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Da fantasma
a Nobel
È
quasi un paradosso: glo-
riosamente insignito del
premio Nobel per l’eco-
nomia per la formulazio-
ne di una teoria del com- Il genio
portamento razionale, oggi univer- e il suo doppio
salmente conosciuta come l’«Equili- John Nash e nella foto
brio di Nash», ma ingloriosamente piccola Russell
rinchiuso per anni in ospedali psi- Crowe: l’attore
chiatrici, dove, prima che un mate- australiano
matico, si credeva l’imperatore del- ha interpretato
la Groenlandia. È questa la tragica, il ruolo
e straordinaria, storia di John For- del professore
bes Nash Junior, matematico e di matematica
schizofrenico. negli anni
A circa 20 anni dalla scomparsa di Princeton
dei sintomi più invalidanti e a 14 quando
dalla consegna del Nobel, Nash è comincia
una star. Per il secondo anno di se- la sua discesa
guito, il suo intervento al Festival nell’inferno
della matematica di Roma ha ri- della schizofrenia
chiamato migliaia di spettatori, tut- Il film
ti (morbosamente) curiosi di incon- «A Beautiful Mind»
trare il folle genio dei numeri, pri- è in parte
ma malato e poi risanato, protago- basato sulla biografia
nista del famoso film «A Beautiful «Il Genio dei Numeri»
Mind». di Sylvia Nasar
Anch’io ero tra i curiosi, con l’ag-
gravante di essere una studiosa del-
la mente, che non vedeva l’ora di os-
servarlo da vicino per scoprire il ve-
ro John Nash, spogliato delle vesti
del bel Russell Crowe, che - a detta
del matematico - gli assomiglia ben
poco. «Non mi identifico in lui, sia-
mo troppo diversi - confessa - e non
soltanto dal punto di vista fisico.
Lui è un attore e si comporta da at-
tore, io invece sono un matematico.
Non possiamo assomigliarci». E
prosegue: «Anche se non rispec-
chia la realtà, penso che “A Beauti-
ful Mind” sia un film di grande suc-
cesso, perché ha incassato molto».
La spiegazione è logica, fin troppo, gagli. John e Johnny sono tranquilli.
nella mente
zione, da poco atterrato a Roma straordinario livello intellettivo ab-
con la moglie Alicia e il figlio John- bia contribuito al superamento della
ny, ragazzone cinquantenne dai fase acuta della malattia, come spes-
modi bruschi che finge di non ac- so accade nelle patologie psichiche.
corgersi neppure della nostra pre- È possibile anche che questa sia una
senza. Di quella grave forma di schi- delle transitorie fasi di remissione
zofrenia apparentemente non c’è che ciclicamente si alternano alle fa-
traccia. Scopre che sono una psico- si acute.
loga e, quasi per giustificare lo stra- Quel che è certo è che oggi Nash
di John Nash”
no comportamento del figlio, mi non riceve più il sussidio di disoccu-
racconta delle cure a cui è sottopo- pazione con cui è campato per anni;
sto, dal momento che purtroppo non è più il «fantasma» di Princeton,
soffre della sua stessa malattia, e fa anche se la rigidità di pensiero, l’irri-
un breve accenno a quando anche tabilità, la sospettosità, la chiusura
lui «rispondeva alle voci». in se stesso, la discutibile affettività
I suoi discorsi sono lucidi e linea- fanno pensare a una remissione par-
ri ed è come se tutto nella sua men- ziale più che a una guarigione mira-
te seguisse un percorso matemati- colosa. E nella schizofrenia nessuno
co, in cui nulla può e deve trovarsi
fuori posto. Gli confesso che incon-
trarlo era uno dei miei più grandi
Distaccato e spiritoso, si circonda di regole sa se una remissione durerà per sem-
pre, perché la schizofrenia non è un
gioco il cui esito possa essere stabili-
desideri: resta impassibile. Tutto
prosegue bene, fino a che il perso-
nale dell’albergo non gli comunica
Il ricordo della schizofrenia è il suo tormento to a priori, neppure dalla più brillan-
te delle menti matematiche.