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DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
INCENDIO
DATA: 25/01/2016
REVISIONE:
DESCRIZIONE:
IL DATORE DI LAVORO
_____________________________________
(TEODORO MUSACCHIO)
_____________________________________
(Giovanna Narciso)
1
R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO
Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
Nel presente capitolo sono riportati i dati identificativi aziendali, ovvero la ragione sociale, le generalità del datore di
lavoro, dei collaboratori e delle figure designate o nominate ai fini della sicurezza aziendale.
AZIENDA
Datore di Lavoro
Medico Competente:
2
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Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
Proprietario immobile:
3
R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO
Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
PREMESSA
La presente relazione è stata redatta in base al d.m. 10 marzo 1998 “ Sicurezza antincendio e gestione dell’emergenza
nei luoghi di lavoro” in attuazione al disposto dell’art. 46, comma 3 del d.lgs 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. , relativo ai
criteri di valutazione dei rischi d’incendio nei luoghi di lavoro e misure di prevenzione e di protezione antincendio da
adottare, al fine di ridurre l’insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi.
Nell’elaborazione del presente documento il Datore di Lavoro si è avvalso della collaborazione del Servizio
di Prevenzione e Protezione, previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
La valutazione dei rischi d’incendio è stata effettuata in conformità ai criteri dell’allegato I del d.m. 10 marzo 1998.
Il presente documento costituisce parte specifica ed integrante del Documento di Valutazione dei Rischi
redatto ai sensi del d.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. e dovrà essere periodicamente verificato, dal S.P.P., a
seguito di:
nuove realizzazioni;
modifiche organizzative e funzionali;
adeguamenti strutturali;
adeguamenti impiantistici;
4
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Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
Metodologia adottata
Verificata prioritariamente la positiva rispondenza del sito alla regola tecnica di riferimento (d.m. 26 agosto 1992), si
evidenzia che la struttura non rispetta tutti i requisiti.
Le non conformità alla norma sono state riportate nel documento di valutazione dei rischi alla sezione “Verifica dei
Luoghi di Lavoro” .
Di seguito si è proceduto all’analisi di dettaglio, cercando di affrontare le emergenze con soluzioni gestionali che
limitino il più possibile il rischio incendio in attesa della messa a norma dell’edificio.
2. identificazione dei soggetti esposti (alunni, lavoratori, fornitori, personale delle ditte esterne, ecc.)
è stata effettuata la verifica delle prestazioni di resistenza al fuoco; si è proceduto a stabilire dei criteri per ridurre i
pericoli d’incendio esistenti, avendo in obiettivo l’eliminazione (o la riduzione) degli stessi (es.: sostituzione dei
materiali pericolosi con altri meno pericolosi, ecc.).
Si è pervenuto quindi all’individuazione del livello di rischio, che è stata condotta tenendo conto anche della presenza
di attività soggette al controllo dei V.V.F., in base all’elenco allegato al d.p.r.151 del 1 agosto 2011,
definendo, alla fine del processo, secondo il disposto del d.m. 10 marzo 1998, il livello di rischio residuo.
4. verifica delle misure di tutela adottate ovvero individuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure
necessarie, in relazione a:
vie di esodo e uscite di emergenza;
sistemi di rivelazione e allarmi incendio;
attrezzature e impianti di estinzione;
controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio;
informazione e formazione.
Gli interventi che si riterranno necessari, costituiscono le misure che il Datore di Lavoro, e/o il proprietario
dell’immobile, dovranno programmare nel breve e/o nel medio termine al fine di eliminare o ridurre il rischio residuo. I
tempi per l’attuazione di tali misure , saranno quindi definiti dai responsabili dell’attività , sulla base della
gravità della situazione.
5
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Sezione 3
DESCRIZIONE E DISLOCAZIONE DELLE ATTIVITA’
AULA 7 48 26*
AULA 8 48 26*
AULA9 48 26*
AULA 10 48 26*
AULA11 63,99 26*
AULA 12 64 26*
AULA13 47,25 20*
AULA14 47,24 20*
AULA 15 45 20*
AULA16 45 20*
AULA 17 ( per diversamente 45 2
abili)
LABORATORIO ARTE 98,47 1
LABORATORIO MUSICA 72,86 1
SERVIZI IGIENICI 63.99 2
CORRIDOIO 411.24 5
RIPOSTIGLI 9.18 1
TOT 1253.22 274
(*) inferiore alle 26 persone/aula, massimo affollamento ipotizzabile di cui al punto 5.0 del d.m. 26 agosto 1992.
6
7
ISTITUTO PROFESSIONALE = m² 667.32
1.00
2.00
1. 00
0. 80 3. 00
Polvere
2. 10
1.00
m² 4.11
AULA 5
WC
2.00
m² 48.00
1.0 0
m² 6.01
3.0 0
antibagno
0.65
2.10
0.80
2.10
WC
0. 78
2. 10
m²4.23
1. 00
2. 00
0.80
2.10
m² 6.86
WC
1. 00
3. 00
1 .10
2 .10 1.0 0
2.0 0
1. 00
2. 00
1 .00
2 .00
1.0 0
3.0 0
1. 00
AULA 4
1 .00 2. 00
m² 48.00
2 .00
1. 00
3. 00
1. 00 1.00
2. 00 2.00
1. 00
3. 00
1 .00 1.10
2 .00 2.10 1. 00
2. 00
1.00
2.00
1. 00
2. 00
1. 00
3. 00
1.0 0
Planimetrie dei piani
AULA 3
1 .00 2.0 0
2 .00
m² 48.00
1. 00
3. 00
1 .00 1. 00
2 .00 2. 00
1.0 0
3.0 0
1. 00 1 .10
2. 00 2 .10 1.00
2.00
1. 00
2. 00
1 .00
2 .00
1. 00
3. 00
1.0 0
AULA 2
1. 00 2.0 0
m² 48.00
2. 00
1.0 0
3.0 0
1 .00 1.00
2 .00 2.00
1. 00
3. 00
1 .00 1. 10
2 .00 2. 10 1.0 0
2.0 0
Polvere
1.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
2.00
1 .00
1 .00
1. 00
3. 00
1. 10
2. 10 1. 00
2. 00
1 .10
AULA 1
2 .10
m² 48.00
1.00
3.00
CORRIDOIO
1. 10
2. 10
0. 95
1. 00 1.0 0
2.0 0
m² 310.14
1. 00 1.00
1. 00 3.00
1.10 1. 10 1.00
1. 10
2.10 2. 10 2.00
2. 10
Polvere
AUDITORIUM
1 .00
1 .00
1. 10 1. 80
2. 10 2. 10
m² 204.07
1. 00
1. 00
1. 10 2.10
2. 10 2.10
0.90
2.10
m² 6.27
0. 95
m² 13.88
Rip.
