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Arnold Hauser - Storia Sociale Dell'arte - Vol. Terzo e Quarto - Rococò, Neoclassicismo, Romanti2 PDF
Arnold Hauser - Storia Sociale Dell'arte - Vol. Terzo e Quarto - Rococò, Neoclassicismo, Romanti2 PDF
da
dell’arte
di Arnold Hauser
Il Romanticismo in Germania
e nell’Europa occidentale
parce qu’ils les lisent comme ils ont été ecrits, roman-
tiquement» [«Solo i romantici san leggere le opere clas-
siche, perché le leggono come sono state scritte, roman-
ticamente»], dice Marcel Proust4.
Artisticamente tutto l’Ottocento dipende dal roman-
ticismo, ma questo a sua volta era un prodotto del Set-
tecento, e non aveva mai perduto la coscienza del suo
carattere di transizione e della sua problematica posi-
zione storica. L’Occidente conobbe molte altre crisi,
analoghe e piú gravi, ma non ebbe mai cosí vivo il senso
di trovarsi a una svolta della storia. Certo non era la
prima volta che una generazione assumeva un atteggia-
mento critico di fronte al proprio tempo e rifiutava le
forme tradizionali della cultura, perché in esse non pote-
va esprimere il proprio mondo spirituale. Anche in epo-
che anteriori era accaduto che si avesse il senso di un
invecchiamento e si desiderasse un generale rinnova-
mento, ma nessuno aveva mai pensato di porre in dub-
bio il significato e la ragion d’essere della propria civiltà,
chiedendosi se veramente si potesse giustificare la par-
ticolare fisionomia e se rappresentasse un elemento
necessario nel complesso della civiltà umana. Il senso
romantico di un risorgimento non era certo cosa nuova;
la Rinascita l’aveva ben conosciuto e già il Medioevo era
stato agitato da pensieri di rinnovamento e fantasie di
resurrezione, il cui oggetto era l’antica Roma. Ma nes-
suna generazione ebbe mai cosí forte il senso di essere
erede e discendente, né cosí netto il desiderio di restau-
rare e richiamare a nuova vita tempi remoti e una per-
duta civiltà. Il romanticismo cerca continuamente nella
storia reminiscenze e analogie e trova il piú forte stimolo
in ideali, che crede già attuati nel passato. Ma il suo rap-
porto con il Medioevo è alquanto diverso da quello del
neoclassicismo con l’antichità: il neoclassicismo vede
nei Greci e nei Romani semplicemente un esempio, il
romanticismo invece conserva sempre il senso del «déjà
... l’heure
atteindra bientôt sa dernière demeure.
stato notato, è una rivolta contro Dio piú che una nega-
zione di Dio; esso combatte un oppressore e un tiran-
no44. Shelley è il ribelle nato, che in tutto quanto è legit-
timo, costituzionale e convenzionale vede l’opera di una
volontà dispotica e per il quale l’oppressione, lo sfrut-
tamento e la violenza, l’ottusità, la sozzura e la menzo-
gna, i re, le classi dominanti e le Chiese formano con il
Dio della Bibbia un’unica forza compatta. Il carattere
astratto e fragile di quest’idea mostra chiaramente quan-
to vicini siano ormai, a quest’epoca, gli scrittori inglesi
e quelli tedeschi. L’isterismo antirivoluzionario ha avve-
lenato l’atmosfera spirituale in cui potevano ancora
esprimersi liberamente gli scrittori inglesi del Settecen-
to; le manifestazioni dell’epoca assumono un aspetto
irreale, rispecchiano un atteggiamento di fuga e nega-
zione del mondo, che fin qui era ignoto alla letteratura
inglese. I migliori poeti della generazione di Shelley non
trovano consenso nel pubblico45; si sentono senza patria
e fuggono all’estero. Questa generazione in Inghilterra
è condannata non diversamente che in Germania o in
Russia; Shelley e Keats vengono schiacciati dal loro
tempo con la stessa inesorabilità che Höderlin e Kleist
o Pu∫kin e Lermontov. E anche il risultato ideologico è
dovunque lo stesso: idealismo in Germania, «l’art pour
l’art» in Francia, estetismo in Inghilterra. Dappertutto
si cessa di lottare distogliendosi dalla realtà e rinun-
ziando a mutare la struttura sociale esistente. In Keats
questo estetismo va già unito con una profonda malin-
conia, con il lamento sulla bellezza che non è vita, che
anzi è negazione della vita; negazione di quella vita e di
quella realtà, che al poeta, adoratore della bellezza, sono
eternamente negate, inaccessibili come la santità, l’e-
roismo, l’amore, come tutto ciò ch’è immediato, natu-
rale, spontaneo. Già si presente la rinunzia flaubertia-
na, la rassegnazione dell’ultimo grande romantico, a cui
già era ben chiaro che la vita è il prezzo della poesia.
1
Citato da f. l. lucas, The Decline and Fall ot the Romantic Ideal,
1937, p. 36.
2
Per questo concetto della «coscienza epocale», cfr. karl jaspers,
Die geistige Situation der Zeit, 1932, 3a ed., pp. 7 sgg.
