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Annamaria De Simone

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Orazio Ars Poetica1
Testo latino e traduzione

Humano capiti cervicem pictor equinam Se abbozzando una testa il pittore volesse unirla a un collo di cavallo
iungere si velit et varias inducere plumas e a membra d'ogni natura con penne variopinte,
undique collatis membris, ut turpiter atrum facendo terminare per orrore le stupende fattezze
desinat in piscem mulier formosa superne, della donna con la coda nera di un pesce,
5 spectatum admissi risum teneatis, amici? e vi mostrasse il tutto, sapreste, amici miei, trattenere le risa?
Credite, Pisones, isti tabulae fore librum Eppure, credetemi Pisoni, identico al quadro
persimilem, cuius velut aegri somnia vanae un libro, in cui le immagini senza costrutto
fingentur species, ut nec pes nec caput uni sembrano nascere dai sogni di un febbricitante, dove n capo n piedi
reddatur formae. 'Pictoribus atque poetis si accordano in una figura compiuta. 'Ma poeti e pittori
10 quidlibet audendi semper fuit aequa potestas.' hanno sempre goduto del giusto diritto di tentare qualsiasi strada.'
Scimus et hanc veniam petimusque damusque vicissim, Lo so; privilegio che rivendico e concedo,
sed non ut placidis coeant immitia, non ut ma non perch coi mansueti si accomunino animali feroci
serpentes avibus geminentur, tigribus agni. e con gli uccelli siano accoppiati i serpenti, con gli agnelli le tigri.
Inceptis gravibus plerumque et magna professis Spesso, affrontando con grandi propositi l'incipit di un'opera di largo respiro,
15 purpureus, late qui splendeat, unus et alter si appiccicano a quello uno o due brandelli di porpora che brillino
adsuitur pannus, cum lucus et ara Dianae da ogni lato, per descrivere il bosco sacro e l'altare di Diana,
et properantis aquae per amoenos ambitus agros i meandri dell'acqua, che scorre veloce in mezzo all'incanto della campagna,
aut flamen Rhenum aut pluvius describitur arcus. il fiume Reno o la rugiada dell'arcobaleno:
Sed nunc non erat his locus. Et fortasse cupressum non era quello il luogo loro. Sai magari copiare dal vero un cipresso,
20 scis simulare: quid hoc, si fractis enatat exspes ma a che ti serve, se chi paga vuole piuttosto che tu lo dipinga mentre
navibus aere dato qui pingitur? Amphora coepit miracolosamente si salva a nuoto dai relitti della nave. Cominci a modellare
institui, currente rota cur urceus exit? un'anfora: perch dal tornio in moto viene fuori un orciolo?
Denique sit quod vis simplex dumtaxat et unum. Insomma: ogni cosa va bene, purch sia semplice e unitaria.
Maxima pars vatum, pater et iuvenes patre digni, Guarda tu, padre, e voi figli degni di lui, come il miraggio della perfezione
25 decipimur specie recti: brevis esse laboro, inganni tutti o quasi noi poeti. Mi sforzo d'essere breve
obscurus fio; sectantem levia nervi e divento oscuro; inseguo l'eleganza e perdo nerbo, slancio.
deficiunt animique; professus grandia turget; Mi propongo il sublime e ottengo enfasi; sono troppo prudente
serpit humi tutus nimium timidusque procellae. e timoroso nell'affrontare le difficolt e striscio terra terra.
Qui variare cupit rem prodigialiter unam, Si cerca la variet del meraviglioso in un soggetto semplice
30 delphinum silvis appingit, fluctibus aprum. e si dipinge un delfino nel bosco, un cinghiale nel mare.
In vitium ducit culpae fuga, si caret arte. Se manca l'arte, per evitare errori si cade in altri difetti.
Aemilium circa ludum faber imus et ungues L'artigiano di poco conto nei pressi della palestra di Emilio,
exprimet et mollis imitabitur aere capillos, sa con il bronzo rendere le unghie e imitare il fluire dei capelli,

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Le lettere a fianco del testo si riferiscono al documento http://annamaria75.altervista.org/Documenti/canoni-classicismo-ars-poetica-orazio.pdf.
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infelix operis summa, quia ponere totum ma nell'insieme l'opera mediocre perch non sa rappresentare il tutto.
35 nesciet. Hunc ego me, si quid componere curem, No, non vorrei essere lui nel mio lavoro,
non magis esse velim, quam pravo vivere naso, come non vorrei nella vita avere un naso storto
spectandum nigris oculis nigroque capillo. e suscitare ammirazione per il nero intenso degli occhi e dei capelli.
Sumite materiam vestris, qui scribitis, aequam Se mai decidete di scrivere, scegliete un argomento che si adatti
viribus, et versate diu quid ferre recusent, alle vostre forze; verificate a lungo quanto ricusino e quanto sopportino
40 quid valeant umeri: cui lecta potenter erit res, le vostre spalle. Ma se la scelta del soggetto vi appartiene,
nec facundia deseret hunc nec lucidus ordo. non mancheranno eleganza e limpidezza di armonia.
Ordinis haec virtus erit et venus, aut ego fallor, Se non m'inganno, l'armonia ha questo merito, questa bellezza,
ut iam nunc dicat iam nunc debentia dici, che l'autore dell'opera in lavorazione, mentre accoglie questo
pleraque differat et praesens in tempus omittat, o rifiuta quello, dica ora ci che ora si deve dire
45 hoc amet, hoc spernat promissi carminis auctor. e tralasci o rimandi il resto a tempo debito.
In verbis etiam tenuis cautusque serendis E anche per la finezza e la prudenza nel legare fra loro le parole,
dixeris egregie, notum si callida verbum il tuo linguaggio sar unico, se un accostamento inconsueto
reddiderit iunctura novum. Si forte necesse est far di una parola conosciuta una parola nuova. Quando necessario
indiciis monstrare recentibus abdita rerum, dire con segni nuovi concetti reconditi,
50 fingere cinctutis non exaudita Cethegis t'avverr di coniare espressioni che i Cetegi, nel loro costume,
continget, dabiturque licentia sumpta pudenter. non udirono mai: libert concessa se usata con discrezione.
Et nova fictaque nuper habebunt verba fidem, si E avranno credito parole nuove, formate di fresco,
Graeco fonte cadent, parce detorta: quid autem se derivate con ritegno da fonte greca: perch dovrebbero
Caecilio Plautoque dabit Romanus, ademptum i romani concedere a Cecilio e Plauto
55 Vergilio Varioque? Ego cur acquirere pauca ci che negarono a Virgilio e Vario? E se il linguaggio
si possum invideor, cum lingua Catonis et Enni di Catone ed Ennio arricch il nostro modo di esprimersi
sermonem patrium ditaverit et nova rerum con la creazione di neologismi, perch io sono guardato di sbieco
nomina protulerit? Licuit semperque licebit per i pochi doni che posso procurare? dato e sempre sar dato
signatum praesente nota producere nomen. immettere vocaboli che rechino il sigillo del presente.
60 Ut silvae foliis pronos mutantur in annos, Come il bosco muta le foglie nel fluire degli anni
prima cadunt, ita verborum vetus interit aetas, e cadono le prime, cos passa il tempo delle parole,
et iuvenum ritu florent modo nata vigentque. e hanno fioritura e vigore della giovent le ultime nate.
Debemur morti nos nostraque, sive receptus Noi e le nostre cose siamo in obbligo con la morte, e se per difendere
terra Neptunus classis Aquilonibus arcet, le flotte dai venti la terra accoglie il mare
65 regis opus, sterilisve diu palus aptaque remis per opera di re, se la palude sterile da tempo, navigabile
vicinas urbes alit et grave sentit aratrum; d nutrimento alle citt vicine e soffre il peso dell'aratro;
seu cursum mutavit iniquum frugibus amnis, se il fiume muta il suo corso, che danneggia le messi,
doctus iter melius: mortalia facta peribunt, e ne apprende uno migliore: le opere dei mortali periranno,
nedum sermonum stet honos et gratia vivax. e a maggior ragione il credito e la fortuna vitale della lingua.
70 Multa renascentur, quae iam cecidere, cadentque Molte parole cadute in disuso rivivranno, e cadranno
quae nunc sunt in honore vocabula, si volet usus, quelle che ora sono in onore, se l'uso, in cui risiede
quem penes arbitrium est et ius et norma loquendi. l'arbitrio, il diritto e la norma del nostro idioma, lo vorr.

