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Sinestesia

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SINESTESIA

Introduzione
Alcune persone provano un fenomeno percettivo alquanto bizzarro e strano,
che si manifesta ogniqualvolta una singola stimolazione visiva, uditiva, tattile o
olfattiva, da origine alla percezione di due eventi sensoriali distinti. Tale fenomeno
conosciuto come sinestesia (dal greco synaisthesis = percezione simultanea). Per
persone sinestesiche, stimoli comuni possono evocare esperienze straordinarie. Per
esempio, Cytowic (1993) ha riportato alcuni racconti aneddotici: C. S., narrava che il
dolore percepito attivava la simultanea percezione del colore arancione, e per M.W., il
sapore di un pollo speziato era appuntito. Altri autori hanno riportato casi altrettanto
peculiari: quando H. G. sentiva una persona parlare, la voce che udiva gli faceva
provare, contemporaneamente, un esperienza multisensoriale, percependo anche un
colore ed un gusto (Dixon et al., 2004). Per esempio, la voce di una persona poteva
evocare il colore marrone e contemporaneamente un gusto difficile da descrivere, che
assomigliava a quello dello sciroppo. Per persone sinestesiche come C.S., M.W., e
H.G., lo stimolo inducente lesperienza sinestesica evoca una percezione
multisensoriale (per es., per H.G., il suono evocava colore e gusto). Per altri, lo
stimolo inducente e lesperienza sinestesica possono manifestarsi nella stessa
modalit. Per esempio, nella sinestesia grafema (lettera o numero) colore, la visione
di una lettera o di un numero di colore nero, produce anche una percezione
consapevole di un colore (vedi anche la slide della Lezione 9b in cui sono riportati i
possibili tipi di sinestesia raccolti in un intervista da Sean A. Day).
La sinestesia stata portata per la prima volta allattenzione della comunit
scientifica da Francis Galton (1880; 1883). Artisti, poeti, e filosofi lavevano gi
descritta in precedenza; tuttavia, Galton fu il primo a documentare il fenomeno in
maniera sistematica. Da allora, sono stati fatti numerosi esperimenti (vedi il volume di
Baron-Cohen et al., 1997, per un elenco). Tuttavia, non mai stato chiaro agli studiosi
che se ne sono occupati, se non recentemente (es. Baron-Cohen e Harrison, 1997;
Cytowic, 1989; Grossenbacher e Lovelace, 2001), che si trattava di un fenomeno

sensoriale/percettivo. Nonostante anni di ricerche, viene tuttora considerato come una


stranezza. In letterattura si possono ancora trovare le seguenti spiegazioni del
fenomeno della sinestesia (per fortuna sempre pi rare):

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a) Sono pazzi, e il risultato di unimmaginazione iperattiva. Cercano solo di attirare


lattenzione, mostrando di avere delle capacit particolari.
b) Stanno semplicemente ricordando esperienze infantili, quando, per esempio, in
libri di favole incontrarono numeri colorati.
c) Sono semplicemente tossicodipendenti sotto leffetto di droghe! Questultima
spiegazione non e del tutto priva di fondamento visto che chi fa uso di LSD
spesso riferisce di avere esperienze simili.
d) Parlano per metafore! Molto spesso le utilizziamo tutti nel linguaggio comune,
come quando ci capita di definire un: colore caldo, gusto rotondo. In realt, quel
colore non ci fa percepire un aumento di temperatura, o se assaporiamo un vino,
non abbiamo la sensazione di avere una palla in bocca, si tratta semplicemente di
metafore. Secondo questa ipotesi, i sinestesici sarebbero particolarmente portati ad
utilizzare queste metafore.
Tuttavia nessuna di queste ipotesi, fornisce una spiegazione adeguata e
soddisfacente della sinestesia. Per esempio, lidea che una persona sinestesica cerchi
di attirare lattenzione su di se, farebbe supporre che un sinestesico sia propenso a
raccontare a tutti di quanto egli sia differente, particolare. In realt, di solito, avviene
lopposto. I sinestesici pensano spesso che ciascuno abbia le loro stesse esperienze,
per cui non le vivono come qualcosa di particolare, e non sentono la necessit di
parlarne. In altri casi, sinestesici hanno raccontato di aver parlato delle loro esperienze
a dei loro coetanei quando erano bambini, di essere stati derisi a tal punto, che in
seguito, hanno evitato di parlarne per anni, vergognandosene.
La spiegazione che chiama in causa la memoria di esperienze infantili, sembra
anchessa non completamente soddisfacente. Non pu infatti rispondere alla domanda
del perch solo alcuni individui riportano queste esperienze, e quindi hanno queste
memorie intatte. Inoltre, non riesce a spiegare come mai solo specifiche classi di
stimoli possano indurre lesperienza sinestesica. Infine, non si capisce come questa
spiegazione possa essere legata al fatto che la sinestesia abbia una base genetica.
Galton, infatti, aveva gi aveva notato che la sinestesia aveva un carattere ereditario.
Il problema della spiegazione che si rif alluso di metafore da parte dei
sinestesici, che viene commesso uno dei classici errori della scienza, cio quello di
cercare di spiegare un mistero (sinestesia) con un altro mistero (metafora). Dal
momento che si sa molto poco delle metafore, a livello scientifico, dire che la
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sinestesia solo una metafora non aiuta ne a spiegare la sinestesia e neppure la