3
g. lanson, Histoire de la littérature française cit., p. 943.
4
marcel proust, Pastiches et mélanges, 1919, p. 267.
5
joseph aynard, Comment définir le romantisme?, in «Revue de
littérature comparée», v, 1925, p. 653.
6
f. benoit, L’art français ecc. cit., pp. 62-63.
7
Cfr. albert pötzsch, Studien zur frühromantischen Politik und
Geschichtsauffassung, 1907, pp. 62-63.
8
ortega y gasset, History as a System, in Philosophy and History.
Essays presented to Ernst Cassirer, a cura di r. klibansky e j. h. paton,
1936, p. 313.
9
emil lask, Fichtes Idealismus und die Geschichte, 1902, pp. 56 sgg.,
83 sgg. Cfr. erich rothacker, Einleitung in die Geschichtswissenschaf-
ten, 1920, pp. 116-18.
10
arnold ruge, Die wahre Romantik, Gesammelte Schriften, III, p.
134; citato da carl schmitt, Politische Romantik, 1925, 2a ed., p. 35.
11
konrad lange, Das Wesen der Kunst, 1901.
12
coleridge, Biographia Literaria, XIV.
13
Cfr. albert salomon, Bürgerlicher und kapitalisticher Geist, in
«Die Gesellshaft», iv, 1927, p. 552.
14
louis maigron, Le Romantisme et les mœurs, 1910, p. v.
15
Citato da ricarda huch, Ausbreitung und Verfall der Romantik,
1908, 2a ed., p. 349.
16
e. kirchner, Die Philosophie der Romantik, 1906, pp. 42-43.
17
diderot, Paradoxe sur le comédien, 1773.
18
c. schmitt, Politische Romantik cit., pp. 24 sgg., 120 sgg.,
148-49.
19
Cfr. a. pötzsch, Studien ecc. cit., p. 17.
20
fritz strich, Die Romantik als europäische Bewegung, in Wölf-
flin-Festschrift, 1924, p. 54.
21
georg brandes, Hauptströmungen der Literatur des 19. Jahrhun-
derts, 1924, I, pp. 13 sgg.
22
Cfr. ernst troeltsch, Die Restaurationsepoche am Anfang des 19.
Jahrhunderts, in «Vorträge der Baltischen Literatur- Gesellschaft»,
1913, p. 49.
23
c.-m. des granges, La presse littéraire sous la Restauration, 1907,
p. 44.
24
a. thibaudet, Histoire de la littérature française ecc. cit., p. 107.
25
pierre moreau, Le Classicisme des romantiques, 1932, p. 132.
26
henry a. beers, A History of English Romanticism in the 19th Cen-
tury, 1902, p. 173.
27
a. thibaudet, Histoire de la littérature française ecc. cit., p. 121.
28
g. brandes, Hauptströmungen ecc. cit., III, p. 9.
29
Ibid., p. 225.
30
Ibid., II, p. 224.
31
grimod de la reynière, in «Le Censeur dramatique», i, 1797.
32
maurice albert, Les Théâtres des Boulevards (1789-1848), 1902.
33
c.-m. des granges, La Comédie et les mœurs sous la Restauration
et la Monarchie de Juillet, 1904, pp. 35-41, 43-46, 53-54.
34
w. j. hartog, Guilbert de Pixerécourt, 1913, pp. 52-54.
35
paul ginisty, Le Mélodrame, 1910, p. 14.
36
alexander lacey, Pixerécourt and the French Romantic Drama,
1928, pp. 22-23.
37
émile faguet, Propos de théâtre, II, 1905, pp. 299 sgg.
38
w. j. hartog, Guilbert de Pixerécourt cit., p. 51.
39
Ibid.
40
g. de pixérécourt, Dernières réflexions sur le mélodrame, 1843;
citato da hartog, Guilbert de Pixerécourt cit., pp. 231-32.
41
faguet, Propos de théâtre cit., p. 318.
42
alfred cobban, Edmund Burke and the Revolt against the 18th
Century, 1929, pp. 208-9, 215.
43
c. day lewis, The Poetic Image, 1947, p. 54.
44
h. n. brailsford, Shelley, Godwin and their Circle, 1913, p. 226.
45
francis thompson, Shelley, 1909, p. 41.
46
Cfr. fritz strich, Die Romantik als europäische Bewegung, p. 54.
47
h. y. c. grierson, The Background of English Literature, 1925, pp.
167-68.
48
julius bab, Fortinbras oder der Kampf des 19. Jahrhunderts mit dem
Geist der Romantik, 1914, p. 38.
49
w. p. ker, Collected Essays, 1925, I, p. 164.
50
henry a. beers, A History of English Romanticism ecc. cit., p. 2.
51
j. m. s. tompkins, The Popular Novel in England (1770-1800),
1932, pp. 3-4.
52
louis maigron, Le roman historique à l’époque du romantisme,
1898, p. 90.
53
g. lukács, Walter Scott and the Historical Novel, in «The Inter-
national Literature», 1938, p. 80.
54
walter scott, Ivanhoe, 1820, cap. XLI.
55
léon rosenthal, La peinture romantique, 1903, pp. 205-6.