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Res gestae regumque ducumque et tristia bella Il metro, in cui si possono descrivere le gesta di re e condottieri
quo scribi possent numero monstravit Homerus. e l'amarezza della guerra, ci fu rivelato da Omero.
75 Versibus impariter iunctis querimonia primum, L'unione di versi ineguali racchiuse dapprima il compianto,
post etiam inclusa est voti sententia compos. pi tardi il senso di un voto esaudito.
Quis tamen exiguos elegos emiserit auctor, Ma l'inventore del tenue metro elegiaco
grammatici certant et adhuc sub iudice lis est. ancora discusso dai critici ed problema aperto.
Archilochum proprio rabies armavit iambo; Di Archiloco il giambo, che arm la sua ira;
80 hunc socci cepere pedem grandesque cothurni, poi questo piede fu assunto dalla commedia e dalla solenne tragedia,
alternis aptum sermonibus, et populares perch, adatto al dialogo e in grado di vincere
vincentem strepitus et natum rebus agendis. lo strepito della folla, sembr destinato all'azione.
Musa dedit fidibus divos puerosque deorum Alla lirica la Musa affid il compito di cantare gli dei e i figli degli dei,
et pugilem victorem et equum certamine primum la vittoria dei pugili, i cavalli primi arrivati nelle gare,
85 et iuvenum curas et libera vina referre. le pene della giovinezza e l'ebbrezza del vino.
Descriptas servare vices operumque colores Se non conosco le leggi dell'arte e non so usare i toni che le convengono,
cur ego si nequeo ignoroque poeta salutor? come possibile proclamarmi poeta? E come preferire,
Cur nescire pudens prave quam discere malo? per un male inteso pudore, di non intendersene invece che imparare?
Versibus exponi tragicis res comica non volt. Un argomento comico non ammette un'esposizione in versi tragici.
90 Indignatur item privatis ac prope socco Come il pasto di Tieste non sopporta d'essere narrato
dignis carminibus narrari cena Thyestae. con versi d'ogni giorno, quasi fossero di commedia.
Singula quaeque locum teneant sortita decentem. Ogni cosa deve occupare con decoro il posto avuto in sorte.
Interdum tamen et vocem comoedia tollit, Malgrado questo, talvolta anche la commedia alza la voce,
iratusque Chremes tumido delitigat ore; e Cremete si scalda, in preda all'ira, gonfiando le gote;
95 et tragicus plerumque dolet sermone pedestri come nella tragedia Tlefo e Peleo soffrono con le parole di sempre,
Telephus et Peleus, cum pauper et exsul uterque quando, poveri ed esuli entrambi,
proicit ampullas et sesquipedalia verba, gettano in un canto le frasi altisonanti, le parole eccessive,
si curat cor spectantis tetigisse querella. se vuole il loro pianto toccare il cuore dei presenti.
Non satis est pulchra esse poemata; dulcia sunto, Non basta che la poesia sia bella; deve suscitare piacere
100 et, quocumque volent, animum auditoris agunto. e condurre il nostro spirito dove preferisce.
Ut ridentibus arrident, ita flentibus adsunt Come a un volto ridente si sorride e si partecipa
humani voltus: si vis me flere, dolendum est al dolore di chi piange, se vuoi che io pianga, devi provar dolore
primum ipsi tibi; tunc tua me infortunia laedent, tu stesso; allora, mi toccheranno le vostre sventure,
Telephe vel Peleu; male si mandata loqueris, Tlefo e Peleo; ma se reciti male la tua parte
105 aut dormitabo aut ridebo. Tristia maestum io m'addormento oppure rido. Parole tristi
voltum verba decent, iratum plena minarum, si addicono a un volto mesto, quelle minacciose ad uno adirato,
ludentem lasciva, severum seria dictu. a quello allegro le scherzose, all'austero le gravi.
Format enim natura prius non intus ad omnem Perch, secondo le infinite condizioni umane, prima ci forma dentro
fortunarum habitum; iuvat aut impellit ad iram, la natura; ci rallegra, ci spinge all'ira,
110 aut ad humum maerore gravi deducit et angit; ci prostra e ci tormenta sotto il peso della tristezza;
post effert animi motus interprete lingua. poi, traducendoli in linguaggio, esprime i sentimenti.