1. 00
Rip.
1. 00
1. 00 0.9 5
2.1 0
2.12
2.10
CO2
1. 10
2. 10
Quad.Elet.
Polvere
0.7 0
1 .20
m² 4.24
2.1 0
1 .00
2.12
2.10
1.20
2.10
1.10
0.90
2.10
2.10
Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
ARCHIVIO
0.90
2.10
ARCHIVIO
1. 00
1. 70
0. 95
m² 11.00
2. 10
m² 13.23
1 .00
PRESIDENZA
1 .00
SPOG. DONNE
m² 0.90
m² 1.90
0.47
1.00
1.19
1.00
1.16
1.00
1.09
1.00
WC
WC
0.70 0.85
2.10 1.00
2.10 0.80
m² 7.16
1.70
0. 50
RIP.
2.10
m² 1.20 m² 1.20
ANTIBAG:
m² 55.79
1. 00
WC WC
0. 70 1. 00
m² 11.69
2. 10 1. 00
0 .90 m² 3.99 0.4 7
2 .10 1.0 0
0. 90
0. 70 1.00 2. 10
2. 10 1.70
Polvere
1. 00
1. 00 1 .00
0. 90
2. 10
1 .00
0 .90
UFFICI
1.00
2 .10
m² 29.64
1.70
1.00
SPOG. UOMINI
1.00 1. 00
m² 1.20 m² 1.20
1. 60
1. 00
0.80
2.10
WC WC
0.7 0 2. 10
2.1 0
Disimpegno
0.70
m² 7.16
UFFICIO
m² 41.05
RIP.
m² 15.86
Polvere
1.80
2.10
2.10
m² 10.28
1.0 0
1 .00
m² 15.84
1.0 0
RIP.
1 .00
0.70
2.10
R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO
1.40
2.10
1.00
2.10
0.80 1. 00
0.47
1.00
1.05
1.00
1.00
1.00
2.10 1. 00
1. 25
1. 00 1. 20
m² 1.82
LAVABO LAVABO
1. 20
WC
0.80 0 .70 0 .70
2.10 2 .10 2 .10
ANTIBAGNO
m² 1.95
1. 00
1.00 1. 20 1 .00
m² 1.82
1.20 1 .00
WC
m²5.00
0 .70 0 .70
m²1.95
1.00 1. 00 2 .10 2 .10
1.20 1. 20
1.00
2.10
SEGRETERIA
1. 00 1. 00
1. 20 1. 00
1.00
1.20
m² 31.39
1.00
1.20
1.00
1. 00
1.20
PALESTRA
1. 00
1.00
1.20
1. 00
m² 236.81
1. 20
UFFICI DI SEGRETERIA
1.10
2.10
1.00
2.00
0.90
2.10
1.0 0
2.0 0
1.00
1.20 1.00
1.00 2.00
1.20
1.00
1.20 1.0 5
1. 00
1. 20 2.0 0
m² 73.00
1. 00 1.00 1.0 0
1. 20 1.20 2.0 0
m² 2.16
Rip.
0.80
2.10
1.00 1.00
1.20 1.20
MENSA = m² 163.41
1. 00
1. 20
2.10
1.80
1.00
1.20
1.00
1.20
1.00
1.20
1.00
1.20
1.00
1.20
1.00
1.20
1.00
1.20
1.00
1.20
1.80
2.10
0.50
1.20
8
1.00
2.00
1.00
2.00
1.17
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.05
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.10
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.05
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
AULA11
AULA12
AULA14
AULA13
m² 63.99
m² 47.24
m² 47.25
m² 64.00
1.10
2.10
1.20
2.10
1. 00
Polvere
2. 00
1.00
1.10
2.10
1.10
2.10
2.00 1.30
AULA 15
2.10
m² 45.00
1. 00
2. 00
1 .00
2 .00
1. 00
2. 00
1. 00
WC
m² 1.20
0.90
Antibagno U.2.10
0.80
2.10
WC
2. 00
m²1.30
1.00 2. 10
Rip.
2.00 1.00
AULA 10
Antibagno D.
WC
2.00
m²1.30
0.70 0. 70
WC
m² 1. 20
1. 10
m² 48.00
m² 10.14
2.10 2. 10
2. 10
1. 00
2. 00 1 .00
WC
m² 1.20
0. 70
WC
WCProf.
2 .00
m²1.30
0.70 0 .80
m²7.47
2.10 2. 10
2 .10
m² 4.80
m² 4.70
1. 00
m²5.34
0.90
2.10
WC
0. 70
WC
m² 1. 30
2. 00
m² 5.50
m²1.20
1. 00 0.70
Rip.
2. 10
2. 00 1.10 2.10
2.10
1 .00
WC
WC
0. 70 0. 70
m² 1.22
m² 1.12
1. 00 2 .00
2. 10 2. 10
2. 00
1. 10
AULA16
2. 10 1.00
2.00
m² 45.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00
1.00
2.00 1.00
2.00
1.00 1.00
2.00 1.00 2.00
2.00
1.10 1 .00
1. 00 2.00 1. 00 2 .00
2. 00
2. 00
1.00 1 .00
1.00 2.00 2 .00
1. 00
2.00 2. 00
1.0 0 1.00
2.0 0 2.00
1.00
1.00 2.00
AULA9
0.90 1 .00
m² 48.00
2.00
1.10 2.00 2 .00
2.10 1. 00
1.00 2. 00
1.00 1. 00
2.00
2.00 2. 00
1. 00 1.10
1.00 0.95 2. 00 2.10 1.00
AULA 17
Polvere
1. 30
1.00 2. 00
1.00
2.00
2.00 1. 00
2. 00
1.10 1.00
1.00 2.00 2.00 1.00
2.00
2.00
1.00 1. 00
1. 00 2.00 2. 00 1.00
2. 00 2.00
AULA8
m²48.00
1. 00 1 .00
2. 00 2 .00
1.00
1. 00
2.00
2. 00
1. 00
1.00 2. 00
2.00
1. 10
2. 10 1 .00
1.00 2 .00
2.00
1.00
1 .00
2.00
2 .00
AULA 7 salaprofessori
1.00 1. 00
2.00 2. 00
1.00 1.00
2.00 2.00
m²48.00
1. 00 1 .00
2. 00 2 .00
1. 00 1. 00
2. 00 2. 00
1.00 1 .00
2.00 2 .00
1.10
1.00 2.10 1 .00
2.00 2 .00
1.00
2.00
1 .00
2 .00
CORRIDOIO
1 .00
AULA 6
2 .00
m² 48.00
m²411.24
1 .00
2 .00
1 .00
2 .00
1. 00
2. 00
1.10
2.10 1 .00
2 .00
Polvere 1 .00
2 .00
1.00
2.00
1. 00
2. 00
1.00
2.00
1.00
2.00
1 .00
2 .00
1 .00
0
1.2 2 .00
10
2.