metafora. Al momento, quello che stanno tentando di dimostrare numerosi studiosi
che la sinestesia sia un vero fenomeno sensoriale, di cui si sta iniziando a
comprendere le basi neurali. Questi studi potrebbero in un futuro costituire, utili
paradigmi per comprendere altri fenomeni, come le metafore.
Infine, lidea che la sinestesia sia il risultato delluso di droghe, pu spiegare
solo lesperienza di poche persone, quelle cio che ne fanno uso. Il fenomeno sembra
presentarsi solo durante lassunzione delle droghe stesse. Una spiegazione pu essere
che certe droghe possano imitare farmacologicamente i meccanismi fisiologici che
sono alla base della sinestesia (vedi Grossenbacher e Lovelace, 2001). Tuttavia,
nonostante vi siano somiglianza superficiali, i resoconti di quelli che hanno assunto
allucinogeni, differiscono da quelli delle persone che riportano fenomeni sinestesici,
che si ripresentano costantemente nella loro vita. Le esperienze sinestesiche indotte da
allucinogeni, sono meno organizzate delle esperienze da sinestesia congenita. Mentre
un sinestesico dalla nascita, pu riferire che un DO (nota musicale) rosso, qualcuno
sotto linfluenza di allucinogeni dir di aver percepito una confusione percettiva, e
non sar in grado di dire se lesperienza provata fosse visiva o uditiva. Questo
suggerisce, che la sinestesia indotta farmacologicamente non sia basata sugli stessi
meccanismi della sinestesia congenita.
A questo punto, pu, essere interessante, cercare di capire, perch la sinestesia
sia stata ignorata per lungo tempo (tranne eccezioni vedi, per es., Baron-Cohen &
Harrison, 1997; Cytowic, 1989; Grossenbacher & Lovelace, 2001). Secondo V. S.
Ramachandran, nella storia della scienza, un fenomeno curioso, una anomalia, per
essere presa in considerazione dalla scienza ed avere un impatto, deve soddisfare tre
criteri:
1) deve essere un fenomeno reale e dimostrabile, in altre parole, deve poter essere
ripetibile in condizioni sperimentali controllate;
2) ci deve essere un meccanismo che spiega il fenomeno in base a principi conosciuti;
3) deve avere delle implicazioni che vanno oltre il fenomeno in se.
Per esempio, la telepatia potrebbe avere notevoli implicazioni se fosse reale,
soddisfacendo cosi il terzo criterio, tuttavia, manca di soddisfare il primo, in quanto
non realmente ripetibile. E non si neppure certi si tratti di un fenomeno reale.
Infatti, pi viene misurato sperimentalmente e pi il fenomeno tende a sparire.
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Unaltro esempio quello della trasformazione dei batteri. Anni fa, fu scoperto che
incubando una specie di batteri di pneomococco con quelli di unaltra specie, si aveva
come risultato che i batteri della seconda specie si trasformavano nei batteri della
prima. Questa scoperta venne pubblicata su una prestigiosa rivista, ma venne ignorata
per qualche tempo, perch non si riusciva a trovare un possibile meccanismo che
potesse spiegare questa trasformazione. Finch Watson e Crick descrissero la struttura
a doppia elica del DNA. Questa scoperta venne messa in relazione con la
trasformazione batterica, in quanto poteva spiegare il meccanismo che la originava.
Da quel momento, si cominci a riconsiderare limportanza della trasformazione
batterica
La sinestesia non ne una strategia, neppure unabilit; una esperienza
concreta e involontaria che pu essere molto vivida. La proporzione di persone che
provano questa esperienza relativamente piccola. Queste persone (sinestesici)
hanno avuto questa esperienza sin da bambini, quotidianamente. Molti sinestesici
mostrano sorpresa, venendo a sapere che anche le altre persone non provano la stessa
esperienza. Sebbene questa esperienza sia percepita come qualcosa di unitario, essa
composta da due elementi collegati. Un evento inducente (inducer) che una volta
presentato produce un evento concorrente (concurrent). Per esempio, un sinestesico,
come raccontano Grossenbacher e Lovelace (2001), sosteneva che il suono del pianto
di suo figlio, aveva uno spiacevole colore giallo. Nella sua esperienza sinestesica, il
suono (inducer) veniva percepito come avente un colore (concurrent) assieme ai
consueti attributi uditivi. Per la maggior parte degli individui sinestesici, la sinestesia
unesperienza unidirezionale: se un suono produce lesperienza di un colore,
tipicamente, il colore non evoca alcun suono. La relazione tra inducer e concurrent
sistematica, nel senso che ciascun concurrent tipicamente evocato da un solo
inducer.
Grossenbacher e Lovelace (2001) distinguono tra due tipi di sinestesia a
seconda che linducer sia percettivo o concettuale. Nella sinestesia percettiva, i
concurrent sono indotti dalla percezione di particolari stimoli sensoriali. Nella
sinestesia concettuale, la sinestesia prodotta dal pensare a particolari concetti. Nella
sinestesia numero-posizione, ciascun numero evoca una posizione differente nello
spazio relativamente agli altri numeri. In maniera analoga, la sinestesia periodo di
tempo-posizione, un periodo di tempo (es. determinato giorno della settimana, un
mese o un determinato anno) percepito come avente una collocazione spaziale.
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Lesperienza della sinestesia pu manifestarsi in tre maniere differenti. La


maggior parte di sinestesici mostra una sinestesia evolutiva. Questi sinestesici
mostrano una o pi forme di sinestesia percettiva e/o concettuale, iniziando ad avere
queste esperienze sin dallinfanzia. Sebbene le cause di questo tipo di sinestesia non
sono ancora state individuate precisamente, sembra che abbia basi genetiche, dovute
ad una mutazione del cromosoma X. Una seconda forma di sinestesia, pu iniziare pi
tardi come risultato di un danno cerebrale o di una deafferentazione sensoriale
(eliminazione o interruzione delle informazioni dai nervi afferenti sensoriali, che
portano le informazione al cervello). Questa condizione, abbastanza rara, di sinestesia
acquisita, di solito coinvolge solo la sinestesia percettiva. Infine lassunzione di
allucinogeni (es. LSD o mescalina) potrebbe produrre esperienze sinestesiche durante
lo stato di allucinazione. Tuttavia, come gi detto la sinestesia prodotta
farmacologicamente evoca delle percezioni ben diverse dalla sinestesia percettiva di
tipo evolutivo. Non sono stati riportati casi di sinestesia farmacologica concettuale.
Inducers gli eventi che provocano la sinestesia
Sebbene un dato inducer produca ripetutamente lo stesso tipo di concurrent,
c una grossa flessibilit nel parametri sensoriali dellinducer. Per esempio, se
vedendo la lettera B si percepisce una particolare tinta di rosso, il rosso percepito
pu rimanere costante, nonostante il cambio di calligrafia di chi scrive. Questa
flessibilit pu far nascere delle domande riguardo la natura dellinducer.
Molti inducer sono stimoli che sono stati creati per rappresentare un
significato; la maggior parte dei sinestesici hanno forme di sinestesia con inducers
linguistici o musicali. Questa tendenza ad avere come inducer stimoli che hanno un
significato o sono simbolici ha delle implicazioni nella comprensione dei processi
cognitivi sottostanti la sinestesia. Nella sinestesia lettera-colore, in molti casi,
lidentit della lettera che determina il suo colore. Per lettere prodotte oralmente, il
suono della voce (per es. maschile o femminile) tipicamente non ha alcun effetto sul
colore della lettera. Per le lettere scritte, molti sinestesici riferiscono che il modo con
cui la lettere scritta (per es. maiscola o minuscola; stampatello o corsivo) non ha
alcun effetto sul colore della lettera. Quindi, larea cerebrale che rappresenta le forme
delle lettere o il timbro sonoro, non coinvolta in questa forma di sinestesia. Per
alcuni sinestesici, il concurrent pu manifestarsi anche in seguito allattiva
immaginazione dellinducer senza che questa sia dovuta a nessuno presentazione di
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alcun stimolo. Limmaginazione impegna parecchie parti del nostro cervello che sono
anche attive durante la percezione. Dal momento che, durante lattivit immaginativa,
nessuno stimolo fisico presente, e, quindi, nessun segnale viene trasmesso dai sensi
al cervello, questo significa che il fenomeno sinestesico pu presentarsi anche con
unincompleta attivazione della cascata di segnali sensoriali che si propagano
normalmente durante la percezione.
Concurrents eventi particolari della sinestesia.
Sebbene individui differenti possano avere esperienza di alcune forme di
sinestesia, e possano anche condividere alcuni gruppi di inducers (per es. tutte le
lettere dellalfabeto), i concurrents sinestesici variano parecchio tra le persone. Per
esempio, sarebbe altamente improbabile trovare due persone per le quali, ciascuna
lettera dellalfabeto evochi gli stessi colori.
Tuttavia, sebbene vi sia una grande variabilit interindividuale nei concurrents,
un dato concurrents altamente specifico e consistente (stabile nel tempo). Persone
sinestesiche spesso descrivono i loro concurrents con cura meticolosa. Uno studio ha
paragonato la consistenza con la quale sinestesici e non-sinestesici assegnano un
colore a 117 lettere e parole (Baron-Cohen et al., 1993). Dopo una settimana, nonsinestesici associavano lo stesso colore agli stimoli presentati, solo nel 38% dei casi.
Mentre, con una coerenza impressionante, e dopo un intervallo pi lungo, i sinestesici
denominavano lo stesso colore associato agli stimoli nel 92% dei casi, un anno dopo
la presentazione.
Un altro aspetto del fenomeno sinestesico pu aiutare a chiarire le sue basi
neurali: esiste una variazione interindividuale sulla localizzazione del concurrents.
Alcuni sinestesici (grafema-colore) sostengono che il colore riempia la lettera. Altri
invece sostengono di vedere il colore su uno schermo invisibile, vicino a loro, e non
sulla lettera stessa. Per altri ancora, il concurrent appare internamente, nella loro
mente, e non direttamente sulla lettera. Questa variazione interindividuale, nella
localizzazione

