1202_GDP_Par_12022021_32.

pdf - Parma - Stampato da: bonardi - 12/02/2021 17:06:11

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32 VENERDÌ 12 FEBBRAIO 2021

AVEVA 78 ANNI
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NARRATIVA
VENERDÌ 12 FEBBRAIO 2021 33

p E’ morto a 78 anni lo storico Guido Clemente, già ordinario
Addio all’Università di Firenze, considerato uno dei massimi studiosi
internazionali di storia romana. Originario di Sassari, Clemente
a Clemente, aveva iniziato la carriera accademica a metà degli anni '60
nell’Università di Cagliari, insegnando storia greca e romana. E’
saggista
CULTURA
stato poi docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, come
e storico assistente di Arnaldo Momigliano, e all’Università di Pisa. Au-
tore di importanti volumi e saggi scientifici, tra i quali «Guida alla
Storia romana» (Mondadori) è stato tra gli ideatori e curatori
della monumentale «Storia di Roma» (Einaudi, 1988-1993).
cultura@gazzettadiparma.it
p Arriva a sorpresa nel 2021 il romanzo «Per niente al mondo»
Ken Follett (titolo originale «Never») di Ken Follett, che segna un nuovo
inizio per lo scrittore rispetto agli ultimi libri. Il romanzo sarà
torna in libreria pubblicato dagli editori di tutto il mondo a novembre.
«Sono felice e lusingato che i miei editori siano così entusiasti
con «Per niente
di 'Per niente al mondo' da non vedere l’ora di pubblicarlo» ha
al mondo» detto Follett che ha venduto oltre 170 milioni di copie dei 36
libri che ha scritto, in più di 80 paesi e in 33 lingue.
Il romanzo uscirà il 9 novembre negli Stati Uniti e nella stessa
data o immediatamente dopo negli altri paesi. Anche in Italia
sarà nelle librerie il 9 novembre per Mondadori. La casa edi-
trice newyorkese Penguin Viking descrive così «Per niente al
mond»: «Più che un thriller, una vicenda ambientata ai giorni
nostri, drammatica e densa di azione, che abbraccia il mondo
intero». «Per la gioia di tutti noi che tanto amiamo la sua opera,
Ken Follett ci regala un libro magistrale. Un romanzo capace di
raccontare la trama del mondo in cui viviamo con il passo del
grande thriller che non possiamo smettere di leggere» af-
ferma Francesco Anzelmo, direttore generale di Mondadori
Libri.

