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In quindici anni, il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente è passato
dal posizionamento sperimentale di un’endoprotesi «home made», in aneurismi anatomicamente favore-
voli, a un trattamento di prima intenzione nella maggior parte dei casi. L’interesse evidente e immediato
di queste endoprotesi ricoperte è di evitare un atto chirurgico associato a una mortalità e a una morbilità
elevate. La maggior parte degli studi concorda nel mostrare una riduzione dei tassi di morbilità e di mor-
talità intraoperatorie del trattamento endovascolare rispetto al trattamento chirurgico convenzionale. Si
osserva comunque la comparsa di complicanze specifiche alle tecniche endoluminali, con la descrizione
di endoperdite periprotesiche, di migrazioni, di basculamenti con collasso e di fratture di endoprotesi.
Il successo di un trattamento endovascolare è associato a una selezione rigorosa dei pazienti grazie al
bilancio preoperatorio e alla scelta del tipo di endoprotesi in funzione della conoscenza del materiale
endovascolare disponibile. Il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica discendente
impone di determinare preoperatoriamente la strategia dell’intervento.
© 2012 Elsevier Masson SAS. Tutti i diritti riservati.
■
Scelta dell’endoprotesi aortica 6
Introduzione
Tecniche di posizionamento 6
Dotazione tecnica 6 La tecnica chirurgica per il trattamento degli aneurismi
Installazione 7 dell’aorta toracica discendente si è poco modificata dal primo suc-
Anestesia 7 cesso di Ba e Cooley nel 1953 [1] . Essa richiede una via di accesso
Vie d’accesso 7 toracica, un’intubazione selettiva con esclusione polmonare sini-
Posizionamento dell’endoprotesi 7 stra, l’utilizzo di un’assistenza circolatoria e un clampaggio aortico
Accesso vascolare
I problemi di accesso vascolare devono essere accuratamente
esaminati nel preoperatorio attraverso un bilancio morfologico
completo dell’aorta e degli assi iliaci.
In caso di necessità, deve essere previsto il ricorso a una via
d’accesso chirurgica all’arteria iliaca comune o all’aorta sotto-
renale (più raramente all’aorta toracica discendente, all’aorta
toracica ascendente o all’arteria carotide comune), che permette,
nella maggior parte dei casi, la progressione dell’endoprotesi fino
alla lesione da trattare.
Arco aortico
Questo bilancio di diagnostica per immagini preoperatoria
deve anche studiare l’arco dell’aorta prima dell’impianto di
un’endoprotesi. Tale bilancio è essenziale per valutare il rischio
di migrazione ateromatosa intracerebrale e/o periferica. In pre-
senza di lesioni a potenziale emboligeno a livello dell’arco aortico,
occorre modificare la strategia operatoria evitando il passaggio di
guide e di cateteri di angiografia per via omerale o attraverso i tron-
chi sovraortici che, passando per l’arco dell’aorta, rischierebbero
di produrre un accidente embolico. L’angiografia intraoperatoria
può, in questo caso, essere realizzata per via femorale controlate-
rale alla via d’accesso dell’endoprotesi. Figura 1. Angio-risonanza magnetica (angio-RM) preoperatoria di un
Questo bilancio esplora, inoltre, l’angolazione dell’arco aor- aneurisma dell’aorta toracica discendente.
tico,così come l’angolazione del colletto di impianto prossimale
dell’endoprotesi. Esso studia anche l’anatomia e la configurazione
dei tronchi sovraortici.
33,2 (2D)
28,0 (2D)
26,7 mm
30,2 mm
23,1 mm
35,5 mm
Valiant Captivia®
Struttura
L’endoprotesi Valiant® con sistema di impianto Xcelerant® è
costituita dai seguenti elementi:
• endoprotesi toracica Valiant® precaricata in un lanciatore;
• sistema di impianto Xcelerant® .
L’endoprotesi Valiant® si compone di un’armatura in nitinol
ricoperta di una protesi in poliestere tessuta. L’endoprotesi ha
una barra longitudinale di sostegno su tutta la sua estensione.
I differenti stent sono fissati alla protesi con delle suture.
Alle estremità dell’endoprotesi, sono disponibili diverse con-
figurazioni. L’estremità prossimale è proposta in due versioni:
FreeFlo® e Closed Web® . Il modello FreeFlo® ha uno stent pros-
simale nudo, mentre il modello Closed Web® presenta uno stent
prossimale ricoperto.
L’endoprotesi è disponibile in diametri da 22 a 46 mm per incre-
mento di 2 mm e con una lunghezza di 100 o 150 o 200 mm. Essa
Figura 7. Aortografia preoperatoria. esiste anche sotto forma conica o a diametro decrescente e «su
misura».
Sistema di introduzione
Il sistema di impianto Xcelerant® è un lanciatore con impu-
gnatura integrata, che permette all’utilizzatore di controllare il
dispiegamento. Sulla guaina è applicato un rivestimento per faci-
litare la navigabilità dell’endoprotesi. Una manopola rotativa
esegue un dispiegamento progressivo, innanzitutto per rotazione,
quindi, dopo liberazione, permette un dispiegamento veloce
con manovra di arretramento. Il sistema introduttore va da
22 a 25 F.
Il sistema Captivia® permette un controllo accurato del
posizionamento prossimale dell’endoprotesi. La tip capture per-
mette di mantenere catturato lo stent prossimale non ricoperto
dell’endoprotesi e di liberarlo con precisione, senza arretramento
o basculamento dell’endoprotesi, una volta liberata la totalità
della porzione ricoperta dell’endoprotesi.
Relay NBS® Plus in lunghezze superiori a 200 mm. È possibile giustapporre due
endoprotesi o più, con una sovrapposizione di almeno 5 cm tra
Struttura ciascuna di esse.
