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CR
MOTORE CARICO
JM JC
CM ω
Fig. 2.1 - Sistema meccanico
Supponendo che la trasmissione del moto venga effettuata mediante un albero ed un giunto
di tipo rigido, in modo che la velocità dell’asse lato–motore e lato–carico sia la stessa,
l’equazione di equilibrio dinamico del sistema (Legge di Newton) si scrive:
d ( Jω ) dω dJ
C M − CR = =J +ω (2.1)
dt dt dt
ove:
- CM, coppia motrice, è la coppia elettromagnetica sviluppata dal motore elettrico;
- CR, coppia resistente, rappresenta l’opposizione offerta dal carico (le coppie sono espresse in
[Nm]);
- J è il momento di inerzia delle masse rotanti rispetto all’asse di rotazione, espressa in [kgm2];
- ω è la velocità di rotazione, espressa in [rad/s]1 (radianti meccanici, da non confondere con i
radianti elettrici che incontreremo nel seguito).
Supposta trascurabile l’inerzia del giunto, ed indicata con JM l’inerzia del motore e JC l’inerzia
del carico, si avrà:
J = J M + JC (2.2)
Nella relazione (2.1) il termine ω dJ dt compare nelle tipologie di carico ad inerzia variabile,
come le centrifughe, le bobinatrici (industria tessile e della carta) oppure nei robot industriali
dove la geometria del carico varia con il tempo.
Nella maggior parte delle applicazioni, peraltro, l’inerzia è (o si può assumere) costante, da
cui l’equazione meccanica si riduce alla:
dω
CM − CR = J (2.3)
dt
1
La velocità di rotazione è espressa sovente in [giri/min] (rpm in inglese), pari a 2π/60 [rad/s], cioè:
rad 2π giri 2π dn
ω = n , ⇒ C M − C R = J 60 dt
s 60 min
dω
CM > CR ⇒ > 0, accelerazione
dt
dω
CM < CR ⇒ < 0, decelerazione (2.4)
dt
dω
CM = CR ⇒ = 0, ⇒ ω = costante, regime stazionario
dt
Nella formulazione dell’equazione meccanica qui presentata, nel termine “coppia resistente”
sono conglobati diversi effetti, alcuni dei quali non direttamente riconducibili al carico. In
particolare, anche in assenza di carico, saranno presenti effetti resistenti dovuto ad inevitabili
fenomeni dissipativi quali l’attrito nei cuscinetti che sostengono l’asse di rotazione (attrito
statico, (2.5)) o la ventilazione del fluido circostante (attrito viscoso (2.6)):
C R1 = K S sgn(ω ) (2.5)
C R2 = K V ω (2.6)
CR2
CR1
Questi effetti vengono conglobati nella coppia resistente dovuta al carico, espressa in termini
di funzione CR=CR(ω), detta caratteristica di carico. Pertanto, in conclusione, si può dire che il
carico interviene nel funzionamento di un azionamento attraverso due soli parametri:
- l’inerzia delle masse rotanti JC ;
- la coppia di carico CR, in termini di caratteristica CR(ω).
L
C M (t ) ⇒ C M ( s )
L
C R (t ) ⇒ C R ( s ) (2.7)
dω ( t ) L
J ⇒ J [sω( s ) − ω(t = 0 )]
dt
da cui:
C M ( s ) − C R ( s ) = Jsω( s ) (2.8)
ω( s ) 1
Gm ( s ) = = (2.9)
C M ( s ) − C R ( s ) Js
CR
Cm
1 ω
Js
GM(s)
Fig. 2.3 - Schema a blocchi del sistema meccanico
2
Infatti, dalle proprietà della trasformata di Laplace, è noto che:
t L F( s )
∫ F( u )du ⇒
s
0
cioè moltiplicare per 1/s una variabile F(s) nel dominio di Laplace equivale a farne l’integrale nel dominio del tempo.
3
Si può pensare, per fissare le idee, al funzionamento a vuoto, in cui CR = 0 e quindi l'ingresso del nostro sistema è la sola coppia
motrice CJ = CM.