56
delacroix, Journal [trad. it., Diario (1804-1863), Torino 1954].
Cfr., tra l’altro, la nota del 26 aprile 1824.
57
Ibid., 14 febbraio 1850.
58
l. rosenthal, La peinture romantique cit., pp. 202-3.
59
paul jamot, Delacroix, in Le Romantisme et l’art, 1928, p. 116.
60
Ibid., p. 120,
61
Ibid., pp. 100-1.
62
andré joubin, Journal de Delacroix, 1932, I, pp. 284-85.
63
alfred einstein, Music in the Romantic Era, 1947, p. 39.
64
delagroix, Journal, passim; in particolare nota del 30 gennaio
1855.
Gli scrittori che non sono puri maîtres de plaisir della bor-
ghesia non hanno un loro vero pubblico: questo per il
fortunato Balzac come per l’incompreso Stendhal.
Lo stato di tensione, il rapporto difficile che corre tra
autori e lettori della generazione del 1830 si riflettono
nettissimi nel nuovo tipo d’eroe che appare nei roman-
zi di Balzac e di Stendhal. Negli eroi di Rousseau, Cha-
teaubriand e Byron, solitari e straniati dal mondo, la
delusione e il senso del dolore universale si trasformano
in rinunzia ad attuare i propri ideali, in disprezzo per la
società e spesso in disperato cinismo di fronte alle norme
e alle convenzioni. Il romanzo del disinganno diventa il
romanzo della disperazione e della rassegnazione. Scom-
pare ogni tratto tragico-eroico, ogni volontà di autoaf-
fermazione, ogni fede nel perfezionamento del proprio
essere; e vi subentra la disposizione al compromesso, a
vivere senza scopo e a morire senza gloria. Nel roman-
zo della delusione balenava ancora l’idea della tragedia,
che faceva l’eroe in lotta contro la volgare realtà vitto-
rioso pur nella sconfitta. Invece nel romanzo ottocen-
tesco l’eroe risulta vinto nell’intimo, anche quando sem-
bra giungere alla meta e, spesso, proprio in quel momen-
to. Per l’eroe del giovane Goethe, di Chateaubriand o
di Benjamin Constant, il dubbio sulla ragion d’essere
della propria personalità, sulla legittimità dei propri fini
non esisteva; è il romanzo moderno che per primo crea
la cattiva coscienza dell’eroe nel conflitto con l’ordine
borghese, e gli impone di accettare i costumi e le con-
venzioni sociali, almeno come regola di gioco. Werther
è ancora l’individuo eccezionale, a cui il poeta accorda
fin da principio il diritto di ribellarsi al mondo stupido
e prosaico; invece Wilhelm Meister finisce i suoi anni
di tirocinio riconoscendo che bisogna adattarsi a questo
mondo cosí com’è. La realtà esteriore è ormai piú insen-
sata e ottusa, perché è diventata piú meccanica e arro-
gante; la società, finora ambiente naturale e campo d’a-
1
henri guillemin, Le Jocelyn de Lamartine, 1936, p. 59.
2
Per quel che segue, cfr. jean-paul sartre, Qu’est-ce que la litté-
rature?, in «Les Temps Modernes», ii, 1947, pp. 971 sgg. Anche in
Situations , II, 1948.
3
Ibid., p. 976.
4
Ibid., p. 981.
5
s. charléty, La Monarchie de Juillet, in e. lavisse, Histoire de la
France contemporaine, V, 1921, pp. 178-79.
6
w. sombart, Der moderne Kapitalismus, III, i, pp. 35-38, 82,
657-61.
7
id., Der Bourgeois, 1913, p. 220.
8
Cfr. louis blanc, Histoire de dix ans, III, 1843, pp. 90-92. w. som-
bart, Die deutsche Volkswirtschaft des 19. Jahrhunderts, 7a ed., 1927, pp.
399 sgg.
9
emil lederer, Zum sozialpsychologischen Habitus der Gegenwart,
in «Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik», vol. XLVI, 1918,
pp. 122 sgg.
10
paul louis, Histoire du socialisme en France de la Révolution à nos
jours, 1936, 3a ed., pp. 64, 97. - j. lucas-dubreton, La Restauration et
la Monarchie de Juillet, 1937, pp. 160-61.
11
p. louis, Histoire du socialisme en France ecc. cit., pp. 160-7.
12
friedrich engels, Die Entwicklung des Sozialismus von der Uto-
pie zur Wissenschaft, 4a ed., 1891, p. 24.
13
robert michels, Psychologie der antikapitalistischen Massenbewe-
gungen, in Grundriß der Sozialökonomie, IX, 1, 1926, pp. 244-246, 270.
14
w. sombart, Die deutsche Volkswirtschaft cit. p. 471.
15
sainte-beuve, De la littérature industrielle, in «Revue des Deux
Mondes», 1839. Anche in Portraits contemporains, 1847.
16
jules champfleury, Souvenirs et portraits, 1872, p. 77.
17
eugène gilbert, Le Roman en France pendant le 19e siècle, 1909,
p. 209.