Musica e psiche Monossido Grave

«L'orecchio di Proteo», il saggio
di neuroestetica di Landini
Da Guillaume de Machault a Lucio Dalla:
è vasto il libro del compositore milanese
che ha scelto Salsomaggiore come residenza
NICOLA PIRRONE
p Perché la mattina ci ritro-
viamo a canticchiare una can-
zone che magari non ci pia-
ce?
Perché ci resta impressa una
melodia dalle strane forme?
Sono meccanismi della psi-
che che prova a decifrare un
libro uscito da pochi giorni
nelle librerie e negli store
online per la Libreria Musi-
cale Italiana di Lucca, editore
specializzato nel campo della
musicologia.
Si tratta de «L'orecchio di Pro-
teo - Saggio di neuroestetica
musicale» di Carlo Alessan-
dro Landini, compositore mi-
lanese che da alcuni anni ha
scelto come residenza la quie-
te della collina parmense.
Laureato in psicologia, inse-
gnante di composizione in va-
ri Conservatori di musica e
saggista, Landini nutre da
tempo un forte interesse per
la cosiddetta musica «subli-
minale», soprattutto dopo il
suo soggiorno nel 2003 a New
York dove ha insegnato alla
Columbia University e dove
ha avuto l’opportunità di co-
noscere alcuni tra i massimi
specialisti in questo campo.
«L'orecchio di Proteo», il pri-
mo «saggio di neuroestetica
musicale» interamente italia-
no, è un lavoro al quale l’au-
tore ha lavorato ininterrotta-
mente dal 2010: ne è scaturito
un volume in formato A4 di
circa 900 pagine e del peso di
oltre due chili che riassume lo
stato dell’arte per ciò che ri-
guarda «l'ambiguità, le trap-
pole cognitive, le strategie de-
cisionali» che, in campo mu-
sicale, interessano tanto la
composizione che l’ascolto di
musica.
Questo imponente lavoro va a
completare un discorso sullo
studio delle reazioni psichi-
che al bello e al brutto della
musica cominciato con il sag-
gio su Alberto Savinio («Lo
sguardo assente. Arte e auti-
smo», Franco Angeli, 2009) e
dopo quello sul al rapporto fra
musica e tempo, («Misura e
dismisura», Musica Practica,
2016).
Ne «L'orecchio di Proteo»
Landini prende in esame un
ampio arco temporale della
musica, dal 1300 di Guillaume
de Machault ai giorni nostri di
Lucio Dalla e Zucchero. Per
mettere su questa imponente
mole di lavoro, l’autore ha te-
nuto una fitta corrisponden-
za con ricercatori italiani e
russi che attualmente lavora-
no all’estero, citando quasi
diecimila nomi.
L’interesse e la passione per la
psicoacustica e la neurofisio-
logia della percezione lo han-
no portato a esaminare, tra gli
altri, le analogie che intercor-
rono tra l’ultimo periodo
compositivo di Robert Schu-
mann, quello che precede l’e-
saurimento nervoso e il suc-
cessivo suicidio, e la sindrome
DOCENTE E COMPOSITORE Carlo Alessandro Landini.
istante per istante che cosa
ascoltare e come ascoltarla. Il
cosiddetto decision making
non si applica solo all’econo-
mia ma anche alla musica.
Quando il meccanismo deci-
sionale si inceppa sorgono,
come per incanto, l'ambiguità
del creare e quella del sentire.
Da handicap, l'ambiguità si
candida a divenire, in taluni
casi, una potente arma di di-
fesa che, esattamente come i
beni-rifugio in economia, è in
grado di far superare all’ar-
L'orecchio di Proteo tista le fluttuazioni imposte al
di Carlo Alessandro Landini mercato dai trend effimeri del
LIM, pag. 848, A 60,00
gusto e delle mode. La neu-
roestetica musicale ci inse-
gna ad apprezzare tutti i ri-
svolti dell’ambiguità che, un
tempo spauracchio dei se-
di Parkinson. miologi, si presta ora a fun-
«Sia il compositore di musica gere come una preziosa risor-
che l’ascoltatore della stessa - sa per il mercato musicale».
spiega Landini - stabiliscono © RIPRODUZIONE RISERVATA
lo scrittore Valerio
Massimo Manfredi
Trovato esanime
in casa con la collega
Antonella Prenner
Forse un'intossicazione
pUn incidente domestico,
un’intossicazione da monos-
sido di carbonio. E’ l’ipotesi
più probabile di quanto acca-
duto allo scrittore e storico
Valerio Massimo Manfredi,
trovato esanime in un appar-
tamento in via dei Vascellari
nel centro di Roma. Manfredi,
era in casa con la scrittrice
Antonella Prenner, anche lei
ritrovata priva di sensi. L’al-
larme è stato dato dalla figlia
dello scrittore. Entrambi so-
no stati portati in ospedale in
gravi condizioni: lui in serata
è stato trasferito con l’elisoc-
corso dal 118 all’ospedale di
Grosseto per essere ricovera-
to in camera iperbarica.
La scrittrice è stata ricoverata
in codice rosso al policlinico
Umberto I. Insegna Lettera-
tura latina all’Università degli
Studi di Napoli Federico II, è
autrice di importanti studi
sulla letteratura antica e del
romanzo Tenebre (2018).
Valerio Massimo Manfredi, 77
anni, modenese di Castel-
franco Emilia, è uno studioso
dall’attività poliedrica. Lau-
reato in lettere classiche al-
l’Università di Bologna, ha in-
