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Sintesi Milano www.sintesimilano.org Anno 0 - Numero 17
ANNO 0 – NUMERO 17
INDICE
Sintesi …….……………………………………………...………………. pag. 2
Lo strano rapporto tra la cultura e la Gelmini ……
……….....…….......…...….
…….......…...…. pag. 3
Viale Padova scandalizza
izza la Milano bene ………………….….……..…..
….……..….. pag. 4
Non sempre volere è potere ………………………………………...……. pag. 5
Israele vs Europa ……………………………………………………….... pag. 6
Finalmente si discute sui limiti della scienza ……………………………. pag. 7
De Corato insulta l’intelligenza dei milanesi …………….……………… pag. 8
Per una manciata di sentimento …………………………………………. pag. 9
Atomi cinematografici
ematografici …………………………………………….
……………………………………………..……
.…… pag. 10
Il palazzo dell sogno ………...………
………...……….…………………………….....
…………………………….....…. pag. 11
Tentazioni culturali ………………………………………………..……. pag. 12
1
Ubriacatevi
evi ………………..………………..
………………..………………..……………...…………
……………...…………… pag. 13
Redazione, contatti e avvertenze ………
……….…………………….…………
………… pag.
pag 14
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Sintesi Milano www.sintesimilano.org Anno 0 - Numero 17
EDITORIALE
SINTESI
Gossip e politica vanno di pari passo, come è sempre stato e come sta accadendo attualmente. Il gossip
influenza la politica. La politica dà linfa vitale al gossip. Che viene utilizzato per colpire politicamente taluni,
ma anche per smascherare altri (o sempre gli stessi taluni).
Vedi Bertolaso. Il killer della spazzatura campana, l’eroe dell’Abruzzo. Magari un po’ meno eroico nei n fatti
della provincia di Messina, ma è pur sempre un uomo, non superman. In ogni caso, ha contribuito in modo
decisivo a rendere la nostra Protezione Civile un’eccellenza a livello mondiale. La stessa Protezione Civile a
cui è stata affidata la gestione dei grandi eventi: Expo, Olimpiadi, e magari tra un po’ delle feste di quartiere
o delle processioni dei santi di quartiere, giusto per placare la foga dei fedeli quando urlano “evviva San
Francesco!!!”.. La stessa Protezione Civile che volevano trasformar
trasformaree in società per azioni, giusto per farla
diventare un’impresa a fine di lucro.
Fatto sta che il buon samaritano Bertolaso qualcuno non lo sopportava e gli ha dato contro. O più
semplicemente qualche magistrato ligio al dovere (che è diverso dal sentirsi in n dovere nei confronti di
qualche Liggio di turno – con due g – cognome di un famoso mafioso siciliano) ha pensato di verificare che
le concessioni degli appalti del G8 fossero regolari. Quale delle due, dovremmo chiederlo ai servizi segreti…
o a Di Pietro,, se vi viene più comodo.
Tra un’indagine e l’altra, improvvisamente ci si è imbattuti nella solita intercettazione telefonica in cui gli
intercettatori hanno potuto – a quanto pare – udire accenni alle abitudini sessuali del capo della Protezione
Civile. Replica immediata: non si tratta di prostitute, ma di massaggiatrici. Ovvio, magari pure vero.
D’altronde Sgarbi ha risolto il rebus con proverbiale chiarezza: che differenza c’è se uno si fa massaggiare il
collo oppure l’uccello??? Sono entrambe parti del corpo, no?! Come dargli torto.
