Si allega unitamente alla presente, il Progetto di Legge Regionale recante Norme per la razionalizzazione del costo della politica e della spesa per i dirigenti della Regione Abruzzo e degli enti Strumentali Modifiche L.R.40 del 10 Agosto 2010
Distinti Saluti,
IL CAPOGRUPPO Sara Marcozzi
MoVimento 5 Stelle Abruzzo
Progetto di legge recante: Norme per la razionalizzazione del costo della politica e della spesa per i dirigenti della Regione Abruzzo e degli enti Strumentali Modifiche L.R.40 del 10 Agosto 2010
Art.1 (Contenimento dei costi per la remunerazione dei Consiglieri Regionali)
1. All'articolo 2, comma 2, della legge L.R. 10 Agosto 2010 n.40, le parole superare gli importi di 11.100,00 per il consigliere che non svolge particolari funzioni ed 13.800,00 per il Presidente di Giunta e di Consiglio Regionale sono sostituite dalle seguenti: superare gli importi di 7.500,00 per il consigliere che non svolge particolari funzioni ed 9.000,00 per il Presidente di Giunta e di Consiglio Regionale 2. L'Articolo 18 abrogato. 3. L'Articolo 19 abrogato. 4. La lettera D, del comma 1, dell'articolo 6 della L.R. 10 Agosto 2010 n.40 abrogato.
Art.2 (Contenimento dei costi per gli assegni vitalizi) 1. La corresponsione dell'assegno vitalizio decorre dal compimento del sessantesimo anno per coloro che hanno maturato il diritto ma ancora non hanno percepito all'entrata in vigore della presente legge. 2. In considerazione della grave situazione finanziaria della Regione e dell'economia reale regionale , fino al 31 Dicembre 2020 gli assegni vitalizi in pagamento all'entrata in vigore della presente legge, e quelli che inizieranno ad essere erogati successivamente a tale termine, sono ridotti del cinque percento se di importo inferiore a mille euro lordi mensili. Se di importo superiore si applicano le seguenti riduzioni da determinarsi sull'ammontare lordo: - Fino a 1.000,00 euro 5%; - Da 1.001,00 a 2.000,00 euro 10%; - Oltre 2.001,00 euro 15%;
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3. Per le medesime ragioni di cui al comma 1, e per il medesimo periodo, l'assegno vitalizio erogato dalla Regione Abruzzo ridotto nel caso in cui il percipiente fruisca di altro assegno vitalizio di altra Regione, del Parlamento della Repubblica Italiana e del Parlamento Europeo, nelle seguenti misure: - 15% se complessivamente l'ammontare lordo percepito per vitalizi da cariche elettive non supera l'importo di 2.000,00 euro; - 25% sull'importo eccedente i 2.001,00 euro e fino a 3.000,00 euro; - 35% sull'importo eccedente i 3.001,00 euro e fino a 4.000,00 euro; - 45% sull'importo eccedente i 4001,00 euro.
Art.3 (Contenimento dei costi per i dirigenti della Regione e degli Enti Strumentali)
1. Al fine di assicurare un effettivo risparmio di spesa per il personale dirigente, in considerazione della situazione di disavanzo accertato della Regione Abruzzo, a partire dall'anno 2015 e fino al riequilibrio del bilancio consuntivo, nel fondo dedicato alla remunerazione della posizione e del risultato dei dirigenti della Giunta Regionale , del Consiglio Regionale e degli Enti Strumentali regionali di cui agli articoli 55 e 56 dello Statuto non possono essere conteggiate le risorse di cui all'art. 26, comma 2, del Ccnl 23.12.1999 Regioni Enti Locali Area Dirigenza. Gli Enti strumentali che applicano contratti diversi provvedono alla riduzione del fondo per un importo pari all'1,2% del monte salari.
Art. 4 (Norma finanziaria)
1. Dalle disposizioni della presente legge non derivano nuove spese ma riduzioni degli oneri.
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Art. 5 (Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo.
Primo Firmatario Sara MARCOZZI
Co-Firmatari Pietro Smargiassi Domenico Pettinari
MoVimento 5 Stelle Abruzzo
RELAZIONE
Il progetto di legge Norme per la razionalizzazione del costo della politica e delle spese per i dirigenti della Regione Abruzzo e degli Enti Strumentali rappresenta l'ineludibile atto per riavvicinare l'istituzione Regione alla collettivit. In un momento storico ed economico in cui quest'ultima vive la drammatica situazione occupazionale e sociale davvero inconcepibile che restino in vita dei veri e propri privilegi. Come possibile pensare che coloro che percepiscono un vitalizio, cio un privilegio per come nel passato era stato pensato, perch hanno svolto un servizio proprio per la popolazione, almeno questo quello che viene rappresentato, oggi si girano dall'altra parte rispetto all'esigenza di partecipare allo sforzo collettivo di risanamento delle finanze regionali?
