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PAOLO VOLPONI

VOLPONI POETA Volponi è tra i collaboratori di “Officina”. Lotta su due fronti: contro Neorealismo ormai divenuto
poetica di partito; contro novecentisti e poesia pura ispirata da ermetismo. Si propone ritorno al poemetto, forma di
narrazione in versi atta a esprimere sia momento lirico che quello etico politico. Inoltre si sostiene necessità di
sperimentare linguaggio nuovo in chiave antinovecentista sviluppando filone realistico sabiano ed espressionistico
vociano senza rinunciare all’impegno. Taglio narrativo opere di Volponi lo accomuna a Pasolini. Volponi si contrappone
alla tradizione simbolistica e all’esperienza ermetica anche se Il ramarro(1948) e L’antica moneta(1955) risentono di tali
influenze. Fase poetica nuova si apre con Le porte dell’Appennino (1960) confermata dalle raccolte successive Poesie e
poemetti (1946-48 e 1980 raccolta opere precedenti) e Con testo a fronte (1986) e Nel silenzio campale (1990). Il taglio
oggettivo e narrativo si riscontra anche nei testi più brevi oltre che nei poemetti. Non impressioni soggettive ma
organizza gli elementi dell’esperienza in modo narrativo, quasi raccontando un fatto preciso; Il fine è quello di
comunicare con lettore attraverso razionalità della struttura testuale. A tendenza narrativa corrisponde necessità di
un pensiero filosofico e politico. Forte tensione etico-politica e messa in questione della dimensione privata, psichica
e corporale. Affermazione problematiche al di là della letteratura. Piano formale Rifiuto strutture metriche della
tradizione lirica; precisione del lessico e sintassi ardita, prevalenza di periodi lunghi; rinuncia metrica e musicalità facile
riscattate da fittissima rete di legami fonici e cura specificità retorico-formali. Assoluta libertà o vincolo rigido (unica
desinenza di rima per intera poesia o strofe).

VOLPONI NARRATORE 1924-1994 tra Urbino e Milano. Eccezione perché dirigente di fabbrica: vive il mondo
dell’industria dall’interno e per un certo periodo crede che intellettuale attraverso letteratura e proposte deve provare
a cambiarlo (non rifiuto pregiudiziale). Vicino al PCI viene allontanato dalla FIAT e diviene senatore dal 1983 poi aderisce
a rifondazione comunista. Muove da sperimentalismo formale di Officina e Menabò e, negli anni ’70 pur non aderendo
esplicitamente alla Neoavanguardia ne adotta alcune soluzioni. Sperimentalismo: nuovi contenuti relativi al mondo
della fabbrica e del capitalismo con sogno utopico civiltà medievale e rinascimentale che poi fallisce davanti alla
constatazione che capitalismo distrugge mondo naturale e civile; far confluire e deflagrare nell’attrito poesia e prosa,
motivi lirici e grotteschi, espressionistici e surreali; ultima produzione metodo del montaggio e della costruzione
allegorica. Caratteristiche comuni ai primi due romanzi (primo promosso da Vittorini sul Menabò): 1. Protagonisti sono
due personaggi “diversi” esclusi e irregolari che fronteggiano la realtà moderna della fabbrica (nel primo) o della
burocrazia della capitale (nel secondo). In Memoriale contadino paranoico divenuto operaio e in Macchina mondiale
un contadino marchigiano utopista e, a modo suo, filosofo e scienziato. 2. Si alternano piani e registri linguistici diversi:
in Memoriale l’impianto sociologico e saggistico è inframezzato da momenti lirici e soggettivi (particolarmente nella
descrizione dei paesaggi); In Macchina mondiale si passa dalle citazioni del trattato, che il protagonista, Anteo Crocioni,
sta scrivendo in un linguaggio tecnico e scientifico, al modulo lirico-descrittivo con cui si manifesta la nostalgia per la
campagna e per l’antica civiltà delle città medievali e rinascimentali. 3. Entrambi i testi affrontano l’alienazione
dell’uomo contemporaneo e l’adozione del punto di vista stravolto dell’escluso e dell’alienato finisce con l’avere un
effetto realistico in quanto coglie lo stravolgimento effettivo dei meccanismi sociali.

Il primo romanzo pubblicato Memoriale e l’ultimo scritto Le mosche del capitale sono caratterizzati dalla tematica
industriale ma la fabbrica degli anni ’80 è diversa da quella degli anni ’60: è più un ufficio che una fabbrica e vi dominano
il computer e una produzione smaterializzata. Nel primo romanzo esiste ancora una dialettica città-natura, fabbrica-
campagna che viene meno nel secondo: il mondo artificiale ha soppiantato quello Naturale.

