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INDICE
EDITORIALE………………………………………………………………….……………...pag. 2
SCAMBIO DI MAIL………………………………………………………………………...pag. 18
Sono passati ’40 anni dalla rivoluzione culturale che investì l’Italia, era
il ’68. Era il tempo degli studenti che avevano un sogno. Avevano
un’ideologia. Credevano in utopie. Volevano la rivoluzione. Era il ’68.
Dall’America arrivò, prima in Francia e poi in tutta l’Europa, la voglia
degli studenti di cambiare. All’inizio non vi era una vera e propria
connotazione ideologica, era per lo più una scelta generazionale…
quella di rivolta al capitalismo e alle ingiustizie. Una rivolta, dicevamo,
che nacque nelle Università e che si proponeva come vero
cambiamento e rottura verso il modello dominante, il modello
borghese. Una rivolta nei costumi. Giovani di tutte le estrazioni sociali
e con diverse visioni ideologiche si riversarono nelle piazze e
occuparono le Università. Vi era una forte volontà da parte dei giovani
di avere una modernizzazione di tutte le istituzioni.
Tutto procedeva verso una vera rivolta generazionale… sino a Valle
Giulia… li, in quel momento storico, la Destra mancò e si lasciò
trasportare dal suo istinto reazionario e borghese che la incatenava
dalla caduta del fascismo a stampella del sistema. Solo oggi ci si può
rendere conto di quanto drammatico ed errato fu la decisione di
contrastare le “effervescenze” giovanili invece di coinvolgerle in un
progetto di cambiamento globale delle società. Un grave errore che
fece finire masse di giovani verso il comunismo cinese e le ideologie
materialiste. Un errore che fece un gran piacere a dirigenti del partito
comunista, ai movimenti extraparlamentari guidati da uomini come
Capanna. Un errore che ancora oggi paghiamo. Lo paga tutta la
società.
Oggi viviamo i risultati di una rivolta generazionale che ha portato a
delegare tutto, alla deresponsabilizzazione, del tutto è un diritto, del
politically correct, del perdonismo… etc etc, di tutta quella cultura che
oggi rovina la società; la imbavaglia nel tutto è relativo, tutto è
opinabile, tutto giusto e sbagliato. Si è andata a costituire la società
del “vietato vietare”, tutto è lecito senza limiti. Una cultura così
lontana dalla nostra visione di società, visione che si rifà ad una
Alzate la testa!...Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta
ancora,la nostra sfida alle stelle!...
F.T. MARINETTI
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. (Seneca)
Il denaro è come il letame, che non serve se non è sparso. (F. Bacone)
E’ ovvio che chiunque abbia a cuore le sorti del nostro ambiente spera che un
giorno finalmente si concretizzi il sogno di un unico partito che riesca a
raccogliere l’intera nostra comunità. E’ questo un progetto che va studiato per
prosperare nel lungo termine e quindi non può ridursi ad un cartello elettorale
(cosa che ha già fallito in passato). Affinché possa realizzarsi con successo un
simile “matrimonio” non basta avere un’affinità ideologica, ma è necessaria
una visione comune su COME portare avanti queste idee. La missione di
ognuno di noi non si esaurisce nell’avere delle idee che si ritengono giuste. Non
basta questo per essere camerati, bisogna saperle portare avanti; e ciò
significa fare in modo che esse influenzino la realtà esistente.
Se la Destra-Fiamma saprà fare ciò, allora questa sarà un’unione vincente.
Altrimenti sarà l’ennesimo fallimento che aumenterà la sfiducia della gente che
si identifica nella nostra realtà ma che fino ad ora non si è sentita da essa
rappresentata.
Al momento niente visto che è confluita nel partito di Berlusconi, tant’è che ieri
nel centro di Milano abbiamo persino celebrato il suo funerale. Folklore a parte,
AN per me rappresenta una grandissima occasione persa. Rappresenta la
volontà di essere di attualità invece che essere attuali con i propri valori. Mi
spiego meglio: AN rappresenta la rinuncia a combattere per i propri valori a
costo dell’impopolarità (dovuta al fatto che la lotta doveva avvenire in un
contesto culturale materialista, relativista, comunista, ecc., quindi radicalmente
opposto al nostro). In questo caso si è preferito invece rinunciare a questi
valori per essere maggiormente accettati nella società odierna e per assicurarsi
quindi una carriera politica scontata. In due parole, la DESTRA DI COMODO
che preferisce adattarsi completamente al sistema piuttosto che combatterlo.