segnato nelle più prestigiose
università: dalla Sorbona di
Parigi e alla Bocconi di Mi-
lano. La sua attività è stermi-
nata: articoli, saggi, docu-
mentari, soggetti e sceneggia-
ture per il cinema e la tele-
visione, con la passione cen-
trale per i romanzi storici,
tradotti in tutto il mondo con
circa 15 milioni di copie ven-
INCIDENTE DOMESTICO
Valerio Massimo Manfredi.
dute: dai due volumi de «Il
mio nome è Nessuno» (2012),
in cui narra le gesta di Ulisse, a
«Teutoburgo» (2016). E so-
prattutto la sua trilogia «Alè-
xandros» che è stata anche ac-
quistata da Universal Pictures
per una produzione cinema-
tografica, così come dal suo
romanzo «L’ultima legione» è
stato tratto un film. Ha anche
adattato per il cinema «Me-
morie di Adriano» di Margue-
rite Yourcenar per John Boor-
man. Nel 2003 è stato nomi-
nato Commendatore della Re-
pubblica dal Presidente Carlo
Azeglio Ciampi.
Volto noto della televisione,
divulgatore appassionato, ha
condotto il programma tele-
visivo «Stargate - Linea di Con-
fine» in onda su LA7, già nei
primi anni 2000. Poi, nel
2008, sempre su La7, ha con-
dotto il programma di appro-
fondimento storico «Impero».
Nel 2011 e 2012 ha partecipato
come collaboratore e inviato
speciale alla trasmissione di
Rai 3 «E se domani», condotta
in studio da Alex Zanardi. Dal
2016 è conduttore di «Argo, un
viaggio nella storia», serie di
documentari prodotti per il
canale televisivo Rai Storia.
r.s.
Fascismo La Repubblica Sociale, il periodo
più tormentato e tragico della storia d’Italia
Tra il 1943 e il 1945 il Paese, diviso in due, conosce la sua ora più buia: con il suo saggio Franzinelli
racconta l’estrema stagione politica di Benito Mussolini, dalle Brigate nere alla caccia agli ebrei
FIORENZO SICURI
sta Repubblicano, molto me-
pDichiarata la guerra il 10 no consistente del Partito Na-
giugno 1940, dopo un paio zionale Fascista, ed esamina il
d’anni il regime fascista era suo confuso e caotico con-
già in crisi profonda. La cam- gresso di Verona che avrebbe
pagna di Grecia, uno dei pi- dovuto tracciare il program-
lastri della “guerra parallela”, ma generale della nuova fase
cioè una guerra "parallela" a del fascismo. Traccia le linee
quella della Germania ma in del sentimento di vendetta,
piena autonomia dall'alleato e che pervade il periodo, verso
con propri obiettivi, si tra- la monarchia e i monarchici
sformò in un clamoroso come verso i gerarchi che han-
smacco e soltanto l’interven- no votato contro Mussolini il
to delle truppe germaniche 25 luglio o che del fascismo si
scongiurò la disfatta; nel 1941 sono approfittati, categorie
l’Italia perse l’Etiopia, l’Africa classificate fra i “traditori”.
orientale Italiana, il territorio Mostra la nascita e lo svilup-
più rilevante dell’Impero fa- po, dal punto di vista fascista,
scista; la partecipazione ita- della lacerante guerra civile.
liana alla guerra contro Con succinte biografie esem-
l’URSS si rivelò un disastro. plari, illustra il personale po-
Con la fine del 1942, il crollo litico della R.S.I., diviso fra
del regime si andava mostran- moderati e radicali, una élite
do platealmente: dall’autun- non infrequentemente discu-
no l’aviazione inglese, sostan- tibile dal punto di vista mo-
zialmente incontrastata, col- rale, col ritorno della “vecchia
pì sistematicamente le città guardia” e con alcuni transfu-
industriali del Nord per di- ghi dalla sinistra, da Nicola
struggere il sistema produt- Bombacci a Carlo Silvestri, la
tivo italiano; nel gennaio 1943 cui conversione verso il fasci-
anche la Libia, ultimo pezzo smo fu peraltro antecedente
dell’Impero fascista, cadde; a la costituzione della Repub-
giugno Pantelleria e Lampe- blica Sociale, e stabilisce i ten-
dusa si arresero e il 9 luglio tativi di «riconciliazione»
cominciò l’operazione Husky, messi in atto da fascisti re-
l’invasione della Sicilia da pubblicani nei confronti degli
parte degli anglo-americani. antifascisti, come il «ponte»
Se a ciò si aggiunge la grave ideato da Edmondo Cione col
crisi economica dell’Italia in suo effimero Raggruppamen-
guerra, non stupisce la caduta to Nazionale Repubblicano.
verticale del consenso verso il Chiarisce il tentativo di tro-
regime già nei primi due anni vare consenso di una parte del
di guerra, una caduta che clero cattolico o addirittura di
coinvolse anche ampi strati di creare una chiesa nazionale e
aderenti al fascismo, per i autocefala integrata nel fasci-
quali le sconfitte segnarono smo, in rottura con il papato e
un irrimediabile distacco dal- con la gerarchia romana.
l’ideologia, dalla politica e Di particolare interesse, i ca-
dalla prassi che avevano con- pitoli dedicati al trattamento
diviso, mentre crescevano nel feroce e drammatico degli
paese le aspettative di pace e ebrei, a proposito del quale le