Il punto è: da questo punto in poi tutta la polemica si è concentrata sulle frequentazioni pseudo-erotiche
pseudo di
Bertolaso. E noi, pensando ingenuamente che la questione più importante fosse quella riguardante le
presunte gare di appalti irregolari, ci domandiamo: che cosa può indurre l’italiano medio ad infervorarsi con
cotanto astio sui fatti che si svolgono tra le lenzuola di Bertolaso (quando gioca in casa) o tra quelle delle sue
massaggiatrici (quando gioca in trasferta), ssee non una ingente quantità di invidia per il suo eventuale spirito
libertino? Forse ciò è espressione di una voglia repressa di fuggire dalla propria moglie, rifugiandosi nella
vagina di qualche donnina che poi non ti chieda il conto… quello sentimentale iintendiamo.
ntendiamo.
Forse è per questo che Berlusconi, che scemo non è, ha capito il trucco e continua a candidare vallette: un
uomo eccitato è un uomo annebbiato nel cervello, dunque facilmente abbindolabile.
Però suvvia signori e signore, facciamo fare a Bertola
Bertolaso
so ciò che vuole del suo pene, in fondo non è certo lui
che ha il compito di insegnarci la moralità. Che vada a puttane, non è questo il problema. L’importante è che
lo faccia utilizzando il suo patrimonio, non quello dei cittadini… sennò saranno i nostri soldi ad andare a
puttane!
”
Anonimo
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CULTURA
LO STRANO RAPPORTO
TRA LA CULTURA E LA GELMINI
Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Riforma Gelmini: tagli di
personale, di fondi e di materie.
Sappiamo tutti che verranno ridotte le ore di geografia - mi chiedo io, che al liceo scientifico ho avuto in
programma questa materia soltanto il primo anno e per un’ora settimana
settimanale:
le: ma di quanto ancora? - grazie agli
scandali che la decisione della ministra ha suscitato presso i geografi e geologi. Io non ho mai amato la geografia,
sono una di quelle che ha bisogno di Google maps per sapere dove sono le Alpi Apuane, Apu e me ne vergogno
alquanto.
Non andando d’accordo con la materia, tralascio la discussione e mi avvicino al vero punto della questione: la
diminuzione delle ore dedicate all’insegnamento della storia dell’arte - eliminate del tutto nei ginnasi ed istituti
tecnici. Ne ha parlato il tg3 in un servizio in tema carnevalesco, che ad avere l’audio spento sarebbe stato
pienamente confondibile con quello della pizza certificata come alimento protetto. Per la serie non proteggiamo
gli animali abbandonati né le vittime di guerra ma una circonferenza di farinaa e acqua. Continuo a divagare.
Dicevo, vorrei riuscire a dire insomma, che la storia dell’arte piano piano ci abbandonerà. Embé?
Chi l’ha mai studiata, in fondo? Ero la prima a non comprare neanche il manuale, a fare i compiti in classe per
intuizione, ed ora sono dottoressa quasi dottoressa magistrale in storia e critica dell’arte. Nessuno la studia, e
quindi la si toglie? Il discorso, per esperienza personale andrebbe esteso anche a, in ordine di sgradimento:
chimica, fisica, matematica, grammatica, lati
latino traduzione.
Per quanto riguarda la suddetta geografia gli studenti possono ringraziare, tra non molto seguendo le logiche del
governo elimineranno anche le altre sopracitate, così che si potrà andare nei licei privi di personale
perso ad aspettare i
tempi dell’università, dove si potrà accedere a qualsiasi facoltà giusto per dire hoho-una-laurea.
laurea. Ma la cultura?
Tenendo conto del fatto che Volo, Moccia, Dan
Brown sono gli autori più letti dagli italiani, che già
comunque leggono più che he poco, la scuola così com’è
(era) forniva fin troppi stimoli. Quindi è giusto
abbassarne il livello, per produrre persone che
raggiungeranno la piena consapevolezza di sé e del
circondario grazie agli aforismi
forismi edotti da reality show.