Equazione di equilibrio meccanico 15
ω
CJ
Ω∗
∆t t
TRANSITORIO REGIME
CM − CR
ω(t ) = ⋅t 0 < t < ∆t (2.10)
J
Si definisce tempo di salita ∆t, il tempo necessario per raggiungere il valore di riferimento Ω∗ (il
valore della velocità a regime). Dall'espressione della velocità nel caso di transitorio a rampa si
ricava:
ω( ∆t ) = Ω * = a ⋅ ∆t (2.11)
dove:
C − CR
a= M (2.12)
J
Ω*
∆t = [s] (2.13)
a
Maggiore l'accelerazione (cioè la pendenza della rampa) minore il tempo di salita. Poiché
l'accelerazione dipende da CJ (direttamente) e da J (inversamente), si possono riportare i
seguenti due casi qualitativi:
- ad inerzia costante, la velocità di riferimento viene raggiunta in tempo minore se la
coppia d'inerzia è più grande;
- a coppia d'inerzia costante, la velocità di riferimento viene raggiunta in tempo minore se
l'inerzia è più piccola.
16 Cap. 2 Dinamica del sistema motore–carico
1
Ω∗
2
J costante
CJ1 CJ1 > CJ2
CJ2
∆t1 t
∆t2
Fig. 2.5 - Risposta al gradino di coppia: influenza della coppia massima
1
∗
Ω
2
CJ costante
J1< J2
CJ
∆t1 t
∆t2
Fig. 2.6 - Risposta al gradino di coppia: influenza dell’inerzia
Relazione velocità–posizione 17
CM ω
ALBERO DI
TRASMISSIONE
LATO
RIGIDO
MOTORE θ
θ0
LATO
CARICO
CR
dθ(t )
= ω(t ) (2.14)
dt
dove:
- ω(t) è la velocità di rotazione in [rad/s]
- θ(t) è la posizione angolare in [rad] (meccanici).
Anche in tal caso, benché banale, si può possono valutare le proprietà in termini di sistema
applicando (per omogeneità di trattazione) la trasformazione di Laplace, e determinare la
corrispondente funzione di trasferimento ed il diagramma a blocchi:
L L dθ( t ) L
θ( t ) ⇒ θ( s ), ω( t ) ⇒ ω( s ), ⇒ sθ( s ) − θ( t = 0 ) (2.15)
dt
da cui:
sθ( s ) = ω( s ) (2.16)
ω θ
1
s
Gθ(s)
Fig. 2.8 - Schema a blocchi della relazione velocità–posizione
18 Cap. 2 Dinamica del sistema motore–carico
θ( s )
Gθ ( s ) = (2.17)
ω( s )
θ
θ*
ω
CJ t* t
tangente
ΩP
θ* θ
CJ
ω
∆t’ t
∆t”
Ricordando che la velocità è la derivata della posizione (cioè corrisponde alla tangente della
funzione posizione), si comprende come in tal caso lo spostamento avviene con la dovuta
gradualità sia in fase di partenza che di arrivo (posizione rispettivamente min e max e velocità
nulla).
dω 1
dt = J (C M − C R ) ( J costante )
dθ (2.18)
=ω
dt
In Fig. 2.11 è indicato lo schema a blocchi associato al sistema (2.18), ottenuto collegando in
cascata gli schemi a blocchi relativi delle singole relazioni.
Si può osservare come, nel sistema azionamento, il moto sia semplicemente il risultato
dell’imposizione di una coppia, cioè le traiettorie di moto siano imposte mediante opportuni
profili di coppia. Talora si parla di datore di coppia, intendendo il sistema (controllato) in grado
di generare, con la precisione voluta, determinati profili di coppia e quindi un movimento di
determinate caratteristiche, specie nei servo–azionamenti.
CR
Cm ω θ
1 1
Js s
GM(s) Gθ(s)
Retroazione sul motore
in termini di tensioni indotte
Una tipica traiettoria del controllo di velocità è quella con andamento di velocità a rampa, il
quale si otteneva imponendo un profilo di coppia a gradino. Nelle figure seguenti sono indicati
gli andamenti nel caso di due tipiche sequenze di lavoro:
- avviamento ed arresto (Fig. 2.12);
- avviamento, inversione di velocità ed arresto (Fig. 2.13).
È interessante puntualizzare che, per una determinata inerzia totale J del sistema meccanico
la pendenza della rampa (cioè la accelerazione o la decelerazione) dipende unicamente dalla
coppia che il datore è in grado di fornire. Il limite, cioè la coppia massima erogabile, dipende,
negli attuatori elettrici, dalla massima corrente che il motore elettrico può erogare.
Al proposito, si distingue tra corrente nominale (che è la massima corrente erogabile in
continuità) e corrente di picco (che è la massima corrente erogabile per brevi periodi).
CM
ω
t
∆t ∆t
Ωp
ω CM
∆t 2∆t t
Nei transitori, si deve considerare la corrente di picco. In base al suo valore si dovrà fissare
un limite di corrente nel dispositivo di controllo (questo sempre nei servo–azionamenti) cioè
realizzare un controllo di corrente. Questo aspetto sarà chiaro dopo aver studiato il motore in
corrente continua.