spaziale

del

concurrent,

potrebbe

riflettere

variazioni

nella

rappresentazione neurale del concurrent, e potrebbe dipendere dalla diverse rete di


aree cerebrali coinvolte (questo aspetto verr analizzato pi in dettaglio
successivamente).
I sinestesici riferiscono di percepire il concurrent nello stesso momento in cui
percepiscono linducer, contemporaneamente. Uno studio recente fatto registrando
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lattivit elettrica cerebrale (Potenziali Evocati), ha mostrato come vi fosse un


aumento dellattivit cerebrale ma non la presenza di due eventi separati in un gruppo
di sinestesici (grafema-colore) alla presentazione di un grafema. Questo
confermerebbe che non ci sono differenze temporali nella percezione dellinducer e
del suo concurrent nei soggetti sinestesici.
Per concludere, la gran parte dei sinestesici dice che il concurrent si presenta
automaticamente nella loro mente e che ciascuna inducer al quale loro sono sensibili
produce sempre lo stesso concurrent.
Basi genetiche della sinestesia
Le stime sulla presenza di sinestesici nella popolazione varia incredibilmente.
Cytowic (1989) riferisce che la sinestesia si presenta in 1 caso ogni 20.000 persone,
mentre Galton (1880) sosteneva che la prevalenza era 1 a 20. Di ricente, studi
sistematici sulla presenza della sinestesia hanno stimato che essa si possa trovare in 1
persona ogni 2000 (Baron-Cohen et al. 1996). Ramachandran e coll. hanno osservato
che la presenza di sinestesici potrebbe essere anche pi alta, con un rapporto di 1 a
200. La differenza in queste stime, probabilmente dovuta a differenze nei criteri di
definizione della sinestesia utilizzati dai differenti ricercatori. Per esempio Cytowic si
concentr sulla sinestesia in soggetti nei quali la percezione di un determinato gusto
evocava la percezione di forme, mentre Ramachandran e coll. hanno concentrato la
loro attenzione sulla forma di sinestesia pi diffusa, cio la grafema - colore.
Se le stime sulla prevalenza della sinestesia possono non trovare tutti gli
studiosi daccordo, una punto su cui non vi la minima discussione che la sinestesia
si presenta con maggior probabilit, allinterno della stessa famiglia. Galton (1880) fu
il primo a notarlo, molti delle persone sinestesiche avevano parenti che erano
sinestesici a loro volta. Baron-Cohen e coll. (1996) hanno fatto una ricerca molto pi
sistematica delle osservazioni di Galton, per determinare le componenti genetiche
della sinestesia. Hanno trovato che la sinestesia molto pi comune nelle donne che
non negli uomini (un rapporto di 6:1) e che 1/3 dei sinestesici hanno un membro della
famiglia che sinestesico. Studi sulle famiglie hanno dimostrato come il tratto
responsabile della sinestesia, si trovi sul cromosoma X, e sia dominante.
Investigazioni sperimentali sulla sinestesia

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Qui di seguito verranno descritti una serie di esperimenti che sono stati
realizzati per avere una migliore comprensione del fenomeno della sinestesia.
Sebbene le ricerche in questione riguardano soprattutto la sinestesia grafema - colore
(la principale ragione che questo tipo di sinestesia il pi diffuso), molti dei principi
che emergono da queste ricerche possono essere riferiti anche ai casi di sinestesia
multisensoriale, nei quali linducer appartiene ad una modalit sensoriale ed il
concurrent ad una modalit sensoriale differente.
Molte delle persone sinestesiche spesso dicono che lesperienza si presenza
senza che ci sia alcuna volont da parte loro. Per esempio, A.C. una persona
sinestesica descritta da Dixon (2004) riferiva di il numero 2 evocava sempre il rosso,
indipendentemente ella volesse vederlo o meno. In fatti, linvolontariet di questo
fenomeno uno dei maggior criteri per stabilire se si tratti di sinestesia o meno. Il
fatto che il fotismo (vista del colore) sia involontario, e come abbiamo visto,
immediato (non c intervallo tra la percezione dellinducer e quella del concurrent),
fa pensare che il fotismo si una conseguenza immediata del vedere una lettera o un
numero. Partendo da queste considerazioni gli studiosi hanno utilizzato una variente
delleffetto Stroop per studiare lautomaticit della sinestesia grafema - colore.
Sinestesia ed effetto Stroop
Il test di Stroop consiste nella presentazione di stimoli le cui caratteristiche
sono conflittuali. Il test fu elaborato nel 1935 e nel corso degli oltre 50 anni successivi
alla pubblicazione del lavoro, la procedura di Stroop stata applicata con
innumerevoli variazioni. Nello studio originale, Stroop utilizz 5 parole (rosso, blu,
verde, marrone, e porpora) scritte in caratteri neri o in caratteri colorati, per alcuni
stimoli il colore dellinchiostro era congruente con quello della parola (es. verde
scritto con inchiostro verde) e per altri incongruente (es. verde scritto con inchiostro
rosso). Compito del soggetto era quello di ignorare il contenuto semantico della
parola e denominare invece il colore dellinchiostro. Esaminando i tempi di reazione
verbale, Stroop osserv che nella condizione incongruente (quando il colore non
corrispondeva alla parola) tutti i soggetti rispondevano con una latenza
significativamente maggiore rispetto alla condizione congruente. Stroop attribu
lallungamento dei tempi di reazione ad un potente fenomeno di interferenza tra le
caratteristiche fisiche e semantiche degli stimoli. Il rallentamento della risposta, detto

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effetto Stroop, assente quando i soggetti devono ignorare il colore e riportare