AntibagnoU.
1 .00
2 .00
1. 10
m² 10.59
2. 10
1 .00
m² 2.10
WC0.70
2.10
0.70
2.10
0.70
2.10
WC02.7.100
m²2.10
m² 2.33
m² 2.10
2 .00
WC
Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
WC
LABORATORIOARTE
1 .00
Polvere
2 .00
0.80
2.00
0.80
2.00
0.80
2.00
0.80
2.00
1.00
2.00
1.00
0. 80
2.00
2. 00
m² 98.47
1 .00
2 .00
1.00
2.00
1. 00
2. 00
1. 00
2. 00
1.00
2.00
1.10
2.10
3. 22
R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO
LABORATORIOMUSICA
2. 00
1. 00
2. 00
m² 72.86
1.00
2.00
1.10
2.10
Terrazzo
m² 44.10
R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO
Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
9
R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO
Studio di architettura- via Volta 24 Campomarino – tel. 0875 530488
Dal punto di vista antincendio non risultano interamente rispettate le prescrizioni del d.m. 26 agosto
1992;
Per le non conformità rilevate si rimanda al documento di valutazione dei rischi dell’edificio ove sono
elencati puntualmente ogni non conformità nella sezione “Verifica dei Luoghi di lavoro” categoria
“prevenzione incendi”.
L’istituto è sito in un’area recintata all’interno della quale vi è un unico grande edificio ove oltre all’Istituto
comprensivo di Campomarino vi è una parte dedicata all’Istituto Professionale e una parte alla mensa
scolastica. L’istituto di Comprensivo non comunica né con l’Istituto professionale ( vi sono porte ma sono
tenute chiuse) né con la mensa ( E’ diviso dall’istituto strutturalmente tramite muri) .
Al piano terra sono collocate la zona ricezione, la zona amministrazione e presidenza, cinque aule
didattiche, la palestra e l’auditorium.
Al primo piano sono situate dodici aule scolastiche, un aula per educazione musicale e un’aula per arte e
immagine.
Turnazioni
Le attività lavorative all’interno dell’istituto scolastico si svolgono secondo orari diversi, ma comunque
compresi tra il lunedì ed il sabato dalle 8.00 alle 17.30.
Mansione Mattino Pomeriggio
impiegato di amministrazione 8.00 ÷ 14.00 Merc.. 14:45 ÷ 17:30
docente variabile nella giornata lavorativa
collaboratore scolastico turni: 7.50 ÷ 13.50 - 11.30 ÷ 17.30
Tali situazioni , in ogni caso, saranno regolamentate secondo le previsioni dell’art. 26 del D. Lgs. 81 del 9
aprile 2088 e s.m.i. d.lgs. 81 del 9 aprile
2008 e s.m.i..
Specialmente in alcuni periodi può risultare numericamente considerevole la presenza dei genitori degli
alunni ( ricevimento dei professori, assemblee d’istituto, ecc…)
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Sezione 4
VERIFICA DELLE PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO
Si rimanda alla tabella, riportata nella Sezione 3, relativa alla descrizione e dislocazione delle attività.
essendo:
g i = massa i-esimo materiale combustibile (Kg);
H i = potere calorifico inferiore i-esimo materiale combustibile (MJ/Kg);
m i = fattore di partecipazione alla combustione i-esimo materiale combustibile;
ψ i = fattore di limitazione della partecipazione alla combustione dell’i-esimo materiale combustibile;
A = superficie in pianta lorda del compartimento considerato (mq).
Il carico d’incendio specifico è generalmente riferito alla superficie in pianta lorda del compartimento
considerato, nell’ipotesi di una distribuzione sufficientemente uniforme del materiale combustibile. In caso
contrario il carico d’incendio specifico deve essere calcolato anche con riferimento all’effettiva distribuzione
dello stesso.
Nell’immobile in esame non è possibile considerare separatamente il carico d’incendio dei singoli piani, non
possedendo gli elementi orizzontali di separazione una capacità di compartimentazione adeguata nei
confronti della propagazione verticale dell’incendio.
È considerato compartimento a sé stante l’archivio, situato al piano terra, il locale caldaia e la palastra
sempre situata a piano terra.
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Come riportato nell’allegato del già citato d.m. 9 marzo 2007, il carico d’incendio specifico di progetto (q f,d),
espresso in MJ/mq, viene calcolato con la seguente formula:
essendo:
delta q1 = fattore che tiene conto del rischio incendio in relazione alle dimensioni del compartimento;
I valori sono definiti nella seguente tabella 1:
δ q2 = fattore che tiene conto del rischio incendio in relazione al tipo di attività svolta nel compartimento;
I valori sono definiti nella seguente tabella 2:
Classi di
Descrizione δ q2
rischio
Aree che presentano un basso rischio d’incendio in termini di
probabilità d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e
I 0.8
possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di
emergenza.
Aree che presentano un modesto rischio di incendio in termini
di probabilità d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e
II 1,00
possibilità di controllo del’incendio da parte delle squadre di
emergenza.
Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di
probabilità d’ innesco, velocità di propagazione delle fiamme e
III 1,20
possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di
emergenza
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Nota (1):
Con riferimento alla Lettera Circolare del 28 marzo 2008 – Ministero dell’interno - VV.F. - DCPST, che fornisce
chiarimenti ed indirizzi applicativi sul d.m. 9 marzo 2007, il fattore riduttivo deltan5 può essere adottato solo nel caso in
cui vi sia la presenza continuativa, sulle 24 ore, della squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio.
N.B. quando nell'attività non è presente il fattore specifico delta ni si inserisce il valore 1.
Valori dei coefficienti delta q1,2 e delta ni individuati per i compartimenti considerati
Comp. δ q1 δ q2 δ n1 δ n2 δ n3 δ n4 δ n5 δ n6 δ n7 δ n8 δ n9
1 1,4 1,0 1 1 1 1 0,9 1 1 1 0,9
2 1,0 1,0 1 1 1 1 1 1 1 1 0,9
3 1,0 1,2 1 1 1 1 1 1 1 1 0,9
Classe dell’edificio
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Secondo la fascia di appartenenza del carico d’incendio del progetto in esame corrisponderà una Classe
dell’edificio, ossia la capacità portante o di compartimentazione degli elementi costruttivi deve essere pari ai
valori riportati in tabella secondo il carico di incendio calcolato. Ciò è vincolo d’esercizio per le attività da
svolgere all’interno della costruzione.
Di seguito è allegata la tabella riassuntiva “calcolo del carico d’incendio”,inerente la determinazione delle
prestazioni di resistenza al fuoco
Per l’istituto scolastico in esame, le classi dei compartimenti sono state determinate in base al livello di
prestazione richiesto alla costruzione (Livello III).
Essendo la struttura in pannelli prefabbricati della ditta VIBROSUD spa Chieti, si può stimare una resistenza
a fuoco R 90 ma più volte è stato richiesto all’ente proprietario dell’immobile di accertarsi di tale dato . A oggi
non è ancora disponibile pertanto non si può affermare con assoluta certezza che le strutture risultano
verificate,
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carico di
incendio Livello di
Quan
Superfici specifico di prestazio Classe di
Comparti Materiale tità potere u.m carico d'incendio Carico d'incendio
e lorda A mi Ψ i u.m. δq1 δq2 δn1 δn2 δn3 δn4 δn5 δn6 δn7 δn8 δn9 δn progetto ne resistenza
mento combustibile rileva calorifico . q specifico qf=q/A
(mq) qf,d=qf δq1 ipotizzabi a fuoco
ta
δq2 δn le
(MJ/mq)
KG
(MJ)
armadi in
legno
compreso il
contenuto 1 1 20 n 2511 MJ 50220
scaffali in
legno 0,8 1 24 mq 418 MJ 8026
armadi in 0,8
metallo 1 5 8n 2009 MJ 13661
banchi,
scrivanie e
Piano cattedre 0,8 1 525 n 837 MJ 351540
terra+pri 2323 sedie 1 1 700 n 59 MJ 41300
mo piano
carta in MJ/
pacchi 0,8 1 880 kg 46,8 kg 32947
cartone 0,8 1 50 kg 17,5 MJ 700
PC/stampanti 1 1 20 n 190 MJ 3800
fotocopiatrice 1 1 3n 300 MJ 900
TV e Lim 1 1 850 kg 340 MJ 289000
Plastica 1 1 750 kg 42 MJ 31500
0,8
III
tot. 823594 354,53 1,4 1,2 1 1 1 1 0,9 1 1 1 0,9 1 482,456 30
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scaffali in
metallo 1 1 4n 0 0
armadi in 198
legno
compreso il
Archivio 24,33 contenuto 1 1 3n 2511 MJ 7533
carta in 480
pacchi
(120kg a
scaffale) 0,8 1 480 kg 46,8 MJ 17971
cartone 0,8 1 50 kg 17,5 MJ 700 50
tot. 26204 728 1077,03 1 1,2 1 1 1 1 1 1 1 1 0,9 0,9 1163,19 III 60
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Sezione 5
VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO
Relativamente all’attività svolta sono state individuate le seguenti attività soggette al controllo periodico dei
vigili del fuoco ai sensi del d.p.r. 151 del 1 agosto 2011:
• attività 67.4.C: scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 300 persone
presenti;
• attività 74.2.B: impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o
gassoso con potenzialità superiore a 116 kW. Per il riscaldamento, infatti, è presente una caldaia,
alimentata a gas metano, installata in locale seminterrato comunicante con il piazzale esterno.
• Attività 65 B: Locali di spettacolo e di trattenimento in genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia
a carattere pubblico che privato, con capienza superiore a 100 persone, ovvero di superficie lorda in
pianta al chiuso superiore a 200 m2 . Sono escluse le manifestazioni temporanee, di qualsiasi
genere, che si effettuano in locali o luoghi aperti al pubblico. Nella scuola è presente una palestra
con superficie maggiore di 200 mq
L’archivio no raggiunge i 5000 kg di carta e cartone pertanto non rientra nell’attività 34, così come definita
dal DPR 151 del 2011: “Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici, archivi di materiale cartaceo,
biblioteche, depositi per la cernita della carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per l’industria della
carta, con quantitativi in massa superiori a 5.000 kg.”
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Esaminati i locali sottoposti a prevenzione incendi da parte dei Vigili del fuoco e assicurati che le strutture
siano conformi alla classe di resistenza al fuoco, di seguito si passa all’individuazione di ogni pericolo
d’incendio esaminando:
• le sostanze facilmente combustibili e/o infiammabili
• sorgenti di innesco
• possibilità di facile propagazione
Materiali combustibili
e/o infiammabili Locale/Area Livello
ritenuti degni di nota (*)
ricezione
Armadi, legno ordinario, amministrazione e presidenza
tavoli e sedie aule didattiche da 1 a 17
atrio ingresso
ricezione
amministrazione e presidenza
Carta in pacchi
aule didattiche da 1 a 17
atrio ingresso
Cartone Locali tecnici e deposito
Piano terra + piano primo
amministrazione e presidenza
PC/stampanti
aule didattiche da 1 a 17
amministrazione e presidenza
Fotocopiatrice Corridoi
atrio ingresso
LIM e TV aule didattiche da 1 a 17
aule didattiche da 1 a 17
Plastica amministrazione e presidenza
auditorium
(*) Vedi Sezione 4; la presenza di altri materiali combustibili e/o infiammabili dislocati in altri punti dell’edificio, per
la natura degli stessi e per i quantitativi rilevati, non costituisce oggetto di ulteriore valutazione. Peraltro, risulta
rispettata nell’immobile la previsione di cui al punto 3.1 del d.m.26 agosto 1992 in relazione alla reazione al fuoco
dei materiali.