L’endoprotesi Relay® si compone di stent autoespansibili in niti- La maggior parte delle equipe chirurgiche sceglie un diametro
nol suturati a una protesi in poliestere. L’armatura si compone di di endoprotesi superiore del 10-20% rispetto a quello del colletto
una serie di stent sinusoidali su tutta la lunghezza della protesi. Per aortico prossimale. Il diametro del colletto aortico prossimale è
fornire un appoggio longitudinale a questa endoprotesi, un filo il diametro di riferimento, ma, in caso di disparità importante di
ricurvo di nitinol è fissato alla curvatura esterna dell’endoprotesi diametro tra il colletto prossimale e distale, è opportuno optare
con una serie di suture. Poiché le due estensioni prossimali non per un’endoprotesi conica o per il posizionamento di due endo-
sono connesse al filo ricurvo, esse permettono il movimento protesi di diametro differente. In questo caso, si deve sempre
indipendente dell’estremità prossimale dell’endoprotesi. Questa badare a posizionare per prima l’endoprotesi di diametro minore.
endoprotesi esiste con e senza stent ricoperto alla sua estremità Nelle situazioni di urgenza, accade che non si disponga sempre
prossimale. di un’endoprotesi di diametro perfettamente adatto. È preferibile,
Degli indicatori radio-opachi (platino/iridio) sono situati alle in questo caso, optare per un diametro leggermente superiore al
due estremità prossimali e a livello del corpo dell’endoprotesi sulla diametro desiderato piuttosto che il contrario.
sua faccia esterna. La disponibilità di endoprotesi di lunghezza e di diametro
variabili diventa sempre più comune nei centri di chirurgia vasco-
Sistema di introduzione lare che hanno una pratica e un’esperienza nel trattamento
endovascolare delle patologie dell’aorta toracica. Numerosi centri
L’endoprotesi toracica Relay® è precaricata nel sistema di posi- dispongono attualmente di un deposito di endoprotesi ricoperte
zionamento Plus Delivery System® che comporta due punti di che permettono di far fronte alle situazioni di urgenza. Inoltre, la
fissazione dello stent prossimale per un posizionamento preciso consegna di un’endoprotesi di dimensioni specifiche è ottenuta,
dell’endoprotesi. Il diametro delle endoprotesi Relay NBS® Plus va il più delle volte, in meno di 24 ore.
da 22 a 46 mm, per delle lunghezze da 100 a 250 mm. Il diame-
tro dell’introduttore è di 22-26 F. Esistono dei modelli conici, a
diametro decrescente e «su misura». Scelta dell’endoprotesi aortica
La scelta di un’endoprotesi aortica piuttosto che un’altra non
E-VITA® Thoracic è oggetto di un consenso stabilito. Solo la conoscenza attraverso
Struttura l’esperienza acquisita con questo tipo di materiale può permettere
attualmente di indicare alcuni dati soggettivi.
L’endoprotesi è composta da una protesi vascolare in poliestere Nelle dissecazioni aortiche, sembra che l’endoprotesi più consi-
tessuto a parete standard sostenuta su tutta la sua altezza da stent gliabile sia la C-TAG® , probabilmente a causa della sua flessibilità
autoespansibili in nitinol. L’architettura della protesi è composta e del suo carattere poco aggressivo per la parete aortica. In que-
da molle in nitinol posizionate in punte opposte le une alle altre al sta indicazione, la Zenith® sembra poco raccomandata a causa dei
fine di assicurare un’integrità di colonna nel piano verticale senza suoi uncini prossimali e distali che rischiano di perforare il lembo
armatura longitudinale. intimale e di favorire una dissecazione retrograda.
L’endoprotesi è composta da un tubo dritto o con un calibro Nelle porzioni angolate dell’aorta, e più particolarmente nella
decrescente o progressivo. Questa endoprotesi esiste con e senza zona istmica, soprattutto quando essa rappresenta la zona di
stent nudo alla sua estremità prossimale o distale. impianto prossimale dell’endoprotesi, la Valiant® sembra quella
I diametri disponibili vanno da 24 a 44 mm. Le lunghezze stan- la cui forza radiale è maggiore e quella che sarebbe meno soggetta
dard sono di 130, 150, 170 e 230 mm. al basculamento e al collasso, descritti e riscontrati soprattutto
con la TAG® [11, 12] . Questa impressione è stata confermata da un
Sistema di introduzione lavoro sperimentale recentemente condotto su delle aorte umane
L’endoprotesi toracica E-VITA® è precaricata nel suo sistema di di cadavere e che studiava il comportamento delle differenti
introduzione. endoprotesi aortiche in commercio in funzione dell’angolazione
Il diametro dell’introduttore è di 20-24 F. dell’arco aortico [13] . Uno studio della conformabilità della C-TAG®
deve essere condotto in un prossimo futuro per valutare la sua
efficacia nelle curvature aortiche marcate. Si tratta, infatti, della
TAArget® sola endoprotesi attualmente disponibile in grado di conservare il
grado di curvatura che le viene applicato, senza alcuna tendenza
Struttura
a riprendere ineluttabilmente una posizione rettilinea.
L’endoprotesi è costituita di nitinol e di PTFE espanso. Per gli aneurismi del terzo distale dell’aorta toracica discen-
L’endoprotesi autoespansibile è composta da un tubo retto o dente, quando il colletto distale situato a monte del tronco celiaco
conico formato da stent autoespansibili discontinui in nitinol si rivela breve, la più grande precisione di posizionamento è otte-
incapsulato tra due membrane di PTFE. nuta con la Zenith® , per il suo sistema di introduzione che per
Il diametro è fisso o variabile in funzione dei riferimenti che prima posiziona la parte distale e che è molto preciso.
vanno da 30 a 42 mm. La lunghezza è fissa o variabile da 140 a
240 mm.
Installazione
Il paziente è installato in decubito dorsale, con il braccio
sinistro lungo il corpo e il braccio destro a 90◦ di abduzione.