invece la parola.
Questi effetti possono essere spiegati sulla base delle attuali nozioni anatomofisiologiche circa le aree corticali implicate nellelaborazione degli stimoli visivi. La
componente fisica della parola (il colore), viene processata indipendentemente dalla
componente semantica (il significato) e quando tra loro c incongruenza, le due
componenti competono per luscita verbale. Il fatto che linterferenza si manifesti
quando richiesta la denominazione del colore ma non quando la risposta consiste
nella denominazione della parola ed dunque indipendente dal colore, suggerisce che
laspetto semantico degli stimoli abbia un accesso privilegiato alla risposta verbale
rispetto allaspetto fisico.
Wollen e Ruggiero (1983) furono i primi a studiare la sinestesia utilizzando il
metodo Stroop. Essi presentarono ad A.N., una persona con sinestesia lettera-colore,
carte raffiguranti delle lettere colorate che potevano essere congruenti o incongruenti
con il colore che quella lettera evocava ad A.N. (cio con il fotismo). Lidea era che
se il fotismo era una conseguenza automatica dellidentificazione delle lettere, allora
il fotismo doveva interferire con il denominare il colore dellinchiostro con cui erano
state scritte le lettere nella carte incongruenti. Compatibilmente con la loro ipotesi, il
tempo di risposta di A.N. nella denominazione del colore, era significativamente pi
lungo per le carte che contenevano lettere colorate in maniera incongruente che non
per le carte contenenti lettere colorate congruentemente. Gli autori, interpretano questi
risultati a favore dellidea che la sinestesia sia un processo automatico.
Tuttavia, questo primo studio riportava degli errori metodologici, nella
conduzione dellesperimento. Innanzitutto, lutilizzo di un cronometro, non garantiva
una misurazione propriamente oggettiva. Inoltre, il numero di errori commessi non
veniva analizzato. Si pu ipotizzare che nel rispondere pi velocemente, A.C.
commettesse un numero maggiore di errori. Se cosi fosse stato, non si sarebbe potuto
parlare di effetto facilitatorio, nella risposte date pi velocemente, visto che il numero
di errore risultava maggiore. Tuttavia, queste rimangono speculazioni perch Wollen
e Ruggiero, non riportarono i dati riguardo agli errori.
Recentemente, Dixon e coll. (2000) hanno applicato il paradigma Stroop
cercando di limitare i problemi di tipo metodologico presenti nello studio precedente.
Gli stimoli venivano presentati sul monitor di un computer e non su delle carte.
Inizialmente, presentavano i numeri da 0 a 9 vicino ad uno quadro il cui colore era
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regolabile. Al sinesteta C. , veniva presentato ciascun numero, mentre gli


sperimentatori regolavano il colore del quadrato fino a che lei indicava che il colore
del quadrato era uguale al fotismo generato dal numero che vedeva. Questa procedura
permetteva agli studiosi di presentare stimoli che erano congruenti o incongruenti con
il fotismo di C. Nellesperimento Stroop, a C. veniva presentato un quadrato colorato
(condizione di base) o dei numeri colorati congruentemente o incongruentemente
(condizioni congruenti o incongruenti) con il fotismo generato da quei numeri. Il
compito di C. era quello di denominare di fronte ad un microfono, il pi velocemente
possibile, il colore dello stimolo presentato in video preoccupandosi di essere anche
accurato. Il tempo di risposta della denominazione del colore era registrata con una
accuratezza in termini di millesecondi, e anche gli errori venivano registrati. La
presentazione

delle

condizioni

base,

congruente,

ed

incongruente

veniva

randomizzata. Il tempo di reazione di C., nel dare la risposta, era molto pi lento nella
condizioni incongruenti (797 ms, 2% di errori), che non nelle condizioni congruenti
(552 ms, 1% di errori) o condizioni base (545 ms, 0% di erroi). Il tempo notevolmente
pi lento trovato quando C. doveva nominare il colore nelle condizioni incongruenti
suggerisce che il suo fotismo non potesse essere inibito (controllato cognitivamente). I
risultati di C. vennero anche confrontati con quelli di un gruppo di 8 non-sinestesici,
che non mostrarono alcuna differenza nelle loro risposte agli stimoli il cui colore era
congruente o incongruente con il colore che in precedenza loro avevano associato al
numero. Questi risultati ottenuti con una metodica pi rigorosa, confermano i risultati
precedenti, corroborando lidea che il fenomeno della sinestesia sia davvero
automatico.
Gli studi affrontati fino ad ora sulleffetto Stroop in sinestesici hanno usato un
approccio di studio del caso singolo, nel quale sono una persona sinestesia stata
sottoposta allesperimento. Mattingley e coll (2001) hanno studiato lautomaticit
delle esperienze sinestesiche in un gruppo di 15 sinestesici. I sinestesici che
parteciparono a questo studio riferivano di percepire dei colori in risposta alla
presentazione di numeri, lettere, o parole. Mattingley e coll. condussero due
esperimenti separati nei quali 15 persone sinestesiche e 15 non-sinestesici dovevano
denominare il colore di caratteri alfanumerici presentati singolarmente. Cosi come
nello studio precedente, i colori degli stimoli che apparivano sul video potevano
essere congruenti o incongruenti con i fotismi dei sinestesici. In un esperimento, gli
stimoli congruenti ed incongruenti venivano presentati in blocchi separati, mentre
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nellaltro esperimento, gli stimoli congruenti e incongruenti venivano presentati in


maniera casuale allinterno di uno stesso blocco sperimentale. Anche in questi
esperimenti venivano presentati stimoli baseline, che consistevano in simboli non
alfanumerici che non inducevano alcun fotismo. I risultati di entrambi gli esperimenti
mostrano come i sinestesici erano pi lenti nel denominare il colore dei caratteri
alfanumerici, nelle condizioni incongruenti, che non nelle condizioni congruenti. Al
contrario, il gruppo di persone non-sinestesiche non mostrava alcuna differenza nello
loro risposte tra stimoli che erano congruenti e stimoli che erano incongruenti. Quindi,
i risultati di questi studi che coinvolgono un gruppo relativamente nutrito di soggetti
sinestesici, corrobora i risultati ottenuti in precedenza con uno studio su un singolo
caso. Entrambi, lo studio sul caso singolo e quello sul gruppo suggeriscono che per
quelle persone con sinestesia grafema-colore, i fotismi sono una conseguenza
automatica del vedere lettere o numeri presentati esternamente.
Ad oggi, i risultati di 6 differenti studi hanno mostrato come persone
sinestesiche presentino leffetto Stroop quando devono denominare il colore di lettere
o numeri colorati in maniera congrua o incongrua, mentre non-sinestesici non
mostrano alcuna differenza congruente-incongruente quando devono svolgere lo
stesso compito. Quindi non si pu che essere daccordo nel dire che questo robusto e
talvolta notevole effetto Stroop rappresenti una dimostrazione che uno stimolo
alfanumerico attivi automaticamente la percezione di un colore.
Projector ed associator synesthetes
Sebbene il fotismo per sinestesici grafema-colore risulti essere la
conseguenza automatica del vedere un grafema, quando uno ascolta attentamente il
racconto di persone sinestesiche, si pu rendere conto che non tutti i fotismi appaiono
alla stessa maniera. Per alcuni sinestesici, il fotismo appare come proiettato sul
grafema a coprirlo completamente (projector synesthetes). Per altri sinestesici, il
colore appare nella mente (associator synesthetes). Dixon e coll. (2004) hanno fatto
un sondaggio per vedere quanti sinestesici grafema-colore che frequentavano il loro
laboratorio fossero projector o associator synesthetes. Utilizzando questo tipo di
classificazione Dixon ha scoperto che solo 11 su 100 sinestesici che loro hanno
intervistato erano del tipo projector.
Dixon e coll. oltre a chiedere ai sinestesici dove essi percepissero il fotismo,
hanno intervistato i sinestesici in maniera informale su altri aspetti della loro
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sinestesia. Le risposte date rivelarono delle differenze interessanti tra projector ed


