Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Dispensa 8-Edifici in Acciaio in Zona Sismica PDF
Dispensa 8-Edifici in Acciaio in Zona Sismica PDF
Costruzioni in Acciaio
Kobe Bridge
Le Basi della Progettazione
NUOVI ORIENTAMENTI:
Performance Based Design (PBD): accettabilità dei livelli di danno
- Completamente operativo (nessun danno)
- Operativo (danno moderato degli elementi non strutturali – danno lieve elem. Strutt. )
- Sicurezza della vita (danno moderato degli elementi strutturali e non)
- Vicino al collasso (resistenza compromessa)
Gli edifici sismo-resistenti in acciaio devono essere progettati in accordo con uno
dei seguenti comportamenti strutturali:
- COMPORTAMENTO STRUTTURALE DISSIPATIVO:
strutture concepite in modo che l’energia di input del terremoto sia dissipata
mediante cicli di deformazioni inelastiche di predisposti elementi strutturali o di
parte di essi con l’obiettivo di ottimizzare la duttilità globale del sistema:
Premessa
Le presenti Norme tecniche per le costruzioni, raccolgono in un unico organico tutte le norme
prima distribuite in diversi decreti ministeriali.
1. Oggetto
Le presenti Norme tecniche per le costruzioni definiscono i principi per il progetto,
l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni, nei riguardi delle prestazioni loro richieste in
termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità, anche in caso di
incendio, e di durabilità.
Esse forniscono quindi i criteri generali di sicurezza, precisano le azioni che devono essere
utilizzate nel progetto, definiscono le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, più in
generale, trattano gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere.
Circa le indicazioni applicative per l’ottenimento delle prescritte prestazioni, per quanto non
espressamente specificato nel presente documento, ci si può riferire alla “Circolare
2/2/09 Istruzioni per l’applicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”
oppure a normative di comprovata validità e ad altri documenti tecnici elencati nel Cap.
12. In particolare, quelle fornite dagli Eurocodici (3 e 8) con le relative Istruzioni
Nazionali costituiscono indicazioni di comprovata validità e forniscono il sistematico
supporto applicativo delle presenti norme.
D.M. 14 gennaio 2008
ft
esu,k > 20%
ft / fy > 1,20
fy,max≤1,2fyk
esu>20%
ft
esu>20%
7.5.1. Caratteristiche dei materiali
-Per il calcolo della sovraresistenza di progetto è prescritto che la resistenza plastica
delle zone dissipative venga amplificata di un coefficiente definito come:
1
-COV, coefficiente di variazione
COV c , scarto quadratico medio della tensione di snervamento
f y .m 1 2COV
-c, fattore di aleatorietà
1) STRUTTURE INTELAIATE:
1) STRUTTURE INTELAIATE:
• Le zone dissipative sono numerose e concentrate in regioni discrete alle estremità
delle aste, dove si formano le cerniere plastiche;
• Al fine di conseguire un comportamento duttile le cerniere plastiche devono
svilupparsi prevalentemente nelle travi e all’attacco tra colonne e fondazioni;
1) STRUTTURE INTELAIATE:
Fattore di struttura
au/a1
f
Edifici regolari in altezza KR = 1, non regolari in altezza KR = 0.8
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
Sezioni:
1- Duttili
2- Compatte
3- semicompatte
4- Snelle
Definizione di classe di appartenenza delle sezioni basata sul calcolo delle snellezze
delle parti compresse della sezione trasversale. Si distinguono elementi interni e
flange esterne. Tale classificazione è dunque basata esclusivamente sui rapporti di
snellezza c/t dei piatti costituenti la sezione trasversale. L’anima e la flangia vengono,
inoltre, considerate indipendenti.
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
ac
4.2.3.1.
Classificazione
delle sezioni
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
4.2.3.1.
Classificazione
delle sezioni
7.5.3 Regole di prog. per elem. strutt. dissipativi
4.2.3.1.
Classificazione
delle sezioni
7.5.3 Regole strutturali
Tipologie di prog. pereelem. strutt.
fattore dissipativi
di struttura
7.5.3.1 Parti compresse e/o inflesse delle zone dissipative
Si deve garantire una duttilità locale sufficiente degli elementi che dissipano
energia in compressione e/o flessione limitando il rapporto larghezza-spessore c/t
secondo le classi di sezioni trasversali specificate nel § 4.2.2.1. delle presenti
norme.
