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 I – 43-148-H

Trattamento endovascolare degli


aneurismi dell’aorta toracica discendente
P. Alric, L. Canaud, P. Branchereau, C. Marty-Ane

In quindici anni, il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente è passato
dal posizionamento sperimentale di un’endoprotesi «home made», in aneurismi anatomicamente favore-
voli, a un trattamento di prima intenzione nella maggior parte dei casi. L’interesse evidente e immediato
di queste endoprotesi ricoperte è di evitare un atto chirurgico associato a una mortalità e a una morbilità
elevate. La maggior parte degli studi concorda nel mostrare una riduzione dei tassi di morbilità e di mor-
talità intraoperatorie del trattamento endovascolare rispetto al trattamento chirurgico convenzionale. Si
osserva comunque la comparsa di complicanze specifiche alle tecniche endoluminali, con la descrizione
di endoperdite periprotesiche, di migrazioni, di basculamenti con collasso e di fratture di endoprotesi.
Il successo di un trattamento endovascolare è associato a una selezione rigorosa dei pazienti grazie al
bilancio preoperatorio e alla scelta del tipo di endoprotesi in funzione della conoscenza del materiale
endovascolare disponibile. Il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente
impone di determinare preoperatoriamente la strategia dell’intervento.
© 2012 Elsevier Masson SAS. Tutti i diritti riservati.

Parole chiave: Endoprotesi; Aneurisma; Aorta; Toracica; Arco; Endoperdita

Struttura dell’articolo ■ Problemi specifici 9


Problemi di accesso 9
■ Introduzione 1 Colletto prossimale 10
Colletto distale 14
■ Indicazioni 2 Ischemia midollare 14
Eziologie 2 Copertura accidentale dei tronchi sovraortici 15
Clinica 2 Dissecazione retrograda dell’aorta 15
Indicazione al trattamento endovascolare: rapporto della Collasso dell’endoprotesi 15
Haute Autorité de Santé 2 Endoperdite 16
Criteri morfologici 2 Migrazioni 17
■ Bilancio preoperatorio 2 Endoprotesi toraciche e malattie del tessuto connettivo 17
Obiettivo 2 Fistola aortoesofagea 17
Metodo 3 Infezione 17
■ Endoprotesi 4 ■ Monitoraggio 17
TAG® e C-TAG® Gore 4 ■ Risultati degli studi prospettici 17
Valiant Captivia® 5 Talent® 17
Zenith TX2 Pro-Form® 5 Zenith TX® Cook 18
Relay NBS® Plus 6 TAG® Gore 18
E-VITA® Thoracic 6
■ Conclusioni 18
TAArget® 6
■ Scelta dell’endoprotesi 6
Misurazione dell’endoprotesi 6


Scelta dell’endoprotesi aortica 6
 Introduzione
Tecniche di posizionamento 6
Dotazione tecnica 6 La tecnica chirurgica per il trattamento degli aneurismi
Installazione 7 dell’aorta toracica discendente si è poco modificata dal primo suc-
Anestesia 7 cesso di Ba e Cooley nel 1953 [1] . Essa richiede una via di accesso
Vie d’accesso 7 toracica, un’intubazione selettiva con esclusione polmonare sini-
Posizionamento dell’endoprotesi 7 stra, l’utilizzo di un’assistenza circolatoria e un clampaggio aortico

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 1


Volume 17 > n◦ 3 > settembre 2012
http://dx.doi.org/10.1016/S1283-0801(12)62054-8
I – 43-148-H  Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente

prossimale in pazienti spesso portatori di comorbilità nelle pato- Clinica


logie degenerative. Nonostante i miglioramenti delle tecniche
chirurgiche e della rianimazione che hanno permesso di ridurre La loro scoperta è, il più delle volte, fortuita, in occasione
la mortalità e la morbilità di questa impostazione, la sostituzione di bilanci medici intercorrenti oppure in occasione di un bilan-
chirurgica dell’aorta toracica discendente è associata a un tasso cio di aneurisma dell’aorta addominale sottorenale o, ancora, in
elevato di mortalità (5,7-15,1% [2–66] ), soprattutto per i pazienti base a sintomi (tosse, dispnea, disfonia, pneumopatie ricorrenti)
trattati in urgenza e i pazienti anziani e/o a elevato rischio chirur- derivanti dalla compressione di organi o di strutture intratora-
gico. ciche (embolia periferica, fistole aortobronchiali e aortoesofagee
Il trattamento endovascolare, inizialmente introdotto per il o, infine, al momento della rottura aneurismatica nel mediastino
trattamento degli aneurismi dell’aorta addominale, è stato propo- o nella pleura. Un aneurisma dell’aorta addominale è presente
sto come un’alternativa meno invasiva al trattamento chirurgico contemporaneamente nel 25% dei casi, e il 10% degli aneuri-
convenzionale degli aneurismi dell’aorta discendente all’inizio smi dell’aorta toracica è associato a una dissecazione dell’aorta
degli anni  90. Dake et al. [2] hanno stabilito, nel 1994, la fat- toracica [5] .
tibilità del trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta
toracica discendente con il posizionamento di endoprotesi rico-
perte autodilatabili in 13 pazienti. Solo l’8% dell’insieme dei loro
Indicazione al trattamento endovascolare:
pazienti portatori di un aneurisma dell’aorta toracica era allora rapporto della Haute Autorité de Santé [5]
eleggibile per un trattamento endovascolare. In poco più di 15
anni, il trattamento endovascolare delle patologie dell’aorta tora- Il rapporto della Haute Autorité de Santé pubblicato nel 2006
cica è passato dal posizionamento sperimentale di un’endoprotesi conclude che il trattamento endovascolare dell’aorta toracica
«home made», in aneurismi morfologicamente favorevoli, a un sembra fornire un beneficio verosimile in termini di mortalità
trattamento stabilito, che fa ricorso a delle endoprotesi prodotte e operatoria e di morbilità grave, a condizione di una valutazione
commercializzate per il trattamento di multiple patologie acute o rigorosa a medio termine e se le condizioni anatomiche sono state
croniche dell’aorta toracica, che si tratti di aneurismi, di pseu- considerate favorevoli.
doaneurismi, di dissecazioni, di rotture traumatiche, di ulcere, Questo trattamento può essere effettuato solo in centri con
di ematomi intramurali o di aortiti emboligene. L’applicazione esperienza nei due tipi di trattamento, endovascolare e chirurgico,
di queste tecniche endovascolari ha innanzitutto interessato i e che dispongono di una dotazione tecnica appropriata. I pazienti
pazienti a elevato rischio chirurgico, poi si è progressivamente devono essere informati dei vantaggi e degli svantaggi delle tec-
allargata all’insieme dei pazienti per divenire ormai il tratta- niche di riparazione, che sono la chirurgia aperta e il trattamento
mento ipotizzato in prima intenzione nella maggior parte dei endovascolare.
casi. L’interesse evidente e immediato di queste endoprotesi rico- Non esistono criteri standard nella selezione dei pazienti per
perte è di evitare un gesto chirurgico associato a una mortalità il trattamento degli aneurismi dell’aorta toracica. Diversi autori
e a una morbilità elevate. La maggior parte degli studi con- hanno raccomandato un approccio individuale, fondato sul con-
corda nel mostrare una riduzione dei tassi di morbilità e di fronto tra i rischi calcolati di rottura e quelli di decesso o di
mortalità intraoperatorie dei trattamenti endovascolari rispetto paraplegia postoperatoria. Le decisioni sono prese in funzione
ai trattamenti chirurgici tradizionali [3, 4] . Si osserva comunque la dei sintomi, del rischio di rottura dell’aneurisma, delle comor-
comparsa di complicanze specifiche alle tecniche endoluminali bilità e della durata di vita presunta. In funzione del diametro
con la descrizione di endoperdite periprotesiche, di migrazioni, dell’aneurisma, i rischi di rottura a 5 anni sono dello 0%, del 16%
di basculamenti con collasso, di fratture di endoprotesi, di effetti e del 31% per dei diametri rispettivamente inferiori a 4 cm, com-
collaterali legati ai mezzi di contrasto e, infine, di complicanze presi tra 4 e 5,9 cm e superiori a 6 cm.
arteriose. I pazienti portatori di un aneurisma dell’aorta toracica devono
La selezione rigorosa dei pazienti è una condizione indispen- beneficiare di una gestione chirurgica quando l’aneurisma è
sabile al successo del trattamento endovascolare delle patologie complicato, sintomatico e/o voluminoso (diametro trasversale
dell’aorta toracica discendente. Questa fase cruciale richiede la massimo superiore a 55 mm) e/o evolutivo (accrescimento di
realizzazione di un bilancio preoperatorio con una diagnostica per almeno 5 mm in 6 mesi) [6] . Alcune forme anatomiche o eziologi-
immagini specifica per precisare l’accessibilità endovascolare, la che incoraggiano anche ad agire senza tenere conto del diametro
morfologia della patologia da trattare e le misure dell’endoprotesi. dell’aneurisma (aneurismi sacciformi, post-traumatici o infettivi)
La scelta di una tecnica endovascolare in queste indicazioni o nelle donne e nei soggetti di corporatura minuta. La fissurazione,
impone anche di prevedere lo svolgimento dell’atto tecnico in la rottura e la dissecazione aortica acuta a partenza dall’aneurisma
ogni sua fase. Inoltre, la scelta del tipo di endoprotesi deve interve- rappresentano, infine, delle indicazioni chirurgiche d’urgenza.
nire nel preoperatorio in funzione della conoscenza del materiale
endovascolare disponibile. Criteri morfologici
I criteri morfologici per permettere un’esclusione endovascolare
 Indicazioni efficace di un aneurisma dell’aorta toracica discendente sono:
• un colletto aortico prossimale e distale le cui caratteristiche
Eziologie devono essere idealmente le seguenti:
◦ senza trombo
Lo sviluppo di un aneurisma dell’aorta toracica è riferito a ◦ senza calcificazioni importanti
diverse origini: ◦ lunghezza ≥20 mm
• circa la metà degli aneurismi dell’aorta toracica è detta di ori- ◦ angolazione <60◦
gine aterosclerotica ed è dovuta a un rimodellamento e a una ◦ diametro ≤42 mm;
dilatazione della parete aortica, soprattutto nell’uomo oltre i • un accesso vascolare possibile per via femorale, iliaca o aor-
50 anni; tica per l’introduzione di un’endoprotesi con un introduttore
• altri sono definiti degenerativi e causati da anomalie del tessuto di 18-25 F.
connettivo, come nel caso della sindrome di Marfan o della
sindrome di Ehler-Danlos;
• le dissecazioni aortiche croniche e i traumi possono avere  Bilancio preoperatorio
un’evoluzione aneurismatica;
• infine, esistono degli aneurismi che evolvono nel quadro di Obiettivo
patologie infiammatorie quali la malattia di Takayasu, la malat-
tia di Horton, la malattia di Behçet, l’aortite della poliartrite La valutazione preoperatoria è cruciale. Essa deve determinare
reumatoide e della spondilite anchilosante, ma anche gli aneu- la fattibilità del trattamento endovascolare, la strategia e la scelta
rismi infiammatori non specifici. dell’endoprotesi, così come la misura dell’endoprotesi.

2 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare


Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente  I – 43-148-H

Accesso vascolare
I problemi di accesso vascolare devono essere accuratamente
esaminati nel preoperatorio attraverso un bilancio morfologico
completo dell’aorta e degli assi iliaci.
In caso di necessità, deve essere previsto il ricorso a una via
d’accesso chirurgica all’arteria iliaca comune o all’aorta sotto-
renale (più raramente all’aorta toracica discendente, all’aorta
toracica ascendente o all’arteria carotide comune), che permette,
nella maggior parte dei casi, la progressione dell’endoprotesi fino
alla lesione da trattare.