associator synesthetes. Per esempio, quando C. (projector synesthete; che ha
partecipato allesperimento descritto in precedenza) descriveva di vedere un numero
colorato incongruentemente rispetto al fotismo, diceva di percepire due differenti
colori (cio il colore del numero e quello del fotismo), e questo esperienza percettiva
era abbastanza particolare. Un altro projector synesthete, J, sosteneva di: leggere
qualcosa scritto in un colore sbagliato e questo era abbastanza difficile per me da
controllare ed in qualche modo mi irritava. Quando Dixon chiese a C. di valutare
lintensit della sua esperienza sinestesica confrontandola con quella del colore
percepito sullo schermo, C. riferiva che lesperienza sinestesica era molto pi intensa
della percezione del colore della carattere alfanumerico presentato. Al contrario,
quando ad associator synesthetes venne chiesto di raccontare la loro esperienza
vedendo numeri colorati in maniera incongruente, molti sostenevano che lesperienza
non era affatto disturbante. Inoltre, quando a loro venne chiesto di giudicare
lintensit della loro esperienza sinestesica confrontandola con la percezione del
colore del numero presentato, gli associator sostenevano che la percezione del colore
del numero che appariva sul video era molto pi intensa di quella che provavano
percependo il fotismo. Se considerate nel loro insieme, questi resoconti soggettivi
suggeriscono che il fotismo che viene sperimentato da associator synesthetes potrebbe
differire dal fotismo percepito dai projector synesthetes non solo per la posizione in
cui viene percepito il fotismo. Si pu pensare che la differenza tra i projector ed
associator synesthete in termini di quando intensamente essi possano sperimentare il
fotismo, e di quando disturbante venga giudicata la vista di stimoli incongruenti,
possa riflettere differenze di base sullautomaticit nella produzione di fotismi.
Si deve notare che sebbene alcuni sinestesici siano in grado di dare dei giudizi
chiari e definitivi sulle loro esperienze sinestesiche, altri lo trovano molto difficile.
Alcuni riferiscono di provare due esperienze percettive differenti, nel caso del colore
presentato e del fotismo, e risulta praticamente impossibile fare un confronto. Per
riuscire a superare queste difficolt nel descrivere soggettivamente le esperienze
sinestesiche, Dixon e coll. (2004) hanno realizzato uno studio per evidenziare
possibili differenze fra projector synesthete e associator synesthete.
La loro prima ipotesi era quella che i projector synesthete elaborassero i
fotismi in maniera molto pi automatica che non gli associator synesthete. Inoltre,
basandosi sui racconti di C., in particolare sul fatto che lei percepiva i fotismi con
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unintensit maggiore dei colori presentati sul video, essi cercarono di provare se i
projector synesthete elaborassero i fotismi in maniera pi automatica dei colori delle
lettere che apparivano sul video. Per cercare di rispondere a queste domande, loro
chiesero a projector e associator synesthete di fare due differenti compiti Stroop. In un
compito (esperimento 1), dovevano denominare il colore di numeri colorati. Nellaltro
compito (esperimento 2), dovevano denominare il fotismo che associavano al numero
colorato presentato. In entrambi i compiti, i numeri erano presentati sul monitor con
colori che potevano essere congruenti o incongruenti con il fotismo che era evocato
dal numero. I tempi di risposta e gli errori venivano registrati in ciascuna prova.
Se il fotismo viene elaborato in maniera molto pi automatica dai projector
synesthete, il risultato che ci si aspetta, che i projector synesthete dovrebbero
mostrare un pi grande effetto di interferenza che gli associator synesthete nel
denominare il colore delle lettere presentate (esperimento 1). Inoltre, lo scopo degli
autori era quello di vedere se cerano differenze tra i projector e associator synesthete
in termini di grandezza dellinterferenza quando dovevano ignorare il colore della
lettera apparsa sul video (esperiment 2) rispetto a quando doveva ignorare il colore del
fotismo (esperimento 1). Basandosi sui resoconti di C., che il fotismo porta ad
esperire il colore in maniera pi intensa che non quello della lettera presentata sul
video, gli autori ipotizzavano una pi grande interferenza dal fotismo (esperimento 1)
che dal colore della lettera presentata sul video (esperimento 2) per i projector
synesthete ma una pi grande interferenza dei colori presentati sul video (esperimento
2) che non dei fotismi (esperimento 1) per gli associator synesthete.
I risultati di 5 projector e 7 associator synesthete mostrano che quando i
projector synesthete devo denominare il colore della lettera linterferenza del fotismo
pi grande per i projector (169ms) che non per gli associator synesthete (29ms).
Questo risultato indica che i projector synesthete trovavano molto pi difficile
ignorare il fotismo che non gli associator synesthete. Inoltre, dai risultati emerge che i
projector synesthete avevano un effetto interferenza molto maggiore causato dal
fotismo (esperimento 1) che non dal colore presentato (esperimento 2). Questo altro
risultato mostra come i projector trovassero molto pi difficile ignorare il fotismo che
non il colore presentato sul video. Questo non capitava mai per nessuno degli
associator synesthete. Infatti, 3 dei 6 associator synesthete mostrarono una maggiore
interferenza dovuta ai colori delle lettere presentate sullo schermo (esperimento 2) che
non dai fotismi (esperimento 1), un risultato opposto a quello riportato dagli
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Sinestesia

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associator synesthete (gli altri 3 associator synesthete mostrarono una interferenza


uguale nei due esperimenti).
In precedenza projector ed associator synesthete erano stati distinti sulla base
dei resoconti delle loro esperienze soggettive. Ora, Dixon e coll., utilizzando il
metodo Stroop, hanno trovato un sistema per distinguere empiricamente queste due
sottocategorie di sinestesici. Dixon e coll. sostengono che la relativa automaticit del
fotismo sinestesico possa costituire un criterio per distinguere questi due tipi di
sinestesici. I projector synethete infatti elaborano il fotismo pi automaticamente degli
associator synesthete. Il differente pattern di risultati che emerge quando projector e
associator synesthete vengono coinvolti in questo tipo di esperimenti, suggerisce che
si deve usare una certa cura quando si interpretano gli studi precedenti che hanno
utilizzato leffetto Stroop. E possibile ipotizzare che solo projector synesthete
mostrino sempre un effetto Stroop quando devono nominare colori delle lettere. Gli
associator synesthetes potrebbero mostrare un effetto interferenza ridotto, oppure
nessun effetto dovuto al loro fotismo. Per questo, sebbene negli studi di Mattingley e
coll. (2001), i sinestesici erano in media pi veloci a nominare i colori nella prove
incongruenti che non nelle prove congruenti, alcuni sinestesici del gruppo non
mostrarono alcun effetto. I risultati che dimostrano che ci sono differenti
sottocategoria di sinestesici e che non tutti gli associator synesthete mostrano un
effetto Stroop dovrebbero consigliare di utilizzare con cautela, leffetto Stroop come
indicatore della presenza di sinestesia.
Sebbene, gli studi di Dixon abbiano contribuito a chiarire alcune differenze tra
projector ed associator synesthete utilizzando il metodo Stroop, molto domande
rimangono ancora aperte. Ad oggi, non si sa ancora se i projector mostrano un pattern
di risposta differente da quello degli associator perch lautomaticit del processo un
continuum, con i projector che elaborano i fotismi molto pi automaticamente degli
associator, che quindi starebbero dalla parte opposta del continuum, oppure se vi
qualcosa di categoricamente differente tra le esperienza sinestesiche dei projector e
degli associator synesthete che causa il differente pattern di risultati negli studi
Stroop. Pu essere che il fotismo dei projector synesthete che viene percepito nello
spazio esterno sia pi difficile da essere ignorato del fotismo degli associator
synesthete che percepito allinterno della mente. In alcuni esperimenti che vedremo
in seguito, Dixon e coll. hanno mostrato come a volte possa accadere che il fotismo
possa impedire ai projector synesthete di percepire il grafema.
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Sinestesia fenomeno percettivo?