L’asepsi deve essere rigorosa. Si raccomanda l’utilizzo di un tavolo
operatorio mobile e radiotrasparente. Un iniettore è sistematica-
mente usato per ottenere una buona opacizzazione della totalità
dell’aorta toracica. Un apparecchio di radiologia mobile che
permetta l’acquisizione di sequenze di buona qualità è situato
alla sinistra del paziente e deve poter essere mobilizzato dalle
arterie femorali fino ai tronchi sovraortici. Il paziente è drappeg-
giato come per un intervento aortico addominale, permettendo Figura 9. Vari tipi di guide aortiche extrarigide.
un accesso alle due arterie femorali nonché alle arterie ilia-
che e all’aorta addominale, per permettere la realizzazione di
un bypass di accesso o per trattare un’eventuale rottura trau- rischio di complicanze vascolari cerebrali nei pazienti che presen-
matica aorto-iliaca in occasione della risalita dell’introduttore. tano delle placche di ateroma a potenziale emboligeno a livello
L’accesso all’arteria omerale destra è, il più delle volte, necessario dell’arco aortico.
per poter realizzare le angiografie. D’altra parte, in caso di posi-
zionamento dell’endoprotesi a livello dell’arco aortico, il campo
operatorio deve permettere un accesso chirurgico ai tronchi Posizionamento dell’endoprotesi
sovraortici.
Introduzione per via femorale dell’endoprotesi
Dopo una puntura retrograda dell’arteria femorale comune
Anestesia scelta (in funzione del diametro e della tortuosità degli assi iliaci),
è posizionato un introduttore breve di 5 o 6 F. L’asse iliaco,
Un’anestesia generale è realizzata di routine per permettere
l’aorta addominale, l’aorta toracica discendente e, poi, l’aorta
un dispiegamento ottimale dell’endoprotesi sopprimendo i movi-
ascendente sono cateterizzati sotto controllo scopico con l’aiuto
menti parassiti dei pazienti spesso installati scomodamente su dei
di una guida flessibile angolata Terumo® 0,035”, di 260 cm di
tavoli operatori rigidi. È, tuttavia, possibile realizzare alcuni di
lunghezza. Si scambia su sonda da angiografia pigtail la guida
questi interventi sotto anestesia locale o locoregionale.
flessibile con una guida extrarigida (ultra-stiff) precurvata di
tipo Backup Meier® o Lunderquist® 0,035”, di 260-300 cm di
Vie d’accesso lunghezza (Fig. 9). Per ogni trattamento endovascolare di un
aneurisma della porzione prossimale dell’aorta toracica discen-
Via d’accesso per l’introduzione dell’endoprotesi dente, la parte curva della guida ultra-stiff deve essere posta
Accesso chirurgico all’arteria femorale nell’aorta ascendente, contro la valvola aortica. Esistono delle
guide ultra-stiff la cui curvatura è adattata all’arco aortico (Fig. 9).
Si utilizza, il più delle volte, un accesso trasversale all’arteria
La posizione dell’estremità prossimale deve essere verificata e
femorale comune per ridurre il rischio di linforrea postoperatoria.
mantenuta per tutta la procedura, per evitare eventuali perfo-
Un accesso verticale è privilegiato in caso di necessità di riva-
razioni del ventricolo sinistro al momento della manipolazione
scolarizzazione chirurgica dell’arteria femorale nello stesso tempo
dell’endoprotesi.
operatorio.
Si esegue un bolo di 50 unità internazionali (UI)/kg di epa-
Accesso percutaneo rina per via endovenosa, salvo nei casi di rottura di aneurisma.
Questo è reso possibile grazie ai sistemi di chiusura percutanea L’introduttore o l’endoprotesi premontata nel suo introdut-
come il Prostar® . tore sono inseriti lungo la guida ultra-stiff nell’arteria femorale
comune. Sotto controllo scopico, mantenendo in trazione conti-
Via d’accesso per l’aortografia nua la guida ultra-stiff, si fa progredire l’endoprotesi mantenuta
nel suo sistema di posizionamento a livello iliaco, quindi a
Una sonda da angiografia pigtail è posizionata a livello
livello dell’aorta addominale e, quindi, a livello dell’aorta tora-
dell’aorta ascendente per permettere un’aortografia di qualità e
cica. Qualsiasi anomalia di progressione deve essere oggetto di
per visualizzare l’arco aortico.
un’attenzione particolare al fine di evitare una rottura dell’arteria
Arteria omerale destra iliaca o dell’aorta. In questo caso, è imperativa un’angiografia aor-
Il posizionamento percutaneo per via omerale destra di una toiliaca di controllo alla rimozione dell’introduttore.
sonda da angiografia in un introduttore di 4 o 5 F evita delle
mobilizzazioni intraoperatorie di questa sonda al momento del Aortografia intraoperatoria
dispiegamento dell’endoprotesi. In effetti, la sonda deve essere
L’aortografia è realizzata obbligatoriamente con un iniettore.
ritirata in caso di inserzione femorale per evitare che essa
Secondo le dimensioni dell’aorta, un volume di 20-30 ml con un
sia bloccata dagli uncini prossimali o dalle maglie degli stent
flusso di 15-20 ml/s permette di ottenere un’aortografia di buona
dell’endoprotesi.
qualità.
Arteria femorale controlaterale a quella utilizzata per il L’aortografia è realizzata con l’endoprotesi in sede e non dispie-
posizionamento dell’endoprotesi gata nell’aorta toracica (Fig. 10). Al fine di ottenere delle immagini
Questo accesso evita delle limitazioni al momento della realiz- di migliore qualità, si pone il paziente in apnea durante la fase di
zazione dell’acquisizione di immagini oblique con l’apparecchio acquisizione.
di radiologia mobile (il braccio destro può essere posizionato L’incidenza dell’aortografia è scelta in funzione della zona
lungo il corpo), ma richiede, tuttavia, delle mobilizzazioni intrao- dell’aorta toracica da trattare:
peratorie della sonda da angiografia per evitare che questa sia • terzo superiore dell’aorta toracica discendente e arco aortico:
bloccata dall’endoprotesi. Inoltre, queste manipolazioni ripetute aortografia in obliqua anteriore sinistra per sviluppare l’arco
delle guide e delle sonde da angiografia nell’arco aortico sono a aortico (Fig. 11);
Figura 10. Aortografia intraoperatoria con l’endoprotesi in sede non Figura 13. Aortografia intraoperatoria dell’aorta toracica distale di pro-
dispiegata. filo.