18
nora atkinson, Eugène Sue et le roman-feuilleton, 1929, p. 211.
alfred nettement, Études critiques sur le feuilleton-roman, 1845, I,
p. 16.
19
Cfr. maurice bardèche, Stendhal romancier, 1947.
20
andré le breton, Le Roman français au 19e siècle, I, 1901, pp. 6-
7, 73. - m. bardèche, Balzac romancier, 1947, pp. 2-8, 12-13.
21
c.-m. des granges, La Presse littéraire sous la Restauration, 1907,
p. 22.
22
h. j. hunt, Le Socialisme et le romantisme en France, 1935, pp.
195, 340.
23
Ibid., pp. 203-4. - albert cassagne, La Théorie de l’art pour l’art
en France, 1906, pp. 61-71.
24
Cfr. edmond estève, Byron et le romantisme français, 1907, p. 228.
25
Cfr. pierre moreau, Le Classicisme des romantiques, 1932, pp.
242 sgg.
26
Articolo di charles rémusat del 12 marzo 1825, citato da a.
cassagne, La Théorie ecc. cit., p. 37.
27
Ibid.
28
josé ortega y gasset, La Deshumanización del Arte, 1925, p. 19.
29
h. j. hunt, Le socialisme ecc. cit., pp. 157-58.
30
Ibid., p. 174.
31
g. lukàcs, Goethe und seine Zeit, 1947, pp. 39-40 [trad. it.,
Goethe e il suo tempo, Milano 1949].
32
m. bardèche, Balzac romancier cit., pp. 3, 7.
33
Citato da jules marsan, Stendhal, 1932, p. 141.
34
m. bardèche, Stendhal romancier cit., p. 424.
3
5 a. thibaudet, Stendhal, 1931. - henri martineau, L’Œuvre de
Stendhal, 1945, p. 198.
36
Cfr. jean mélia, Stendhal et Taine, in «La Nouvelle Revue»,
1910, p. 392.
37
pierre martino, Stendhal, 1934, 302.
38
h. martineau, L’Œuvre de Stendhal cit., p. 470.
39
é. faguet, Politiques et moralistes, III, 1900, p. 8.
40
m.bardèche, Stendhal romancier cit., p. 47.
41
sainte-beuve, Port-Royal, 1888, 5a, ed., VI, pp. 266-67.
42
émile zola, Les Romanciers naturalistes, 1881, 2a ed., p. 124.
43
Cfr. paul bourget, Essais de psychologie contemporaine, 1885,
p. 282.
44
andré le breton, Balzac, 1905, pp. 70-73.
45
m. bardèche, Balzac romancier cit., p. 285.
46
bernard guyon, La Pensée politique et sociale de Balzac, 1947,
p. 432.
47
v. grib, Balzac, «Critics Group Series», n. 5, 1937, p. 716.
48
marie bor, Balzac contre Balzac, 1933, p. 38.
49
e. buttke, Balzac als Dichter des moaernen Kapitalismus, 1932,
p. 28.
50
balzac, Correspondance, 1876, I, p. 433.
51
ernest seillière, Balzac et la morale romantique, 1922, p. 61.
52
andré bellessort, Balzac et son œuvre, 1924, p. 175.
53
karl marx - friedirich engels, Über Kunst und Literatur, a cura
di I. K. Luppol, 1937, pp. 53-54. - Anche in «International Literatu-
re», luglio 1933, n. 3, p. 114.
54
m. proust, La Prisonnière, I [trad. it., La prigioniera, Torino
1950].
55
e. preston, Recherches sur la technique de Balzac, 1926, pp. 5, 222.
56
t. mann, Die Forderung des Tages, 1910, pp. 273 sgg.
57
hugo von hofmannsthal, Unterhaltungen über literarische Gegen-
stände, 1904, p. 40.
58
a. cerfberr - j. christophe, Répertoire de la Comédie humaine,
1887.
59
taine, Nouveaux essais de critique et d’histoire, 1865, pagine
104-13.
Il Secondo Impero
1
Cfr. il discorso di Tocqueville all’Assemblea nazionale citato da
paul louis, Histoire du socialisme en France, 3a ed., 1936, II, p. 191.
2
Ibid., pp. 200-1.
3 Ibid., p. 197.
4
pierre martino, Le Roman réaliste sous le Second Empire, 1913,
p. 85.
5
a. thibaudet, Histoire de la littérature française de 1789 à nos
jours, 1936, p. 361.
6
émile bouvier, La Bataille réaliste, 1913, p. 237.
7
jules coulin, Die sozialistische Weltanschauung in der französischen
Malerei, 1909, p. 61.
8
é. zola, La République et la littérature, 1879.
9
oliver larkin, Courbet and his Contemporaries, in «Science and
Society», III, 1939, I, p. 44.
10
é. bouvier, La Bataille réaliste cit., p. 248.
11
Cfr. léon rosenthal, La Peinture romantique, 1903, pp. 267-268.
- henri focillon, La Peinture aux xixe et xxe siècles, 1928, pp. 74-101.
12
h. j. hunt, Le Socialisme et le romantisme en France, 1935, pp.
342-44.
