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La laurea
La laurea triennale vale 6cfu. In genere il voto di laurea non supera i tre punti (dipende
dalla facoltà) commisurati ai crediti da conseguire. Il -1 rappresenta l’insufficienza, lo 0 la
sufficienza, l’1 discreto, il 2 buono, il 3 l’eccellenza.
Quando si scrive la tesi si deve: costruire un’argomentazione scientifica e individuare e
utilizzare le fonti.
Per presentare la domanda di laurea, bisogna aver conseguito tutti i crediti formativi
previsti (esami e attività formative) ed essere in regola con i pagamenti delle tasse
universitarie, incluse le more eventuali.
Attivarsi entro 6/4 mesi da quando ci si vuole laureare: contattare il relatore, andare al
ricevimento, avere le idee già abbastanza chiare.
Entro una certa scadenza (di solito a ridosso della sessione) stabilita da ogni corso di laurea,
bisogna caricare un pdf della tesi, già corretta e discussa con il relatore.
Le scadenze e le sessioni dipendono da ogni facoltà e corso di laurea: controllare sul proprio
sito di riferimento. Per il DAMS è: http://corsi.unibo.it/laurea/dams/prova-finale.htm
Le “scadenze” indicative per la suddivisione del lavoro, in genere sono queste:
- per Luglio la tesi deve essere concordata entro il 30 novembre precedente, il lavoro deve
iniziare concretamente entro l'1 marzo e completarsi entro la fine di maggio/inizio di
giugno, da portare al relatore in tempo entro il 20 di giugno, deadline per il caricamento del
pdf.
- per Novembre tesi concordata entro il 30 marzo, lavoro da iniziare entro l'1 luglio, da
terminare entro la fine di settembre/primi di ottobre in tempo utile per la deadline del 20
ottobre.
- per Marzo tesi concordata entro il 31 luglio, lavoro da iniziare entro l'1 novembre, da
terminare entro la fine di gennaio/primi di febbraio in tempo utile per la deadline del 20
febbraio.
Il relatore
Prima del ricevimento: controllare, di solito sulla pagina online del prof scelto, i suoi
suggerimenti sulla tesi (personali tempi di consegna, scadenze, stesura, altre esigenze)
di solito presenti tra gli Avvisi. Controllare sulla sua pagina anche i “Temi di ricerca”,
ovvero tematiche di cui il professore si è occupato a fondo e su cui ha scritto e
pubblicato; se la tesi riguarda uno di quei temi sicuramente accetterà di farci da
relatore.
La materia in cui vogliamo laurearci dovrà essere un esame in cui abbiamo preso un
voto abbastanza alto, con un voto basso in genere non si viene accettati dal relatore,
in quanto considerati non competenti. Se abbiamo preso un 18, ma vogliamo
assolutamente laurearci in una certa materia, l’unica è rifiutare il 18 e ripetere l’esame;
comunque è abbastanza insensato.
Si può, ma è altrettanto insensato, portare come una materia di cui non abbiamo
sostenuto l’esame: ma teoricamente non ci si può preparare da soli, il prof è difficile
che ci accetterà.
Ci si può presentare dal relatore anche senza idee, ma è consigliabile avere già un
interesse da esplicitare.
Prima di andare al ricevimento, è buona norma inviare una mail al professore
ricordando chi siamo e in che anno abbiamo frequentato il suo corso, dicendogli che
dato il forte interesse abbiamo scelto la sua materia per la tesi e che vorremmo
discuterne al suo prossimo ricevimento.
Domande da porsi
La tesi ci appassiona? Ci deve piacere sul serio, la scelta è basata sui nostri gusti.
È fattibile? Nei tempi richiesti, è proporzionata ai crediti, i materiali da studiare sono
reperibili, ha senso secondo il relatore e riguarda proprio la sua materia.
È un prodotto originale e ben fatto? L’opera è un prodotto nostro, assolutamente non
copiato. Può non essere originale nei contenuti, ma deve essere ben fatto.
Se richiesto: PROGETTO da portare al docente relatore (su un foglio) negli incontri successivi o via
email:
Definizione dell’oggetto della tesi
Prospettive teoriche: ovvero selezionare i vari punti di vista (libri, studiosi, giornali e altre
fonti autorevoli) per descrivere l’oggetto della tesi, concordati e approvati dal relatore.