Dispiegamento dell’endoprotesi
La metodica di dispiegamento è specifica ad ogni endoprotesi
ed è sviluppata per ogni endoprotesi.
Per ridurre il rischio di arretramento o di basculamento
dell’endoprotesi al momento del dispiegamento sono utilizzabili
varie opzioni:
• ipotensione controllata indotta (80 mmHg di sistolica) con
sodio nitroprussiato endovenoso o altro. Questa tecnica è la
più utilizzata;
• asistolia transitoria indotta dall’iniezione di adenosina
5-trifosfato (bolo 0,5 mg/kg): questa tecnica permette di
ottenere un’asistolia di 15-20 secondi consentendo un dispie-
gamento preciso dell’endoprotesi. Tuttavia, l’intervallo tra
l’iniezione dell’adenosina e l’asistolia così come la durata
dell’asistolia sono imprevedibili;
• trascinamento elettrosistolico ventricolare (pacing ventrico-
lare): per via femorale, un catetere di trascinamento elettrosi-
stolico è situato, sotto controllo scopico, nel ventricolo destro.
Si realizza una stimolazione per ottenere un ritmo ventricolare
Figura 11. Aortografia intraoperatoria dell’aorta toracica prossimale in rapido di 180/min per 10-20 secondi, permettendo di ottenere
obliqua anteriore sinistra. una pressione media di 30 mmHg.
TAG® e C-TAG® Gore
Si inizia con il posizionamento dell’introduttore a valvola. La
sua estremità prossimale è posta nell’aorta toracica bassa. Quindi,
l’endoprotesi è montata nell’introduttore sulla guida ultra-stiff.
Occorre posizionare l’endoprotesi (la cui estremità prossimale è
reperita con un indicatore radio-opaco) a livello della zona di
impianto auspicata e mantenere una spinta su questa endopro-
tesi per permetterle di posizionarsi contro la faccia esterna della
parete aortica, prima di spiegarla velocemente. Nella porzione
prossimale dell’aorta toracica discendente, il posizionamento
dell’endoprotesi contro la faccia esterna della parete aortica per-
mette di stabilizzare l’endoprotesi per ottenere, così, un impianto
preciso. Il ritiro parziale della guida ultra-stiff fino alla sua parte
flessibile permette, a volte, di applicare meglio e di stabilizzare
questa endoprotesi contro la faccia esterna della convessità aor-
tica, evitando che l’endoprotesi scivoli sulla guida verso l’aorta
ascendente.
La liberazione dell’endoprotesi si esegue svitando la rotella di
dispiegamento, quindi mediante la trazione continua del filo
di sutura del manicotto di PTFE che contiene l’endoprotesi,
permettendo, così, di liberarla dal centro verso le sue due estre-
Figura 12. Aortografia intraoperatoria dell’aorta toracica media. mità. Il manicotto in PTFE è applicato tra la superficie esterna
dell’endoprotesi e la parete aortica.
Valiant Captivia®
• terzo medio dell’aorta toracica discendente: aortografia in obli- L’endoprotesi è premontata nella sua guaina di introdu-
qua anteriore sinistra o di fronte (Fig. 12); zione. La sua estremità prossimale è reperita con un indicatore
• terzo inferiore dell’aorta toracica discendente: aortografia di radio-opaco. Il posizionamento preciso dell’endoprotesi richiede
profilo per permettere il reperimento preciso del tronco celiaco di iniziare il suo dispiegamento al livello esatto della zona
(Fig. 13). di posizionamento auspicata. Occorre dispiegare i primi due
stent ricoperti dell’endoprotesi con una manovra di rotazione liberazione e l’ancoraggio definitivo della protesi si fanno riti-
dell’impugnatura, permettendo, così, una rimozione progressiva rando l’anello di chiusura ermetica e, in seguito, premendo sul
della guaina dell’introduttore per un posizionamento preciso. A bottone alla base dell’introduttore.
questo stadio, lo stent prossimale non ricoperto rimane contenuto TAArget®
dal sistema Captivia® e si può ancora far arretrare l’endoprotesi,
Occorre, in un primo tempo, posizionare l’endoprotesi
se essa è situata troppo prossimalmente, esercitando una tra-
premontata nel suo introduttore a livello della zona di
zione prudente sull’insieme dell’introduttore. È, invece, illusorio impianto auspicata. La protesi è dispiegata con una mano-
volerla riposizionare più prossimalmente verso l’aorta ascen- vra di punto fisso-arretramento. Dopo avere dispiegato i primi
dente, una volta dispiegati i primi due stent prossimali. Occorre, due stent, l’endoprotesi può essere riposizionata a livello
quindi, liberare la totalità della parte ricoperta dell’endoprotesi della zona di impianto. Si termina, in seguito, il dispiega-
mediante manovre di punto fisso-arretramento, dopo aver sgan- mento dell’endoprotesi con la stessa manovra di punto fisso-
ciato la manopola. L’ultima manovra consiste nella liberazione arretramento.
dello stent prossimale non ricoperto per ancorare definitivamente
l’endoprotesi. Questa liberazione dello stent prossimale si ese- Modellamento
gue con una manovra di liberazione del sistema Captivia® situato
alla base dell’introduttore con rotazione e, poi, trazione di questa Nella patologia aneurismatica, è consigliato il modellamento
sicurezza. L’insieme del dispositivo di posizionamento può essere dell’endoprotesi per perfezionare il suo ancoraggio sull’aorta.
ricatturato nella guaina dell’introduttore prima della rimozione Questa manovra non è sempre sistematica, soprattutto in altre
completa di quest’ultimo. patologie, come le dissecazioni aortiche. Un pallone elastico a
bassa pressione è utilizzato per perfezionare l’apposizione della
Zenith TX2 Pro-Form® protesi, soprattutto alle zone di ancoraggio prossimale e distale
Si deve, in un primo tempo, posizionare il modulo prossimale dell’endoprotesi. Occorre evitare di dilatare l’aorta al di fuori
dell’endoprotesi premontata nel suo introduttore a livello della dell’endoprotesi.