Arco aortico
Questo bilancio di diagnostica per immagini preoperatoria
deve anche studiare l’arco dell’aorta prima dell’impianto di
un’endoprotesi. Tale bilancio è essenziale per valutare il rischio
di migrazione ateromatosa intracerebrale e/o periferica. In pre-
senza di lesioni a potenziale emboligeno a livello dell’arco aortico,
occorre modificare la strategia operatoria evitando il passaggio di
guide e di cateteri di angiografia per via omerale o attraverso i tron-
chi sovraortici che, passando per l’arco dell’aorta, rischierebbero
di produrre un accidente embolico. L’angiografia intraoperatoria
può, in questo caso, essere realizzata per via femorale controlate-
rale alla via d’accesso dell’endoprotesi. Figura 1. Angio-risonanza magnetica (angio-RM) preoperatoria di un
Questo bilancio esplora, inoltre, l’angolazione dell’arco aor- aneurisma dell’aorta toracica discendente.
tico,così come l’angolazione del colletto di impianto prossimale
dell’endoprotesi. Esso studia anche l’anatomia e la configurazione
dei tronchi sovraortici.

Colletto aortico prossimale e distale


I colletti aortici devono essere di almeno 20 mm di lunghezza
e avere un diametro inferiore o uguale a 42 mm. Inoltre, essi
devono essere poco angolati (meno di 60◦ ) e senza trombi o
calcificazioni importanti. Un colletto di almeno 20 mm sembra
essere una garanzia del successo dell’esclusione endovascolare
di un aneurisma. In effetti, la lunghezza raccomandata del col-
letto è estrapolata dall’esperienza nel trattamento endovascolare
dell’aorta addominale. Tuttavia, gli importanti vincoli legati
all’angolazione dell’arco aortico e all’emodinamica dell’aorta in
prossimità del cuore incoraggiano sempre più a raccomandare un
colletto prossimale di 20 mm di lunghezza minima, soprattutto in
caso di posizionamento di un’endoprotesi in prossimità dell’arco
aortico.
Figura 2. Angio-TC di un aneurisma dell’aorta toracica discendente.
Scelta dell’endoprotesi: diametro e lunghezza
Il diametro dell’endoprotesi deve essere sovradimensionato del costituiscono un pregio evidente. Una TC 64 barrette esegue
10-20% rispetto al diametro del colletto prossimale. La lunghezza un’acquisizione toraco-addomino-pelvica in 15-20 secondi, con
dell’endoprotesi deve essere scelta in funzione dell’estensione un’iniezione di 100 ml di mezzo di contrasto. È, tuttavia, ammesso
dell’aneurisma. La scelta del tipo di endoprotesi deve dipendere che la misurazione dei diametri arteriosi può essere sovrastimata se
dalle condizioni anatomiche (angolazione del colletto prossimale, la sezione studiata non è perpendicolare all’asse del vaso. Inoltre,
distanza rispetto al tronco celiaco, ecc.) e dalle caratteristiche delle la misurazione delle lunghezze è alterata anche dalle angolazioni
endoprotesi toraciche commercializzate. e dalla tortuosità dei vasi.
Le ricostruzioni 2D (Fig. 3) e 3D (Fig. 4) delle immagini TC
secondo un piano perpendicolare alla linea centrale del canale
Metodo circolante sono attualmente ampiamente utilizzate, soprattutto
Le principali tecniche di diagnostica per immagini attualmente in zone difficili da studiare sul piano radiologico come l’arco
disponibili sono l’angio-TC, l’angio-TC con ricostruzioni 2D e 3D, dell’aorta. Per la maggior parte delle equipe, si tratta della sola
l’arteriografia e l’angio-RM. diagnostica per immagini realmente necessaria prima del posizio-
namento di un’endoprotesi. Diversi studi che confrontano questa
Angiorisonanza magnetica (RM) tecnica con l’angio-TC senza ricostruzione sottolineano, tuttavia,
che l’apporto delle ricostruzioni vascolari è realmente constatato
Al di fuori del quadro dell’urgenza, l’angio-RM al gadolinio solo per i pazienti che presentano delle angolazioni e delle tor-
permette, da sola, di ottenere un bilancio morfologico completo tuosità vascolari marcate (superiori a 60◦ ). Sembra anche che le
(Fig. 1), evitando una nefrotossicità importante nei pazienti insuf- angio-TC 3D sovrastimino la misura delle lunghezze vascolari e
ficienti renali [7] . L’eterogeneità di qualità delle angio-RM e la loro che l’apporto di questa tecnica sia, in fin dei conti, modesto per i
scarsa disponibilità ne fanno attualmente un esame di seconda pazienti che non presentano tortuosità rilevanti [9] .
intenzione. L’interesse delle angio-TC e delle angio-RM dinamiche resta da
dimostrare. A causa della compliance aortica, i diametri dell’aorta
Angio-TC variano in funzione del ciclo cardiaco. Le variazioni del dia-
L’angio-TC rappresenta attualmente il gold standard per la metro aortico tra la sistole e la diastole possono raggiungere il
realizzazione delle misurazioni preoperatorie (Fig. 2), prece- 17,8% su uno stesso segmento [10] . È possibile che un oversizing
dentemente al posizionamento di un’endoprotesi aortica [8] . La dell’endoprotesi del 10-15% rispetto al diametro aortico non sia
disponibilità e la rapidità di realizzazione di questo esame sempre sufficiente.

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33,2 (2D)

28,0 (2D)

Figura 5. Aortografia che esplora l’anatomia dei tronchi sovraortici e le


angolazioni e le lunghezze dei differenti segmenti dell’aorta.

Figura 3. Angio-TC con ricostruzione 2D.

26,7 mm
30,2 mm
23,1 mm

35,5 mm

Figura 6. Angiografia dell’arco aortico, che esplora l’anatomia dei tron-


chi sovraortici e le angolazioni dell’aorta.

sto esame, determinare in modo affidabile i diametri vascolari


né visualizzare le calcificazioni aortiche o un trombo murale di
apposizione.
Come complemento dell’angio-TC e, soprattutto, in caso di
anatomia difficile e tortuosa dell’aorta (Fig. 6), l’arteriografia
permette di visualizzare perfettamente l’anatomia dell’arco aor-
tico (Fig. 7), di valutare l’accessibilità aortoiliaca (Fig. 8) e di
Figura 4. Angio-TC con ricostruzione 3D. misurare con precisione le lunghezze aortiche con dei cate-
teri graduati e, più particolarmente, la lunghezza di un colletto
prossimale di impianto tra due tronchi sovraortici a livello
dell’arco aortico. Il ricorso a questo esame rimane attualmente
L’angio-TC toraco-addomino-pelvica rappresenta l’esame di marginale.
riferimento per la realizzazione delle misurazioni aortiche e il con-
trollo dell’accessibilità aorto-iliaca prima del posizionamento di
un’endoprotesi aortica. È molto importante che le misure pre-
operatorie siano realizzate dal chirurgo stesso su una console
 Endoprotesi
radiologica. La qualità delle ricostruzioni 3D è molto variabile in
funzione dei centri e dei radiologi che le realizzano. In caso di
TAG® e C-TAG® Gore
tortuosità aortica evidenziata su un’angio-TC o in caso di patolo-
gia aortica situata in prossimità dell’arco aortico, è indispensabile Struttura
prevedere delle ricostruzioni 2D o 3D di qualità o un’arteriografia.
L’endoprotesi TAG® è composta da un tubo di politetrafluoroeti-
lene espanso (PTFE) rinforzato da un film di ePTFE/FEP (fluorurati
Arteriografia etilene-propilene), che è sostenuto lungo la sua faccia esterna da
L’arteriografia offre eccellenti informazioni sulle lunghezze e uno stent autoespansibile in nitinol che presenta alle due estre-
la tortuosità vascolare (Fig. 5). Tuttavia, non è possibile, su que- mità delle alette ricoperte di PTFE. L’endoprotesi presenta degli

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Valiant Captivia®
Struttura
L’endoprotesi Valiant® con sistema di impianto Xcelerant® è
costituita dai seguenti elementi:
• endoprotesi toracica Valiant® precaricata in un lanciatore;
• sistema di impianto Xcelerant® .
L’endoprotesi Valiant® si compone di un’armatura in nitinol
ricoperta di una protesi in poliestere tessuta. L’endoprotesi ha
una barra longitudinale di sostegno su tutta la sua estensione.
I differenti stent sono fissati alla protesi con delle suture.
Alle estremità dell’endoprotesi, sono disponibili diverse con-
figurazioni. L’estremità prossimale è proposta in due versioni:
FreeFlo® e Closed Web® . Il modello FreeFlo® ha uno stent pros-
simale nudo, mentre il modello Closed Web® presenta uno stent
prossimale ricoperto.
L’endoprotesi è disponibile in diametri da 22 a 46 mm per incre-
mento di 2 mm e con una lunghezza di 100 o 150 o 200 mm. Essa
Figura 7. Aortografia preoperatoria. esiste anche sotto forma conica o a diametro decrescente e «su
misura».

Sistema di introduzione
Il sistema di impianto Xcelerant® è un lanciatore con impu-
gnatura integrata, che permette all’utilizzatore di controllare il
dispiegamento. Sulla guaina è applicato un rivestimento per faci-
litare la navigabilità dell’endoprotesi. Una manopola rotativa
esegue un dispiegamento progressivo, innanzitutto per rotazione,
quindi, dopo liberazione, permette un dispiegamento veloce
con manovra di arretramento. Il sistema introduttore va da
22 a 25 F.
Il sistema Captivia® permette un controllo accurato del
posizionamento prossimale dell’endoprotesi. La tip capture per-
mette di mantenere catturato lo stent prossimale non ricoperto
dell’endoprotesi e di liberarlo con precisione, senza arretramento
o basculamento dell’endoprotesi, una volta liberata la totalità
della porzione ricoperta dell’endoprotesi.

Zenith TX2 Pro-Form®


Figura 8. Esplorazione angiografica dell’accesso vascolare aortoiliaco. Struttura
L’endoprotesi Zenith TX2 Pro-Form® è composta da una pro-
tesi vascolare in poliestere tessuto a parete standard supportata
indicatori radio-opachi a 1 cm da ogni estremità dell’endoprotesi. per tutta la sua altezza da degli stent in acciaio autoespansibili a
Un manicotto in PTFE impiantabile è utilizzato per contenere Z disposti in maniera discontinua e fissati con delle suture sulla
l’endoprotesi prima del dispiegamento. faccia esterna della protesi in poliestere.
L’endoprotesi è disponibile in diametri da 26 a 45 mm e con E un’endoprotesi modulare formata da due moduli.
una lunghezza di 100, 150 o 200 mm. Modulo distale
L’evoluzione recente di questa protesi è stata verso la C-TAG® Lo stent distale è non ricoperto e presenta degli uncini late-
(conformabile TAG® ) che propone un ancoraggio prossimale con rali per permettere un ancoraggio a livello dell’aorta toracica
uno stent non ricoperto in nitinol, una conformabilità miglio- distale.
rata, un oversizing possibile del 6-33% e una scelta di diametro
che va da 21 a 45 mm, per delle lunghezze da 100 a 200 mm, per- Modulo prossimale
mettendo una copertura di trattamento di lesioni aortiche con L’estremità prossimale è ricoperta e presenta degli uncini
diametri da 16 a 42 mm. Esistono anche due modelli di C-TAG® di acciaio inossidabile che oltrepassano l’endoprotesi, che per-
conici con delle dimensioni di 31 × 26 mm e di 26 × 21 mm per mettono di ancorare l’endoprotesi direttamente nella parete
delle lunghezze di 100 mm. aortica. Il sistema Pro-Form® consiste in una deconnessione
tra il primo e il secondo stent prossimale per ottenere una
migliore apposizione dell’endoprotesi nella curvatura dell’arco
Sistema di introduzione aortico.
L’endoprotesi Zenith TX2 Pro-Form® è disponibile in una
Questa endoprotesi non è premontata in un introduttore e
gamma di diametri fissi da 22 mm a 42 mm per incrementi di
richiede quindi l’utilizzo di un introduttore Gore di diametro
2 mm e di lunghezza da 120 a 216 mm. Essa è anche disponibile
adatto al diametro dell’endoprotesi scelta (18-24 F).
sotto forma conica o a diametro decrescente (diametro prossimale
L’introduttore Gore per l’endoprotesi toracica TAG® comporta
superiore al diametro distale), «su misura» e anche sotto forma di
un dilatatore e una valvola emostatica. Le valvole emostatiche pre-
estensioni protesiche corte (80 mm).
sentano delle dimensioni variabili per adattarsi al dilatatore, alle
guide e ai cateteri. Sono necessarie una pinza o una clamp vasco-
lari chirurgiche per assicurare l’emostasi a livello dell’introduttore
Sistema di introduzione
al momento dei differenti cambiamenti di valvole emostatiche. L’endoprotesi toracica Zenith è precaricata nel sistema di
L’ultima versione di questi introduttori comporta una valvola posizionamento Flexor® , che comporta una valvola emostatica
emostatica unica a inflazione (2,5 ml di soluzione fisiologica), regolabile e che può essere utilizzato come introduttore una volta
molto stagna, che permette il passaggio di differenti guide o cate- dispiegata l’endoprotesi.
teri e di endoprotesi, con delle dimensioni da 12 a 26 F. Il diametro dell’introduttore va da 20 a 22 F.