Perché, e non lo dico co io, ma io semplicemente
riprendo e sintetizzo le opinioni di chi ne ha saputo
più di me, la storia dell’arte è uno strumento
fondamentale per lo studio della storia, la
comprensione dei processi socio-economici
economici-culturali,
gli scambi tra civiltà. Ci rendee consapevoli delle
vestigia del nostro passato, ed è per questo che la
Francia istituisce un museo per ogni pietra antica e gli Immagine: fonte: www.gazzetta.it
Stati Uniti usano i loro denari per comprare opere
preziose, poiché l’acquisizione dell’arte permette loro di farsi vanto di ququella
ella cultura che non hanno avuto.
Noi invece non conserviamo, non promuoviamo, non tuteliamo. Usiamo. Per scopi commerciali, sfruttiamo il
nostro patrimonio per arricchirci nel presente. E per patrimonio, specifico, non intendo solo vecchie croste della
scuola
uola ferrarese del cinquecento, ma tutto ciò che si lega a livello viscerale con la nostra civiltà, ricordandoci da
dove veniamo e indicandoci la strada verso cui proseguire.
Chiediamoci perché i nazionalismi usano come bandiera l’arte locale, o perché il crollo di un regime corrisponde
alla distruzione delle opere che lo rappresentano o ancora perché ogni conquista territoriale prevede la confisca
delle opere d’arte.
Mi augurerei che questo spregio per la cultura possa far nascere un interesse nuovo che ne n porti al recupero -
ma, viste le nulle critiche e il silenzio attorno alla riforma della disistruzione, forse spero male.
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ATTUALITA’
Lucio Dalla
”
fonte: www.terryrichardson.com
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ANTIEVOLUZIONISMO
NON SEMPRE
VOLERE E’ POTERE
Certe domande non hanno risposta scientifica
In un’intervista a Il Giornale del 9 febbraio, il filosofo e saggista francese Maurice Godelier sostiene che le
credenze religiose continuano a vivere sotto le mentite spoglie delle teorie scientifiche (vedi l’intera
intervista sul sito www.ilgiornale.it del 09/02/2010).
Questa affermazione descrive benissimo la teoria dell’evoluzione. Nata per dare risposta a delle domande
ontologiche che fino all’Ottocento appartenevano alla religione e alla filosofia, la teoria dell’evoluzione
dell’evoluzion ha la
pretesa di dare una risposta scientifica a quelle domande. Mentre ai tempi di Darwin tale risposta poteva
essere formulata come ipotesi da verificare – ed è esattamente ciò che Darwin fece – con il passare del tempo
si è visto che la risposta non può
uò essere formulata in termini scientifici.
La domanda dell’origine della vita però rimane, solo che la risposta materialistica altro non è che una
credenza sotto le mentite spoglie della teoria scientifica. Una cosa è voler sapere, altra è poter sapere. Siamo
S
liberi di dire cosa vogliamo sapere, ma la scienza ci può dire solo quello che possiamo sapere. E non ci sono
trucchi per colmare la differenza tra volere e potere.
La realtà, in riferimento alla teoria di Darwin, è che non parliamo di scienza e nemmeno nemme
di buona filosofia, ma di teoria antifilosofica. Questa è la vera natura dell’ipotesi neodarwiniana: un atto di
fede irrazionale sostenuto solamente per volontà di credere nel materialismo in relazione alla filosofia
naturalista. Un teoria che è semplicemente
emente illogica. La complessità degli organismi – di tutti gli organismi,
dagli unicellulari all’uomo – non è spiegabile con nessuna legge naturale conosciuta. Questa complessità può
essere spiegata solo con un progetto intelligente.
La pretesa di coloro che he hanno fede nel materialismo di spiegare il tutto con il caso altro non è che
l’ammissione della mancanza di spiegazione, sia scientifica che logica.
di Fabrizio Fratus,
tratto da www.ariannaeditrice.it
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POLITICA
ISRAELE vs EUROPA
Si sa, in Medio Oriente
riente fa caldo, molto più caldo che qui nel nord d'Italia che in tutto ili resto d'Europa.
