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Anno 0 – Numero 17 Responsabile: Vincenzo Sofo

Sintesi Milano www.sintesimilano.org Anno 0 - Numero 17


Immagine copertina, fonte: www.zimbio.com

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OBBEDIAMO AD UN SOLO DOVERE:


LA PATRIA EUROPA

ANNO 0 – NUMERO 17

INDICE
Sintesi …….……………………………………………...………………. pag. 2
Lo strano rapporto tra la cultura e la Gelmini ……
……….....…….......…...….
…….......…...…. pag. 3
Viale Padova scandalizza
izza la Milano bene ………………….….……..…..
….……..….. pag. 4
Non sempre volere è potere ………………………………………...……. pag. 5
Israele vs Europa ……………………………………………………….... pag. 6
Finalmente si discute sui limiti della scienza ……………………………. pag. 7
De Corato insulta l’intelligenza dei milanesi …………….……………… pag. 8
Per una manciata di sentimento …………………………………………. pag. 9
Atomi cinematografici
ematografici …………………………………………….
……………………………………………..……
.…… pag. 10
Il palazzo dell sogno ………...………
………...……….…………………………….....
…………………………….....…. pag. 11
Tentazioni culturali ………………………………………………..……. pag. 12
1
Ubriacatevi
evi ………………..………………..
………………..………………..……………...…………
……………...…………… pag. 13
Redazione, contatti e avvertenze ………
……….…………………….…………
………… pag.
pag 14

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EDITORIALE

SINTESI
Gossip e politica vanno di pari passo, come è sempre stato e come sta accadendo attualmente. Il gossip
influenza la politica. La politica dà linfa vitale al gossip. Che viene utilizzato per colpire politicamente taluni,
ma anche per smascherare altri (o sempre gli stessi taluni).
Vedi Bertolaso. Il killer della spazzatura campana, l’eroe dell’Abruzzo. Magari un po’ meno eroico nei n fatti
della provincia di Messina, ma è pur sempre un uomo, non superman. In ogni caso, ha contribuito in modo
decisivo a rendere la nostra Protezione Civile un’eccellenza a livello mondiale. La stessa Protezione Civile a
cui è stata affidata la gestione dei grandi eventi: Expo, Olimpiadi, e magari tra un po’ delle feste di quartiere
o delle processioni dei santi di quartiere, giusto per placare la foga dei fedeli quando urlano “evviva San
Francesco!!!”.. La stessa Protezione Civile che volevano trasformar
trasformaree in società per azioni, giusto per farla
diventare un’impresa a fine di lucro.
Fatto sta che il buon samaritano Bertolaso qualcuno non lo sopportava e gli ha dato contro. O più
semplicemente qualche magistrato ligio al dovere (che è diverso dal sentirsi in n dovere nei confronti di
qualche Liggio di turno – con due g – cognome di un famoso mafioso siciliano) ha pensato di verificare che
le concessioni degli appalti del G8 fossero regolari. Quale delle due, dovremmo chiederlo ai servizi segreti…
o a Di Pietro,, se vi viene più comodo.
Tra un’indagine e l’altra, improvvisamente ci si è imbattuti nella solita intercettazione telefonica in cui gli
intercettatori hanno potuto – a quanto pare – udire accenni alle abitudini sessuali del capo della Protezione
Civile. Replica immediata: non si tratta di prostitute, ma di massaggiatrici. Ovvio, magari pure vero.
D’altronde Sgarbi ha risolto il rebus con proverbiale chiarezza: che differenza c’è se uno si fa massaggiare il
collo oppure l’uccello??? Sono entrambe parti del corpo, no?! Come dargli torto.
Il punto è: da questo punto in poi tutta la polemica si è concentrata sulle frequentazioni pseudo-erotiche
pseudo di
Bertolaso. E noi, pensando ingenuamente che la questione più importante fosse quella riguardante le
presunte gare di appalti irregolari, ci domandiamo: che cosa può indurre l’italiano medio ad infervorarsi con
cotanto astio sui fatti che si svolgono tra le lenzuola di Bertolaso (quando gioca in casa) o tra quelle delle sue
massaggiatrici (quando gioca in trasferta), ssee non una ingente quantità di invidia per il suo eventuale spirito
libertino? Forse ciò è espressione di una voglia repressa di fuggire dalla propria moglie, rifugiandosi nella
vagina di qualche donnina che poi non ti chieda il conto… quello sentimentale iintendiamo.
ntendiamo.
Forse è per questo che Berlusconi, che scemo non è, ha capito il trucco e continua a candidare vallette: un
uomo eccitato è un uomo annebbiato nel cervello, dunque facilmente abbindolabile.
Però suvvia signori e signore, facciamo fare a Bertola
Bertolaso
so ciò che vuole del suo pene, in fondo non è certo lui
che ha il compito di insegnarci la moralità. Che vada a puttane, non è questo il problema. L’importante è che
lo faccia utilizzando il suo patrimonio, non quello dei cittadini… sennò saranno i nostri soldi ad andare a
puttane!