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Relay NBS® Plus in lunghezze superiori a 200 mm. È possibile giustapporre due
endoprotesi o più, con una sovrapposizione di almeno 5 cm tra
Struttura ciascuna di esse.
L’endoprotesi Relay® si compone di stent autoespansibili in niti- La maggior parte delle equipe chirurgiche sceglie un diametro
nol suturati a una protesi in poliestere. L’armatura si compone di di endoprotesi superiore del 10-20% rispetto a quello del colletto
una serie di stent sinusoidali su tutta la lunghezza della protesi. Per aortico prossimale. Il diametro del colletto aortico prossimale è
fornire un appoggio longitudinale a questa endoprotesi, un filo il diametro di riferimento, ma, in caso di disparità importante di
ricurvo di nitinol è fissato alla curvatura esterna dell’endoprotesi diametro tra il colletto prossimale e distale, è opportuno optare
con una serie di suture. Poiché le due estensioni prossimali non per un’endoprotesi conica o per il posizionamento di due endo-
sono connesse al filo ricurvo, esse permettono il movimento protesi di diametro differente. In questo caso, si deve sempre
indipendente dell’estremità prossimale dell’endoprotesi. Questa badare a posizionare per prima l’endoprotesi di diametro minore.
endoprotesi esiste con e senza stent ricoperto alla sua estremità Nelle situazioni di urgenza, accade che non si disponga sempre
prossimale. di un’endoprotesi di diametro perfettamente adatto. È preferibile,
Degli indicatori radio-opachi (platino/iridio) sono situati alle in questo caso, optare per un diametro leggermente superiore al
due estremità prossimali e a livello del corpo dell’endoprotesi sulla diametro desiderato piuttosto che il contrario.
sua faccia esterna. La disponibilità di endoprotesi di lunghezza e di diametro
variabili diventa sempre più comune nei centri di chirurgia vasco-
Sistema di introduzione lare che hanno una pratica e un’esperienza nel trattamento
endovascolare delle patologie dell’aorta toracica. Numerosi centri
L’endoprotesi toracica Relay® è precaricata nel sistema di posi- dispongono attualmente di un deposito di endoprotesi ricoperte
zionamento Plus Delivery System® che comporta due punti di che permettono di far fronte alle situazioni di urgenza. Inoltre, la
fissazione dello stent prossimale per un posizionamento preciso consegna di un’endoprotesi di dimensioni specifiche è ottenuta,
dell’endoprotesi. Il diametro delle endoprotesi Relay NBS® Plus va il più delle volte, in meno di 24 ore.
da 22 a 46 mm, per delle lunghezze da 100 a 250 mm. Il diame-
tro dell’introduttore è di 22-26 F. Esistono dei modelli conici, a
diametro decrescente e «su misura». Scelta dell’endoprotesi aortica
La scelta di un’endoprotesi aortica piuttosto che un’altra non
E-VITA® Thoracic è oggetto di un consenso stabilito. Solo la conoscenza attraverso
Struttura l’esperienza acquisita con questo tipo di materiale può permettere
attualmente di indicare alcuni dati soggettivi.
L’endoprotesi è composta da una protesi vascolare in poliestere Nelle dissecazioni aortiche, sembra che l’endoprotesi più consi-
tessuto a parete standard sostenuta su tutta la sua altezza da stent gliabile sia la C-TAG® , probabilmente a causa della sua flessibilità
autoespansibili in nitinol. L’architettura della protesi è composta e del suo carattere poco aggressivo per la parete aortica. In que-
da molle in nitinol posizionate in punte opposte le une alle altre al sta indicazione, la Zenith® sembra poco raccomandata a causa dei
fine di assicurare un’integrità di colonna nel piano verticale senza suoi uncini prossimali e distali che rischiano di perforare il lembo
armatura longitudinale. intimale e di favorire una dissecazione retrograda.
L’endoprotesi è composta da un tubo dritto o con un calibro Nelle porzioni angolate dell’aorta, e più particolarmente nella
decrescente o progressivo. Questa endoprotesi esiste con e senza zona istmica, soprattutto quando essa rappresenta la zona di
stent nudo alla sua estremità prossimale o distale. impianto prossimale dell’endoprotesi, la Valiant® sembra quella
I diametri disponibili vanno da 24 a 44 mm. Le lunghezze stan- la cui forza radiale è maggiore e quella che sarebbe meno soggetta
dard sono di 130, 150, 170 e 230 mm. al basculamento e al collasso, descritti e riscontrati soprattutto
con la TAG® [11, 12] . Questa impressione è stata confermata da un
Sistema di introduzione lavoro sperimentale recentemente condotto su delle aorte umane
L’endoprotesi toracica E-VITA® è precaricata nel suo sistema di di cadavere e che studiava il comportamento delle differenti
introduzione. endoprotesi aortiche in commercio in funzione dell’angolazione
Il diametro dell’introduttore è di 20-24 F. dell’arco aortico [13] . Uno studio della conformabilità della C-TAG®
deve essere condotto in un prossimo futuro per valutare la sua
efficacia nelle curvature aortiche marcate. Si tratta, infatti, della
TAArget® sola endoprotesi attualmente disponibile in grado di conservare il
grado di curvatura che le viene applicato, senza alcuna tendenza
Struttura
a riprendere ineluttabilmente una posizione rettilinea.
L’endoprotesi è costituita di nitinol e di PTFE espanso. Per gli aneurismi del terzo distale dell’aorta toracica discen-
L’endoprotesi autoespansibile è composta da un tubo retto o dente, quando il colletto distale situato a monte del tronco celiaco
conico formato da stent autoespansibili discontinui in nitinol si rivela breve, la più grande precisione di posizionamento è otte-
incapsulato tra due membrane di PTFE. nuta con la Zenith® , per il suo sistema di introduzione che per
Il diametro è fisso o variabile in funzione dei riferimenti che prima posiziona la parte distale e che è molto preciso.
vanno da 30 a 42 mm. La lunghezza è fissa o variabile da 140 a
240 mm.

Sistema di introduzione  Tecniche di posizionamento


®
L’endoprotesi toracica TAArget è precaricata nel suo sistema di Dotazione tecnica
introduzione di diametro di 22 o 24 F.
È auspicabile che il trattamento endovascolare degli aneurismi
dell’aorta toracica sia realizzato in un blocco operatorio per diverse
 Scelta dell’endoprotesi ragioni.
Sono indispensabili delle condizioni di asepsi chirurgica, in
Misurazione dell’endoprotesi quanto la contaminazione di un’endoprotesi può avere un risul-
tato drammatico.
La scelta del diametro e della lunghezza dell’endoprotesi aortica Inoltre, sono sempre più frequentemente realizzate delle tec-
è direttamente legata alle misurazioni aortiche realizzate sul bilan- niche ibride per il trattamento di aneurismi estesi all’arco
cio morfologico preoperatorio. La lunghezza dell’endoprotesi aortico, associando la rivascolarizzazione dei tronchi sovraortici e
è in funzione dell’estensione in lunghezza sull’aorta toracica un’esclusione endovascolare. Queste tecniche non possono essere
della patologia da trattare. Alcune endoprotesi sono proposte realizzate in sala di radiologia interventistica.

6 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare


Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente  I – 43-148-H

Il rischio di comparsa di una complicanza a livello dei vasi che


permettono l’accesso dell’endoprotesi (rottura iliaca, necessità di
bypass aortico o iliaco preliminare) o di una copertura acciden-
tale dei tronchi sovraortici richiede una gestione chirurgica senza
ritardi.