Sempre supponendo carico inerziale (CR = 0), i due casi sono illustrati nei seguenti paragrafi.
2.4.2.1 Spostamento con profilo di velocità triangolare
Il calcolo della traiettoria nel caso dello spostamento con profilo di velocità triangolare, per la
sua importanza pratica e per la sua semplicità, viene descritto in dettaglio.
Per generalità, immaginiamo di avere le rampe in salita ed in discesa di pendenze diverse. Per
quanto riguarda l’andamento della velocità si ha:
Ωp
ω′(t ) = t 0 < t ≤ ∆t ′
∆t ′ (2.19)
Ωp
ω′′( τ ) = Ω p − τ 0 < τ ≤ ∆t ′′
∆t ′′
essendo:
- Ωp il valore di picco raggiunto dalla velocità (vertice del triangolo)
- τ un’ascissa temporale (introdotta per comodità) con origine in t = ∆t’.
t Ωp t2
θ′( t ) = ∫0 ω′(t ) dt = ∆t ′ + θ′(0 ) 0 < t <= ∆t ′
2
(2.20)
τ Ωp τ2 1
θ′′( τ ) = ∫0 ω′′( τ ) dτ + θ′′(0 ) = Ω p τ − + Ω p ∆t ′ 0 < τ <= ∆τ ′′
∆t ′′ 2 2
tangente
ΩP
θ∗ θ
CJ
ω
τ
∆t’ ∆t” t
1
θ′′(0 ) = θ′( ∆t ′) = Ω p ∆t ′ (2.21)
2
Ω p ∆t ′′ 2 1 1 1
θ* = θ′′( ∆t ′′) = Ω p ∆t ′′ − + Ω p ∆t ′ = Ω p ∆t ′′ + Ω p ∆t ′ (2.22)
∆t ′′ 2 2 2 2
Ωp Ωp
aS = aD = → Ω p = aS ∆t ′ = a D ∆t ′′ (2.23)
∆t ′ ∆t ′′
si ottiene:
1 1
θ* = aS ∆t ′ 2 + a D ∆t ′′ 2 (2.24)
2 2
Le relazioni (2.23) e (2.24), poste a sistema, sono in grado di risolvere questo tipo di
problema: noti lo spostamento da effettuare θ* e le accelerazioni (pendenze) delle rampe in
salita ed in discesa as ed aD si calcola il tempo di salita e di discesa e quindi il tempo totale
∆t = ∆t’+∆t” dello spostamento.
Questo è il problema di verifica, cioè noto il sistema (le accelerazioni possibili, il che vuol dire
coppia motrice disponibile, coppia resistente ed inerzia) si debbono calcolare le prestazioni (in
questo caso relative ad uno spostamento).
Il problema di progetto richiede l’utilizzo delle formule in modo inverso: in tal caso bisogna
definire le accelerazioni (cioè la coppia motrice se il carico e l’inerzia del sistema sono dati) tali
da garantire un determinato movimento (ampiezza e tempi dello spostamento).
θ∗
ΩMAX θ
CJ
ω
retta
∆t’ ∆t”
4
La velocità massima dell’azionamento può dipendere dal carico, dal motore elettrico o dagli organi di trasmissione. Nel caso del
motore elettrico occorre distinguerla dalla velocità nominale, che dipende dalla tensione nominale, e che può essere superata
adottando dei controlli particolari del motore (deflussaggio). La velocità massima meccanica è di norma maggiore di questa, ed è
fissata in base alle forze centrifughe del sistema ed alle caratteristiche dei cuscinetti.
Azionamenti reversibili 23
regime transitorio
Ωp 4 5 6 0
ω
CM
0 1 2 3
Fig. 2.16 - Andamenti coppia–velocità durante una sequenza di moto con inversione
Se si considera la potenza meccanica all’albero di trasmissione, data dal prodotto della coppia
per la velocità:
Pm = C ⋅ ω [watt ] (2.25)
5
A tale riguardo occorre distinguere tra funzionamento a regime e funzionamento transitorio e tra carichi attivi e passivi, dato che
(vedremo) il funzionamento a regime come generatore o freno è possibile solo con carichi attivi.
24 Cap. 2 Dinamica del sistema motore–carico
di quelle che sono le caratteristiche della macchina azionata, cioè della caratteristica di carico
della macchina azionata (qui si è supposto carico nullo, CR = 0).
Infatti, a regime, si ha CM = CR, per cui il punto di funzionamento ad una certa velocità è
imposto dalla curva CR = CR(ω) del carico, detta appunto caratteristica di carico o della coppia
resistente.
