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Orientarsi in rete
Didattica delle lingue
e tecnologie digitali
a cura di
Matteo La Grassa e Donatella Troncarelli
1
@ 2016 Becarelli, Siena
Viale Goffredo Mameli 14/16.
http://www.labecarelli.it
editore@labecarelli.it
telefono +390577226427
Prima edizione
Maggio 2016
Direttore
Donatella Troncarelli - Università per Stranieri di Siena
Comitato scientifico
Carmen Argondizzo - Università della Calabria
Eleonora Fragai - Ricercatrice indipendente
Ivana Fratter - Università degli Studi di Padova
Roberta Grassi - Università degli Studi di Bergamo
Elisabetta Jafrancesco - Università degli Studi di Firenze
Matteo La Grassa - Università per Stranieri di Siena
Maria Cecilia Luise - Università degli Studi di Firenze
Massimo Maggini - Università per Stranieri di Siena
Anthony Mollica - Brock University, Canada
Giuseppe Paternostro - Università degli Studi di Palermo
Donatella Troncarelli - Università per Stranieri di Siena
Andrea Villarini - Università per Stranieri di Siena
Grafica
Alessandro Bellucci
ISBN 9788898466061
Titolo Orientarsi in rete
LINFA - 1
Orientarsi in rete
Didattica delle lingue
e tecnologie digitali
a cura di
Matteo La Grassa e Donatella Troncarelli
capitolo vii
LA FLIPPED CLASSROOM:
CARATTERISTICHE ED ESPERIENZE
Alessandra Giglio
Università di Parma
1. Introduzione
Nel 2007, in una scuola superiore del Colorado, negli Stati Uniti, due in-
segnanti di chimica diedero vita a un nuovo modo di insegnare nelle proprie
classi: dato l’alto numero di studenti che avrebbero dovuto frequentare il loro
corso, i due insegnanti pensarono di videoregistrare le proprie lezioni e di
mettere a disposizione dei propri studenti i video così ottenuti. In questo
modo, essi trovarono un ingegnoso modo per guadagnare del “tempo presen-
ziale” con i propri studenti, dando spazio ad attività, laboratori, approfondi-
menti, ulteriori spiegazioni approfondite e personalizzate. La flipped classro-
om1 era ufficialmente nata.
La flipped classroom nasce quindi tra i banchi di scuola e viene sperimentata
per insegnare una materia disciplinare. È possibile applicare una metodologia
didattica di questo tipo anche all’insegnamento delle lingue straniere? In caso
1 Anche sulla terminologia che identifica tale metodologia non si è ancora raggiunto un
accordo univoco: in questa sede, denomineremo la metodologia come flipped classroom, sebbene
vi sia una sostanziale differenza tra flipped classroom e flipped learning, come sottolinea la stessa
Flipped Learning Network (2014): infatti, “capovolgere una classe” non significa necessariamente
capovolgere, rivoltare completamente l’intero processo di apprendimento, anche se “capovolgere
una classe” potrebbe essere il primo passo verso tale direzione. Tuttavia, in questo contesto,
utilizzeremo la denominazione che si sta attualmente diffondendo maggiormente in Italia,
ovvero quella, appunto, di flipped classroom, complice probabilmente il testo italiano più famoso
sull’argomento, ovvero il contributo di Maglioni e Biscaro (2014).
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affermativo, come può tale metodologia interfacciarsi con altri approcci più
comunemente riconducibili all’insegnamento delle lingue straniere, come per
esempio il diffuso approccio comunicativo?
In questa sede, tenteremo di rispondere ad alcuni di questi interrogativi e
analizzeremo alcune situazioni didattiche in cui si è tentato di “capovolgere la
classe” di lingua italiana per stranieri in contesti universitari e scolastici, on- e
off-line.
Traditional lectures and subsequent testing are still dominant learning ve-
hicles in schools. In order for students to get a well-rounded education with
real world experience, they must also engage in more informal in-class activi-
ties as well as learning to learn outside the classroom. Most schools are not
encouraging students to do any of this, nor to experiment and take risks with
their learning - but a new model, called the “flipped classroom,” is opening
the door to new approaches. The flipped classroom uses the abundance of
videos on the Internet to allow students to learn new concepts and material
outside of school, thus preserving class time for discussions, collaborations
with classmates, problem solving, and experimentation ( Johnson et al. 2012).
Qualche anno più tardi, nel medesimo rapporto del 2013 ( Johnson et al.
