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PROBLEMA 1
1) Per la risoluzione del primo punto calcolo la derivata della funzione 𝑞:
𝑞′ = 𝑎𝑒 '( (1 + 𝑏𝑡)
che si annulla solo per 𝑎 = 0 o per 1 + 𝑏𝑡 = 0.
𝑎 = 0 dà la funzione costante 0, quindi la escludiamo.
Per ogni 𝑎 diverso da 0 la funzione ha quindi massimo o minimo nei punti di
ascissa
0
𝑡 = , per ogni 𝑏 diverso da 0.
'
4
Se vogliamo che questo massimo sia nel punto indicato 𝐵 2, , consideriamo
5
0 0
𝑏 = dal punto precedente, quindi 𝑏 = , e sostituisco le coordinate del punto, e il
( 6
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Roberta Coletti, Romana Francesca Dimaggio,
Vittorio Soleo, Aser Osman
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derivata seconda risulta
( 𝑡
𝑞>> = 2𝑒 ?6 −2
2
che è positiva per 𝑡 > 4, quindi presenta effettivamente un flesso in 𝑡 = 4.
La retta tangente al grafico nel punto di flesso è banalmente la retta orizzontale
0@
𝑦= .
5A
C
0
3) Consideriamo 𝑞 𝑡 = 𝑎𝑡 ∙ 𝑒 '( = 4𝑡 ∙ 𝑒 ?A , quindi con 𝑎 = 4 e 𝑏 = − .
6
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> −
𝑡 𝑡
𝑖 𝑡 = 2𝑒 2 − 2 = 0
2
Questa si annulla per 𝑡 = 4, quindi è il valore minimo che la corrente può assumere.
Al passare del tempo 𝑡 → ∞ la corrente si annulla, infatti
𝑡 𝑡
lim 4𝑒−2 1 − = 0
(→L 2
(O (O C
?
4) 𝑄 𝑡N = N
𝑞(𝑡)𝑑𝑡 =4 N
𝑡𝑒 A 𝑑𝑡
(O
𝑄 𝑡N = 16 − 8 𝑡N + 2 𝑒 ? 6
Applichiamo ora il limite per 𝑡 → +∞
(O
𝑄L = lim 𝑄 𝑡N = lim 16 − 8 𝑡N + 2 𝑒 ? 6 = 16
(O → SL (O → SL
PROBLEMA 2
1) Consideriamo la carica 𝑄0 = 4𝑞 posta nell’origine del sistema 𝑂 0; 0 e la carica 𝑄6 = 𝑞 posta nel
punto 𝐴 0; 1 .
Il campo elettrico generato nel generico punto 𝑃 𝑥Z ; 𝑦Z sarà dato dalla somma dei singoli
campi generati dalle singole cariche.
Consideriamo le proiezione del campo sull’asse 𝑥 e su 𝑦
1 𝑄0 𝑐𝑜𝑠𝛼 𝑄6 𝑐𝑜𝑠𝛽 5𝑞
𝐸\ = + = 𝑐𝑜𝑠𝛼 + 𝑐𝑜𝑠𝛽 = 0
4𝜋𝜀N 𝑥Z 6 𝑥Z 6 4𝜋𝜀N 𝑥Z 6
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Significa che lungo 𝑥 si compensano tutte le componenti; perciò basta studiare la
componente 𝑦
1 𝑄0 𝑠𝑒𝑛𝛼 𝑄6 𝑠𝑒𝑛𝛽 1 4𝑞 𝑞 𝑞 4 1
𝐸d = + = − = −
4𝜋𝜀N 𝑦Z 6 1 − 𝑦Z 6 4𝜋𝜀N 𝑦Z 6 1 − 𝑦Z 6 4𝜋𝜀N 𝑦Z 6 1 − 𝑦Z 6
= 0
4 1
6
− 6
= 0
𝑦Z 1 − 𝑦Z
4 1
6
− 6 = 0
𝑦Z 𝑦Z − 2𝑦Z + 1
4 𝑦Z 6 − 2𝑦Z + 1 − 𝑦Z 6
= 0
𝑦Z 6 𝑦Z 6 − 2𝑦Z + 1
4𝑦Z 6 − 8𝑦Z + 4 − 𝑦Z 6
= 0
𝑦Z 6 𝑦Z 6 − 2𝑦Z + 1
3𝑦Z 6 − 8𝑦Z + 4
= 0
𝑦Z 6 𝑦Z 6 − 2𝑦Z + 1
3𝑦Z 6 − 8𝑦Z + 4 = 0
8 ± 64 − 48 8 ± 4 2
𝑦0/6 = = = 𝑜𝑝𝑝𝑢𝑟𝑒 2
6 6 3
L’unica soluzione che possiamo prendere in considerazione per le nostre
6
assunzioni è 𝑃 0; .