“ Magari anche San Luca era


una brava persona…


Anonimo

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CULTURA

LO STRANO RAPPORTO
TRA LA CULTURA E LA GELMINI
Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Riforma Gelmini: tagli di
personale, di fondi e di materie.
Sappiamo tutti che verranno ridotte le ore di geografia - mi chiedo io, che al liceo scientifico ho avuto in
programma questa materia soltanto il primo anno e per un’ora settimana
settimanale:
le: ma di quanto ancora? - grazie agli
scandali che la decisione della ministra ha suscitato presso i geografi e geologi. Io non ho mai amato la geografia,
sono una di quelle che ha bisogno di Google maps per sapere dove sono le Alpi Apuane, Apu e me ne vergogno
alquanto.
Non andando d’accordo con la materia, tralascio la discussione e mi avvicino al vero punto della questione: la
diminuzione delle ore dedicate all’insegnamento della storia dell’arte - eliminate del tutto nei ginnasi ed istituti
tecnici. Ne ha parlato il tg3 in un servizio in tema carnevalesco, che ad avere l’audio spento sarebbe stato
pienamente confondibile con quello della pizza certificata come alimento protetto. Per la serie non proteggiamo
gli animali abbandonati né le vittime di guerra ma una circonferenza di farinaa e acqua. Continuo a divagare.
Dicevo, vorrei riuscire a dire insomma, che la storia dell’arte piano piano ci abbandonerà. Embé?
Chi l’ha mai studiata, in fondo? Ero la prima a non comprare neanche il manuale, a fare i compiti in classe per
intuizione, ed ora sono dottoressa quasi dottoressa magistrale in storia e critica dell’arte. Nessuno la studia, e
quindi la si toglie? Il discorso, per esperienza personale andrebbe esteso anche a, in ordine di sgradimento:
chimica, fisica, matematica, grammatica, lati
latino traduzione.
Per quanto riguarda la suddetta geografia gli studenti possono ringraziare, tra non molto seguendo le logiche del
governo elimineranno anche le altre sopracitate, così che si potrà andare nei licei privi di personale
perso ad aspettare i
tempi dell’università, dove si potrà accedere a qualsiasi facoltà giusto per dire hoho-una-laurea.
laurea. Ma la cultura?
Tenendo conto del fatto che Volo, Moccia, Dan
Brown sono gli autori più letti dagli italiani, che già
comunque leggono più che he poco, la scuola così com’è
(era) forniva fin troppi stimoli. Quindi è giusto
abbassarne il livello, per produrre persone che
raggiungeranno la piena consapevolezza di sé e del
circondario grazie agli aforismi
forismi edotti da reality show.
Perché, e non lo dico co io, ma io semplicemente
riprendo e sintetizzo le opinioni di chi ne ha saputo
più di me, la storia dell’arte è uno strumento
fondamentale per lo studio della storia, la
comprensione dei processi socio-economici
economici-culturali,
gli scambi tra civiltà. Ci rendee consapevoli delle
vestigia del nostro passato, ed è per questo che la
Francia istituisce un museo per ogni pietra antica e gli Immagine: fonte: www.gazzetta.it
Stati Uniti usano i loro denari per comprare opere
preziose, poiché l’acquisizione dell’arte permette loro di farsi vanto di ququella
ella cultura che non hanno avuto.
Noi invece non conserviamo, non promuoviamo, non tuteliamo. Usiamo. Per scopi commerciali, sfruttiamo il
nostro patrimonio per arricchirci nel presente. E per patrimonio, specifico, non intendo solo vecchie croste della
scuola
uola ferrarese del cinquecento, ma tutto ciò che si lega a livello viscerale con la nostra civiltà, ricordandoci da
dove veniamo e indicandoci la strada verso cui proseguire.
Chiediamoci perché i nazionalismi usano come bandiera l’arte locale, o perché il crollo di un regime corrisponde
alla distruzione delle opere che lo rappresentano o ancora perché ogni conquista territoriale prevede la confisca
delle opere d’arte.
Mi augurerei che questo spregio per la cultura possa far nascere un interesse nuovo che ne n porti al recupero -
ma, viste le nulle critiche e il silenzio attorno alla riforma della disistruzione, forse spero male.

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ATTUALITA’

