Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
INDICE
SINTESI…………………………..…………………………………………………………..pag. 2
EDITORIALE………………………………………………………………….……………...pag. 4
IL DENARO…………………………………………………………………………...…….pag. 19
CIRANO…………………………………………………………………………………......pag. 25
Liberarsi dei “corpi morti”. Liberarsi del passato. Liberarsi del passato
neofascista, inutile fardello devastatore di giovani idealisti che hanno dato la
Liberarsi dei “corpi morti”. Liberarsi del passato. Liberarsi del passato
neofascista, inutile fardello devastatore di giovani idealisti che hanno dato la
vita per fare arricchire pochi spregevoli personaggi. Persone che oggi
il sig.
Bianchi
E CHI
L’AVREBBE
+ MAI
DETTO?!?!?
La Nuova Destra è un’esperienza che si è chiusa nel 1994, dopo circa vent’anni di
esistenza. Sin dall’inizio di quell’avventura, faticavo ad accettare l’etichetta con cui i
media l’avevano battezzata, perché l’aggettivo “nuova” connesso al sostantivo
“destra” faceva pensare a un semplice tentativo di innovazione di un’area politico-
culturale a cui comunque si accettava di appartenere. Ma nel caso della maggioranza
dei fondatori di quella corrente di idee, l’ambizione era ben altra: fondere in un
insieme sintetico coerente contenuti che solo l’impulso di una serie di circostanze
aveva associati a contenitori diversi ed aggiornarli, segnando antagonismi e
convergenze inediti. Per quanto mi riguarda, il mio ultimo voto ad un partito di destra
(il Msi-Dn) risale al 1979. Dal febbraio di quell’anno, che mi separava dal neofascismo
e dalla destra ha esercitato su di me molta più influenza di ciò che mi ci avrebbe
potuto tenere legato. E’ vero che la mia traumatica fuoriuscita dal Msi-Dn avvenne
solo nel gennaio 1981, ma nell’ultimo anno e mezzo a tenermi lì fu solo il fatto che in
quell’ambiente, in cui ero entrato a nemmeno sedici anni, c’era un po’ tutto il mio
mondo: emozioni, affetti, vissuto.
Cosa mi separava da quel mondo? Averlo conosciuto a fondo, capendo che dietro le
professioni di fede in una “terza via” ulteriore rispetto al liberalismo e al comunismo
c’era solo un agglomerato incongruente di fideismo, arrivismo, conservatorismo,
visceralismo, nazionalismo. Una miscela indigesta per me.
1.
2.Lei è da parecchio tempo un sostenitore dell’esaurimento della dicotomia
sinistra/destra, tuttavia questa dicotomia è ancora oggi utilizzata per
distinguere fazioni politiche contrapposte. Può spiegare quali sono a suo
avviso le ragioni dell’esaurimento di questa dicotomia.
1.
2.Oggi a distanza di più di sessant’anni dalla fine della seconda guerra
mondiale si parla ancora, soprattutto nella sinistra, di Fascismo e
Antifascismo. A suo avviso il Fascismo propriamente detto (1919 – 1945) è
classificabile all’interno della dicotomia sinistra/destra o è al di fuori di
questa dicotomia.
1.
2.Intorno alla Shoah soprattutto in questi ultimi anni si è creata una vasta
industria ideologica, il cui scopo è quello di elevare l’Olocausto ebraico (che è
veramente esistito, non mi fraintenda) ad unicum storico, in modo da
assolvere preventivamente lo stato d’Israele dai suoi crimini nei confronti dei
palestinesi. Le chiedo, è possibile a suo avviso parlare di “religione sionista”,
senza possibilmente cadere nell’antisemitismo.
Il tema è da toccare con le molle. Non vi è dubbio che il genocidio della popolazione
ebraica sia soggetto a pesanti strumentalizzazioni, ma io penso che, più che opporsi
ad esse ricorrendo a toni polemici contro il sionismo, sia necessario bandire una volta
per tutte il “ricatto della memoria” dalla discussione politica. Le politiche dello Stato di
Israele vanno discusse in termini attuali e, se lo si ritiene opportuno o doveroso,
criticate in quanto tali, rifiutando qualsiasi commistione con toni e argomenti che
possono essere fatti passare, a torto o a ragione, per surrogati di antisemitismo. Che
poi questa accusa venga usata spesso senza alcun fondamento, a puro scopo di
delegittimazione di un avversario, è un dato di fatto. Ma, appunto, il miglior modo per
rendere evidente l’infondatezza di queste accuse è tenersi sul piano della stretta
attualità, senza divagazioni in terreni scivolosi e per molti versi deprecabili come
quello di certo “revisionismo”.
1.