Fonti che si intendono utilizzare: un abbozzo di bibliografia.
Risposte ad alcune domande: che cosa ci spinge a fare questa tesi? Perché la riteniamo
importante e interessante? (informazioni da inserire nell’Introduzione, alla fine del lavoro)
Indice della tesi (anche provvisorio)
Bibliografia organizzata: serve a definire il tema.
Consiglio: durante l’utilizzo di più libri, è utile segnarsi su un quaderno il titolo del libro e dove lo
abbiamo preso (prestiti, biblioteche, ecc.), per non confonderci.
Indice
L’indice (anche provvisorio) va sottoposto al relatore quanto prima possibile, prima di
iniziare la stesura vera e propria. In questo modo saprà darci dei consigli e dirci se il
metodo con cui abbiamo scelto di lavorare sia appropriato.
L’indice deve riportare la struttura della tesi, suddivisa in capitoli, paragrafi e
sottoparagrafi, questi ultimi di solito non sono riportati sull’indice. Il capitolo viene indicato
con “1”, il paragrafo con “1.1., 1.2., ecc.” (il sottoparagrafo è 1.1.1, 1.1.2, ecc.).
Il capitolo rappresenta la suddivisione mentale del nostro lavoro, un’ossatura. I paragrafi
devono essere sempre coerenti con il titolo e l’argomento del capitolo. Se l’argomento
cambia, lo si deve inserire in un altro capitolo.
L’indice deve essere proporzionato: ogni capitolo dovrebbe avere circa lo stesso numero di
paragrafi.
La generica struttura di un indice di tesi triennale è questo:
- Introduzione
- Capitolo 1: concetti generali, analisi del contesto e letteratura esistente. Analisi della
bibliografia e inquadramento del problema nel contesto storico.
- Capitolo 2: il cuore della tesi, l’argomento vero e proprio trattato e approfondito.
- Capitolo 3: esempi, influenze
- Conclusioni
- Bibliografia
Informazioni generiche
Esempi di tesi dell’UniBo sono disponibili su “AMS Laurea”, un database dell’Ateneo. Il
laureando durante l’upload della tesi autorizza o meno la pubblicazione del proprio lavoro
su AMS Laurea.
Se non c’è molto materiale disponibile si sconsiglia la “ricerca sul campo” (interviste,
esperimenti, ricerche d’archivio), perché sproporzionata ai 6cfu e più adatta alla magistrale.
Le norme redazionali, che comprendono indicazioni bibliografiche, formattazione e
suddivisione dei contenuti sono disponibili sui siti del proprio corso di Laurea. Per il DAMS
è su: http://corsi.unibo.it/Laurea/DAMS/Pagine/redazione-della-prova-finale.aspx . Il
consiglio è sempre quello di osservare qualche esempio di tesi già approvata.
La struttura è quella del libro scientifico; consultare molti libri e saggi per farsi un’idea e
capire se si sta sbagliando qualcosa.
Non perdere mai d’occhio le scadenze della consegna, della presentazione della domanda di
laurea, e le altre scadenze fornite dal relatore.
Il relatore non ci segue passo per passo. Il lavoro dobbiamo farlo noi: è consigliabile dargli
“meno disturbo” possibile, rispettando le sue indicazioni, i suoi tempi e dimostrandosi
disponibili e ricettivi alle sue richieste.
L'elaborato scritto, che secondo le indicazioni del corso di laurea deve avere una lunghezza
compresa fra le 50.000 e le 100.000 battute (spazi inclusi), dovrà consistere di almeno 40
pagine, e possibilmente di non più di 50, DI TESTO, escluse dunque le note, gli indici, la
bibliografia, le immagini e i loro elenchi, e tutti gli apparati.
I testi devono essere redatti utilizzando il font Times New Roman o Arial.
Il corpo del carattere deve essere di 12 punti (le note vanno in corpo 10).
La misura dei margini destro-sinistro e superiore-inferiore deve essere di 2,5 cm.
L’interlinea deve essere di 1,5.