Installazione
Il paziente è installato in decubito dorsale, con il braccio
sinistro lungo il corpo e il braccio destro a 90◦ di abduzione.
L’asepsi deve essere rigorosa. Si raccomanda l’utilizzo di un tavolo
operatorio mobile e radiotrasparente. Un iniettore è sistematica-
mente usato per ottenere una buona opacizzazione della totalità
dell’aorta toracica. Un apparecchio di radiologia mobile che
permetta l’acquisizione di sequenze di buona qualità è situato
alla sinistra del paziente e deve poter essere mobilizzato dalle
arterie femorali fino ai tronchi sovraortici. Il paziente è drappeg-
giato come per un intervento aortico addominale, permettendo Figura 9. Vari tipi di guide aortiche extrarigide.
un accesso alle due arterie femorali nonché alle arterie ilia-
che e all’aorta addominale, per permettere la realizzazione di
un bypass di accesso o per trattare un’eventuale rottura trau- rischio di complicanze vascolari cerebrali nei pazienti che presen-
matica aorto-iliaca in occasione della risalita dell’introduttore. tano delle placche di ateroma a potenziale emboligeno a livello
L’accesso all’arteria omerale destra è, il più delle volte, necessario dell’arco aortico.
per poter realizzare le angiografie. D’altra parte, in caso di posi-
zionamento dell’endoprotesi a livello dell’arco aortico, il campo
operatorio deve permettere un accesso chirurgico ai tronchi Posizionamento dell’endoprotesi
sovraortici.
Introduzione per via femorale dell’endoprotesi
Dopo una puntura retrograda dell’arteria femorale comune
Anestesia scelta (in funzione del diametro e della tortuosità degli assi iliaci),
è posizionato un introduttore breve di 5 o 6 F. L’asse iliaco,
Un’anestesia generale è realizzata di routine per permettere
l’aorta addominale, l’aorta toracica discendente e, poi, l’aorta
un dispiegamento ottimale dell’endoprotesi sopprimendo i movi-
ascendente sono cateterizzati sotto controllo scopico con l’aiuto
menti parassiti dei pazienti spesso installati scomodamente su dei
di una guida flessibile angolata Terumo® 0,035”, di 260 cm di
tavoli operatori rigidi. È, tuttavia, possibile realizzare alcuni di
lunghezza. Si scambia su sonda da angiografia pigtail la guida
questi interventi sotto anestesia locale o locoregionale.
flessibile con una guida extrarigida (ultra-stiff) precurvata di
tipo Backup Meier® o Lunderquist® 0,035”, di 260-300 cm di
Vie d’accesso lunghezza (Fig. 9). Per ogni trattamento endovascolare di un
aneurisma della porzione prossimale dell’aorta toracica discen-
Via d’accesso per l’introduzione dell’endoprotesi dente, la parte curva della guida ultra-stiff deve essere posta
Accesso chirurgico all’arteria femorale nell’aorta ascendente, contro la valvola aortica. Esistono delle
guide ultra-stiff la cui curvatura è adattata all’arco aortico (Fig. 9).
Si utilizza, il più delle volte, un accesso trasversale all’arteria
La posizione dell’estremità prossimale deve essere verificata e
femorale comune per ridurre il rischio di linforrea postoperatoria.
mantenuta per tutta la procedura, per evitare eventuali perfo-
Un accesso verticale è privilegiato in caso di necessità di riva-
razioni del ventricolo sinistro al momento della manipolazione
scolarizzazione chirurgica dell’arteria femorale nello stesso tempo
dell’endoprotesi.
operatorio.
Si esegue un bolo di 50 unità internazionali (UI)/kg di epa-
Accesso percutaneo rina per via endovenosa, salvo nei casi di rottura di aneurisma.
Questo è reso possibile grazie ai sistemi di chiusura percutanea L’introduttore o l’endoprotesi premontata nel suo introdut-
come il Prostar® . tore sono inseriti lungo la guida ultra-stiff nell’arteria femorale
comune. Sotto controllo scopico, mantenendo in trazione conti-
Via d’accesso per l’aortografia nua la guida ultra-stiff, si fa progredire l’endoprotesi mantenuta
nel suo sistema di posizionamento a livello iliaco, quindi a
Una sonda da angiografia pigtail è posizionata a livello
livello dell’aorta addominale e, quindi, a livello dell’aorta tora-
dell’aorta ascendente per permettere un’aortografia di qualità e
cica. Qualsiasi anomalia di progressione deve essere oggetto di
per visualizzare l’arco aortico.
un’attenzione particolare al fine di evitare una rottura dell’arteria
Arteria omerale destra iliaca o dell’aorta. In questo caso, è imperativa un’angiografia aor-
Il posizionamento percutaneo per via omerale destra di una toiliaca di controllo alla rimozione dell’introduttore.
sonda da angiografia in un introduttore di 4 o 5 F evita delle
mobilizzazioni intraoperatorie di questa sonda al momento del Aortografia intraoperatoria
dispiegamento dell’endoprotesi. In effetti, la sonda deve essere
L’aortografia è realizzata obbligatoriamente con un iniettore.
ritirata in caso di inserzione femorale per evitare che essa
Secondo le dimensioni dell’aorta, un volume di 20-30 ml con un
sia bloccata dagli uncini prossimali o dalle maglie degli stent
flusso di 15-20 ml/s permette di ottenere un’aortografia di buona
dell’endoprotesi.
qualità.
Arteria femorale controlaterale a quella utilizzata per il L’aortografia è realizzata con l’endoprotesi in sede e non dispie-
posizionamento dell’endoprotesi gata nell’aorta toracica (Fig. 10). Al fine di ottenere delle immagini
Questo accesso evita delle limitazioni al momento della realiz- di migliore qualità, si pone il paziente in apnea durante la fase di
zazione dell’acquisizione di immagini oblique con l’apparecchio acquisizione.
di radiologia mobile (il braccio destro può essere posizionato L’incidenza dell’aortografia è scelta in funzione della zona
lungo il corpo), ma richiede, tuttavia, delle mobilizzazioni intrao- dell’aorta toracica da trattare:
peratorie della sonda da angiografia per evitare che questa sia • terzo superiore dell’aorta toracica discendente e arco aortico:
bloccata dall’endoprotesi. Inoltre, queste manipolazioni ripetute aortografia in obliqua anteriore sinistra per sviluppare l’arco
delle guide e delle sonde da angiografia nell’arco aortico sono a aortico (Fig. 11);

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 7


I – 43-148-H  Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente

Figura 10. Aortografia intraoperatoria con l’endoprotesi in sede non Figura 13. Aortografia intraoperatoria dell’aorta toracica distale di pro-
dispiegata. filo.

Dispiegamento dell’endoprotesi
La metodica di dispiegamento è specifica ad ogni endoprotesi
ed è sviluppata per ogni endoprotesi.
Per ridurre il rischio di arretramento o di basculamento
dell’endoprotesi al momento del dispiegamento sono utilizzabili
varie opzioni:
• ipotensione controllata indotta (80 mmHg di sistolica) con
sodio nitroprussiato endovenoso o altro. Questa tecnica è la
più utilizzata;
• asistolia transitoria indotta dall’iniezione di adenosina
5-trifosfato (bolo 0,5 mg/kg): questa tecnica permette di
ottenere un’asistolia di 15-20 secondi consentendo un dispie-
gamento preciso dell’endoprotesi. Tuttavia, l’intervallo tra
l’iniezione dell’adenosina e l’asistolia così come la durata
dell’asistolia sono imprevedibili;
• trascinamento elettrosistolico ventricolare (pacing ventrico-
lare): per via femorale, un catetere di trascinamento elettrosi-
stolico è situato, sotto controllo scopico, nel ventricolo destro.
Si realizza una stimolazione per ottenere un ritmo ventricolare
Figura 11. Aortografia intraoperatoria dell’aorta toracica prossimale in rapido di 180/min per 10-20 secondi, permettendo di ottenere
obliqua anteriore sinistra. una pressione media di 30 mmHg.
TAG® e C-TAG® Gore
Si inizia con il posizionamento dell’introduttore a valvola. La
sua estremità prossimale è posta nell’aorta toracica bassa. Quindi,
l’endoprotesi è montata nell’introduttore sulla guida ultra-stiff.
Occorre posizionare l’endoprotesi (la cui estremità prossimale è
reperita con un indicatore radio-opaco) a livello della zona di
impianto auspicata e mantenere una spinta su questa endopro-
tesi per permetterle di posizionarsi contro la faccia esterna della
parete aortica, prima di spiegarla velocemente. Nella porzione
prossimale dell’aorta toracica discendente, il posizionamento
dell’endoprotesi contro la faccia esterna della parete aortica per-
mette di stabilizzare l’endoprotesi per ottenere, così, un impianto
preciso. Il ritiro parziale della guida ultra-stiff fino alla sua parte
flessibile permette, a volte, di applicare meglio e di stabilizzare
questa endoprotesi contro la faccia esterna della convessità aor-
tica, evitando che l’endoprotesi scivoli sulla guida verso l’aorta
ascendente.
La liberazione dell’endoprotesi si esegue svitando la rotella di
dispiegamento, quindi mediante la trazione continua del filo
di sutura del manicotto di PTFE che contiene l’endoprotesi,
permettendo, così, di liberarla dal centro verso le sue due estre-
Figura 12. Aortografia intraoperatoria dell’aorta toracica media. mità. Il manicotto in PTFE è applicato tra la superficie esterna
dell’endoprotesi e la parete aortica.
Valiant Captivia®
• terzo medio dell’aorta toracica discendente: aortografia in obli- L’endoprotesi è premontata nella sua guaina di introdu-
qua anteriore sinistra o di fronte (Fig. 12); zione. La sua estremità prossimale è reperita con un indicatore
• terzo inferiore dell’aorta toracica discendente: aortografia di radio-opaco. Il posizionamento preciso dell’endoprotesi richiede
profilo per permettere il reperimento preciso del tronco celiaco di iniziare il suo dispiegamento al livello esatto della zona
(Fig. 13). di posizionamento auspicata. Occorre dispiegare i primi due

8 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare


Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente  I – 43-148-H

stent ricoperti dell’endoprotesi con una manovra di rotazione liberazione e l’ancoraggio definitivo della protesi si fanno riti-
dell’impugnatura, permettendo, così, una rimozione progressiva rando l’anello di chiusura ermetica e, in seguito, premendo sul
della guaina dell’introduttore per un posizionamento preciso. A bottone alla base dell’introduttore.
questo stadio, lo stent prossimale non ricoperto rimane contenuto TAArget®
dal sistema Captivia® e si può ancora far arretrare l’endoprotesi,
Occorre, in un primo tempo, posizionare l’endoprotesi
se essa è situata troppo prossimalmente, esercitando una tra-
premontata nel suo introduttore a livello della zona di
zione prudente sull’insieme dell’introduttore. È, invece, illusorio impianto auspicata. La protesi è dispiegata con una mano-
volerla riposizionare più prossimalmente verso l’aorta ascen- vra di punto fisso-arretramento. Dopo avere dispiegato i primi
dente, una volta dispiegati i primi due stent prossimali. Occorre, due stent, l’endoprotesi può essere riposizionata a livello
quindi, liberare la totalità della parte ricoperta dell’endoprotesi della zona di impianto. Si termina, in seguito, il dispiega-
mediante manovre di punto fisso-arretramento, dopo aver sgan- mento dell’endoprotesi con la stessa manovra di punto fisso-
ciato la manopola. L’ultima manovra consiste nella liberazione arretramento.
dello stent prossimale non ricoperto per ancorare definitivamente
l’endoprotesi. Questa liberazione dello stent prossimale si ese- Modellamento
gue con una manovra di liberazione del sistema Captivia® situato
alla base dell’introduttore con rotazione e, poi, trazione di questa Nella patologia aneurismatica, è consigliato il modellamento
sicurezza. L’insieme del dispositivo di posizionamento può essere dell’endoprotesi per perfezionare il suo ancoraggio sull’aorta.
ricatturato nella guaina dell’introduttore prima della rimozione Questa manovra non è sempre sistematica, soprattutto in altre
completa di quest’ultimo. patologie, come le dissecazioni aortiche. Un pallone elastico a
bassa pressione è utilizzato per perfezionare l’apposizione della
Zenith TX2 Pro-Form® protesi, soprattutto alle zone di ancoraggio prossimale e distale
Si deve, in un primo tempo, posizionare il modulo prossimale dell’endoprotesi. Occorre evitare di dilatare l’aorta al di fuori
dell’endoprotesi premontata nel suo introduttore a livello della dell’endoprotesi.
zona di impianto auspicata. Il primo stent ricoperto è dispiegato
eseguendo un punto fisso sul propulsore e ritirando progressiva- Controllo finale
mente la guaina esterna dell’introduttore. Un riposizionamento
parziale dell’endoprotesi è possibile a livello della sua zona di Il controllo angiografico finale è acquisito con dei tempi tar-
posizionamento. Si dispiega, quindi, la totalità dell’endoprotesi divi per assicurarsi della buona esclusione della lesione, scoprire
con questa stessa manovra di punto fisso-arretramento. Il ritiro eventuali endoperdite precoci o tardive e assicurarsi della buona
di un anello di sicurezza permette di rimuovere il filo metal- pervietà delle collaterali aortiche (tronchi sovraortici o tronco
lico che mantiene le due estremità dell’endoprotesi e di liberarla, celiaco).
così, definitivamente. L’introduttore del modulo prossimale viene
rimosso.
Si introduce il modulo distale dell’endoprotesi premontato nel
 Problemi specifici
suo introduttore. Si posiziona il secondo modulo nel primo: è con-
sigliata una sovrapposizione di tre-quattro stent tra i due moduli.
Problemi di accesso
Si dispiega così la totalità della parte ricoperta dell’endoprotesi con I problemi sono legati a una tortuosità eccessiva delle arterie
questa stessa manovra di punto fisso-arretramento. Si sganciano, iliache o a delle arterie iliache calcificate, di piccolo calibro o
quindi, tre sicurezze successive: multistenosate.
• il primo anello di sicurezza con ritiro del filo metallico di man- Esistono dei rischi di impossibilità di risalita dell’endoprotesi e
tenimento dell’estremità distale dell’endoprotesi; di rottura iliaca o aortica.
• quindi, il secondo anello, azionato per il dispiegamento dello Sono disponibili diverse tecniche per superare questi ostacoli.
stent distale non ricoperto;
• il terzo anello, ritirato con il suo filo metallico per liberare Approccio endovascolare
l’estremità prossimale dell’endoprotesi. Delle stenosi iliache possono essere trattate preventivamente al
Il dispositivo di posizionamento può essere ritirato e posizionamento dell’endoprotesi per angioplastica e/o stenting. È
l’introduttore può essere lasciato in sede. stato proposto l’utilizzo di stent ricoperti per permettere il passag-
Relay NBS® gio di endoprotesi in caso di arterie iliache di piccolo calibro [14] .
Occorre, in un primo tempo, posizionare l’endoprotesi a livello
della zona di impianto auspicata. Gli indicatori situati a livello Tecnica della teleferica femorobrachiale
del corpo dell’endoprotesi devono essere posizionati sulla faccia In caso di angolazione marcata delle arterie iliache e/o
esterna dell’aorta. Occorre, quindi, porre in posizione 2 il selettore dell’aorta e di difficoltà alla progressione dell’endoprotesi sulla
posto sul sistema di introduzione Plus Delivery System® . Si dispie- guida ultra-stiff, un lasso introdotto per via brachiale permette
gano, quindi, i primi due stent ricoperti dell’endoprotesi con una di catturare la guida ultra-stiff introdotta per via femorale o
manovra di punto fisso-arretramento a livello del sistema di intro- viceversa. Una trazione continua su ciascuna estremità della
duzione, poi si riposiziona, se necessario, l’endoprotesi a livello guida permetterà di rendere rigida la guida e di facilitare la pro-
della zona di impianto. Occorre, quindi, liberare la totalità della gressione dell’endoprotesi con una manovra detta di teleferica
parte ricoperta dell’endoprotesi. Dopo la rimozione del sistema di femorobrachiale.
sicurezza, l’ultima manovra di punto fisso-arretramento permette
la liberazione dello stent prossimale non ricoperto per sganciare Bypass di accesso [15–18]
definitivamente l’endoprotesi. È possibile realizzare una via retroperitoneale per affron-
E-VITA® tare l’arteria iliaca comune o l’aorta addominale. Un bypass
Occorre, in un primo tempo, posizionare l’endoprotesi premon- protesico suturato in lateroterminale permette l’introduzione
tata nel suo introduttore a livello della zona di impianto auspicata. dell’endoprotesi e, al termine dell’intervento, è legato oppure
Per dispiegare l’endoprotesi, l’interruttore deve essere spostato conservato dopo anastomosi femorale come bypass aorto- o ilio-
manualmente a D (dispiegamento), permettendo, così, l’apertura femorale definitivo.
della leva. L’azione di sollevare e abbassare la leva permette Sono stati descritti anche dei bypass di accesso a partire
il dispiegamento progressivo dell’endoprotesi. Dopo la libera- dall’aorta toracica ascendente o discendente.
zione dei primi due stent, si può riposizionare l’endoprotesi a
livello della zona di impianto. Per terminare il dispiegamento
Rottura iliaca
dell’endoprotesi, l’interruttore è spostato a N (punto morto) Una rottura iliaca può verificarsi al ritiro del materiale e rischia
per permettere un movimento continuo dell’impugnatura e la di non essere diagnosticata. In caso di frizione importante al
liberazione completa della parte ricoperta dell’endoprotesi. La momento della risalita dell’endoprotesi, deve essere realizzata