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Si dicentis erunt fortunis absona dicta, E quando le parole stonano con le vicende di chi parla,
Romani tollent equites peditesque cachinnum. tutti a Roma, popolo e cavalieri, levano una risata.
Intererit multum divusne loquatur an heros, Troppo sono lontani i linguaggi della divinit e degli eroi,
115 maturusne senex an adhuc florente iuventa di un vecchio attempato e di un giovane vivace ancora nel fiore degli anni,
fervidus, an matrona potens, an sedula nutrix, di una dama imperiosa, di una nutrice zelante,
mercatorne vagus, cultorne virentis agelli, di un mercante errabondo, del contadino che cura il suo campicello verde,
Colchus an Assyrius, Thebis nutritus an Argis. dell'uomo della Clchide o dell'Assiria, di quello allevato a Tebe o ad Argo.
Aut famam sequere, aut sibi convenientia finge. O attenersi alla tradizione, lo scrittore, o inventare caratteri coerenti.
120 Scriptor honoratum si forte reponis Achillem; Se lo rimette in scena, un Achille che si rispetti
impiger, iracundus, inexorabilis, acer sar scattante, irascibile, spietato, aggressivo,
iura neget sibi nata, nihil non arroget armis. senza legge che riconosca e col solo diritto delle armi.
Sit Medea ferox invictaque, flebilis Ino, Medea sar feroce e indomabile, Ino compassionevole,
perfidus Ixion, Io vaga, tristis Orestes. perfido Issione, errabonda Io e Oreste torvo.
125 Si quid inexpertum scaenae committis et audes Se poi vorrai portare sulla scena un'esperienza inedita,
personam formare novam, servetur ad imum creare un nuovo personaggio, dovrai sostenerlo
qualis ab incepto processerit et sibi constet. come l'hai presentato, coerente con se stesso sino alla fine.
Difficile est proprie communia dicere, tuque Non facile rendere in modo personale il repertorio comune,
rectius Iliacum carmen deducis in actus, ma meglio porre in scena un canto dell'Iliade
130 quam si proferres ignota indictaque primus. che proporre novit inesplorate.
Publica materies privati iuris erit, si materiale pubblico che diventer nostro,
non circa vilem patulumque moraberis orbem; se non ti perdi nel cerchio banale del gi noto,
nec verbum verbo curabis reddere fidus e non ti affanni a rendere parola per parola come un fedele traduttore,
interpres, nec desilies imitator in artum, e se non ti riduci, da imitatore, in strettoie dalle quali il troppo rispetto
135 unde pedem proferre pudor vetet aut operis lex. o le esigenze artistiche impediscono di cavare i piedi.
Nec sic incipies, ut scriptor cyclicus olim: Cos non cominciare come quel poeta ciclico:
'Fortunam Priami cantabo et nobile bellum.' 'La sventura di Priamo canter e la guerra famosa'.
Quid dignum tanto feret hic promissor hiatu? Cosa mai potr offrirci il millantatore che stia all'altezza di un esordio tale?
Parturient montes, nascetur ridiculus mus. La montagna ha le doglie e, ridi, nasce un topolino.
140 Quanto rectius hic, qui nil molitur inepte: Quanto meglio il poeta che nulla incomincia a sproposito:
'Dic mihi Mura virum, captae post tempora Troiae 'Dimmi, Musa, dell'eroe che, caduta Troia,
qui mores hominum multorum vidit et urbes.' vide i costumi e le citt di molti uomini'.
Non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem Di trarre la luce dal fumo, non il fumo dalla scintilla,
cogitat, ut speciosa dehinc miracula promat, questo si propone, per ridestare la meraviglia delle sue invenzioni:
145 Antiphaten Scyllamque et cum Cyclope Charybdim; Antfate, Scilla, Cariddi ed il Ciclope.
nec reditum Diomedis ab interitu Meleagri, Non inizia il ritorno di Diomede con la morte di Meleagro,
nec gemino bellum Troianum orditur ab ovo. n la guerra di Troia dalle due uova del mito,
Semper ad eventum festinat et in medias res, ma si affretta dritto alla meta, trascina il lettore in mezzo agli eventi,
non secus ac notas, auditorem rapit, et quae come se questi gli fossero noti, e tralascia le parti
150 desperat tractata nitescere posse, relinquit; che ritiene non possano brillare nella narrazione;

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atque ita mentitur, sic veris falsa remiscet, e cos inventa, mescola il vero col falso,
primo ne medium, medio ne discrepet imum. perch tutto, inizio e fine, armonizzi col suo centro.
Tu, quid ego et populus mecum desideret, audi. Ora, tu, ascolta le esigenze mie e del pubblico.
Si plausoris eges aulaea manentis et usque Se vuoi che la gente batta le mani in attesa del sipario e rimanga a sedere
155 sessuri donec cantor 'Vos plaudite' dicat, sino a quando l'attore esclama 'applaudite, applaudite!',
aetatis cuiusque notandi sunt tibi mores, che i caratteri di ciascuna et siano riconoscibili
mobilibusque decor naturis dandus et annis. e che a questi sia dato il colorito che conviene col mutare degli anni.
Reddere qui voces iam scit puer et pede certo Il bambino, che ha imparato a parlare e a reggersi senza incertezze in piedi,
signat humum, gestit paribus colludere, et iram smania di giocare coi compagni d'et,
160 colligit ac ponit temere et mutatur in horas. s'arrabbia e si calma senza ragione e di ora in ora diverso.
Imberbus iuvenis, tandem custode remoto, Il giovanotto imberbe, finalmente libero da tutela,
gaudet equis canibusque et aprici gramine campi, ha la passione dei cavalli, dei cani e del prato in pieno sole del Campo Marzio;
cereus in vitium flecti, monitoribus asper, si piega ai vizi come cera, insofferente con chi l'ammonisce,
utilium tardus provisor, prodigus aeris, lento a individuare il proprio utile, eccessivo,
165 sublimis cupidusque et amata relinquere pernix. prodigo, appassionato, un lampo nel lasciare ci che ama.
Conversis studiis aetas animusque virilis Mutano con l'et le inclinazioni dell'uomo maturo
quaerit opes et amicitias, inservit honori, e al suo cuore premono amicizia e ricchezze, schiavo dell'ambizione,
commisisse cavet quod mox mutare laboret. si guarda dal cominciare un'impresa che poi sia difficile abbandonare.
Multa senem circumveniunt incommoda, vel quod Il vecchio infine, assediato da tutti i suoi malanni,
170 quaerit et inventis miser abstinet ac timet uti, ha desideri ancora, ma per avarizia e per timore d'intaccarlo
vel quod res omnis timide gelideque ministrat, si astiene da ci che ha ottenuto, mette mano alle cose col gelo della paura,
dilator, spe longus, iners, avidusque futuri, rimanda, fa progetti nel tempo che non conclude, avido di futuro,
difficilis, querulus, laudator temporis acti scontroso, brontolone, pieno di lodi per il tempo andato,
se puero, castigator censorque minorum. quand'era ragazzo, di mortificazioni e censure per chi pi giovane di lui.
175 Multa ferunt anni venientes commoda secum; Affacciandosi, gli anni portano vantaggi,
multa recedentes adimunt. Ne forte seniles ma altrettanti ne tolgono passando. Non si affidi a un giovane
mandentur iuveni partes pueroque viriles, la parte di un vecchio o a un fanciullo quella dell'uomo:
semper in adiunctis aevoque morabimur aptis. qualche carattere tipico dell'et rimarr sempre.
Aut agitur res in scaenis, aut acta refertur. L'azione ha luogo sulla scena o la si narra come gi accaduta.
180 Segnius irritant animos demissa per aurem Ci che coglie l'udito eccita meno l'animo
quam quae sunt oculis subiecta fidelibus et quae di quanto con evidenza si offre alla vista
ipse sibi tradit spectator. Non tamen intus ed immediatamente recepito. Ma non il caso di mettere in scena
digna geri promes in scaenam, multaque tolles un'azione che sta bene dietro le quinte: molto si deve togliere
ex oculis quae mox narret facundia praesens, alla vista di ci che nei particolari un testimone pu narrare.
185 ne pueros coram populo Medea trucidet, Non possibile che in presenza del pubblico Medea uccida i figli,
aut humana palam coquat exta nefarius Atreus, che con infamia Atreo davanti a tutti arda viscere umane,
aut in avem Procne vertatur, Cadmus in anguem. o che Procne si tramuti in uccello, Cadmo in serpente:
Quodcumque ostendis mihi sic, incredulus odi. l'incredibilit di un simile spettacolo mi riesce insopportabile.
Neve minor neu sit quinto productior actu Il lavoro teatrale che aspira ad essere rappresentato e replicato,