C
IVº quadrante Iº quadrante
GENERATORE CM MOTORE AVANTI
o FRENO 6 1
Ωp
5 0 2 ω
−Ωp
1
Em = Jω 2 [ Joule ] (2.26)
2
pesi:
contrappeso F+Q/2
gabbia F
oggetto da Q
muovere
Nel funzionamento a gabbia piena il peso dell’insieme gabbia più oggetto da sollevare prevale
rispetto al contrappeso, la coppia resistente è oraria qualunque sia il verso del movimento: se in
salita, si funziona da motore avanti (coppia e velocità positive); se in discesa si funziona da freno
(o generatore) indietro (coppia ancora positiva e velocità negativa).
Nel funzionamento a gabbia vuota prevale il peso del contrappeso, la coppia resistente è
antioraria qualunque sia il verso del movimento: se in salita, si funziona da freno (o generatore)
avanti (coppia negativa e velocità positiva); se in discesa si funziona da motore indietro (coppia e
velocità negative).
C CR = R·Q/2 CR
R
R·Q/2
Funzionamento a
gabbia piena 0 ω
F+Q/2 F+Q
CR = - R·Q/2 C CR
R
0 ω
Funzionamento a - R·Q/2
gabbia vuota
F+Q/2 F
Fig. 2.19 - Caratteristiche di coppia resistente nel funzionamento a gabbia piena e vuota
In ciascuno dei due casi, il verso (cioè il segno) della coppia resistente CR è indipendente
dalla velocità ma dipende solo dalla differenza tra il peso della gabbia e del contrappeso.
L’andamento della caratteristica di carico CR(ω) corrispondente alle due situazioni è indicata in
Fig. 2.196. Il funzionamento nei quattro quadranti del piano coppia/velocità è riassunto in Fig.
2.20.
6
Il segno delle caratteristiche di carico tiene conto del fatto che la coppia resistente è considerata con segno meno nell’equazione
dell’equilibrio dinamico, cioè a regime si ha C = CR (il segno della coppia motrice e quello della coppia resistente coincidono).
26 Cap. 2 Dinamica del sistema motore–carico
C CR C CR
ω ω
motore
freno avanti
indietro
F+Q/2 F+Q
ω
CR C CR C
ω ω
freno
motore avanti
indietro
F+Q/2 F
ω ω ω
CR CR (e) CR (f)
(d)
ω ω ω
L’attrito statico causa una coppia resistente costante che cambia con il verso di rotazione,
come mostra la caratteristica (a). A macchina ferma (ω = 0), la coppia resistente può assumere
un qualsiasi valore compreso tra i limiti imposti dall’attrito che appare in movimento. Sovente,
la coppia di spunto è superiore a quella di movimento (attrito di primo distacco.), come indicato
nella caratteristica (b). Queste caratteristiche sono tipiche delle macchine utensili, laminatoi,
rotative.
La caratteristica (c) presenta una coppia resistente costante indipendente dal senso di
rotazione, ed è tipica degli ascensori e dei montacarichi. L’attrito viscoso (radente) provoca la
caratteristica (d) con una coppia resistente proporzionale alla velocità di rotazione. Questa
caratteristica si ottiene anche sui banchi prova, quando il motore da provare è accoppiato ad
una macchina in corrente continua funzionante come generatore su una resistenza di carico.
I ventilatori, i compressori centrifughi e le pompe forniscono la caratteristica (e), con la
coppia resistente che cresce con il quadrato (o potenza superiore) della velocità di rotazione.
Infine, gli avvolgitori presentano la caratteristica (f) a potenza costante. La coppia resistente è
inversamente proporzionale alla velocità di rotazione, evidentemente in una zona limitata di
velocità. In genere, le macchine azionate presentano caratteristiche di carico che sono una
combinazione di quelle appena descritte.
Infine, a pag.28, sono elencate le principali tipologie di macchine azionate e la
corrispondente caratteristica di carico (nel solo quadrante di funzionamento da motore avanti).
L’andamento della potenza assorbita dal carico (prodotto coppia–velocità) è anche indicata con PR.
28 Cap. 2 Dinamica del sistema motore–carico
PR CR
− Pompe centrifughe
− Ventilatori centrifughi
− Pompe assiali e centrifugo-assiali
− Compressori a vite e centrifughi
− Mescolatori centrifughi di liquidi
− Agitatori
ω
CR
− Presse meccaniche e idrauliche
− Calandre a frizioni viscose
− Freni a correnti parassite
− Pompe ad anello liquido PR
ω
Test di apprendimento
INDICE