13
Cfr. la lettera a Victor Hugo del 15 luglio 1853, in Correspon-
dance, ed. Conard, III, 1910, p. 6.
14
Ibid., II, pp. 116-17, 366.
15
Ibid., III, pp. 120, 390.
16
e. e j. de goncourt, Journal, 29 gennaio 1863, ed. Flammarion-
Fasquelle, II, p. 67.
17
gustave flaubert, Correspondance, III, pp. 485, 490, 508. - L’É-
ducation sentimentale, II, 3 [trad. it., L’educazione sentimentale, Tori-
no 1949]. - ernest seillière, Le Romantisme des réalistes: Gustave
Flaubert, 1914, p. 257. - eugen haas, Flaubert und die Politik, 1931,
p. 30.
18
Lettera a Mlle Leroyer de Chantepie del 18 Maggio 1857, in Cor-
respondance, III, p. 119.
19
eugène gilbert, Le Roman en France pendant le 19e siècle, 1909,
p. 157.
20
Correspondance, III, pp. 157, 448, ecc.
21
«Le Moniteur», 4 Maggio 1857. - Causeries du Lundi, XIII.
22
é. zola, Les Romanciers naturalistes, 1881, 2a ed., pp. 126-29.
23
Correspondance, II, p. 182, III, p. 113.
24
Ibid., II, p. 112.
25
a. thibaudet, Gustave Flaubert, 1922, p. 12.
26
Correspondance, II, p. 155.
27
g. lukäcs, Die Seele und die Formen (Theodor Storm oder die Bür-
gerlichkeit und l’art pour l’art), 1911. - t. mann, Betrachtungen eines
Unpolitischen, 1918, pp. 69-70.
28
georg keferstein, Bürgertum und Bürgerlichkeit bei Goethe, 1933,
pp. 126-22
29
Correspondance, I, p. 238, settembre 1851.
30
Ibid., IV, p. 244, dicembre 1875.
31
Ibid., III, p. 119.
32
é. faguet, Flaubert, 1913, p. 145.
33
Correspondance, II, p. 237.
34
Ibid., III, p. 190.
35
Ibid., p. 446.
36
Ibid., II, p. 70.
37
Ibid., p. 137.
38
Ibid., III, p. 440.
39
Ibid., II, p. 133, 140-41, 336.
40
jules de gaultier, Le Bovarysme, 1902.
41
édouard maynial, Flaubert, 1943, pp. 111-12.
42
paul bourget, Essais de psychologie contemporaine, 1885, p. 144.
43
Correspondance, I p. 289.
44
g. lukàcs, Die Theorie des Romans, 1920, p. 131.
45
é. zola, Le Roman expérimental, 1880, 2e ed., pp. 24, 28.
46
charles-brun, Le Roman social en France au 19e siècle, 1910, p. 158.
47
andré bellessort, La Société française sous le second Empire, in
«La Revue Hebdomadaire», 1932, 12, pp. 290, 292.
48
francisque sarcey, Quarante ans de théâtre, I, 1900, pp. 120,
122.
49
Ibid., pp. 209-12.
50
J.-J. weiss, Le Théâtre et les mœurs, 1889, pp. 121-22. - Cfr. la
prefazione di Renan ai Drames philosophiques, 1888.
51
a. thibaudet, Gustave Flaubert cit., 295 sgg.
52
sarcey, Quarante ans de théâtre cit., V, p. 94.
53
Ibid., p. 286.
54
Cfr. jules lemaitre, Impressions de théâtre, I, 1888, p. 217.
55
sarcey, Quarante ans de théâtre cit., VI, 1901, p. 180.
56
s. kracauer, Jacques Offenbach und das Paris seiner Zeit, 1937,
p. 349.
57
Ibid., p. 270.
58
Cfr. fleury-sonolet, La Société du second Empire, III, 1913,
p. 387
59
paul bekker, Wandlungen der Oper, 1934, p. 86.
60
lionel de la laurencie, Le Gotit musical en France, 1905, p. 292.
- william l. crosten, French Grand Opera, 1948, p. 106.
61
a. einstein, Music in the Romantic Era cit., p. 231.
62
friedrich nietzsche, Der Fall Wagner, 1888. Nietzsche contra
Wagner, 1888.
63
Cfr. t. mann, Betracktungen eines Unpolitischen, 1918, p. 75. -
Leiden und Größe der Meister, 1935, pp. 145 sgg.
1
a. paul oppé, Art, in Early Victorian England, a cura di G. M.
Young, 1934, II, p. 154.
2
ruskin, Stones of Venice, III, in Works, 1904, XI, p. 201.
3
h. w. singer, Der Präraffaelismus in England, 1912, p. 51.
4
Cfr. a. clutton-brock, William Morris. His Work and Influence,
1914, p. 9.
5
d. c. somervell, English Thought in the 19th Century, 1947, 5a ed.,
p. 153.
6
christian eckert, John Ruskin, in «Schmollers Jahrbuch», XXVI,
1902, p. 362.
7
e. batho - b. dobrée, The Victorians and After, 1938, p. 112.
8
a. clutton-brock, William Morris ecc. cit., p. 150.
