Sei sulla pagina 1di 10

INDICE

SINTESI _________________________________________________________ pag. 2

IRAN, OCCIDENTE FAZIOSO ________________________________________ pag. 3

MARCUSE E IL PENSIERO UNICO - PARTE 1 __________________________ pag. 4

LA PITTURA, OGGI ________________________________________________ pag. 5

CULTURA MADE IN ITALY __________________________________________ pag. 6

DARWIN L’ASSEMBLATORE _______________________________________ pag. 8

IL GATTO E LA VOLPE ______________________________________________ pag. 9

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 1 di 10


SINTESI
Seguendo il lavori del G8 mi è capitato di notare un fatto apparentemente banale: tra gli otto fortunati leader
che hanno la possibilità di partecipare all’ambito summit ci sono Berlusconi, la Merkel, Sarkozy e Gordon
Brown...e quindi??? In effetti detta così non pare un fatto degno di approfondimento, ma c’è un dettaglio che
invece spinge inevitabilmente alla riflessione: nella foto di rito ci sono 9 persone...ma i paesi rappresentati
sono 8...chi è l’intruso? Si chiama Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione dell’Unione
Europea.
Se non ci siete ancora arrivati, ciò che merita attenzione è che agli appuntamenti internazionali si presentino
distintamente Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Unione Europea, quando quest’ultima dovrebbe
essere l’istituzione che si occupa delle questioni – interne ed esterne - riguardanti i paesi europei.
Problema: l’Unione Europa è il frutto di un’idea molto confusa che sperava di dare concretezza ad un
concetto già di difficile interpretazione, l’Europa.
Risultato: istituzione senza un progetto, senza un fine. Istituzione che vorrebbe dettare le regole della politica
internazionale, cosa impossibile dal momento che si occupa molto di economia e finanza e poco di politica.
Questo lo hanno già capito gli europei, come insegnano le ultime elezioni.
“What does the European Union do?” recita un documento scritto da A. Alesina, I. Angeloni e L. Schuknecht,
domanda infausta che trova risposte talvolta imbarazzanti:
- i poteri che spetterebbero al Parlamento Europeo da noi eletto, sono affidati al Consiglio dei Ministri;
- il ruolo dell’UE è molto marcato nell’ambito del commercio e della finanza, ovvero dove comanda il ruolo
..principale è svolto dalla Banca Centrale Europea, che è totalmente indipendente dall’Europa politica;
- l’aspetto politico è invece inspiegabilmente trascurato dall’Unione Europea, lasciando le questioni
..internazionali in mano ai singoli stati.

L’imbarazzante stato attuale dell’Unione Europea può essere sintetizzato da un ultimo dato quasi grottesco:
il settore in cui l’UE si impegna con più veemenza è l’agricoltura...
Si attendono segni di miglioramento, o meglio, inversioni di rotta. Nel frattempo le speranza sono riposte
nelle capacità dei singoli capi stato di elemosinare amicizie qua e là, un giorno agli USA e un altro alla
Russia...anzi meglio far riappacificare i due, onde evitare che la nostra genuflessione di fronte agli uni possa
irritare gli altri, pregando che nel frattempo non spuntino altre superpotenze.
La NAZIONE EUROPA è un sogno ancora lontano...?

OMNE TRINUM EST PERFECTUM

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 2 di 10


IRAN, OCCIDENTE FAZIOSO
di Massimo Fini - 26/06/2009

Tratto da Arianna Editrice

HO LETTO il suo editoriale sul voto iraniano. Anche stavolta mi trovo in disaccordo con le sue idee, che
considero più in sintonia con un quotidiano di sinistra che col Qn.