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190 fabula, quae posci volt et spectata reponi. dopo la prima recita, non deve essere pi breve, n pi lungo di cinque atti.
Nec deus intersit, nisi dignus vindice nodus La divinit non interverr che nei momenti in cui necessaria per risolvere
inciderit: nec quarta loqui persona laboret. l'intreccio; e il quarto personaggio non deve preoccuparsi di parlare.
Actoris partes chorus officiumque virile Il coro sosterr la sua parte di attore e il ruolo che gli spetta,
defendat, neu quid medios intercinat actus senza intonare, fra gli atti, intermezzi
195 quod non proposito conducat et haereat apte. che divagando non si leghino direttamente al soggetto.
Ille bonis faveatque et consilietur amice, Ma avr atteggiamenti di simpatia e consigli affettuosi per i buoni,
et regat iratos et amet peccare timentes; frener l'odio, avr caro chi teme di peccare;
ille dapes laudet mensae brevis, ille salubrem loder la sobriet della mensa, il valore della giustizia,
iustitiam legesque et apertis otia portis; le leggi e la pace che spalanca le porte;
200 ille tegat commissa, deosque precetur et oret manterr i segreti affidatigli, invocher gli dei e li pregher
ut redeat miseris, abeat fortuna superbis. perch la fortuna ritorni agli infelici e s'allontani dai superbi.
Tibia non, ut nunc, orichalco vincta, tubaeque Un tempo il flauto non era rivestito di rame, tentando di rivaleggiare
aemula, sed tenuis simplexque foramine pauco con la tromba, ma semplice, sottile, e pochi fori gli bastavano
adspirare et adesse choris erat utilis, atque per accompagnare il coro e riempire
205 nondum spissa nimis complere sedilia flatu, col suo suono le scalee ancora poco affollate,
quo sane populus numerabilis, utpote parvus, dove si radunava un pubblico che si poteva contare tanto era scarso,
et frugi castusque verecundusque coibat. e galantuomo, casto, verecondo.
Postquam coepit agros extendere victor et urbes Poi quando quel pubblico vittorioso cominci ad estendere i suoi domini
latior amplecti murus vinoque diurno e mura pi ampie circondarono la citt e si prese a festeggiare col vino
210 placari Genius festis impune diebus, senza timore il nume tutelare lungo tutti i giorni di festa,
accessit numerisque modisque licentia maior. maggiore licenza travolse ritmi e melodie.
Indoctus quid enim saperet liberque laborum Cosa poteva mai intendere il villano ignorante dei giorni di festa
rusticus, urbano confusus, turpis honesto? confuso con il cittadino, l'infame con l'onesto?
Sic priscae motumque et luxuriam addidit arti Cos il flautista aggiunse all'arte primitiva movimento e ostentazione,
215 tibicen traxitque vagus per pulpita vestem; agitandosi qua e l sul palco con il suo costume;
sic etiam fidibus voces crevere severis, furono aumentate le corde della lira togliendole severit,
et tulit eloquium insolitum facundia praeceps, e l'enfasi sconsiderata port a uno stile stravagante,
utiliumque sagax rerum et divina futuri tanto che la saggezza delle massime profetiche
sortilegis non discrepuit sententia Delphis. non si distinse pi dall'oscurit dell'oracolo di Delfi.
220 Carmine qui tragico vilem certavit ob hircum, E l'autore che aveva affrontato l'agone tragico per il misero premio
mox etiam agrestis Satyros nudavit, et asper di un caprone, presto spogli anche i satiri dei campi
incolumi gravitate iocum tentavit eo, quod e tent, pur mantenendo il decoro, un suo modo pungente di scherzare,
illecebris erat et grata novitate morandus perch doveva trattenere, col magico piacere della novit,
spectator, functusque sacris et potus et exlex. spettatori reduci dalle libagioni di un rito sacro e ormai senza pi legge.
225 Verum ita risores, ita commendare dicacis Ma per rendere accettabili le risate
conveniet Satyros, ita vertere seria ludo, di questi satiri mordaci e fare in modo che la tragedia si muti in scherzo,
ne quicqumque deus, quicumque adhibebitur heros, necessario che la divinit o l'eroe,
regali conspectus in auro nuper et ostro, ammirati alla loro apparizione nella regalit dell'oro e della porpora,