Tutte le tue valigie perse

desse sempre a te. si ricostituivano clandestina- responsabilità o correspon-
LETTERE Una volta arrivasti da Malpensa, fiero, con
la tua valigia in mano, proprio lei. Se-
mente i partiti antifascisti.
Così, il 25 luglio 1943, in cui il
sabilità del fascismo repub-
blicano sono più che evidenti;
A MIO nonché, aprendola, quella si rivelò colma Gran Consiglio tolse la fiducia al censimento delle forze mi-

PADRE e gli occhiali gelati nel frigo
pHo ereditato da te il disordine. Un di-
sordine strutturale, genetico, inarginabi-
le. Benché naturalmente non sia arrivata
alla tua altezza. Anche se in casa i miei mi
temono, non sarò mai come te. Tu, papà,
eri il Kaos, in persona.
La mattina alle otto cominciava la questua
delle cose essenziali. Chiavi di casa. «Chi
ha visto le mie chiavi?» cominciavi. Chiavi
dell’auto, niente: rovesciavi ansioso le ta-
sche del cappotto. Sigarette. I tuoi passi
concitati in corridoio, «Ma dove, dove,
dannazione…». Era sugli occhiali, però,
che scoppiava la tempesta. Prendevi a ge-
mere accorato: «Aiutatemi!», tirando giù
noi figli dal letto («Diamine, datemi una
di Marina Corradi mano!») Sotto ai divani, tra la biancheria
sporca, sul davanzale del balcone - in
equilibrio precario, al sesto piano. I tuoi
occhiali erano furbi, noi lo diventammo di
più. Tranne una volta, in cui l’occhiale
sembrò essersi smaterializzato. L’avevi
sul naso mentre facevi il caffè: nel nulla,
svanito. Lo cercammo, invano, per giorni.
Un fenomeno paranormale, ci convin-
cemmo infine. Solo dopo mesi, sbrinando
il freezer, dal ghiaccio emersero delle len-
ti spaccate dal freddo, che disseppellim-
mo con devozione, come resti di mam-
mut.
Poi, c’era il passaporto. Al momento di
partire di corsa per qualche oscuro an-
golo del mondo, regolarmente non lo tro-
vavi. Grida, maledizioni contro il destino
cinico e baro. Ma un inviato del Corriere
“deve” partire, e ormai in Questura ti co-
noscevano: «Ah, di nuovo lei». Così che di
passaporti ne avevi quattro: e uno, alme-
no, riuscivi all’occorrenza a recuperarlo.
Anche con le valigie hai sofferto molto.
Infedeli, al primo scalo ti abbandonavano,
per un altro Continente. A volte torna-
vano. Non sempre. «Non è colpa mia», ti
difendevi tu. Curioso però, come succe-
di farina bianca. Farina? Di corsa in Que-
stura. («Ancora lei?») La valigia era iden-
tica, ma era di un trafficante di coca.
a Mussolini determinandone
la caduta, e affidando le sorti
del paese al re Vittorio Ema-
Altre volte conservavi la valigia ma per- nuele III, che consegnò il go-
devi l’aereo, o il treno. Un giorno dalla verno al maresciallo Pietro
Praga del ’68, invasa dai sovietici, stavi Badoglio, può essere conside-
tornando in Italia. Decine di treni erano in rato semplicemente l’atto no-
partenza e finalmente trovasti il tuo. Ma il tarile del fallimento e della ca-
facchino con la valigia non si vedeva. Una tastrofe. Un atto notarile che
manata sulla fronte, gesto che ti era abi- un particolare del tutto se-
tuale: «Oddio, non gli ho detto quale treno condario rende grottesco: co-
prendevo!». In quel mentre hai visto ar- me rivelato dal miglior studio
rivare al binario, flemmatico, l’anziano sul 25 luglio, realizzato da
facchino, diritto come un ufficiale prus- Emilio Gentile, i gerarchi fu-
siano. «Ma come faceva lei, a sapere che rono convocati con un ordine
partivo per Vienna?» gli hai chiesto sba- di servizio che prevedeva di
lordito. E quello, in perfetto francese, con indossare i pantaloni corti,
un sorriso malinconico: «Signore, da Pra- sicché un gruppo di uomini di