Non metto in dubbio che Ahmadinejad rappresenti le classi più deboli, ma non per questo va auspicata e
sostenuta la sua rielezione. Vorrei ricordare che parliamo di un dittatore che rinnega la Shoah e vorrebbe
cancellare Israele.
Massimo Reali, Firenze

NON VEDO cosa c’entri la sinistra. Tutta la stampa occidentale, di destra e di sinistra (si legga, per esempio,
La Repubblica), ha sposato senza esitazioni le posizioni dei manifestanti anti-Ahmadinejad.
Anche un kamikaze, se si fa saltare a Teheran davanti al mausoleo di Khomeini facendo due morti, oltre a
se stesso, gli va bene.
In questi giorni ho visto riportate dai giornali italiani, europei e americani solo le ragioni degli oppositori
mentre non è stata riportata una sola voce di chi ha votato per il presidente uscente (qualcuno ci sarà pur
stato o si ritiene che Mousavi abbia avuto il 100% dei voti?).
Io sono convinto che in un sistema come quello iraniano non sia possibile spostare, con brogli, undici milioni
di voti. Posso sbagliare, naturalmente, e sono pronto a ricredermi. Ma ritengo sbagliato dar credito, a priori,
solo alle informazioni che ci vengono dall’opposizione iraniana perché sono almeno altrettanto faziose e
unilaterali di quelle fornite dagli organi del regime. Ed è anche vero che sono almeno tre anni che gli Stati
Uniti cercano di far esplodere, via Internet, la società iraniana giocando sulle sue innegabili contraddizioni,
per cui non è nemmeno da escludere che le manifestazioni di piazza di questi giorni, al di là della buona
fede di chi vi partecipa, siano pilotate.

“Per gli occidentali le elezioni sono valide quando vincono i loro amici, sono nulle se le vincono i
loro avversari”. (Ahmadinejad)

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 3 di 10


MARCUSE E IL “PENSIERO UNICO”
HERBERT MARCUSE - L’UOMO AD UNA DIMENSIONE – l’ideologia della società industriale avanzata,
Einaudi 1967
Di Lorenzo Busi, tratto da www.giovanipadani.leganord.org

La paralisi della critica: la società senza opposizione.


La minaccia di una catastrofe atomica, che potrebbe spazzar via la razza umana, non serve nel medesimo
tempo a proteggere le stesse forze che perpetuano tale pericolo? Gli sforzi per prevenire una simile
catastrofe pongono in ombra la ricerca delle sue cause potenziali nella società industriale contemporanea.
Queste cause rimangono non identificate, non chiarite, non soggette ad attacchi del pubblico, poiché si
trovano spinte in secondo piano dinanzi alla troppo ovvia minaccia dall'esterno - l'Ovest minacciato dall'Est,
l'Est minacciato dall'Ovest. Egualmente ovvio è il bisogno di essere preparati, di vivere sull'orlo della guerra,
di far fronte alla sfida. Ci si sottomette alla produzione in tempo di pace dei mezzi di distruzione, al
perfezionamento dello spreco, ad essere educati per una difesa che deforma i difensori e ciò che essi
difendono. Se si tenta di porre in relazione le cause del pericolo con il modo in cui la società è organizzata e
organizza i suoi mèmbri, ci troviamo immediatamente dinanzi al fatto che la società industriale avanzata
diventa più ricca, più grande e migliore a mano a mano che perpetua il pericolo. La struttura della difesa
rende la vita più facile ad un numero crescente di persone ed estende il dominio dell'uomo sulla natura; in
queste circostanze, i nostri mezzi di comunicazione di massa trovano poche difficoltà nel vendere interessi
particolari come fossero quelli di tutti gli uomini ragionevoli. I bisogni politici della società diventano bisogni e
aspirazioni individuali, la loro soddisfazione favorisce lo sviluppo degli affari e del bene comune, e
ambedue appaiono come la personificazione stessa della ragione. E tuttavia questa società è, nell'insieme,
irrazionale. La sua produttività tende a distruggere il libero sviluppo di facoltà e bisogni umani, la sua pace è
mantenuta da una costante minaccia di guerra, la sua crescita si fonda sulla repressione delle possibilità più
vere per rendere pacifica la lotta per l'esistenza - individuale, nazionale e internazionale. Questa
repressione, così differente da quella che caratterizzava gli stadi precedenti, meno sviluppati, della nostra
società, opera oggi non da una posizione di immaturità naturale e tecnica, ma piuttosto da una posizione di
forza. Le capacità (intellettuali e materiali) della società contemporanea sono smisuratamente più grandi di
quanto siano mai state, e ciò significa che la portata del dominio nella società sull’individuo è
smisuratamente più grande di quanto sia mai stata. La nostra società si distingue in quanto sa domare le
forze sociali centrifughe a mezzo della Tecnologia piuttosto che a mezzo del Terrore, sulla duplice base di
una efficienza schiacciante e di un più elevato livello di vita.
Indagare quali sono le radici di questo sviluppo ed esaminare le loro alternative storione rientra negli scopi di
una teoria critica della società contemporanea, teoria che analizza la società alla luce delle capacità che
essa usa o non usa, o di cui abusa, per migliorare la condizione umana. Ma quali sono i criteri di una critica
del genere? In essa hanno certamente parte dei giudizi di valore. Il modo vigente di organizzare una società
è posto a confronto con altri modi possibili, che si ritiene offrano migliori opportunità per alleviare
la lotta dell'uomo per l'esistenza: una specifica pratica storica è posta a confronto con le sue alternative
storiche. Sin dall'inizio ogni teoria critica della società si trova cosi dinanzi al problema dell'obbiettività
storica, problema che sorge nei due punti in cui l'analisi implica giudizi di valore:
1) II giudizio che la vita umana è degna di essere vissuta, o meglio che può e dovrebbe essere resa degna
di essere vissuta. Questo giudizio è sotteso ad ogni sforzo, ad ogni impresa intellettuale; esso è un a priori
della teoria sociale, e quando lo si rigetti (ciò che è perfettamente logico) si rigetta pure la teoria.
2) II giudizio che in una data società esistono possibilità specifiche per migliorare la vita umana e modi e
mezzi specifici per realizzare cedeste possibilità.
L'analisi critica deve dimostrare la validità obbiettiva di questi giudizi e la dimostrazione deve procedere su
basi empiriche. La società costituita dispone di risorse intellettuali e materiali in quantità e qualità misurabili.
In che modo queste risorse possono venire usate per lo sviluppo e soddisfazioni ottimali di bisogni e facoltà
individuali, con il minimo di fatica e di pena?
(fine parte 1)