Gemellaggi ed inimicizie sono come il dolce ed il salato sono quindi sapori che il
palato di un ultras deve per forza assaporare; al di la della similitudine
gastronomica al giorno d’oggi a causa della frammentazione che esiste
all’interno della maggior parte delle curve italiane risulta difficoltoso creare e
mantenere amicizie soprattutto perché, in quanto tali, vanno rispettate fino in
fondo in tutto e per tutto. I gemellaggi del CT erano con i ragazzi di Trieste e
Sassari mentre con Cremona era stata avviata una splendida amicizia che
continua ancora oltre lo stadio, per finire citerei anche i Bulldog Lucca con i
quali abbiamo avuto più volte modo di incontrarci, tali rapporti sono stati
mantenuti anche nel dopo CT tranne con gli ultras sassaresi i quali, per
motivazioni proprie, decisero di sciogliere ufficialmente tutti i gemellaggi ma
nonostante ciò anche successivamente ci hanno comprovato più volte che
l’amicizia si dimostra con i fatti e non con le parole. Per quanto riguarda le
I rapporti erano molto attivi per via delle molte amicizie personali che ognuno
di noi aveva coltivato durante gli anni di militanza nel gruppo, quindi fra raduni
ultras ai quali nei primi anni avevamo partecipato, e poi negli stadi negli
autogrill e tramite internet si era avuta la possibilità di confrontarsi con realtà
molto diverse dalla nostra e talvolta con tifoserie ostili. Quindi oltre che con i
gruppi ufficialmente amici i contatti in giro per l’Italia erano molteplici e
continuano ad esserlo tuttora, tra l’atro con molti dei ragazzi conosciuti sono
nate delle splendide amicizie che vanno oltre l’ambito sportivo colgo quindi
l’occasione di rivolgere un particolare saluto ai miei amici di Cremona, Sassari,
Trieste, Rimini, Verona, Lecco, Salerno e Sandro di Pavia.
Certo la maggior parte dei ragazzi che decisero di aderire al nascente progetto
“Ultras Italia”, appena avviato da veronesi, padovani e comaschi era sostenuto
in prevalenza da appartenenti al CT; infatti il nostro avvicinamento agli azzurri
ci fu nel 2000 in occasione degli europei che si svolsero in Belgio - Olanda,
mentre lo stendardo Busto Arsizio fece la propria apparizione nell’autunno dello
stesso anno quando vennero determinate le prime regole per la storica
creazione di un vero gruppo ultras per il sostegno della nazionale
Ritengo che ai giorni nostri il movimento ultras sia entrato nella fase
discendente della parabola, il tutto dovuto a diversi fattori scatenanti fra cui in
primis sicuramente una repressione scriteriata da parte delle forze dell’ordine e
In linea di massima l’idea degli elementi più carismatici del direttivo degli anni
‘90 era quella di non avere sezioni distaccate del CT in quanto si riteneva fosse
stato meglio aggregare tutti svolgendo vita di gruppo sette giorni su sette nella
nostra sede presso Comunità Giovanile anche se, a dire il vero, un tentativo ci
fu con la sezione di Gallarate che però ebbe vita breve per via di alcune
incomprensioni che si vennero a creare rafforzando l’idea che di sezioni non ne
sarebbero state mai più create.
Per concludere vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito attivamente
per fare la storia del CT durante tutti questi anni ed in particolare Ivan,
Stefano, Checco, Ale, Ronnie, Santino, Leo, Toe e tutti coloro che sono stati
perseguiti con diffide e denunce per non dimenticare poi gli amici Sandrino e
Pietro colonne portanti degli allora Skins e Busto Crew.
Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!
Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche!
Sono la mia passione.
Farafarafarafa,
tarataratarata,
paraparaparapa,
laralaralarala!
Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la spazzatura
delle altre poesie
Bubububu,
fufufufu.
Friu!
Friu!
Ma se d'un qualunque nesso
son prive,
perché le scrive
quel fesso?
Aaaaa!
Eeeee!
Iiiii!
Ooooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovanotto,
ditemi un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
di voler con così poco
tenere alimentato
un sì gran foco?
Huisc...Huiusc...
Sciu sciu sciu,
koku koku koku.
Labala
falala
falala
eppoi lala.
Lalala lalala.
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
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