ga oggi un gentiluomo non può andare che una certa età, in buffi pan-
a Vienna». taloncini, decretò la fine di un
Lo raccontavi commosso, al ricordo dell’a- ventennale regime…
ristocratico facchino nella Praga invasa dai Dopo i quarantacinque giorni
carri armati. E un po' anche perché quella badogliani e l’annuncio della
fu l’unica volta, che una tua valigia ti trovò. conclusione dell’armistizio
© RIPRODUZIONE RISERVATA con gli anglo-americani (8 set-
tembre 1943), i nazisti occu-
RSI In alto, volontari della Repubblica Sociale di Salò; qui sopra Benito Mussolini passa in
rassegna le truppe (fra cui si nota un bambino); sopra la copertina del libro, Nicola Bombacci.
parono militarmente, in alcu-
ni giorni, l’Italia del Centro e
del Nord, annettendo al Rei-
ch, di fatto, il Trentino, l’Alto
Adige, la provincia di Belluno,
cioè la zona di operazioni Al-
penvorland e inoltre il Friuli e
la Venezia Giulia, l’Adriati-
sches Kustenland, zone en-
trambe rette da governatori
del Reich. Poi, in pochi giorni
liberarono Mussolini e pro-
mossero la nascita della Re-
pubblica Sociale Italiana (23
settembre 1943), di cui essi sa-
ranno comunque i signori e
padroni durante l’intero arco
della sua esistenza; pochi
giorni prima gli anglo-ameri-
cani erano sbarcati a Salerno
(operazione Avalanche, 9-16
settembre 1943), sicché le
truppe tedesche si ritirarono
dall’Italia del Sud e si attesta-
rono sulla cosiddetta linea del
Volturno.
Al breve periodo della R.S.I., il
periodo più tormentato, do-
loroso e tragico della storia
d’Italia quanto meno dall’U-
nità in avanti, è dedicato l’ul-
timo saggio di Mimmo Fran-
zinelli. Dopo poco più di un
anno dalla voluminosa Storia
della Resistenza, scritta con
Marcello Flores, l’autore for-
nisce un importante e vasto
ritratto dell’altra faccia di
quei venti mesi. Non è la pri-
ma volta che l’autore si ci-
menta col periodo: si ricor-
dano almeno «Il prigioniero
di Salò. Mussolini e la tragedia
italiana del 1943-1945» (2012)
e la «RSI. La Repubblica del
duce. 1943-1945» (2007), rac-
conto fotografico del periodo,
per non menzionare i nume-
rosi studi sulle origini del fa-
scismo e sul regime.
L’abbondante competenza
Storia della Repubblica
Sociale Italiana. 1943-1945,
di Mimmo Franzinelli
Laterza, pag. 620, A 28,00
dell’autore in materia, la co-
noscenza puntuale e ammi-
revole degli archivi pubblici e
privati dell’epoca, oltre che
della bibliografia dedicata,
come la sua decisa tendenza a
una storiografia piena di fatti
e di ricostruzioni accurate,
garantiscono una cospicua
panoramica delle vicende
della R.S.I.
Con poche eccezioni, fra cui la
situazione economica, Fran-
zinelli ricostruisce i vari
aspetti del «mosaico» della
R.S.I. Così passa al vaglio la
costituzione del Partito Fasci-
litari della R.S.I. e delle varie
polizie che si andarono crean-
do, spesso autonome dalla po-
lizia di Stato e altrettanto
spesso responsabili di atroci-
tà e delitti di varia natura, tan-
to da costringere in alcuni ca-
si lo stesso fascismo repub-
blicano a scioglierle; e infine
alle sorti della socializzazio-
ne, forse l’unica carta messa
sul tavolo dal fascismo per re-
cuperare consenso, che tut-
tavia sostanzialmente non
decollò per una serie di mo-
tivi, dalla contrarietà dei na-
zisti e degli industriali all’in-
credulità e diffidenza con cui
fu accolta dalla classe ope-
raia.
Insomma, un’indispensabile
opera di sintesi, un ottimo
manuale che consente un’ap-
profondita e sistematica vi-
sione generale della RSI.
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