zona di impianto auspicata. Il primo stent ricoperto è dispiegato
eseguendo un punto fisso sul propulsore e ritirando progressiva- Controllo finale
mente la guaina esterna dell’introduttore. Un riposizionamento
parziale dell’endoprotesi è possibile a livello della sua zona di Il controllo angiografico finale è acquisito con dei tempi tar-
posizionamento. Si dispiega, quindi, la totalità dell’endoprotesi divi per assicurarsi della buona esclusione della lesione, scoprire
con questa stessa manovra di punto fisso-arretramento. Il ritiro eventuali endoperdite precoci o tardive e assicurarsi della buona
di un anello di sicurezza permette di rimuovere il filo metal- pervietà delle collaterali aortiche (tronchi sovraortici o tronco
lico che mantiene le due estremità dell’endoprotesi e di liberarla, celiaco).
così, definitivamente. L’introduttore del modulo prossimale viene
rimosso.
Si introduce il modulo distale dell’endoprotesi premontato nel
Problemi specifici
suo introduttore. Si posiziona il secondo modulo nel primo: è con-
sigliata una sovrapposizione di tre-quattro stent tra i due moduli.
Problemi di accesso
Si dispiega così la totalità della parte ricoperta dell’endoprotesi con I problemi sono legati a una tortuosità eccessiva delle arterie
questa stessa manovra di punto fisso-arretramento. Si sganciano, iliache o a delle arterie iliache calcificate, di piccolo calibro o
quindi, tre sicurezze successive: multistenosate.
• il primo anello di sicurezza con ritiro del filo metallico di man- Esistono dei rischi di impossibilità di risalita dell’endoprotesi e
tenimento dell’estremità distale dell’endoprotesi; di rottura iliaca o aortica.
• quindi, il secondo anello, azionato per il dispiegamento dello Sono disponibili diverse tecniche per superare questi ostacoli.
stent distale non ricoperto;
• il terzo anello, ritirato con il suo filo metallico per liberare Approccio endovascolare
l’estremità prossimale dell’endoprotesi. Delle stenosi iliache possono essere trattate preventivamente al
Il dispositivo di posizionamento può essere ritirato e posizionamento dell’endoprotesi per angioplastica e/o stenting. È
l’introduttore può essere lasciato in sede. stato proposto l’utilizzo di stent ricoperti per permettere il passag-
Relay NBS® gio di endoprotesi in caso di arterie iliache di piccolo calibro [14] .
Occorre, in un primo tempo, posizionare l’endoprotesi a livello
della zona di impianto auspicata. Gli indicatori situati a livello Tecnica della teleferica femorobrachiale
del corpo dell’endoprotesi devono essere posizionati sulla faccia In caso di angolazione marcata delle arterie iliache e/o
esterna dell’aorta. Occorre, quindi, porre in posizione 2 il selettore dell’aorta e di difficoltà alla progressione dell’endoprotesi sulla
posto sul sistema di introduzione Plus Delivery System® . Si dispie- guida ultra-stiff, un lasso introdotto per via brachiale permette
gano, quindi, i primi due stent ricoperti dell’endoprotesi con una di catturare la guida ultra-stiff introdotta per via femorale o
manovra di punto fisso-arretramento a livello del sistema di intro- viceversa. Una trazione continua su ciascuna estremità della
duzione, poi si riposiziona, se necessario, l’endoprotesi a livello guida permetterà di rendere rigida la guida e di facilitare la pro-
della zona di impianto. Occorre, quindi, liberare la totalità della gressione dell’endoprotesi con una manovra detta di teleferica
parte ricoperta dell’endoprotesi. Dopo la rimozione del sistema di femorobrachiale.
sicurezza, l’ultima manovra di punto fisso-arretramento permette
la liberazione dello stent prossimale non ricoperto per sganciare Bypass di accesso [15–18]
definitivamente l’endoprotesi. È possibile realizzare una via retroperitoneale per affron-
E-VITA® tare l’arteria iliaca comune o l’aorta addominale. Un bypass
Occorre, in un primo tempo, posizionare l’endoprotesi premon- protesico suturato in lateroterminale permette l’introduzione
tata nel suo introduttore a livello della zona di impianto auspicata. dell’endoprotesi e, al termine dell’intervento, è legato oppure
Per dispiegare l’endoprotesi, l’interruttore deve essere spostato conservato dopo anastomosi femorale come bypass aorto- o ilio-
manualmente a D (dispiegamento), permettendo, così, l’apertura femorale definitivo.
della leva. L’azione di sollevare e abbassare la leva permette Sono stati descritti anche dei bypass di accesso a partire
il dispiegamento progressivo dell’endoprotesi. Dopo la libera- dall’aorta toracica ascendente o discendente.
zione dei primi due stent, si può riposizionare l’endoprotesi a
livello della zona di impianto. Per terminare il dispiegamento
Rottura iliaca
dell’endoprotesi, l’interruttore è spostato a N (punto morto) Una rottura iliaca può verificarsi al ritiro del materiale e rischia
per permettere un movimento continuo dell’impugnatura e la di non essere diagnosticata. In caso di frizione importante al
liberazione completa della parte ricoperta dell’endoprotesi. La momento della risalita dell’endoprotesi, deve essere realizzata
Zona Zona
Zona Zona
Zona
Figura 14. Rottura iliaca iatrogena scoperta alla rimozione Figura 16. Aortic arch map proposto da Ishimaru.
dell’introduttore e clampata con un pallone iliaco primitivo.
Figura 26. Trasposizione succlaviocarotidea sinistra. Figura 28. Prototipo di un’endoprotesi modulare con un ramo per il
tronco arterioso brachiocefalico, descritta da Chuter [29] .
Bypass extra-anatomici
È stata descritta la copertura dell’arco aortico con
un’endoprotesi, preceduta da una rivascolarizzazione preli-
Figura 27. Bypass carotidosucclavio sinistro protesico, con legatura minare dei tronchi sovraortici con bypass femoroascellare e
dell’arteria succlavia sinistra prossimale. intercarotideo. Questa tecnica rappresenta una soluzione teorica
che può trovare indicazioni solo a titolo eccezionale o provvisorio
in situazioni d’urgenza.