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 4 di 10


LA PITTURA, OGGI
davanti a me il carnevale di arlecchino. intorno klimt, una pittura che già poco prima si era rifugiata, in
matisse, picasso più altri sconosciuti. parte, nel concettuale.
pittura del novecento, secolo che ha visto anni ’50 e ’60, la frattura è visibile. mentre
l’affermarsi della fotografia come nuova arte madre, l’espressionismo continua in disparte insieme al
medium dalla potenza divulgativa talmente forte da surrealismo, arte concettuale e pop si impongono. e
soppiantare in toto la pittura. mentre il pop conduce a una non troppo lenta né
per quanto ateliers e accademie delle belle arti agonizzante morte del mezzo pittorico, l’altro va
continuino a proporre opere pittoriche, in questo contro lo scopo principe dell’arte e si separa dal suo
nuovo millennio del multimediale, che senso ha il pubblico. si fa portavoce di un significato
loro messaggio? incomprensibile ai più nell’immediato, cosa non
la pittura nasce come mezzo per riuscire a nuova in arte, e diventa un arte per pochi
riprodurre il reale affinché l’uomo ne entrasse in intellettuali.
possesso, ma anche come tecnica in grado di la pittura, l’arte in generale, sopravvivono grazie e in
rendere umano il trascendentale in un epoca di funzione di concetti filosofici e pseudo tali.
religiosità assoluta. è in fondo grazie alla chiesa che dagli anni ’80, il ritorno della pittura al realismo.
si sviluppa un forte mecenatismo in ambito artistico. perché? questo decennio è normalmente legato al
la nascita della fotografia ha stravolto la tradizione vuoto, alla perdita di ideali, di valori, lo
pittorica ormai stabilizzatasi, nonostante le correnti e sprofondamento dell’uomo nel superficiale. e l’arte
gli stili che l’hanno percorsa. un concetto banale, già ovviamente ne risente. questo vuoto si amplia negli
fatto proprio dagli impressionisti. è infatti grazie ai anni ’90, e la moda è la prima testimone visiva di
pigmenti artificiali in tubetto e alla nuova tecnica che questo niente-da-dire.
la pittura si ripensa. la maggior parte degli artisti, in quanto parte di un
il suo compito non è più la mera copia della realtà mondo muto, non ha più concetti da esprimere, e si
ma la creazione di un nuovo significato: dal ritratto al riaccosta alla riproduzione di quello che vede senza
paesaggio, la pittura viene soppiantata, e inizia a indagare oltre. si riallaccia alla sua nomea di grande
percorrere vie di irrealtà, alla ricerca della arte, credendo ogni tanto ancora di esserlo. senza
restituzione di sensazioni e non più immagini. capire che il realismo colpisce ancora parte del
grazie alla nuova libertà dell’artista si slega dal pubblico, solo perché un soggetto dipinto su tela è
religioso, e coinvolge forse una fascia maggiore di facilmente elevato di senso, e l’attimo immortalato
pubblico grazie al murale e all’espressionismo nelle acquista grandezza grazie al mezzo e non per il suo
sue innumerevoli varianti; ma specialmente, la valore intrinseco, a causa del valore che ancora
pittura si innamora delle teorie junghiane, e impara a danno a questo medium nostre menti, figlie della
dare forma all’inconscio. è d’altronde, il mezzo più cultura estetica occidentale, troppo radicata per
adatto a restituire visioni di sogno e immagini non mutare linea di pensiero nel breve termine. ma
antropomorfizzabili -fino alla comparsa anche e soprattutto, il pubblico stesso non ha valori
dell’animazione in 3d. in sé né la capacità di accoglierne di eventuali.
tant’è che con la pop art, pittura è sempre più legata altrimenti, come spiegare per quale fattore il
al concetto di pubblicità; è talmente conscia della figurativo e l’astratto vengono ignorati mentre
sua perdita di potere nell’epoca della riproducibilità spopolano i mostre e dipinti così legati alla
di massa e del destinatario-acquirente che segue il superficie, di ieri e di oggi? perché, mi duole
commercio, il marketing, i manifesti. e, constatarlo ogni volta che ascolto qualcuno
principalmente, l’arte pop è un arte di materiali commentare un’opera, i grandi artisti del passato
nuovi, un’arte da toccare. vengono apprezzati solo per il nome, legato alla
forma. null’altro, oltre.

Avevo tanti impegni, ma ho deciso di restare in casa a tingermi le sopracciglia. (A. Warhol)