Quando si considera lesperienza sinestesica, importante non dimenticare la
distinzione tra la percezione del colore e le associazioni semantiche del colore. Ad
esempion, quando un non-sinestesico vede una fotografia colorata di una segnale di
stop su un semaforo, lui o lei percepiscono il colore rosso (percezione del colore).
Quando un non-sinestesico vede una figura in bianco e nero di un segnale di stop su
un semaforo, tuttavia, anche se lui (o lei) sa che il colore del segnale di stop sul
semaforo rosso (associazione semantica del colore), percepisce, comunque, solo una
figura acromatica del segnale di stop. Come gi detto, quando un projector
synesthetes descrive la sua esperienza, riferisce di vedere il colore che si sovrappone
alla forma del grafema presentato. Pi di recente, Ramanchandran ed Hubbard (2001),
hanno fornite evidenze empiriche alla natura percettiva di questo tipo di esperienza
sinestesica usando dei paradigmi, poco influenzati dalle richieste del compito, o da
influenza cognitive (es. attenzione, memoria) che ne possano migliorare la
prestazione.
Ramachandran e Hubbard hanno condotto questi esperimenti su due soggetti
sinestesici (J.C. ed E.R.). I risultati di questi esperimenti sembrano suggerire che la
sinestesia grafema - colore sia un effetto sensoriale piuttosto che cognitivo o basato
su associazioni mnemoniche. Nel loro primo esperimento hanno provato a vedere se il
colore indotto sinesteticamente (fotismo) possa creare un fenomeno di pop-out. Per
cercare di spiegare cosa sia il pop-out, si immagini di dover cercare un elemento
identificabile da un unico attributo (ad esempio individuare un pallino rosso tra tanti
pallini blu). Lelemento balza subito fuori dal contesto, catturando immediatamente
lattenzione. In questo caso il tempo per identificare lelemento in questione
indipendente dal numero di distrattori (es. pallini blu). Il fatto che alcuni stimoli
possano balzare fuori dal contesto percettivo, stato interpretato come evidenza che
questi processi sono guidati da un meccanismo preattentivo (percettivo e non
cognitivo) in grado di operare in parallelo. Se invece lelemento identificabile
mediante una congiunzione di caratteristiche (es. identificabile mediante le
caratteristiche rosso e cerchio, il colore da solo non basta pi), il tempo di ricerca
varia linearmente con il numero di elementi distraenti presenti nella scena, ovvero
diventa una ricerca seriale e non pi parallela. Quindi la fase preattentiva fa emergere
(pop-out) le caratteristiche dominanti degli elementi processandole parallelamente, e
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se le caratteristiche sono pi duna si passa alla fase attentiva che usa lattenzione
selettiva per combinare queste caratteristiche (quindi definire loggetto) e processare
gli elementi serialmente. Quindi lidea di Ramachandran ed Hubbard era quella di
trovare un effetto pop-out dovuto al fotismo, che permettesse cosi di dimostrare che il
colore che i sinestesici riferiscono di vedere alla presentazione di un grafema frutto
di un processo di tipo percettivo.
Nel primo esperimento, vennero presentati stimoli, in qualche maniera,
analoghi alle tavole pseudocromatiche, utilizzate nel test di Ishihara, per diagnosticare
eventuali deficit nella visione del colore. Ai due sinestesici, J.C. ed E. R., vennero
presentati sullo schermo bianco di un computer una serie di grafema neri (cio una
matrice di 5 generati a computer e posti casualmente; vedi slides della lezione).
Dentro questo insieme di 5 venne inserito un gruppo di 2, che formavano una figura
(es. un triangolo). Dal momento, che i 5 erano unimmagine speculare dei 2 ed erano
costituiti dagli stessi elementi (2 segmenti verticali e 2 segmenti orizzontali), le
persone non-sinestesiche che cercavano di individuare la figura, trovavano il compito
molto difficile, e se arrivavano alla soluzione, impiegavano parecchio tempo. I due
sinestesici sottoposti al test, invece, vedevano il 5 di un colore ed il 2 di un colore
diverso, e quindi, riferivano di vedere un triangolo verde di 2 con uno sfondo rosso di
5. Gli autori dello studio misurarono la prestazione dei due sinestesici e notarono
erano molto migliori (pi veloci ed accurati) dei non-sinestesici. Un secondo
esperimento venne condotto sulla falsariga del primo. In questo caso la prestazione di
J.C. e E.R. era messa a confronto con quella di 40 soggetti di controllo nonsinestesici. In questo esperimento, lo stesso set-up sperimentale venne utilizzato,
lunica differenza fu che 4 diverse figure potevano venir presentate (un quadrato, un
rettangolo, un triangolo, un pentagono). La loro presentazione era casuale per ridurre
qualsiasi effetto dovuto dallaspettativa dei partecipanti. Ciascun stimolo veniva
presentato per un 1 secondo, dopo che lo stimolo era sparito dallo schermo, i
partecipanti dovevano indicare quale delle 4 figure era stata presentata, premendo il
tasto relativo a quella figura. Di nuovo, i due sinestesici erano migliori (81% di
risposte corrette) dei non-sinestesici. La prestazione dei non-sinestesici (59% di
risposte corrette) era migliore di una risposta casuale, dimostrando che avevano
compreso il compito, ma lo trovavano molto difficile. Dal momento che la prestazione
dei sinestesici, era significativamente migliore di quella delle persone non
sinestesiche, si pu concludere che il fenomeno realmente percettivo e non
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influenzato da processi cognitivi, come lattenzione o la memoria (vedi altro esempio


riportato nello slides della Lezione 11 sulleffetto crowding).
Livelli molto bassi nellelaborazione di informazioni riguardanti stimoli
possono avvenire anche prima che ci sia una rappresentazione cosciente delle stesse.
Parole ed oggetti che sono stati mostrati brevemente e quindi non percepiti
consapevolemente, possono, comunque, venire elaborati inconsapevolmente, come
indicato dallanalisi delle risposte a stimoli bersaglio presentati in seguito (Dehaene et
al., 1998, 2001). Se la sinestesia viene evocata ad uno stadio precoce dellanalisi degli
stimoli.
Anche Smilek e coll. (2001) hanno fatto uno studio, focalizzato sugli aspetti
percettivi della sinestesia grafema-colore. Come notato anche in precedenza, quando
la sinesteta C. (impegnata in molti studi di Dixon e coll.) vedeva un numero nero,
vedeva anche un colore che si sovrapponeva perfettamente alla forma del numero. C.
dichiarava di essere perfettamente in grado di orientare la sua attenzione sul numero
di colore nero oppure sul fotismo che ricopriva il numero stesso. Tuttavia, lei diceva
che il fotismo era la sensazione dominante tra le due. Il resoconto soggettivo di C
venne usato da Smilek e coll. per realizzare un esperimento che potesse dare
informazioni sulle caratteristiche percettive del fotismo. La premessa di questo studio
fu molto semplice. Se C. percepisce un numero di colore nero, con un altro colore
sovrapposto, allora quel numero dovrebbe essere molto pi difficile da percepire se
presentato su uno sfondo dello stesso colore del suo fotismo, mentre dovrebbe
percepirlo pi facilmente se lo sfondo sia di colore differente da quello del fotismo.
Praticamente, se un 2 nero viene percepito come rosso, allora questo 2
sinestesicamente percepito come rosso, dovrebbe essere molto pi difficile da
riconoscere se presentate su uno sfondo rosso che non su uno sfondo verde.
In un esperimento, il compito di C fu quello di identificare il numero nero che
era presentato brevemente (32ms) e seguito da una pattern nero di mascheramento
(che non permetteva la vista del numero). Ogni volta che uno stimolo veniva
presentato, lo sfondo dello schermo del computer veniva variato, in modo tale da
poterlo avere dello stesso colore o di colore diverso dal fotismo. In maniera coerente
alla nostra ipotesi, C. identificava il numero molto meno facilmente quando questo era
presentato su uno sfondo uguale a quello del fotismo (es. un 2 percepito come rosso,
su uno sfondo rosso), che non quando lo sfondo non coincideva con quello del
fotismo (es. un 2 percepito rosso presentato su uno sfondo verde). Al contrario di C,
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un gruppo di persone non-sinestesiche non mostravano alcuna differenza nella loro