9
Ibid., p. 228.
10
william morris, Art under Plutocracy, 1883.
11
m. louis cazamian, Le Roman social en Angleterre (1830-1850),
II, 1935, pp. 250-51.
12
Ibid., I, 1934, pp. 11-12, 163.
13
w. l. cross, The Development of the English Novel, 1899, p. 182.
14
m. l. cazamian, Le roman social ecc. cit., I, p. 8.
15
a. h. thorndike, Literature in a Changing Age, 1920, pp. 24-25.
16
Cfr. q. d. leavis, Fiction and the Reading Public, 1939, p. 156.
17
g. k. chesterton, Charles Dickens, 1917, 11a ed., pp. 79, 84.
18
amy cruse, The Victorians and their Books, 1936, 2a ed., p. 158.
19
osbert sitwell, Dickens, 1932, p. 15.
20
Cfr. m. l. cazamian Le roman social ecc. cit., I, pp. 209 sgg.
21
t. a. jackson, Charles Dickens, 1937, pp. 22-23.
22
humphrey house, The Dickens World, 1941, p. 219.
23
Cfr. il discorso di Dickens a Birmingham il 27 settembre 1869.
24
Cfr. h. house, The Dickens World cit., p. 209.
25
hippolyte taine, Histoire de la littérature anglaise, 1864, IV, p. 66.
26
o. sitwell, Dickens cit., p. 16.
27
q. d. leavis, Fiction ecc. cit., pp. 33-34, 42-43, 158-59, 168-69.
28
m. l. cazamian, Le roman et les idées en Angleterre, I, 1923, p.
138. - elizabeth s. haldane, George Eliot and her Times, 1927, p. 292.
29
p. bourl’honne, George Eliot, 1933, pp. 128, 135.
30
ernest a. baker, History of the English Novel, VIIII, 1937, pp.
240-54.
31
e. batho - b. dobrée, The Victorians and After cit., pp. 78-79,
91-92.
32
george eliot, Middlemarch, 1871-72, XV.
33
m. l. cazamian, Le roman social cit., p. 108.
34
j. w. cross, George Eliot’s Life as related in her Letters and Jour-
nal, 1885, p. 230.
35
f. r. leavis, The Great Tradition, 1948, p. 61.
36
alfred wtzer, Die Not der geistigen Arbeiter, in «Schriften des
Vereins für Sozialpolitik», 1920.
37
g. lukacs, Moses Hess und die Probleme der idealistischen Dialek-
tik, in «Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiter-
bewegung», xii, 1926, p. 123.
38
karl mannheim, Ideology and Utopy, 1936, pp. 136 sgg. - Man
and Society in an Age of Reconstruction, 1940, pp. 79 sgg.
39
Cfr. hans speier Zur Soziologie der burggerlischen Intelligenz in
Deutschland, in «Die Gesellschaft», II, 1929, p. 71.
40
d. s. mirsky, Contemporary Russian Literature, 1926, pp. 42-43.
41
id., A History of Russian literature, 1927, p. 321-22.
42
m. n. pokrovsky, Brief History of Russia, I, 1933, p. 144.
43
d. s. mirsky, Russia. A Social History 1931, p 199.
44
janko lavrin, Pushkin and Russian Literature, 1947, p. 198.
45
d. s. mirsky, A History of Russian Literature, pp. 203-4.
46
Ibid., p. 204.
47
Ibid., p. 282.
48
t. g. masaryk, Zur russischen Geschichts- und Religionsphilo-
sophie, 1913, I, p. 126.
49
turgenev in una lettera a Herzen dell’8 novembre 1862.
50
e. h. carr, Dostoevsky, 1931. p. 268.
51
nikolaj berdjaev, Mirosozercanie Dostoevskogo, Praha 1923 [trad.
it., La concezione di Dostoevskij, Torino 1945, p. 21].
52
mirsky, A History of Russian Literature cit., p. 219.
53
e. h. carr, Dostoevsky cit., pp. 281 sgg.
54
Ibid., pp. 267-68.
55
dostoevskij, Diario di uno scrittore, febbraio 1877.
56
edmund wilson, The Wound and the Bow, 1941, p. 50. - rex
warner, The Cull of Power, 1946, p. 41.
57
Cfr. d. s. MEREZKOVSKIJ, Tolstoj i Dostoevskij [trad. ted., Tolstoj
und Dostojewskij, 1903, p. 232].
58
vladimir pozner, Dostoievskij et le roman d’aventure, in «Euro-
pe» XXVII, 1931.
59
Ibid., pp. 135-36.
60
Cfr. lenon sestov, Dostoevskij i Nietzsche [trad. ted., Dostojew-
skij und Nietzsche, 1924, pp. 90-91].
61
t. mann, Goethe und Tolstoi, in Bemühungen, 1925, p. 33 [trad.
it., Goethe e Tolstòj, in Nobilità dello spirito, Milano 1954].
62
n. lenin, L. N. Tolstoi (1910), in n. lenin - g. plechanov, L. N.
Tolstoi im Spiegel des Marxismus, 1928, pp. 42-44.
63
d. s. mirsky, Contemporary Russian Literature cit., p. 8.