VIALE PADOVA SCANDALIZZA


LA MILANO BENE
Ricorda un pò la rivolta della banlieu parigina, che però era all'estero e quindi si giudicava con un pò di
moralismo permesso dal menefreghismo
menefreghismo… … in fondo non era roba nostra, che se la vedessero quei mangia
baguette degli oltralpe.
Ricorda anche un pò Rosarno, ma che c’entra, lì siamo in Calabria, ci sono i terroni, per quello è successo
tutto il casino… se mischi le bestie alle bestie, poi che pretendi?! E la politica se ne è lavò le mani (con tanto
di amuchina, per esser sicuri che non gli rimanessero incollati i batteri) come neppure la buon’anima di
Ponzio Pilato seppe fare, dando la colpa alla mafia. Qualche arresto, un finto trasloco di immigrati – che
dopo qualche giorno erano di nuovo tutti a Rosarno – e via a tarallucci e vino, secondo la più popolare delle
tradizioni nostrane.
Stavolta però non c'è scampo: la responsabil
responsabilitàità devono assumersela i nostri amministratori, in questo caso
quelli di Milano. Perchè piano piano le zone periferiche di Milano si stanno trasformando in ghetti, e dai
getti puntualmente scoppiano le rivolte.
La colpa è della politica, perchè si occupa ddii lustrare il centro per non sporcare eccessivamente i mocassini
dei benestanti, di godere dell'affluire di denaro illegittimo dalle tasche dei cittadini, ma se ne frega di
giustificarlo perlomeno consegnando loro una città decorosa.
Il diritto alla casa non
on esiste, sopraffatto dal dio denaro che esalta la speculazione edilizia come stile di vita.
La politica che conta (quella dei grandi partiti
partiti-burocrati
burocrati che hanno monopolizzato l'Italia) dona i pertugi
compresi tra le proprie natiche ai Ligresti di turno, che silenziosamente si appropriano di Milano.
Così le case diventano uffici, loft, suite, e metteteci tutti i termini che volete per indicare loculi adibiti
esclusivamente agli altolocati. L'ippodromo e il Plastic chiudono i battenti, per far spazio a chissà
chis quali altri
business… … non che questi non lo fossero, ma avevano anche una minima funzione sociale, di aggregazione.
Anche se aggregavano giocatori d’azzardo. Anche se aggregavano sodomiti, froci e travestiti.
In tutto ciò, la povera gente viene dirottat
dirottataa alle porte della città. Così non rompono le scatole e non c'è la
preoccupazione di occuparsi di integrazione, ssicurezza,
icurezza, e altre brutte parole che comportano impegni e
doveri, rischiando di far sudare ai politici il loro stipendio. Se li fai lavorare trotroppo,
ppo, poi hanno bisogno di
rilassarsi andando da massaggiatrici e puttane.
In tutto ciò, gli immigrati arrivano in massa nelle varie "viale padova", sfrattano i milanesi e instaurano il
loro governo. Fatto di disperazione e delinquenza. E così l’integrazionee si allontana, perché non può
prescindere da regole, rispetto ed equilibrio. Ma queste sono brutte parole, lasciamole stare.

Vincenzo Sofo, dal blog MILANO AI RAGGI X

“ e ancora adesso che bestemmio e


bevo vino, per i ladri e le puttane mi
chiamo Gesù Bambino

Lucio Dalla

fonte: www.terryrichardson.com

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ANTIEVOLUZIONISMO

NON SEMPRE
VOLERE E’ POTERE
Certe domande non hanno risposta scientifica

In un’intervista a Il Giornale del 9 febbraio, il filosofo e saggista francese Maurice Godelier sostiene che le
credenze religiose continuano a vivere sotto le mentite spoglie delle teorie scientifiche (vedi l’intera
intervista sul sito www.ilgiornale.it del 09/02/2010).
Questa affermazione descrive benissimo la teoria dell’evoluzione. Nata per dare risposta a delle domande
ontologiche che fino all’Ottocento appartenevano alla religione e alla filosofia, la teoria dell’evoluzione
dell’evoluzion ha la
pretesa di dare una risposta scientifica a quelle domande. Mentre ai tempi di Darwin tale risposta poteva
essere formulata come ipotesi da verificare – ed è esattamente ciò che Darwin fece – con il passare del tempo
si è visto che la risposta non può
uò essere formulata in termini scientifici.
La domanda dell’origine della vita però rimane, solo che la risposta materialistica altro non è che una
credenza sotto le mentite spoglie della teoria scientifica. Una cosa è voler sapere, altra è poter sapere. Siamo
S
liberi di dire cosa vogliamo sapere, ma la scienza ci può dire solo quello che possiamo sapere. E non ci sono
trucchi per colmare la differenza tra volere e potere.
La realtà, in riferimento alla teoria di Darwin, è che non parliamo di scienza e nemmeno nemme
di buona filosofia, ma di teoria antifilosofica. Questa è la vera natura dell’ipotesi neodarwiniana: un atto di
fede irrazionale sostenuto solamente per volontà di credere nel materialismo in relazione alla filosofia
naturalista. Un teoria che è semplicemente
emente illogica. La complessità degli organismi – di tutti gli organismi,
dagli unicellulari all’uomo – non è spiegabile con nessuna legge naturale conosciuta. Questa complessità può
essere spiegata solo con un progetto intelligente.
La pretesa di coloro che he hanno fede nel materialismo di spiegare il tutto con il caso altro non è che
l’ammissione della mancanza di spiegazione, sia scientifica che logica.

di Fabrizio Fratus,
tratto da www.ariannaeditrice.it

“ Sei stato tu.


Gli hai cavato il cervello,
maledetto babbuino!