Nel caso di collegamenti con saldature a cordoni d’angolo e nel caso di collegamenti
bullonati il seguente requisito deve essere soddisfatto:
dove:
Rj,d è la resistenza di progetto del collegamento;
Rpl,Rd è la resistenza plastica di progetto della membratura collegata (da valutarsi
secondo le indicazioni del § 4.2;
RU,Rd è il limite superiore della resistenza plastica della membratura collegata.
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
qpb (ub yb ) lp
qpb= qpc
yb lp (b 1)
H
lp
qpc qpc (uc yc ) lp
lc qpc yc lp (c 1)
lb
a travi plasticizzate a colonne plasticizzate
qpc qpc
ST 1 H ST 1 (lc lp )
y y
ST 4 r piano critico
r 37 c 11 12, b 16 17 c 34 84 a c yb
a1
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
Il comportamento strutturale dissipativo prevede che alcune parti della struttura (zone
dissipative) plasticizzino sotto le azioni sismiche di progetto. Le rimanenti parti (zone
non dissipative) devono essere conseguentemente progettate con un’adeguata
sovraresistenza, in modo da resistere in campo elastico alle azioni trasmesse ad esse
durante un terremoto violento.
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
Telai a bassa duttilità: sono progettati senza alcun controllo del meccanismo di
collasso. Pertanto le sezioni delle membrature dovranno essere verificate assumendo
come valori di progetto delle azioni di sforzo normale Nsd e momento flettente Msd
derivanti dalla analisi elastica globale. Per la verifica al taglio valgono i requisiti ai punti
precedenti
in cui
NEd,G ,MEd,G ,VEd,G sono le sollecitazioni di compressione, flessione e taglio dovute
alle azioni non sismiche;
NEd,E ,MEd,E ,VEd,E sono le sollecitazioni dovute alle azioni sismiche;
gRd è il fattore di sovraresistenza;
W è il minimo valore tra gli Wi = Mpl,Rd,i / MEd,i di tutte le travi in cui si attende la
formazione di cerniere plastiche, essendo MEd,i il momento flettente di progetto
della i-esima trave in condizioni sismiche e Mpl,Rd,i il corrispondente momento
plastico.
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
7.5.4.2 Colonne
dove
gRD = 1,3 per strutture in classe CD”A” e 1,1 per CD”B”,
MC,pl,Rd è il momento resistente della colonna calcolato per i livelli di sollecitazione
assiale presenti nella colonna nelle combinazioni sismiche delle azioni
Mb,pl,Rd è il momento resistente delle travi che convergono nel nodo travecolonna.
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
m = Mu / Mpl,b
Mu : momento ultimo del collegamento
Mpl,b : momento plastico della trave
- Collegamento a cerniera: m<0.25
- Collegamento rigido a parziale
ripristino di resistenza: 0.25<m<1
- Collegamento a completo
ripristino di resistenza: m≥1
K = Krot / Kflex
Krot : rigidezza rotaz. del collegamento
Kflex : rigidezza flessionale della
trave collegata
Collegamenti: tipologie e comportamenti
M1 M 2
t w hw f y ,c / 3
d1 d2
7.5.4 Regole di progetto per strutture intelaiate
- nel caso di utilizzo di sezioni circolare cave il rapporto tra diametro d e lo spessore
t deve risultare d / t ≤ 36;
- per sezioni tubolari rettangolari i rapporti larghezza-spessore delle pareti non
devono eccedere 18, a meno che le pareti del tuo non siano irrigidite
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
7.5.5 Strutture con controventi concentrici
Per edifici con più di due piani, la snellezza adimensionale delle diagonali deve rispettare le
seguenti condizioni:
Le travi e le colonne dei controventi concentrici a bassa duttilità possono essere progettati
sulla base delle sollecitazioni derivanti dalla analisi elastica globale. I collegamenti delle
diagonali alle altre parti strutturali devono soddisfare i requisiti sopra esposti.
