Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
5 Eserc Per Il Fiato
5 Eserc Per Il Fiato
1
La muscolatura in questione è detta « antagonista »… ad una rapida risalita del diaframma (*).
Essa comprende (…) zone muscolari che operano dal basso ventre all’apertura costale, da sensibilizzare fino al dorso,
per ritornare poi davanti fino all’epigastro ; una ginnastica muscolare descritta dall’immagine suggestiva della
pedagoga inglese Noëlle Barker che identifica queste zone come come una geometrica « losanga respiratoria » …
estratto da P. Zedda (2010) , Il gesto vocale in : La voce del cantante, Volume sesto, Omega Edizioni, p.16
Nelle pagine che seguono trovate dei disegni che illustrano l’apnea aperta, tradotta purtroppo « respiration forte »…
(*) In effetti nessun controllo può essere attuato sul diaframma, se non attraverso la muscolatura che lo « attornia ».
2
l’apnea aperta corrisponde alla « silenziosa fase di rifornimento » di cui parla Franco Fussi o alla « freschezza in
fondo alla gola » preconizzata da Francesco Lamperti (1813-1892) o alla respirazione profonda evocata dal fonetista
svedese Bertil Malmberg, (1974) e dal pedagogo americano R. Miller prima dell’inizio di un suono « artistico ».
(…) nel canto, l’attacco coordinato del suono si produce solo se la glottide è stata aperta interamente durante
l’inspirazione precedente. Questa apertura totale delle corde vocali è seguita da un’adduzione netta e precisa. (…)
Da questo controllo dell’attacco del suono dipende qualsiasi atto vocale corretto. La preparazione di un buon inizio
della fonazione dipende da una inspirazione corretta, seguita da un posizionamento appropriato delle corde vocali
(senza provare nessuna sensazione a livello della laringe). (Richard Miller, The structure of singing, 1990 : p.6)
3
Su certe vocali le diverse voci trovano delle posizioni articolatorie che permettono loro un’espressione morbida e
“facile” in termini di emissione. Per alcuni può essere la “i” o la “e” per altri la “a” o la “o”, ecc.
Insomma un esempio di accordo pneumo-fonico esemplare per l’alta qualità dell’emissione che
produce, assicurando così all’interprete morbidezza e longevità vocale !
R4) Apertura del basso dorso (coste fluttuanti)
Sempre con le mani “a tarantella”, pronunciare 5 s-s-s-s-s, articolate e leggermente “spezzate”, per
sostenere poi con lo stesso movimento le diverse linee melodiche dell’esercizio vocale associato.
4
Antonio Juvarra, La respirazione e l’appoggio nel canto, in La voce del cantante, a cura di Franco Fussi, Volume
terzo, Omega Edizioni, 2005, (pp. 171-190) p. 185.
5
Estratto da P. Zedda (2010) , Il gesto vocale in : La voce del cantante, Volume sesto, Omega Edizioni, p.16
Per verificare, o imparare, un buon inizio del suono con l’apnea aperta (respirazione profonda),
tappatevi le orecchie ed ascoltate la molto probabile respirazione rumorosa che producete.
Eliminate allora questo rumore, sentendo l’apertura della glottide associata ad una sensazione
di freschezza: quella che Franco Fussi chiama appunto “fase silenziosa di rifornimento”.
Iniziate tutti i suoni, cercando una coordinazione “perfetta” di questa sensazione con l’appoggio.
Nel disegno qui sotto, estratto dal manuale di fonetica di Bertil Malmberg, la ritroviamo nella
posizione B. La posizione A e sopratutto la C sono da evitare prima dell’inizio del suono.
L’estratto che segue mi pare concludere in modo significativo questo capitoletto sul fiato:
Alcuni cantanti hanno una sorta di predisposizione naturale a capire, esercitare e sviluppare la
mobilità e le buone direzioni da dare alla muscolatura antagonista nella tecnica respiratoria
dell’appoggio ; altri non ci arrivano mai, per insufficente, o sporadico, lavoro tecnico, scarse
capacità di propriocezione, troppo intellettualismo, incredulità o scarsa attenzione, oppure perchè
privilegiano un lavoro musicale ed interpretativo che li distoglie da questo tipo di preparazione.
tecnica, meno lusinghiera e ludica…
La tecnica dell’appoggio fa parte di quei fattori essenziali della « buona emissione » che bisogna
esercitare con « ripassi » regolari, senza ossessività, e sopratutto senza arrivare agli eccessi di
alcuni pedagoghi che fanno per esempio solo esercizi respiratori per mesi, prima di affrontare un
pezzo cantato… Nel senso di questo costante ripasso della tecnica del fiato mi pare si possa
interpretare la simpatica e provocatoria frase di Renata Tebaldi :
- « nel canto la prima cosa che conta è il fiato , la seconda è … il fiato , la terza è …il fiato… »-7
(…) vorrei riassumere il buon accordo pneumo-fonico, ricordandone alcuni dati essenziali :
una buona « divaricazione » glottica (« respirazione profonda » di Malmberg), associata ad una
importante apertura delle false corde (bande ventricolari), prodotte entrambe senza tensioni o
volontarismi che « irrigidiscono », ben coordinate ad una tecnica di « appoggio » (equilibrio tra
forze di sostegno e di affondo), sia essa « completa » (canto classico) o « incompleta » (canto
moderno), sono la garanzia di un gesto vocale che produce suoni di buona qualità. 8
La fine del suono si deve ottenere egualmente con un’istantanea apertura delle corde vocali,
preparando così l’eventuale suono successivo.
P. Z.
6
Richard Miller , La structure du chant, pédagogie systématique de l'art du chant, Paris 1990, éditions ipmc, p. 26.
7
M-F. Busnel, C. Demangel, P. Zedda, Le souffle du chant ... (1994), dans MARSYAS N°32 .
8
in P. Zedda (2010) , Il gesto vocale in : La voce del cantante, Volume sesto, Omega Edizioni, p.16