64
Ibid., p. 9. janko lavrin, Tolstoy, 1944, p. 94.
65
d. s. mereikovskij, Tolstoij Dostoevskij cit., p. 183.
66
g. lukács, Nagy orosz realisták, Budapest 1946, p. 92 [trad. it.,
Saggi sul realismo, Torino 1950].
67
tolstoj, Che cosa è l’arte?, XVI.
68
Cfr. t. mann, Die Forderung des Tages cit., p. 283.
69
maksim gor’kij, Letteratura e vita.
70
t. mann, Die Forderung des Tages cit., p. 278.
L’impressionismo
se, trova ascolto. Questo è uno dei pochi punti per cui
si può essere ottimisti sull’avvenire dell’umanità, ma in
sé non è cosa da poco e vi si possono riannodare altre
speranze. Il primato dell’intelletto è certo molto, molto
lontano, ma verosimilmente non a distanza infinita»76.
Freud sa superare il suo tempo e combatte le forze
oscure e irrazionali da cui esso è dominato; ma ad esso,
alle sue conquiste e alle sue deficienze, è e rimane lega-
to per innumerevoli fili. Il principio stesso della sua psi-
cologia del profondo, in cui le differenze individuali
hanno una parte tanto maggiore che in Marx, è stretta-
mente affine all’ideale impressionistico e al relativismo
filosofico di quegli anni. È tipico della mentalità impres-
sionista quel concetto dell’illusione che nasce dall’espe-
rienza del continuo variare in noi di sensazioni e impres-
sioni, di stati d’animo, e rappresentazioni, cosí che la
realtà si mostra in forme sempre diverse, sempre insta-
bili, e ogni impressione che ne ricaviamo è insieme cono-
scenza e inganno; e la corrispondente idea freudiana
che gli uomini passano tutta la vita come in incognito
davanti agli altri e a se stessi, difficilmente sarebbe stata
concepibile prima dell’impressionismo. L’impressioni-
smo è veramente lo stile del tempo, nel pensiero come
nell’arte. Tutta la filosofia degli ultimi decenni del seco-
lo ne è determinata. Relativismo, soggettivismo, psico-
logismo, storicismo, lo spirito antisistematico, il princi-
pio dell’atomizzarsi del mondo intellettuale e la conce-
zione prospettica della verità, sono elementi comuni alle
teorie di Nietzsche, di Bergson, dei pragmatisti e di
tutti gli indirizzi filosofici indipendenti dall’idealismo
accademico.
«Non s’è ancor vista la verità a braccetto con un asso-
luto», osserva Nietzsche. La scienza fine a se stessa, la
verità incondizionata, la bellezza disinteressata, la mora-
le altruistica sono, per lui e per i suoi contemporanei,
finzioni. Quelle che noi chiamiamo verità, egli afferma77,
1
andré bellessort, Les Intellectuels et l’avènement de la troisième
République, 1931, p. 24.
2
p. louis, Histoire du socialisme en France de la Révolution à nos
jours, 3a ed., 1936, pp. 236-37.
3
a. bellessort, Les Intellectuels ecc. cit., p. 39
4
w. sombart, Der moderne Kapitalsmus cit., III, 1, 1927, pp. xii-xiii
5
p. louis, Histoire du socialisme ecc. cit., pp. 242, 216-17.
6
Cfr. henry ford, My Life and Work, 1922, p. 153.
7
w. sombart, Der moderne Kapitalismus cit., III, 2, pp. 603-7 - Die
deutsche Volkswirtschaft im 19. Jahrhundert cit., pp. 397-98.
8
Cfr. pierre francastel, L’Impressionisme, 1937, pp. 25-26, 80.
9
georg marzynsky, Die impressionistische Methode, in «Zeitschrift
für Ästhetik und allgemeine Kunstwissenschaft», xiv, 1920.
10
georges rivière, Exposition des Impressionistes, in «L’impressio-
niste. Journal d’Art», 6 aprile 1877. Riprodotto in l. venturi, Les
Archives de l’Impressionisme, 1939, II, p. 309.
11
andré malraux, The Psychology of Art, in «Horizon», 1948, 103,
p. 55.
12
g. marzynsky, Die impressionistische Methode cit., p. 90.
13
Ibid., p. 91.
14
john rewald, The History of Impressionism, 1946, pp. 6-7 [trad.
it., Storia dell’impressionismo, Firenze 1949].
15
albert cassagne, La Théorie de l’art pour l’art en France, 1906,
p. 351.
16
e. e j. de goncourt, Journal, 1° maggio 1869, ed. cit., III, p. 221.
17
h. focillon, La Peinture aux XIXe et XXe siècles, 1928, p. 200.
18
paul bourget, Essais de psychologie contemporaine, 1885, p. 25.
19
charles seignobos, L’Évolution de la troisième République, in e.
lavisse, Histoire de la France contemporaine, VIII, 1921, pp. 54-55.
20
henry bérenger, L’Aristocratie intellectuelle, 1895, p. 3.
21
a. thibaudet, Histoire de la littérature française de 1789 à nos jours,
1936, p. 430.