Sarà un’insolazione o qualche altro effetto collaterale del caldo sole la causa della la malsana uscita di Silvio
Berlusconi in Israele,, riguardante l’auspicio di un ingresso di questo Sta Stato
to in Europa.
Europa D'altra parte, in quello
specifico viaggio, il Presidente del C Consiglio italiano non si è risparmiato nulla tra stupidate e contraddizioni.
cont
Niente di cui preoccuparsi, speriamo.
In realtà una questione ci ha lasciato abbastanza perplessi… Israele in Europa? Per quale motivo? Un popolo
che siamo riusciti a "rimandare" a casa sua llo vogliamo riportare in Europa?
Da quando l'uomo esiste te ha sempre cercato di escluderlo da dalla vit vitaa politica ed economica della sua s
comunità (ci asteniamo dal giudicare se a torto o a ragione) e Berlusconi, al contrario, cerca di dare loro
maggiore potere... una mossa di politica estera perlomeno insolita.
Non bastasse poi – ci consentirete - la tiritera sull'olocausto. I giapponesi, per esempio, non piangono ogni
secondo per le due bombe, dicasi due, bombe nucleari sulla loro terra... nessuno sa quasi nulla di quanto la
popolazione
one giapponese abbia soffert
sofferto. Nulla... mentre del popolo di Israele siamo obbligati
obbl a sentire le loro
(giuste) lamentele. Per carità, l’olocausto è stata una tragedia ingiustificabile, va studiata ed approfondita
(anche se talvolta si cade più o meno volontariamente nella strumental strumentalizzazione); ); ma non è stato certo
l’unico popolo a subire abomini del genere, ve ne sono tanti altri che meriterebbero altrettanto rispetto e che
invece cadono puntualmente nel dimenticatoio. Anche perché si tratta di popoli che non ne fanno un
monotono ritornello
ornello utile per condizionare le coscienze altrui e trarne vantaggi
vantaggi. Vii sono insomma popoli più
fieri di quello di Israele, che – tra l’altro - non perde mai occasione di massacrare i civili palestinesi...
Comunque, a prescindere dai giudizi positivi o meno sulla popolazione israeliana, che noi abbiamo
provocatoriamente sintetizzato, la questione fondamentale è un’altra. Israele non deve entrare a far parte
dell’Europa.
Non
on vogliamo Israele perchè con il popolo europeo non ha nulla da spartire. Probabilmente
Probabilm qualcuno salterà
fuori con la storia delle origini giudaico
giudaico-cristiane: siamo stufi delle stupidate di chi la storia non la conosce...
i primi cristiani erano giudei, poi sono venuti a predicare in Europa e la loro cultura si è mischiata alla nostra,
maa era già cultura cristiana e non più giudaica... L'Eu L'Europa
ropa è figlia di tradizioni indo-europee,
indo romane ed
elleniche, che mischiatosi con la nascente nuova cultura cristiana ha dato origine all'Europa moderna.
L’ingresso di Israele potrebbe essere accettato soltanto se si considera l’Europa un contenitore vuoto di
burocrazia e affari, in cui l’unico requisito richiesto per l’ingresso è giurare fedeltà al Dio Euro (la moneta).
Senza considerare le culture, le tradizioni e tutto ciò che l’Europa – quella vera – ha prodotto in migliaia di
anni di storia.
Basta ciance, l'Europa è una ed è quella delle patrie... i tecnocrati e i nemici delle tradizioni hanno solo
"ucciso" culture e popoli per un progresso senza futuro.
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CULTURA
FINALMENTE SI DISCUTE
SUI LIMITI DELLA SCIENZA
(tratto dal blog del Comitato Antievoluzionista)
Educato da un secolo e mezzo al positivismo e il culto della scienza, il pubblico è carico di aspettative e
attende la parola degli scienziati su ogni aspetto della vita, allo scopo di elab
elaborare
orare decisioni importanti. Gli
scienziati godono così di un monopolio del sapere, ma fino a che punto ciò che sostengono ha una validità
scientifica?