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Individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nei luoghi di lavoro esposte a rischio incendio
Ai fini della valutazione del rischio d’incendio, e della gestione delle emergenze, per l’istituto scolastico si è
stimato che l’affollamento massimo ipotizzabile all’interno dei locali dell’immobile sia di circa-617-persone,
secondo il criterio precedentemente esposto e tabellato nella Sezione 3.
In riferimento all’art. 1.2 del d.m. 26.08.92, per quanto riguarda la classificazione dell’Istituto, essendo
presenti contemporaneamente più di 100 persone, l’attività scolastica risulta di tipo 3 ( scuole con numero di
presenze contemporanee da 501 a 800 persone).
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Questa fase della procedura di valutazione ha lo scopo di migliorare la situazione ambientale esistente sotto
il profilo antincendio, sulla base di quanto fin qui elaborato.
Ciascun pericolo d’incendio identificato, sia esso relativo ai materiali combustibili e/o infiammabili, alle
sostanze pericolose, alle sorgenti d’ignizione o alle persone esposte al rischio, sarà valutato e ridotto al
minimo, compatibilmente con le esigenze dell’attività.
Ciò consentirà di dimensionare le misure di protezione antincendio, in relazione alle effettive necessità, con
conseguente riduzione al minimo dei rischi e permettendo l’intervento su quelli residui.
Gli interventi riportati nel presente paragrafo, dovranno trovare pronta attuazione da parte del Datore di
Lavoro, al fine di poter considerare efficaci le misure di sicurezza che verranno di seguito stabilite in
relazione al livello di rischio classificato.
Possibilità di
Criteri per ridurre i pericoli causati dalle sorgenti d’ignizione
attuazione: Sì/No
Rimozione delle sorgenti di calore non necessarie SI
Impiego dei generatori di calore secondo le istruzioni del
SI
costruttore
Installazione e mantenimento in efficienza dei dispositivi di
NO
protezione
Controllo sulla corretta manutenzione delle apparecchiature
NO
elettriche
Controllo sullo spegnimento delle apparecchiature elettriche a “
SI
fine scuola”
Controllo delle aperture di ventilazione per le apparecchiature
SI
elettriche provviste
Controllo della conformità degli impianti elettrici NO
Vigilanza in relazione al divieto di fumo SI
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Per la stima dei rischi è stata valutata la probabilità di accadimento di un determinato rischio d’incendio e la
possibile dimensione del danno “M” derivante dallo stesso.
LIVELLO Caratteristiche
Il rischio rilevato può verificarsi solo con eventi particolari o concomitanza di eventi
1
poco probabili e indipendenti. Non sono noti episodi già verificatisi
Il rischio rilevato può verificarsi con media probabilità e per cause solo in parte
2
prevedibili. Sono noti solo rarissimi episodi verificatisi.
Il rischio rilevato può verificarsi con considerabile probabilità e per cause note ma
3 non contenibili.
È noto qualche episodio in cui al rischio ha fatto seguito il danno.
LIVELLO Caratteristiche
Scarsa possibilità di sviluppo di principi d’incendio con limitata propagazione dello
1 stesso.
Bassa presenza di materiali combustibili e/o infiammabili.
Condizioni che possono favorire lo sviluppo d’incendio con limitata propagazione
2 dello stesso.
Presenza media di materiali combustibili e/o infiammabili.
Condizioni in cui sussistono notevoli probabilità di sviluppo d’incendio con forte
3 propagazione dello stesso.
Presenza elevata di materiali combustibili e/o infiammabili.
È stata applicata, allo scopo, la seguente tabella di corrispondenza tra frequenza e magnitudo:
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Dalla combinazione dei due fattori precedenti (Frequenza P e Magnitudo del danno D) viene ricavata, come
indicato nella matrice di valutazione sopra riportata, l’Entità del Rischio, con la seguente gradualità (vedi All.
I d.m. 10 marzo 1998 - punto 1.4.4. Classificazione del livello di rischio d’incendio):
I principali elementi che permettono di classificare il livello di rischio residuo, dopo la valutazione e/o la
riduzione di quello di massima entità, sono riepilogati nello schema seguente.
FREQUENZA ALTA
F= 3
R=PxD =6
( RISCHIO ALTO)
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Sezione 6
MISURE DI SICUREZZA
L’esame dei successivi paragrafi , in riferimento agli allegati tecnici (*) del d.m. 10 marzo 1998, rappresenta,
nel contempo, una sorta di check list della situazione dell’immobile in esame dal punto di vista della
sicurezza antincendio.
Gli interventi di seguito riportati costituiscono le misure che il Datore di Lavoro, e/o il proprietario
dell’immobile, dovranno programmare nel breve e/o nel medio termine al fine di eliminare o ridurre il rischio
residuo.
I tempi per l’attuazione di tali misure restano a discrezione dei relativi responsabili sopra individuati sulla
base della gravità della situazione.
Le difformità presenti vengono ricapitolate sempre all’interno del documento di valutazione dei rischi
nel capitolo “ Programma di miglioramento”
Considerato che l’attività scolastica in esame rientra fra quelle soggette al controllo obbligatorio da parte dei
VV.F., i criteri relativi alle misure di prevenzione e protezione seguiti per la stesura del presente documento
sono stabiliti limitatamente ai soli allegati II, VI e VII del d.m. 10 marzo 1998, come previsto al punto 2 art.3
del medesimo decreto; gli argomenti trattati nei restanti allegati, nella fattispecie, sono infatti oggetto della
regola tecnica di riferimento (d.m. 26 agosto 1992) per la scuola, il d.m. D.M. 19 Agosto 1996 per
l’auditorium e il D.M. 18 marzo 1996 per la palestra e il D.M. 12 aprile 1996 per la caldaia
Lo studio delle misure di sicurezza relative alle vie ed uscite di emergenza, ai sistemi di rivelazione e allarme
antincendio ed alle attrezzature ed impianti di estinzione incendi da adottare, dovrà pertanto essere condotto
alla luce della predetta regola
1) Per il D.M. 26 agosto 1992 le strutture per gli edifici scolastici con un'altezza antincendio fino a 24 metri devono
essere realizzati in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 (strutture portanti) e REI 60
(strutture separanti).
Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Reazione al fuoco dei materiali
1) Per il D.M. 26 agosto 1992 negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere
è consentito l'impiego di materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale. Per le
restanti parti devono essere impiegati materiali di classe 0.
2) Per il D.M. 26 agosto 1992 negli altri ambienti eccettuati i passaggi, è consentito che le pavimentazioni compresi i
relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1.
3) Per il D.M. 26 agosto 1992 i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce devono essere di classe
di reazione al fuoco non superiore a 1.
Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - misure di evacuazione in caso di emergenza
- uscite
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1) Accesso all’area Per consentire l’intervanto dei mezzi di soccorso dei VV.F. è previsto due
accessi carrabile all’area , da via Vincenzo Cuoco, di larghezza superiore a 4 metri , con
pendenza , con altezza completamente libera e con portata non inferiore a 20 t . Dall’interno
dell’area è possibile l’accostamento dell’autoscala all’edificio in ogni lato.
2) L’istituto deve essere provvisto di uscite di piano di almeno da una porta ( di 1,2 m ) ogni 50 persone e la
larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il max affollamento ipotizzabile e la
capacità di deflusso.
5) La larghezza delle vie d'uscita ( corridoi) deve essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due
moduli ( m 1,20). I corridoi della scuola sono superiori o uguali a 2,7 metri tranne in un breve tratto, è anche
via d’uscita d’emergenza , al primo piano di 1,2 metri.
Scale
Al primo piano, sono presenti due scale di emergenza esterne in ferro.
La scala interna non a prova di fumo è dotata di aereazione.
I gradini hanno alzata e pedata costanti, rispettivamente non superiore a 17 cm e non inferiore a 30 cm . la larghezza è
pari o superiore a 120 cm.
1) ogni scuola deve essere munita di interruttore generale , posto in posizione segnalata, che permetta di togliere
tensione all'impianto elettrico all'attività
Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Impianto elettrico di sicurezza
1) Le scuole devono essere dotate di un impianto di allarme di sicurezza alimentato da apposita sorgente
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2) L'illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie d'esodo devono
garantire un livello di illuminazione pari almeno a 5 lux.
3) Le scuole devono essere dotate di un impianto di diffusione sonora o allarme di sicurezza alimentato da apposita
sorgente
1) le scuole di tipo 1 2 3 4 e 5 devono essere dotate di una rete idranti costituita da una rete di tubazioni realizzata
preferibilmente ad anello ed almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell'edificio.
2) Ad ogni piano deve essere derivato dalla rete idranti un attacco UNi 45
1) Devono essere istallati almeno un estintore ogni 200 m quadrati e almeno due per piano.
1) l'accesso ai locali di deposito devono avvenire tramite porte almeno REI 60 e dotate di congegno di
autochiusura.
L’archivio è munito di porta REI 120 con congegno di autochiusura
2) Se i locali deposito hanno un carico di incendio superiore ai 30 kg/m quadrato allora devono essere dotati di
impianto di spegnimento a funzionamento automatico
La quantità di materiale combustibile in archivio è stimato a circa 728kg su 24,33 mq. Pertanto vi è un carico di
incendio pari a = 728*4000(4400*24.339= 27,20 kg eq /mq ossia < di 30kg/mq
3) Nei locali deposito è buona norma diminuire il più possibile il carico di incendio soprattutto, come elemento
gestionale, parzialmente compensativo, se non ci sono impianti di spegnimento o segnalazione automatico.
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L’Auditorium non può ospitare più di 150 persone date le sue dimensioni.
L’auditorium può comunicare con la scuola, tramite filtro a prova di fumo dotato di porte resistenti al fuoco
almeno REI 30; dette comunicazioni non possono essere considerate ai fini del computo delle vie di uscita. Salvo
quanto disposto nelle specifiche disposizioni di prevenzione incendi, le strutture di separazione devono possedere
caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI 60;
Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle rampe, nei passaggi in genere e nelle vie di esodo, è consentito l’impiego
dei materiali di classe 1 in ragione, al massimo, del 50% della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitti +
proiezioni orizzontali delle scale); per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; Nel locale
auditorium si accede direttamente dall’esterno
I sedili non imbottiti costituiti da materiali combustibili devono essere di classe non superiore a 2;
Per il palcoscenico e la sala è ammesso il pavimento in legno; negli altri ambienti tale tipo di pavimento può essere
consentito purché stabilmente aderente a strutture non combustibili o rivestite con materiali di classe 0;
MATERIALE SCENICO
Per la realizzazione degli scenari fissi e mobili (quinte, velari, tendaggi e simili) è ammesso l’impiego di materiali
combustibili di classe di reazione al fuoco non superiore a 2.
Nei locali con capienza non superiore a 150 posti è consentita una larghezza delle corsie di passaggio non inferiore a 0,9
m.
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Nei locali non provvisti di posti a sedere fissi, è consentito l’impiego temporaneo di sedie purché collegate
rigidamente tra loro in file. Ciascuna fila può contenere al massimo 10 sedie in gruppi di 10 file.
Nell’auditorium della scuola le file non sono più di 10 e ciascuna fila non consta più di 7 sedie
È vietato collocare sedili mobili e sedie a rotelle nei passaggi e nei corridoi.
L’affollamento massimo deve essere stabilito pari al numero dei posti a sedere ed in piedi autorizzati, compresi quelli
previsti per le persone con ridotte o impedite capacità motorie (ossia 150 persone); mentre la CAPACITÀ DI
DEFLUSSO non deve essere superiore ai seguenti valori:
50 per locali con pavimento a quota compresa tra più o meno 1 m rispetto al piano di riferi-mento;
Le uscite dalla sala devono essere distribuite con criteri di uniformità e di simmetria rispetto all’asse longitudinale della
stessa e l’auditorium ha due uscita distribuite sul lato longitudinale dello stesso in maniera simmetrica.
Per i locali di capienza non superiore a 150 persone possono essere previste due sole uscite.
