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URBINO E MONTEFELTRO 17

DOMENICA 8 GENNAIO 2017

Il dittico dei duchi di Piero


ora in versione Lego
In mostra a Salerno come icona della coppia ideale
I DUCHI di Urbino diventano
idealmente personaggi Lego. Il
dittico di Piero della Francesca
con Federico di Montefeltro e Battista Sforza che si guardano, stato rielaborato da Stefano Bolcato,
artista che con le sue opere tratta
temi di attualit in versione e stile
Lego. I signori di Urbino sono cos allinterno della mostra People
inaugurata il 18 dicembre al Museo Archeologico provinciale di
Salerno su iniziativa dellAssociazione Fonderie Culturali e Zoe,
in allestimento fino al 22 gennaio. Con Giuseppe Ariano, presi-

dente dellAssociazione che gestisce il museo scopriamo di pi su


People e la presenza dei duchi.
PARTE tutto dal dittico conservato agli Uffizi, ma prima ancora
da una mia grande amica che si sarebbe sposata. Serviva un regalo e
quindi ho chiamato lartista romano Stefano Bolcato con il quale
gi avevo lavorato. Pensando a
quale opera potessi regalare, abbiamo riflettuto sulle coppie famose, arrivando cos allopera di
Piero della Francesca. Bolcato dipinge i personaggi in tema Lego.

Cos nato il dittico. Il regalo


piaciuto molto e da l si sono aggiunte altre 38 opere, sempre olio
su tela, tecnica che conferisce una
certa vivacit e realt ai soggetti.
Tra laltro per questa mostra ho
dovuto strappare i quadri dal
muro della coppia di sposi per poterli esporre.
PARTENDO dal gioco di costruzioni pi famoso al mondo, Bolcato ha reinterpretato 40 capolavori
della storia dellarte, realizzati da
artisti come Sandro Botticelli,
Leonardo da Vinci, Andy

OLIO SU TELA Battista Sforza e Federico visti da Stefano Bolcato

Warhol, Vincent Van Gogh. Lintento della Mostra, di dare vita


ad un dialogo tra spettatore, collezione museale e storia dellarte,
spostando lattenzione sul gioco/
ruolo dellarte.
LA TECNICA e lidea di Stefano
Bolcato sono una novit, sembrerebbe che nulla di simile sia mai
stato fatto se non in digitale.
Lolio su tela crea leffetto della

plastica dai colori vivaci, e laccostamento di una tecnica di cos antica tradizione a soggetti tanto
contemporanei e dal disegno industriale offrir una spolverata
alla storia dellarte mediante alcune tra le sue icone pi famose.
Lesposizione stimola la curiosit
e promuove la sperimentazione.
La speranza allora di vedere il
dittico alternativo a Urbino.
Francesco Pierucci

IL RICORDO 1 LINCISORE MARCELLO LANI: APR LA MENTE A TANTI GIOVANI IL RICORDO 2 MARCELLO PACI: ERA INFATICABILE

Fontana, un uomo del Quattrocento


di MARCELLO
LANI *

ALTER FONTANA
mi ha lasciato un ricordo veramente molto bello. Soprattutto un insegnamento.
Mi diceva: Non bisogna mai arrendersi alle cose che uno sa, si deve andare avanti per cercare quelle che non sai o non ricordi. Era
stato mio docente alla Scuola del

IL SENSO
DELLA RICERCA

Negli anni Cinquanta incitava


gli studenti a non arrendersi
e approfondire quel che non
si sapeva. Grazie a lui capii
il valore dei pittori minori
Libro e ricordo come spingesse a
porre attenzione su come larte venisse percepita dal popolo anche
nellantichit. Per questo aveva
sempre attenzione per gli autori
minori, quelli che prendevano i
canoni dai grandi e li riproducevano allinfinito, contribuendo ad
affermarli, a renderli popolari.
NON SI abbandonava ai grandi,
ci faceva scoprire i tanti minori
che erano i continuatori delle regole geometriche e pittoriche conquistate dai nomi affermati. Fontana, onestamente, non era il solo
a sostenerlo, ma era uno che ha
sempre spinto i giovani ad avere
attenzione verso questi pittori meno in voga, coloro che davano forza ad affermare i valori dellepoca, ovvero i canoni.
FONTANA era poi particolarmente attento al paesaggio. Nel
400 e 500 faceva notare erano
tanti i pittori che avevano una ca-

pacit incredibile nel disegnare i


paesaggi. Fontana chiedeva a me
e ai giovani artisti dellepoca parliamo della fine degli anni Cinquanta di riscoprirli e provare
pure noi, a portare avanti quel discorso estetico. Losservazione
era giusta e bella.