2013) e del 2014 ( Johnson et al. 2014), la flipped classroom guadagna un ruolo
considerevole all’interno della lista delle tecnologie e strategie digitali emer-
genti. Il rapporto sulla Higher Education 2013 ( Johnson et al. 2013) della
NMC Horizon, inoltre, dà una definizione piuttosto precisa di ciò che è la
flipped classroom: essa presuppone un approccio didattico basato sull’Inquire-
based learning e su alcune strategie didattiche combinate che permettono allo
studente di costruire autonomamente il proprio percorso di apprendimen-
to. Un’ulteriore definizione di flipped classroom2, ancora, è quella fornita dalla
2 Una buona “definzione grafica” di flipped classroom è in fig. 1, mentre un’altrettanto incisiva
infografica si può trovare all’indirizzo http://www.knewton.com/flipped-classroom/ .
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i due docenti sono riusciti a ritagliare del tempo durante le lezioni per
aiutare individualmente i propri studenti, diventando una sorta di tutor, di
scaffolding per poter supportare gli studenti stessi durante il proprio pro-
cesso di apprendimento.
Il metodo di insegnamento di Bergmann e Sams (2012b) è nato nel
2007; nello stesso periodo, stava nascendo un’altra tecnologia chiave per
l’affermarsi della classe: nell’ottobre 2006, Google Inc. acquista una nuo-
va, interessante piattaforma, creata nel 2005 da tre dipendenti di PayPal,
che permetteva di condividere facilmente dei contenuti video attraverso la
Rete. Il nome di questa innovativa piattaforma era YouTube. Questo rivo-
luzionario modo di comunicare le informazioni attraverso i video ha con-
tribuito in modo significativo alla potente diffusione della democrazia che
sta (ancora) alla base del web attuale. Ma ancora più importante è stato il
ruolo che YouTube ha avuto per il successo del modo di insegnare chimica
di Bergmann e Sams: gli studenti potevano facilmente frequentare le le-
zioni, anche se per motivi vari non potevano essere presenti in aula, tramite
i video pubblicati sulla piattaforma. Questo ha permesso anche che l’in-
teresse e la motivazione per gli studenti (e anche per gli insegnanti!) ver-
so l’apprendimento/insegnamento della materia aumentasse: gli studenti
hanno iniziato a cooperare e lavorare insieme, aiutando quindi Bergmann
e Sams a diventare istruttori più proattivi che non conferenzieri distaccati.
Nello stesso periodo, un ulteriore fenomeno stava per diventare una
pietra miliare fondamentale nell’era dell’apprendimento attraverso Inter-
net: Salman Khan Amin, un educatore di origine bengalese che risiede
negli Stati Uniti, fonda la Khan Academy3, una piattaforma online gratu-
ita dove insegnanti provenienti da tutto il pianeta registrano e caricano i
propri video di lezioni e spiegazioni su ogni argomento, e dove studenti da
ogni parte del mondo fruiscono dei contenuti caricati in modo gratuito.
L’obiettivo finale di Khan era, ed è ancora, quello di diffondere la cono-
scenza e dare accesso a essa a chiunque e in qualsiasi parte del mondo.
L’ambizioso progetto di Khan costituisce attualmente uno dei repository di
videolezioni più utilizzati da studenti di tutto il mondo e anche da inse-
gnanti ed educatori che usano simili materiali come risorse aggiuntive per
le loro flipped classroom.
3 https://it.khanacademy.org/
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fig. 2. Struttura di un’unità didattica del Level fig. 3. Esempio di “grammar pill video” utiliz-
2 del “corso capovolto” di italiano per princi- zato nel Level 1 del “corso capovolto” di italiano
pianti. per principianti.
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con un gruppo di controllo, dato che è stato attivato un unico corso per
ciascun livello durante i 4 semestri.
Il Deledda International School è un istituto relativamente giovane
nell’area metropolitana genovese. La scuola è stata creata nel 1999 ed è
stata immediatamente affiliata all’International Baccalaureate Organiza-
tion. Nell’anno scolastico 2013-2014, la scuola contava più di 200 studenti,
di cui il 10% stranieri. La necessità di prevedere dei corsi di lingua italiana
per studenti stranieri si è palesata fin dai primi tempi in cui la scuola ha
iniziato a operare sul territorio genovese5; inoltre, dal 2006, sono stati of-
ferti regolarmente corsi di italiano per stranieri a livello curricolare per gli
studenti stranieri che frequentano la scuola.