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 9


I – 43-148-H  Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente

Zona Zona
Zona Zona

Zona

Figura 14. Rottura iliaca iatrogena scoperta alla rimozione Figura 16. Aortic arch map proposto da Ishimaru.
dell’introduttore e clampata con un pallone iliaco primitivo.

Figura 15. Rottura iliaca iatrogena trattata con posizionamento di


un’endoprotesi ricoperta.
Figura 17. Trasposizione chirurgica dei tre tronchi sovraortici a partire
dall’aorta ascendente con protesi biforcata.

al termine dell’intervento un’angiografia dell’asse iliaco con la


guida in sede. La diagnosi deve anche essere sospettata in pre-
senza di una caduta brutale della pressione arteriosa alla rimozione
Trasposizione chirurgica dei tronchi sovraortici
dell’introduttore. In caso di rottura iliaca iatrogena, un clampag- Zona 0
gio aortico o iliaco mediante gonfiaggio di un pallone a monte Attraverso una cervicosternotomia mediana, è realizzato un
permette il posizionamento immediato di un’endoprotesi rico- bypass protesico tra l’aorta ascendente (dopo clampaggio laterale
perta iliaca per coprire la rottura o un accesso chirurgico per dell’aorta ascendente) e i tronchi sovraortici, o con una protesi
una riparazione il più delle volte protesica della rottura vascolare biforcata (14 × 7 mm o 16 × 8 mm) (Fig. 17) o con una protesi
(Figg. 14, 15). retta (8 o 10 mm) (Fig. 18) che rivascolarizzano in modo sequen-
ziale il tronco arterioso brachiocefalico e l’arteria carotide comune
sinistra (anastomosi lateroterminali) e in modo terminale l’arteria
Colletto prossimale succlavia sinistra (anastomosi terminoterminale).
La trasposizione totale dei tronchi sovraortici mediante ster-
I colletti aortici angolati e/o corti (meno di 20 mm) sono asso- notomia mediana a partire dall’aorta ascendente permette di
ciati a un tasso elevato di fallimenti dei trattamenti endovascolari, ottenere un lungo colletto prossimale (Fig. 19). Questa tecnica
ma anche a delle complicanze che possono porre in gioco la è ben tollerata dalla quasi totalità dei pazienti. Il solo fattore limi-
prognosi vitale (collasso dell’endoprotesi [12] ). Per ottenere un tante è la qualità dell’aorta ascendente, che deve essere indenne
colletto prossimale soddisfacente, è stato recentemente propo- da qualsiasi calcificazione, ateroma o aneurisma.
sto un approccio ibrido che associa una trasposizione di uno Il clampaggio dell’aorta ascendente deve essere prudente,
o più tronchi sovraortici, seguita dall’esclusione endovascolare mediante una clamp ad ampia curvatura di tipo Willy, per evi-
della lesione [19–22] . La trasposizione è realizzata per creare una tare evenuali dissecazioni su clamp. Il clampaggio è effettuato sul
zona di ancoraggio prossimale (colletto prossimale) adeguata per quadrante anterolaterale dell’aorta ascendente per permettere una
l’impianto dell’endoprotesi preservando, al tempo stesso, la per- tunnellizzazione del bypass sulla faccia laterale destra dell’aorta
fusione cerebrale e degli arti superiori. e, quindi, dietro al tronco venoso, per prevenire ogni rischio di
Una classificazione delle diverse aree è stata proposta da Ishi- compressione del tronco venoso da parte del bypass o di com-
maru [23] (Fig. 16). pressione del bypass al momento della chiusura dello sterno. Il

10 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare


Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente  I – 43-148-H

Figura 18. Trasposizione chirurgica dei tre tronchi sovraortici a partire


dall’aorta ascendente con protesi retta e rivascolarizzazioni sequenziali.
Figura 20. Bypass protesico femoro- o ilio-succlavio-bicarotideo extra-
anatomico, che permette di evitare una sternotomia e un clampaggio
dell’aorta ascendente.

Figura 21. Bypass extra-anatomico intercarotideo associato a una tra-


Figura 19. Angio-TC con ricostruzione 3D di una trasposizione dei tre sposizione succlaviocarotidea sinistra.
tronchi sovraortici con esclusione endovascolare di un aneurisma dell’arco
aortico in zona 0.
Un’altra soluzione consiste, attraverso una cervicomanubrio-
tomia, in una trasposizione della carotide comune sinistra nel
tronco arterioso brachiocefalico, associata a una trasposizione suc-
posizionamento di clip radio-opache a livello dell’anastomosi claviocarotidea sinistra (Figg. 23-25). Questa soluzione permette
prossimale sull’aorta costituisce un repere sicuro per il posizio- di evitare l’utilizzo di una protesi.
namento esatto della parte prossimale dell’endoprotesi.
Un bypass protesico femoro- o ilio-succlavio-bicarotideo extra- Zona 2
anatomico (Fig. 20) può essere proposto nei casi eccezionali in La rivascolarizzazione dell’arteria succlavia sinistra può essere
cui la realizzazione di una sternotomia non è possibile per ragioni realizzata con una trasposizione succlaviocarotidea sinistra
locali o generali, in particolare in alcuni pazienti ad alto rischio (Fig. 26) o con la realizzazione di un bypass carotidosuccla-
chirurgico o in situazioni d’urgenza [24] . vio sinistro con legatura dell’arteria succlavia sinistra prossimale
(Fig. 27). La realizzazione di una trasposizione succlaviocaroti-
Zona 1 dea sinistra deve essere preferita alla realizzazione di un bypass
La rivascolarizzazione della carotide comune sinistra e carotidosucclavio, a causa della superiorità di questa tecnica in
dell’arteria succlavia sinistra può essere assicurata con la realiz- termini di pervietà a lungo termine [25] . Per la realizzazione di una
zazione di un bypass extra-anatomico intercarotideo associato a trasposizione succlaviocarotidea sinistra, noi privilegiamo una
una trasposizione succlavio-carotidea sinistra. Il bypass è, il più cervicotomia presternocleidomastoidea sopraclavicolare piut-
delle volte, tunnellizzato in posizione retroesofagea. Tale solu- tosto che una cervicotomia sopraclavicolare orizzontale che
zione permette questo tipo di rivascolarizzazione per via cervicale permette un accesso più semplice e più diretto all’arteria succlavia
pura (Figg. 21, 22). sinistra prevertebrale.

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 11


I – 43-148-H  Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente

Figura 24. Controllo angiografico intraoperatorio di una trasposizione


della carotide sinistra nel tronco arterioso brachiocefalico, con esclusione
endovascolare di un aneurisma dell’arco aortico in zona 1.

Figura 22. Bypass extra-anatomico carotidosucclavio sinistro associato


a una trasposizione protesica carotidea sinistra.

Figura 25. Controllo angiografico intraoperatorio di una trasposizione


della carotide sinistra nel tronco arterioso brachiocefalico e della suc-
clavia sinistra nella carotide sinistra, con esclusione endovascolare di un
aneurisma dell’arco aortico in zona 1.

endovascolare dell’aorta toracica: la comparsa di una paraplegia o


di una paraparesi era associata in modo significativo alla copertura
dell’arteria succlavia senza rivascolarizzazione. Il mantenimento
di una perfusione anterograda nell’arteria vertebrale omolaterale
permette di prevenire gli accidenti cerebrovascolari nel territorio
vertebrobasilare e permette anche di ridurre il rischio di ischemia
Figura 23. Angio-TC con ricostruzione 3D di una trasposizione di due midollare preservando le collaterali dell’arteria vertebrale che par-
tronchi sovraortici con esclusione endovascolare di un aneurisma dell’arco tecipano alla vascolarizzazione del midollo spinale, in particolare
aortico in zona 1. se numerose arterie intercostali sono ricoperte dall’endoprotesi
a livello dell’aorta toracica. La presenza di un’arteria vertebrale
sinistra dominante e/o di lesioni associate degli altri assi vasco-
Tuttavia, una copertura deliberata dell’arteria succlavia sinistra
lari a destinazione encefalica giustifica una rivascolarizzazione
senza rivascolarizzazione preventiva si giustifica nelle situazioni
dell’arteria succlavia per ridurre il tasso degli accidenti vascolari
urgenti, dove l’esclusione rapida ed efficace delle lesioni può
cerebrali postoperatori [28] .
essere la sola garanzia della conservazione della prognosi vitale.
In questi casi, una rivascolarizzazione dell’arteria succlavia sini-
stra può essere realizzata secondariamente in caso di comparsa Approccio endovascolare
di un’ischemia di un arto superiore o in caso di comparsa di
un’insufficienza vertebrobasilare. Endoprotesi modulari
Negli altri casi, l’eventuale copertura dell’ostio dell’arteria Chuter et al. [29] hanno descritto, per il trattamento di aneuri-
succlavia sinistra deve essere discussa precedentemente al tratta- smi dell’arco aortico, l’utilizzo di un’endoprotesi modulare con un
mento endovascolare. In una metanalisi, Peterson et al. [26] hanno ramo per il tronco arterioso brachiocefalico (Fig. 28). Gli svantaggi
dimostrato che la morbilità neurologica dopo rivascolarizzazione di questo sistema sono il carattere sperimentale di questo tipo di
dell’arteria succlavia è inferiore alla morbilità dei pazienti trattati procedura, il tempo richiesto per la manifattura di questo tipo di
con copertura di quest’ultima senza rivascolarizzazione prelimi- endoprotesi, la sua indisponibilità per le situazioni d’urgenza e il
nare (3% contro 23%). Buth et al. [27] hanno censito i potenziali suo costo elevato, il rischio potenziale di dislocazione dei diversi
fattori di rischio di complicanze neurologiche dopo trattamento moduli e la necessità di un bypass intercarotideo.