(Più duttili)
Ml,Rd e Vl,Rd sono, rispettivamente la resistenza flessionale e a taglio di progetto del link,
quest’ultima calcolata assumendo come area resistente a taglio quella dell’anima, a è il
rapporto tra il minore ed il maggiore dei momenti flettenti attesi alle due estremità
dell’elemento di connessione
7.5.6 Strutture con controventi eccentrici
Per le sezioni a doppio T, il tw
momento resistente Ml,Rd ed il
taglio resistente Vl,Rd
dell’elemento di connessione
sono definiti, in assenza di
sollecitazione assiale, tf
rispettivamente da:
Per NEd maggiore del 15% della resistenza plastica assiale Npl,Rd, bisogna tener
conto della riduzione della resistenza plastica a taglio Vl,Rd e flessione, Ml,Rd
Nel caso di link intermedi la resistenza ultima può essere ricavata per interpolazione.
Gli irrigidimenti
hanno lo scopo
di ritardare
l’instabilità
locale e pertanto
devono
impegnare
l’intera altezza
dell’anima:
Scorrimento dei collegamenti ad attrito con bulloni ad alta resistenza: nel caso
che il collegamento sia stato dimensionato a collasso per taglio dei bulloni.
4.2.3 Analisi strutturale
La capacità resistente della sezione si determina con uno dei seguenti metodi:
Metodo elastico (E): si assume un comportamento elastico lineare del materiale,
sino al raggiungimento della condizione di snervamento. Il metodo può applicarsi a
tutte le classi di sezioni, con l’avvertenza di riferirsi al metodo delle sezioni efficaci o a
metodi equivalenti, nel caso di sezioni di classe 4.
dove acr è il moltiplicatore dei carichi applicati che induce l’instabilità globale della
struttura, FEd è il valore dei carichi di progetto e Fcr è il valore del carico instabilizzante
calcolato considerando la rigidezza iniziale elastica della struttura.
4.2.3 Analisi strutturale
4.2.3.5 effetti delle imperfezioni
Mancanza di verticalità o di rettilineità, di accoppiamento ed eccentricità minori
presenti nei collegamenti reali.
Nell’analisi si adottano adeguate imperfezioni geometriche equivalenti, in alternativa
si includono gli effetti delle imperfezioni nel calcolo della resistenza degli elementi
strutturali.
Si devono considerare nel calcolo:
- le imperfezioni globali per i telai o per i sistemi di controvento;
- le imperfezioni locali per i singoli elementi strutturali.
Gli effetti delle imperfezioni globali per telai sensibili agli effetti del secondo ordine
possono essere riprodotti introducendo un errore iniziale di verticalità della struttura
ed una curvatura iniziale degli elementi strutturali costituenti.
L’errore iniziale di verticalità in un telaio può essere trascurato quando:
HEd ≥ 0,15×QEd
dove HEd è la somma delle reazioni orizzontali alla base delle colonne del piano
(taglio di piano) per effetto dei carichi orizzontali e QEd è il carico verticale
complessivamente agente nella parte inferiore del piano considerato (sforzi assiali
nelle colonne)..
C4.2.3 Analisi strutturale
C4.2.3.5 Effetti delle imperfezioni
4.2.4 VERIFICHE
4.2.4.1 Verifiche agli stati limite ultimi
Verifica a trazione
Verifica a compressione
Non è necessario detrarre l’area dei fori per i collegamenti bullonati o chiodati
My=W ∙ fy Mp=Wpl ∙ fy = a ∙ W ∙ fy
Verifica a taglio
Per profili ad I e ad H
Per profili a C e ad U
Verifica a taglio
Verifica a torsione
Torsione
uniforme Torsione ingobbamento
impedito
4.2.4 VERIFICHE
4.2.4.1 Verifiche agli stati limite ultimi
Verifica a torsione
4.2.4 VERIFICHE
4.2.4.1 Verifiche agli stati limite ultimi
per n < 0.2, e comunque per sezioni generiche di classe 1 o 2, la verifica può
essere condotta cautelativamente controllando che:
N=Nc/Npl
Raccomandazioni l=l/lc
CECM – ECCS
adottate dalla CNR
10011
Sezioni di classe 1, 2 e 3
a = fattore di imperfezione
Sezioni di classe 4
4.2.4 VERIFICHE
STABILITA’ DELLE MEMBRATURE
Snellezza dell’asta
Travi inflesse
La curva (1) si riferisce ad una trazione pura, mentre la curva (2) ad una
trazione + torsione.