La domanda è rilevante soprattutto per il problema dei cambiamenti climatici, campo nel quale negli ultimi
ultim
anni le affermazioni di molti scienziati e organizzazioni scientifiche hanno condizionato la politica e
l’economia, preventivando spese insopportabili, senza la certezza che le misure proposte siano utili. Nel
mese di maggio 2008 climatologi di tutto il mondo si riunirono in un convegno di quattro giorni nel Centro
europeo per le previsioni meteorologiche a Reading, Gran Bretagna, chiedendo finanziamenti per un
megaprogetto di previsioni climatiche. La richiesta di previsioni per il futuro è grande, così come le
aspettative che la scienza possa fare le predizioni esatte, e questo facilita i finanziamenti alla ricerca
climatologica.
Ora finalmente una delle più importanti riviste scientifiche invita a scendere con i piedi per terra. Nel
fascicolo di 7 gennaio
aio 2010 della rivista Nature, Daniel Sarewitz, condirettore del Consorzio di Scienza,
Politica e Risultati dell’Università di Arizona, fa il punto sui limiti del sapere scientifico, in particolare
riguardo le previsioni meteorologiche, climatiche e dei disastri naturali.
L’idea che le predizioni della scienza siano istruzioni da seguire per elaborare decisioni migliori – scrive
Sarewitz – è una falsa credenza. La scienza dovrebbe concentrarsi di più sulla comprensione del presente che
sulle predizioni per il futuro.
Il paradosso è che le lezioni giuste per il future della climatologia vengono dal fallimento di predire i
terremoti: occorre mitigare i loro effetti ed intervenire efficacemente per limitare i danni, le uniche misure
efficaci.
Quello di Sarewitztz è un appello agli scienziati di tornare a fare gli scienziati. Un richiamo al ritorno alla
scienza vera, quella che studia i fenomeni del presente, con l’osservazione e la sperimentazione. Con buona
pace di coloro che ancora credono nell’onnipotenza deldella scienza.
di Mihael Georgiev
ANTIDARWIN.WORDPRESS.COM
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DE CORATO INSULTA
L’INTELLIGENZA DEI MILANESI
(tratto dal sito del Comitato Viviamo Milano)
“ Garrottiamoli i gay...
Ma non la garrota di
Francisco Franco.
Franco Alla
maniera degli Apache:
cinghia bagnata legata
stretta intorno al
cranio. Il sole asciuga
il laccio umido, il cuoio
si ritira, il cervello
scoppia.
P.G. Prosperini
”
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MUSICA
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ATOMI CINEMATOGRAFICI
Joe Cabot: Ci sono sei ragazzi chiusi al fresco a San Quintino che si chie
chiedono
dono come cazzo ci sono
finiti. “Dove abbiamo sbagliato?”, ”Cosa avremmo dovuto fare?”, “Cosa non abbiamo
fatto?”, “Colpa tua, colpa sua?”…stronzate del genere. Finchè a qualcuno
qualcu viene un
sospetto... “Hey un momento, mentre si preparava il colpo non facevamo altro che
stronzeggiare”… E’ arrivato il messaggi
messaggio? Non mi va di rimproverarvi. Quando il colpo
sarà stato fatto, e sono sicuro che sarà un successo, ce ne andremo alle Hawaii e là me la
spasserò insieme a voi. Mi scoprirete diverso quando saremo là. Ma per ora qui si parla
d’affari. Con l’eccezione di Eddie e del ssottoscritto,
ottoscritto, che voi già conoscete, useremo
nomi fittizi per questo lavoro. In nessuna circostanza ammetterò che chiunque di voi si
rivolga ad un altro chiamandolo per nome. E non voglio nemmeno che parliate di
questioni personali, compreso da dove venite, come si chiama vostra moglie, dove siete
stati dentro, o anche per esempio quale banca avete rapinato chissà dove. Voglio che
parliate solo, se è proprio necessario, di quello che dovrete fare. E basta.