12 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare


Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente  I – 43-148-H

Figura 26. Trasposizione succlaviocarotidea sinistra. Figura 28. Prototipo di un’endoprotesi modulare con un ramo per il
tronco arterioso brachiocefalico, descritta da Chuter [29] .

Figura 29. Prototipo di un’endoprotesi dell’arco aortico munita di tre


rami destinati ai tre tronchi sovraortici, descritta da Inoue [30] .

Bypass extra-anatomici
È stata descritta la copertura dell’arco aortico con
un’endoprotesi, preceduta da una rivascolarizzazione preli-
Figura 27. Bypass carotidosucclavio sinistro protesico, con legatura minare dei tronchi sovraortici con bypass femoroascellare e
dell’arteria succlavia sinistra prossimale. intercarotideo. Questa tecnica rappresenta una soluzione teorica
che può trovare indicazioni solo a titolo eccezionale o provvisorio
in situazioni d’urgenza.
Endoprotesi ramificate
Inoue et al. [30] hanno dimostrato la fattibilità dell’utilizzo di
un’endoprotesi dell’arco munita di tre rami destinati ai tre tronchi Dispiegamento dell’endoprotesi
sovraortici (Fig. 29). Tuttavia, questo dispositivo ancora speri- L’impianto di un’endoprotesi in prossimità dell’arco aortico
mentale comporta un tasso elevato di embolizzazioni cerebrali, presenta diverse difficoltà:
probabilmente legato alla complessità del dispiegamento di que- • la presenza dei tronchi sovraortici;
sto genere di dispositivo. • la curvatura dell’arco;
• una pressione arteriosa elevata;
Tecnica del camino endovascolare («chimney technique») • i movimenti dell’arco ad ogni sistole.
Criado et al. [24] hanno descritto una tecnica percutanea per Il rischio di arretramento o di basculamento dell’endoprotesi al
puntura retrograda dell’arteria carotide comune sinistra. Per evi- momento del dispiegamento è massimo a livello dell’arco aortico.
tare la copertura dei tronchi sovraortici da parte dell’endoprotesi, Occorre ottenere un’ipotensione controllata indotta.
uno stent è dispiegato a livello dell’ostio dell’arteria caro- Per permettere un dispiegamento preciso dell’endoprotesi, si
tide comune sinistra permettendo uno scollamento focale raccomanda, in alternativa:
dell’endoprotesi in corrispondenza del tronco arterioso brachio- • di posizionare l’endoprotesi durante un’asistolia transitoria
cefalico e ripristinando anche il flusso nei tronchi sovraortici indotta dall’iniezione di adenosina, al momento di una sti-
(Fig. 30). La perennità incerta di questa procedura ne fa una solu- molazione, per ottenere un ritmo ventricolare rapido (pacing
zione d’urgenza, che deve essere riservata ai casi di copertura ventricolare), o sotto ipotensione indotta;
accidentale dei tronchi sovraortici in occasione del dispiegamento • di utilizzare un’endoprotesi con sistema di cattura della parte
dell’endoprotesi. prossimale dell’endoprotesi.

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 13


I – 43-148-H  Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente

convenzionale. Le ragioni teoriche di questi tassi relativa-


mente bassi di paraplegia dopo trattamento endovascolare sono
molteplici:
• assenza di clampaggio aortico;
• periodi di ipotensione perioperatoria nulli o minimi in rapporto
con un’ipovolemia o un sanguinamento importante;
• tolleranza di pressioni arteriose elevate in pazienti che non sono
stati sottoposti a toracotomia o a toraco-freno-lombotomia con
delle suture aortoprotesiche;
• anestesia generale più leggera che permette un risveglio e un
esame neurologico rapido;
• trombosi periprotesica progressiva e non brutale.
Prima di un trattamento chirurgico convenzionale, è abituale
realizzare un’arteriografia midollare per visualizzare la vascola-
rizzazione midollare e reperire le arterie radicolomidollari che
nascono dalle arterie intercostali che devono essere reimpian-
tate nella protesi o prevedere il reimpianto sistematico di tutte
le arterie intercostali refluenti, senza un’arteriografia midollare
preventiva. Il trattamento endovascolare non permette, ovvia-
mente, questa alternativa poiché, per definizione, le arterie
intercostali sono ricoperte dall’endoprotesi aortica. L’interesse
dell’arteriografia midollare è, quindi, minore in questo caso. Per
prevedere le eventuali conseguenze neurologiche, alcune equipe
hanno suggerito la possibilità di realizzare un monitoraggio
dei potenziali evocati motori durante e dopo il clampaggio del
segmento aortico che deve essere escluso con un pallone per
15 minuti o dopo il posizionamento di un’endoprotesi ricattu-
rabile per 20 minuti. La complessità e i rischi di embolizzazione
inerenti a tutte queste tecniche devono farle ritenere troppo peri-
colose e, quindi, da evitare [33, 34] .
La comprensione dei meccanismi dell’ischemia midollare dopo
il trattamento con endoprotesi aortica è complessa. Sono state,
B tuttavia, compiute diverse osservazioni, che consentono di for-
mulare una strategia preventiva della comparsa di una paraplegia:
Figura 30. • è evidente che il rischio di ischemia midollare aumenta con il
A. Tecnica del camino endovascolare. numero di arterie intercostali sacrificate, soprattutto per patolo-
B. Angiografia intraoperatoria di una chimney technique. gie aortiche che interessano la regione da T8 a T12. Il sacrificio
di più di dieci arterie intercostali o la copertura di un seg-
mento aortico di una lunghezza superiore a 20 cm sarebbero
Colletto distale dei fattori che aumentano il rischio di paraplegia [34] . Occorre,
quindi, prediligere il posizionamento di endoprotesi molto
Se il colletto distale per l’impianto dell’endoprotesi è troppo corte, conservando comunque dei colletti aortici di impianto
breve, è stata proposta la copertura deliberata del tronco celiaco di lunghezza sufficiente (superiore ai 20 mm). Il ricorso a delle
associata alla conservazione dell’arteria mesenterica superiore. endoprotesi ricoperte che comportano un sistema di ancorag-
Poche equipe forniscono i risultati di questa tecnica. Vaddineni gio con uno stent prossimale o distale non ricoperto permette,
et al. [31] hanno pubblicato sette casi di trattamento endovasco- a volte, di ridurre notevolmente l’estensione della copertura
lare di un aneurisma dell’aorta toracica discendente con una aortica;
copertura deliberata del tronco celiaco. A eccezione di una • è stato osservato che il rischio di paraplegia era superiore nei
sola endoperdita distale, non si sono riscontrati alcun decesso pazienti già sottoposti a intervento per un aneurisma dell’aorta
né alcuna altra complicanza. Gli autori raccomandano la rea- addominale, a causa della legatura di diverse arterie lombari
lizzazione di un’arteriografia preoperatoria per confermare la che aveva l’effetto di ridurre il flusso sanguigno nella rete col-
presenza di un circolo collaterale adeguato attraverso l’arteria laterale della vascolarizzazione midollare [35] . Noi abbiamo già
gastroduodenale e tra l’arteria mesenterica superiore e il tronco spiegato in precedenza che lo stesso vale per l’arteria succla-
celiaco, prima di prendere in considerazione la copertura di via sinistra che partecipa alla vascolarizzazione midollare e che
quest’ultimo. deve, quindi, essere conservata il più spesso possibile;
In realtà, è pericoloso presupporre che la copertura del tronco • analogamente alle raccomandazioni per la chirurgia conven-
celiaco presenti solo dei rischi limitati di complicanze. Nel caso zionale dell’aorta toracoaddominale, il drenaggio del liquido
in cui l’arteriografia preoperatoria realizzata attraverso l’arteria cerebrospinale (LCS) permette di ridurre l’iperpressione intrate-
mesenterica superiore non permetta di visualizzare una rei- cale frequentemente osservata nell’intra- e nel postoperatorio.
niezione rapida dell’arteria epatica e del tronco celiaco, deve La maggior parte delle equipe raccomanda un drenaggio del
essere realizzata la rivascolarizzazione del tronco celiaco prima LCS volto a mantenere una pressione inferiore a 10 cmH2 O
dell’esclusione endovascolare. Se l’arteriografia mostra un circolo per 24-72 ore, soprattutto nei pazienti precedentemente ope-
collaterale adeguato, l’endoprotesi può coprire il tronco celiaco. rati a livello dell’aorta addominale e/o per i quali l’endoprotesi
Tuttavia, la comparsa di un’ischemia mesenterica postoperato- aortica deve essere posta sotto T8 e/o in caso di copertura
ria impone la realizzazione in urgenza di una rivascolarizzazione aortica superiore a 20 cm di lunghezza. Il drenaggio del LCS
chirurgica del tronco celiaco. deve essere realizzato anche in caso di paraplegia di com-
parsa differita, malgrado l’incostanza dell’efficacia di una tale
Ischemia midollare misura [34] ;
• sembra che un’ipotensione arteriosa perioperatoria sia un
Il tasso di paraplegia dopo il posizionamento di un’endoprotesi fattore che può favorire la comparsa di una paraplegia, proba-
nell’aorta toracica discendente, sommando insieme tutte le pato- bilmente contribuendo a ridurre il flusso sanguigno nella rete
logie, è compreso tra il 2% e il 6,5% [32] . In assenza di studi collaterale della vascolarizzazione midollare. In effetti, l’assenza
randomizzati controllati, è difficile affermare che questo tasso di suture vascolari autorizza il mantenimento di una pressione
sia inferiore a quello osservato dopo un trattamento chirurgico arteriosa sistemica relativamente elevata. Si consiglia, quindi,

14 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare


Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente  I – 43-148-H

di mantenere una pressione arteriosa media al di sopra di


70 mmHg per parecchi giorni postoperatori, al fine di aumen-
tare la pressione di perfusione midollare [36] .