j
L’energia potenziale elettrostatica sarà la somma dei singole energie dovute alle due
cariche in gioco
𝑄0 𝑄6
𝑈 𝑥 =
4𝜋𝜀N 𝑅06
Dove 𝑅06 è la distanza tra le due cariche
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0 stA
dove 𝑘 = ≅9∙ 10r A .
mnoO u
4𝑞6
𝑈 𝑥 =𝑘∗
1 + 𝑥6
Notiamo innanzitutto che il dominio della funzione è 𝐷 = 𝑅
La funzione è pari, verifichiamolo con l’identità
𝑈 𝑥 = 𝑈(−𝑥)
4𝑞6 4𝑞6
𝑘∗ =𝑘∗
1 + 𝑥6 1 + (−𝑥)6
4𝑞6 4𝑞6
𝑘∗ =𝑘∗
1 + 𝑥6 1 + 𝑥6
L’identità è verificata.
Studiamo l’intersezione con gli assi
Asse y à 𝑈 0 = 4𝑘𝑞6
Asse x à non vi è intersezione
Non vi sono asintoti verticali
Passiamo allo studio dei limiti
4𝑞6
𝑈SL = lim 𝑘 ∗ = 0
\→SL 1 + 𝑥6
4𝑞6
𝑈?L = lim 𝑘 ∗ = 0
\→?L 1 + 𝑥6
Vi sono dunque due asintoti orizzontali 𝑦 = 0 sia in +∞ che in −∞
La derivata prima della funzione vale
𝑑𝑈 𝑑 ?
0
?
j 1
𝑈> 𝑥 = = 4𝑘𝑞6 1 + 𝑥 6 6 = 4𝑘𝑞6 1 + 𝑥 6 6 (− )(2𝑥)
𝑑𝑥 𝑑𝑥 2
?
j −4𝑘𝑥𝑞6
𝑈 > 𝑥 = −4𝑘𝑥𝑞6 1 + 𝑥 6 6 =
1 + 𝑥6 j
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2𝑥 6 − 1
𝑈 >> 𝑥 = 4𝑘𝑞6
1 + 𝑥6 x
Per ottenere il coefficiente angolare della tangente alla funzione nei punti di flesso
occorre calcolare il valore della derivata prima nei punti di ascissa appena trovati.
2
2 −4𝑘𝑞6 2 −8𝑘𝑞6
𝑈> = 2 = 𝑈> =
2 1 j 2 3 3
1+
2
2
2 −4𝑘𝑞6 (− ) 8𝑘𝑞6
𝑈 >
− = 2 =
2 1 j 3 3
1+
2
4) Il grafico della derivata è
QUESITI
1. Per determinare i due parametri reali è necessario imporre due condizioni. La
prima è quella di continuità (condizione necessaria per la derivabilità) per x che
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tende a 1, uguagliando limite destro e limite sinistro:
lim 𝑓 𝑥 = lim{ 𝑓 𝑥
\→0y \→0
𝑏
limy 3 − 𝑎𝑥 6 = lim{
\→0 \→0 𝑥−3
da cui ottengo
𝑏
3−𝑎 =
2
Per la derivabilità, sappiamo che la funzione è derivabile per 𝑥 < 1 e 𝑥 > 1, per
ogni 𝑎 e 𝑏, quindi affinché sia sicuramente derivabile in tutto lo spazio, basta
imporre che limite destro e sinistro della derivata per 𝑥 che tende ad 1 sia uguale:
lim 𝑓 > 𝑥 = lim{ 𝑓 > 𝑥
\→0y \→0
𝑏
limy −2𝑎𝑥 = lim{ − 6
\→0 \→0 𝑥−3
da cui ottengo
𝑏
2𝑎 =
4
Mettendo le due condizioni a sistema, trovo 𝑎 = 1 e 𝑏 = −8.
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funzione, scrivo l’altezza ℎ(𝑥) = 𝑓(𝑥), mentre la base 𝑏(𝑥) = 2𝑥. Mi restringo
pertanto alle 𝑥 > 0 e scrivo quindi l’area del generico rettangolo come una
funzione di 𝑥:
𝐴(𝑥) = 2𝑥 2𝑒 0?\
Per massimizzare tale area devo trovare la 𝑥 che corrisponde al massimo della
funzione, quindi calcolo la derivata prima, che sarà
~y•
𝐴> 𝑥 = 4𝑒 5 1−𝑥
che si annulla in 𝑥 = 1 (punto di massimo, dato che 𝐴’ > 0 per 𝑥 < 1).
