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11 ottobre, ore 18:00
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Rimini. Risvolti dellabito
BIANCA E BLU di Monica Bolzoni
Storia e narrazioni di una moda designer
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in set immaginativi allestiti, come in un collage, giustapponendo ad
esempio alla poetica di Monica Bolzoni le narrazioni dei photoshoots di
Vogue Italia, alle atmosfere teatralizzate del negozio/atelier Bianca
e Blu le spazialit visuali e performative evocate dagli indumenti cre-
ati dalla designer per gli artisti (in particolare per Vanessa Beecroft e i
Fanny&Alexander).
Gli oggetti in mostra, cos combinati secondo una nuova scrittura nar-
rativa, proiettano i fruitori in medias res e, sollecitandone lesperienza
aptica, li conducono lungo leccentrica straordinariet di un tracciato
creativo, con le sue storie e i suoi incontri: quello di Monica Bolzoni,
alias Bianca e Blu.
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2 Bianca e Blu
Dallinizio dellattivit di designer con lapertura nel 1981 del negozio
Bianca e Blu a Milano, in via De Amicis 53, Monica Bolzoni disegna
i propri abiti secondo una modalit progettuale e un fare interlocuto-
rio, relazionale, che gi nella scelta del nome, Bianca e Blu, si appros-
sima alle pratiche dellobjet trouv. Bianca e Blu infatti un nome trovato,
perch cos gi si chiamava il negozio che stava per chiudere i battenti
e che la designer tempestivamente rileva e fa proprio al suo rientro da
New York1, dove aveva lavorato come fashion coordinator per Fiorucci.
Bench retaggio di unaltra storia imprenditoriale, quel nome adot-
tato da Monica Bolzoni, attratta dalleffetto di freschezza prodotto
dallabbinamento dei due colori, ma anche intrigata dalla sua allusione
a una duplicit identitaria. Su un altro versante, infatti, quel nome ben
si sarebbe accordato con la natura anfibia della produzione di Monica
Bolzoni, collocata tra il sistema della moda e la scelta di unautonomia
creativa e imprenditoriale fin da subito informata dallurgenza critica
di immaginare un presente diverso da quello allora rappresentato dalle
tendenze mainstream.
Siamo allinizio di un decennio in cui la piena affermazione del prt-
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Fedra, Grace, Sherazade, Albertine, Brigitte, Justine, Cenerentola sono solo al-
cuni dei suggestivi nomi che Monica Bolzoni ha scelto per le proprie
creature di tessuto: Sono archetipi di donne che abbiamo dentro,
appartengono a un patrimonio femminile collettivo, e conducono per
mano in una esperienza ludica e visionaria4. Sono silhouette con una
loro precisa identit culturale e sartoriale, ma non scompariranno alla
fine di una stagione per riapparire nel backstage della nuova collezione
di turno allinsegna di un sentimento violento del tempo5. Vengono,
infatti, ideate e realizzate dalla designer come pezzi di affezione, abi-
ti evergreen, adattabili a ogni stagione e circostanza perch declinabili in
tessuti eterogenei e in pi colori e, ancora, modulabili e abbinabili ad
libitum in diverse combinazioni indumentali. Sono le invenzioni di una
moda designer che coniuga memoria e cultura del progetto.
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3 Moda Designer
Dal 1975 al 1980, prima in Italia e poi a New York, Monica Bolzoni d
il suo contributo come fashion coordinator al funky business di Fiorucci6 con
lincarico di selezionare i prodotti per la vendita e per limmagine dei
negozi statunitensi: quello di New York sulla cinquantanovesima e Le-
xington, quello di Boston aperto nel 1978 in un vecchio mercato (tipo
Les Halles), e infine quello di Los Angeles, uno spazio nato per lo spet-
tacolo teatrale allinizio del Novecento e in seguito trasformato in ci-
nema. Due sono gli aspetti che in particolare emergono da quellespe-
rienza e che a questa distanza temporale si rivelano interessanti per il
suo profilo di moda designer: la capacit di gestire immaginativamente
un eclettico repertorio di prodotti e lacquisita consapevolezza che pro-
duzione e consumo sono facce di una stessa medaglia. Quando inizia
a disegnare le proprie collezioni, Monica Bolzoni avverte la necessi-
t di offrire possibilit vestimentarie non contemplate dalle tendenze
contemporanee e intraprende un viaggio tra forme, stili e tecnologie
del repertorio storico della moda, sospinta da un proprio tracciato in-
teriore di memorie7 ed emozioni. A guidarla, nel suo fare istintivo, non
era un senso di sfida tra presente e passato, piuttosto lintuizione che la
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Design per il vestire significa affrontare il problema della vestibilit: dallo studio
delle forme emerge che non si tratta di pensare allabito sul corpo, ma al corpo
nellabito. Penso che Bellezza sia: S, M, L, XL: il corpo in scala.12
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4 Abiti dedicati allarte
Gli abiti realizzati da Monica Bolzoni in collaborazione con artisti vi-
sivi e performer, bench nati come progetti per larte e il teatro davan-
guardia, rappresentano le componenti essenziali del suo metodo pro-
gettuale: lidea, il colore, la modularit, lessenzialit delle forme, il
montaggio e la sovrapposizione di vari pezzi13 ; come la serie dei capi
ideati tra il 1995 e il 1996 per le performance di Vanessa Beecroft, che
riflettono efficacemente il suo concetto di modularit.