Endoprotesi ramificate
Inoue et al. [30] hanno dimostrato la fattibilità dell’utilizzo di
un’endoprotesi dell’arco munita di tre rami destinati ai tre tronchi Dispiegamento dell’endoprotesi
sovraortici (Fig. 29). Tuttavia, questo dispositivo ancora speri- L’impianto di un’endoprotesi in prossimità dell’arco aortico
mentale comporta un tasso elevato di embolizzazioni cerebrali, presenta diverse difficoltà:
probabilmente legato alla complessità del dispiegamento di que- • la presenza dei tronchi sovraortici;
sto genere di dispositivo. • la curvatura dell’arco;
• una pressione arteriosa elevata;
Tecnica del camino endovascolare («chimney technique») • i movimenti dell’arco ad ogni sistole.
Criado et al. [24] hanno descritto una tecnica percutanea per Il rischio di arretramento o di basculamento dell’endoprotesi al
puntura retrograda dell’arteria carotide comune sinistra. Per evi- momento del dispiegamento è massimo a livello dell’arco aortico.
tare la copertura dei tronchi sovraortici da parte dell’endoprotesi, Occorre ottenere un’ipotensione controllata indotta.
uno stent è dispiegato a livello dell’ostio dell’arteria caro- Per permettere un dispiegamento preciso dell’endoprotesi, si
tide comune sinistra permettendo uno scollamento focale raccomanda, in alternativa:
dell’endoprotesi in corrispondenza del tronco arterioso brachio- • di posizionare l’endoprotesi durante un’asistolia transitoria
cefalico e ripristinando anche il flusso nei tronchi sovraortici indotta dall’iniezione di adenosina, al momento di una sti-
(Fig. 30). La perennità incerta di questa procedura ne fa una solu- molazione, per ottenere un ritmo ventricolare rapido (pacing
zione d’urgenza, che deve essere riservata ai casi di copertura ventricolare), o sotto ipotensione indotta;
accidentale dei tronchi sovraortici in occasione del dispiegamento • di utilizzare un’endoprotesi con sistema di cattura della parte
dell’endoprotesi. prossimale dell’endoprotesi.
Endoperdite
Un’endoperdita si definisce per la persistenza di un flusso ema-
tico circolante tra l’endoprotesi e l’aneurisma. Essa mantiene una
pressione nel sacco aneurismatico, fonte di evolutività e, perfino,
di rottura di un aneurisma.
B Endoperdite di tipo I
Figura 32. Endoprotesi che non si conforma alla curvatura dell’arco Che siano prossimali o distali, esse sono le più pericolose, in
aortico e che sporge nel lume aortico (1) con un aspetto a «becco quanto la pressione nel sacco aneurismatico resta uguale alla pres-
d’uccello» (A, B). sione sistemica.
Tuttavia, se si rivelano spontaneamente risolutive, possono
trarre beneficio da una sorveglianza stretta in questo caso. Quando
In caso di angolazione importante del colletto prossimale, la un’endoperdita di tipo I è associata a un’espansione del sacco
maggior parte delle endoprotesi è incapace di conformarsi alla aneurismatico, una gestione terapeutica deve essere sistema-
curvatura dell’arco aortico e sporge nel lume aortico (aspetto a tica. In caso di endoperdita prossimale, il posizionamento di
«becco d’uccello») (Fig. 32). Le endoprotesi sono così sottoposte un’endoprotesi più prossimale preceduto da una trasposizione di
a delle forze ripetitive che possono portare a un loro collasso. uno o più tronchi sovraortici permette la correzione di questa
Il primo mese postoperatorio è il periodo durante il endoperdita. In caso di endoperdita distale, il posizionamento di
quale il rischio di collasso è massimo. Tuttavia, un collasso un’endoprotesi più distale, preceduto o meno dalla rivascolarizza-
dell’endoprotesi può comparire anche a distanza (11 mesi) [47] e zione del tronco celiaco, permette, il più delle volte, la correzione
sottolinea, così, la necessità di un follow-up prolungato con TC di questa endoperdita.
di questi pazienti. Se il posizionamento di una nuova endoprotesi risulta impossi-
La presenza di uno dei fattori anatomici (arco aortico angolato bile e l’aneurisma evolve, si impone una conversione chirurgica.
di piccolo diametro) deve suscitare cautela al momento della presa
in carico. La chirurgia convenzionale deve essere discussa. Se è pri- Endoperdite di tipo II
vilegiato un trattamento endovascolare, la scelta dell’endoprotesi
è importante. Deve essere preferita un’endoprotesi con una forza Le endoperdite di tipo II sono legate al reflusso attraverso le arte-
radiale importante e che si conformi al meglio all’arco aortico. rie collaterali dell’arco aortico o dell’aorta toracica discendente:
Nelle aorte di piccolo calibro, Wellons et al. [52] hanno raccoman- arteria succlavia sinistra e arterie intercostali, bronchiali, esofagee
dato l’utilizzo di estensioni aortiche prossimali di endoprotesi o diaframmatiche.
addominali a causa del loro diametro più appropriato; la C-TAG® Le endoperdite di tipo II sono meno frequenti che a livello
permette ormai di trattare delle aorte toraciche di 16 mm di diame- addominale. Esse sono, il più delle volte, temporanee. La mag-
tro. Köbel et al. [53] hanno descritto una tecnica di bending in situ gior parte delle endoperdite non richiede alcun trattamento, ma
per migliorare la tenuta stagna delle endoprotesi nella curvatura una sorveglianza stretta.
aortica. Le endoperdite per reflusso dell’arteria succlavia sinistra
Quando si osserva un difetto di apposizione prossimale ricoperta senza rivascolarizzazione preliminare meritano
dell’endoprotesi, deve essere realizzato un follow-up TC ravvici- un’attenzione particolare [55] . Una correzione chirurgica è
nato. Stehr et al. [54] raccomandano o il posizionamento di un’altra quasi sempre obbligatoria. Si può proporre un’embolizzazione
endoprotesi o l’impianto di uno stent di Palmaz XXL per miglio- dell’arteria succlavia sinistra se non sono presenti un’ischemia
rare l’apposizione prossimale dell’endoprotesi. dell’arto superiore o una trasposizione succlaviocarotidea sinistra.