4.2.8 UNIONI
4.2.8.1 Unioni bullonate
Verifica a rifollamento
4.2.8 UNIONI
4.2.8.1 Unioni bullonate
Unioni con bulloni o chiodi soggetti a taglio e/o trazione
Nel caso di verifica allo scorrimento nello stato limite di esercizio, si può
assumere:
4.2.8 UNIONI
4.2.8.1 Unioni bullonate
Collegamenti con perni
<
Progetto e verifica dei collegamenti
Unioni saldate
FENOMENI METALLURGICI
• Solidificazione del materiale fuso
• Trattamento termico del materiale base circostante il cordone di
saldatura
CRICCHE A CALDO
• Nella zona fusa
• Segregazione di impurezze che solidificano
a temperature più basse dell’acciaio
Rimedio preventivo:
Saldare con passate molteplici e di limitata
sezione
Progetto e verifica dei collegamenti
Unioni saldate
CRICCHE A FREDDO
• Nel materiale base ai margini
della saldatura
Processo termico produce un
effetto di tempera con notevole
aumento della durezza
Rimedio preventivo:
• Raddolcimento del processo
termico mediante preriscaldo
Progetto e verifica dei collegamenti
Unioni saldate
Classifica delle
unioni
saldate:
- Unioni a
piena
penetrazione;
- Unioni a
parziale
penetrazione;
- Unioni a
cordone
d’angolo.
Progetto e verifica dei collegamenti
Unioni saldate
Unioni con saldature a piena penetrazione
Lo stato di sollecitazione può considerarsi uguale a quello di un pezzo continuo
Criterio semplificato:
Dove Fw,Ed è la forza di calcolo che sollecita il cordone d’angolo per unità di lunghezza e Fw,Rd è la
resistenza di calcolo del cordone d’angolo per unità di lunghezza.
Progetto e verifica dei collegamenti
Unioni saldate
Resistenza delle saldature a cordoni d’angolo
Considerando la sezione di gola in posizione ribaltata.
- Allo stato limite ultimo le azioni di calcolo sui cordoni d’angolo si distribuiscono uniformemente sulla
sezione di gola;
La verifica dei cordoni d’angolo si effettua controllando che siano soddisfatte simultaneamente le due
condizioni:
Progetto e verifica dei collegamenti
Unioni saldate
CORDONI LATERALI
Ribaltamento sul piano װe ┴ lamiera
F F
t //
L a 4L a
F 0.85 f yk (S235)
t //
4L a 0.70 f yk (S275, S355)
F F
CORDONI FRONTALI t
Ribaltamento װ L a 2L a
F F
Ribaltamento ┴ n
L a 2L a
F 0.85 f d
t n
2L a 0.70 f d
Progetto e verifica dei collegamenti
Unioni saldate
V= F M= FL
3FL
nmax M /W
ah 2
W 2ah2 / 6 ah2 / 3
t // V / 2ah
0.85 f yk (S235)
n t
2
2
//
0.70 f yk (S275, S355)
“Norme Tecniche per le Costruzioni”
Si definisce come composta una soletta in calcestruzzo gettata su una lamiera grecata,
in cui quest’ultima, ad avvenuto indurimento del calcestruzzo, partecipa alla resistenza
dell’insieme costituendo interamente o in parte l’armatura inferiore.
La trasmissione delle forze di scorrimento all’interfaccia fra lamiera e calcestruzzo non
può essere affidata alla sola aderenza, ma si devono adottare sistemi specifici che
possono essere:
• a ingranamento meccanico fornito dalla deformazione del profilo metallico o
ingranamento ad attrito nel caso di profili sagomati con forme rientranti, (a) e (b);
• ancoraggi di estremità costituiti da pioli saldati o altri tipi di connettori, purchè combinati
a sistemi ad ingranamento, (c);
•- ancoraggi di estremità ottenuti con deformazione della lamiera, purchè combinati con
sistemi a ingranamento per attrito, (d).
4.3.6 Solette composte con lamiera grecata
4.3.6.1 Analisi per il calcolo delle sollecitazioni
Nel caso in cui le solette siano calcolate come travi continue si possono fare:
(a) analisi lineare con o senza ridistribuzione;
(b) analisi globale plastica, a condizione che, dove vi sono richieste di rotazione plastica,
le sezioni abbiano sufficiente capacità rotazionale;
(c) analisi elasto-plastica che tenga conto del comportamento non lineare dei materiali.
I metodi lineari di analisi sono idonei sia per gli stati limite ultimi, sia per gli stati limite di
esercizio.
Una soletta continua può essere progettata come una serie di campate semplicemente
appoggiate; in corrispondenza degli appoggi intermedi si raccomanda di disporre
armature secondo le indicazioni del § 4.3.6.3.1.