Per i locali con capienza non superiore a 150 persone è ammesso che le uscite abbiano larghezza inferiore a 1,2 m, con
un minimo di 0,9 m, purché conteggiate come un modulo.
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I serramenti delle porte di uscita devono essere provvisti di dispositivi a barre di comando tali da consentire che la
pressione esercitata dal pubblico sul dispositivo di apertura, posto su uno qualsiasi dei battenti, comandi in modo sicuro
l’apertura del serramento.
Le porte devono essere di costruzione robusta.
Le superfici trasparenti delle porte devono essere costituite da materiali di sicurezza.
L’auditorium ha due uscite dotate di maniglione a spinta di larghezza 110 cm totali, ma il maniglione permette
l’apertura di una porta da 80 cm, che immettono direttamente all’aperto.
L’alimentazione di sicurezza deve essere automatica ad interruzione breve (≤ 0,5 s) per gli impianti di rivelazione,
allarme e illuminazione; ad interruzione media (≤ 15 s) per ascensori antincendio e impianti idrici antincendio.
Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro
12 ore.
L’autonomia dell’alimentazione di sicurezza deve consentire lo svolgimento in sicurezza del soc-corso e dello
spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l’autonomia minima viene stabilita per ogni impianto come segue:
- rivelazione e allarme: 30 minuti;
- illuminazione di sicurezza: 1 ora;
- ascensori antincendio: 1 ora;
- impianti idrici antincendio: 1 ora.
L’installazione dei gruppi elettrogeni deve essere conforme alle regole tecniche vigenti.
L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad un metro di
altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita, e non inferiore a 2 lux negli altri ambienti accessibili al pubblico.
Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma purché assicurino il funziona-mento per almeno 1 ora.
SISTEMA DI ALLARME
I locali devono essere muniti di un sistema di allarme acustico realizzato mediante altoparlanti con caratteristiche
idonee ad avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. Il comando di attivazione del
sistema di allarme deve essere ubicato in un luogo con-tinuamente presidiato.
MEZZI ED IMPIANTI
Gli estintori devono essere ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile; appositi cartelli segnalatori devono
facilitarne l’individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili devono essere installati in ragione di uno ogni 200
m2 di pavimento, o frazione, con un minimo di due estintori per piano, fatto salvo quanto specificamente previsto in
altri punti del presente allegato.
Gli estintori portatili dovranno avere capacità estinguente non inferiore a 13A 89BC; a protezione di aree ed impianti a
rischio specifico devono essere previsti estintori di tipo
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La palestra può comunicare con la scuola, ma eventuali comunicazioni devono essere realizzate con strutture REI 60;
eventuali comunicazioni sono ammesse tramite filtri a prova di fumo di stesse caratteristiche di resistenza al fuoco.
La palestra non comunica con i locali scuola , gli accessi sono solo esterni.
Le strutture invece comuni ad ambedue le attività rientrano tra quelle dell’intero edificio.
Forse REI 60
Nella palestra della scuola non vi sono spazi riservati agli spettatori.
La capienza dello spazio di attività sportiva è pari al numero di praticanti e di addetti previsti in funzione delle attività
sportive. Lo spazio di attività sportiva deve essere collegato agli spoglia-toi ed all'esterno dell'area di servizio
dell'impianto con percorsi separati da quelli degli spetta-tori.
Nella palestra della scuola non sono previsti più di 50 praticanti e addetti alle attività sportive .
L'impianto deve essere provvisto di non meno di due uscite di cui almeno una di larghezza non inferiore a due moduli
(1,20 m); per la seconda uscita è consentita una larghezza non inferiore a 0,80 m.
Nella palestra della scuola vi sono due uscite di sicurezza una di 110 cm e l’altra 78 cm, dotate di maniglione
antipanico ed immettono direttamente su spazio aperto. Per tali porte sarà invocare la deroga e prevedere misure
compensative.
Negli atri, nei corridoi di disimpegno, nelle scale, nelle rampe e nei passaggi in genere, è consentito l'impiego di
materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimenti + pareti + soffitti + proiezione
orizzontale delle scale). Per la restante parte deve essere impiegato materiale di classe 0 (non combustibile);
Le pavimentazioni delle zone dove si praticano le "attività sportive", all'interno degli impianti sportivi, sono da
considerare attrezzature sportive e quindi non necessitano di classificazione ai fini della reazione al fuoco; non è
consentita la posa in opera di cavi elettrici o canalizzazioni che possono provocare l'insorgere o il propagarsi di incendi
all'interno di eventuali intercapedini realizzate al di sotto di tali pavimentazioni
I lucernari debbono avere vetri retinati oppure essere costruiti in vetrocemento o con materiali combustibili di classe 1
di reazione al fuoco. È consentito l'impiego del legno per i serramenti esterni ed interni.
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Impianti elettrici
Impianto di allarme
Gli impianti al chiuso devono essere muniti di un impianto di allarme acustico in grado di av-vertire i presenti delle
condizioni di pericolo in caso di incendio.
I dispositivi sonori devono avere caratteristiche e sistemazione tali da poter segnalare il perico-lo a tutti gli occupanti
dell'impianto sportivo o delle parti di esso coinvolte dall'incendio; il co-mando del funzionamento simultaneo dei
dispositivi sonori deve essere posto in ambiente pre-sidiato, può inoltre essere previsto un secondo comando
centralizzato ubicato in un locale di-stinto dal precedente che non presenti particolari rischi di incendio.
Il funzionamento del sistema di allarme deve essere garantito anche in assenza di alimentazio-ne elettrica principale, per
un tempo non inferiore a 30 minuti.
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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
I locali posti all'interno di fabbricati destinati anche ad altri usi devono costituire compartimento antincendio.
Le strutture portanti devono possedere i requisiti di resistenza al fuoco non inferiore a R 120, quelle di separazione da
altri ambienti non inferiore a REI 120. Le strutture devono essere realizzate con materiale di classe 0 di reazione al
fuoco.
L'altezza del locale di installazione deve rispettare le seguenti misure minime, in funzione della portata termica
complessiva:
- superiore a 116 kW e sino a 350 kW: 2.30 m;
I locali devono essere dotati di una o più aperture permanenti di aerazione realizzate su pareti esterne è consentita la
protezione delle aperture di aerazione con grigliati metallici, reti e/o alette antipioggia a condizione che non venga
ridotta la superficie netta di areazione.