22
e. r. curtius, Maurice Barrès, 1921, p. 98.
23
jules huret, Enquête sur l’évolution littéraire, 1891, pp. xvi, xvii.
24
e. e j. de goncourt, Idées et sensations, 1866.
25
nietzsche, Menschliches Allzumenschliches, 155.
26
baudelaire, Richard Wagner et Tannhäuser à Paris, 1861.
27
id., La Peintre de la vie moderne, 1863, in L’Art romantique, ed.
Ernest Raynaud, 1931, p. 79.
28
villiers de l’isle-adam, Contes cruels, 1883, pp. 13 sgg.
29
emile tardieu, L’Ennui, 1903, pp. 81 sgg.
30
e. von sydow, Die Kultur der Dekadenz, 1921, p. 34.
31
peter quennel, Baudelaire and the Symbolists, 1929, p. 82.
32
max nordau, Entartung, 1896, 3a ed., II, p. 102.
33
baudelaire, Journaux intimes, ed. Ad. van Bever, 1920, p. 8
[trad. it., Giornali intimi, Torino 1942].
34
t. mann, Kollege Hitler. Das Tagebuch, a cura di Leopold Schwarz-
schild, 1939.
35
Cfr. rené dumesnil, L’Époque realiste et naturaliste, 1945, pp. 31
sgg. - ernest raynaud, Baudelaire et la religion du dandysme, 1918, pp.
13-14.
36
baudelaire, Œuvres posthumes, ed. J. Crépet, I, p 223 sgg.
37
anton Ωechov, Dom s mezoninom [trad. it., La villa del mezza-
nino, in Racconti, Torino, 1950, I, p. 419].
38
«Le Figaro», 18 settembre 1886.
39
a. thibaudet, Histoire de la littérature française ecc. cit., p. 485.
40
Ibid., p. 489
41
j. huret, Enquête sur l’évolution littéraire cit., p. 60.
42
Cfr. ernest raynaud , La Mêlée symboliste, 1920, II, p. 163.
43
john charpentier, Le Symbolisme, 1927, 62.
44
charles mauron, introduzione alle poesie di Mallarmé tradotte
da Roger Fry, 1936, p. 14.
45
georges duhamel, Les Poètes et la poésie, 1914, pp. 145-46.
46
Cfr. roger fry, An Early Introduction to Mallarmés Poems, 1936,
pp. 296, 302, 304-6.
47
henri bremond, La Poésie pure, 1926, pp. 16-20.
48
e. e j. de goncourt, Journal, 23 febbraio 1893, IX, p. 87.
49
j. huret, Enquête sur l’évolution littéraire cit., p. 297.
50
Cfr. c. m. bowra, The Heritage of Symbolism, 1943, p. 10.
51
g. m. turnell, Mallarmé, in «Scrutiny», v, 1937, p. 432.
52
j. huret, Enquête sur l’évolution littéraire cit., p. 23.
53
h. m. lynd, England in the Eighteen-Eighties, 1945, p. 17.
54
Ibid., p. 8.
53
bernhard fehr, Die englische Literatur des 19. und 20. Jahrhun-
derts, 1931, p. 322.
56
baudelaire, Le Peintre ecc. cit., pp. 73-74.
57
j.-p. sartre, Baudelaire, 1947, pp. 166-67.
58
baudelaire, Le Peintre ecc. cit., p. 50.
59
m. l. cazamian, Le Roman et les idées en Angleterre (1880-1900),
1935, p. 167.
60
f. r. leavis, The Great Tradition, 1948, passim.
61
h. hatzfeld, Der französische Symbolismus, 1923, p. 140.
62
Cfr. d. s. mirsky, Modern Russian Literature, 1925, pp. 84-85.
63
janko lavrin, An Introduction to the Russian Novel, 1942, p. 134.
64
t. mann, Versuch über das Theater, in Rede und Antwort, 1916,
p. 55.
65
paul ernst, Ein Credo, 1912, I, p. 227.
66
id., Der Weg zur Form, 1928, 3a ed., pp. 42 sgg.
67
ibsen, Sämtliche Werke, X, 1904, p. 40, lettera del 12 settem-
bre 1865.
68
halvdan koht, The Life of Ibsen, 1931, p. 63.
69
m. c. bradbrook, Ibsen, 1946, pp. 34-35.
70
ibsen, Sämtliche Werke, X 169.
71
holbrook jackson, The Eighteen Nineties, 1939 (1913), p. 177.
72
Lettera a Mehring del 14 luglio 1893, in marx-engels, Corre-
spondance, 1934, pp. 511-12.
73
ernest jones, Rationalism in Everyday Life. Read at the First
International Psycho-Analytic Congress, 1908, in Papers on Psycho-Analy-
sis, 1913.
74
karl mannheim, Ideology and Utopia, 1936, pp. 61-62.
75
t. mann, Die Stellung Freuds in der modernen Geistesgeschichte, in
Die Forderung des Tages, pp. 201 sgg.
76
s. freud, Die Zukunft einer Illusion, in Gesammelte Werke, XIV,
1948, p. 377.
77
nietzsche, Werke, 1895 sgg. XVI, p. 19.