Non possibile, cos come non si possono esimere gli attuali amministratori regionali ed anche i dirigenti della Regione.
Proprio tali etiche finalit rappresentano la ratio legis del provvedimento.
In dettaglio si compone di 5 articoli.
L'articolo 1 dispone:
con il comma 1, l'allineamento dell'indennit mensile dei Consiglieri Regionali equiparata a quella del Sindaco del Comune Capoluogo di regione, cos come stabilito dal decreto del Ministero dell'Interno n.119 del 04/04/2000 ed adattato quanto a parametri al contesto della regione, e cio 5.000,00 lordi di cui aggiunto un modesto compenso di massimo 1.500,00 lordi modulabili a seconda della funzione svolta in seno al consiglio regionale o alla giunta regionale. Questa misura promessa da tutti oggi prevista anche nelle bozze della riforma della costituzione, ma da sempre con una precisa paternit. con il comma 2 si abroga la norma che garantisce ai consiglieri regionali una polizza, a carico dei contribuenti, per la copertura dei giorni di infortunio o i casi di morte. Ebbene con il sistema di retribuzione attuale se un consigliere assente perch ha subito un infortunio risulta giustificato e il suo stipendio non subisce nessuna trattenuta: pertanto non si comprende il perch in quei giorni debba ricevere un compenso aggiuntivo oltre allo stipendio pieno! Quanto al caso di morte ciascun consigliere pu stipularsi una polizza individuale, cos come fanno tutti i comuni mortali che possono ancora permettersela. Molti, troppi cittadini oggi non hanno neanche la facolt di poterlo ipotizzare avendo ben altro a cui far fronte. Pertanto, l'abrogazione della norma rappresenta la fine di un evidente privilegio che non ha pi senso di esistere. con il comma 3 si abroga il trattamento di fine mandato per i consiglieri. E' un istituto che garantisce il pagamento di una mensilit di indennit per ogni anno di legislatura fino al decimo. Ci al momento della cessazione della carica. Al termine della IX Legislatura sono stati pagati trattamenti per una media di oltre 40 mila euro a consigliere non rieletto o non ricandidato per una spesa complessiva, rinvenibile dal bilancio del consiglio regionale di circa 1 milione e 300 mila euro. Insomma, una sorta di buonuscita
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che oggi non assicurata neanche ai lavoratori dipendenti, spesso precari o con contratti di Co.Co.Pro che, per l'appunto, non hanno diritto a nulla di tutto ci. Come possibile conservarlo per i consiglieri regionali? Infatti non pi immaginabile e pertanto se ne propone l'abrogazione.
Gli effetti finanziari a regime di questo articolo 1 sono cosi preventivabili:
1. dal comma 1 si avrebbe una riduzione media di 3.600,00 per consigliere al mese che corrisponde ad una riduzione che oscilla da un minimo di 110.000,00 ad un massimo di 140.000,00 mensili e, quindi, da un minimo di 1.300.000,00 ad un massimo di 1.750.000,00 annui. Circa l'7% della spesa complessiva dell'intero consiglio regionale; 2. dal comma 2, il risparmio corrisponde al costo della polizza assicurativa in essere. 3. dal comma 3 il risparmio minimo corrisponde al trattamento di tutti i consiglieri in carica che, comunque, prima o poi restando in vigore la norma dovr essere pagato e cio da un minimo di 775.000,00 nel caso in cui l'indennit consigliare fosse stabilita in 5.000,00 lordi, cio se fosse approvata la sola riduzione dell'indennit consigliare, ad un massimo di 1.023.000,00 se rimanesse in vigore l'attuale indennit.
L'articolo 2 dispone: con il comma 1 la fissazione dell'et a 67 anni per la fruizione degli assegni vitali per coloro che hanno svolto il ruolo nelle precedenti legislature e che ancora non hanno i vigenti requisiti anagrafici 65 anni che scendono a 60 con lievi penalizzazioni - . Rappresenta un provvedimento di minima equit che tiene conto dei possibili rilievi in ordine ai c.d. diritti quesiti ma ce rappresenta una inderogabile necessit alla luce di quanto accade alla totalit dei cittadini che hanno ancora la fortuna di poter pensare ad una pensione. con il comma 2 si dispone un contributo di solidariet da parte di coloro che oggi usufruiscono del vitalizio regionale. Sempre per evitare sterili polemiche sui c.d. diritti quesiti, la norma dispone una riduzione assolutamente modesta, se paragonata all'enorme privilegio del sistema di determinazione dei vitali (se si prendono i dati della IX legislatura, in 5 anni di mandato si versavano circa 80.000,00 per riaverne circa 2.500,00 al mese a partire da 60 anni fino alla esistenza in vita, o addirittura a quella del coniuge in caso di reversibilit, che significa circa 20 anni di vitalizio, tenuto conto delle aspettative di vita a 80 anni, per un totale, dunque, di circa 600.000,00), ed anche temporanea, fino al 2020. con il comma 3 si dispone la riduzione del vitalizio regionale se il beneficiario gode di un altro vitalizio di altra regione, oppure del Parlamento italiano o di quello europeo. Anche in questo caso, e per le motivazioni dette, si evitano sterili contrapposizioni basate su presunti diritti quesiti disponendo una riduzione assolutamente modesta e comunque temporanea fino al 2020 dei vitalizi erogati da Regione Abruzzo e quelli ovviamente che verranno erogati allorch gli eventuali aventi diritto raggiungeranno i requisiti anagrafici.