miei migliori insegnanti: mi ha


dato la forza di reagire alle difficolt della vita ero orfano e vivevo
in collegio e dedicarmi alla cultura. Fare cultura doveva diventare una ragione di vita e cos stato. Devo allora ringraziare Fontana perch mi ha instradato nella
ricerca dei valori espressivi e cul-

Fondatore e preside dellItis


Ha aperto tanti orizzonti
Caro Carlino,
QUESTE poche righe vogliono ricordare la memoria di un generoso ed eccelso protagonista di Urbino, il preside Walter Fontana, fondatore e primo preside dellItis nel 1960, venuto

anni, con tenacia irresistibile e senza


fermarsi mai di fronte alle tante difficolt incontrate, riusc a dar vita al
complesso scolastico Itis e a richiamare sulla giovane scuola lattenzione e
la curiosit di tutto il mondo scolastico e linteresse di tante autorit, imprenditori, professori universitari, politici pronti a scommettere sul successo delliniziativa.
NELLIMPEGNO giornaliero linfaticabile il prof Fontana non dimentic mai di aiutare anche economica-

DEMOCRISTIANO
Lonorevole Arnaldo
Forlani con il professor
Walter Fontana. Una
profonda stima legava i
due. Sotto, un ritratto
giovanile di Fontana

A ME PIACEVA molto lidea di


legare il paesaggio alla cultura:
elementi che si aiutano a vicenda
perch la cultura aiuta il paesaggio e viceversa. Avrei voluto dire
queste cose al suo funerale, ma gi
altri avevano parlato. Non potevo
per tacere perch stato uno dei

UNA INTUIZIONE
FONDAMENTALE

Per merito suo gli studenti


dellentroterra poterono
accedere agli studi tecnici
Ci fu un momento in cui
oscur anche lAteneo
turali notevoli, mi ha invitato a
non accontentarmi mai di quello
che acquisivo, a leggere per approfondire il Cinquecento. Mi ha fatto diventare familiare lo scontro
intellettuale tra Pinturicchio e
Giovanni Santi, ma contemporaneamente a noi giovani dellepoca
parlava del futuro di Urbino. Con
lui si discuteva non solo di arte. Si
preoccupava del futuro della citt
e tanto ha fatto per questa. Ci univa lamore per Raffaello, lo conosceva profondamente, soprattutto
nei suoi rapporti col Perugino e
incitava i ragazzi dellepoca a studiare proprio questo autore per arrivare meglio al Sanzio e a capire
come si conquist la prospettiva.
Infine ci esortava sempre a conoscere lo studiolo di Federico, al
Palazzo Ducale, a cogliere le innovazioni che conservava. Posso dire, quindi, che Fontana stato un
po un uomo del Quattrocento, vivente per nel Novecento.
* incisore,
membro Accademia Raffaello

a mancare giorni fa a 93 anni. Purtroppo la notizia della morte, avvenuta nelle festivit di Natale e Capodanno, non stata diffusa capillarmente e non ha raggiunto tanti, tantissimi ex studenti Itis del Centro-Nord
Italia che avrebbero desiderato presenziare alle esequie raggiungendo Urbino per lultimo saluto al signor Preside prof Walter Fontana. La decisione di realizzare un Iti a Urbino, pur
penalizzando i due popolosi centri costieri di Pesaro e Fano, si rivelata
nel tempo una mossa vincente, dando
la possibilit di accesso allistruzione
superiore a centinaia di giovani
dellentroterra, altrimenti condannati
alla scuola elementare o al massimo
alla scuola media.
BENE ricordare che allora gli unici Iti disponibili erano quello di Fermo nelle basse Marche e quello di Forl in Romagna. La memoria e il ricordo di quel periodo (gli anni 60) vide
al centro il prof Fontana che in pochi

mente chi aveva bisogno nella diffusa


povert di allora, istituendo delle borse di studio da assegnare ai pi bisognosi per affrontare le spese di collegio, trasporto scolastico, libri e altro.
E il successo arriv inarrestabile, in
pochi anni il numero degli studenti
iscritti, dei professori, delle classi, delle specializzazioni, dei mezzi e materiale didattico, schizz verso numeri
imprevedibili, oscurando persino
lUniversit, i cui studenti in quel periodo erano impegnati pi alla protesta e alla lotta per il 18 politico che
allo studio.
GRANDISSIMA parte del merito
del nuovo Itis va attribuito al prof
Fontana. Egli ora non pi tra noi,
era un fervente cattolico praticante e
credeva nel valore della vita e delluomo. Noi lo ricorderemo per sempre
perch, ancor prima di insegnarci a
studiare e ad apprendere, ci insegn a
vivere. Grazie prof. Fontana.
Marcello Paci, Urbino

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