prestazione quando gli sfondi variavano. Questo risultato stato interpretato da
Smilek e coll. come un evidenza che lesperienza sinestesica di C. influenzava la sua
percezione del numero nero.
In un altro esperimento, C doveva localizzare un numero nero (2 o 4)
allinterno di altri numeri, 8, utilizzati come distrattori. Cosi come nel precedente
esperimento, il colore dello sfondo veniva modificato di volta in volta, in maniera che
potesse essere dello stesso o di diverso colore dal fotismo originato dal numero target
(2 o 4). I risultati, di nuovo, hanno mostrato che C. era significativamente pi lento
nel localizzare il numero target quando la condizione era stesso sfondo che non
quando la condizione era sfondo differente. Ad ulteriore conferma dei risultati
precedenti, i 7 non-sinestesici, di nuovo, non mostrarono alcune differenze al variare
degli stimoli. Questo risultato rafforza ulteriormente lidea che lesperienza
sinestesica possa modulare la percezione del numero, di colore nero.
Mentre Smilek e coll. hanno mostrato che il colore dello sfondo pu
influenzare la percezione del numero, soprattutto quando congruente con il fotismo, in
un altro studio Wagar e coll. (2002) hanno voluto dimostrare che il fotismo che viene
proiettato su un numero, contribuisce ad indirizzare lattenzione su quel numero, e
pu facilitare lidentificazione di quel numero. Inizialmente Wagar e coll. testarono 8
non-sinestesici. Nella condizione chiave, ai non sinestesici veniva presentato
brevemente (16 ms) un numero target di colore nero (2, 4, 5, o 7) allinterno di altri 15
numeri di colore nero (numero 8) che fungevano da distrattori. Il numero bersaglio
veniva circondato da 4 punti neri, e il compito del partecipante allesperimento, era
quello di identificare il numero inserito in questi 4 punti. In met delle prove, i 4 punti
neri che circondavano il numero target sparivano nello stesso momento in cui
sparivano anche tutti i numeri sullo schermo, nellaltra met delle prove i numeri
sparivano ma i 4 punti rimanevano sullo schermo per 320 ms. I non-sinestesici
facevano molti pi errori (18 errori su 48 stimoli) quando i 4 punti rimanevano sullo
schermo per 320 ms, di quando i punti sparivano allo sparire dei numeri (5 errori su
48 stimoli). La spiegazione che venne data di questo risultato che quando
lattenzione distribuita su molti stimoli su uno schermo (es., un numero target e 15
distrattori), i 4 punti, che rimangono in vista, contribuiscono a mascherare la
percezione del target circondato (Enns e Di Lollo, 1997).

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Nella seconda fase del loro studio, Wagar e coll., hanno testato nuovamente i
non sinestesici dellesperimento precedente, mostrando che leffetto dei 4 punti che
rimangono in vista, pu essere fatto sparire, se i numeri target vengono presentati
colorati e non pi neri. Quando agli 8 non-sinestesici vennero presentati target colorati
(es., un 2 rosso circondato da 4 punti neri, allinterno di uno schermo con 15
distrattori neri, raffiguranti numeri 8), essi facevano in media solo 4 errori una
riduzione significativa rispetto ai 15 errori che facevano quando il target era nero,
nella stessa condizione. Questo risultato suggerisce che i non-sinestesici facessero
meno errori perch il colore del numero attirava lattenzione sul numero target,
evitando ogni effetto di mascheramento dovuto ai 4 punti che rimanevano in vista.
Nella fase finale dellesperimento, Wagar et al. (2002) testarono C., la
sinestesica, utilizzando numeri target e distrattori, entrambi neri. Per C., il colore dei
fotismi attivati dai numeri 2,3,4 e 7 erano rosso, blu, verde e giallo, rispettivamente,
mentre il colore del fotismo per 8 era nero. Cosi, se un target, come per esempio 2, era
inserito in 15 distrattori raffiguranti numeri 8, il colore del fotismo per quel target
doveva risaltare in questo schermo, dal momento che i distrattori venivano percepiti
come tutti neri. Quindi, lipotesi era che il colore sinestesico generato internamente da
C. per il numero bersaglio, doveva agire come il numero colorato, per i nonsinestesici. I risultati confermarono, che il fotismo per i numeri 2,3,4, e 7 attir
lattenzione di C. verso questi target, ed elimin leffetto di mascheramento, causato
dai 4 punti neri, anche in condizioni molto difficili. I risultati mostrarono che nella
condizione in cui i punti neri rimanevano in vista, C. faceva solo 5 errori, un
miglioramento rispetto alla prestazione dei non-sinestesici, che nelle stesse condizioni
commettevano 18 errori. Questo risultato invece paragonabile a quello dei nonsinestesici quando i numeri target erano colorati. I risultati di questi esperimenti,
fanno concludere a Wagar e coll. che il fotismo generato internamente da C. serviva
ad attirare lattenzione di C. sul target ed a prevenire leffetto di mascheramento dei 4
punti., lo stesso effetto ottenuto con il colore dei numeri, nei non sinestesici.
Questi risultati riportati in questo paragrafo, sono importanti perch non
possono essere spiegati solamente in termini di associazioni semantiche tra caratteri
alfanumerici e colori. La spiegazione pi convincente di questi risultati che siano un
risultato diretto di aspetti percettivi dellesperienza sinestesica piuttosto che il risultato
di associazioni semantiche, o di altri aspetti cognitivi. Questi risultati possono essere
visti anche alla luce della distinzione fatta a proposito di projector o associator
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Sinestesia

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synesthetes. La previsione che si pu fare che questi effetti percettivi si possano


notare solo per i projector synesthete nessuno degli associator synesthete dovrebbe
mostrare questi risultati. Per avere una risposta certa, si dovranno attendere i risultati
che il gruppo di Dixon, in particolare, sta conducendo su queste due categorie di
sinestesici.
Sinestesia e immaginazione visiva
Ramachandran ed Hubbard (2001; poster presentato al meeting della
Cognitive Neuroscience Society) hanno rilevato che molti sinestesici quando
immaginano un numero, il colore corrispondente evocato pi fortemente che non
quando vedono il numero effettivamente. Questo pu accadere perch latto
dellimmaginare pu attivare parzialmente sia aree superiori, legate allattivazione dei
concetti (es. OCraven & Kanisher, 2000) sia aree inferiori, legate alla percezione dei
concetti (vedi Ramachandran et al. 2004).
Ramachandran

ed

Hubbard

hanno

provato

studiare

il

ruolo

dellimmaginazione visiva nella sinestesia utilizzando leffetto Perky (Craver-Lemley