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 5 di 10


CULTURA MADE IN ITALY
In Italia, si sa, la cultura passa trattato l’argomento sull’ateismo la notizia, non è stata divulgata, si
solo tramite una certa cerchia di in moltissimi suoi libri è letto qualcosa ma senza
accademici e, se non si è della costruendone un sistema di nessun commento…meglio fare
“cricca”, evidentemente non si pensiero, ha cambiato la sua dimenticare subito la notizia, mica
può avere nessun tipo di visione del mondo: da ateo a che poi si apra un dibattito
risonanza culturale; sono i fatti a teista. Seguace del principio sull’argomento…mica che si
constatarlo, oggi il dibattito socratico di “seguire l’evidenza decida di discutere su una
culturale in Italia è morto e ovunque essa porti”, si è certezza come la teoria di Darwin
sepolto. Domina il pensiero unico convertito al teismo dichiarando e l’ateismo.
che è sostenuto proprio da coloro che l’evidenza conduce a Dio e Flew è l’autore di testi “sacri” per
che lo contestano a livello solo l’idea di un progettista può tutti gli atei come: Theology an
mondiale. spiegare l’esistenza del creato e Falsification, God and Philosophy
In tutti i campi vi è una la complessità irriducibile e the Presumption of Atheism. Se
nomenclatura intellettuale dell’esistente. B. Russell è sicuramente il più
autoreferenziale organizzata a tal Parlo del filosofo Antony Flew famoso ateo che noi conosciamo
punto che ogni questione o che ha svolto un “pellegrinaggio è anche colui che non ha scritto
ipotesi non condivisa viene della ragione che lo ha condotto quasi nulla sull’ateismo al
automaticamente oscurata e dall’ateismo a Dio” come ha detto contrario di Flew che sull’ateismo
derisa. È una scuola che nasce John Polkinghorne autore del ha costruito un vero e proprio
lontano ed è crescita testo “credere in Dio nell’età della sistema di pensiero.
nell’indifferenza relegando oggi scienza. Flew, autorevolissimo Ma non solo Flew è argomento
l’Italia al provincialismo culturale. filosofo in tutto il mondo, nel suo su cui aprire un dibattito. In tutto il
Nel mondo si dibatte e si discute ultimo libro “Dio Esiste” nel mondo è ormai di attualità la
su evoluzionismo e Intelligent capitolo il “nuovo ateismo” ha discussione sul”progetto
Designer, su Neodarwinismo e rimesso al proprio posto il intelligente” dell’universo e del
neocreazionismo, su ateismo e pensiero di studiosi come creato. Lo stesso J. Barrow, fisico
teismo…in Italia no. Appena Dawkins e Dannet sostenendo di fama mondiale e premio
qualcuno fa notare che la teoria che sono rimasti a ragionare con Templeton nel 2006, ha
di Darwin è in crisi in America, in la logica del Circolo di Vienna e dichiarato durante una
Europa, in Russia etc. la quindi del positivismo logico, discussione, riferendosi a
nomenclatura intellettuale si ormai decisamente superato. Dawkins: “hai dei problemi con
chiede a riccio e dà dell’imbecille Antony Flew fa infuriare gli atei. queste idee (origine dell’universo
a coloro che fanno notare un dato Flew ha cambiato la posizione e scienza), Richard, perché non
evidente a tutti, cioè che le con la forza del ragionamento e sei veramente uno scienziato. Sei
scoperte scientifiche hanno analizzando le scoperte un biologo” continuando con “i
sviluppato correnti di pensiero scientifiche. Nel suo libro spiega biologi hanno una comprensione
che negano “l’ideologia dettagliatamente come le nuove limitata ed intuitiva della
naturalista”. Già il solo fatto che scoperte possono ricondurre complessità. Sono bloccati su un
la teoria di Darwin è sostenuta da solamente a Dio e come la logica conflitto ereditato dal
14 teorie diverse di cui molte che non possa sostenere nessun tipo diciannovesimo secolo e
si contraddicono tra loro di ateismo. Una rivoluzione. s’interessano solo dei risultati, di
dovrebbe fare riflettere. Il 9 dicembre del 2004 l’agenzia ciò che trionfa sugli altri. Ma i
La cosa che ci interessa però è di stampa Associated Press apri risultati non dicono praticamente
fare notare come l’argomento, nel la notizia con il seguente titolo: nulla delle leggi che governano
resto del mondo, sia di attualità. “Famoso ateo ora crede in Dio: l’universo. [1]
Solo 5 anni addietro, uno dei principali atei del mondo Sulla stessa linea di pensiero
precisamente nel 2004, uno dei ora crede in Dio basandosi troviamo anche Paul Davies che
più famosi atei al mondo, se non sull’evidenza scientifica”;un colpo con Barrow ha sviluppato le
il più importante in quanto ha micidiale all’Ateismo. Ma in Italia, intuizioni di Einstein e altri