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migret in obscuras humili sermone tabernas, non finiscano per la volgarit del linguaggio nella caligine di una taverna
230 aut, dum vitat humum, nubes et inania captet. o che per evitare le paludi si librino nel vuoto tra le nubi.
Effutire levis indigna tragoedia versus, La tragedia, cui non s'addice una farragine di versi futili,
ut festis matrona moveri iussa diebus, avr un certo pudore, come una signora obbligata a danzare
intererit Satyris paullum pudibunda protervis. nei giorni di festa, a perdersi in mezzo all'arroganza dei satiri.
Non ego inornata et dominantia nomina solum Io, amici Pisoni, come autore di drammi satireschi,
235 verbaque, Pisones, Satyrorum scriptor amabo; probabilmente non adotterei soltanto una lingua scarna e senza traslati,
nec sic enitar tragico differre colori, e non vorrei allontanarmi tanto dallo stile tragico,
ut nihil intersit, Davusne loquatur et audax che nessuna differenza rimanesse tra il linguaggio di Davo,
Pythias, emuncto lucrata Simone talentum, della sfacciata Pitias, che sa estorcere denari al povero Simone,
an custos famulusque dei Silenus alumni. e quello di Sileno, custode e servitore del suo alunno divino.
240 Ex noto fictum carmen sequar, ut sibi quivis Ma cercherei uno stile poetico inventato sul linguaggio comune, in modo che
speret idem, sudet multum frustraque laboret ognuno credesse di poterlo rifare, e tentandolo con grande fatica,
ausus idem: tantum series iuncturaque pollet, sempre sudasse invano: tanto il potere dei nessi e dell'ordine,
tantum de medio sumptis accedit honoris. tanto il rilievo che acquistano le voci derivate dal quotidiano.
Silvis deducti caveant, me iudice, Fauni, Strappati dalle selve, a mio parere, non vorrei che i fauni
245 ne velut innati triviis ac paene forenses cercassero di fare i bellimbusti con versi troppo leziosi
aut nimium teneris iuvenentur versibus unquam, o con valanghe di ingiurie scurrili, come figli della volgarit
aut immunda crepent ignominiosaque dicta. o della frivolezza della piazza:
Offenduntur enim, quibus est equus et pater et res, la gente che compra i ceci fritti e le noci forse sar contenta,
nec si quid fricti ciceris probat et nucis emptor, ma i cavalieri, i ricchi e i nobili resteranno offesi e,
250 aequis accipiunt animis donantve corona. non ascoltando volentieri, rifiuteranno il plauso.
Syllaba longa brevi subiecta vocatur iambus, Con la sua sillaba breve seguita da una lunga, rapido il ritmo del giambo,
pes citus; unde etiam trimetris accrescere iussit che diede nome per accrescimento al trimetro giambico,
nomen iambeis, cum senos redderet ictus, sebbene questo desse sei battute,
primus ad extremum similis sibi: non ita pridem, dalla prima all'ultima tutte uguali; in seguito,
255 tardior ut paullo graviorque veniret ad aures, perch il suo ritmo giungesse all'orecchio pi lento e grave,
spondeos stabilis in iura paterna recepit accett di condividere i diritti acquisiti con l'immobilit degli spondei;
commodus et patiens, non ut de sede secunda disponibile e tollerante, ma non al punto di cedere per socievolezza
cederet aut quarta socialiter. Hic et in Acci la seconda e la quarta sede. Nei celebrati trimetri di Accio
nobilibus trimetris apparet rarus, et Enni il giambo compare di rado, mentre accusa
260 in scaenam missos cum magno pondere versus con violenza i versi di Ennio,
aut operae celeris nimium curaque carentis messi in scena come massi pesanti,
aut ignoratae premit artis crimine turpi. d'improvvisazione, sciatteria e ignoranza d'arte.
Non quivis videt immodulata poemata iudex, Non tutti sono buoni giudici nell'intendere la dissonanza dei versi,
et data Romanis venia est indigna poetis. e ai poeti romani stata accordata un'indulgenza offensiva.
265 Idcircone vager scribamque licenter, an omnes Ed ragione questa perch i miei versi vaghino oltre ogni licenza?
visuros peccata putem mea, tutus et intra Oppure, nel timore che tutti vedano i difetti miei, mi terr prudentemente
spem veniae cautus? Vitavi denique culpam, al sicuro dentro i limiti in cui si spera venia? Cos eviterei l'errore,

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non laudem merui. Vos exemplaria Graeca ma non meriterei certo la lode. Sfogliate i modelli greci,
nocturna versate manu, versate diurna. sfogliateli giorno e notte.
270 At vestri proavi Plautinos et numeros et vero che i vostri vecchi esaltarono di Plauto non solo l'arguzia,
laudavere sales, nimium patienter utrumque, ma anche i versi: ammirazione l'una e l'altra
ne dicam stulte, mirati, si modo ego et vos inficiata da tolleranza o, meglio, da stoltezza, se almeno io e voi
scimus inurbanum lepido seponere dicto, sappiamo distinguere volgarit da finezza
legitumumque sonum digitis callemus et aure. e giudicare con le dita e con l'orecchio la regolarit di un suono.
275 Ignotum tragicae genus invenisse Camenae La tradizione afferma che fu Tespi a inventare ex novo il genere tragico,
dicitur et plaustris vexisse poemata Thespis, allestendo sopra carri i suoi drammi,
quae canerent agerentque peruncti faecibus ora. che uomini con la faccia sporca di mosto rappresentavano cantando.
Post hunc, personae pallaeque repertor honestae, Dopo di lui Eschilo, creatore della maschera e del costume congeniale,
Aeschylus et modicis instravit pulpita tignis innalz con piccole travi un palco per la scena
280 et docuit magnumque loqui nitique cothurno. e insegn a parlare in modo elevato e a calzare i coturni.
Successit vetus his comoedia, non sine multa Segu a questi la commedia antica, con tutti i meriti che ha;
laude, sed in vitium libertas excidit et vim ma la sua franchezza degener e si fece cos violenta
dignam lege regi: lex est accepta chorusque da doversi reprimere con una legge. La legge fu sancita
turpiter obticuit sublato iure nocendi. e il coro, privato del diritto di offendere, tacque con ignominia.
285 Nil intentatum nostri liquere poetae; I nostri poeti hanno tentato tutto, e non ebbero piccolo merito
nec minimum meruere decus vestigia Graeca quando osarono abbandonare le orme dei greci
ausi deserere et celebrare domestica facta, e celebrare i fatti nazionali,
vel qui praetextas vel qui docuere togatas. mettendo in scena le preteste o le togate.
Nec virtute foret clarisve potentius armis Ma il Lazio non sarebbe pi potente per il valore o la fama delle sue armi
290 quam lingua Latium, si non offenderet unum- di quanto non lo sia in letteratura,
quemque poetarum limae labor et mora. Vos, o se il paziente lavoro della lima non avesse disgustato tutti i nostri poeti.
Pompilius sanguis, carmen reprehendite, quod non Voi no, sangue di re Pompilio; voi condannerete certo la poesia,
multa dies et multa litura coercuit atque che nel tempo interminabili correzioni non abbiano sgrossato
perfectum decies non castigavit ad unguem. e con continui tagli ridotto alla perfezione.
295 Ingenium misera quia fortunatius arte Democrito credeva che la fantasia avesse maggior rilievo
credit et excludit sanos Helicone poetas dell'impegno dell'arte ed escluse dall'Elicona i poeti sani di mente:
Democritus, bona pars non unguis ponere curat, per questo gran parte di loro non si taglia le unghie,
non barbam; secreta petit loca, balnea vitat. non si rade la barba, cerca la solitudine e diserta le terme.
Nanciscetur enim pretium nomenque poetae, Cos trover nome e fama di poeta
300 si tribus Anticyris caput insanabile nunquam chi non avr mai affidato il capo, che nemmeno le tre Antcire
tonsori Licino commiserit. O ego laevus, potrebbero salvare, al barbiere Licino. Sciocco io,
qui purgor bilem sub verni temporis horam! che verso primavera purgo la bile!
Non alius faceret meliora poemata. Verum Sarei il pi grande poeta del mondo:
nil tanti est: ergo fungar vice cotis, acutum ma non ne varrebbe la pena. Ecco: far la parte della cote,
305 reddere quae ferrum valet, exsors ipsa secandi: che non fatta per tagliare, ma per affilare la lama.
munus et officium, nil scribens ipse, docebo, Senza scrivere una riga di mio, insegner al poeta il suo compito