& Reeves, 1992), che permette di studiare i legami tra percezione ed immaginazione.
Nellesperimento originale di Perky (1910) i soggetti guardavano uno schermo bianco
semitrasparente e li veniva chiesto di immaginare un oggetto duso comune.
Attraverso un proiettore di diapositive, unimmagine reale di un oggetto veniva
proiettata sul retro dello schermo reso, gradualmente, pi chiaro. Curiosamente,
sebbene loggetto proiettato sarebbe stato visibile in condizioni normali (cio, era
chiaramente sopra soglia), i soggetti fallivano nel riportare limmagine proiettata.
Lavori pi recenti (Craver-Lemley & Reeves, 1992) hanno mostrato che questo non
era solamente un semplice effetto attenzionale, ma una reale riduzione della
sensibilit percettiva.
Ramachandran ed Hubbard hanno realizzato un esperimento simile con i loro
soggetti sinestesici, J. C. e E. R.. Ai soggetti venivano presentati dei grafemi colorati,
e loro dovevano dire se trattava di lettere o numeri, mentre contemporaneamente a
loro venivano richiesto di immaginare grafemi compatibili (cio, immaginare una
lettera se lo stimolo presentato era una lettera, e viceversa) o incompatibili (cio,
immaginare un numero se lo stimolo presentato era una lettera, e viceversa) con gli
stimoli visivi. La loro prestazione nel compito immaginativo venne paragonata alla
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prestazione nella quale dovevano individuare lo stimolo senza dover immaginare


nulla. I risultati dimostrarono come i due sinestesici mostrarono un aumento della
soglia molto pi elevato quando dovevano immaginare i grafemi, rispetto ai soggetti
normali, mostrando cos un pi grande effetto Perky. Il risultato pu essere spiegato
considerando il fatto che i sinestesici quando immaginavano un grafema attivavano
anche un colore. Questa era una ulteriore informazione che poteva andare ad
ostacolare la percezione dei grafemi che erano anchessi colorati. La confusione
maggiore si poteva avere nelle condizioni incompatibili (es. lo stimolo presentato era
un H di colore verde, e al soggetto veniva chiesto di immaginare il 3 che per loro
poteva evocare il colore blu). Lulteriore informazione riguardante il colore non
veniva attivata in soggetti normali, mentre immaginavano il grafema. Questa sarebbe
unulteriore prova a favore dellidea che fenomeni sinestesici possono essere evocati
anche grazie ad attivazioni top-down, come lattivit immaginativa.
Basi neurali della sinestesia
Si dai primi resoconti scritti sulla sinestesia, ci si chiesti quale fosse le basi
neurali di questo fenomeno. In particolare, se il fenomeno fosse causato da
interconnessioni tra aree cerebrali. Tuttavia, la mancanza di conoscenze adeguata
sulle aree visive superiori (maggiormente candidate in questo genere di fenomeno) ha
limitato la possibilit dei ricercatori di poter trovare evidenze empiriche alle ipotesi
formulate.
Gran parte di quello che si a proposito delle aree impegnate nel processamento
visivo proviene da studi su primati non umani, e attraverso lanalisi di lesioni
cerebrali in umani (Ramachandran, Hubbard, e Butcher, 2004). Tuttavia, gli studi su
primati non umani soffrono di numerose limitazioni, che non permettono una facile
trasposizione dei loro risultati a quelli dello studio del cervello umano. Per esempio, la
differente localizzazione anatomica di aree omologhe, dovuto alle diverse dimensioni
del cervello delluomo rispetto a quello dei primati non umani. Inoltre, i primati non
umani non possiedono aree adibite allelaborazione di numeri o di lettere, e quindi
difficilmente possono avere esperienza di sinestesia grafema-colore, anche se fossero
in grado di raccontarcelo.
Tuttavia, lavvento della moderne tecniche di neuroimmagine, hanno reso
possibile studiare le aree visive superiori, in uomini senza patologie o lesioni
cerebrali. Queste tecniche hanno permesso di evidenziare larea V4, come il centro
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per lelaborazione del colore, nel giro fusiforme (Ramachandra et al., 2004).
Ramachandran e coll. notarono immediatamente che anche larea per lelaborazione
dei grafemi si trovava nel giro fusiforme, adiacente allarea V4 specialmente
nellemisfero sinistro. Erano anche colpiti dal fatto che la forma pi comune di
sinestesia quella grafema - colore, e che le aree cerebrali corrispondenti fossero
vicine.
Dal momento che la sinestesia sembra essere ereditaria, Ramachandran e coll.
suggeriscono che una mutazione genetica possa causare un eccesso di connessioni o
un errato processo di pruning(potatura, sfoltimento) di connessioni fra le diverse aree
cerebrali. Le connessioni che si hanno alla nascita sono un numero superiore di quello
che si trovano in un cervello adulto. Quello che avviene nei primi mesi di vita un
processo definito appunto pruning delle connessioni cerebrali. Quello che emerso da
numerosi studi che le connessioni tra le aree responsabili dellelaborazione del
colore e quelle responsabili dellelaborazione dei grafemi sono molto numerose in
fase prenatale e nei primi giorni di vita. Quindi se una mutazione genetica conducesse
ad un fallimento del processo di pruning delle connessioni prenatali, i collegamenti fra
le aree dei grafema e quelle del colore si manterrebbero intatte anche nello sviluppo,
spiegando cosi, mai una persona sinestesica, alla vista di una grafema possa anche
vedere contemporaneamente anche un colore. Lattivazione dellarea del grafema da
parte di uno stimolo esterno, coinvolgerebbe anche larea del colore, producendo la
percezione del fotismo.
Ramanchandran e coll. comunque sottolineano che se anche si tratta di una
mutazione genetica che causa dei problemi al pruning delle connessioni tra aree
cerebrali, la sinestesia comunque deve richiedere un processo di apprendimento.
Ovviamente le persone non nascono con dei legami ben precisi tra grafemi e colori.
Altrimenti persone sinestesiche avrebbero tutte la stessa manifestazioni del fenomeno,
ad una grafema corrisponderebbe per tutti lo stesso colore. Il numero eccessivo di
connessioni permette solamente ad un grafema di evocare un colore. Tuttavia ci
devono essere delle regole interne di apprendimento, che dicono che una volta che
una connessione tra un grafema ed uno numero si creata, non se ne possono creare
delle altre.
Questa ipotesi spiegherebbe anche perch, per alcune persone sinestesiche,
solo il numero arabo, pu evocare il colore, numeri romani o un insieme di punti
rappresentante quella quantit numerica, non riescono a fare lo stesso. Questa
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Sinestesia

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osservazione suggerisce che sia effettivamente laspetto visivo del grafema, non il
concetto numerico che produce il fotismo. Questo conclusione sarebbe a favore
dellipotesi di Ramanchandran che la sinestesia sia dovuto alla interconnessioni tra
aree attivate dai grafemi ed area attivata dalla percezione del colore. La prima elabora
solo le informazioni visive, e non i concetti, riguardanti numeri o lettere.
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