In Memoriale il protagonista è Alberto Saluggia, un contadino reduce dalla guerra e dalla prigionia, che trova lavoro
come operaio. La storia è narrata da lui. La fabbrica all’inizio gli appare come un modello organizzato e la sua sensibilità
paranoica è destabilizzata dall’ordine. Le cose peggiorano quando, ammalato di tubercolosi, rifiuta aiuta dei medici ed
immagina una congiura da loro tramata. Alterna quindi momenti di lavoro a momenti di malattia dove rimane a casa e
dopo 10 anni viene licenziato per aver fatto propaganda ad uno sciopero. Nelle Mosche del capitale, Bruto Saraccini,
che vorrebbe conciliare progettualità democratica e riformista con le esigenze del profitto capitalista si scontra con
logica utilitaristica degli altri dirigenti che riescono infine ad emarginarlo ed espellerlo. Alle responsabilità degli ambienti
industriali si aggiungono quelle del protagonista troppo velleitario e anche troppo invischiato nei meccanismi del potere
per poterli davvero contestare. Il romanzo mette in scena civiltà, spazio, tempo, architettura uffici e urbanistica del
Postmoderno ma adotta una tecnica estranea alle ideologie del Postmodernismo in quanto basata sullo straniamento
critico, sul montaggio allegorico, sul senso acuto delle contraddizioni e su un conseguente esplicito impegno etico-civile.
Il paesaggio è ormai fatto di merci, è artificiale e plastificato e anche la luna diviene solo una satellite che “schizza di
telefonate intercontinentali”.

ALTRE OPERE

Nel 1974 esce Corporale, storia di un intellettuale in crisi (Gerolamo Aspri) che, nella prospettiva di una catastrofe
nucleare, si fa costruire un rifugio antiatomico. Solo la corporalità, la fisicità, la materialità biologica sembrano poter
costruire una resistenza all’alienazione dilagante e ai rischi di una catastrofe mondiale. Romanzo più sperimentale ha
struttura aperta. Parti in prima persona si alternano a parti in terza persona, la scrittura è magmatica, volta a rendere il
flusso interiore del personaggio.

Nel 1975 esce Il sipario ducale dove Dirce (plebea perseguitata dal conte Oddino e dal suo autista) trova nella propria
corporalità la forza di resistere ai soprusi. Insieme al vecchio anarchico Subissoni (trova forza nella razionalità e nella
lotta politica-moglie Vives guerra civile spagnola, poi muore) decide di abbandonare la favolosa Urbino per la convulsa
Milano dei mesi seguenti alla strage di piazza Fontana. Conte Oddino e autista muoiono in seguito ad incidente stradale
(mondo destinato a scomparire).

Rapporto con i generi di consumo Il romanzo Il pianeta irritabile uscì nel 1978. Alla fine degli anni ’70 consumi
culturali si modificano definitivamente e a letteratura alta si sostituisce paraletteratura. Industria editoriale esigeva
lavori che dovevano soddisfare il gusto del lettore. Volponi, consapevole, decide di optare in questo lavoro per
commistione generi della science-fiction e del romanzo d’avventura ma obbligando il lettore a fare i conti con inattesi
scarti. Replicò infatti i luoghi comuni delle prove eroiche del viaggio iniziatico e i riferimenti tecnologici e cibernetici ma
li fece convivere con fitta trama di rimandi leopardiani e danteschi. Alla narrativa di fantascienza si sovrappone il genere
dell’operetta morale, il capriccio fantastico e filosofico e il dialogo con i protagonisti animali. Forte presenza di blocchi
poetico narrativi autonomi e di un linguaggio metaforico e molto impegnato retoricamente. In esergo spicca una
citazione dagli appunti di Leopardi, gli Esercizi di memoria: “immortalità selvaggia”. La citazione è pronunciata in
momento chiave del romanzo. Di leopardiano ci sono anche la dura ironia e il radicale rifiuto dell’antropocentrismo
delle Operette morali e la convinzione, espressa nello Zibaldone che la ragione umana, non appena superi il grado di
facoltà naturale e animale, sia all’origine dei più funesti errori “artifiziali” e “barbarizzanti”. E così l’unico personaggio
umano all’interno del romanzo, il nano rapper barese, progressivamente si “animalizza”. In un mondo in cui la vita stessa
è in pericolo “immortalità selvaggia” allude alla possibilità di sopravvivenza mediante il recupero di una condizione
naturale, anteriore a ogni civiltà. L’assunzione della tematica del viaggio d’iniziazione in un mondo stravolto e
terrificante, sottende alcune analogie con il viaggio iniziatico per eccellenza della nostra letteratura, la Commedia di
Dante. Implicite in ambientazioni infernali nel testo ed esplicite con numerose citazioni dantesche da parte di Elefante
parlante Roboamo. Titolo irritabile è natura ferita ancora capace di reagire. La specie umana è in corso d’estinzione ma
il pianeta, in virtù della sua incessante irritabilità è vivo. La trama si svolge nell’anno 2293: dopo numerose distruzioni
nucleari i protagonisti devono superare una serie di prove per sopravvivere e tentare infine la costruzione di una nuova
società. Elefante Roboamo. Babbuino Epistola. Oca Plan Calcule. Il nano rapper bareseMamerte. Ad aiutare i
4 c’è un personaggio misterioso imitatore del canto di tutti gli uccelli che difende una perduta memoria storica del
mondo e il cui sacrificio sarà fondamentale nel finale del romanzo. Il primo obiettivo polemico del romanzo è anzitutto
il capitalismo, la cui logica dominante determina la distruzione del mondo. CONCLUSIONE SOSPESA: Si afferma una
nuova società di uguali oppure la vita viene conservata solo a patto di regredire allo stato di natura?

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