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unde parentur opes, quid alat formetque poetam, e il suo dovere, dove trovare gli strumenti, come si educhi e si formi,
quid deceat, quid non, quo virtus, quo ferat error. cosa convenga e cosa no, dove lo conduca la coscienza dell'arte, dove l'errore.
Scribendi recte sapere est et principium et fons. Principio e fonte dell'arte nella scrittura la sapienza:
310 Rem tibi Socraticae poterunt ostendere chartae, la letteratura socratica potr fornirti la sostanza
verbaque provisam rem non invita sequentur. e alla sua luce le parole senza volerlo seguiranno.
Qui didicit, patriae quid debeat et quid amicis, Chi conosce il suo debito verso la patria, verso gli amici,
quo sit amore parens, quo frater amandus et hospes, l'amore che si deve al padre, al fratello o all'ospite,
quod sit conscripti, quod iudicis officium, quae il suo dovere come senatore, come giudice,
315 partes in bellum missi ducis, ille profecto i compiti del generale in guerra, sapr attribuire
reddere personae scit convenientia cuique. ad ogni personaggio il suo carattere.
Respicere exemplar vitae morumque iubebo E a chi vuole interpretarlo con maestria il mio consiglio
doctum imitatorem et vivas hinc ducere voces. di tenere la vita come modello e da questa trarre figure vive.
Interdum speciosa locis morataque recte A volte un'opera, pervasa di luoghi comuni e di caratteri ben delineati,
320 fabula nullius veneris, sine pondere et arte, anche se priva di bellezza, senza peso e senz'arte,
valdius oblectat populum meliusque moratur piace di pi al pubblico e lo intrattiene con pi forza
quam versus inopes rerum nugaeque canorae. di versi vuoti come chiacchiere armoniose.
Graiis ingenium, Graiis dedit ore rotundo Ai greci, avidi di nullaltro che di gloria,
Musa loqui, praeter laudem nullius avaris. la Musa ha concesso lingegno, ha concesso di parlare con parole perfette;
325 Romani pueri longis rationibus assem mentre ai nostri ragazzi s'insegnano lunghi calcoli
discunt in partes centum diducere. 'Dicat per dividere in centesimi un asse:
filius Albini: Si de quincunce remota est 'A te, figlio di Albino: se da cinque once se ne toglie una,
uncia, quid superat? Poteras dixisse.' 'Triens.' 'Eu! cosa resta di un asse? Avanti, che lo sai...' 'Un terzo.' 'Bene,
rem poteris servare tuam! Redit uncia, quid fit?' saprai conservare il tuo patrimonio! E se invece aggiungi un'oncia, cosa ti viene?'
330 'Semis.' At haec animos aerugo et cura peculi 'Mezzo asse.' E quando questa ruggine, questo attaccamento al denaro
cum semel imbuerit, speramus carmina fingi avr intaccato l'animo, pensi mai che possa nascere poesia
posse linenda cedro et levi servanda cupresso? da conservare, unta con olio di cedro, in uno scrigno levigato di cipresso?
Aut prodesse volunt, aut delectare poetae, I poeti si propongono di giovare o di dare piacere,
aut simul et iucunda et idonea dicere vitae. oppure di dire a un tempo cose piacevoli e utili alla vita.
335 Quicquid praecipies, esto brevis, ut cito dicta Breve, in ogni caso, sia il tuo insegnamento, perch lo spirito
percipiant animi dociles teneantque fideles. di chi vuole imparare afferri subito le tue parole e le ritenga fedelmente a lungo:
Omne supervacuum pleno de pectore manat. il superfluo trabocca da un cuore ricolmo.
Ficta voluptatis causa sint proxima veris, Siano verosimili le cose che s'inventano per dilettare;
ne quodcumque velit poscat sibi fabula credi, nessun racconto pu pretendere d'essere creduto in tutto ci che vorr:
340 neu pransae Lamiae vivum puerum extrahat alvo. assurdo che la strega Lamia partorisca vivo il fanciullo che ha mangiato.
Centuriae seniorum agitant expertia frugis; Le schiere degli anziani disapprovano le opere che non abbiano a fondamento
celsi praetereunt austera poemata Ramnes: l'utile; superbamente i Ramni passano sotto silenzio l'arte severa;
omne tulit punctum qui miscuit utile dulci approvato da tutti chi ha unito lutile al piacevole,
lectorem delectando pariterque monendo. divertendo e insieme ammonendo il lettore.
345 Hic meret aera liber Sosiis, hic et mare transit Il suo libro sar un affare per gli editori Sosio, passer il mare