Copertura accidentale dei tronchi sovraortici


Malgrado la realizzazione di un bilancio morfologico preope-
ratorio completo, di un’eventuale rivascolarizzazione preventiva
di uno o più tronchi sovraortici e di tutte le precauzioni d’uso al
momento del dispiegamento dell’endoprotesi, la copertura acci-
dentale di un asse carotideo al momento del posizionamento di
un’endoprotesi ricoperta nell’aorta toracica è una complicanza
intraoperatoria grave che si deve saper individuare e correg-
gere immediatamente. È fondamentale escludere le altre cause
di occlusione del tronco arterioso brachiocefalico o dell’arteria
carotide comune sinistra e, in particolare, le occlusioni tromboem-
boliche o per dissecazione traumatica, che possono insorgere al
momento delle inevitabili manipolazioni intraortiche. Di fronte
a questa situazione, l’arteriografia intraoperatoria è l’esame di ele- Figura 31. Angio-TC che mostra il collasso di un’endoprotesi toracica.
zione per distinguere queste diverse cause di occlusione arteriosa.
Un ecodoppler intraoperatorio degli assi carotidei può essere rea-
lizzato in caso di dubbio persistente. essere realizzata a partire dall’arteria carotide comune destra,
dall’arteria succlavia destra, dal tronco arterioso brachiocefa-
È importante precisare che l’astensione terapeutica non trova
lico, dall’aorta ascendente o da un asse iliofemorale;
posto a priori nella condotta da tenere di fronte a una copertura
• il fallimento del trattamento endovascolare con presenza di
accidentale di un asse carotideo nel trattamento endovascolare
una perdita periprotesica accoppiata alla copertura accidentale
di una patologia dell’aorta toracica, a eccezione delle coperture
di un asse carotideo giustifica una conversione chirurgica con
parziali e senza conseguenze sgnificative o delle occlusioni antiche
espianto dell’endoprotesi e trattamento chirurgico convenzio-
e note dell’arteria carotide interna omolaterale.
nale della patologia dell’aorta toracica.
La strategia terapeutica deve essere gerarchizzata nella maniera
seguente:
• in un primo tempo, deve essere realizzata una manovra di tra- Dissecazione retrograda dell’aorta
zione (pulling back) prudente dell’endoprotesi con l’ausilio di un
pallone aortico, applicato per via femorale a distanza dal col- La comparsa di una dissecazione retrograda dell’aorta toracica
letto aortico prossimale, piuttosto al centro dell’endoprotesi, è una possibile e temibile complicanza del trattamento endova-
per evitare di completare il suo ancoraggio al momento del scolare dell’aorta toracica.
gonfiaggio del pallone. La trazione esercitata sull’endoprotesi La sua incidenza sembra variare tra l’1% e il 2% [37, 38] . Il tempo
deve essere dolce e progressiva per evitare la sua migrazione bru- tra l’impianto dell’endoprotesi e la comparsa di una dissecazione
tale ed esagerata verso il basso. Un’angiografia intraoperatoria retrograda è molto variabile, ma questa complicanza può manife-
durante questa manovra permette di confermare la liberazione starsi 3 anni dopo la procedura endovascolare [39] .
dell’ostio carotideo e, quindi, di arrestare la trazione. Questa Il tasso di mortalità associato a questa complicanza è molto
manovra non deve essere realizzata con l’endoprotesi Zenith® , elevato (42%) [39] . Si impone una gestione chirurgica urgente per
a causa del rischio di lesione aortica da parte degli uncini di eseguire un sostituzione dell’aorta ascendente e/o dell’arco aortico
ancoraggio prossimali; sotto circolazione extracorporea.
• in caso di fallimento delle manovre di trazione e di coper- Diversi fattori sembrano essere coinvolti:
tura limitata che non supera l’ostio dell’arteria coinvolta, è • la manipolazione intraortica delle guide durante la procedura;
lecito tentare il passaggio di una guida tra l’endoprotesi e la • l’inadeguatezza della maggioranza delle endoprotesi toraciche
parete aortica, per cateterizzare l’asse carotideo ricoperto, allo disponibili alla curvatura e all’angolazione dell’arco aortico, che
scopo di posizionare uno stent a livello del suo ostio e di può essere all’origine di traumi parietali;
permettere la sua rivascolarizzazione. Nei casi di copertura acci- • un eccesso di sovradimensionamento, in particolare nelle dis-
dentale del tronco arterioso brachiocefalico, è relativamente secazioni aortiche acute di tipo B [38] ;
facile posizionare uno stent a livello dell’ostio del tronco • lo stress parietale generato dall’impattamento dell’endoprotesi
arterioso brachiocefalico, se la sonda da angiografia è stata con l’ausilio di un pallone a bassa pressione.
introdotta per via omerale destra e se si trova nell’aorta ascen- Anche la configurazione dell’endoprotesi è stata incriminata da
dente al momento della liberazione dell’endoprotesi. Nei casi alcuni autori (presenza o assenza di uno stent prossimale non rico-
di copertura dell’arteria carotide comune sinistra, il cateteri- perto) [39] ; tuttavia, secondo Fattori et al. [37] , il tasso di dissecazioni
smo di quest’ultima può rivelarsi particolarmente difficile per retrograde sembra essere simile in presenza o meno di uno stent
via anterograda; è molto più semplice un cateterismo retro- prossimale non ricoperto.
grado dall’origine dell’arteria carotide comune sinistra, per via
endoscopica o dopo una breve cervicotomia, in corrispondenza
dell’arteria carotide comune sinistra cervicale. La scelta dello Collasso dell’endoprotesi
stent si orienta preferibilmente su stent montati su pallon-
cino per una maggiore precisione di posizionamento. In caso di Dopo la prima segnalazione di Melissano et al. [40] , sono stati
copertura ampia dell’ostio dell’arteria carotide comune sinistra descritti dei casi isolati di collasso di un’endoprotesi toracica
o del tronco arterioso brachiocefalico, il ricorso alla tecnica del (Fig. 31). Sono stati recentemente pubblicati 29 casi [41–51] . Fra que-
camino endovascolare con uno stent autoespansibile a grande sti pazienti, il tasso globale di mortalità di questa complicanza
forza radiale è una possibilità per rivascolarizzare rapidamente, era del 6,8%. Questi casi di collasso hanno coinvolto le seguenti
per via cervicale endovascolare, questi due tronchi sovraortici endoprotesi: TAG® , Zenith® ed Endofit® . Diversi fattori sembrano
(Fig. 30); favorire la comparsa di questa complicanza:
• davanti all’impossibilità di spostare l’endoprotesi per trazione • il difetto di apposizione della porzione prossimale
o di posizionare uno stent sull’ostio dell’asse carotideo acciden- dell’endoprotesi toracica;
talmente ricoperto, si deve procedere a una rivascolarizzazione • un’angolazione marcata dell’arco aortico;
chirurgica di quest’ultimo nello stesso tempo operatorio. Una • un’aorta di piccolo diametro;
rivascolarizzazione dell’arteria carotide comune sinistra può • un sovradimensionamento eccessivo dell’endoprotesi.

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 15


I – 43-148-H  Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente

Figura 33. Endoprotesi aortica espiantata per collasso.

Parecchie opzioni terapeutiche possono essere proposte in caso


di collasso dell’endoprotesi:
• o un accesso endovascolare per impianto di un’altra endopro-
tesi o di uno stent di Palmaz XXL (Cordis) nell’endoprotesi
collabita;
• o una conversione chirurgica per espiantare l’endoprotesi
(Fig. 33) e riparare chirurgicamente la lesione aortica.
Una conversione chirurgica sembra raccomandata se esiste un
rischio elevato di copertura dei tronchi sovraortici a causa di un
arco aortico gravemente angolato.

Endoperdite
Un’endoperdita si definisce per la persistenza di un flusso ema-
tico circolante tra l’endoprotesi e l’aneurisma. Essa mantiene una
pressione nel sacco aneurismatico, fonte di evolutività e, perfino,
di rottura di un aneurisma.

B Endoperdite di tipo I
Figura 32. Endoprotesi che non si conforma alla curvatura dell’arco Che siano prossimali o distali, esse sono le più pericolose, in
aortico e che sporge nel lume aortico (1) con un aspetto a «becco quanto la pressione nel sacco aneurismatico resta uguale alla pres-
d’uccello» (A, B). sione sistemica.
Tuttavia, se si rivelano spontaneamente risolutive, possono
trarre beneficio da una sorveglianza stretta in questo caso. Quando
In caso di angolazione importante del colletto prossimale, la un’endoperdita di tipo I è associata a un’espansione del sacco
maggior parte delle endoprotesi è incapace di conformarsi alla aneurismatico, una gestione terapeutica deve essere sistema-
curvatura dell’arco aortico e sporge nel lume aortico (aspetto a tica. In caso di endoperdita prossimale, il posizionamento di
«becco d’uccello») (Fig. 32). Le endoprotesi sono così sottoposte un’endoprotesi più prossimale preceduto da una trasposizione di
a delle forze ripetitive che possono portare a un loro collasso. uno o più tronchi sovraortici permette la correzione di questa
Il primo mese postoperatorio è il periodo durante il endoperdita. In caso di endoperdita distale, il posizionamento di
quale il rischio di collasso è massimo. Tuttavia, un collasso un’endoprotesi più distale, preceduto o meno dalla rivascolarizza-
dell’endoprotesi può comparire anche a distanza (11 mesi) [47] e zione del tronco celiaco, permette, il più delle volte, la correzione
sottolinea, così, la necessità di un follow-up prolungato con TC di questa endoperdita.
di questi pazienti. Se il posizionamento di una nuova endoprotesi risulta impossi-
La presenza di uno dei fattori anatomici (arco aortico angolato bile e l’aneurisma evolve, si impone una conversione chirurgica.
di piccolo diametro) deve suscitare cautela al momento della presa
in carico. La chirurgia convenzionale deve essere discussa. Se è pri- Endoperdite di tipo II
vilegiato un trattamento endovascolare, la scelta dell’endoprotesi
è importante. Deve essere preferita un’endoprotesi con una forza Le endoperdite di tipo II sono legate al reflusso attraverso le arte-
radiale importante e che si conformi al meglio all’arco aortico. rie collaterali dell’arco aortico o dell’aorta toracica discendente:
Nelle aorte di piccolo calibro, Wellons et al. [52] hanno raccoman- arteria succlavia sinistra e arterie intercostali, bronchiali, esofagee
dato l’utilizzo di estensioni aortiche prossimali di endoprotesi o diaframmatiche.
addominali a causa del loro diametro più appropriato; la C-TAG® Le endoperdite di tipo II sono meno frequenti che a livello
permette ormai di trattare delle aorte toraciche di 16 mm di diame- addominale. Esse sono, il più delle volte, temporanee. La mag-
tro. Köbel et al. [53] hanno descritto una tecnica di bending in situ gior parte delle endoperdite non richiede alcun trattamento, ma
per migliorare la tenuta stagna delle endoprotesi nella curvatura una sorveglianza stretta.
aortica. Le endoperdite per reflusso dell’arteria succlavia sinistra
Quando si osserva un difetto di apposizione prossimale ricoperta senza rivascolarizzazione preliminare meritano
dell’endoprotesi, deve essere realizzato un follow-up TC ravvici- un’attenzione particolare [55] . Una correzione chirurgica è
nato. Stehr et al. [54] raccomandano o il posizionamento di un’altra quasi sempre obbligatoria. Si può proporre un’embolizzazione
endoprotesi o l’impianto di uno stent di Palmaz XXL per miglio- dell’arteria succlavia sinistra se non sono presenti un’ischemia
rare l’apposizione prossimale dell’endoprotesi. dell’arto superiore o una trasposizione succlaviocarotidea sinistra.