Larghezza efficace per forze concentrate o lineari
Diffusione a 45° sino al lembo superiore
4.3.6 Solette composte con lamiera grecata
4.3.6.2 Verifiche di resistenza allo stato limite ultimo
- resistenza a flessione;
- resistenza allo scorrimento;
- resistenza al punzonamento ed al taglio.
Ai fini della verifica allo scorrimento occorre conoscere la resistenza a taglio
longitudinale di progetto tu,Rd tipica della lamiera grecata prevista.
4.3.6.3 Verifiche di resistenza allo stato limite di esercizio
- Verifiche a fessurazione: nelle regioni di momento negativo di solette continue
nella mezzeria di solette semplicemente appoggiate
- Verifiche di deformabilità: Effetto dello scorrimento
Calcolo delle frecce
4.3.6.4 Verifiche della lamiera grecata nella fase di getto
- Verifiche agli stati limite di esercizio < L/180 o 20 mm
- dimensione di appoggio del bordo della lamiera grecata di almeno 50mm (*70mm)
*solette composte sostenute da elementi di diverso materiale
ESEMPIO: Solaio misto acciaio-cls
X
Pavimento in linoleum
Massetto
Soletta collaborante
Rete elettrosaldata
Lamiera grecata Solaio tipo
ESEMPIO: Solaio misto acciaio-cls
q Freccia elastica
freccia 5 q l4
f
384 E I
ESEMPIO: Solaio misto acciaio-cls
VERIFICA ALLO SLU
MOMENTO AGENTE
CONDIZIONI DI CARICO (SLU)
Condizioni di carichi SOLAIO A 5 CAMPATE
SOLAIO A 5 CAMPATE
SOLAIO A 5 CAMPATE
-2109.24 -2109.24
campata 1-3-5 campata 1 -1749.11 -1749.11
-2109.24 -2109.24 -2109.24 -2109.24
-1749.11 -1749.11
-1749.11 -1749.11
1 2 3 4 5
978.14 1175.0243 978.14
1 21 32 54 65
1653.00
1653.00
appoggio 2 appoggio 2 978.14 978.14
1175.02 978.14
1175.02 978.14
1653.00 1653.00 1653.00
SOLAIO A 2 CAMPATE
SOLAIO A 2 CAMPATE
SOLAIO A 2 CAMPATE
campata 2-4 campata 2 -2375.22
-2375.22 -2375.22
1 2 3
appoggio 3 1 1533.9621 32
1533.96 3
1533.96 1533.96
1533.96 1533.96
appoggio 4
def. tensione
+
M
max C
appoggio 5
T
MOMENTO RESISTENTE -
def. tensione
fy 2750 Mmax T
fd 2392kg / cm 2 C
1.15 1.15
cu 110kg / cm 2
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n° 3274 del 20 marzo 2003
EN 1993-1-1: 2003 Eurocode 3: Design of Steel structures – Part 1-1: General rules
and rules for buildings;
MATERIALI UTILIZZATI
I materiali adottati sono quelli indicati nella seguente tabella, insieme alle
relative caratteristiche meccaniche e ai coefficienti parziali di sicurezza, in
accordo alle prescrizioni del DM 08.
Nel progetto sono state impiegate tre classi di acciaio ( S235, S275, S355)
sfruttando, così, la quarta dimensione delle costruzioni metalliche
Esempio con Controventi Concentrici
3.2.4 Combinazione dell’azione sismica con le altre azioni
Esempio con Controventi Concentrici
2.5.3 Combinazione delle azioni (per carichi gravitazionali)
Esempio con Controventi Concentrici
2.5.3 Combinazione delle azioni (per carichi gravitazionali)
7.3 Metodo di analisi e criteri di verifica
7.3.5 Risposta alle diverse componenti dell’azione sismica ed
alla variabilità spaziale del moto
Spostamento interpiano dr
• dr < 0.005h, per edifici con tamponamenti collegati rigidamente alla struttura, che
interferiscono con la deformabilità stessa;
• dr ≤ drp ≤ 0.01h, per edifici con tamponamenti progettati in modo da non subire
danni a seguito di spostamenti di interpiano, per effetto della loro deformabilità
intrinseca ovvero dei collegamenti alla struttura
Regole di dettaglio valide per ogni tipologia
Esempio con Controventi Concentrici
- Verifica di resistenza: per tale verifica si deve tener conto dei seguenti
carichi agenti sulla lamiera:
1) carico permanente dovuto al peso proprio del calcestruzzo e della lamiera;
2) sovraccarichi variabili in fase di costruzione, inclusi eventuali accumuli
locali di calcestruzzo.