Il pianeta delle scimmie

foto di Albert Watson, fonte: www.industrialblue.com

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POLITICA

ISRAELE vs EUROPA
Si sa, in Medio Oriente
riente fa caldo, molto più caldo che qui nel nord d'Italia che in tutto ili resto d'Europa.
Sarà un’insolazione o qualche altro effetto collaterale del caldo sole la causa della la malsana uscita di Silvio
Berlusconi in Israele,, riguardante l’auspicio di un ingresso di questo Sta Stato
to in Europa.
Europa D'altra parte, in quello
specifico viaggio, il Presidente del C Consiglio italiano non si è risparmiato nulla tra stupidate e contraddizioni.
cont
Niente di cui preoccuparsi, speriamo.
In realtà una questione ci ha lasciato abbastanza perplessi… Israele in Europa? Per quale motivo? Un popolo
che siamo riusciti a "rimandare" a casa sua llo vogliamo riportare in Europa?
Da quando l'uomo esiste te ha sempre cercato di escluderlo da dalla vit vitaa politica ed economica della sua s
comunità (ci asteniamo dal giudicare se a torto o a ragione) e Berlusconi, al contrario, cerca di dare loro
maggiore potere... una mossa di politica estera perlomeno insolita.
Non bastasse poi – ci consentirete - la tiritera sull'olocausto. I giapponesi, per esempio, non piangono ogni
secondo per le due bombe, dicasi due, bombe nucleari sulla loro terra... nessuno sa quasi nulla di quanto la
popolazione
one giapponese abbia soffert
sofferto. Nulla... mentre del popolo di Israele siamo obbligati
obbl a sentire le loro
(giuste) lamentele. Per carità, l’olocausto è stata una tragedia ingiustificabile, va studiata ed approfondita
(anche se talvolta si cade più o meno volontariamente nella strumental strumentalizzazione); ); ma non è stato certo
l’unico popolo a subire abomini del genere, ve ne sono tanti altri che meriterebbero altrettanto rispetto e che
invece cadono puntualmente nel dimenticatoio. Anche perché si tratta di popoli che non ne fanno un
monotono ritornello
ornello utile per condizionare le coscienze altrui e trarne vantaggi
vantaggi. Vii sono insomma popoli più
fieri di quello di Israele, che – tra l’altro - non perde mai occasione di massacrare i civili palestinesi...
Comunque, a prescindere dai giudizi positivi o meno sulla popolazione israeliana, che noi abbiamo
provocatoriamente sintetizzato, la questione fondamentale è un’altra. Israele non deve entrare a far parte
dell’Europa.
Non
on vogliamo Israele perchè con il popolo europeo non ha nulla da spartire. Probabilmente
Probabilm qualcuno salterà
fuori con la storia delle origini giudaico
giudaico-cristiane: siamo stufi delle stupidate di chi la storia non la conosce...
i primi cristiani erano giudei, poi sono venuti a predicare in Europa e la loro cultura si è mischiata alla nostra,
maa era già cultura cristiana e non più giudaica... L'Eu L'Europa
ropa è figlia di tradizioni indo-europee,
indo romane ed
elleniche, che mischiatosi con la nascente nuova cultura cristiana ha dato origine all'Europa moderna.
L’ingresso di Israele potrebbe essere accettato soltanto se si considera l’Europa un contenitore vuoto di
burocrazia e affari, in cui l’unico requisito richiesto per l’ingresso è giurare fedeltà al Dio Euro (la moneta).
Senza considerare le culture, le tradizioni e tutto ciò che l’Europa – quella vera – ha prodotto in migliaia di
anni di storia.
Basta ciance, l'Europa è una ed è quella delle patrie... i tecnocrati e i nemici delle tradizioni hanno solo
"ucciso" culture e popoli per un progresso senza futuro.

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CULTURA

FINALMENTE SI DISCUTE
SUI LIMITI DELLA SCIENZA
(tratto dal blog del Comitato Antievoluzionista)

Educato da un secolo e mezzo al positivismo e il culto della scienza, il pubblico è carico di aspettative e
attende la parola degli scienziati su ogni aspetto della vita, allo scopo di elab
elaborare
orare decisioni importanti. Gli
scienziati godono così di un monopolio del sapere, ma fino a che punto ciò che sostengono ha una validità
scientifica?
La domanda è rilevante soprattutto per il problema dei cambiamenti climatici, campo nel quale negli ultimi
ultim
anni le affermazioni di molti scienziati e organizzazioni scientifiche hanno condizionato la politica e
l’economia, preventivando spese insopportabili, senza la certezza che le misure proposte siano utili. Nel
mese di maggio 2008 climatologi di tutto il mondo si riunirono in un convegno di quattro giorni nel Centro
europeo per le previsioni meteorologiche a Reading, Gran Bretagna, chiedendo finanziamenti per un
megaprogetto di previsioni climatiche. La richiesta di previsioni per il futuro è grande, così come le
aspettative che la scienza possa fare le predizioni esatte, e questo facilita i finanziamenti alla ricerca
climatologica.
Ora finalmente una delle più importanti riviste scientifiche invita a scendere con i piedi per terra. Nel
fascicolo di 7 gennaio
aio 2010 della rivista Nature, Daniel Sarewitz, condirettore del Consorzio di Scienza,
Politica e Risultati dell’Università di Arizona, fa il punto sui limiti del sapere scientifico, in particolare
riguardo le previsioni meteorologiche, climatiche e dei disastri naturali.
L’idea che le predizioni della scienza siano istruzioni da seguire per elaborare decisioni migliori – scrive
Sarewitz – è una falsa credenza. La scienza dovrebbe concentrarsi di più sulla comprensione del presente che
sulle predizioni per il futuro.
Il paradosso è che le lezioni giuste per il future della climatologia vengono dal fallimento di predire i
terremoti: occorre mitigare i loro effetti ed intervenire efficacemente per limitare i danni, le uniche misure
efficaci.
Quello di Sarewitztz è un appello agli scienziati di tornare a fare gli scienziati. Un richiamo al ritorno alla
scienza vera, quella che studia i fenomeni del presente, con l’osservazione e la sperimentazione. Con buona
pace di coloro che ancora credono nell’onnipotenza deldella scienza.