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 6 di 10


scienziati con la teoria sulla mente divina. grandi scienziati della storia. In
relazione tra la razionalità della Andiamo controcorrente restando Italia non si parla di della teoria
natura e la mente di Dio. esclusi dal dibattito culturale dei fisici denominata “MENTE
L’elenco di scienziati teisti è mondiale. Non seguiamo le prove DIVINA”. Il dibattito è negato e la
lungo, lunghissimo e sono, per la e i dati scientifici; “non seguiamo “ragione” è lasciata a divulgatori
maggior parte i migliori nel loro l’evidenza ovunque essa porti”. In come Piero Angela e Cecchi
campo… come mai in Italia si Italia si seguono le interpretazioni Paone che sicuramente sono
dice che la scienza nega Dio? che sono frutto da pre-giudizio preparati e attendibili come Flew,
Non mi sembra assolutamente ideologico prodotto da una sub- Davies, Barrwos, Collins,
che gli scienziati italiani e la cultura morta e sepolta da ormai Penrose e tanti tanti altri….
nomenclatura intellettuale del molto tempo. Siamo ancora figli
nostro speciale paese abbia fatto dell’ideologia dell’800. La nostra [1] Julio Vittullo-Martin, A Scientist’s
scoperte che neghino l’esistenza nomenclatura scientifica non Scientist
di Dio confutando le scoperte che segue l’evidenza del progetto www.templeton.org/milestones/milest
in tutto il mondo portano gli come hanno fatto e fanno i più ones_2006-04.asp
scienziati a pensare ad una

NASCE IL
SITO DEL
COMITATO
ANTIEVOLUZIONISTA:

ANTIDARWIN.WORDPRESS.COM

La cultura non sostenuta dal buon senso è raddoppiata follia. (B. Graciàn)

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 7 di 10


DARWIN L’ASSEMBLATORE
Pochi sanno che l’idea che l’uomo discenda da organismi di specie diversa è molto più antica della teoria di
Darwin; la teoria non fu elaborata, ovviamente, in ambito scientifico ma in quello filosofico e già nell’antichità
venne formulata da pensatori come: Talete, Anassimadro, Epicureo e Lucrezio. Empedocle da Agrigento
(circa 490-430 a.C.) era convinto che animali e piante non fossero nate nello stesso momento e, seguendo
la sua logica, gli animali comparvero molto più tardi rispetto ai vegetali. Sempre Empedocle ipotizzò “la
sopravvivenza del più adatto”. Un altro grande pensatore come Anassimandro Da Mileto (circa 610 -550
a.C.) era convinto che all’inizio della storia del nostro pianeta tutte le acque fossero abitate da grossi animali
simili a grandi pesci con squame e che essi si sarebbero più tardi spostati a vivere sulla terra ferma dove
avrebbero perso le squame e originando gli altri animali sino agli esseri umani.
Le idee che si svilupparono in quei periodi furono decisamente influenzate dalla mitologia delle regioni
asiatiche occidentali come nella cultura babilonese in cui si trovano miti sullo sviluppo degli esseri viventi.
Quindi è evidente che l’origine della teoria di Darwin non è nata con lo studioso naturalista ma ha ben radici
profonde nell’antichità e soprattutto nella mitologia: la convinzione che l’uomo si sia evoluto da altre specie,
non deriva da scoperte scientifiche ma da miti pre-cristiani. Le teorie evoluzioniste si ripresentarono alla luce
della storia durante il periodo del Rinascimento cioè con il sorgere della cosiddetta scienza moderna; ma,
così come in passato, non furono sostenute da scienziati bensì da filosofi.