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
Il Momento resistente dipende dalla classe di duttilità della sezione trasversale della
membratura, che si definisce in base al valore della snellezza locale delle parti compresse della
sezione.
Nel caso di appartenenza alla classe 1 (sezione duttile) la resistenza trasversale è data dal
momento di piena plasticizzazione:
W pl f y
M pl , Rd
g mo
-Mpl,Rd è il momento di plasticizzazione della sezione;
-Wpl è il modulo di resistenza plastico della sezione;
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
-Dove:
Vc,Rd è la resistenza plastica a taglio della sezione, che si può calcolare in accordo con l’EC3
mediante la formula seguente:
f y / g Mo
V pl , Rd Av
3
Av A 2bt f t w 2r t f
Area resistente a taglio per profili laminati ad I ed H con carico parallelo all’anima della trave
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
In accordo con l’EC3, il momento resistente plastico della sezione trasversale di una trave
deve essere ridotto per la contemporanea presenza del taglio (Vsd) quando il valore di
quest’ultimo supera metà della resistenza plastica a taglio ( Vpl,Rd).
Mb,Rd è il valore di progetto del momento flettente resistente nei confronti dell’instabilità
flesso – torsionale (svergolamento), esso si esprime come segue:
Verifica di deformabilita’
E’ necessario controllare che spostamenti e vibrazioni siano contenuti entro limiti prestabiliti
allo scopo di scongiurare danni alle finiture o agli elementi non strutturali, in modo tale che la
funzionalità della struttura non sia pregiudicata. Per tale verifica si considera la combinazione
di carico frequente.
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
Le colonne che appartengono allo schema pendolare sono soggette prevalentemente a sforzo
normale di compressione dovuto ai carichi gravitazionali. Lo sforzo normale di progetto delle
colonne si può determinare adottando la metodologia basata sulle aree d’influenza. Il carico di
progetto è comprensivo dei carichi permanenti e di quelli variabili.
4.2.4 VERIFICHE
4.2.4.1 Verifiche agli stati limite ultimi
4.2.4.1.3 Stabilità delle membrature
Aste Compresse
Sezioni di classe 1, 2 e 3
a = fattore di imperfezione
Sezioni di classe 4
VERIFICA PER CARICHI VERTICALI
Le travi secondarie sono collegate a quelle principali tramite squadrette angolari bullonate.
TIPOLOGIE DI COLLEGAMENTO
REGOLARITA’ STRUTTURALE
- Il rapporto tra i lati del rettangolo in pianta in cui l’edificio risulta inscritto è inferiore a 4
(20400/12300=1,66);
- I solai possono essere considerati infinitamente rigidi nel proprio piano rispetto agli
elementi verticali, essendo realizzati in lamiera grecata con soletta collaborante di
spessore >50 mm ;
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
REGOLARITA’ STRUTTURALE
L’edificio è regolare anche in altezza essendo rispettate le seguenti condizioni:
Ai soli fini della valutazione della regolarità strutturale, appare lecito semplificare e calcolare la
rigidezza di piano considerando solo il contributo delle diagonali.
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
Il principio alla base del progetto dei controventi concentrici è di affidare la dissipazione
dell’energia sismica in ingresso alla plasticizzazione delle diagonali, mentre le travi e le
colonne, nonché i collegamenti tra le membrature, devono rimanere in campo elastico.
La capacità di dissipazione di energia di una diagonale è maggiore nelle fasi in cui essa risulta
tesa rispetto a quella esibita nelle fasi in cui essa è compressa, a causa del manifestarsi
dell’instabilità in compressione.
Il comportamento dei sistemi con controventi concentrici può essere schematizzato con
riferimento a due fasi di comportamento limite:
FASE (B):
Modello a sole diagonali tese; si applicano le forze di progetto determinate nella fase (A), e si
controlla che le diagonali tese siano in grado, da sole, di equilibrare le forze di progetto.