Fistola aortoesofagea
La comparsa di una fistola aortoesofagea è una complicanza
rara, ma ben nota [61, 62] .
I meccanismi evocati in grado di portare alla comparsa di una
fistola aortoesofagea sono:
• un’endoperdita persistente che erode l’esofago;
• la penetrazione dell’endoprotesi nell’esofago;
• la necrosi ischemica della parete esofagea derivante dalla coper-
tura da parte dell’endoprotesi di diverse arterie esofagee.
L’assenza di intervento conduce invariabilmente a
un’evoluzione fatale per emorragia massiva o mediastinite [63] .
Sono state proposte numerose opzioni terapeutiche. La ripara-
zione esofagea può essere conservativa o meno (esofagectomia),
con ripristino della continuità nello stesso tempo operatorio o
meno. La ricostruzione vascolare può essere realizzata in situ con
un innesto omologo arterioso o con la realizzazione di un bypass
extra-anatomico.
Figura 34. Endoperdita di tipo IV per lacerazione dell’endoprotesi.
Infezione
Endoperdite di tipo III L’infezione di un’endoprotesi aortica è una complicanza rara,
ma grave. Essa è, il più delle volte, legata a un’infezione intraope-
Le endoperdite di tipo III sono associate alla deconnessione ratoria, ma può essere la conseguenza di una patologia infettiva
di due endoprotesi, traducendo, il più delle volte, un deficit di a distanza o per contiguità [64] . Si ricerca alla TC la presenza di
copertura tra due endoprotesi giustapposte. Il posizionamento di raccolte e di bolle d’aria periprotesiche. Una scintigrafia con leu-
un’endoprotesi complementare permette di regolare questo tipo cociti marcati e/o una tomografia per emissione di positroni-TC
di endoperdita. (PET-TC) sono un aiuto supplementare alla diagnosi. Il tratta-
mento è chirurgico e deve associare l’espianto dell’endoprotesi
Endoperdite di tipo IV alla rivascolarizzazione in situ o extra-anatomica.
Le endoperdite di tipo IV sono delle perdite che si producono
a livello delle suture tra le componenti metalliche che costitui-
scono l’armatura della protesi e la protesi o sono associate a delle
Monitoraggio
lacerazioni della protesi (Fig. 34).
Un monitoraggio clinico e radiologico prolungato è obbli-
gatorio a vita. Le modalità radiologiche di monitoraggio
Endoperdite di tipo V postoperatorio sono basate sull’angio-TC o sulla RM toracica.
Le endoperdite di tipo V sono dovute a una porosità eccessiva L’ecodoppler non ha alcun ruolo nel monitoraggio degli aneu-
della protesi che porta alla costituzione di un sieroma periprote- rismi dell’aorta toracica discendente. Gli esami devono essere
sico. Questo tipo di perdita è, attualmente, raro. eseguiti alla dimissione del paziente o nel mese postoperatorio,
poi al 3o mese in caso di endoperdita iniziale e, poi, al 6o e al 12o
mese e tutti gli anni in seguito. Il calendario e le modalità di moni-
Migrazioni toraggio devono essere adattati in funzione dell’esistenza o meno
di un’anomalia, in funzione dell’evolutività dell’aneurisma nel
Le migrazioni di endoprotesi sono meno comuni a livello tora- tempo e con la preoccupazione di ridurre al massimo l’esposizione
cico che a livello addominale. Le migrazioni precoci sono favorite del paziente alle radiazioni ionizzanti. La radiografia del torace
da un’apposizione insufficiente dell’endoprotesi a livello del col- (proiezioni di fronte, di profilo e di tre quarti) può essere utile
letto prossimale o dal sottodimensionamento dell’endoprotesi per individuare delle anomalie degli stent che costituiscono
rispetto al diametro del colletto aortico. Le migrazioni tar- l’armatura dell’endoprotesi. La RM presenta come vantaggio prin-
dive sono, il più delle volte, associate all’evolutività dell’aorta cipale l’assenza di esposizione del paziente ai raggi X.
dopo il trattamento endovascolare. La comparsa di una migra-
zione espone al rischio di comparsa di un’endoperdita di
tipo I. Risultati degli studi prospettici
Le differenti compagnie hanno attuato degli studi prospettici
Endoprotesi toraciche e malattie del tessuto per valutare i risultati delle loro endoprotesi. Tutti questi studi
connettivo sono non randomizzati.
Zenith TX® Cook [65] [6] Svensson LG, Kouchoukos NT, Miller DC, Bavaria JE, Coselli JS,
Curi MA. Expert consensus document on the treatment of descending
Questo studio prospettico non randomizzato multicentrico thoracic aortic disease using endovascular stent-grafts. Ann Thorac
riporta i risultati a 30 giorni e a 1 anno dal trattamento endovasco- Surg 2008;85:S1–41.
lare dell’aorta toracica discendente con un’endoprotesi Zenith® in [7] Neschis DG, Velazquez OC, Baum RA. The role of magnetic reso-
pazienti operabili chirurgicamente. nance angiography for endoprosthetic design. J Vasc Surg 2001;33:
Il tasso di successo tecnico era del 98,8%. Il tasso di mortalità 488–94.
al 30o giorno postoperatorio era dell’1,9%, il tasso di paraplegia [8] Parker MV, O’Donnell SD, Chang AS. What imaging studies are neces-
era dell’1,3% e il tasso di mortalità a 1 anno era dell’8,4%, di cui sary for abdominal aortic endograft sizing? A prospective blinded study
il 5,8% legato all’aneurisma. using conventional computed tomography, aortography, and three-
dimensional computed tomography. J Vasc Surg 2005;41:199–205.