di Mihael Georgiev

ANTIDARWIN.WORDPRESS.COM

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COMITATO VIVIAMO MILANO

DE CORATO INSULTA
L’INTELLIGENZA DEI MILANESI
(tratto dal sito del Comitato Viviamo Milano)

E’ ufficiale: i milanesi sono considerati dei deficienti. Incapaci di int intendere


endere (e chissà, magari anche di
volere).
Un esempio è la truffa della manifestazione delle pseudo
pseudo-mamme, che – grazie ad una sontuosa operazione
di marketing – hanno portato in piazza con l’inganno decine di famiglie che in buona fede credevano di
prender
er parte ad una protesta realmente spontanea. Invece si sono trovati in mezzo ad associazioni, partiti,
politici ed esponenti culturali
li di una certa parte politica.
La cosa più importante doveva essere l’invito alla risoluzione del problema smog, ma la loro lor proposta – il
blocco delle auto ogni domenica – è stata quanto di più banale, propagandistico ed inutile… tanto che
persino Dario Fò, dopo aver preso parte al presidio e aver ottenuto l’obiettivo politico, ha dichiarato che tale
proposta è un insulto all’intelligenza
’intelligenza delle persone. Ottimo successo di critica per il comitato Ora d’Aria e i
Genitori Antismog, sbeffeggiati persino da coloro che hanno reso possibile la riuscita mediatica
dell’iniziativa.
Chi invece non si fa alcun problema e continua a prende prendere
re in giro i cittadini che, teoricamente, dovrebbe
rappresentare, è il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato. Per un giorno finalmente le polveri sottili
sembrano non aver oltrepassato la soglia massima consentita, allora eccolo cogliere l’attimo per mettere
me alla
prova la pazienza e la tolleranza dei milanesi: dopo aver dichiarato inutile, a questo punto, un nuovo blocco
delle auto (da lui stesso proposto appena prima), ha dichiarato che questo risultato è frutto dell’estensione
dell’Ecopass da lui tanto voluta.
Come se un giorno di inquinamento “a norma” fosse la fine di ogni problema. Come se questo successo fosse
merito di una misura inefficace per due anni e ora, grazie ad un’aggiustatina fatta il giorno prima, si rivelasse
una pozione magica. Come se la gente non avesse un cervello minimamente funzionante per capire di essere
presa in giro.

“ Garrottiamoli i gay...
Ma non la garrota di
Francisco Franco.
Franco Alla
maniera degli Apache:
cinghia bagnata legata
stretta intorno al
cranio. Il sole asciuga
il laccio umido, il cuoio
si ritira, il cervello
scoppia.