Le note
Tutte le note vanno riportate a piè di pagina, con un corpo inferiore a quello del testo (corpo 10,
come sopra indicato), e se possibile una inferiore interlineatura. Si possono anche utilizzare le
note a fondo di ciascun capitolo ma sono decisamente sconsigliabili per la loro scomodità di
consultazione.
I richiami alle note saranno rappresentati — nel testo — da numeri cardinali in apice
(Esempio1), secondo la apposita modalità del programma in uso.
I segni di interpunzione seguono il numero di richiamo della nota (Esempio2, esempio…)
1 – si indicano in nota i testi che vengono esplicitamente citati nel testo, o di cui nel testo si
riportano brani o sezioni.
2 - si indicano in nota TUTTI I TESTI che sono stati utilizzati per scrivere quella determinata parte
del lavoro (cioè, a ogni paragrafo, o a ogni sezione del lavoro, si dovrà porre una nota del tipo “Sulla
storia civile del XIV secolo a Bologna, cfr…”, “In generale, sull’attività padovana di Giotto…”, “Per il
pensiero di Suger, si rimanda a…” con la relativa bibliografia impiegata).
3 – si svolgono in nota i paratesti che non rientrano comodamente nel testo principale (se nel testo
principale si cita un’opera, si può brevemente dare qualche indicazione sul loro autore in nota; in
nota si possono mettere per esteso citazioni e brani, traduzioni, o trascrizioni di testi di archivio, di
cui si include un riassunto discorsivo nel testo; e altro ancora).
Uno scritto a stampa si cita in nota nel seguente modo:
cognome dell’autore, anno di edizione del testo cui ci si riferisce, eventuale numero della pagina o
delle pagine cui ci si riferisce; esempio:
Lollini 1999; Benati 2003; Lollini 2005, p. 23; Cova 2009, pp. 54-68.
Non esiste dunque differenza tra la prima citazione di un testo e le altre: nel corso di tutto il lavoro,
Lollini 2000 sarà sempre Lollini 2000, con eventuale indicazione della/e pagina/e; niente “cit.”,
“op. cit.”, “ibidem” o altro. Tutti gli elementi di una citazione vanno separati mediante punto e
virgola (“Lollini 2009; Cova 2010, p. 23; Benati 2012”).
La bibliografia finale
Dopo l’ultimo capitolo del testo, nella bibliografia finale si riporterà l’indicazione bibliografica
completa, cioè:
Per i volumi monografici:
iniziale del nome, cognome,
titolo in corsivo,
eventuale segnalazione di “trad. it.” o “ed. it.”,
eventuali volumi,
editore,
luogo di stampa
data.
Se uno stesso autore ha più opere nello stesso anno, nella nota si farà seguire il nome da; “a”, “b”,
“c”, e così via.
che corrisponderanno dunque nelle note a Rewald 1966, Panofsky 2006, Benati 1988, Hauser
1956, con eventuale indicazione della pagine o delle pagine cui si fa riferimento (nella
bibliografia finale ovviamente NON ci sono citazioni di pagine); nel caso di due testi, per
esempio, di Benati nello stesso anno nelle note uno sarà “Benati 1988a”, l’altro “Benati 1988b”.
Annibale Carracci, catalogo della mostra a cura di D. Benati ed E. Riccomini, Electa, Milano, 2006
La cattedrale di San Pietro in Bologna, a cura di R. Terra, Electa, Milano, 1997
Monumento e memoria: dall’antichità al contemporaneo, atti del convegno a cura di S. De Maria e
V. Fortunati, BUP, Bologna, 2010
Per i singoli articoli in volumi a più mani, cataloghi di mostre e atti di convegno:
iniziale del nome, cognome,
titolo del contributo in corsivo,
“in” non in corsivo,
titolo in corsivo,
curatore-i,
eventuali volumi,
editore,
luogo di stampa,
data,
pagine iniziale e finale
F. Lollini, Exegi monumentum aere perennius. Topoi scritti (e visivi) di celebrazione,
in Monumento e memori: dall’antichità al contemporaneo, atti del convegno a cura di S. De
Maria e V. Fortunati, BUP, Bologna 2010, pp. 41-55
3. Altro
La tesi va completata da un indice che contenga la ripartizione di essa in parti, capitoli e paragrafi.
E' consigliabile un elenco delle immagini pubblicate.