Leibniz era convinto che tutte le classi animali si fossero sviluppate tra loro tramite forme intermedie. Lo
stesso Kant sviluppò il pensiero che tutte le forme viventi si fossero sviluppate da forme inferiori più semplici
spiegando, comunque, che la sua idea era una “audace avventura della ragione”. Molti altri pensatori come
Von Schelling e Hegek manifestarono simili pensieri sull’origine dell’uomo; il naturalista J. Swammerdam
spiegò che le specie animali si erano sviluppate da un unico essere vivente creato.
Sulla stessa linea di pensiero troviamo pensatori come D. Diderot, sostenitore della selezione naturale e
come il suo compatriota P.L. Moreau De Maupertuis, che spiegò la teoria della “soppravivenza del più
adatto” elaborando la teoria delle mutazioni. Precedentemente a Maupetuis fu B. De Maillent ad elaborare
una teoria simile all’evoluzionismo molto vicina alla teoria di Lamarck.. Lo stesso nonno di C. Darwin elaborò
una teoria sulla discendenza delle varie specie condizionata dall’ambiente in cui la specie viveva.
Furono moltissimi gli studiosi che prima di Darwin elaborarono idee sulla sviluppo da specie più semplici sino
a quelle più complesse.
Comunque, la prima descrizione analitica della teoria evoluzionista va riconosciuta a J. Baptista Lamark,
secondo cui gli organismi viventi possiedono la facoltà di evolversi verso forme più complesse; lo sviluppo
degli organismi sarebbe l’effetto dell’adattamento all’ambiente in cui vivono, gli organismi viventi si
modificherebbero in seguito alle trasformazioni dell’ambiente sviluppando diversi bisogni. Lamark sostenne
la cosi detta “ereditarietà dei caratteri acquisiti”. Lamark non riscosse molto successo con le sue idee a
causa del prestigio che in quel periodo riscuoteva il famoso Georges Cuvier, fondatore dell’anatomia
comparata dei vertebrati e della paleontologia e grande sostenitore delle teorie del catastrofismo e delle
teorie creazioniste.
Il termine evoluzione venne introdotto solo nella metà del XIX secolo e quindi Darwin non usò mai il termine
che fu introdotto nella terminologia corrente dal sociologo Spencer.
La teoria dell’evoluzione della specie che si fa ricondurre a Darwin ha dunque origini molto più lontane:
l’origine del pensiero della stessa teoria è da ricondurre a miti asiatici e non ad una tradizione della scienza
moderna europea. Il successo di Darwin, capace di “assemblare” idee provenienti dalla filosofia e proporle in
ambito scientifico, fu dettato soprattutto dal momento storico in cui il suo testo arrivò al grande pubblico,
caratterizzato da un cambiamento di rotta a livello tecnologico (rivoluzione industriale) ed intellettuale
(rivoluzione Francese). Con il libro “l’origine della specie” il pensiero che si stava imponendo voleva
dimostrare che l’uomo non era stato creato da Dio ma era “solamente” il frutto di combinazioni fortunate, Dio
poteva essere messo in soffitta, l’idea del caso e della selezione naturale si fondava perfettamente con il
nuovo mondo che, prima in Francia e poi in tutta Europa, si voleva creare. Un mondo fatto ad uso e
consumo dell’uomo, libero da ogni responsabilità e convinto di essere padrone assoluto del suo destino.
Il modello sociale nato dalla rivoluzione francese ha mostrato, oggi più che mai, il suo vero volto fatto di
decadenza e degenerazione.