P.G. Prosperini

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MUSICA

PER UNA MANCIATA


DI SENTIMENTO
Nuovo appuntamento con la musica, la buona musica ovviamente e oggi fortunatamen fortunatamente te anche italiana.
Si parlerà della calda voce “black” di Mario Biondi, grande artista con la capacità di rendere il jazz, e tutti i generi
che da esso derivano, un gradino più accessibile a tutti.
E' uscita recentemente la sua ultima fatica, l'album ““If”, decisamente rivoluzionario rispetto a quello che ci si
sarebbe potuti aspettare da lui. Ma abbiamo pensato che fosse poco sensato parlarvene senza prima recensire
quello che è stato il suo primo grande successo, ““Handful of soul” (dell’ultimo
ell’ultimo album ne parleremo
par nel prossimo
numero). La prima fatica del cantante italiano è uscita nel 2006 sotto etichetta Tattica. Non perdendoci in
chiacchiere, partiamo subito con la prima traccia delle dodici di cui è composto.
Con “A child runs free”, ”, si entra immediatamen
immediatamente te nel “mood” giusto, ritmica bossa nova in velocità e piano jazz in
gran risalto:
alto: per tutto il disco si risalta in maniera evidente la presenza dello strumento a corde, al contrario invece
dei grandi interpreti del genere come Miles Davis e John Coltrane.
Questo incipit non evidenzia purtroppo le capacità della voce “black” di Biondi Biondi, come invece fa la malinconica
“No mercy for me”: ”: lenta e coinvolgente. B Brano
rano assolutamente riuscito da parte dell’artista e dalla sua High Five Fiv
Quintet, ensemble con cui il cantante
antante italiano ha registrato l’intero disco.
La terza traccia è la famosissima “ThisThis is what you are are”,
”, il pezzo sicuramente più catchy dell’intero disco per via
dell’indimenticabile ritornello,
ornello, infantile e poco ricercato, ma che descrive in maniera eccelsa eccel lo spirito della
canzone, gioia e spensieratezza. È il primo brano che si basa su ritmiche jazz e che fa risuonare ampiamente le
vibranti note della tromba: un assolo trasognante, moderat moderato, leggero, ma anche ricercato e per nulla scontato.
Passa invece in secondo piano il secondo dei due assoli sul finale della traccia, insolitamente intonato da un
trombone. Si rivela quindi un brano dallo spirito libertino.
Con il 4° brano, “Rio de Janeiro blue””, si ritorna al jazz latino; ottimo pezzo samba, diretto semplice, che concede
però poco spazio al sax, quasi forzatamente interrotto dur durante il suo assolo così da rendere il brano ancora più
semplice all’ascoltatore. Sul finale si esprimono le percussioni attraverso alcuni virtuosismi sulle congas.
La quinta traccia travolge in un turbine di passione e calore, non a caso il titolo è ““Slow Slow hot wind”.
wind È una ballata
lenta e piacevole all’ascolto. Però opinione personale è che sia il brano meno riuscito dell’intero album: alb avrebbe
dovuto concedere più espressività al ppiano iano al posto invece dei fiati che sembra quasi forzino i loro soli. Unica
consolazione è l’ottima interpretazione del brano da parte della voce veramente calda di Mario Biondi.
Mezzo
ezzo passo falso subito risanato dalla brillan
brillante e frizzante sesta traccia, “A
A handful of soul”.
soul Sicuramente il brano
migliore: tipico pezzo alla Frank Sinatra, mette in risalto l’incredi
l’incredibile
bile estensione vocale di Biondi completata da
due assoli più nervosi rispetto a quelli presenti nelle tracce precedenti, ma molto più sinceri sincer e sentiti.
“Never die”, settimoo brano dell’album, riprende la stessa ritmica di ““This This is what you are”.
are Nulla di eccezionale,
ma è un buon ascolto che lascia ampissimo spazio ai soli di piano, tromba, sax e congas: finalmente un po’ di
improvvisazione. Comunque non all’altezza della successiva ““On a clear day”: ”: fantastica ballata jazz,
jaz la seconda
dell’album. Da notare la bellezzallezza delle linee di piano e iill secondo solo di tromba con sordina. Si potrebbe
biasimare il fatto che “OnOn a clear day
day” è un brano decisamente simile all’ultimo Louis Armstrong, tant’è che nel
live registrato con la Duke Orchestra Biondi imita la voce del grande trombettista afro afro-americano
americano sul finale della
canzone. La nona traccia, “Gig”, è un inno all’eleganza e alla spensieratezza. Se asco ascoltata
ltata nei periodi e momenti
giusti della nostra vita, con il cuore rapito da una persona speciale, potrebbe essere la giusta colonna sonora. s
Andiamo verso la conclusione dell’album con la decima traccia ““II can’t keep form crying somethimes”, somethimes un jazz in
tre quarti pieno di sentimento e potenza, incisivo e convincente, certo non il miglior brano per i più esperti del
genere, ma decisamente coinvolgente grazie alla forza vocale di Biondi. Bella anche la chiusura con il piano che
rende il pezzo più libero e giocoso.
Per quanto riguarda le ultime due tracce, ““No trouble on the mountain” e “I’m I’m her daddy”,
daddy si entra nell’ambito
della musica soul. Ammettiamo che ccii hanno spiazzato al primo ascolto, ma oggi, con la consapevolezza
dell’enorme cambiamento di Mario Bion Biondi tra il primo disco e la sua ultima fatica “If”, ”, di cui vi parleremo nella
prossima recensione, tutto è apparso più chiaro e in un certo senso questi due ultimi brani hanno acquisito un
senso. Non volendovi però anticipare altro, ma lasciandovi tempo per apprezzare questo suo lavoro, come al solito
vi auguriamo… buon ascolto.