Sostituisco 𝑥 = 1 in ℎ(𝑥) e 𝑏(𝑥) e trovo: ℎ = 𝑏 = 2 (quindi è un quadrato).
3. Sto estraendo 3 palline con reinserimento, quindi sono tre eventi indipendenti, per
cui:
P(estrarre 10 e gli altri due minori di 10)=P(estrarre 10) P(estrarre un numero minore
di 10) P(estrarre un numero minore di 10) = 116916916=814096.
Per quanto riguarda la seconda parte del problema, vogliamo che si verifichi
l’evento “esca 13 estraendo 5 palline e non escano i numeri 14,15 e 16”. Questo si
può vedere come l’intersezione di due eventi A= “esca 13 estraendo 5 palline” e
B=”nell’estrazione delle 5 palline non escano i numeri 14,15 e 16”.
Ricaviamo pertanto la formula dell’intersezione utilizzando la probabilità
condizionata di due eventi A e B:
𝑃(𝐴𝐵) = 𝑃(𝐴) 𝑃(𝐴|𝐵)
P(A)=(numero casi favorevoli)/(numero casi possibili)
numero casi possibili= 16!5! (16-5)!
I casi favorevoli invece sono tutte le cinquine che contengono il 13, ossia tutte le
possibili combinazioni di 5 con un numero fissato, quindi ne posso variare 4 su 15:
numero casi favorevoli= 15!4! (15-4)!
da cui P(A)=5/16.
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Per calcolare P(A|B) uso lo stesso approccio, sapendo però che non usciranno
14,15 e 16, quindi devo escluderli dalle possibili scelte, ottenendo:
13!
𝑐𝑎𝑠𝑖 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 =
5! (13 − 5)!
12!
𝑐𝑎𝑠𝑖 𝑓𝑎𝑣𝑜𝑟𝑒𝑣𝑜𝑙𝑖 =
4! (12 − 4)!
𝑃(𝐴|𝐵) = 5/13
Quindi 𝑃(𝐴 ∩ 𝐵) = 25/208.
Per essere tangente all’asse x nel punto x=2 deve valere
𝑦′ 2 =0
j(6‡?')
Da cui si ottiene = 0à 𝑏 = 2𝑎
x
4 m
Mettendo a sistema si ottiene 𝑏 = 𝑎 =
j j
m(\S0)(\?6)(\?6)
La funzione dunque assume la seguente forma 𝑦 𝑥 = il cui grafico è
j(\Sj)(\?0)
riportato
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𝛼 6 𝛽6 𝛾 6
𝑅= + + + 𝛿 = 10
4 4 4
Per dimostrare poi che il piano interseca la sfera basta osservare che la distanza
piano-centro della sfera è minore del raggio della sfera stessa, infatti:
|𝑎𝑥𝑐 + 𝑏𝑦𝑐 + 𝑐𝑧𝑐|
𝑑(𝜋, 𝑆) = = 2 < 𝑅
(𝑎6 + 𝑏 6 + 𝑐 6 )
Dato che il piano interseca la sfera, la loro intersezione sarà una circonferenza. Si
può determinare il raggio utilizzando la relazione:
𝑟 = 𝑅6 − 𝑑(𝜋, 𝑆)6 = 14
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e facendo un’analisi dimensionale.
Detto questo poiché la velocità equivale alle derivata temporale di 𝑥(𝑡), per
ottenere la velocità media farò:
L’istante per cui si muove a tale velocità sarà quindi dato dalla formula
7. La sfera 1 con massa 𝑚 e velocità iniziale 𝑣 nota urta una sfera 2 con massa 3𝑚 e
velocità iniziale 0
a) Nel caso di urto completamente elastico possono avvenire due cose
1. La sfera più grande non si muove e la sfera più piccola torna indietro
2. Le sfere si muovono entrambe seguendo velocità diverse
In entrambi i casi si ha la conservazione dell’energia cinetica e della quantità
di moto, che imponiamo e mettiamo a sistema
1 1 1
𝑚𝑣 6 + 0 = 𝑚𝑣’6 + 3𝑚𝑉’6
2 2 2
𝑚𝑣 + 0 = 𝑚𝑣’ + 3𝑚𝑉’
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” ”
2. 𝑉’ = e 𝑣’ = −
6 6
b) Nel caso di urto anelastico le due sfere si muovono insieme come un unico
tjt j
corpo di massa 𝑚• = = 𝑚 e con una sola velocità.
tSjt m
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