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 8 di 10


IL GATTO E LA VOLPE

Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?


Se ci ascolti per un momento, capirai,
lui è il gatto, ed io la volpe,
stiamo in società, di noi ti puoi fidar.
Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai
i migliori in questo campo siamo noi
è una ditta specializzata
fai un contratto e vedrai
che non ti pentirai...
Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai
noi sapremo sfruttare le tue qualità
dacci solo quattro monete
e ti iscriviamo al concorso
per la celebrità...!
Non vedi che è un vero affare
non perdere l'occasione
sennò poi te ne pentirai.
Non capita tutti i giorni
di avere due consulenti
due impresari, che si fanno
in quattro per te...!
Avanti non perder tempo firma qua
è un contratto, è legale, è una formalità
tu ci cedi tutti i diritti
e noi faremo di te
un divo da hit parade!
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?
Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi
lui è il gatto ed io la volpe
stiamo in società, di noi ti puoi fidare...
di noi ti puoi fidar...
di noi ti puoi fidar...

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 9 di 10


SINTESIMILANO.ALTERVISTA.ORG

OMNE TRINUM EST PERFECTUM

Hanno collaborato: C. Boccassini, R. Boccassini, S. Cappellari,

N. Ciravolo, F. Ferracci, F. Fratus, M. Galletta, C. La Ferla, D. Leotti,

B. Leva, R. Malossi, D. Rossi, A. Santini, V. Sofo.

e-mail: info.sintesimilano@gmail.com

Anno 0 nr. 12 OBBEDIAMO A UN SOLO DOVERE: LA NAZIONE EUROPA Pagina 10 di 10

Potrebbero piacerti anche