2.Professor Tarchi a suo parere c’è qualcosa di vero nella tesi per cui oggi il
terrorismo islamico, o se si vuole l’islam politico, ha attaccato l’Occidente
(vedi Torri Gemelle e Pentagono dell’11 settembre 2001), e che perciò
l’Occidente debba difendersi?
L’ho scritto più volte: questo modo di vedere le cose è mistificante. E’ stato
l’Occidente, su più piani – militare, ma anche culturale – a sferrare, all’indomani della
svolta del 1989, un attacco al mondo arabo-islamico. La prima guerra del Golfo ne è
stata la plastica dimostrazione: una trappola nella quale Saddam Hussein è caduto,
favorendo involontariamente le strategie statunitensi, che del riferimento retorico
all’occidentalismo hanno fatto uno strumento di condizionamento degli alleati europei,
a partire da quelli che recalcitravano nel seguirli nella fase “muscolare” della messa in
atto del loro disegno egemonico. Dal 1990 in poi, la spirale delle ritorsioni incrociate
ha consentito di fare del “fondamentalismo islamico” – ma, di fatto, dell’islam politico
– un capro espiatorio su cui imbastire una nuova fase di questa strategia, di cui siamo
ancora lontani, temo, di intravedere l’esaurimento.
1.
1.
2.Qual è la sua opinione sulla resistenza irachena e afgana? Che differenza c’è
tra terrorismo e resistenza.
C’è un bel libro di Alessandro Colombo, La guerra ineguale (Il Mulino), che mette
perfettamente in evidenza come, nelle guerre asimmetriche, chi si trova in evidente e
spesso schiacciante inferiorità di armamento debba ricorrere a strumenti non
convenzionali per coltivare possibilità di successo. Gli attacchi di sorpresa e gli
attentati fanno, da sempre, parte di queste risorse. Sapendo di essere annientati in
campo aperto, i combattenti sfavoriti devono mimetizzarsi nella popolazione, colpire e
fuggire. Spesso, per contrastare le loro azioni, gli eserciti regolari ricorrono ad azioni
belliche che coinvolgono pesantemente i civili, ma si guardano bene dall’accettare la
qualifica di terroristi, mentre la utilizzano sistematicamente per designare chi li
attacca. E’ evidente, dunque, che oggi l’etichetta di terrorismo è utilizzata senza alcun
criterio di obiettività, a puro scopo delegittimante e, nel senso proprio del termine,
polemico. Quanto alla mia opinione sulla resistenza irachena e afgana, le reputo
inevitabili e legittime di fronte a una situazione di occupazione del territorio da parte
di truppe straniere ed ostili. Far passare le azioni militari nei due paesi per “missioni di
pace” o di “ricostruzione” o anche solo per “operazioni di stabilizzazione” è ipocrita. Si
tratta di interventi stranieri in guerre civili in atto.
1.
2.Ammesso che in futuro si possa superare l’obsoleta dicotomia
sinistra/destra, su quali basi programmatiche potrebbe strutturarsi una
nuova forza politica?
Anche qui, come si può riassumere un tema al cui studio si sono dedicate centinaia di
pagine? Me la cavo con cenno: nel populismo convergono inquietudini, suggestioni e
proposte eterogenee, che non si possono accettare o respingere in blocco. Forse se ne
dovrebbero selezionare alcune, rivederle riorientarle e farne il punto di partenza per
un progetto di ricostruzione della politica che miri a ricreare le fondamenta di un
concetto autentico di popolo, inteso come entità consapevole e raccolta attorno a una
comune identità, capace di riappropriarsi dello scettro del potere.
(www.ariannaeditore.it)
- di Carlo Gambescia -
(www.ariannaeditore.it)
Una piccola quantità di denaro che cambia di mano rapidamente farà il lavoro
di una grande quantità che si muove lentamente. (E. Pound)
Anno 0 nr. 7 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 21 di 32
SIRONI – gli anni ‘40 e ‘50
(Recensione)
Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi
sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con
questa spada vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti
sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di
versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il
successo, godete finché dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa
paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l'
ignoranza dei primi della classe.
Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz'ora da
sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me
è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so
quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e
quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e
scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo
così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi
versi...
Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un'
altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell'infinito, guardatevi nel cuore,
l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è
morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da
maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi
davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai
pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e
tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non
trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi
salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un
posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di
queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo
so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per
sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano.
Vincenzo Sofo,
responsabile Gioventù Italiana Milano.
“ DIO O DARWIN”
di Fabrizio Fratus
Prefazione: Appendice:
Pietro Cerullo Andrea Bartelloni
Edizioni Kappa
FINALMENTE ECCO
IL SITO INTERNET DI
SINTESI!
e-mail: sintesi.milano@sintesimilano.org