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ATOMI CINEMATOGRAFICI

Joe Cabot: Ci sono sei ragazzi chiusi al fresco a San Quintino che si chie
chiedono
dono come cazzo ci sono
finiti. “Dove abbiamo sbagliato?”, ”Cosa avremmo dovuto fare?”, “Cosa non abbiamo
fatto?”, “Colpa tua, colpa sua?”…stronzate del genere. Finchè a qualcuno
qualcu viene un
sospetto... “Hey un momento, mentre si preparava il colpo non facevamo altro che
stronzeggiare”… E’ arrivato il messaggi
messaggio? Non mi va di rimproverarvi. Quando il colpo
sarà stato fatto, e sono sicuro che sarà un successo, ce ne andremo alle Hawaii e là me la
spasserò insieme a voi. Mi scoprirete diverso quando saremo là. Ma per ora qui si parla
d’affari. Con l’eccezione di Eddie e del ssottoscritto,
ottoscritto, che voi già conoscete, useremo
nomi fittizi per questo lavoro. In nessuna circostanza ammetterò che chiunque di voi si
rivolga ad un altro chiamandolo per nome. E non voglio nemmeno che parliate di
questioni personali, compreso da dove venite, come si chiama vostra moglie, dove siete
stati dentro, o anche per esempio quale banca avete rapinato chissà dove. Voglio che
parliate solo, se è proprio necessario, di quello che dovrete fare. E basta.
Ecco i vostri nom
nomi. Mr. Brown Mr. White Mr. Blonde Mr. Blue Mr. Orange Mr. Pink
Mr. Pink: Perché io sarei Mr. Pink?
Joe Cabot: Perché tu sei un frocio! Va bene?
Mr. Pink: Perché non ci scegliamo noi il colore?
Joe Cabot: Non se ne parla neanche. Ci ho provato una volta, non funziona. Quattro ragazzi… Tutti
a litigare per chi si doveva chiamare Mr. Black, tutti volevano averla vinta e nessuno
che si tirava indietro. Niente. Io decido. Tu sei Mr. Pink, e non se ne parli più.
Mr. Brown: Già, ma anche Mr. Brown, ricorda il colore della merda.
Mr. Pink: E Mr. Pink sembra un nome da fighetto. Che ne diresti di Mr. Purple? Mi sembra che va
………………… …bene.
bene. Sì sarò Mr. Purple.
Joe Cabot: Tu non sei Mr. Purple. Qualcun altro, su un altro lavoro è Mr. Purple. Tu sei Mr. Pink.
Mr. White: Che ce ne frega del nome?
Mr. Pink: Già, per te è facile, tu sei Mr. White. Hai un nome da tipo forte.. Se per te è uguale
…………………...chiamarsi
chiamarsi Mr. Pink, facciamo cambio.
Joe Cabot: Hey, qui nessuno cambia niente con nessun altro. Questo non è un qualsiasi consiglio
…………………...comunale
comunale del cazzo. Sta a sentire Mr. Pink, tu puoi scegliere, hai due
d possibilità… O fai
…………………...quello
quello che dico io o alzi i tacchi. Allora cosa scegli Mr. Pink?
Mr. Pink: Joe, Cristo di un Dio, lasciamo perdere, cazzo. Va be
benissimo,
nissimo, sarò Mr. Pink, andiamo
…………………...avanti.
Joe Cabot: Andiamo
amo avanti lo dico io. A
Allora avete capito tutti quello
Che vi ho detto? Mi fate così incazzare che non riesco più
a parlare… Mettiamoci al lavoro.

(da Le Iene di Quentin Tarantino, 1992)

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IL CANTASTORIE

IL PALAZZO DEL SOGN


SOGNOO
Ferdinand Cheval (1836-1924)
1924) nasce figlio di contadini del modesto villaggio di Hauterives, nel sud della Francia.
Dopo aver fatto il panettiere in gioventù, trova il modo di impiegarsi a fare il postino di campagna, consegnando
lettere alle cascine sperdute. Percorre 30 chilometri al giorno a piedi: di tempo per pensare ne ha molto, e
probabilmente vince la noia sviluppando un'immaginazione gagliarda, che però resta fantasia.
fantasi Fino a che nel 1879,
all'età di 43 anni, laa Grande Svolta: nel guadare un torrente, trova un sasso di una foggia stranissima, quasi
animalesca, ne resta così affascinato che ne cerca altri, li avvolge nella camicia, li porta a casa tutto eccitato.
Da quel giorno comincia ossessivamente a raccoglie
raccogliere
re sassi di foggia strana, percorrendo miglia e miglia con la
sua carriola, miglia che si aggiungono a quelle del lavoro. Con tutti quei sassi Cheval inizia a costruire una
"cascata di pietre", da cui verrà fuori una grotta, poi una seconda grotta, poi un' un'altra
altra cripta, poi alcune colonne,
statue, e via via così,, prendendo ispirazione dalle cartoline che consegna e dai monumenti esotici che vi sono
raffigurati: non insegue nè fama, nè ricchezza, ma semplicemente si sforza di realizzare, con duro lavoro di
cazzuola,
zzuola, le sue tumultuose fantasticherie di paesi lontani che non ha mai visto.
Nell'arco di 33 anni della propria vita, lungo diecimila giornate di lavoro, circa 93mila ore di fatica (anche di
notte), e usando circa 100 000 sassi, 3500 sacchi di calce, 10 1000
00 metri cubi di mattoni, per un costo di 5000
franchi, ne viene fuori un palazzo di circa 26 metri per 14 e alto 10: è il Palazzo Ideale del d Postino Cheval. Il
Palazzo è un guazzabuglio di tutti i possibili stili architettonici, un "pandemonio mitologico" da far invidia alla
Sagrada Familia di Barcellona (anche quell'opera, non casualmente, frutto di una mente sola, una febbrile, audace,
pazza e folle mente : quella di Gaudì). ). Assolutamente digiuno di architettura e storia dell'arte, Cheval
C costruisce
qualcosa che è contemporaneamente cripta paleocristiana, tempio egizio, pagoda cinese, tempio di Angkor-Vat,Angkor
Grotta di Betlemme, monastero indù,, chalet svizzero, in una follia di citazioni architettoniche, stili, statue, guglie,
colonne, archi, e sassi, tanti sassi. Nessuna parola e nessuna foto riesce a rendere l'idea: come diceva Cheval,
"bisogna vederlo per crederci".
A guardia del suo palazzo, il Postino mette tre giganti alti dieci metri: raffigurano Vercingetorige (difensore della
Gallia), Cesare (conquistatore
tatore della Gallia) e Archimede. Cheval inoltre cosparge tutto il palazzo di targhe, scritte,
motti, proverbi, tutti inneggianti alla forza e libertà del sogno, che diventa realtà solo grazie al duro lavoro e alla
grande determinazione. Nell'interno del P Palazzo
alazzo c'è perfino una nicchia in cui ha murato la sua carriola, quella con
cui ha spostato i 100 000 sassi, la sua unica compagna di tante fatiche.
Concluso il suo Palazzo Ideale, nello stesso stile "blob "blob-architettonico-destrutturato
destrutturato-citazionista-surrealista-
sassoso" costruisce la sua tomba nel cimitero del paese, dopo che non aveva ottenuto il permesso di essere
seppellito nella Cripta del suo Palazzo, insieme alla moglie (già, pare strano, ma la moglie gli è rimasta accanto
tutti quegli anni, sopportandolo.
lo. Ma allora non c'era il divorzio).
Come ogni vero genio che si rispetti, Cheval muore quasi incompreso, schernito e deriso dai compaesani e
ignorato da quasi tutti. Solo alcuni curiosi arrivano ad Hauterives: la voce comincia a spargersi. La vera fama
arriva postuma: Andrè Breton e i surrealisti "laureati" in generale lo additeranno come loro pari, e anche Picasso
visiterà il Palazzo. Il suo dominio del sogno sulla realtà è surrealismo bello e buono, e il suo pandemonio di sassi
e calce probabilmente fa impallidire i Dadaisti e gli altri provocatori parigini di quell'epoca. In più, il Palazzo
Ideale lascia completamente senza parole chiunque lo visiti: nessuno crede che possa essere opera di un solo
uomo.
Sul finire degli anni Sessanta il Palazzo viene me messo
sso sotto tutela dello Stato Francese grazie al riconoscimento
dello status di "unico esempioo di architettura naif", e sarà oggetto di un accurato restauro negli anni ottanta. Oggi
rappresenta una fantastica fonte di ricchezza per il paesino di Hauterives, che è diventato una tappa obbligata per i
torpedoni dei turisti: in 120 000 ogni anno si aggirano nelle grotte del Palazzo, restando affascinati e storditi dalla
folle e fervida fantasia di Cheval, e dalla sua ostinata determinazione di origine contadina.
"Nulla e' impossibile al volenteroso", diceva Cheval. E il suo Palazzo è la dimostrazione più completa di tale
"ottimismo della volontà", ", splendidamente e sublimemente applicato a qualcosa di completamente inutile. Difatti,
il Palazzo Ideale non ha neanchee una stanza: il suo interno è solo un labirinto che comprende svariate grotte e
cripte, puro pretesto di sostegno per le facciate, e pura struttura portante delle incredibili ed ingenue fantasie del
Postino Cheval.
In Francia c'è il modo di dire "fare comcomee il Postino Cheval", che significa "fare una fatica inutile, arrabattarsi
freneticamente per niente". Però certe volte "arrabattarsi molto per niente" è l'unico modo per dare un senso alla
propria vita.