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et longum noto scriptori prorogat aevum. e, per la fama, prolungher nel tempo la vita dello scrittore.
Sunt delicta tamen quibus ignovisse velimus. Ci sono colpe per che vorremmo perdonare: perch la corda
Nam neque chorda sonum reddit, quem volut manus et mens, non sempre risponde col suono giusto alle intenzioni della mano e della mente,
poscentique gravem persaepe remittit acutum, e lo emette acuto quando lo si vorrebbe grave,
350 nec semper feriet, quodcumque minabitur arcus. o perch non sempre l'arco colpisce l'oggetto minacciato.
Verum ubi plura nitent in carmine, non ego paucis In un carme che risplende tutto di luce,
offendar maculis, quas aut incuria fudit, piccole macchie, lasciate cadere per incuria
aut humana parum cavit natura. Quid ergo est? o per imprevidenza umana, non mi offendono. E allora?
Ut scriptor si peccat idem librarius usque, Come un copista, che per quanto avvisato commette sempre gli stessi errori,
355 quamvis est monitus, venia caret, et citharoedus non scusabile, o un suonatore di cetra,
ridetur chorda qui semper oberrat eadem, che sbaglia sempre lo stesso accordo, ci fa ridere,
sic mihi, qui multum cessat, fit Choerilus ille, cos chi ha troppe pecche come quel Chrilo,
quem bis terve bonum cum risu miror; et idem che io ammiro sorridendo quando raramente esce in qualche bel verso,
indignor quandoque bonus dormitat Homerus. mentre mi sdegno ogni volta che il grande Omero sonnecchia.
360 Verum operi longo fas est obrepere somnum. Ma in un'opera lunga scusabile che di tanto in tanto s'insinui il sonno.
Ut pictura, poesis; erit quae, si propius stes, La poesia come la pittura, che a volte apprezzi da vicino
te capiat magis, et quaedam, si longius abstes. e altre da lontano.
Haec amat obscurum; volet haec sub luce videri, Un quadro ama la penombra, quell'altro, che non teme l'occhio sottile del critico,
iudicis argutum quae non formidat acumen; vuole essere guardato in piena luce;
365 haec placuit semel, haec deciens repetita placebit. uno piace solo una volta, l'altro piace e piacer sempre.
O maior iuvenum, quamvis et voce paterna Ma tu, che dei giovani sei il maggiore, anche se alla via giusta
fingeris ad rectum et per te sapis, hoc tibi dictum ti ha formato il padre e hai gusto per natura, ascolta e porta a mente
tolle memor, certis medium et tolerabile rebus questa mia sentenza: in certi campi un livello medio, passabile
recte concedi: consultus iuris et actor consentito: un giurista o un avvocato mediocri
370 causarum mediocris abest virtute diserti distano molto dal valore che ha l'eloquenza di Messalla
Messalae, nec scit quantum Cascellius Aulus, o dal sapere di un Aulo Cascellio,
sed tamen in pretio est; mediocribus esse poetis eppure sono rispettabili; ma ai poeti n uomini n dei
non homines, non di, non concessere columnae. n chioschi di librai hanno concesso d'essere mediocri.
Ut gratas inter mensas symphonia discors Come in un banchetto gradevole un concerto stonato,
375 et crassum unguentum et Sardo cum melle papaver un profumo spiacevole, il miele sardo con i semi di papavero
offendunt, poterat duci quia cena sine istis: danno fastidio, perch il pranzo poteva farne a meno,
sic animis natum inventumque poema iuvandis, cos la poesia, nata e creata per la gioia dello spirito,
si paullum sumo decessit, vergit ad imum. se non si mantiene in vetta, precipita.
Ludere qui nescit, campestribus abstinet armis, Chi non sa giocare non usa gli attrezzi da gara
380 indoctusque pilae discive trochive quiescit, e se non s'intende di palla, disco o cerchio, se ne sta tranquillo,
ne spissae risum tollant impune coronae; senza suscitare a ragione il riso tra le fitte fila degli spettatori;
qui nescit versus, tamen audet fingere. 'Quidni? ma chi non sa fare poesia insiste nel farla. Perch no?
Liber et ingenuus, praesertim census equestrem In fondo sono cittadini liberi, come lo erano gli avi, e ci che pi conta
summam nummorum, vitioque remotus ab omni.' censiti col reddito che fa cavalieri e immuni da vizi di sorta.

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385 Tu nihil invita dices faciesve Minerva; Tu no, se Minerva non vuole, non dirai e non farai nulla a suo dispetto,
id tibi iudicium est, ea mens: si quid tamen olim per il giudizio e l'intelligenza che hai. E se un giorno scriverai qualcosa,
scripseris, in Maeci descendat iudicis aures lo farai leggere al critico Mecio,
et patris et nostras, nonumque prematur in annum, a tuo padre e a me, e nove anni lo terrai chiuso
membranis intus positis. Delere licebit nella cassetta delle pergamene. E se allora non l'avrai pubblicato, potrai
390 quod non edideris; nescit vox missa reverti. distruggerlo: una voce che si lancia all'esterno non torna pi indietro.
Silvestris homines sacer interpresque deorum Orfeo, sacerdote e interprete degli dei,
caedibus et victu foedo deterruit Orpheus, distolse gli uomini selvaggi dalle stragi e da nutrimenti atroci,
dictus ob hoc lenire tigris rabidosque leones. e si disse per questo che ammansiva le tigri e i leoni feroci;
Dictus et Amphion Thebanae conditor urbis anche di Anfione, fondatore di Tebe, narrarono
395 saxa movere sono testudinis et prece blanda che muoveva le pietre al suono della lira, spostandole dove voleva
ducere quo vellet. Fuit haec sapientia quondam, con la dolcezza della sua preghiera. Cos a quel tempo era la sapienza:
publica privatis secernere, sacra profanis, distinguere il pubblico dal privato, il sacro dal profano,
concubitu prohibere vago, dare iura maritis, interdire l'amore libero da vincoli, promulgare il diritto di famiglia,
oppida moliri, leges incidere ligno. fondare le citt, incidere su tavole le leggi.
400 Sic honor et nomen divinis vatibus atque Ed ebbero onore, grande notoriet, per l'ispirazione divina,
carminibus venit. Post hos insignis Homerus i poeti e la poesia. Poi venne l'impronta di Omero,
tyrtaeusque mares animos in Martia bella e Tirteo col suo canto eccit alla guerra i cuori virili;
versibus exacuit; dictae per carmina sortes, gli oracoli si esprimevano in versi
et vitae monstrata via est; et gratia regum e in versi fu mostrata la retta via della vita; con le armonie delle Muse
405 Pieriis tentata modis, ludusque repertus si guadagn il favore dei re, e con l'invenzione dell'arte scenica
et longorum operum finis: ne forte pudori si procur sollievo alle lunghe fatiche. Questo ti dico, perch tu non debba
sit tibi Musa lyrae sollers et cantor Apollo. vergognarti della Musa, che conosce i segreti della lira, e del canto di Apollo.
Natura fieret laudabile carmen an arte Ci si chiede se la qualit della poesia risieda nell'ispirazione o nella tecnica:
quaesitum est: ego nec studium sine divite vena, io non capisco a che servirebbe lo studio senza una vena autentica
410 nec rude quid possit video ingenium; alterius sic e a che servirebbe l'ingegno senza educazione:
altera poscit opem res, et coniurat amice. uno richiede l'aiuto dell'altro e in armonia cospirano fra loro.
Qui studet optatam cursu contingere metam, Chi nella corsa aspira a raggiungere la meta che si prefisso,
multa tulit fecitque puer, sudavit et alsit; da ragazzo ha faticato e sofferto, ha patito il caldo e il gelo,
abstinuit venere et vino. Qui Pythia cantat si astenuto dall'amore e dal vino; e il flautista,
415 tibicen, didicit prius extimuitque magistrum. che suona ai giochi pitici, prima ha studiato e temuto il maestro.
Nunc satis est dixisse: 'Ego mira poemata pango; Ma oggi basta dire: 'I versi che scrivo sono meravigliosi.
occupet extremum scabies; mihi turpe relinqui est Peggio per gli ultimi; restare indietro vergognoso,
et quod non didici sane nescire fateri.' come confessare che, non avendo studiato, troppe cose non so'.
Ut praeco ad merces turbam qui cogit emendas, C' anche il poeta ricco di possedimenti o ricco per usura,
420 adsentatores iubet ad lucrum ire poeta che attira a s gli adulatori con la speranza del guadagno,
dives agris, dives positis in faenore nummis. come fa il banditore, quando raduna gente intorno alla sua merce.
Si vero est unctum qui recte ponere possit, Se poi ha modo d'imbandire buoni pranzi,
et spondere levi pro paupere, et eripere atris di garantire il povero che non ha credito, di liberarlo