La superficie libera minime, in funzione della portata termica complessiva non deve essere inferiori a ("Q" esprime la
portata termica, in kW ed "S" la superficie, in cm2):
In ogni caso le aperture non devono avere superficie netta inferiore di 3.000 cm2.
La caldaia ha una potenza pari a 330kw quindi deve avere una superficie libera di 4950 cm 2
330*15=4950 cm2
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Le distanze tra un qualsiasi punto esterno degli apparecchi e le pareti verticali e orizzontali del locale, nonché le
distanze fra gli apparecchi installati nello stesso locale devono permettere l’ac-cessibilità agli organi di regolazione,
sicurezza e controllo nonché la manutenzione ordinaria.
Il locale caldaia è ispezionabile e ogni parte dell’impianto è accessibile.
4.2.5 ACCESSO
L'accesso può avvenire dall'esterno da:
- spazio scoperto;
- strada pubblica o privata scoperta;
- porticati
- intercapedine antincendio
L’accesso al locale caldaia avviene dall’esterno.
4.2.5.1 PORTE
Le porte dei locali e dei disimpegni devono:
- essere apribili verso l'esterno e munite di congegno di autochiusura, di altezza minima di 2 m e larghezza minima 0,6
m.
- possedere caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI 60 o REI 30, per impianti di portata termica
rispettivamente superiore o non a 116 kW. Alle porte di accesso diretto da spazio scoperto, strada pubblica o privata,
scoperta, o da intercapedine antincendio non è ri-chiesto tale requisito, purché siano in materiale di classe 0 di reazione
al fuoco.
DISPOSIZIONI COMPLEMENTARI
In ogni locale e in prossimità di ciascun apparecchio deve essere installato un estintore di classe 21A 89BC. I mezzi di
estinzione degli incendi devono essere idonei alle lavorazioni o ai materiali in deposito nei locali ove questi sono
consentiti.
La segnaletica di sicurezza deve richiamare l'attenzione sui divieti e sulle limitazioni imposti e segnalare la posizione
della valvola esterna di intercettazione generale del gas e dell'interruttore elettrico generale.
La caldaia viene revisionata secondo le scadenze dettate dalla legge. E’ in via di espletamento la dichiarazione
all’ISPEL.
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Per ridurre al minimo la probabilità d’insorgenza degli incendi, saranno adottate le seguenti misure preventive,
se non già adottate:
Misure di tipo tecnico
1) per l’impianto elettrico dell’immobile è necessario mantenere aggiornata la documentazione tecnica (schemi elettrici,
certificazioni, ecc.);
2) per l’impianto elettrico e l’impianto termico, si dovrà istituire un programma di verifiche periodiche mirate, tra
l’altro, ad accertare lo stato di sicurezza dei dispositivi costitutivi
3) l’impianto di terra e l’impianto di protezione contro i fulmini dovranno essere sottoposti alle verifiche periodiche
previste dalla legislazione cogente (d.p.r. 462 del 22 ottobre 2001);
4) l’esito delle azioni preventive succitate dovrà essere regolarmente riportato nel “Registro delle manutenzioni” da
mantenere aggiornato nell’Istituto scolastico o presso l’ente comunale.
5) i quantitativi di materiali infiammabili o facilmente combustibili in eccedenza debbono essere depositati in appositi
locali o aree destinate unicamente a tale scopo;
6) i materiali di pulizia, se combustibili, debbono essere tenuti in appositi ripostigli o locali;
7) sarà evitata l'ostruzione delle aperture di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature
elettriche e di ufficio;
8) nel caso debba provvedersi ad un’alimentazione provvisoria di un'apparecchiatura elettrica, il cavo elettrico deve
avere la lunghezza strettamente necessaria ad essere posizionato in modo da evitare possibili danneggiamenti.
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Informazione e formazione
Informazione: dovrà essere coinvolto tutto il personale in attività d’informzione, sui rischi d’incendio e sulle misure di
sicurezza da adottare rispettando i contenuti specificati nell’Allegato VII del d.m. 10 marzo 1998 al punto 7.2.
Formazione: dovrà essere garantita specifica formazione antincendio a tutti i lavoratori esposti a particolari rischi
d’incendio.
Addetti antincendio: dovrà essere valutato il numero di addetti antincendio presenti e se necessario procedere alla
nomina e formazione di ulteriori lavoratori. La formazione dovrà essere compatibile con il livello di rischio ALTO.
2. ove necessario, dovrà essere adottato un sistema di permessi di lavoro per operazioni che comportano l’impiego di
fiamme libere o scintille.
Gestione dell’emergenza
L’attività risulta soggetta all’obbligo di redazione del piano di emergenza, così come previsto all’art. 5 del d.m. 10
marzo 1998. Sarà inoltre necessario predisporre delle procedure scritte per la gestione delle emergenze.
Esercitazione antincendio
Considerata la tipologia dell’attività, dovranno essere effettuate almeno due esercitazioni antincendio nel corso
dell’anno scolastico, per mettere in pratica le procedure di esodo e di primo intervento come stabilito al punto 12 del
d.m. 26 agosto; l’esito di tali esercitazioni dovrà essere riportato in apposito verbale.
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ALLEGATI
I. Elenco nominativo del personale addetto alla lotta antincendio e gestione delle emergenze
II. Procedure di sicurezza “Codice 1 “ e “COD. 2”
III. Piano di emergenza
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CONCLUSIONI
Il presente documento è stato redatto ai sensi dell’art. 46 del d.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. e del d.m.10
marzo 1998.
Qualora le condizioni di esercizio dell’attività dovessero essere modificate nel tempo, sarà necessario revisionare il
presente documento, in virtù del punto 1.6 del d.m. 10 marzo 1998; sarà cura del Datore di Lavoro provvedere, di
concerto con RSPP, SPP ed RLS, all’implementazione e/o revisione del presente documento, in funzione di un
eventuale significativo mutamento dell’attività, dei materiali utilizzati o depositati, o qualora l’immobile dovesse essere
soggetto a ristrutturazioni o ampliamenti.
IL DATORE DI LAVORO
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(TEODORO MUSACCHIO)
_____________________________________
(Giovanna Narciso)
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