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TENTAZIONI CULTURALI

“Il solo fatto che tanti


anti uomini credano ancora ut utile
ile fare professione di ateismo
e giustificare la loro incredulità con argomenti quali, ad esempio, l'esistenza del male,
lascia abbastanza vedere che la questione rimane ancora viva. Se la morte
di Dio significa la sua morte ffinale
inale e definitiva nello spirito degli uomini, la vitalità
persistente dell'ateismo costituisce per l'ateismo stes
stesso
so la sua più seria difficoltà.
Dio sarà morto negli spiriti solo quando nessuno penserà più a negare la sua esistenza.
Nell'attesa che l'ateismo
smo finisca con lui, lla
a morte di Dio rimane un rumore
che aspetta ancora conferma”

(Etienne Gilson)

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UBRIACATEVI
Bisogna essere sempre ubriachi.
Tutto sta in questo: E’ ll’unico problema.
Per non sentire l’orribile fardello del tempo.
Del tempo che rompe le vostre spalle
e vi inclina verso la terra,
bisogna che vi ubriacate senza tregua.
Ma di che? di vino, di poesia o di virtù,
a piacer vostro. Ma ubriacatevi.
E se qualche volta sui gradini di un palazzo,
sull’erba verde di un fossato,
nella mesta solitudine della vostra camera,
vi risvegliate con l’ubriachezza già diminuita o scomparsa,
domandate al vento, all’onda alla stella all’uccello all’orologio,
a tutto ciò che fugg
fugge a tutto ciò che geme
a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta
a tutto ciò che parla, domandate che ora e’;
Ed il vento, l’onda, la stella, l’uccello, l’orologio vi risponderanno
“E’ l’ora di ubriacarsi !”
Per non essere gli schiavi martirizzati del ttempo,
empo, ubriacatevi;
Ubriacatevi senza smettere!
Di vino di poesia o di virtù, a piacer vostro.

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ANNO 0 – NUMERO 17

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Vincenzo Sofo

Redazione:
Riccar
Riccardo Boccassini, Nicolò Ciravolo,
Fabrizio Fratus, Barbara Leva

Hanno collaborato:
Claudio Boccassini, Matteo Galletta, Dario Leotti,
Roberto Malossi, Andreas Santini, Andrea Vellante

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