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
Lo stato di sforzo nelle diagonali di controvento è stato determinato considerando l’azione
delle sole forze orizzontali. I carichi verticali sono stati considerati agenti su uno schema
pendolare privo di diagonali e composto dalle travi nelle quali i carichi verticali producono
flessione e taglio e dalle colonne, nelle quali essi producono sforzo normale.
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
MODELLAZIONE STRUTTURALE
Per quanto riguarda l’analisi strutturale, occorre considerare che per una struttura regolare in
fase di predimensionamento è possibile ricondurre l’analisi tridimensionale dell’intero
edificio allo studio di due modelli piani separati, uno per ogni direzione principale.
3
T1 C1H 4
Tale formula è valida per edifici di altezza H<40m; nel caso di edifici con controventi
concentrici il coefficiente C1 si assume uguale a 0,05.
VERIFICA PER AZIONI SISMICHE
N Rd N Sd N Sd ,G aN Sd , E
Amplificazione topografica
AZIONE SISMICA
q = KR . qo
KR associato al grado di
regolarità strutturale in
altezza 1.0 (oppure 0.8)
AZIONE SISMICA
Essendo le diagonali tese gli elementi dissipativi, in accordo al criterio di gerarchia delle
resistenze, i collegamenti devono rimanere in campo elastico e quindi essere progettati per
le sollecitazioni massime prevedibili indotte dall’elemento dissipativo.
Per il collegamento bullonato della flangia si procede alle usuali verifiche a taglio,
trazione e rifollamento.
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
ESEMPIO DI CALCOLO
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
Aala
Sforzo assorbito dal piatto d’ala N ala, Sd N Pl ,max
Asezione
Aanima
Sforzo assorbito dal piatto d’anima N anima, Sd N Pl ,max
Asezione
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
Per la verifica del collegamento le sollecitazioni agenti sono state ripartite affidando ai
bulloni d’anima dello sforzo normale della colonna e l’azione tagliante, mentre ai bulloni
d’ala gli sforzi derivanti dal momento flettente.
VERIFICA DEI COLLEGAMENTI
Per il calcolo del collegamento si deve considerare la combinazione dello scarico indotto
dai carichi verticali NSd,G sommato alla massima azione plastica trasmissibile dalla
diagonale tesa, cui corrispondono due componenti, una di trazione ed una di taglio;
VERIFICA ALLO STATO LIMITE DI DANNO
Gli elementi strutturali e quelli non strutturali, ivi comprese le apparecchiature particolari,
non devono subire danni gravi in conseguenza di eventi sismici che hanno una probabilità
di occorrenza più elevata di quella della azione sismica di progetto.
Ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri n° 3274 del 20 marzo 2003
EN 1993-1-1: 2003 Eurocode 3: Designe of Steel structures – Part 1-1: General rules
and rules for buildings;
ESEMPIO 1
GERARCHIA DELLE RESISTENZE
Sforzo normale nelle travi
Le verifiche di resistenza e stabilità delle travi appartenenti alle campate controventate vanno
condotte con riferimento al momento flettente derivante dai carichi verticali, sommato a quello
determinato e trasmesso dalle diagonali durante il terremoto, e combinando tale momento
flettente con lo forzo normale calcolato con l’equilibrio.
ESEMPIO 2
GERARCHIA DELLE RESISTENZE
Gerarchia delle resistenze nelle colonne nei campi controventati
AZIONE SISMICA
FATTORE DI STRUTTURA
q = 2.5
AZIONE SISMICA
EN 1993-1-1: 2003 Eurocode 3: Designe of Steel structures – Part 1-1: General rules
and rules for buildings;
- Link lungo: la plasticizzazione si verifica per flessione delle sue sezioni di estremità.
Allo stato attuale delle conoscenze, lo schema strutturale di link in adiacenza alle colonne, è
fortemente sconsigliato. Questo perché le sollecitazioni flessionali nelle sezioni di
collegamento dei link alle colonne, comportano quasi sempre il collasso del collegamento e
di conseguenza una limitata duttilità della struttura.
GERARCHIA DELLE RESISTENZE
Nei controventi eccentrici le parti di travi esterne ai link, le diagonali e le colonne, nonché i
collegamenti tra queste parti strutturali, devono rimanere in campo elastico. Per soddisfare
tale requisito è necessario amplificare in tali elementi le sollecitazioni derivanti dal modello
elastico, in modo da tenere in conto la plasticizzazione dei link.