La performance VB16 (Deitch Projects, New York, 1996), ad esempio,
richiedeva di mettere in scena una serie di ragazze (non modelle pro-
fessioniste) vestite in modo invisibile ed essenziale. E lidea fu quella di
far indossare loro una lingerie ottenuta dal taglio e dalla scomposizione
di un collant: un materiale industriale gi esistente e a basso costo,
adeguato al raggiungimento delleffetto desiderato.
Per me coprire appena quei corpi con quel velo, con quella che per me era la
lingerie del coro e della moltitudine, era la cosa pi fine, pi leggera che potevo
pensare: era una superficie semitrasparente e liscia come la pelle, che proteg-
geva ed esaltava i corpi di quelle ragazze diverse per origine, cultura, pudore,
colore e capelli.14
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Biografia
Monica Bolzoni nel 1970, gio- Attraverso la progettazione di
vanissima, inizia il suo viaggio capi, realizzati da una model-
di formazione nel prt--porter leria interna, Monica Bolzoni
parigino come responsabile del persegue un attento studio del
prodotto e dellimmagine di rapporto abito/corpo.
Franck Olivier.
1984 Inaugura il nuovo spa-
1975-80 E fashion coordinator zio (BB2), atelier di ricerca, spe-
per Fiorucci, prima in Italia, rimentazione e elaborazione di
quindi a New York e a Los An- nuovi tessuti per la creazione
geles, dove sperimenta le con- di capi di abbigliamento uni-
taminazioni tra arte e moda ci e accessori. Con lapertura
entrando in contatto con i pro- del secondo negozio, il primo
tagonisti della Factory e con (BB1) si specializza in maglieria
Andy Warhol stesso. e su un tipo di jersey declinato
a tutto campo (biancheria, abiti,
1981 Rientrata a Milano, apre accessori, ecc.) e personalizza-
Bianca e Blu in Via De Amicis to nei colori e nelle stampe. Il
53. Il negozio acquisisce unim- jersey prodotto industrialmente
mediata visibilit presso un pub- con concetto modulare diventa
blico internazionale, grazie an- un basic a target popolare, ma
che al riconoscimento ottenuto dallimmagine sofisticata.
da importanti riviste di moda e
dattualit (Vogue, Panora- 1985 Monica Bolzoni apre
ma, LEspresso, ecc.). La Sartoria, casa/atelier
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2012-13 La Soprintendenza
per i Beni Storici, Artistici ed Et- www.biancaeblu.com
noantropologici per le Province
di Siena e Grosseto acquisisce
una selezione rappresentativa
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Note
1. Simona Segre Reinach, Milan, the city of prt--porter, in Fashions World Cities, C.
Breward, D. Gilbert (eds.), Berg, Oxford, 2006.
2. Natalia Aspesi, La povera e la Ricca, due star, Vogue Italia, Dic. 1982, pg. 157.
3. Cfr. Paola Colaiacomo, Moda e Letteratura. Scrivere ( e leggere) attraverso i vestiti, in
Letteratura europea, in corso di pubblicazione, FMR, Milano 2014.
4. Annalisa Trentin, Bianca e Blu Monica Bolzoni, dArchitettura nel Tempo, n.33, 2007,
pp.154-158.