16 EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare


Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente  I – 43-148-H

Fistola aortoesofagea
La comparsa di una fistola aortoesofagea è una complicanza
rara, ma ben nota [61, 62] .
I meccanismi evocati in grado di portare alla comparsa di una
fistola aortoesofagea sono:
• un’endoperdita persistente che erode l’esofago;
• la penetrazione dell’endoprotesi nell’esofago;
• la necrosi ischemica della parete esofagea derivante dalla coper-
tura da parte dell’endoprotesi di diverse arterie esofagee.
L’assenza di intervento conduce invariabilmente a
un’evoluzione fatale per emorragia massiva o mediastinite [63] .
Sono state proposte numerose opzioni terapeutiche. La ripara-
zione esofagea può essere conservativa o meno (esofagectomia),
con ripristino della continuità nello stesso tempo operatorio o
meno. La ricostruzione vascolare può essere realizzata in situ con
un innesto omologo arterioso o con la realizzazione di un bypass
extra-anatomico.
Figura 34. Endoperdita di tipo IV per lacerazione dell’endoprotesi.
Infezione
Endoperdite di tipo III L’infezione di un’endoprotesi aortica è una complicanza rara,
ma grave. Essa è, il più delle volte, legata a un’infezione intraope-
Le endoperdite di tipo III sono associate alla deconnessione ratoria, ma può essere la conseguenza di una patologia infettiva
di due endoprotesi, traducendo, il più delle volte, un deficit di a distanza o per contiguità [64] . Si ricerca alla TC la presenza di
copertura tra due endoprotesi giustapposte. Il posizionamento di raccolte e di bolle d’aria periprotesiche. Una scintigrafia con leu-
un’endoprotesi complementare permette di regolare questo tipo cociti marcati e/o una tomografia per emissione di positroni-TC
di endoperdita. (PET-TC) sono un aiuto supplementare alla diagnosi. Il tratta-
mento è chirurgico e deve associare l’espianto dell’endoprotesi
Endoperdite di tipo IV alla rivascolarizzazione in situ o extra-anatomica.
Le endoperdite di tipo IV sono delle perdite che si producono
a livello delle suture tra le componenti metalliche che costitui-
scono l’armatura della protesi e la protesi o sono associate a delle
 Monitoraggio
lacerazioni della protesi (Fig. 34).
Un monitoraggio clinico e radiologico prolungato è obbli-
gatorio a vita. Le modalità radiologiche di monitoraggio
Endoperdite di tipo V postoperatorio sono basate sull’angio-TC o sulla RM toracica.
Le endoperdite di tipo V sono dovute a una porosità eccessiva L’ecodoppler non ha alcun ruolo nel monitoraggio degli aneu-
della protesi che porta alla costituzione di un sieroma periprote- rismi dell’aorta toracica discendente. Gli esami devono essere
sico. Questo tipo di perdita è, attualmente, raro. eseguiti alla dimissione del paziente o nel mese postoperatorio,
poi al 3o mese in caso di endoperdita iniziale e, poi, al 6o e al 12o
mese e tutti gli anni in seguito. Il calendario e le modalità di moni-
Migrazioni toraggio devono essere adattati in funzione dell’esistenza o meno
di un’anomalia, in funzione dell’evolutività dell’aneurisma nel
Le migrazioni di endoprotesi sono meno comuni a livello tora- tempo e con la preoccupazione di ridurre al massimo l’esposizione
cico che a livello addominale. Le migrazioni precoci sono favorite del paziente alle radiazioni ionizzanti. La radiografia del torace
da un’apposizione insufficiente dell’endoprotesi a livello del col- (proiezioni di fronte, di profilo e di tre quarti) può essere utile
letto prossimale o dal sottodimensionamento dell’endoprotesi per individuare delle anomalie degli stent che costituiscono
rispetto al diametro del colletto aortico. Le migrazioni tar- l’armatura dell’endoprotesi. La RM presenta come vantaggio prin-
dive sono, il più delle volte, associate all’evolutività dell’aorta cipale l’assenza di esposizione del paziente ai raggi X.
dopo il trattamento endovascolare. La comparsa di una migra-
zione espone al rischio di comparsa di un’endoperdita di
tipo I.  Risultati degli studi prospettici
Le differenti compagnie hanno attuato degli studi prospettici
Endoprotesi toraciche e malattie del tessuto per valutare i risultati delle loro endoprotesi. Tutti questi studi
connettivo sono non randomizzati.

I pazienti affetti da una sindrome di Marfan o da altre malattie


del tessuto connettivo meritano un’attenzione particolare. Esi-
Talent® [3]
stono solo poche pubblicazioni sul successo a breve termine dopo Questo studio prospettico non randomizzato multicentrico
il trattamento endovascolare dell’aorta toracica discendente nei fornisce i risultati a 30 giorni e a 1 anno dal trattamento endova-
pazienti affetti da sindrome di Marfan [56–58] . Sono state segnalate scolare dell’aorta toracica discendente con un’endoprotesi Talent®
diverse complicanze: in pazienti chirurgicamente operabili.
• dilatazione dell’aorta malgrado il posizionamento dell’- Il tasso di successo tecnico era del 99,5%. Il tasso di mortalità al
endoprotesi [56] ; 30o giorno postoperatorio era del 2,1%, il tasso di paraplegia era
• rottura aortica al momento del posizionamento dell’- dell’1,5% e il tasso di mortalità a 1 anno era del 16,1%, di cui il
endoprotesi [59] ; 3,1% legato all’aneurisma.
• dissecazione retrograda [60] . Questi risultati sono stati comparati ai risultati della chirurgia
Il trattamento endovascolare dei pazienti affetti da sindrome di aperta in tre centri di eccellenza. I tassi di mortalità perioperato-
Marfan o da qualsiasi altra malattia del tessuto connettivo cono- ria (2% contro 8%; p < 0,01) e di mortalità legata all’aneurisma a
sciuta non è raccomandato, a meno che l’indicazione chirurgica 1 anno (3,1% contro 11,6%; p < 0,002) erano significativamente
non sia inevitabile e il rischio di un gesto chirurgico convenzio- inferiori con il trattamento endovascolare rispetto alla chirurgia
nale sia giudicato proibitivo. convenzionale.

EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 17


I – 43-148-H  Trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente

Zenith TX® Cook [65] [6] Svensson LG, Kouchoukos NT, Miller DC, Bavaria JE, Coselli JS,
Curi MA. Expert consensus document on the treatment of descending
Questo studio prospettico non randomizzato multicentrico thoracic aortic disease using endovascular stent-grafts. Ann Thorac
riporta i risultati a 30 giorni e a 1 anno dal trattamento endovasco- Surg 2008;85:S1–41.
lare dell’aorta toracica discendente con un’endoprotesi Zenith® in [7] Neschis DG, Velazquez OC, Baum RA. The role of magnetic reso-
pazienti operabili chirurgicamente. nance angiography for endoprosthetic design. J Vasc Surg 2001;33:
Il tasso di successo tecnico era del 98,8%. Il tasso di mortalità 488–94.
al 30o giorno postoperatorio era dell’1,9%, il tasso di paraplegia [8] Parker MV, O’Donnell SD, Chang AS. What imaging studies are neces-
era dell’1,3% e il tasso di mortalità a 1 anno era dell’8,4%, di cui sary for abdominal aortic endograft sizing? A prospective blinded study
il 5,8% legato all’aneurisma. using conventional computed tomography, aortography, and three-
dimensional computed tomography. J Vasc Surg 2005;41:199–205.
Questi risultati sono stati comparati ai risultati della chirurgia
[9] Sprouse LR, Meier GH, Parent FN. Is three-dimensional computed
aperta. I tassi di mortalità a 30 giorni (1,9% contro 5,7%; p < 0,01)
tomography reconstruction justified before endovascular aortic aneu-
e a 1 anno (5,8% contro 11,8%; p < 0,15) erano inferiori nel gruppo
rysm repair? J Vasc Surg 2004;40:443–7.
endovascolare, ma non in modo statisticamente significativo.
[10] Muhs BE, Vincken KL, van Prehn J. Dynamic cine-CT angiography for
the evaluation of the thoracic aorta; insight in dynamic changes with
implications for thoracic endograft treatment. Eur J Vasc Endovasc
TAG® Gore [66] Surg 2006;32:532–6.
Questo studio prospettico non randomizzato multicentrico [11] Muhs BE, Balm R, White GH, Verhagen HJ. Anatomic factors asso-
riporta i risultati a 30 giorni e a 5 anni dal trattamento endova- ciated with acute endograft collapse after Gore TAG treatment of
thoracic aortic dissection or traumatic rupture. J Vasc Surg 2007;45:
scolare dell’aorta toracica discendente con un’endoprotesi TAG®
655–61.
(Gore) in pazienti operabili chirurgicamente.
[12] Canaud L, Alric P, Desgranges P, Marzelle J, Marty-Ané C, Becquemin
Il tasso di successo tecnico era del 98%. Il tasso di mortalità
JP. Factors favoring stent-graft collapse after thoracic endovascular
al 30o giorno postoperatorio era dell’1,5%, il tasso di mortalità a aortic repair. J Thorac Cardiovasc Surg 2010;139:1153–7.
5 anni legata all’aneurisma era del 2,8% e il tasso di paraplegie era [13] Canaud L, Alric P, Laurent M, Baum TP, Branchereau P, Marty-Ané
del 3%. CH. Proximal fixation of thoracic stent-grafts as a function of oversi-
Questi risultati sono stati confrontati con quelli della chirurgia zing and increasing aortic arch angulation in human cadaveric aortas.
aperta. Il tasso di mortalità legata all’aneurisma a 1 anno (2,8% J Endovasc Ther 2008;15:326–34.
contro 11,7%; p < 0,08) era significativamente inferiore nel gruppo [14] Hinchliffe RJ, Ivancev K, Sonesson B, Malina M. “Paving and crac-
endovascolare rispetto alla chirurgia convenzionale. king”: an endovascular technique to facilitate the introduction of
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In quindici anni, il trattamento endovascolare delle patologie
technique for endovascular thoracic stent graft deployment. J Vasc
dell’aorta toracica è passato dal posizionamento sperimentale di Surg 2010;51:504–8.
un’endoprotesi home made in aneurismi morfologicamente favo- [17] Diethrich EB, Ghazoul M, Wheatley GH, Alpern JB, Rodriguez-Lopez
revoli a un trattamento stabilito e ipotizzato in prima intenzione JA, Ramaiah VG. Great vessel transposition for antegrade delivery of
nella maggior parte dei casi. L’interesse evidente e immediato the TAG endoprosthesis in the proximal aortic arch. J Endovasc Ther
di queste endoprotesi ricoperte è di evitare un atto chirurgico 2005;12:583–7.
associato a una mortalità e a una morbilità elevate. La mag- [18] Peterson BG, Matsumura JS. Internal endoconduit: an innovative tech-
gior parte degli studi concorda nel mostrare una riduzione dei nique to address unfavorable iliac artery anatomy encountered during
tassi di morbilità e di mortalità perioperatoria dei trattamenti thoracic endovascular aortic repair. J Vasc Surg 2008;47:441–5.
endovascolari rispetto ai trattamenti chirurgici convenzionali. Si [19] Bergeron P, Mangialardi N, Costa P, Coulon P, Douillez V, Serreo E.
osserva comunque la comparsa di complicanze specifiche alle Great vessel management for endovascular exclusion of aortic arch
tecniche endoluminali, con la descrizione di endoperdite peri- aneurysms and dissections. Eur J Vasc Endovasc Surg 2006;32:38–45.
protesiche, di migrazioni, di basculamenti con collasso e di [20] Czerny M, Gottardi R, Zimpfer D, Schoder M, Grabenwoger M,
fratture di endoprotesi. La selezione rigorosa dei pazienti è una Lammer J. Transposition of the supraortic branches for extended endo-
condizione indispensabile al successo del trattamento endova- vascular arch repair. Eur J Cardiothorac Surg 2006;29:709–13.
scolare delle patologie dell’aorta toracica discendente. Il tratta- [21] Gottardi R, Lammer J, Grimm M, Czerny M. Entire rerouting of the
mento endovascolare delle patologie dell’aorta toracica discen- supraortic branches for endovascular stent-graft placement of an aortic
dente richiede di determinare preoperatoriamente la strategia arch aneurysm. Eur J Cardiothorac Surg 2006;29:258–60.
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L. Canaud, Chef de clinique, assistant des Hôpitaux.
P. Branchereau, Praticien hospitalier.
C. Marty-Ane, Professeur des Universités, praticien hospitalier.
Service de chirurgie vasculaire et thoracique, Hôpital Arnaud de Villeneuve, 371, avenue du Doyen-Gaston-Giraud, 34295, Montpellier cedex 5, France.

Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Alric P, Canaud L, Branchereau P, Marty-Ane C. Trattamento endovascolare degli aneurismi
dell’aorta toracica discendente. EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 2012;17(3):1-19 [Articolo I – 43-148-H].

Disponibile su www.em-consulte.com/it
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