ZONA SISMICA E SPETTRO DI PROGETTO
SLU: sostituire con 1/q nella formula dello spettro elastico
FATTORE DI STRUTTURA
q = 5 * 1.2 = 6
VERIFICA DEI LINK
Resistenza a flessione
Resistenza a taglio
tw
tf
VERIFICA DELLE TRAVI
Lo schema strutturale previsto esclude la presenza di carichi verticali sulle travi dei controventi.
Di conseguenza, non si devono fare verifiche supplementari, oltre quelle già effettuate per i
link.
COLLEGAMENTO DIAGONALI – LINK
Il collegamento diagonale – link si progetta utilizzando le stesse sollecitazioni
adottate per la verifica delle diagonali.
EN 1993-1-1: 2003 Eurocode 3: Designe of Steel structures – Part 1-1: General rules
and rules for buildings;
Essendo il telaio spaziale, ogni elemento è chiamato a dare il suo contributo specifico
all’assorbimento dell’azione contemporanea del sisma nelle due direzioni principali del
piano.
GERARCHIA DELLE RESISTENZE
Le deformazioni plastiche devono manifestarsi alle estremità delle travi, mentre le colonne
e i collegamenti trave – colonna devono restare in campo elastico.
Per assicurare lo sviluppo del meccanismo globale dissipativo è necessario rispettare la seguente
gerarchia delle resistenze tra la trave e la colonna dove, oltre ad aver rispettato tutte le regole di
dettaglio previste nella presente norma, si assicuri per ogni nodo trave-colonna del telaio che
Al fine di favorire la formazione delle cerniere plastiche flessionali, evitando la crisi per
taglio della trave, l’ordinanza prescrive di controllare che la sollecitazione di taglio, nella
trave, nella condizione di plasticizzazione delle estremità, risulti sufficientemente contenuta.
VERIFICA DELLE TRAVI
Le travi secondarie sono collegate alle travi principali mediante squadrette bullonate sulle
anime, in modo da realizzare collegamenti approssimabili a cerniere.
Le travi principali del telaio devono essere proporzionate in funzione del momento flettente e
del taglio indotti dai carichi verticali e dalle forze sismiche orizzontali.
Si evidenzia che nel caso in esame, per le verifiche di stabilità flesso – torsionale delle travi,
i controventi orizzontali realizzano dei ritegni torsionali nelle sezioni di mezzeria, con
conseguente riduzione della lunghezza di libera inflessione da considerare nei calcoli. Ciò ha
reso in tal modo trascurabili le verifiche di stabilità flesso – torsionale delle travi del telaio.
VERIFICA DELLE COLONNE
Verifica delle membrature a presso flessione – flessione deviata
Essendo il telaio spaziale, la colonna risulta inflessa per effetto sia del sisma principale sia
del 30% del sisma agente nella direzione ortogonale a quella assunta come principale ai fini
del calcolo delle sollecitazioni.
Allo stesso tempo deve essere verificato il criterio di gerarchia delle resistenze trave –
colonna.
La verifica a presso – flessione deviata si effettua secondo le indicazioni dell’Eurocodice 3,
considerando come sollecitazioni di progetto gli sforzi normali e i momenti flettenti indotti
dalle azioni sismiche di progetto
Le colonne sono realizzate con sezione a croce Austriaca, che presenta l’indubbio vantaggio
di avere la stessa rigidezza flessionale nei due piani principali.
COLLEGAMENTO TRAVE - COLONNA
Esso consiste nel saldare in officina alla colonna tronchi di trave ad ogni interpiano,
predisponendo una giunzione bullonata trave – trave in opera del tipo a coprigiunto
d’ala e d’anima.
Tale collegamento è progettato a completo ripristino di resistenza. Esso deve essere in grado
di trasmettere un momento flettente pari alla massima resistenza flessionale plastica della
sezione della trave e lo sforzo di taglio corrispondente, nonché uno sforzo normale pari
almeno alla resistenza plastica dell’anima.
COLLEGAMENTO COLONNA - FONDAZIONE
Il collegamento colonna – fondazione deve realizzare una condizione di vincolo cerniera.
VERIFICA ALLO STATO LIMITE DI DANNO
La verificha impone che lo spostamento d’interpiano soddisfi il limite dr<0,0075h per edifici
con tamponature collegate elasticamente alla struttura.
Il progetto delle strutture sismoresistenti a telaio è fortemente condizionato dalla verifica allo
stato limite di danno.