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litibus implicitum, mirabor, si sciet inter- quando implicato in cause intricate, mi meraviglier
425 noscere mendacem verumque beatus amicum. se, per sua fortuna, sapr distinguere l'amico sincero dal falso.
Tu seu donaris, seu quid donare voles cui, Se hai fatto o vuoi fare un piacere a qualcuno,
nolito ad versus tibi factos ducere plenum non invitarlo, quando nel pieno dell'euforia, a sentire i tuoi versi,
laetitiae; clamabit enim 'pulchre! bene! recte!' perch esclamer: 'bello, bene, perfetto',
pallescet super his; etiam stillabit amicis e impallidir, verser persino lacrime
430 ex oculis rorem, saliet, tundet pede terram. dagli occhi inteneriti e s'agiter, batter il ritmo col piede.
Ut qui conducti plorant in funere, dicunt Come coloro, che pagati per piangere nei funerali,
et faciunt prope plura dolentibus ex animo, sic si lamentano e si turbano pi di quelli che sono veramente addolorati,
derisor vero plus laudatore movetur. chi ti prende in giro si agita di pi di chi ti apprezza veramente.
Reges dicuntur multis urgere culullis I tiranni, storia, per assicurarsi che un uomo fosse meritevole di amicizia,
435 et torquere mero quem perspexisse laborant, lo sottoponevano alla prova del vino circondandolo di bicchieri;
an sit amicitia dignus: si carmina condes, se fai versi, non t'ingannino mai
nunquam te fallant animi sub volpe latentes. le intenzioni segrete della volpe.
Quintilio si quid recitares, 'Corrige sodes Quando leggevi qualcosa a Quintilio, ti diceva:
hoc,' aiebat, 'et hoc:' melius te posse negares 'Correggi questo, ti prego, e quest'altro'. Se gli rispondevi d'esserti provato
440 bis terque expertum frustra, delere iubebat pi di una volta senza riuscire a far meglio, consigliava di cancellare tutto
et male tornatos incudi reddere versus. e di battere a nuovo sull'incudine i versi mal riusciti.
Si defendere delictum quam vertere malles, Ma se preferivi difendere l'errore anzich toglierlo,
nullum ultra verbum aut operam insumebat inanem, non sprecava altro fiato e rinunciava alla fatica inutile
quin sine rivali teque et tua solus amares. d'impedire che tu, senza confronti, amassi te stesso e l'opera tua.
445 Vir bonus et prudens versus reprehendet inertes, Il critico sincero e competente censurer i versi brutti,
culpabit duros, incomptis adlinet atrum stroncher quelli faticosi, traccer con la penna un rigo nero di traverso
transverso calamo signum, ambitiosa recidet su quelli disadorni, toglier via gli ornamenti ambiziosi,
ornamenta, parum claris lucem dare coget, ti spinger a rendere limpidi i luoghi opachi,
arguet ambigue dictum, mutanda notabit, individuer quelli ambigui, annoter le cose da cambiare,
450 fiet Aristarchus, nec dicet, 'Cur ego amicum ecco: diventer un Aristarco, ma non dir mai: 'Perch urtare un amico
offendam in nugis?' Hae nugae seria ducent per delle inezie?' No, quelle inezie diverranno serie,
in mala derisum semel exceptumque sinistre. quando desteranno sorrisi e accoglienze maligne.
Ut mala quem scabies aut morbus regius urget, I saggi evitano e temono il contagio del poeta pazzo,
aut fanaticus error et iracunda Diana, come quello di un uomo affetto dalla scabbia, dall'itterizia,
455 vesanum tetigisse timent fugiuntque poetam dal furore religioso o dall'ira di Diana; i ragazzi imprudenti
qui sapiunt, agitant pueri incautique sequuntur. invece lo seguono e lo stuzzicano.
Hic, dum sublimis versus ructatur et errat, Se poi nel suo vagabondare a testa in aria, ruttando versi,
si veluti merulis intentus decidit auceps cadesse, come un cacciatore in attesa di merli, dentro un pozzo
in puteum foveamve; licet 'Succurrite' longum o in un fosso, pu gridare fino a sgolarsi 'aiuto, gente, aiuto',
460 clamet 'io cives,' non sit qui tollere curet. nessuno si preoccuper di tirarlo fuori.
Si curet quis opem ferre et demittere funem, E se qualcuno si preoccupasse di aiutarlo, gettandogli una fune,
'Qui scis an prudens huc se proiecerit atque io gli dir: 'E come sai che non si sia buttato a bella posta

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servari nolit?' dicam, Siculique poetae e che poi voglia essere salvato?' e gli racconter la morte di quel poeta siciliano,
narrabo interitum. 'Deus immortalis haberi Empedocle, che per essere creduto immortale
465 dum cupit Empedocles, ardentem frigidus Aetnam come gli dei, si gett a sangue freddo dentro il fuoco
insiluit. Sit ius liceatque perire poetis. dell'Etna. Si lasci al poeta il diritto, la libert di togliersi la vita:
Invitum qui servat, idem facit occidenti. salvare chi non lo vuole, come ammazzarlo.
Nec semel hoc fecit, nec, si retractus erit, iam Non la prima volta; e se lo tiri fuori rimarr solo un uomo,
fiet homo et ponet famosae mortis amorem. che rinuncia all'amore di una morte esemplare.
470 Nec satis apparet, cur versus factitet; utrum Non chiaro del resto per quale maledizione insista a far versi:
minxerit in patrios cineres, an triste bidental per aver orinato sulle ceneri del padre? per aver profanato
moverit incestus: certe furit, ac velut ursus l'orrendo luogo colpito dal fulmine? certo pazzo; e come un orso
obiectos caveae valuit si frangere clatros, che sia riuscito a rompere le sbarre della gabbia,
indoctum doctumque fugat recitator acerbus; declamando spietatamente, mette in fuga dotti e ignoranti;
475 quem vero arripuit, tenet occiditque legendo, se poi ghermisce qualcuno, lo blocca e lo uccide leggendo,
non missura cutem, nisi plena cruoris, hirudo.' come una sanguisuga che non allenta la presa, finch non gonfia di sangue.

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