5. Roland Barthes, Il match Chanel-Courrges, in Il senso della moda, a cura di Gianfranco
Marrone, Einaudi, Torino 2006, pg. 85.
6. Luisa Valeriani, Colazione da Fiorucci, in Fatto in Italia, a cura di Paola Colaiacomo,
Meltemi, Roma 2006, pg. 37.
7. Cfr. Caterina Marrone, Monica Bolzoni Moda Designer, Il Vicolo-Divisione libri- Cesena
2008.
8. Valerie Steele, Fashion: Yesterday, Today and Tomorrow, in The Fashion Business: Theo-
ry, Practice, Image, Nicola White, Ian Griffiths (eds.), Berg, Oxford 2000, pg. 7.
9. Nicolas Bourriaud, Postproduction. Come larte riprogramma il mondo, Postmedia, Milano 2004.
10. Ibidem, pg. 13.
11. Monica Bolzoni, Dare forma alla moda: esperienza, teorie, progetti. Relazione al
convegno Questioni di etichetta, claDEM, IUAV, sede di Treviso 31 maggio-1 giugno
2006.
12. Ibidem
13. Ibidem
14. Fanny&Alexander, Theres No Place Like Home, Il Vicolo - Divisione Libri- Cesena 2009,
pg. 30.
15. Chiara Lagani, K.313: va in scena il terrore. Intervista a Monica Bolzoni, Graphie, Rivista
trimestrale di Arte e Letteratura, anno IX, n.3, dic. 2007, pg. 45.
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Indice immagini
in copertina - Robe manteau in faille, provini a contatto di Albert Watson per la promozio-
ne di Bianca e Blu in Giappone, 1989
pg. 2 - Ritratti di Monica Bolzoni, provini a contatto di Maria Mulas per Bianca e Blu,
1982
pg. 4 - Cappotto in Harris Tweed, 1982
pg. 5 - Collezione in jersey per BB1, primi anni 80
pg. 6 - Abiti e tailleur, primi anni 80
pg. 8 - Orecchini pendenti con smeraldi e strass, fotografia: Helmut Newton, Vogue Ita-
lia, Dicembre 1982
pg. 10 - Colletti e Collari, primi anni 80, 90 e 2000, fotografie: Marcello Formichi
pg. 11 - Colletto in pvc a quadretti di specchio, Vogue Sposa, Settembre 2007
pg. 12 - Abito in organzino di jersey, fotografia: Patrick Demarchelier, Vogue Italia, nu-
mero speciale dedicato alla Moda Italiana in Giappone, Novembre 1990
pg. 14 - Lingerie collant, cappottino in panno lenci, realizzati per le performance dellarti-
sta Vanessa Beecroft: VB 15 (Fondation Cartier pour lArt Contemporain, Paris 1995) e VB
16 (Deitch Projects, New York 1996)
pg. 15 - Costumi per lo spettacolo teatrale dei Fanny&Alexander, Theres No Place Like Home,
fotografia: Enrico Fedrigoli, 2009
pg. 16 - Costume per lo spettacolo teatrale dei Fanny&Alexander, Amore (2 atti), fotografia:
Enrico Fedrigoli, 2007
pg. 18 - Accessori cappelli, guanti e scarpe realizzati in diversi tessuti e materiali per le
collezioni di Bianca e Blu negli anni 80,90 e 2000, fotografie: Marcello Formichi
pg. 19 - Cuffie in jersey tecno: fotografia: Greg Lotus, Vogue Italia, Maggio 2007; fo-
tografia: Michelangelo Di Battista, Vogue Italia, Novembre 2005; Turbante in velluto
nero e guanti, fotografia: Helmut Newton, Vogue Italia, Dicembre 1983; fazzoletto di
damasco in cotone, fotografia: Michelangelo Di Battista, Vogue Italia, Novembre 2006
pg. 20 (dallalto al basso) - Ritratto di Monica Bolzoni, Fotografia: Pietro Pisoni; Il negozio
BB1 - 1982 Milano Via De Amicis 53; Il negozio BB2 - 1984 Milano Via De Amicis 53; Il
negozio BB2, Inaugurazione, 1984
pg. 21 (dallalto al basso) - La Sartoria -1985 Milano Via C. Correnti 14; La Sartoria
-1985 Milano Via C. Correnti 14; Il negozio Bianca e Blu, Ayoama Tokyo, Japan - 1989;
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