Ecco i vostri nom
nomi. Mr. Brown Mr. White Mr. Blonde Mr. Blue Mr. Orange Mr. Pink
Mr. Pink: Perché io sarei Mr. Pink?
Joe Cabot: Perché tu sei un frocio! Va bene?
Mr. Pink: Perché non ci scegliamo noi il colore?
Joe Cabot: Non se ne parla neanche. Ci ho provato una volta, non funziona. Quattro ragazzi… Tutti
a litigare per chi si doveva chiamare Mr. Black, tutti volevano averla vinta e nessuno
che si tirava indietro. Niente. Io decido. Tu sei Mr. Pink, e non se ne parli più.
Mr. Brown: Già, ma anche Mr. Brown, ricorda il colore della merda.
Mr. Pink: E Mr. Pink sembra un nome da fighetto. Che ne diresti di Mr. Purple? Mi sembra che va
………………… …bene.
bene. Sì sarò Mr. Purple.
Joe Cabot: Tu non sei Mr. Purple. Qualcun altro, su un altro lavoro è Mr. Purple. Tu sei Mr. Pink.
Mr. White: Che ce ne frega del nome?
Mr. Pink: Già, per te è facile, tu sei Mr. White. Hai un nome da tipo forte.. Se per te è uguale
…………………...chiamarsi
chiamarsi Mr. Pink, facciamo cambio.
Joe Cabot: Hey, qui nessuno cambia niente con nessun altro. Questo non è un qualsiasi consiglio
…………………...comunale
comunale del cazzo. Sta a sentire Mr. Pink, tu puoi scegliere, hai due
d possibilità… O fai
…………………...quello
quello che dico io o alzi i tacchi. Allora cosa scegli Mr. Pink?
Mr. Pink: Joe, Cristo di un Dio, lasciamo perdere, cazzo. Va be
benissimo,
nissimo, sarò Mr. Pink, andiamo
…………………...avanti.
Joe Cabot: Andiamo
amo avanti lo dico io. A
Allora avete capito tutti quello
Che vi ho detto? Mi fate così incazzare che non riesco più
a parlare… Mettiamoci al lavoro.
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IL CANTASTORIE
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TENTAZIONI CULTURALI
(Etienne Gilson)
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UBRIACATEVI
Bisogna essere sempre ubriachi.
Tutto sta in questo: E’ ll’unico problema.
Per non sentire l’orribile fardello del tempo.
Del tempo che rompe le vostre spalle
e vi inclina verso la terra,
bisogna che vi ubriacate senza tregua.
Ma di che? di vino, di poesia o di virtù,
a piacer vostro. Ma ubriacatevi.
E se qualche volta sui gradini di un palazzo,
sull’erba verde di un fossato,
nella mesta solitudine della vostra camera,
vi risvegliate con l’ubriachezza già diminuita o scomparsa,
domandate al vento, all’onda alla stella all’uccello all’orologio,
a tutto ciò che fugg
fugge a tutto ciò che geme
a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta
a tutto ciò che parla, domandate che ora e’;
Ed il vento, l’onda, la stella, l’uccello, l’orologio vi risponderanno
“E’ l’ora di ubriacarsi !”
Per non essere gli schiavi martirizzati del ttempo,
empo, ubriacatevi;
Ubriacatevi senza smettere!
Di vino di poesia o di virtù, a piacer vostro.
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ANNO 0 – NUMERO 17
Responsabile:
Vincenzo Sofo
Redazione:
Riccar
Riccardo Boccassini, Nicolò Ciravolo,
Fabrizio Fratus, Barbara Leva
Hanno collaborato:
Claudio Boccassini, Matteo Galletta, Dario Leotti,
Roberto Malossi, Andreas Santini, Andrea Vellante
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