In un simile contesto didattico, il corso di italiano per principianti è
stato particolarmente utile durante l’anno scolastico 2013-2014: il cor-
so, per questioni legate all’orario scolastico delle diverse classi di studenti
coinvolte, è stato diviso in due corsi distinti del medesimo livello: sebbene
il numero di partecipanti al corso sia non rappresentativo (gli studenti
che hanno partecipato al corso sono in totale 4), l’indagine si configura
comunque come uno studio di caso e la divisione del corso in due gruppi
ha permesso di poter usufruire di un gruppo di controllo per la sperimen-
tazione della flipped classroom.
Il gruppo di studenti a livello universitario dell’Università del Dalarna,
composto da 112 studenti di età compresa tra i 18 e i 66 anni, ha espres-
so il proprio giudizio sulla metodologia della “classe capovolta” attraverso
alcuni questionari di gradimento. In questa sperimentazione, non presen-
tiamo i risultati dei test formativi intermedi e sommativi finali dato che
non è stato possibile compararli con un eventuale gruppo di controllo e,
pertanto, tali dati risulterebbero a nostro avviso poco significativi a provare
l’efficacia o meno di una simile metodologia didattica. Per ciò che concer-
ne la soddisfazione degli studenti universitari riguardo al corso, essi hanno
dimostrato un grande entusiasmo per il modo in cui il corso è strutturato:
il 79% degli studenti trova che sia utile avere a disposizione degli schemi
dettagliati di quanto è necessario fare per ciascuna unità didattica e ha
decisamente apprezzato le spiegazioni video registrate preventivamente (il
5 Per la descrizione di alcune buone pratiche didattiche realizzate in questa scuola si rimanda
a Giglio (2012).
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nuti del corso in base al proprio ritmo d’apprendimento («I like the ability
to study as little or as much as necessary before the lesson», DD, 16 anni,
studentessa statunitense; «It gives us more time to focus on things that
we don’t understand», PN, 15 anni, studentessa russa). Inoltre, gli studen-
ti hanno apprezzato la possibilità di poter chiedere, durante il momento
presenziale, chiarimenti sull’argomento di lezione più mirati, giacché sono
già stati esposti precedentemente alla spiegazione dell’argomento della le-
zione («I like the ability to already know the information before, so I can
ask questions when I have a teacher there with me», PN).
Tuttavia, gli studenti individuano anche alcuni elementi negativi della
metodologia di “classe capovolta” nel loro corso di lingua italiana per stra-
nieri: essi ritengono che ci voglia più tempo per essere ben preparati per la
lezione e, nel caso in cui non siano in grado di completare la preparazione
per la lezione presenziale, devono fare i conti con un senso di «under pre-
paration» (DD), di preparazione insufficiente che, altrimenti, non avreb-
bero sentito e che trovano sgradevole. Inoltre, gli studenti sottolineano
che a volte la struttura del corso risulta per loro confusa e si sentono spa-
esati nel percorso di apprendimento da seguire; infine, trovano difficoltà
a «balance the flipped method class with my other traditional method
classes» (DD), trovando difficile quindi il cambiamento di metodologia
tra lezioni con metodologie più innovative e lezioni che presuppongono
metodologie più tradizionali. Quest’ultimo punto rilevato dagli studenti è
particolarmente interessante in quanto sottolinea le difficoltà di introdurre
tale metodologia nella formazione K-12 italiana (fascia d’età, questa, che
finora è stata il principale destinatario di una simile metodologia). Il corso
di lingua in ambito scolastico è ben lungi dall’essere autonomo e indipen-
dente; al contrario, gli studenti suggeriscono che deve essere inserito in un
disegno di apprendimento più generale, che tenga conto della particolarità
multidisciplinare della formazione scolastica e che dovrebbe essere col-
lettivamente discusso e implementato da tutta la scuola per avere pieno
successo.
Con riferimento ai test sommativi tenuti a metà del corso, gli studenti
del “gruppo capovolto” e del gruppo di controllo mostrano un risultato
simile: le loro capacità di comprensione e produzione scritta sembrano
attestarsi in media allo stesso livello; allo stesso modo, sono sviluppate si-
milmente le loro capacità di comprensione e produzione orali. Tuttavia, la
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6 Cfr. nota 2.
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6. Conclusioni
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