organizziamo!
A presto
Rispondi
sono stato ieri sera amangiare a casa di un mio amico in vico torre delle vigne, dal terrazzo terminale della torre si
gode di una vista invidiabile, nella ristrutturazione sono emerse antiche ferritoie. anto nio bruno bruno@aleph.it
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Ciò significa che anche sulla cima la torre conserva ancora elementi antichi: ti scrivo una mail così mi
racconti tutto! Grazie!
Rispondi
Ciao! Complimenti per il sito, bellissimo! Sono un appassionato della Genova che fu e che non è più e vorrei chiederti
notizie e particolari di due zone di Genova a me care: Piccapietra e la zona di Via Madre di Dio. Hai notizie e
particolari inediti (foto comprese) di queste due zone? Genova è magnifica ma questi due luoghi suscitano in me
un'emozione particolare. Riguardo a Piccapietra passo spesso da Via dei Cebà (lavoro in zona Corvetto) e vedo presso la
zona della COOP un muro posticcio, segno che la strada era a suo tempo più alta di quella attuale. Cosa mi sai dire?
Grazie e buona estate! Agostino
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Ciao
intanto ti volevo fare i complimenti per il lavoro fatto.
questo sito è davvero pazzesco ed incvredibile.
Davvero BEN FATTO!!
ora la mia domanda, o meglio, due:
1) Capisco che Genova è Genova e Cornigliano no (storicamente parlando) ma sarà possibile che integri in futuro anche
una parte sulle delegazioni ?
2) parlando di Cornigliano, dato che ho visto con interesse la tua parte sulle torri, volevo sapere se mi potevi dare
qualche info storica sulla torre che c'è a Cornigliano di fianco a Villa bombrini (via Muratori Angolo Vico Torre).
Guardando le foto dall' alto (Google Maps) si vede cgiaramente che è nell' area del perimetro di Villa bombrini (a lato
del braccio sinistro della villa) però pare staccata. Ho fatto ieri sera una foto della torre che puoi vedere qui:
http://www.webmasterone.it/wm1/Torre_Bombrini_Cornigliano.jpg
grazie, e ancora.... complimenti
Mario
Rispondi
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storico.
Per quanto riguarda la "tua" torre, a differenza di quelle di Sampierdarena di cui antichi scritti ci hanno
tramandato posizione ed epoca di costruzione (un giorno ne parlerò in questa pagina), le prime notizie su di
essa risalgono al periodo di costruzione di Villa Bombrini il cui perimetro era più amplio di quello in cui oggi
è "costretta". Se in futuro troverò ulteriore documentazione su di essa ti scriverò.
Rispondi
Buongiorno, complimenti per il sito davvero esaustivo ed interessante. Le chiedo se sia possibile utilizzare il genovino
sulla pagina sopra per una pubblicazione sulla city, ovviamente citando l'indirizzo web alla fonte.
Grazie Stefano Tarantino di Edizioni del Magistero Genova
Tel. 0105740989
Rispondi
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Preg.mo,
La ringrazio innanzitutto per le Sue parole di apprezzamento per il mio blog.
La invito a scrivermi una mail a info@isegretideivicolidigenova.com con la sua richiesta specificando quali
immagini vorrebbe pubblicare e l'argomeneto della sua pubblicazione.
Un caro saluto
Rispondi
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Preg.mo,
sono io che ringrazio Lei per le Sue bellissime parole di elogio nei miei confronti: felice di condurla alla
scoperta dei miei amati vicoli.
Un caro saluto
Antonio
Rispondi
Peccato che non parliate della torre Grimaldina di Sampierdarena inglobata da dei brutti edifici
Rispondi
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Caro Francesco,
La ringrazio per il Suo commento.
Le torri di Sampierdarena sono oggetto di un apposito paragrafo nella pagina de "i SEGRETI dei VICOLI della
GRANDE GENOVA".
Un caro saluto
Antonio
Rispondi
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salendo verso il padiglione 13. Se avesse qualche notizia storica gliene sarei grato. Cordialità, Gian Piero Asselle.(da
Imperia)
Rispondi
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Caro Piero,
La ringrazio per le Sue parole.
La Torre di cui parla è quella posta all'angolo di Villa Donghi in Salita della Noce: trova la storia di questa
villa e della torre nella pagina de "i SEGRETI dei VICOLI della GRANDE GENOVA".
Sempre in argomenti "torri", nella stessa pagina troverà un paragrafo dedicato alla torri di Sampierdarena.
Se ha altre domande da pormi non esiti a scrivermi qui o alla mia mail info@isegretideivicolidigenova.com
Un caro saluto
Antonio
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Buona sera Antonio; domenica 29/10 sono stato nei vicoli del centro storico per fotografare le torri, le porte e le mura;
ho impiegato diverse ore per completare il giro, nonostante avessi a supporto una copiosa documentazione tratta dal
suo lavoro. Ancora mi complimento per quanto lei ha messo a disposizione. Mi occorrerà ancora una giornata per
completare le mura e le torri delle ville di Sampierdarena e Cornigliano.
Come le ho scritto nella email, le sono grato se vorrà chiarirmi i dubbi che le ho posto; cordialità Gian Piero Asselle.
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L'autore
Antonio Figari
Nato a Genova il 18 aprile 1981, ho compiuto i miei studi all'Istituto Arecco di Genova dai Padri Gesuiti e
successivamente mi sono laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Genova. Mi è sempre piaciuto
addentrarmi e perdermi nel labirinto dei vicoli genovesi. Nonostante il degrado e l'abbandono essi hanno sempre
esercitato su di me un fascino particolare. Mi spiace vedere invece che non solo i foresti ma gli stessi genovesi
conoscano poco la storia della loro città e tutti i segreti che i vicoli racchiudono dentro se stessi. Spero che visitando questo
sito Vi venga la voglia di scoprire i vicoli della Superba e possiate capire quanto sia bella Genova e quanti tesori siano racchiusi
nel suo centro storico. Se avete qualcosa da chiedermi scrivetemi a info@isegretideivicolidigenova.com (if you have any
question write me an email to info@isegretideivicolidigenova.com).
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