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Gli effetti finanziari a regime dell'articolo 2 sono cos preventivabili:
1. il comma 1 dispone lo spostamento a regime di 7 anni per la fruizione del vitalizio a favore di coloro che sono stati consiglieri fino alla IX Legislatura ma che ancora non hanno raggiunto l'et minima per richiedere il beneficio. Considerato l'importo minimo garantito da 5 anni di consiliatura di circa 2.500,00 mensili e che, da notizie di stampa, risulta un elenco di 80 ex consiglieri, o anche attuali, che ancora non hanno tali requisiti, ne deriva un risparmio certo minimo per le finanze regionali pari a 7 anni di vitali non erogati, e cio per i cittadini abruzzesi un salasso evitato di circa 2.400.000,00 annui per un totale dei sette anni di poco pi di 16 milioni di euro.( 2.500,00 x 12 x 80 x 7) 2. il comma 2 comportando una riduzione degli assegni vitalizi erogati, e in considerazione che dal bilancio del consiglio regionale si evince una spesa di circa 5.700.000,00, ne deriva un risparmio da un minimo di 605.000,00 annuo ad un massimo di 930.000,00 sempre riferito ad un anno. Per una complessiva riduzione a regime del periodo 2015- 2020 (senza considerare il frammento di esercizio 2014) di un importo oscillante fra i 3.025.000,00 e i 4.650.000,00 di euro. 3. il comma 3 comporta una riduzione dei vitalizi regionali per coloro che hanno altro beneficio in godimento. Dalle notizie circolate sulla stampa si tratterebbe di un totale di circa 30 soggetti. Pertanto, considerando un vitalizio medio regionale di circa 2.000,00 ne deriva una riduzione che pu stimarsi in un minimo di 72.000,00 per ciascun anno e per un complessivo di 360.000,00 relativo al periodo quinquennale di riduzione.
L'articolo 3 dispone un contenimento della spesa per i dirigenti della Regione e degli Enti Strumentali proprio nell'ottica del contenimento generale della spesa per il risanamento della regione stessa.
E' noto come la Corte dei Conti nel documento di giudizio di parifica del rendiconto della Regione per l'anno 2012 bacchetta l'amministrazione regionale per un forte disavanzo di oltre 400 milioni di euro. Dispone anche la necessit di un piano di rientro da tale disavanzo.
Proprio per tale ragione la norma dispone, fino al riequilibrio del bilancio, cio fino all'azzeramento del disavanzo, una riduzione del fondo di produttivit dei dirignti regionali e di quelli degli enti strumentali nella componente che pu essere aggiunta solo se le condizioni finanziarie dell'amministrazione lo consentono.
Infatti, l'articolo 26 del contratto collettivo nazionale, applicabile ai dirigenti, del 1999 dispone al secondo comma che ove nel bilancio sussista la relativa capacit di spesa, gli enti verificano la possibilit di integrare, dall'anno 1999, le risorse economiche (...) sino ad un massimo dell'1,2% (...).
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Dunque, come si possono continuare a stanziare risorse facoltative (il contratto parla di possibilit, non obbligo) se le condizioni finanziarie della regione sono deficitarie?
Non si estende la norma a tutto il personale ma solo ai dirigenti perch il contratto bloccato da oltre 5 anni ha fatto perdere molto potere di acquisto a stipendi spesso modesti. Al contrario, i dirigenti continuano legittimamente ad avere stipendi pi adeguati e, pertanto, sicuramente auspicabile e ipotizzabile una loro compartecipazione temporanea al risanamento dell'Ente datore di lavoro.
Gli effetti finanziari dell'articolo 3, in considerazione dell'ammontare della spesa per i dirigenti, rinvenibile dai soli bilanci della Regione e del Consiglio Regionale comportano una riduzione minima di oltre 70mila euro annui.