Questi risultati sono stati comparati ai risultati della chirurgia
[9] Sprouse LR, Meier GH, Parent FN. Is three-dimensional computed
aperta. I tassi di mortalità a 30 giorni (1,9% contro 5,7%; p < 0,01)
tomography reconstruction justified before endovascular aortic aneu-
e a 1 anno (5,8% contro 11,8%; p < 0,15) erano inferiori nel gruppo
rysm repair? J Vasc Surg 2004;40:443–7.
endovascolare, ma non in modo statisticamente significativo.
[10] Muhs BE, Vincken KL, van Prehn J. Dynamic cine-CT angiography for
the evaluation of the thoracic aorta; insight in dynamic changes with
implications for thoracic endograft treatment. Eur J Vasc Endovasc
TAG® Gore [66] Surg 2006;32:532–6.
Questo studio prospettico non randomizzato multicentrico [11] Muhs BE, Balm R, White GH, Verhagen HJ. Anatomic factors asso-
riporta i risultati a 30 giorni e a 5 anni dal trattamento endova- ciated with acute endograft collapse after Gore TAG treatment of
thoracic aortic dissection or traumatic rupture. J Vasc Surg 2007;45:
scolare dell’aorta toracica discendente con un’endoprotesi TAG®
655–61.
(Gore) in pazienti operabili chirurgicamente.
[12] Canaud L, Alric P, Desgranges P, Marzelle J, Marty-Ané C, Becquemin
Il tasso di successo tecnico era del 98%. Il tasso di mortalità
JP. Factors favoring stent-graft collapse after thoracic endovascular
al 30o giorno postoperatorio era dell’1,5%, il tasso di mortalità a aortic repair. J Thorac Cardiovasc Surg 2010;139:1153–7.
5 anni legata all’aneurisma era del 2,8% e il tasso di paraplegie era [13] Canaud L, Alric P, Laurent M, Baum TP, Branchereau P, Marty-Ané
del 3%. CH. Proximal fixation of thoracic stent-grafts as a function of oversi-
Questi risultati sono stati confrontati con quelli della chirurgia zing and increasing aortic arch angulation in human cadaveric aortas.
aperta. Il tasso di mortalità legata all’aneurisma a 1 anno (2,8% J Endovasc Ther 2008;15:326–34.
contro 11,7%; p < 0,08) era significativamente inferiore nel gruppo [14] Hinchliffe RJ, Ivancev K, Sonesson B, Malina M. “Paving and crac-
endovascolare rispetto alla chirurgia convenzionale. king”: an endovascular technique to facilitate the introduction of
aortic stent-grafts through stenosed iliac arteries. J Endovasc Ther
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[16] Yoshida R, Kolvenbach RR, Ye Z, Yoshida W. A total laparoscopic
In quindici anni, il trattamento endovascolare delle patologie
technique for endovascular thoracic stent graft deployment. J Vasc
dell’aorta toracica è passato dal posizionamento sperimentale di Surg 2010;51:504–8.
un’endoprotesi home made in aneurismi morfologicamente favo- [17] Diethrich EB, Ghazoul M, Wheatley GH, Alpern JB, Rodriguez-Lopez
revoli a un trattamento stabilito e ipotizzato in prima intenzione JA, Ramaiah VG. Great vessel transposition for antegrade delivery of
nella maggior parte dei casi. L’interesse evidente e immediato the TAG endoprosthesis in the proximal aortic arch. J Endovasc Ther
di queste endoprotesi ricoperte è di evitare un atto chirurgico 2005;12:583–7.
associato a una mortalità e a una morbilità elevate. La mag- [18] Peterson BG, Matsumura JS. Internal endoconduit: an innovative tech-
gior parte degli studi concorda nel mostrare una riduzione dei nique to address unfavorable iliac artery anatomy encountered during
tassi di morbilità e di mortalità perioperatoria dei trattamenti thoracic endovascular aortic repair. J Vasc Surg 2008;47:441–5.
endovascolari rispetto ai trattamenti chirurgici convenzionali. Si [19] Bergeron P, Mangialardi N, Costa P, Coulon P, Douillez V, Serreo E.
osserva comunque la comparsa di complicanze specifiche alle Great vessel management for endovascular exclusion of aortic arch
tecniche endoluminali, con la descrizione di endoperdite peri- aneurysms and dissections. Eur J Vasc Endovasc Surg 2006;32:38–45.
protesiche, di migrazioni, di basculamenti con collasso e di [20] Czerny M, Gottardi R, Zimpfer D, Schoder M, Grabenwoger M,
fratture di endoprotesi. La selezione rigorosa dei pazienti è una Lammer J. Transposition of the supraortic branches for extended endo-
condizione indispensabile al successo del trattamento endova- vascular arch repair. Eur J Cardiothorac Surg 2006;29:709–13.
scolare delle patologie dell’aorta toracica discendente. Il tratta- [21] Gottardi R, Lammer J, Grimm M, Czerny M. Entire rerouting of the
mento endovascolare delle patologie dell’aorta toracica discen- supraortic branches for endovascular stent-graft placement of an aortic
dente richiede di determinare preoperatoriamente la strategia arch aneurysm. Eur J Cardiothorac Surg 2006;29:258–60.
dell’intervento. [22] Canaud L, Hireche K, Berthet JP, Branchereau P, Marty-Ané C, Alric
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P. Alric, Professeur des Universités, praticien hospitalier (p-alric@chu-montpellier.fr).
L. Canaud, Chef de clinique, assistant des Hôpitaux.
P. Branchereau, Praticien hospitalier.
C. Marty-Ane, Professeur des Universités, praticien hospitalier.
Service de chirurgie vasculaire et thoracique, Hôpital Arnaud de Villeneuve, 371, avenue du Doyen-Gaston-Giraud, 34295, Montpellier cedex 5, France.
Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Alric P, Canaud L, Branchereau P, Marty-Ane C. Trattamento endovascolare degli aneurismi
dell’aorta toracica discendente. EMC - Tecniche chirurgiche - Chirurgia vascolare 2012;17(3):1-19 [Articolo I – 43-148-H].
Disponibile su www.em-consulte.com/it
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